EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3) Valutazione dei deficit della struttura argomentale nel paziente afasico G. ZONCA1, A. BAZZINI1, A. COLUCCI1, C. GUARNASCHELLI1, G. FELICETTI1, A. CRACA1, E C. LUZZATTI2 I modelli che descrivono la rappresentazione lessicale mentale prevedono due subunità principali di elaborazione: il lessema che contiene la rappresentazione delle stringhe fonologiche delle parole ed il lemma che contiene informazioni morfo-sintattiche come la struttura morfologica, il genere grammaticale dei nomi e la struttura argomentale dei verbi. Uno dei meccanismi che spesso influisce gravemente sulla capacità di analizzare o di produrre frasi semplici da parte di soggetti afasici è la compromissione delle conoscenze argomentali dei verbi, conoscenze che sono preliminari alla capacità di implementare un verbo in una frase e di mappare i ruoli tematici dell’azione descritta dal verbo ai corrispondenti argomenti della struttura sintattica della frase. Questo disturbo è solitamente trattato con tecniche specifiche dette di mapping tematico-argomentale (MTA)1-5. I deficit d’elaborazione morfo-sintattica nell’afasia (agrammatismo e paragrammatismo) sono solitamente valutati in modo insufficiente e solo in base all’analisi della produzione spontanea o della comprensione di frasi reversibili. Allo scopo di testare in modo mirato i deficit delle conoscenze tematiche di un evento ed il mapping di queste alla corrispondente struttura argomentale è stato messo a punto un test per la diagnosi di tali disturbi nel paziente afasico. Il test permette di misurare la gravità del deficit tematico argomentale nella frase principale. S. Maugeri IRCCS, Istituti Scientifici di Montescano (PV) e di Cassano Murge (BA); 2Dipartimento di Psicologia, Università di Milano, Bicocca Tabella I. – Tavola di somministrazione del test. Soggetto Verbo Complemento oggetto Complemento di termine (o altro compl. avverbiale) Tabella II. – Caratteristiche delle 16 sottoprove. Sotto-prova 1 2 3 4 5 6 7 8 Caratteristiche dello stimolo Sotto-prova Caratteristiche dello stimolo S(V) (S)V SV(O) (S)VO S(V)O S(VO) (S)V(O) (SV)O 9 10 11 12 13 14 15 16 SVO(C) SV(OC) (S)V(O)C (SV)OC S(VOC) (S)V(OC) (SV)O(C) (SVO)C S = soggetto; V = verbo; O = oggetto; C = complemento di termine, luogo, modo o compagnia. Gli elementi tra parentesi devono essere completati da parte del paziente. Descrizione del test Il test è composto di due batterie di item parallele, bilanciate per frequenza d’uso degli elementi lessicali inclusi. Una delle liste viene utilizzata solo in fase diagnostica, l’altra anche in fase di trattamento. Ogni batteria è composta di 16 prove, di 20 item ciascuna. Viene presentata al paziente una tavola (Tab. I) che rappresenta la struttura elementare della frase principale (Sintagma Nominale del Soggetto, Verbo, Sintagma Nominale dell’Oggetto e Sintagma Preposizionale complemento di termine, luogo, modo o compagnia). Ciascun elemento è rappresentato da una casella principale. Le frasi da completare hanno una complessità progressiva, le prime sono costituite da soggetto e verbo intransitivo, quindi soggetto, verbo transitivo e complemento oggetto ed infine dai quattro elementi (soggetto, verbo transitivo, complemento oggetto e complemento di termine, luogo, modo o compagnia). Tabella II riassume le caratteristiche delle 16 sottoprove. Gli elementi tra parentesi devono essere completati da parte del paziente. Per ciascuna prova viene misurato il tempo richiesto per produrre le 20 frasi stimolo. Il paziente deve completare la frase aggiungendo di volta in volta l’elemento o gli elementi mancanti. Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 1Fondazione Tabella III. – Distribuzione dei soggetti di controllo per le variabili anagrafiche. Età Scolarità 8-12 ≥13 Totale 20-39 40-59 2M+3F 3M+2F 5M+5F 2M+3F 3M+2F 5M+5F 60-75 Tot 3M+2F 7M+8F 2M+3F 8M+7F 5M+5F 15M+15F Dati normativi Le due batterie di valutazione sono state somministrate ad un campione pilota di 10 soggetti di controllo per la scelta degli item definitivi, quindi ad un campione preliminare di altri 30 soggetti di controllo al fine di stabilire i tempi di produzione per ciascuna prova (Tab. III). EUROPA MEDICOPHYSICA 1 ZONCA VALUTAZIONE DEI DEFICIT DELLA STRUTTURA ARGOMENTALE NEL PAZIENTE AFASICO Il primo grafico (Fig. 2a) mostra la prestazione di SA alla lista di materiale di trattamento prima e dopo il training ed esprime l’efficacia del trattamento svolto. Il secondo grafico (Fig. 2b) mostra la prestazione di SA alla lista di materiale non utilizzato nel corso del training ed esprime la generalizzazione delle competenze apprese, a materiale non trattato. In entrambi i grafici è evidente una diminuzione dei tempi di esecuzione per tutte le prove (T ad una coda = 9,8; 7,3; p <.001). Un follow-up, a sei mesi dalla fine del trattamento ha dimostrato il mantenimento del miglioramento ottenuto. Conclusioni Figura 1. – Tempo necessario per completare le diverse sottoprove del test. (a) Il materiale diagnostico qui descritto è in grado di misurare in modo adeguato le abilità di generare una frase con struttura argomentale semplice (da 1 a 3 argomenti) e valutare l’eventuale compromissione di questa. In un altro studio incluso in questo CD6 sono descritte le tecniche riabilitative utilizzate nel trattamento. (b) Figura 2. – Efficacia del trattamento svolto con il paziente SA. (a) Profili della prestazione alla prova T; (b) profili di valutazione alla prova R. I tempi di produzione delle 20 frasi aumentano progressivamente dalla 1 alla 16 prova ed in modo parallelo tra le due batterie (Fig. 1). Il confronto tra i risultati ottenuti alla lista Rieducazione prima e dopo il training della struttura argomentale della frase elementare permette di verificare l’efficacia del trattamento svolto. Il confronto dei risultati ottenuti alla lista Valutazione pre e post training permette di valutare l’effetto di generalizzazione a materiale non trattato. Caso clinico SA, maschio di 41 anni con scolarità media fu colpito da emorragia cerebrale temporo-parietale sinistra nel gennaio 2003. Alla prima valutazione dei deficit di linguaggio il quadro era compatibile con un’afasia di Broca con agrammatismo. Da settembre a novembre 2007, a 4 anni e mezzo dall’insorgenza, SA è stato trattato con 30 sedute di un’ora ciascuna. 2 Bibliografia 1. Byng S. Sentence processing deficits: theory and therapy. Cognitive Neuopsychology; 1988;5:629-676. 2. Jones E. Building the foundations for sentence productionin a non-fluent aphasic. British Journal of Disorders of Communication, 1986;21:63-82. 3. Luzzatti, C. La rieducazione dei deficit sintattici In: A. Mazzucchi (a cura di) La Riabilitazione Neuropsicologica: Premesse teoriche ed Applicazioni cliniche. Seconda Edizione. Masson Italia, Milano. 2006;71-98. 4. Marshall J. The mapping hypothesis and aphasia therapy. Aphasiology, 1995;9:517-39. 5. Schwartz MF, Fink RB, Saffran EM. The modular treatment of agrammatism. Neuropsychological Rehabilitation, 1995;5:93-127. 6. Scola I, Bazzini A, Spaccavento S, Contardi A, Craca A, Luzzatti C. Rieducazione dei deficit della struttura argomentale nel paziente afasico. In questo stesso CD, 2008. EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008