NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI S. MINIATO 12 gennaio 2014 Piazza del Seminario,13 56028 San Miniato (Pisa) tel. e fax 0571/400434 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile: Andrea Fagioli Coordinatore diocesano: Francesco Ricciarelli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 La stella che ci guida nella vita DI l’agenda del VESCOVO omenica 12 Gennaio - ore 10: a Santa Croce in D collegiata per l’inaugurazione della cappellina feriale. Da lunedì 13 a mercoledì 14 gennaio dalle 9,30 alle 12,30: nell’auditorium del seminario, tre giorni di aggiornamento del clero con il tema: «I sacramenti della Iniziazione cristiana». Mercoledì 15 - Ore 21,15: nell’auditorium del seminario, incontro con la commissione diocesana famiglia. Giovedì 16 - ore 21,15: nell’auditorium del seminario, conferenza in occasione della giornata sull’amicizia ebraico cristiana.Venerdì 17 gennaio - ore 18: a Santa Croce per la presentazione del libro su don Pino Puglisi. Sabato 18 gennaio - ore 18,30: nella Chiesa di San Francesco a San Miniato, inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Famiglia, lavoro, dialogo Tre sfide per la chiesa di San Miniato nel 2014 ANTONIO BARONCINI nche noi, come i Magi, afferma il «stella Acometa: vescovo Fausto, abbiamo la nostra la nostra coscienza, come luce, la Santa Madre Chiesa, come guida». Mentre salivo per raggiungere la cattedrale dalla strada di San Francesco, una gentile signora mi chiede se il percorso che seguiva era quello giusto per recarsi al centro di San Miniato. «Si, è questo. Facciamo qualche passo insieme e le indicherò il centro». «Desidero visitare San Miniato. Provengo da Prato». «Il centro che lei desidera, allora, è quello dove vado io: il duomo, la piazza del seminario, l’episcopio ed altre meraviglie architettoniche che sono riunite in quest’area». «La seguo volentieri e la ringrazio». Entriamo in Cattedrale. Il Pontificale dell’Epifania era appena iniziato e dall’impostazione liturgica del presbiterio appariva solenne ed impegnativo, al cui svolgimento presiedeva, come sempre, con raccolta attenzione, il cerimoniere can. Pacini. La signora osserva con attenzione e si ferma nella panca davanti a me. La cattedrale emanava una lucentezza incredibile, grazie ai raggi del sole che filtravano dai rosoni laterali ed alla luce artificiale emessa dai faretti posti, ad arte, lungo le navate. La solennità dell’Epifania richiedeva tale splendore: veniva ricordata la visita dei Tre Magi al bambino Gesù, giacente in una mangiatoia, in mezzo ai suoi genitori. Dopo i pastori, umile gente di campagna, giungono i potenti incuriositi, ma ubbidienti alla guida della stella cometa, portando i loro doni: oro, incenso e mirra. Il nostro vescovo Fausto, con lucidità e con un frasario semplice, incalzante e riflessivo, ha sviluppato questo incontro, estraendone i concetti significativi per la vita non solo di ogni cristiano ma per qualsiasi persona di buona volontà. «Ogni uomo, ciascuno di noi, ha ricordato il vescovo Fausto, ha la sua stella cometa: internamente è la propria coscienza, è la luce che irradia la nostra strada; esternamente è la Santa Madre Chiesa che ci guida lungo la retta via senza perdersi nei mille vicoli presenti lungo il nostro percorso, conducenti, però, al nulla». La seconda riflessione ci viene offerta dal superamento degli ostacoli che questi Re trovano nel loro cammino verso la grotta. Non si fermano alle prime difficoltà, ma vanno avanti, fiduciosi ed ubbidienti al tracciato che la stella cometa disegna nel cielo, lungo il loro viaggio. La terza considerazione è l’adorazione al bambin Gesù. I Magi si prostrano davanti alla culla umile e povera ed offrono i loro doni. La loro potenza si inchina all’umiltà ed alla povertà, ossequiandone la regalità di cui quel Bambinello è portatore. Infine il ritorno ai loro luoghi di provenienza. «Non si fermano, conclude il vescovo, ma ritornano allo loro sedi per testimoniare ciò che hanno visto». E’ il richiamo al nostro impegno, attestando il proprio io come cristiano, come cattolico, propenso ad offrire aiuto al nostro prossimo. Come si può notare, questa narrazione evangelica, che è storia e non fiaba, disegni, nel suo insieme, il flusso della nostra vita umana, focalizzando pericoli e difficoltà, offrendoci anche mezzi ed aiuti come protezione, sussidio e ripari. Basta, in piena libertà, volerlo. Allo scambio della pace, quella signora che mi aveva chiesto indicazioni, mi si è avvicinata e, porgendomi la mano, mi ha detto: «Pace!, il centro di San Miniato l’ho già visitato. Tutto il resto è appendice». Primo Piano della SETTIMANA e festività natalazie sono ormai dietro le spalle. Iniziamo dunque questo nuovo anno portando fin da subito al centro dell’attenzione alcune tematiche di grande attualità: famiglia, dialogo, lavoro. Questi temi, evidenziati anche nella lettera pastorale del vescovo Tardelli, rappresentano L di Michael Cantarella altrettante sfide per la chiesa di San Miniato nel 2014. In questo numero affrontiamo le prime due tematiche. Riguardo alla famiglia, a pagina 5 diamo spazio a una riflessione di Sandro Spagli, presidente del Consultorio familiare diocesano e membro della commissione famiglia, che fa il punto sulle principali problematiche legate a questo importante ambito pastorale. In tema di dialogo, ci apprestiamo a vivere la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. È stato il Santo Padre, annunciando il suo pellegrinaggio in Terra Santa, a riportare l’attenzione sull’importanza del dialogo a tutti i livelli. Nella nostra diocesi, come ogni anno, si terranno numerose iniziative organizzate dall’ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso, che vedranno la partecipazione di rappresentanti delle principali denominazioni cristiane e delle religioni monoteiste. SERVIZI A PAGINA 2 E 5 Un libro per ricordare i quarant’anni di Shalom l Movimento Shalom compie I(anche) quarant’anni e li festeggia con un libro: «Il figlio inatteso». Il ricavato servirà a finanziare progetti di cooperazione internazionale. Il volume è una biografia corale del Movimento e dà voce alle varie anime Shalom. Il Movimento Shalom, nato nel 1974 a Staffoli, nel comune di Santa Croce Sull’Arno, è oggi presente in 23 Paesi d’Europa, Asia, America Latina e, soprattutto, Africa. In Italia il Movimento Shalom è impegnato nella diffusione di una cultura di pace, tolleranza e solidarietà; nei Paesi in via di sviluppo porta avanti progetti di cooperazione internazionale, adozioni a distanza, adozioni internazionali. Il volume si compone di tre parti: una chiacchierata con Sua Eminenza il cardinale Fiorenzo Angelini, presidente onorario Shalom, che inquadra il ruolo e le peculiarità del Movimento nell’universo dell’associazionismo, cattolico e non. Un’intervista al fondatore del Movimento Shalom, don Andrea Cristiani, che fa un bilancio di questi primi quarant’anni di Shalom e traccia le linee dei prossimi mille. E, infine, le ’corrispondenze di pace’ Shalom, con i referenti esteri (non tutti, ma una significativa rappresentanza) che raccontano cos’ha fatto (finora) il Movimento nel loro Paese e con qualche racconto nostrano su come viene vissuto Shalom in Italia, a tutte le età. A chiudere, una carrellata di foto che raccontano Shalom, ripercorrendone la storia e mostrando i «volti del mondo». «Ci sono, è vero, tante opere grandiose, tante istituzioni, tanti ordini religiosi - spiega nel libro il cardinale Angelini, sottolineando le peculiarità degli Shalom - Ma non è sufficiente lo studio, l’applicazione teorica alla soluzione dei problemi. Ci vuole il coraggio di mettersi una tuta, di impugnare una zappa, di lavorare, di dare l’esempio». Parlando della filosofia del Movimento, il fondatore don Andrea Cristiani sottolinea: «Credo che sia veramente finito il tempo di una cooperazione che deresponsabilizza i soggetti che sono sostenuti. Oramai per gli Shalom il dono a costo zero è proprio finito: anche le opere di carattere sociale debbono essere realizzate con la partecipazione delle persone che ne usufruiscono. Questo le rende protagoniste, più vere, dà loro il piacere di essere state attori e non solo destinatari». Il libro si può richiedere al Movimento Shalom tel 0571400462 email: [email protected] II TOSCANA OGGI LA DOMENICA 12 gennaio 2014 SANTA MARIA A MONTE......... QUANDO IL PRESEPE DIVENTA ESEMPIO DI VITA NEL QUOTIDIANO DI RENATO COLOMBAI hi si ricorda delle immancabili discussioni fino a pochi anni fa sulla «liceità» del presepe? Era una saga che trasformava il periodo natalizio in una vetrina per i laici integralisti chiamatisi a difendere libertà, indipendenza, rispetto per le altre religioni e giù con una sequela di «valori» da difendere contro il sentimento cristiano. È stato il tormentone del primo decennio di questo millennio, al pari del dibattito su panettone o pandoro. Abbiamo assistito anche ad iniziative bizzarre per creare alternative al presepe, in nome del rispetto delle convinzioni dei non cristiani. Insomma, sono stati in tanti a cercare di sradicare la tradizione del presepe dal Natale (in realtà c’era, ma c’è ancora, un tentativo più sottile: affermare un Natale senza Gesù). Abbiamo trascorso serate ad ascoltare esperti a discettare sull’anacronismo di questa sacra rappresentazione domestica della natività. Eppoi, elogi dell’albero di Natale, perché quello sì che simboleggia la vita, prodotto importato In questi ultimi tempi della cultura stiamo invece nord-europea, fatta di notti assistendo ad una infinite, sorta di rivincita del leggende che fanno tanta presepe: la questione new age, non è più se esso prosecuzione rappresenti il Natale, ideale e cronologica di ma come Halloween. rappresentare il Grazie al Natale con il presepe. cielo, il tempo ed il Alla fine è avvenuto buonsenso ciò che era prevedibile hanno fatto giustizia di accadesse: negare il queste valore del presepe è discussioni negare la quotidianità preordinate e preconcette. della scena che esso In questi rappresenta. Il valore ultimi tempi stiamo invece sconvolgente del assistendo ad presepe stesso è una sorta di nell’attestazione di un rivincita del presepe: la Dio che si fa uomo questione non è più se esso rappresenti il Natale, ma come rappresentare il Natale con il presepe. Alla fine è avvenuto ciò che era prevedibile accadesse: negare il valore del presepe è negare la quotidianità della scena che esso rappresenta. Perché il valore sconvolgente del presepe stesso è nell’attestazione di un Dio che si fa uomo ed è tale nella straordinarietà del quotidiano. È così prevalso il presepe sulle elucubrazioni di esperti di tutto (e dunque di niente), presupponenti nella loro volontà di interpretare il pensiero “liquido”. Si è così confermata la regola evangelica per cui è stato rivelato ai “piccoli” ciò che è stato tenuto nascosto ai “sapienti”. Il fenomeno ha assunto una dimensione tale per cui si può parlare di una vera e propria “cultura del presepe” che ha positivamente contaminato realtà diverse da quella originaria napoletana. A dare suggestione alla rievocazione della natività ci sono le rappresentazioni viventi. Quella del secondo giorno di Natale a Santa Maria a Monte è una di queste. Giunta alla seconda edizione, quest’anno gli organizzatori hanno fatto le cose in grande. Hanno infatti utilizzato lo straordinario scenario paesano per ricreare quell’atmosfera di semplicità e spontaneità che il presepe sprigiona. I numerosi spettatori presenti hanno confermato che l’appuntamento natalizio santamariammontese è evento atteso perché dà la possibilità di vedere e vivere il presepe da dentro. Agli organizzatori e ai figuranti va il merito di aver curato lo spirito della sacra rappresentazione e di aver coinvolto la gente. Perché le persone hanno bisogno di questo, accostarsi al Signore per offrire Lui le gioie e le fatiche di ogni giorno. Ed i nostri giorni, così come i nostri luoghi sono pieni di presepi «viventi» che interpellano ciascuno le nostre coscienze: accorriamo alla grotta mescolandoci con la varia umanità o rimaniamo barricati nella sontuosità del palazzo come Erode? C NOTIZIE DALLA DIOCESI In continuità con Benedetto, Papa Francesco ha rilanciato il tema dell’ecumensimo Ecumenismo e dialogo: iniziative anche a San Miniato li uomini non vogliono dialogare perché non sanno farlo, ma non sanno farlo perché non vogliono. E’ veramente incredibile che da ogni parte non si dedichi impegno a promuovere, sviluppare e arricchire di esperienza, ogni giorno, una cultura del dialogo. Eppure è ciò che nulla di più necessario occorre in questo mondo, nel quale viviamo, della globalizzazione e dell’incontro fra genti di diversa provenienza e tradizione. Come è possibile G che si continui ancora ad avere fiducia nel principio per cui è il più forte colui che ha il diritto di imporre la propria volontà e che tutti gli altri gli siano sottomessi e disciplinatamente obbedienti?! E come è possibile a tale concezione del diritto al potere si attengano ancora, perfino, le religioni?! E’ proprio sicuro che la religione che ha il maggior numero di seguaci e la maggior diffusione nel mondo sia quella che ha anche la maggior dose di Verità e anche diritto di considerarne prive tutte le altre, delle quali quindi è doveroso tener scandalo e aborrirle? Cominciamo invece a farci obbligo imprescindibile ed assolutamente non trascurabile o emarginabile che almeno i cristiani siano e vivano tutti uniti nel rispetto delle proprie diverse tradizioni che nel tempo in mezzo a loro si sono andate formando e senza più tener conto di maggioranze e minoranze, ma solamente del sostanziale e puro riferimento a Cristo Parola del Padre, vivente oggi nel mondo in diverse condizioni e relazioni. Per tutto ciò, anche quest’anno anche qui nella nostra Diocesi come in tutto il mondo, si celebra la Settimana di Preghiera per l’Unità di «tutti» i Cristiani e, in anteprima, la giornata dell’Amicizia EbraicoCristiana e, in finale, il giorno dell’Incontro con l’Islam. Ecco il programma. Ci auguriamo la vostra numerosa presenza in ragione di una accresciuta coscienza del bene e del vero. Convegni e veglie di preghiera: le iniziative diocesane cco il programma delle E iniziative della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, la giornata dell’amicizia ebraico-cristiana e dell’’incontro con l’islam Stefano di San Miniato Basso - Via Tosco Romagnola Est, 520 (PI) Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Giovedì 16 gennaio: giornata dell’amicizia ebraico cristiana, ore 21,5 presso l’Aula Magna del Seminario di San Miniato parlerà sul tema: «Non ruberai» il dott. Bruno Segre - della comunità Ebraica di Milano, Direttore della rivista Keshet vita e cultura ebraiaca. Mercoledì 22 ore 21,15 presso la Parrocchia di San Bartolomeo apostolo Le Melorie - Via di Gello, 288/B (PI)Preghiera per l’Unità dei Cristiani . Sabato 18 ore 18,30 presso il convento dei frati a San Miniato - Piazza San Francesco, Preghiera per l’Unità dei Cristiani Sabato 25 ore 18 presso le Clarisse del Monastero di S .Paolo Via Bagnoli,16 - San Miniato conclusione della preghiera per l’Unità dei Cristiani. Martedì 21 ore 21,15 presso la Parrocchia dei Ss. Martino e Lunedì 27 Ore 21,15 presso l’Aula Magna del Seminario di San Miniato - p.za del Seminario Parlerà sul tema: «La divina ispirazione nel Corano» Elzir Izzedin - Imam di Firenze TOSCANA OGGI LA DOMENICA 12 gennaio 2014 Beata Cristiana: la cittadina santacrocese più illustre DI III FESTA DI NATALE PER LA ONLUS MADONNA DEL SOCCORSO GABRIELLA GUIDI l nuovo anno nella cittadina santacrocese si apre come consuetudine con i festeggiamenti della Beata Cristiana. In vista dei solenni festeggiamenti, nei tre giorni precedenti Don Marco Casalini, nuovo vice-parroco, ha richiamato l’attenzione dei fedeli su tre aspetti principali: la preghiera, il combattimento spirituale e la vita eterna. Quale miglior esempio di fede e di ricerca incessante di Dio, la Beata Cristiana, fin da piccola, si sentiva pervasa dalla presenza di Dio e ciò che la teneva unita al suo Creatore era la sua incessante preghiera. A volte, in un mondo frenetico come il nostro, la preghiera sembra essere ripetitiva e di scarsa utilità. In realtà è il modo per dialogare con Dio e conoscerlo; è come una piccola candela accesa che ci indica i passi da percorrere e ci dona la pace e la serenità del cuore. Altro importante frutto della preghiera è il discernimento sulle scelte da compiere nella propria vita, una luce anche sulla vocazione personale a cui è chiamato ogni uomo. Per la sua grande vicinanza a Dio, tuttavia, la Beata Cristiana era costantemente tentata dal demonio che non perdeva mai occasione per trarla in inganno. Il cristiano è quindi chiamato, con le armi della fede, a combattere le insidie del demonio. Alcune tra le astuzie più utilizzate sono: il farci credere che non esiste un demonio ma è tutta un’invenzione, rendere attraente e appetibile il peccato e ogni sorta di cattive azioni attraverso ragionamenti logicamente corretti; indurci a perdere tempo nelle situazioni frivole e prive di senso, far sorgere dubbi su alcune importanti verità di fede, solleticare i nostri difetti facendoci sentire falliti o inutili!! Ecco però che il Signore e la sua Chiesa ci P I donano le modalità per vincere tutte queste insidie: la preghiera, l’eucarestia, la confessione, l’ascolto della Parola di Dio e la sua attuazione. Il cristiano è colui che già in vita pensa all’eternità e ripone la sua vita nelle mani di Dio. Come le vergini sagge dobbiamo essere pronti e vigilanti per l’arrivo dello sposo perché anche noi possiamo entrare al banchetto di nozze. Se riponiamo la nostra vita in Dio non abbiamo più paura della morte e se lo mettiamo al primo posto nella nostra vita nessuna situazione può farci disperare perché il Signore è al nostro fianco!! Il 4 Gennaio, poi, si sono ufficialmente aperti i festeggiamenti con la messa mattutina del transito della Beata al cielo. Ogni anno, come per le grandi feste, così Cristiana riunisce tutti i cittadini intorno alla sua urna. Siamo tutti invitati a servire, spendere la nostra vita per gli altri e, liberati del nostro egoismo, siamo condotti all’amore verso Dio. Alle ore 11.00 Mons. Tardelli ha presieduto la messa solenne dei festeggiamenti. Il presule esortava a vivere nell’amore, elemento fondante per la nostra vita e del quale non possiamo fare a meno!! Non un amore ingannevole che distrugge, ma quello vero che edifica, che viene da Dio e si propaga tra gli uomini. L’apostolo Paolo, inoltre, ci ricorda che il primo posto nella nostra vita è del Signore, Colui che dà senso alla nostra esistenza e ci conduce alla vita eterna. Infine, la parabola della vergini sagge fa riferimento al giudizio finale davanti al quale ciascun uomo dovrà presentarsi al momento della sua ascesa al cielo. L’olio che ciascuno di noi avrà comperato con opere buone, vita in Cristo e amore al prossimo lo presenteremo al Signore ed egli ci farà entrare alle nozze. Al termine della celebrazione è stata la volta degli interventi del Sindaco di Santa Croce che per l’ultima volta, dopo dieci anni, ha espresso il suo ultimo omaggio in qualità di sindaco alla Beata concittadina ricordando alcuni tra gli eventi più importanti come il settimo centenario celebrato nel 2010, il gemellaggio con il monastero e la comunità civile di Montefalco e molte altre iniziative. Tra gli altri interventi anche quello del Sindaco di Montefalco e di Mons. Romano con un ringraziamento a tutti colo che si sono adoperati per la buona riuscita dei festeggiamenti. Alle ore 16.00 è stata la volta della processione per le vie del paese: un pellegrinaggio simbolico come quello di ogni uomo sulla terra in cammino verso l’eternità. Ogni anno viene proposto un percorso diverso perché la nostra patrona possa visitare le varie zone che lo caratterizzano. Infine, alle ore 18.00 altra solenne concelebrazione in stile puramente agostiniano: una chiesa più che mai gremita e così che la nostra gloriosa Beata compiva nuovamente il suo miracolo! Il 6 Gennaio, poi, è stata la volta dell’arrivo dei Re Magi nella Chiesa di Santa Cristiana: una simpatica drammatizzazione partecipata ha coinvolto grandi e piccini in un misto di gioia e commozione, lasciando i modo indelebile il segno della manifestazione di Gesù. 6 GENNAIO DI FESTA PER LA VALDEGOLA omeriggio di festa per i Pdi bambini della parrocchia Santa Maria in Valdegola che, il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, hanno messo in scena la recita «Natale che schianto!». Guidati dalle loro catechiste e accompagnati alle tastiere da Matteo Bacchi, i piccoli hanno stupito tutti con la loro capacità di recitare dialoghi lunghi e articolati, di impersonare con roprio una grande e bella Festa quella organizzata dalla Fondazione «Madonna del soccorso» ONLUS di Fauglia (PI) il 16 Dicembre per la visita natalizia di S. Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo. Tutta le strutture della Fondazione erano, da giorni, in fibrillanti preparativi al grande evento. Mons. Vescovo è arrivato presso la sede della Fondazione alle ore 19 circa accompagnato dal Presidente mons. Morello Morelli. Appena sceso dall’auto è stato accolto con un caloroso applauso di tutti i presenti, dal saluto della Direzione della Fondazione nella persona di Riccardo Novi e Francesco Dragonetti, dal Vice Presidente Alessio Bacci e dalle autorià presenti tra le quali: il Sindaco del Comune di Terricciola Antonietta Fais, il Vice Sindaco di Fauglia Fulvia Petrini, dal Vice Sindaco del Comune di Castelfranco di sotto Gabriele Toti, dal Sindaco di Crespina Thomas D’Addona, dal rappresentante dell’Amministrazione Comunale di S. Maria a Monte Maurizio Lucchesi e dal Direttore della Società della Salute dott. Giuseppe Cecchi. A seguire il Vescovo si è spostato all’ingresso dalla Fondazione accolto dal canto Vergina Santa intonato dalla corale composta da tutto il personale in servizio presso la Fondazione, dalle Religiose Figlie di S. Anna e da bambini e bambine della Scuola Materna Maria Immacolata di Selvatelle. Di seguito il Vescovo si è intrattenuto con i bambini e famiglie per poi fare ingresso in struttura e salutare i nonni e nonne delle Case di riposo Madonna del soccorso di Fauglia e Madonna del Rosario di Orentano con i relativi familiari. Salutati i nonni il Vescovo si è recato nella Cappella della sede per pregare, unitamente ai bambini, davanti al Santissimo Sacramento. Poi - accompagnato dalla direzione e dall’infermiera Michelle Sala - ha fatto un saluto a tutti i nonni allettati ospiti della struttura. Terminati gli auguri a tutti i nonni allettati S. Ecc. Mons. Vescovo si è recato presso la sala centrale dell’Ente ove ha ricevuto il saluto del Direttore, del Sindaco di Fauglia e poi ha a Sua volta salutato tutti i presenti. Ai saluti è seguita la cerimonia di consegna dei pacchi a tutto il personale, ai sacerdoti, volontari, religiose, bambini e bambine della Scuola Materna e dall’Asilo nido Pio Pio. La serata è terminata con la cena comunitaria. Segnata da un clima autenticamente natalizio, di grande serenità e familiarità è stata veramente una grande festa di Natale per l’intera Fondazione. simpatici costumi i personaggi dei racconti natalizi, di imparare ed eseguire con entusiasmo molti nuovi canti. Lo spettacolo era già stato presentato a Corazzano la domenica prima di Natale ed è stato riproposto con grande successo a La Serra. Dopo la recita è arrivata la Befana che ha distribuito le tradizionali calze ai bambini di tutte le età... CAPANNOLI,LA CARITAS ACCOGLIE CHI È IN DIFFICOLTÀ crisi economica, che sta ormai investendo Lundaanumero alcuni anni la nostra società, ha costretto considerevole di persone e di Pino, tradizionale concerto dell’epifania DI NILO MASCAGNI radizionale e sempre atteso concerto quello nella Festività dell’Epifania nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Pino. Il Coro interparrocchiale di Pino - Pianezzoli, i Giovani dell’Oratorio e i Bambini della Scuola dell’Infanzia ’Paolina’ con genitori, parenti , parrocchiani e non dopo la celebrazione liturgica e la benedizione T della Santa Infanzia impartita dal parroco don Lido, sono scesi in concerto tra le gioia,in modo particolare riguardo ai più piccoli, dei genitori. Al termine sorpresa inedita per il parroco don Lido, i bambini hanno rivolto il loro sorriso affettuoso insieme a quello della comunità verso don Lido in occasione del suo 31° anno di attività parrocchiale a Pino. La calza della Befana offerta dai bimbi al parroco ha avuto una valenza straordinaria per la vita affettiva e spirituale della parrocchia. famiglie a dover vivere in condizioni di forte disagio e di estrema povertà. Questo dato allarmante non si ricava semplicemente dalle cronache giornalistiche. È una realtà che noi operatori della «caritas parrocchiale» verifichiamo ogni giorno. Se fino a qualche tempo fa, in cerca di assistenza , si presentavano prevalentemente cittadini extracomunitari, in questi ultimi tempi, invece, sono le stesse famiglie italiane, toccate pesantemente dall’attuale crisi economica, a versare in grave difficoltà e a presentarsi ai nostri centri di ascolto per chiedere aiuto. Siamo, oggi, di fronte a diverse forme di povertà e di sofferenza. Basti pensare alle persone che, avendo perso il posto di lavoro, non hanno più le risorse necessarie per sostenere la famiglia e si trovano a vivere con angoscia questa situazione. Noi accogliamo e ascoltiamo questa gente, e, per quanto è possibile, cerchiamo di intervenire con aiuti concreti per fare fronte ai loro bisogni più impellenti e urgenti. Riusciamo a fornire alimenti e vestiario, grazie alla generosità della comunità parrocchiale, manifestatasi ancora una volta nella raccolta alimentare del 19 Ottobre scorso e grazie anche ai responsabili del Supermercato "Conad", che hanno offerto piena disponibilità ma, essendo in aumento le domande di assistenza e di aiuto e, purtroppo, sempre inadeguate le nostre risorse, facciamo ancora appello al cuore dei nostri parrocchiani, perché continuino ad aiutare la «caritas» in questo servizio. IV TOSCANA OGGI 12 gennaio 2014 LA DOMENICA TOSCANA OGGI LA DOMENICA 12 gennaio 2014 Al consultorio familiare approdano molte delle store dei «feriti» del nostro tempo La famiglia al centro della lettera pastorale del vescovo DI L’UCAI CONSEGNA I PREMI «STELLA DELL’ARTE» abato 11 gennaio 2014, alle ore 17, SVescovile presso la Sala del Trono della Curia di San Miniato, verranno SANDRO SPAGLI a redazione del settimanale ha chiesto a tutti i vari responsabili di uffici e servizi diocesani di esprimere un commento alla lettera-programma pastorale che il nostro Vescovo Fausto ha donato alla Diocesi per il prossimo triennio 20142017. Tra i laici c’è sempre un po’ di ritrosia a esprimere la propria opinione su un documento che proviene da un pastore della Chiesa, a maggior ragione se questo è il pastore della propria Chiesa di appartenenza. La richiesta, in effetti, non ha precedenti, ma ne cogliamo gli elementi di novità che vanno nella direzione di una corresponsabilizzazione del laicato, che sappia collaborare con i propri pastori, dando il proprio leale contributo e i propri fattivi consigli. Del resto, già il Vescovo Fausto aveva aperto la strada coinvolgendo il Consiglio Pastorale Diocesano nella fase di stesura del documento, chiedendone un meditato consiglio. Segnali che cogliamo, a livello di Chiesa universale, anche nella recente volontà espressa dal Papa di coinvolgere tutte le diocesi del mondo sulle sorti della famiglia, inviando un questionario le cui risposte saranno attentamente valutate in vista dei prossimi Sinodi del 2014 e 2015 sul tema appunto della pastorale familiare. Quindi, vincendo quella istintiva ritrosia di cui parlavo all’inizio, decido di accogliere l’invito ad esprimere un commento sulla lettera, dalla prospettiva particolare del personale impegno nel Consultorio Familiare e nella pastorale familiare diocesana. Nel complesso, colgo l’intento del nostro Vescovo di porre la chiesa di San Miniato in sintonia con le parole e i gesti di Papa Francesco. L’accento è sulla «cura delle ferite» dell’uomo del nostro tempo, ferite del corpo e dello spirito. Col pensiero rivado all’immagine di Chiesa come «ospedale da campo» evocata dal Papa nella nota intervista a La Civiltà Cattolica. In quell’intervista il Papa tracciava la rotta: «Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso… Le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate». Nella lettera pastorale si sviluppa il tema delle «ferite» del nostro tempo come urgenza pastorale e come necessità per la nostra Chiesa di una conversione missionaria: «a V consegnati i riconoscimenti dell’Unione Cattolica Artisti Italiani di San Miniato, in collaborazione con Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato e Cappella Musicale della Cattedrale. I premiati di questa edizione sono: L volte ripiegata su sé stessa e autoreferenziale, anche la nostra comunità diocesana deve aprirsi al mondo e divenire veramente missionaria». Il Vescovo indica 5 ambiti missionari concreti da praticare nella quotidianità: giovani, famiglie, lavoro, immigrati, cultura. Sono ambiti tutti fortemente intrecciati, poiché sappiamo bene che la carenza di lavoro mette in crisi la famiglia, che la famiglia in crisi cresce giovani problematici, che gli immigrati che non trovano occasione di integrazione finiscono facilmente ai margini e così via… Personalmente, anche dal mio punto di vista di presidente del Consultorio Familiare Diocesano (che, tra l’altro ha visto raddoppiare le richieste di aiuto rispetto all’anno precedente), rilevo come la cura e l’accompagnamento delle persone «ferite» sia una priorità autentica, un campo dove l’annuncio evangelico è costantemente alla prova e dove il bisogno di un ascolto e di una parola «vera» può dare sollievo e ristoro a tante anime affrante. Nella lettera si cerca di dare spunti per una concreta attuazione di questi orientamenti (un potenziamento dei Centri di Ascolto Caritas, una vicinanza meno frettolosa agli infermi, un’attenzione costante alle giovani coppie e alle famiglie, una migliore cura delle celebrazioni dei sacramenti con una attenzione concreta al vissuto di chi li richiede, ecc.), tuttavia sarà compito anche delle varie realtà ecclesiali, dei sacerdoti nonché dei laici più impegnati aiutare il Vescovo a dare concretezza a questi orientamenti nel prossimo triennio, individuando pochi obiettivi principali e perseguendoli con serietà.. Le persone sono aiutate e rimangono colpite dalla testimonianza di chi svolge bene il proprio compito più che dall’attivismo di chi fa cose, ma senza serietà. Infine, da docente della Scuola Teologica, mi permetto una sottolineatura anche sull’ambito culturale e della formazione. È evidente che l’ignoranza, culturalmente parlando, dei laici è un grosso problema per il loro esercizio della corresponsabilità alla missione della Chiesa. Afferma il Vescovo che «nella prospettiva dell’educazione è di capitale importanza la «formazione dei formatori», la formazione cioè di coloro che hanno uno specifico ruolo educativo nella comunità cristiana. Su questo punto credo ci sia da impegnarsi molto di più che nel passato, sia a livello diocesano che vicariale». Qui si tocca un punto importante (e dolente) che riguarda anche la difficoltà, quando non incapacità, nella chiesa di lavorare «in rete». L’opportuna volontà del Vescovo di rilanciare la Scuola Teologica come «Scuola Cattedrale» deve essere assecondata da un migliore spirito collaborativo da parte di tutti: parroci, aggregazioni laicali, uffici e servizi diocesani. Ma per lavorare «in rete» occorre stabilire un necessario clima di fiducia tra i soggetti, che non si può mai dare per scontato. In questo senso deve crescere una «cultura della relazione» a tutti i livelli della comunità cristiana, che si nutre, giustappunto, della cura e della vicinanza al concreto vissuto delle persone, un apporto specifico che soprattutto le famiglie possono portare…. Il Vescovo ha consegnato alla Chiesa di San Miniato una lettera impegnativa e dai toni accorati, e fa appello ad ogni membro del corpo ecclesiale affinché ritrovi lo spirito missionario che è di ogni battezzato in Cristo. Stella dell’Arte per l’Architettura Dipartimento di Architettura DIDA (Università degli Studi di Firenze). Il nuovo Dipartimento di Architettura DIDA, diretto dal Prof. Saverio Mecca, individua il proprio ambito scientifico e formativo nella cultura e nella scienza del progetto sintesi tra dimensione estetico-umanistica, tecnico-scientifica ed economico-organizzativa. La cultura del progetto è chiamata oggi a confrontarsi con i nuovi scenari aperti dalla globalizzazione dei processi produttivi e con le innovazioni introdotte nei sistemi di comunicazione. Stella dell’Arte per le Arti Visive: Gino Terreni. Nasce a Marcignana nei pressi di Empoli. Terreni è un artista poliedrico, che ama spaziare tra diverse tecniche. Ha realizzato, tra gli altri, il Monumento Internazionale alla Pace dell’Abetone e il monumento alle vittime per l’Eccidio del Padule di Fucecchio. Stella dell’Arte per la Letteratura: Carlo Lapucci. Vive a Firenze dove si occupa di letteratura, linguistica e tradizioni popolari. Ha lavorato e collaborato con case editrici, ha diretto la rivista Le lingue del mondo; si è occupato di traduzione (Dal volgarizzamento alla traduzione, Valmartina, Valmartina, Firenze 1983). Tra le varie opere citiamo: Dizionario dei modi di dire della lingua italiana (1969); il Dizionario dei proverbi italiani (Le Monnier 2006); Il libro delle paure (Sarnus 2009); Il numero e la struttura universale (Polistampa 2010); Estetica e trascendenza (Cantagalli, Siena, 2011); Le leggende della terra toscana (Sarnus 2011). Si segnalano anche i romanzi Itinerario a Vega (Cappelli 1972), L’uomo di vetro (Camunia 1992), Viaggio nell’Antimateria (Rossi 2006), L’erba della paura (Pagliai 2011). Stella dell’Arte per la Musica: Fondazione Domenico Bartolucci. La Fondazione a lui intitolata è presieduta dal Dott. Alessandro Biciocchi. Domenico Bartolucci (19172013), sacerdote, compositore, direttore di coro e d’orchestra è uno dei più celebri musicisti italiani contemporanei. In occasione del Concistoro Ordinario Pubblico del 20 novembre 2010 il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Cardinale per la generosità e dedizione con la quale si è distinto nel servizio alla Chiesa. Nel 1956 alla morte di Lorenzo Perosi, Pio XII gli conferì l’ufficio di Direttore Perpetuo della Cappella Musicale Pontificia. La sua fama è cresciuta grazie ai successi ottenuti nei vari continenti, testimoniando l’arte e la fede della Chiesa cattolica e mantenendo vivo l’inestimabile patrimonio del canto gregoriano e della polifonia sacra. Stella dell’Arte per il Teatro: Masolino D’Amico. Critico letterario, teatrale, sceneggiatore e scrittore. Traduttore di numerose opere di autori inglesi come Oscar Wilde, Lyman Frank Baum, William Shakespeare, Edwin Abbott, Samuel Richardson, e Lewis Carroll. Notevolmente apprezzato nella traduzione teatrale in particolare di Tennessee Williams e Arthur Miller. Tra le opere si segnala il saggio critico La commedia all’Italiana sulla cinematografia brillante italiana dal 1945 al 1975, (Ed. Il Saggiatore). Nel 1978 ha iniziato la sua collaborazione col quotidiano La Stampa come critico letterario e teatrale. E’ stato professore ordinario di Lingua e Letteratura Inglese alla Terza Università di Roma fino al 2011. Ad oggi continua a tenere dei moduli di insegnamento all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Luca Macchi