Canzonieri vecchi e nuovi. Achille Schinelli ottant'anni dopo. Repertori didattici a confronto. a cura di Dario Favretti L'intervento si collega al Progetto di Istituto Alda Costa Ottanta, prendendo spunto dalla figura di Achille Schinelli (1882-1969) - compositore e docente di Musica corale e Polifonia vocale del Conservatorio Verdi di Milano - e dal ruolo centrale svolto dallo stesso Schinelli, nella didattica e editoria musicale del primo Novecento italiano. Verranno analizzati alcuni brani di particolare significato, tratti dalle due edizioni del "Canzoniere Nazionale" (1929) e "Nuovo Canzoniere Nazionale" (1950) e dagli otto fascicoli di "Teoria e pratica per l'insegnamento della Musica e del Canto Corale ad uso degli Istituti Magistrali, Licei Femminili e Scuole Corali"(1930). Un'indagine senza pretese di scientificità, ma intenzionata a segnalare concretamente composizioni pregevoli, da decenni uscite dalle consuetudini di insegnamento, accanto ad altre, rimaste invece nell'uso didattico delle scuole italiane. Saranno in particolare oggetto di attenzione: Ninne nanne, indovinelli e filastrocche Nel primo Novecento la riscoperta dell'identità musica italiana passa anche per quella delle tradizioni popolari regionali. Un tema affrontato in modo approfondito da musicisti come Balilla Pratella e Leone Sinigaglia, che precede il Fascismo, ma che durante il Ventennio si intreccerà con il dibattito culturale Stracampagna-Stracittà. "Ninna nanna [su tre note]" (popolare) "Fa la ninna, fa la nanna" (Lazio) "Seta moneta" (popolare) "La capra bruca i rami" (popolare) "Bovi, bovi dove andate" (Italia settentrionale) "Questo è l'occhio bello" (popolare) Spesso temi popolari danno veste melodica a testi "d'autore": pedagogisti (Lina Schwarz, Arpalice Cuman Pertile) e poeti (Guido Mazzoni, Emilio Praga). "Girotondo dei mesi" (Arpalice Cuman Pertile) "Ninna nanna" (Lina Schwarz) "Serenata alla luna" (Emilio Praga) "Il campano" (Guido Mazzoni) Opera lirica e patriottismo Nell'Italia degli anni Venti la cultura operistica è viva e autenticamente popolare. Il patriottismo e il nazionalismo che si rintracciano in molti cori delle opere di Verdi e di Bellini, li rendono materiale didattico "d'obbligo"; vengono spesso accostati a canti del Risorgimento (tra cui l'"Inno di Mameli", allora semplicemente brano patriottico del 1847), ad altri della Prima Guerra Mondiale e a Inni fascisti. Quest'ultimi verranno epurati dall'edizione 1950 del Nuovo Canzoniere. "Va' pensiero" ("Nabucco", Verdi/Solera) "La vergine degli angeli" ("La forza del destino", Verdi/Piave) "Fratelli d'Italia" (Novaro/Mameli) "Guerra, guerra" ("Norma", Bellini/Romani) Canti religiosi e specificamente natalizi Nel periodo immediatamente post concordatario religione cattolica e didattica del canto si intrecciano nei repertori di Achille Schinelli, collegandosi anche al tema del recupero del Canto gregoriano, proprio del nazionalismo musicale dell'epoca. "Puer natus in Bethlehem" (Gregoriano) La scelta dei canti natalizi fa riferimento all'edizione 1950 del Nuovo Canzoniere Nazionale. L'intenzione è soprattutto quella di dare rilievo a una tradizione cattolica ormai scomparsa e sempre più sostituita dal repertorio commerciale di origine anglosassone. "Dormi dormi bel Bambin (Piva, piva)" (Piemonte, Italia del Nord) "Adeste fideles" (tradizionale) "Lieti venite" (antica Lauda spirituale)