Famiglia,lavoro,dialogo - Diocesi di San Miniato

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NOTIZIARIO
DELLA DIOCESI
DI S. MINIATO
12 gennaio 2014
Piazza del Seminario,13
56028 San Miniato (Pisa)
tel. e fax 0571/400434
[email protected]
Notiziario locale
Direttore responsabile:
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano:
Francesco Ricciarelli
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
La stella che
ci guida
nella vita
DI
l’agenda del VESCOVO
omenica 12 Gennaio - ore 10: a Santa Croce in
D
collegiata per l’inaugurazione della cappellina feriale.
Da lunedì 13 a mercoledì 14 gennaio dalle 9,30 alle
12,30: nell’auditorium del seminario, tre giorni di
aggiornamento del clero con il tema: «I sacramenti della
Iniziazione cristiana».
Mercoledì 15 - Ore 21,15: nell’auditorium del seminario,
incontro con la commissione diocesana famiglia.
Giovedì 16 - ore 21,15: nell’auditorium del seminario,
conferenza in occasione della giornata sull’amicizia ebraico
cristiana.Venerdì 17 gennaio - ore 18: a Santa Croce per la
presentazione del libro su don Pino Puglisi.
Sabato 18 gennaio - ore 18,30: nella Chiesa di San Francesco
a San Miniato, inizio della settimana di preghiera per l’unità
dei cristiani.
Famiglia, lavoro, dialogo
Tre sfide per la chiesa di San Miniato nel 2014
ANTONIO BARONCINI
nche noi, come i Magi, afferma il
«stella
Acometa:
vescovo Fausto, abbiamo la nostra
la nostra coscienza, come
luce, la Santa Madre Chiesa, come guida».
Mentre salivo per raggiungere la cattedrale
dalla strada di San Francesco, una gentile
signora mi chiede se il percorso che seguiva
era quello giusto per recarsi al centro di
San Miniato.
«Si, è questo. Facciamo qualche passo
insieme e le indicherò il centro».
«Desidero visitare San Miniato. Provengo
da Prato».
«Il centro che lei desidera, allora, è quello
dove vado io: il duomo, la piazza del
seminario, l’episcopio ed altre meraviglie
architettoniche che sono riunite in
quest’area».
«La seguo volentieri e la ringrazio».
Entriamo in Cattedrale. Il Pontificale
dell’Epifania era appena iniziato e
dall’impostazione liturgica del presbiterio
appariva solenne ed impegnativo, al cui
svolgimento presiedeva, come sempre, con
raccolta attenzione, il cerimoniere can.
Pacini.
La signora osserva con attenzione e si
ferma nella panca davanti a me. La
cattedrale emanava una lucentezza
incredibile, grazie ai raggi del sole che
filtravano dai rosoni laterali ed alla luce
artificiale emessa dai faretti posti, ad arte,
lungo le navate. La solennità dell’Epifania
richiedeva tale splendore: veniva ricordata
la visita dei Tre Magi al bambino Gesù,
giacente in una mangiatoia, in mezzo ai
suoi genitori. Dopo i pastori, umile gente
di campagna, giungono i potenti
incuriositi, ma ubbidienti alla guida della
stella cometa, portando i loro doni: oro,
incenso e mirra. Il nostro vescovo Fausto,
con lucidità e con un frasario semplice,
incalzante e riflessivo, ha sviluppato
questo incontro, estraendone i concetti
significativi per la vita non solo di ogni
cristiano ma per qualsiasi persona di
buona volontà.
«Ogni uomo, ciascuno di noi, ha ricordato
il vescovo Fausto, ha la sua stella cometa:
internamente è la propria coscienza, è la
luce che irradia la nostra strada;
esternamente è la Santa Madre Chiesa che
ci guida lungo la retta via senza perdersi
nei mille vicoli presenti lungo il nostro
percorso, conducenti, però, al nulla».
La seconda riflessione ci viene offerta dal
superamento degli ostacoli che questi Re
trovano nel loro cammino verso la grotta.
Non si fermano alle prime difficoltà, ma
vanno avanti, fiduciosi ed ubbidienti al
tracciato che la stella cometa disegna nel
cielo, lungo il loro viaggio.
La terza considerazione è l’adorazione al
bambin Gesù. I Magi si prostrano davanti
alla culla umile e povera ed offrono i loro
doni. La loro potenza si inchina all’umiltà
ed alla povertà, ossequiandone la regalità
di cui quel Bambinello è portatore. Infine il
ritorno ai loro luoghi di provenienza.
«Non si fermano, conclude il vescovo, ma
ritornano allo loro sedi per testimoniare
ciò che hanno visto».
E’ il richiamo al nostro impegno,
attestando il proprio io come cristiano,
come cattolico, propenso ad offrire aiuto al
nostro prossimo. Come si può notare,
questa narrazione evangelica, che è storia e
non fiaba, disegni, nel suo insieme, il
flusso della nostra vita umana,
focalizzando pericoli e difficoltà,
offrendoci anche mezzi ed aiuti come
protezione, sussidio e ripari. Basta, in piena
libertà, volerlo.
Allo scambio della pace, quella signora che
mi aveva chiesto indicazioni, mi si è
avvicinata e, porgendomi la mano, mi ha
detto: «Pace!, il centro di San Miniato l’ho
già visitato. Tutto il resto è appendice».
Primo Piano della SETTIMANA
e festività natalazie sono
ormai dietro le spalle.
Iniziamo dunque questo
nuovo anno portando fin
da subito al centro
dell’attenzione alcune tematiche
di grande attualità: famiglia,
dialogo, lavoro.
Questi temi, evidenziati anche
nella lettera pastorale del
vescovo Tardelli, rappresentano
L
di Michael Cantarella
altrettante sfide per la chiesa di
San Miniato nel 2014.
In questo numero affrontiamo
le prime due tematiche.
Riguardo alla famiglia, a pagina
5 diamo spazio a una riflessione
di Sandro Spagli, presidente del
Consultorio familiare diocesano
e membro della commissione
famiglia, che fa il punto sulle
principali problematiche legate
a questo importante ambito
pastorale.
In tema di dialogo, ci
apprestiamo a vivere la
settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani. È stato il
Santo Padre, annunciando il suo
pellegrinaggio in Terra Santa, a
riportare l’attenzione
sull’importanza del dialogo a
tutti i livelli. Nella nostra
diocesi, come ogni anno, si
terranno numerose iniziative
organizzate dall’ufficio
ecumenismo e dialogo
interreligioso, che vedranno la
partecipazione di rappresentanti
delle principali denominazioni
cristiane e delle religioni
monoteiste.
SERVIZI A PAGINA 2 E 5
Un libro per ricordare i quarant’anni di Shalom
l Movimento Shalom compie
I(anche)
quarant’anni e li festeggia
con un libro: «Il figlio
inatteso». Il ricavato servirà a
finanziare progetti di
cooperazione internazionale. Il
volume è una biografia corale del
Movimento e dà voce alle varie
anime Shalom. Il Movimento
Shalom, nato nel 1974 a Staffoli,
nel comune di Santa Croce
Sull’Arno, è oggi presente in 23
Paesi d’Europa, Asia, America
Latina e, soprattutto, Africa. In
Italia il Movimento Shalom è
impegnato nella diffusione di
una cultura di pace, tolleranza e
solidarietà; nei Paesi in via di
sviluppo porta avanti progetti di
cooperazione internazionale,
adozioni a distanza, adozioni
internazionali.
Il volume si compone di tre parti:
una chiacchierata con Sua
Eminenza il cardinale Fiorenzo
Angelini, presidente onorario
Shalom, che inquadra il ruolo e
le peculiarità del Movimento
nell’universo
dell’associazionismo, cattolico e
non. Un’intervista al fondatore
del Movimento Shalom, don
Andrea Cristiani, che fa un
bilancio di questi primi
quarant’anni di Shalom e traccia
le linee dei prossimi mille. E,
infine, le ’corrispondenze di pace’
Shalom, con i referenti esteri
(non tutti, ma una significativa
rappresentanza) che raccontano
cos’ha fatto (finora) il
Movimento nel loro Paese e con
qualche racconto nostrano su
come viene vissuto Shalom in
Italia, a tutte le età. A chiudere,
una carrellata di foto che
raccontano Shalom,
ripercorrendone la storia e
mostrando i «volti del mondo».
«Ci sono, è vero, tante opere
grandiose, tante istituzioni, tanti
ordini religiosi - spiega nel libro
il cardinale Angelini,
sottolineando le peculiarità degli
Shalom - Ma non è sufficiente lo
studio, l’applicazione teorica alla
soluzione dei problemi. Ci vuole
il coraggio di mettersi una tuta, di
impugnare una zappa, di
lavorare, di dare l’esempio».
Parlando della filosofia del
Movimento, il fondatore don
Andrea Cristiani sottolinea:
«Credo che sia veramente finito il
tempo di una cooperazione che
deresponsabilizza i soggetti che
sono sostenuti. Oramai per gli
Shalom il dono a costo zero è
proprio finito: anche le opere di
carattere sociale debbono essere
realizzate con la partecipazione
delle persone che ne
usufruiscono. Questo le rende
protagoniste, più vere, dà loro il
piacere di essere state attori e non
solo destinatari».
Il libro si può richiedere al
Movimento Shalom tel 0571400462 email:
[email protected]
II
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
12 gennaio 2014
SANTA MARIA A MONTE.........
QUANDO IL
PRESEPE
DIVENTA
ESEMPIO DI
VITA NEL
QUOTIDIANO
DI
RENATO COLOMBAI
hi si ricorda delle immancabili
discussioni fino a pochi anni fa sulla
«liceità» del presepe? Era una saga che
trasformava il periodo natalizio in una
vetrina per i laici integralisti chiamatisi a
difendere libertà, indipendenza, rispetto per le
altre religioni e giù con una sequela di «valori»
da difendere contro il sentimento cristiano.
È stato il tormentone del primo decennio di
questo millennio, al pari del dibattito su
panettone o pandoro. Abbiamo assistito anche
ad iniziative bizzarre per creare alternative al
presepe, in nome del rispetto delle convinzioni
dei non cristiani. Insomma, sono stati in tanti
a cercare di sradicare la tradizione del presepe
dal Natale (in realtà c’era, ma c’è ancora, un
tentativo più sottile: affermare un Natale senza
Gesù). Abbiamo trascorso serate ad ascoltare
esperti a discettare sull’anacronismo di questa
sacra rappresentazione domestica della
natività. Eppoi, elogi dell’albero di Natale,
perché quello sì che simboleggia la vita,
prodotto
importato
In questi ultimi tempi
della cultura
stiamo invece
nord-europea,
fatta di notti
assistendo ad una
infinite,
sorta di rivincita del
leggende che
fanno tanta
presepe: la questione
new age,
non è più se esso
prosecuzione
rappresenti il Natale,
ideale e
cronologica di
ma come
Halloween.
rappresentare il
Grazie al
Natale con il presepe.
cielo, il tempo
ed il
Alla fine è avvenuto
buonsenso
ciò che era prevedibile
hanno fatto
giustizia di
accadesse: negare il
queste
valore del presepe è
discussioni
negare la quotidianità
preordinate e
preconcette.
della scena che esso
In questi
rappresenta. Il valore
ultimi tempi
stiamo invece
sconvolgente del
assistendo ad
presepe stesso è
una sorta di
nell’attestazione di un
rivincita del
presepe: la
Dio che si fa uomo
questione
non è più se
esso rappresenti il Natale, ma come
rappresentare il Natale con il presepe. Alla fine
è avvenuto ciò che era prevedibile accadesse:
negare il valore del presepe è negare la
quotidianità della scena che esso rappresenta.
Perché il valore sconvolgente del presepe
stesso è nell’attestazione di un Dio che si fa
uomo ed è tale nella straordinarietà del
quotidiano.
È così prevalso il presepe sulle elucubrazioni di
esperti di tutto (e dunque di niente),
presupponenti nella loro volontà di
interpretare il pensiero “liquido”. Si è così
confermata la regola evangelica per cui è stato
rivelato ai “piccoli” ciò che è stato tenuto
nascosto ai “sapienti”.
Il fenomeno ha assunto una dimensione tale
per cui si può parlare di una vera e propria
“cultura del presepe” che ha positivamente
contaminato realtà diverse da quella originaria
napoletana.
A dare suggestione alla rievocazione della
natività ci sono le rappresentazioni viventi.
Quella del secondo giorno di Natale a Santa
Maria a Monte è una di queste. Giunta alla
seconda edizione, quest’anno gli organizzatori
hanno fatto le cose in grande. Hanno infatti
utilizzato lo straordinario scenario paesano
per ricreare quell’atmosfera di semplicità e
spontaneità che il presepe sprigiona. I
numerosi spettatori presenti hanno
confermato che l’appuntamento natalizio
santamariammontese è evento atteso perché
dà la possibilità di vedere e vivere il presepe da
dentro.
Agli organizzatori e ai figuranti va il merito di
aver curato lo spirito della sacra
rappresentazione e di aver coinvolto la gente.
Perché le persone hanno bisogno di questo,
accostarsi al Signore per offrire Lui le gioie e le
fatiche di ogni giorno. Ed i nostri giorni, così
come i nostri luoghi sono pieni di presepi
«viventi» che interpellano ciascuno le nostre
coscienze: accorriamo alla grotta mescolandoci
con la varia umanità o rimaniamo barricati
nella sontuosità del palazzo come Erode?
C
NOTIZIE
DALLA
DIOCESI
In continuità con Benedetto, Papa Francesco ha rilanciato il tema dell’ecumensimo
Ecumenismo e dialogo:
iniziative anche a San Miniato
li uomini non
vogliono dialogare
perché non sanno
farlo, ma non sanno
farlo perché non vogliono. E’
veramente incredibile che da
ogni parte non si dedichi
impegno a promuovere,
sviluppare e arricchire di
esperienza, ogni giorno, una
cultura del dialogo. Eppure è
ciò che nulla di più necessario
occorre in questo mondo, nel
quale viviamo, della
globalizzazione e
dell’incontro fra genti di
diversa provenienza e
tradizione. Come è possibile
G
che si continui ancora ad avere
fiducia nel principio per cui è
il più forte colui che ha il
diritto di imporre la propria
volontà e che tutti gli altri gli
siano sottomessi e
disciplinatamente
obbedienti?! E come è
possibile a tale concezione del
diritto al potere si attengano
ancora, perfino, le religioni?!
E’ proprio sicuro che la
religione che ha il maggior
numero di seguaci e la
maggior diffusione nel mondo
sia quella che ha anche la
maggior dose di Verità e anche
diritto di considerarne prive
tutte le altre, delle quali
quindi è doveroso tener
scandalo e aborrirle?
Cominciamo invece a farci
obbligo imprescindibile ed
assolutamente non
trascurabile o emarginabile
che almeno i cristiani siano e
vivano tutti uniti nel rispetto
delle proprie diverse
tradizioni che nel tempo in
mezzo a loro si sono andate
formando e senza più tener
conto di maggioranze e
minoranze, ma solamente del
sostanziale e puro riferimento
a Cristo Parola del Padre,
vivente oggi nel mondo in
diverse condizioni e relazioni.
Per tutto ciò, anche
quest’anno anche qui nella
nostra Diocesi come in tutto il
mondo, si celebra la
Settimana di Preghiera per
l’Unità di «tutti» i Cristiani e,
in anteprima, la giornata
dell’Amicizia EbraicoCristiana e, in finale, il giorno
dell’Incontro con l’Islam.
Ecco il programma. Ci
auguriamo la vostra numerosa
presenza in ragione di una
accresciuta coscienza del bene
e del vero.
Convegni e veglie di preghiera: le iniziative diocesane
cco il programma delle
E
iniziative della settimana di
preghiera per l’unità dei
cristiani, la giornata
dell’amicizia ebraico-cristiana
e dell’’incontro con l’islam
Stefano di San
Miniato Basso - Via
Tosco Romagnola
Est, 520 (PI) Preghiera per
l’Unità dei Cristiani.
Giovedì 16 gennaio:
giornata dell’amicizia ebraico
cristiana, ore 21,5 presso l’Aula
Magna del Seminario di San
Miniato parlerà sul tema:
«Non ruberai» il dott. Bruno
Segre - della comunità Ebraica
di Milano, Direttore della
rivista Keshet vita e cultura
ebraiaca.
Mercoledì 22 ore
21,15 presso la
Parrocchia di San
Bartolomeo
apostolo
Le Melorie - Via di
Gello, 288/B (PI)Preghiera per
l’Unità dei Cristiani
.
Sabato 18 ore 18,30 presso
il convento dei frati a San
Miniato - Piazza San
Francesco, Preghiera per
l’Unità dei Cristiani
Sabato 25 ore 18
presso le Clarisse
del Monastero di S
.Paolo Via
Bagnoli,16 - San Miniato conclusione della preghiera
per l’Unità dei Cristiani.
Martedì 21 ore 21,15 presso
la Parrocchia dei Ss. Martino e
Lunedì 27 Ore 21,15 presso
l’Aula Magna del Seminario di
San Miniato - p.za del
Seminario
Parlerà sul tema: «La divina
ispirazione nel Corano» Elzir
Izzedin - Imam di Firenze
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
12 gennaio 2014
Beata Cristiana: la cittadina
santacrocese più illustre
DI
III
FESTA DI NATALE
PER LA ONLUS
MADONNA DEL
SOCCORSO
GABRIELLA GUIDI
l nuovo anno nella cittadina
santacrocese si apre come
consuetudine con i
festeggiamenti della Beata
Cristiana. In vista dei solenni
festeggiamenti, nei tre giorni
precedenti Don Marco Casalini,
nuovo vice-parroco, ha
richiamato l’attenzione dei
fedeli su tre aspetti principali: la
preghiera, il combattimento
spirituale e la vita eterna. Quale
miglior esempio di fede e di
ricerca incessante di Dio, la
Beata Cristiana, fin da piccola,
si sentiva pervasa dalla
presenza di Dio e ciò che la
teneva unita al suo Creatore era
la sua incessante preghiera. A
volte, in un mondo frenetico
come il nostro, la preghiera
sembra essere ripetitiva e di
scarsa utilità. In realtà è il
modo per dialogare con Dio e
conoscerlo; è come una piccola
candela accesa che ci indica i
passi da percorrere e ci dona la
pace e la serenità del cuore.
Altro importante frutto della
preghiera è il discernimento
sulle scelte da compiere nella
propria vita, una luce anche
sulla vocazione personale a cui
è chiamato ogni uomo. Per la
sua grande vicinanza a Dio,
tuttavia, la Beata Cristiana era
costantemente tentata dal
demonio che non perdeva mai
occasione per trarla in inganno.
Il cristiano è quindi chiamato,
con le armi della fede, a
combattere le insidie del
demonio. Alcune tra le astuzie
più utilizzate sono: il farci
credere che non esiste un
demonio ma è tutta
un’invenzione, rendere
attraente e appetibile il peccato
e ogni sorta di cattive azioni
attraverso ragionamenti
logicamente corretti; indurci a
perdere tempo nelle situazioni
frivole e prive di senso, far
sorgere dubbi su alcune
importanti verità di fede,
solleticare i nostri difetti
facendoci sentire falliti o
inutili!! Ecco però che il
Signore e la sua Chiesa ci
P
I
donano le modalità per vincere
tutte queste insidie: la
preghiera, l’eucarestia, la
confessione, l’ascolto della
Parola di Dio e la sua
attuazione. Il cristiano è colui
che già in vita pensa all’eternità
e ripone la sua vita nelle mani
di Dio. Come le vergini sagge
dobbiamo essere pronti e
vigilanti per l’arrivo dello sposo
perché anche noi possiamo
entrare al banchetto di nozze.
Se riponiamo la nostra vita in
Dio non abbiamo più paura
della morte e se lo mettiamo al
primo posto nella nostra vita
nessuna situazione può farci
disperare perché il Signore è al
nostro fianco!! Il 4 Gennaio,
poi, si sono ufficialmente aperti
i festeggiamenti con la messa
mattutina del transito della
Beata al cielo. Ogni anno, come
per le grandi feste, così
Cristiana riunisce tutti i
cittadini intorno alla sua urna.
Siamo tutti invitati a servire,
spendere la nostra vita per gli
altri e, liberati del nostro
egoismo, siamo condotti
all’amore verso Dio. Alle ore
11.00 Mons. Tardelli ha
presieduto la messa solenne dei
festeggiamenti. Il presule
esortava a vivere nell’amore,
elemento fondante per la
nostra vita e del quale non
possiamo fare a meno!! Non
un amore ingannevole che
distrugge, ma quello vero che
edifica, che viene da Dio e si
propaga tra gli uomini.
L’apostolo Paolo, inoltre, ci
ricorda che il primo posto nella
nostra vita è del Signore, Colui
che dà senso alla nostra
esistenza e ci conduce alla vita
eterna. Infine, la parabola della
vergini sagge fa riferimento al
giudizio finale davanti al quale
ciascun uomo dovrà presentarsi
al momento della sua ascesa al
cielo. L’olio che ciascuno di noi
avrà comperato con opere
buone, vita in Cristo e amore al
prossimo lo presenteremo al
Signore ed egli ci farà entrare
alle nozze. Al termine della
celebrazione è stata la volta
degli interventi del Sindaco di
Santa Croce che per l’ultima
volta, dopo dieci anni, ha
espresso il suo ultimo omaggio
in qualità di sindaco alla Beata
concittadina ricordando alcuni
tra gli eventi più importanti
come il settimo centenario
celebrato nel 2010, il
gemellaggio con il monastero e
la comunità civile di
Montefalco e molte altre
iniziative. Tra gli altri interventi
anche quello del Sindaco di
Montefalco e di Mons. Romano
con un ringraziamento a tutti
colo che si sono adoperati per
la buona riuscita dei
festeggiamenti.
Alle ore 16.00 è stata la volta
della processione per le vie del
paese: un pellegrinaggio
simbolico come quello di ogni
uomo sulla terra in cammino
verso l’eternità. Ogni anno
viene proposto un percorso
diverso perché la nostra
patrona possa visitare le varie
zone che lo caratterizzano.
Infine, alle ore 18.00 altra
solenne concelebrazione in
stile puramente agostiniano:
una chiesa più che mai gremita
e così che la nostra gloriosa
Beata compiva nuovamente il
suo miracolo! Il 6 Gennaio,
poi, è stata la volta dell’arrivo
dei Re Magi nella Chiesa di
Santa Cristiana: una simpatica
drammatizzazione partecipata
ha coinvolto grandi e piccini in
un misto di gioia e
commozione, lasciando i
modo indelebile il segno della
manifestazione di Gesù.
6 GENNAIO DI FESTA
PER LA VALDEGOLA
omeriggio di festa per i
Pdi bambini
della parrocchia
Santa Maria in Valdegola
che, il 6 gennaio, solennità
dell’Epifania, hanno messo
in scena la recita «Natale che
schianto!». Guidati dalle
loro catechiste e
accompagnati alle tastiere da
Matteo Bacchi, i piccoli
hanno stupito tutti con la
loro capacità di recitare
dialoghi lunghi e articolati,
di impersonare con
roprio una grande e bella Festa quella
organizzata dalla Fondazione «Madonna
del soccorso» ONLUS di Fauglia (PI) il 16
Dicembre per la visita natalizia di S. Ecc.
Rev.ma Mons. Vescovo.
Tutta le strutture della Fondazione erano, da
giorni, in fibrillanti preparativi al grande
evento.
Mons. Vescovo è arrivato presso la sede della
Fondazione alle ore 19 circa accompagnato dal
Presidente mons. Morello Morelli. Appena
sceso dall’auto è stato accolto con un caloroso
applauso di tutti i presenti, dal saluto della
Direzione della Fondazione nella persona di
Riccardo Novi e Francesco Dragonetti, dal Vice
Presidente Alessio Bacci e dalle autorià presenti
tra le quali: il Sindaco del Comune di
Terricciola Antonietta Fais, il Vice Sindaco di
Fauglia Fulvia Petrini, dal Vice Sindaco del
Comune di Castelfranco di sotto Gabriele Toti,
dal Sindaco di Crespina Thomas D’Addona, dal
rappresentante dell’Amministrazione
Comunale di S. Maria a Monte Maurizio
Lucchesi e dal Direttore della Società della
Salute dott. Giuseppe Cecchi.
A seguire il Vescovo si è spostato all’ingresso
dalla Fondazione accolto dal canto Vergina
Santa intonato dalla corale composta da tutto il
personale in servizio presso la Fondazione,
dalle Religiose Figlie di S. Anna e da bambini e
bambine della Scuola Materna Maria
Immacolata di Selvatelle.
Di seguito il Vescovo si è intrattenuto con i
bambini e famiglie per poi fare ingresso in
struttura e salutare i nonni e nonne delle Case
di riposo Madonna del soccorso di Fauglia e
Madonna del Rosario di Orentano con i relativi
familiari. Salutati i nonni il Vescovo si è recato
nella Cappella della sede per pregare,
unitamente ai bambini, davanti al Santissimo
Sacramento. Poi - accompagnato dalla
direzione e dall’infermiera Michelle Sala - ha
fatto un saluto a tutti i nonni allettati ospiti
della struttura. Terminati gli auguri a tutti i
nonni allettati S. Ecc. Mons. Vescovo si è recato
presso la sala centrale dell’Ente ove ha ricevuto
il saluto del Direttore, del Sindaco di Fauglia e
poi ha a Sua volta salutato tutti i presenti. Ai
saluti è seguita la cerimonia di consegna dei
pacchi a tutto il personale, ai sacerdoti,
volontari, religiose, bambini e bambine della
Scuola Materna e dall’Asilo nido Pio Pio.
La serata è terminata con la cena comunitaria.
Segnata da un clima autenticamente natalizio,
di grande serenità e familiarità è stata
veramente una grande festa di Natale per
l’intera Fondazione.
simpatici costumi i
personaggi dei racconti
natalizi, di imparare ed
eseguire con entusiasmo
molti nuovi canti. Lo
spettacolo era già stato
presentato a Corazzano la
domenica prima di Natale
ed è stato riproposto con
grande successo a La Serra.
Dopo la recita è arrivata la
Befana che ha distribuito le
tradizionali calze ai bambini
di tutte le età...
CAPANNOLI,LA
CARITAS ACCOGLIE
CHI È IN
DIFFICOLTÀ
crisi economica, che sta ormai investendo
Lundaanumero
alcuni anni la nostra società, ha costretto
considerevole di persone e di
Pino, tradizionale concerto dell’epifania
DI
NILO MASCAGNI
radizionale e sempre
atteso concerto
quello nella
Festività
dell’Epifania nella chiesa
dei SS. Filippo e Giacomo a
Pino.
Il Coro interparrocchiale di
Pino - Pianezzoli, i Giovani
dell’Oratorio e i Bambini
della Scuola dell’Infanzia
’Paolina’ con genitori,
parenti , parrocchiani e non
dopo la celebrazione
liturgica e la benedizione
T
della Santa Infanzia impartita
dal parroco don Lido, sono
scesi in concerto tra le gioia,in
modo particolare riguardo ai
più piccoli, dei genitori.
Al termine sorpresa inedita per
il parroco don Lido, i bambini
hanno rivolto il loro sorriso
affettuoso insieme a quello
della comunità verso don Lido
in occasione del suo 31° anno
di attività parrocchiale a Pino.
La calza della Befana offerta
dai bimbi al parroco ha avuto
una valenza straordinaria per
la vita affettiva e spirituale
della parrocchia.
famiglie a dover vivere in condizioni di forte
disagio e di estrema povertà. Questo dato
allarmante non si ricava semplicemente dalle
cronache giornalistiche. È una realtà che noi
operatori della «caritas parrocchiale»
verifichiamo ogni giorno. Se fino a qualche
tempo fa, in cerca di assistenza , si
presentavano prevalentemente cittadini
extracomunitari, in questi ultimi tempi, invece,
sono le stesse famiglie italiane, toccate
pesantemente dall’attuale crisi economica, a
versare in grave difficoltà e a presentarsi ai
nostri centri di ascolto per chiedere aiuto.
Siamo, oggi, di fronte a diverse forme di
povertà e di sofferenza. Basti pensare alle
persone che, avendo perso il posto di lavoro,
non hanno più le risorse necessarie per
sostenere la famiglia e si trovano a vivere con
angoscia questa situazione. Noi accogliamo e
ascoltiamo questa gente, e, per quanto è
possibile, cerchiamo di intervenire con aiuti
concreti per fare fronte ai loro bisogni più
impellenti e urgenti. Riusciamo a fornire
alimenti e vestiario, grazie alla generosità della
comunità parrocchiale, manifestatasi ancora
una volta nella raccolta alimentare del 19
Ottobre scorso e grazie anche ai responsabili
del Supermercato "Conad", che hanno offerto
piena disponibilità ma, essendo in aumento
le domande di assistenza e di aiuto e,
purtroppo, sempre inadeguate le nostre
risorse, facciamo ancora appello al cuore dei
nostri parrocchiani, perché continuino ad
aiutare la «caritas» in questo servizio.
IV
TOSCANA OGGI
12 gennaio 2014
LA DOMENICA
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
12 gennaio 2014
Al consultorio familiare approdano molte delle store dei «feriti» del nostro tempo
La famiglia al centro della
lettera pastorale del vescovo
DI
L’UCAI
CONSEGNA I
PREMI «STELLA
DELL’ARTE»
abato 11 gennaio 2014, alle ore 17,
SVescovile
presso la Sala del Trono della Curia
di San Miniato, verranno
SANDRO SPAGLI
a redazione del
settimanale ha chiesto a
tutti i vari responsabili di
uffici e servizi diocesani
di esprimere un commento
alla lettera-programma
pastorale che il nostro Vescovo
Fausto ha donato alla Diocesi
per il prossimo triennio 20142017.
Tra i laici c’è sempre un po’ di
ritrosia a esprimere la propria
opinione su un documento
che proviene da un pastore
della Chiesa, a maggior
ragione se questo è il pastore
della propria Chiesa di
appartenenza.
La richiesta, in effetti, non ha
precedenti, ma ne cogliamo
gli elementi di novità che
vanno nella direzione di una
corresponsabilizzazione del
laicato, che sappia collaborare
con i propri pastori, dando il
proprio leale contributo e i
propri fattivi consigli.
Del resto, già il Vescovo Fausto
aveva aperto la strada
coinvolgendo il Consiglio
Pastorale Diocesano nella fase
di stesura del documento,
chiedendone un meditato
consiglio.
Segnali che cogliamo, a livello
di Chiesa universale, anche
nella recente volontà espressa
dal Papa di coinvolgere tutte le
diocesi del mondo sulle sorti
della famiglia, inviando un
questionario le cui risposte
saranno attentamente valutate
in vista dei prossimi Sinodi
del 2014 e 2015 sul tema
appunto della pastorale
familiare.
Quindi, vincendo quella
istintiva ritrosia di cui parlavo
all’inizio, decido di accogliere
l’invito ad esprimere un
commento sulla lettera, dalla
prospettiva particolare del
personale impegno nel
Consultorio Familiare e nella
pastorale familiare diocesana.
Nel complesso, colgo l’intento
del nostro Vescovo di porre la
chiesa di San Miniato in
sintonia con le parole e i gesti
di Papa Francesco. L’accento è
sulla «cura delle ferite»
dell’uomo del nostro tempo,
ferite del corpo e dello spirito.
Col pensiero rivado
all’immagine di Chiesa come
«ospedale da campo» evocata
dal Papa nella nota intervista
a La Civiltà Cattolica. In
quell’intervista il Papa
tracciava la rotta: «Io vedo con
chiarezza che la cosa di cui la
Chiesa ha più bisogno oggi è
la capacità di curare le ferite e
di riscaldare il cuore dei fedeli,
la vicinanza, la prossimità. Io
vedo la Chiesa come un
ospedale da campo dopo una
battaglia. È inutile chiedere a
un ferito grave se ha il
colesterolo e gli
zuccheri alti! Si
devono curare le
sue ferite. Poi
potremo parlare
di tutto il resto.
Curare le ferite,
curare le ferite…
E bisogna
cominciare dal
basso… Le
persone vanno
accompagnate,
le ferite vanno
curate».
Nella lettera
pastorale si
sviluppa il tema
delle «ferite» del
nostro tempo
come urgenza
pastorale e come
necessità per la
nostra Chiesa di
una conversione
missionaria: «a
V
consegnati i riconoscimenti
dell’Unione Cattolica Artisti Italiani di
San Miniato, in collaborazione con
Fondazione Istituto Dramma Popolare
di San Miniato e Cappella Musicale
della Cattedrale.
I premiati di questa edizione sono:
L
volte ripiegata su sé
stessa e
autoreferenziale,
anche la nostra
comunità diocesana
deve aprirsi al
mondo e divenire
veramente
missionaria».
Il Vescovo indica 5
ambiti missionari
concreti da praticare
nella quotidianità:
giovani, famiglie,
lavoro, immigrati,
cultura. Sono
ambiti tutti
fortemente
intrecciati, poiché
sappiamo bene che
la carenza di lavoro mette in
crisi la famiglia, che la
famiglia in crisi cresce giovani
problematici, che gli
immigrati che non trovano
occasione di integrazione
finiscono facilmente ai
margini e così via…
Personalmente, anche dal mio
punto di vista di presidente
del Consultorio Familiare
Diocesano (che, tra l’altro ha
visto raddoppiare le richieste
di aiuto rispetto all’anno
precedente), rilevo come la
cura e l’accompagnamento
delle persone «ferite» sia una
priorità autentica, un campo
dove l’annuncio evangelico è
costantemente alla prova e
dove il bisogno di un ascolto e
di una parola «vera» può dare
sollievo e ristoro a tante anime
affrante.
Nella lettera si cerca di dare
spunti per una concreta
attuazione di questi
orientamenti (un
potenziamento dei Centri di
Ascolto Caritas, una vicinanza
meno frettolosa agli infermi,
un’attenzione costante alle
giovani coppie e alle famiglie,
una migliore cura delle
celebrazioni dei sacramenti
con una attenzione concreta al
vissuto di chi li richiede, ecc.),
tuttavia sarà compito anche
delle varie realtà ecclesiali, dei
sacerdoti nonché dei laici più
impegnati aiutare il Vescovo a
dare concretezza a questi
orientamenti nel prossimo
triennio, individuando pochi
obiettivi principali e
perseguendoli con serietà.. Le
persone sono aiutate e
rimangono colpite dalla
testimonianza di chi svolge
bene il proprio compito più
che dall’attivismo di chi fa
cose, ma senza serietà.
Infine, da docente della Scuola
Teologica, mi permetto una
sottolineatura anche
sull’ambito culturale e della
formazione.
È evidente che l’ignoranza,
culturalmente parlando, dei
laici è un grosso problema per
il loro esercizio della
corresponsabilità alla
missione della Chiesa.
Afferma il Vescovo che «nella
prospettiva dell’educazione è
di capitale importanza la
«formazione dei formatori», la
formazione cioè di coloro che
hanno uno specifico ruolo
educativo nella comunità
cristiana. Su questo punto
credo ci sia da impegnarsi
molto di più che nel passato,
sia a livello diocesano che
vicariale». Qui si tocca un
punto importante (e dolente)
che riguarda anche la
difficoltà, quando non
incapacità, nella chiesa di
lavorare «in rete». L’opportuna
volontà del Vescovo di
rilanciare la Scuola Teologica
come «Scuola Cattedrale» deve
essere assecondata da un
migliore spirito collaborativo
da parte di tutti: parroci,
aggregazioni laicali, uffici e
servizi diocesani. Ma per
lavorare «in rete» occorre
stabilire un necessario
clima di fiducia tra i
soggetti, che non si può
mai dare per scontato. In
questo senso deve crescere
una «cultura della
relazione» a tutti i livelli
della comunità cristiana,
che si nutre, giustappunto,
della cura e della vicinanza
al concreto vissuto delle
persone, un apporto
specifico che soprattutto le
famiglie possono
portare….
Il Vescovo ha consegnato
alla Chiesa di San Miniato
una lettera impegnativa e
dai toni accorati, e fa
appello ad ogni membro
del corpo ecclesiale
affinché ritrovi lo spirito
missionario che è di ogni
battezzato in Cristo.
Stella dell’Arte per l’Architettura
Dipartimento di Architettura DIDA
(Università degli Studi di Firenze).
Il nuovo Dipartimento di Architettura
DIDA, diretto dal Prof. Saverio Mecca,
individua il proprio ambito scientifico
e formativo nella cultura e nella scienza
del progetto sintesi tra dimensione
estetico-umanistica, tecnico-scientifica
ed economico-organizzativa. La cultura
del progetto è chiamata oggi a
confrontarsi con i nuovi scenari aperti
dalla globalizzazione dei processi
produttivi e con le innovazioni
introdotte nei sistemi di
comunicazione.
Stella dell’Arte per le Arti Visive: Gino
Terreni. Nasce a Marcignana nei pressi
di Empoli. Terreni è un artista
poliedrico, che ama spaziare tra diverse
tecniche. Ha realizzato, tra gli altri, il
Monumento Internazionale alla Pace
dell’Abetone e il monumento alle
vittime per l’Eccidio del Padule di
Fucecchio.
Stella dell’Arte per la Letteratura: Carlo
Lapucci. Vive a Firenze dove si occupa
di letteratura, linguistica e tradizioni
popolari. Ha lavorato e collaborato con
case editrici, ha diretto la rivista Le
lingue del mondo; si è occupato di
traduzione (Dal volgarizzamento alla
traduzione, Valmartina, Valmartina,
Firenze 1983). Tra le varie opere
citiamo: Dizionario dei modi di dire
della lingua italiana (1969); il
Dizionario dei proverbi italiani (Le
Monnier 2006); Il libro delle paure
(Sarnus 2009); Il numero e la struttura
universale (Polistampa 2010); Estetica e
trascendenza (Cantagalli, Siena, 2011);
Le leggende della terra toscana (Sarnus
2011). Si segnalano anche i romanzi
Itinerario a Vega (Cappelli 1972),
L’uomo di vetro (Camunia 1992),
Viaggio nell’Antimateria (Rossi 2006),
L’erba della paura (Pagliai 2011).
Stella dell’Arte per la Musica:
Fondazione Domenico Bartolucci.
La Fondazione a lui intitolata è
presieduta dal Dott. Alessandro
Biciocchi. Domenico Bartolucci (19172013), sacerdote, compositore,
direttore di coro e d’orchestra è uno dei
più celebri musicisti italiani
contemporanei. In occasione del
Concistoro Ordinario Pubblico del 20
novembre 2010 il Santo Padre
Benedetto XVI lo ha nominato
Cardinale per la generosità e dedizione
con la quale si è distinto nel servizio
alla Chiesa. Nel 1956 alla morte di
Lorenzo Perosi, Pio XII gli conferì
l’ufficio di Direttore Perpetuo della
Cappella Musicale Pontificia. La sua
fama è cresciuta grazie ai successi
ottenuti nei vari continenti,
testimoniando l’arte e la fede della
Chiesa cattolica e mantenendo vivo
l’inestimabile patrimonio del canto
gregoriano e della polifonia sacra.
Stella dell’Arte per il Teatro: Masolino
D’Amico.
Critico letterario, teatrale, sceneggiatore
e scrittore. Traduttore di numerose
opere di autori inglesi come Oscar
Wilde, Lyman Frank Baum, William
Shakespeare, Edwin Abbott, Samuel
Richardson, e Lewis Carroll.
Notevolmente apprezzato nella
traduzione teatrale in particolare di
Tennessee Williams e Arthur Miller. Tra
le opere si segnala il saggio critico La
commedia all’Italiana sulla
cinematografia brillante italiana dal
1945 al 1975, (Ed. Il Saggiatore). Nel
1978 ha iniziato la sua collaborazione
col quotidiano La Stampa come critico
letterario e teatrale. E’ stato professore
ordinario di Lingua e Letteratura
Inglese alla Terza Università di Roma
fino al 2011. Ad oggi continua a tenere
dei moduli di insegnamento
all’Università degli Studi Suor Orsola
Benincasa di Napoli.
Luca Macchi
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