Vision
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Newsletter trimestrale - n° 1, marzo 2015
State Street Global Services fa il punto sulla gestione dati da parte degli investitori
La finanza alla sfida dei big data
Riccardo Lamanna, Country Head Italia di SSGS, presenta la ricerca “The Innovator’s Journey:
Pathways to Data Dexterity”: il sondaggio, condotto a livello globale, mette in luce le principali tendenze
nel settore degli investimenti rispetto ai Data & Analytics
S
trumenti e processi innovativi nella gestione dei dati stanno portando a un
profondo cambiamento nel mondo degli
investimenti e la strada giusta non è sempre
chiara. Molti player del settore iniziano solo
ora a capire qual è il vero potenziale dei dati e
dei processi di analisi relativi agli investimenti. Non è più una questione di intraprendere
o meno un percorso, ma piuttosto di trovare
il modo di accelerare il cambiamento. Solo
chi è in grado di imparare a sfruttare dati disaggregati per trarne informazioni utilizzabili
nelle strategie di investimento può pensare di
restare sul mercato e continuare a competere
con efficienza e flessibilità, cogliendo i rischi
potenziali e le nuove opportunità.
La nostra ultima ricerca sul tema, intitolata
“The Innovator’s Journey: Pathways to Data
Dexterity”, si propone di analizzare lo stato dell’arte nel settore degli investimenti per
capire dove gli investitori si posizionano sulla
via dell’innovazione. Infrastrutture innovative,
competenze adeguate e sistemi di governance
di elevata qualità sono attualmente patrimonio di un ristretto gruppo di società, che potremmo definire “innovators” e rappresentano
ad oggi poco più di un terzo del campione.
Su fronte opposto si muovono gli “starters”,
che si trovano ancora a fronteggiare i problemi legati all’obsolescenza e alla compliance,
e i “movers” che stanno rapidamente aumentando i loro investimenti nella sostituzione dei
sistemi obsoleti con nuove infrastrutture dati
e si propongono di utilizzare gli strumenti disponibili per l’analisi dei rischi di investimento
e delle performance delle singole asset class.
Primeggiare in un mercato in rapida evoluzione
significa adottare non solo nuove tecnologie
ma anche un nuovo approccio culturale. Gli innovators investono sui dati, li proteggono e ne
estraggono valore utile e fruibile a tutti i livelli
della loro organizzazione, perché riconoscono
la loro valenza strategica. Indipendentemente
dal fatto di essere movers, starters o innovators,
gli investitori devono concentrarsi su come sviluppare competenze tecniche e costruire solide
fondamenta, in modo da ottenere vantaggi
competitivi nel modello di investimento ad alta
tecnologia del futuro.
Auguro a tutti una buona lettura,
Riccardo Lamanna, Country Head Italia,
State Street Global Services
Riccardo Lamanna
La maggior parte degli investitori istituzionali è consapevole del valore dei dati
Qual è l’opinione
del top management
sull’importanza degli
investimenti nella gestione
dati rispetto alle altre
priorità di rilevante
interesse strategico?
(% di intervistati)
47
34
18
è una
priorità
altamente
strategica
è la
principale
priorità
strategica
è una priorità
strategica
mediamente
rilevante
2
è una priorità
strategica
scarsamente
rilevante
Fonte: Ricerca Data & Analytics 2014 di State Street,
condotta da Longitude Research
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Big data, priorità per il futuro dei grandi
Una ricerca di State Street evidenzia come a livello mondiale l’81%
degli investitori istituzionali assegni a questo settore un’importanza cruciale
L
a gestione dei big data come priorità per il
futuro e come tema strategico per la competizione dei grandi gruppi finanziari. Una
nuova indagine globale commissionata da State
Street su 400 top manager di investitori istituzionali rivela che l’81% di essi pone proprio la
gestione dei dati come una delle principali priorità strategiche. Tuttavia, soltanto il 37% dei
gruppi interpellati è attualmente dotato di infrastrutture innovative, competenze e governance
di elevata qualità. Dalla ricerca, intitolata “The
Innovator’s Journey: Pathways to Data Dexterity”, emergono con chiarezza tre tipologie di
organizzazione caratterizzate da diversi livelli di
innovazione (vedi infografica in pagina).
Innanzitutto ci sono i “data starters”, coloro che hanno appena iniziato a confrontarsi
con le tematiche della gestione dati. In una
posizione intermedia ecco i cosiddetti “data
movers”, che stanno facendo passi da gigante. Infine, la terza categoria, quella dei “data
innovators”, cioè coloro che stanno scoprendo il valore reale di infrastrutture avanzate,
competenze e governance di elevata qualità.
Ricerca State Street - Data & Analytics 2014
moverS
STARTERS
fase iniziale del
percorso nella
gestione dati
Stadio 1
27% 36%
Intervista ad Alberto Foà (presidente AcomeA)
“P
er noi migliorare e approfondire
la gestione dei big data significa
capire meglio i comportamenti dei
clienti, vederli in maniera meno aneddotica e
più analitica”. Secondo Alberto Foà, presidente di AcomeA sgr, le analisi dei dati possono
permettere una gestione degli investimenti
più efficace, perché “la performance la fanno i
r Survey
gestori ma anche i clienti con i loro comportaAlberto foà
menti”. In altre parole, “se i clienti decidono di
investire
in momenti
di euforia
piuttosto
di depressione rischiano già loro stessi di pregiuducted a global
survey
of 300 senior
executives
at che
asset
nd May 2014,
to examine
the future
outlook
for the
sector. con loro in maniera più efficace e stimolante,
dicare
le performance
future.
Dunque
interagire
oss North America, Europe and Asia Pacific.
grazie alla gestione dei big data, può essere utile sia alla sgr sia alla clientela stessa”. Insomma,
secondo Foà, il gap evidenziato dalla ricerca di State Street, con solo un terzo degli investitori
istituzionali che oggi Respondents
può contare suby
un’infrastruttura avanzata per la gestione dati, va colmato
Type
of Assets
il prima possibile procedendo
conManaged
investimenti significativi, a partire da settori chiave come l’IT.
E anche AcomeA si sta attrezzando in vista di questo obiettivo. “Abbiamo già predisposto le
strutture a livello5%
di database e stiamo facendo le prime analisi. - illustra il presidente della sgr
24bn
– in linea generale, credo che bisogna Both
ancheretail
adattare
le analisi dei big data alle singole società
and
$49bn
e a ogni realtà con le sue peculiarità”.institutional
17%
$99bn
-$200bn
-$499bn
Institutional
only
2
78%
Retail only
infrastrutture avanzate
di analisi dati,
competenze
e governance
di alta qualità
Percentuale di data starters, movers e innovators sul campione complessivo
Fonte: Ricerca Data & Analytics 2014 di State Street, condotta da Longitude Research
Vantaggi anche per i clienti
Stadio 2
innovatorS
37%
Esaminando in dettaglio le tre macroclassi, per
quanto riguarda i data starters emergono in particolare due problemi. Innanzitutto l’obsolescenza
dei sistemi di Information Technology (evidenziata dal 40% degli intervistati), che mal si adattano
soprattutto alla gestione dei dati più vecchi. Non
si muovono attivamente
verso una migliore
capacità di gestione dati
Stadio 3
meno importante è il tema della compliance
(65%), che nei prossimi tre anni potrebbe emergere con maggior forza alla luce delle imminenti,
nuove normative. Diverso il discorso per i data
movers, che si rendono conto dei vantaggi competitivi offerti da una gestione dati efficiente (lo
pensa il 65% del campione) e stanno rapidamente aumentando gli investimenti, attraverso
la sostituzione dei sistemi obsoleti con nuove
infrastrutture dati e l’applicazione di strumenti per l’analisi dei rischi di investimento e delle
performance delle singole asset class. Per quanto riguarda la terza categoria, quella dei data
innovators, il 49% degli intervistati considera
la gestione dati come la priorità strategica più
importante. Non solo, gli innovators premiano
la qualità dei dati, stabiliscono standard elevati
per la governance e la sicurezza e sono estremamente consapevoli dell’importanza dell’utilizzo di strumenti e tecniche innovativi che
permettono di effettuare analisi di performance
e rischi nei portafogli di investimento, incluse le
asset class alternative. Inoltre, il 44% degli innovators ritiene che gli investimenti in gestione
dati siano una fonte di vantaggi competitivi. In
sostanza, conclude la ricerca, una gestione dei
dati efficace non può più considerarsi facoltativa, a prescindere dalla natura dei dati stessi.
Anzi, le organizzazioni appesantite da sistemi
obsoleti, mancanza di competenze e governance dei dati non adeguata rischiano di perdere
l’opportunità di ricavare informazioni utili dai
dati in un’ottica di investimento.
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“Nei dati c’è un’enorme ricchezza”
Ainio (Banzai): “Nell’e-commerce permettono di prevedere le preferenze
dei clienti e orientare gli investimenti anche per le campagne pubblicitarie”
“N
ei dati c’è un’enorme ricchezza
che va solo tirata fuori. Il valore
più importante è il filo diretto
che si crea con l’interlocutore: permette di
analizzare azioni e trarre conseguenze e si
applica a tantissimi campi”. Ad affermarlo è
Paolo Ainio, ad di Banzai, società quotata sul
segmento STAR di Borsa Italiana e piattaforma nazionale di e-commerce ed editoria, che
ha da poco annunciato una partnership con
l’americana Krux per realizzare un sistema
avanzato di analisi dei dati comportamentali,
socio-demografici e di acquisto della sua rilevante base di utenza.
Secondo Ainio, i big data “rappresentano l’ultima evoluzione del mercato digitale mondiale
“Unicredit
punta
sui dati”
Milanta: “Ormai sono
una leva strategica”
“N
onostante la crescente e pervasiva consapevolezza che il patrimonio informativo dell’azienda
sia una leva strategica fondamentale per il
futuro, non tutti gli attori finanziari sono stati
ancora in grado di mettere in campo soluzioni
e competenze adeguate per attuare compiutamente questa strategia”. A sottolinearlo è
Massimo Milanta, group CIO di UniCredit,
secondo il quale “tuttavia l’accelerazione su
questi temi è evidente e l’adozione di una
strategia complessiva di gestione del dato
non è ulteriormente procrastinabile e deve essere compiuta in tempi rapidissimi, pena una
progressiva perdita di competitività e capacità
di generare profitti dal proprio business”.
paolo ainio
e l’utilizzo dei dati comportamentali e transazionali è destinato a rivoluzionare non solo il
quadro della pubblicità online, ma anche il rapporto fra consumatori e brand”. In altre parole,
“guardando al settore in cui opera Banzai, ovvero l’e-commerce, nel processo di navigazione
l’utente fa tante azioni, clicca, apre finestre,
seleziona criteri - spiega il manager. Ognuno
di questi atti è come se fosse una risposta a
un’indagine. È una survey continua in tempo
reale sugli utenti”. Un esempio concreto? “Da
circa un anno abbiamo notato che quando un
utente cerca un computer non guarda più tanto
al processore ma piuttosto alla grandezza e alla
risoluzione dello schermo - illustra l’ad di Banzai. Quindi, se sono un produttore di computer
possono cogliere i trend in anticipo e orientare
con una migliore tempistica gli investimenti e la
ricerca e sviluppo, oltre che ovviamente l’eventuale campagna pubblicitaria”.
La diffusione di nuove asset class
richiede un approccio diverso nella gestione dati
Quale dei seguenti fattori potrebbe richiedere cambiamenti nel modo in cui la vostra
società gestisce i dati relativi agli investimenti nei prossimi tre anni?
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Diffusione di nuove asset class (32%)
Espansione in nuove aree geografiche (30%)
Crescente volume dei dati relativi al trading (29%)
Standard più rigidi per le attività
di risk management (29%)
Maggiore concorrenza (27%)
Domanda in crescita da parte di clienti e investitori (27%)
Per quanto riguarda Unicredit, continua Milanta, “la annovererei senza alcun dubbio tra gli
“innovators” in quest’area. Il valore della gestione del dato e la consapevolezza del vantaggio competitivo che ne deriva è oramai un patrimonio culturale diffuso nella nostra banca”.
Ad oggi, aggiunge, UniCredit dispone di applicazioni e infrastrutture avanzate, utilizzate
all’interno del gruppo per attività di CRM e in
prospettiva sta sviluppando programmi che
utilizzano tecniche evolute di machine-learning
e presentano potenzialità di evoluzione molto
interessanti. La banca ha inoltre costruito nel
tempo una solida struttura di Data Warehouse che già oggi costituisce l’elemento cardine
di convergenza dei principali processi aziendali
Un possibile punto di rottura
a oggi i dati di elevata qualità
relativi alle asset class alternative non sono largamente
diffusi. Gli investitori dovranno
impegnarsi duramente per
trovare nuove fonti e provider
massimo Milanta
“Abbiamo la priorità su questi temi e stiamo
investendo in modo adeguato per costruire
solide fondamenta e conseguire un importante
vantaggio competitivo”, conclude Milanta.
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“Italia indietro, ma vediamo investimenti”
Rizzotto (IDC Italia): “Gestione dati, analytics e big data sono temi molto sentiti e discussi anche nel nostro Paese”
“A
l momento il gap è evidente: è
dovuto a ritardi di adeguamento
tecnologico e dei processi, accentuati dalla velocità con cui gli scenari economici cambiano”. è questo il giudizio di
Marco Rizzotto, Senior Research and Consulting Director di IDC Italia, sulla fotografia
scattata dalla ricerca di State Street sui big
data. “Nuovi approcci all’implementazione
di soluzioni tecnologiche possono aiutare
ad accorciare i tempi di progetto, tuttavia la
complessità rimane. Il rischio è la perdita di
competitività nel medio termine, aggiunge il
manager sottolineando che “buone pratiche
in ambito analytics danno risultati e vantaggi
in termini di time-to-market e posizionamento
sui mercati”, anche se “per realizzare questo
“Finanziari
ancora
arretrati”
Piva (Politecnico): “Sui big data
penalizzati da informatizzazione
precoce e da uno spending in IT
elevato”
Fabio rizzotto
servono molti ingredienti sia nell’ambito dei
processi analytics (persone, competenze, tecnologie, cultura aziendale etc.) sia in termini
di decisioni (cosiddette “informed decisions”)
e azioni appropriate”. Rizzotto fa anche
Sicurezza e accuratezza dei dati sono fondamentali
Quali ritiene siano oggi le principali sfide legate alla gestione
dei dati in un’ottica di investimento? (% degli intervistati)
36
30
Sicurezza
Accuratezza
22
21
Tempestività
Capacità di
elaborare
informazioni utili
Vision24 - Periodico trimestrale in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: Lorenzo Lanfrancone
Progetto editoriale, grafico e artwork: Il Sole 24 ORE Radiocor
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Il 77% degli intervistati ritiene
che la sicurezza dei dati sia una
priorità strategica per il settore
degli investimenti, come peraltro
confermato da recenti ricerche sul
tema (JP Morgan)
I sistemi obsoleti, i silos di dati e
la moltitudine di provider rendono
difficile migliorare l’accuratezza
dei dati
Fonte: Ricerca Data & Analytics 2014 di State Street, condotta da Longitude Research
“I
l settore finanziario storicamente è stato caratterizzato da una informatizzazione “precoce” e da uno spending in
IT elevato, dovuti all’alto grado di informazioni da monitorare e conservare nel tempo.
Questo porta oggi molti operatori ad avere
delle infrastrutture di sistemi informativi
stratificate e obsolete, che risultano costose
da aggiornare e da rendere aderenti ai più
moderni standard”.
Così, Alessandro Piva, Project Manager alla
School of Management Politecnico di Milano, commenta la gestione dei big data evidenziata dalla ricerca di State Street. “Negli ultimi anni la crisi dei mercati finanziari
ha comportato da una parte una maggiore
attenzione all’efficientamento dei costi e
notare come “l’obsolescenza dei sistemi IT
è tra le cause dei ritardi e della difficoltà di
approcciare i cambiamenti”. Tra queste c’è
anche la compliance, sebbene - precisa - “dal
momento che si tratta di percorsi necessari di
adeguamento riteniamo che le organizzazioni
più mature percepiscano la compliance non
solo come un vincolo ma anche come una
opportunità per rinnovare processi, approcci,
tecnologie e quindi in ultima analisi anche la
gestione dei dati”. E l’Italia? “Gestione dati,
analytics e big data sono temi molto sentiti
e discussi anche nelle realtà italiane. Il nostro
Paese sconta mediamente un certo ritardo
rispetto alle economie più avanzate, tuttavia
investimenti sono in corso e caratterizzeranno
anche il prossimo futuro”.
alessandro piva
dall’altra un quadro regolatorio più stringente che ha richiesto di focalizzare molti investimenti in tecnologia per adempiere a tali
richieste, drenando risorse all’innovazione”,
ha aggiunto.
Indicazioni positive arrivano invece dal mercato dei Big Data Analytics “che in Italia
- spiega Piva - conferma nel 2014 la forte
espansione già registrata nel 2013 (+22%
rispetto al 2012) con un trend di crescita del
+25%”. Tuttavia “tale dinamica appare trainata più dall’entusiasmo e dalle opportunità
generati dai Big Data Analytics che da un
maturo utilizzo delle tecnologie, a conferma della fase di aspettativa che caratterizza
questo trend fin dalla sua comparsa”. Conclude Piva: “La crescita di questo mercato,
sia in Italia che a livello internazionale, è
sostenuta dalla disponibilità di tecnologie di
storage a basso costo, dalla crescente mole
di dati disponibili e dalla diffusione di un numero sempre maggiore di dispositivi smart”.
Il Sole 24 ORE Radiocor
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