Guida per i pazienti Meglio informati sulla malattia di Parkinson Quelli con l’arcobaleno 1 Guida per i pazienti Indice Prefazione 2 La malattia di Parkinson 3 Qual è la frequenza di presentazione? 4 Quali sono le cause della malattia? 6 Come si manifesta la malattia? 10 Come evolve la malattia? 15 Come si diagnostica la malattia? 18 Opzioni terapeutiche 19 E io, cosa posso fare? 23 Indirizzi importanti 2 Guida per i pazienti Prefazione La malattia di Parkinson è principalmente una malattia dell’età avanzata. Si tratta di una malattia del sistema nervoso a progressione lenta. La malattia di Parkinson continua a progredire costantemente nel suo decorso. In conseguenza della progressiva perdita di neuroni, con il tempo i sintomi presenti diventano più gravi e nuovi disturbi si aggiungono a quelli esistenti. La malattia di Parkinson è una malattia seria e cronica, ma non mortale. Una volta che è stata fatta la diagnosi, il paziente colpito deve per prima cosa confrontarsi ad essa senza rassegnarsi. «Trarre il meglio dalla situazione» con i mezzi terapeutici disponibili al giorno d’oggi e con il proprio atteggiamento. È vero che la malattia di Parkinson non è curabile, ma al giorno d’oggi esistono opzioni terapeutiche efficaci. L’obiettivo di questo opuscolo destinato ai pazienti è di fornire ai pazienti colpiti ed ai loro congiunti, una volta fatta la diagnosi, una visione comprensibile del quadro clinico, soprattutto nelle sue prime fasi. Queste informazioni possono aiutare a confrontarsi meglio con la malattia e con le opzioni terapeutiche. Mepha Pharma SA, Medical Team «Malattia di Parkinson» 3 La malattia di Parkinson La malattia di Parkinson deve il suo nome al medico e farmacista londinese James Parkinson (1755 –1817) che descrisse i sintomi della malattia ed il suo decorso clinico. Il nome «shaking palsy» o «paralisi agitante», utilizzato allora da James Parkinson, non è più in uso poiché la malattia non presenta una paralisi nel senso stretto del termine, come per esempio appare dopo un ictus cerebrale. Anche l”agitazione” (tremito) non è presente in tutti i pazienti. La malattia di Parkinson concerne quasi unicamente persone anziane, può però in casi eccezionali colpire anche persone più giovani. Così, per esempio, il noto attore americano Michael J. Fox («Ritorno al futuro») soffre della malattia di Parkinson nello stadio precoce. Anche il famoso pugile Muhammed Ali così come molti altri personaggi famosi come per esempio lo scienziato Wilhelm von Humboldt, Johnny Cash, Papa Giovanni Paolo II, Katherine Hepburn ecc. soffrono o soffrivano del Morbo di Parkinson. La malattia di Parkinson colpisce quasi soltanto le persone anziane. 4 Guida per i pazienti Qual è la frequenza di presentazione? Le stime partono dal presupposto che su 100 000 persone di una popolazione totale occidentale, circa 100 – 200 persone siano colpite dalla malattia (0.1 – 0.2%). Il numero complessivo di persone malate è molto variabile a dipendenza della nazione e della regione. Varia da 18 su 100 000 persone in Cina, quale limite inferiore, fino a 194 su 100 000 abitanti in Sicilia. Nell’Europa centrale così come nell’America del Nord, la frequenza è di circa 160 malati di Parkinson su 100 000 persone della popolazione totale. Il numero delle persone che si ammalano ogni anno varia, a dipendenza della nazione, da 2 a 24 casi su 100 000 abitanti. Gli uomini e le donne si ammalano all’incirca con la stessa frequenza. Alcuni studi accennano però al fatto che la malattia si presenti un po’ più frequentemente negli uomini che nelle donne. La speranza di vita dei pazienti, da quando è stata introdotta la terapia medicamentosa con la L-DOPA, corrisponde praticamente a quella della popolazione sana. Distribuzione secondo l’età La malattia di Parkinson è soprattutto una malattia dell’età avanzata ed è una delle più frequenti malattie del sistema nervoso. Solo circa il 10% delle persone colpite hanno meno di 40 anni al momento della diagnosi; il 30% ha meno di 50 anni. La frequenza della malattia aumenta con l’avanzare dell’età. Nella popolazione al di sopra dei 60 anni, l’1% è malato; in quella al di sopra degli 80 anni, lo è il 3%. L’età media al momento dell’inizio della malattia è di 64.4 anni. «Malattia di Parkinson» A causa della dipendenza dall’età e dell’aumento della speranza di vita (soprattutto nei paesi industrializzati) c’è da aspettarsi un ulteriore aumento della frequenza della malattia. (OMS 1997: 380 mio, 2025: 800 mio di persone al di sopra dei 65 anni a livello mondiale). 5 6 Guida per i pazienti Quali sono le cause della malattia? La malattia di Parkinson è una malattia del sistema nervoso a progressione lenta. La causa precisa della malattia di Parkinson non è ancora esattamente nota. Si parte dal presupposto che nella malattia di Parkinson si verifichi a poco a poco la morte dei neuroni in un determinato settore del cervello. Questi neuroni sono raggruppati nel mesencefalo in un settore che, a causa del suo colore scuro, è chiamato «Substantia nigra» (sostanza nera) e che fa parte dei cosiddetti gangli della base. «Substantia nigra» Nella regione dei gangli della base, dei quali fa parte la cosiddetta «Substantia nigra», si trovano elevate concentrazioni del neurotrasmettitore dopamina. I neuroni della regione della «Substantia nigra» presentano connessioni con entrambi gli emisferi cerebrali e partecipano al controllo dei movimenti e alla coordinazione. 7 «Malattia di Parkinson» Sezione del cervello medio che evidenzia una porzione della «Substanzia nigra». «Substantia nigra» Diminuzione della «Substanzia nigra», come nella malattia di Parkinson. La perdita di neuroni nella regione della «Substantia nigra» dà origine ai sintomi della malattia di Parkinson come per es. disturbi motori, perdita del controllo muscolare e problemi di equilibrio. 8 Guida per i pazienti Questa regione del cervello è collegata con altre strutture cerebrali e trasmette segnali che influenzano soprattutto la pianificazione e l’inizio di un movimento («funzione di starter»). Per trasmettere i segnali, questi neuroni producono la sostanza mediatrice dopamina. A causa della morte prematura di questi neuroni si sviluppa una carenza in dopamina, ciò che porta all’insorgere dei sintomi. Equilibrio disturbato delle sostanze mediatrici nel cervello La lenta distruzione dei neuroni in determinate aree del cervello causa in questi settori una carenza della sostanza mediatrice dopamina. Dopo che circa il 60 –70% di questi neuroni produttori di dopamina sono morti, si fanno sentire i primi sintomi. La conseguenza è una limitazione della mobilità. Dopamina Acetilcolina Normale Malattia di Parkinson – Rigor (rigidità muscolare) – Ipocinesia, acinesia (povertà di movimento) – Tremor (tremito) La conseguenza di un’alterazione dell’equilibrio tra i neurotrasmettitori dopamina (un deficit di dopamina determina un impoverimento nei movimenti) e acetilcolina (dà origine a rigidità muscolare e tremori). 9 «Malattia di Parkinson» I sintomi principali della malattia sono: 1. povertà di movimento (ipocinesia) 2. tremito a riposo (tremor) 3. rigidità dei muscoli (rigor) 4. disturbi della deambulazione e dell’equilibrio Nelle aree cerebrali interessate, l’influsso inibitore della sostanza mediatrice dopamina interagisce in modo equilibrato con l’influsso eccitante della sostanza mediatrice acetilcolina. Ciò porta normalmente ad una motricità fine controllata. Poiché però quei neuroni che producono dopamina, e hanno così un influsso inibitore, muoiono, si verifica un’eccedenza di sostanza mediatrice eccitante, ciò che porta ai sintomi corrispondenti. Concentrazione di dopamina diminuita Predominio dei neuroni con l’acetilcolina ‘ ‘ Povertà di movimento (ipocinesia) Rigidità dei muscoli (rigor) Tremito a riposo (tremor) Questi sintomi possono presentarsi diversamente da paziente a paziente ed essere più o meno pronunciati. Può anche succedere che nello stadio iniziale della malattia sia interessata una sola metà del corpo poiché il cervello è diviso in due metà, una sinistra e una destra. Nonostante il fatto che i meccanismi che stanno dietro alla malattia siano stati frattanto sufficientemente chiariti, finora non è ancora stata chiarita l’effettiva causa della malattia e della morte dei neuroni che producono dopamina. I risultati delle ricerche e le teorie sull’origine della malattia fanno però supporre che si tratti di una combinazione di diversi fattori. 10 Guida per i pazienti Come si manifesta la malattia? Una serie di sintomi non specifici può anticipare già di parecchi anni i sintomi tipici nella malattia di Parkinson. Sintomi precoci Di questa categoria fanno parte alterazioni della personalità come per esempio ritiro sociale, perfezionismo o comportamenti ossessivi compulsivi. Possono insorgere anche alterazioni della sensibilità o dolori nella zona della nuca, della schiena o in un braccio o in una gamba, che simulano malattie muscolari o articolari. Affaticabilità e goffaggine possono già essere dei prodromi di un futuro coinvolgimento della muscolatura. La concomitanza di dolori, rallentamento generale e perdita della vitalità viene erroneamente messa sul conto dell’invecchiamento. Sintomi motori I primi riconoscibili sintomi precoci della malattia con un coinvolgimento della muscolatura sono delle lievi difficoltà di regolazione della motricità fine. Le attività che necessitano di una precisa guida delle dita, come per esempio cucire, allacciarsi le scarpe, ecc. possono essere effettuate solo impiegando la massima concentrazione. Questo sintomo è chiamato ipocinesia («hypo» = troppo poco, «kinesis» = movimento). n Perdita della motricità fine Con l’avanzare della malattia, la motricità fine sparisce completamente, così che questo stadio viene chiamato acinesia (= assenza di movimento). In questo stadio, il mancato controllo si fa notare soprattutto nella scrittura. Le lettere scritte appaiono piccole e tremolanti, le righe alla fine deviano verso l’alto o verso il basso. Tipicamente i sintomi motori iniziano unilateralmente e si espandono in seguito lentamente anche alla parte opposta. «Malattia di Parkinson» 11 A questo stadio, anche il resto della motricità muta. n Rallentamento dello svolgimento dei movimenti Subentra una condizione nella quale le reazioni muscolari diventano più lente. Una volta presa una postura corporea, essa può essere modificata solo difficilmente. Il comando della muscolatura diventa lento. Le persone malate raccontano di sentirsi come intrappolate in un gesso. Naturalmente la causa non è localizzata nei muscoli stessi bensì nel controllo cerebrale disturbato chimicamente. Questa condizione è chiamata «rigor». La postura corporea, a causa di questi deficit, diventa anormale. Lo svolgimento di tutti i movimenti diventa in generale più lento e ci vuole sempre più tempo fin che un movimento possa essere iniziato. Inoltre, il movimento bilanciato in avanti e in dietro delle braccia mentre si cammina è spesso diminuito, talvolta è completamente assente. La lunghezza dei passi si accorcia e i piedi strascicano al suolo. A causa della diminuita velocità di reazione, cominciare rapidamente a camminare e fermarsi improvvisamente risulta molto difficile. Anche la motricità del viso è fortemente toccata. Il molto complesso sistema muscolare del viso, che ci permette di comunicare i nostri sentimenti a chi abbiamo di fronte, nelle persone malate di Parkinson è disturbato. Il viso non mostra nessun sentimento. Ridere o aggrottare le sopracciglia non è più possibile. La frequenza con cui si sbattono le ciglia diminuisce fortemente, i movimenti oculari diventano più lenti e talvolta la bocca resta aperta. n Alterazione della parola Poiché anche la lingua e le corde vocali sono colpite, la voce diventa più flebile e non è praticamente più possibile ottenere un’enfatizzazione mirata del tono di voce. 12 Guida per i pazienti A causa dell’apparizione di questi sintomi, il paziente colpito perde la possibilità di esprimere i propri sentimenti. Per questo motivo i malati di Parkinson appaiono spesso indifferenti, malgrado dentro non lo siano affatto. Sintomi principali Le caratteristiche principali della malattia di Parkinson sono soprattutto delle difficoltà di movimento e di coordinazione come: – deambulazione insicura ed a passi brevi – rigidità muscolare – tremito – impoverimento della mimica facciale (maschera facciale) n Alterazione della postura corporea La parte superiore del corpo, la testa e anche le spalle sono piegate in avanti; le braccia sono sempre lievemente piegate. Le ginocchia non sono completamente tese, sembra che le persone malate si stiano afflosciando su sé stesse. A causa di queste posizioni errate si crea un estremo sovraccarico delle articolazioni con conseguenti dolori. Per questo motivo, tali sintomi della sindrome di Parkinson vengono molto spesso erroneamente interpretati come disturbi reumatici. n Movimenti tremolanti Oltre a ciò, il tremito è un sintomo che si presenta frequentemente. Viene chiamato con il termine latino «tremor». Il tremor è un tremito lento della muscolatura. È però anche un sintomo generale delle malattie neuronali e non è presente solo nel Parkinson. Nella sindrome di Parkinson si presenta un cosiddetto tremor a riposo. Non appena ha luogo un movimento però, il tremor sparisce. Se invece si tiene per esempio il braccio in aria, comincia subito un tremito con una frequenza di 4 –7 colpi al secondo. 13 «Malattia di Parkinson» Alterazione della postura corporea Le caratteristiche principali della malattia di Parkinson sono prevalentemente le difficoltà motorie e della coordinazione, quali per esempio: Ipomimia (maschera facciale) Rigidità muscolare Tremito Deambulazione a passi brevi 14 Guida per i pazienti Il tremor si presenta soprattutto negli arti e particolarmente forte nelle braccia. Nelle gambe è poco marcato. Il tremor peggiora quando la persona malata è nervosa, per esempio in un ambiente estraneo. Anche però la gioia ed altre emozioni forti peggiorano il tremor. Il tremito diminuisce in intensità e frequenza quando entra in gioco un movimento volontario. Per esempio, sollevando una tazza, il tremor sparisce nella maggior parte dei casi completamente. Sintomi non motori n Ripercussioni sulla psiche e sulle funzioni corporali Una depressione, nella maggior parte dei casi leggera, complica il decorso della malattia di Parkinson. Inoltre, nei pazienti malati di Parkinson si ritrovano soprattutto negli stadi avanzati della malattia anche dei disturbi vegetativi. In molti pazienti si ravvisa una regolazione rallentata della pressione sanguigna. Nel cambio dalla posizione sdraiata a quella eretta per esempio, la pressione sanguigna si abbassa fortemente senza che si attivino le contromisure di regolazione. Per questo motivo, i malati spesso hanno le vertigini quando si alzano ed esiste una tendenza agli svenimenti. Lo stimolo ad urinare si presenta nei malati di Parkinson già a partire dalla presenza di piccole quantità di urina nella vescica, ciò che porta per esempio a frequenti interruzioni del sonno e ad un sonno non riposante. «Malattia di Parkinson» 15 Come evolve la malattia? La malattia evolve attraverso differenti fasi. Segnali precoci I primi segnali del Parkinson sono l’apparizione di disturbi della motricità fine delle mani, cosa che comporta che sequenze di movimenti accurati come sono per esempio necessarie per scrivere, abbottonarsi, pettinarsi, radersi e lavarsi i denti non possono più essere eseguite correttamente. Inoltre, alle persone colpite risulta sempre più difficile fare due movimenti contemporaneamente o rapidamente l’uno dopo l’altro. Possono presentarsi dei segnali generici ad inizio strisciante che sono soprattutto di carattere fisico e concernono principalmente l’apparato motorio. n n n n n Alterazioni della sensibilità negli arti e contrazioni muscolari dolorose che sono perlopiù unilaterali e vengono spesso interpretati come «disturbi reumatici». La malattia comincia spesso in modo strisciante con il tremito della mano o destra o sinistra. In seguito si aggiungono rigidità, lentezza e goffaggine della stessa parte del corpo. Le attività che richiedono movimenti accurati delle dita diventano più difficili (lavarsi i denti, abbottarsi). Alcuni pazienti tirano dietro un piede o una gamba. Alterazione della deambulazione. Con il tempo insorgono dei sintomi anche nell’altra parte del corpo. A poco a poco camminare diventa sempre più difficile ed i passi diventano sempre più brevi. In seguito, alcuni pazienti sviluppano anche disturbi della deambulazione e «dell’equilibrio». Sono tipiche le difficoltà a passare dei restringimenti come le porte e a girarsi oppure quando devono essere eseguiti altri movimenti complicati. Possono verificarsi delle cadute con conseguenti infortuni. Affaticabilità fisica precoce e capacità di resistenza psichica e fisica diminuite, compresa una spossatezza che dura inesplicabilmente lunga. Prima che l’effettivo tremito delle mani diventi visibile, i pazienti sentono spesso un tremito «interno» unilaterale all’inizio della malattia. A poco a poco insorgono disturbi vegetativi come costipazione e disturbi del sonno. 16 Guida per i pazienti n Sul piano psichico insorgono soprattutto sbalzi d’umore, infine sempre più spesso disturbi depressivi e una diminuzione dell’iniziativa e dell’attività. I sintomi precoci tipici per una malattia di Parkinson tuttavia non esistono! Il decorso e la gravità della malattia variano fortemente da un paziente all’altro e non c’è praticamente nessun paziente che presenti tutti i sintomi descritti. La moderna terapia medicamentosa della malattia di Parkinson restituisce la qualità di vita Dall’introduzione della moderna terapia della malattia di Parkinson con i medicamenti che sostituiscono la dopamina, circa 35 anni fa, la malattia di Parkinson fa molto meno paura. Essa non è più mortale, la speranza di vita non è diminuita, la qualità di vita dei pazienti può essere migliorata nettamente in ogni fase della malattia e, con le moderne terapie combinate, essere mantenuta per tutta la vita. La terapia medicamentosa della malattia di Parkinson negli ultimi 40 anni ha fatto dei progressi enormi. Ciò significa che la maggior parte dei pazienti può vivere una vita praticamente normale. Grazie alla terapia medicamentosa, nella maggior parte dei casi è anche possibile che i pazienti giovani ancora lavorativamente attivi non debbano uscire prematuramente dal mondo del lavoro a causa della loro malattia. Questa è una delle più frequenti paure legate al futuro. In presenza di un’attitudine positiva verso la vita, i pazienti superano lo shock della diagnosi e riregolano la propria vita in conseguenza alle nuove circostanze. Si assumono nuovi compiti, sviluppano nuovi contenuti di vita. La risposta molto buona alla terapia medicamentosa introdotta facilita questa convivenza positiva con la malattia. La terapia mirata, all’inizio, può addirittura portare alla completa sparizione dei sintomi. «Malattia di Parkinson» 17 In questa prima fase della malattia, l’effetto del medicamento è uniforme nel corso della giornata e non si verificano praticamente effetti collaterali. Durante i regolari controlli medici, il dosaggio e la composizione dei medicamenti vengono verificati e, se il paziente o il medico notano un peggioramento, la terapia viene adattata. In questo modo la progressione della sintomatica può essere ben controbilanciata. La terapia introdotta precocemente e individualizzata ai bisogni del paziente può con ogni probabilità addirittura frenare un poco il progredire della malattia. Questo periodo piuttosto non problematico, durante il quale la malattia è praticamente sotto controllo, può durare 5 –10 anni, spesso anche più a lungo. Durante questi anni, nelle aree cerebrali interessate ci sono ancora abbastanza neuroni che non solo producono la dopamina ma che anche la immagazzinano e al bisogno la possono liberare o ricaptare. 18 Guida per i pazienti Come si diagnostica la malattia? La diagnosi della malattia di Parkinson si presenta spesso come molto difficile, poiché molti dei suoi sintomi possono essere visti anche come altri disturbi dovuti all’età. La diagnosi della malattia di Parkinson avviene soprattutto sulla base dell’accurato esame clinico da parte di un medico sperimentato; di regola è un neurologo che può accertare la malattia. La diagnosi può necessitare diversi mesi, in casi isolati addirittura più tempo. Non esistono esami di laboratorio o radiologici che possono inequivocabilmente confermare o escludere la diagnosi, ciò che rende difficile fare la diagnosi. Il punto di partenza principale per il riscontro della sindrome di Parkinson sono i caratteristici disturbi motori assenza di movimento, rigidità e tremito. Nelle fasi precoci della malattia c’è un ampio spettro di malattie che possono essere distinte dalla malattia di Parkinson solo con difficoltà. Il miglioramento della sintomatica grazie ai medicamenti aiuta a sostenere la diagnosi. Test L-DOPA In questo test viene somministrato un precursore della sostanza mediatrice dopamina (L-DOPA) che in seguito viene utilizzato anche nella terapia medicamentosa. La dopamina mancante viene somministrata al paziente sotto forma di precursore, per via orale. L’assenza di un miglioramento esclude praticamente sempre la presenza di una malattia di Parkinson. «Malattia di Parkinson» 19 Opzioni terapeutiche Una terapia delle effettive cause della malattia ad oggi non è possibile. Ciò che non si conosce (bene) non si può nemmeno curare in modo mirato. Ciononostante, resta la possibilità della terapia medicamentosa sintomatica e questa è più efficace che mai, soprattutto per quel che riguarda la qualità di vita dei pazienti e dei loro congiunti. La terapia della malattia di Parkinson è composta di terapia medicamentosa, fisioterapia, logopedia, ergoterapia, consulenze di medicina sociale e psicologiche e, se necessario, di misure operative. La terapia medicamentosa della malattia di Parkinson è la colonna portante della terapia, anche se finora è possibile solo in modo sintomatico; ciò significa che contrasta solo i sintomi, non la causa della malattia, ma lo fa in modo molto efficace. Il principio terapeutico più importante di una terapia farmacologia è la sostituzione della dopamina. Un’altra opzione terapeutica è la stimolazione cerebrale profonda, che viene utilizzata nei pazienti che a seguito della malattia in stadio avanzato con le opzioni medicamentose non possono (più) essere curati in modo soddisfacente. Quest’opzione terapeutica viene utilizzata soprattutto negli stadi avanzati della malattia. La terapia accompagnatoria ha il compito di restituire almeno in parte ai pazienti le capacità che sono andate perse o che sono limitate. Le procedure terapeutiche basate su esercizi traggono profitto soprattutto da un processo d’apprendimento del cervello, il paziente beneficia dell’effetto dell’allenamento e con i crescenti successi guadagna in sicurezza e fiducia in sé stesso così come in motivazione. Questa terapia accompagnatoria comprende la terapia fisicale, l’ergoterapia, la logopedia ecc. Ha una particolare importanza inoltre anche l’assistenza psicologica dei pazienti e dei loro congiunti. 20 Guida per i pazienti Terapia medicamentosa La terapia medicamentosa si basa sul fatto di controbilanciare lo squilibrio tra eccitazione e inibizione. Questo, da un lato, può accadere con il rinforzo della disponibilità della sostanza mediatrice dopamina. D’altra parte, si può anche imitare la disponibilità della sostanza mediatrice acetilcolina, ricreando così l’equilibrio tra inibizione ed eccitazione. Terapia del Parkinson Malattia di Parkinson Rinforzo della trasmissione dopaminergica Terapia Inibizione della trasmissione colinergica «Malattia di Parkinson» 21 Terapia non medicamentosa Delle forme di terapia non medicamentose, chiamate anche terapie conservative, fanno parte la fisioterapia, l’ergoterapia, la logopedia e l’assistenza psicosociale. Secondo le conoscenze attuali, queste non sono solo complementi importanti bensì elementi fondamentali del concetto terapeutico generale a lungo termine per la malattia di Parkinson. Devono essere adattate individualmente sulla base dello stadio della malattia, del tipo di patologia, della struttura personale e di altre condizioni (psicosociali), ma soprattutto dell’età. La cosa più importante è l’allenamento regolare. Misure fisioterapiche limitate nel tempo, per quanto possano essere intensive, sul lungo termine non portano a niente se il paziente non le continua da solo. n Ergoterapia L’ergoterapia si occupa della promozione e del ripristino di funzioni fisiche, psichiche, intellettuali e psicosociali limitate. Nei pazienti colpiti da Parkinson si tratta soprattutto di allenare le cosiddette capacità motorie fini e di mantenere o coordinare l’equilibrio. Se in primo piano ci sono dei disturbi dell’attenzione, della memoria e dell’orientamento, risulta essere utile l’ergoterapia con metodi d’esercizio ad orientamento neuropsicologico come per esempio un allenamento delle prestazioni cerebrali. Le attività legate alla quotidianità, rispettivamente i corrispondenti esercizi, comprendono soprattutto la cura del corpo, il vestirsi e svestirsi, il mangiare autonomamente e la cura della casa. A questo scopo sono utili soprattutto metodi terapeutici manuali come il dipingere, il modellare e i lavori manuali ecc. Questi metodi possono di primo acchito sembrare semplici, troppo poco impegnativi, forse addirittura ingenui in modo discriminante, sono però dei mezzi ausiliari estremamente utili. 22 Guida per i pazienti n Logopedia La logopedia si occupa di disturbi della voce, del linguaggio e della parola. Ne fanno parte anche la lettura, la scrittura e il rapporto con i numeri. I pazienti con il Parkinson hanno problemi anche in questo campo, nella fattispecie i loro caratteristici disturbi della voce e della parola. Ne sono responsabili disturbi della fonazione, che presuppone movimenti coordinati dell’apparato vocale, e della formazione dei suoni nella laringe con l’aria ispirata e i movimenti corrispondenti delle corde vocali e della respirazione. n Assistenza psicosociale L’assistenza psicosociale fa parte, proprio nel caso della malattia di Parkinson, dei fattori terapeutici più importanti. È un pilastro insostituibile della terapia. Come prima cosa è importante creare, e mantenere, un piano giornaliero strutturato. Durante il giorno è importante partecipare alla vita sociale, anche se naturalmente ciò è più faticoso che quando si è in salute. Un importante compito dell’assistenza psicosociale è aiutare a venire a capo della malattia. Dopo che è stata fatta la diagnosi, il paziente con il Parkinson deve per prima cosa ritrovarsi. Non si tratta di rassegnarsi bensì di «trarre il meglio dalla situazione». «Malattia di Parkinson» 23 E io, cosa posso fare? Molti pazienti con il Parkinson temono che le attività fisiche o sportive potrebbero peggiorare il loro stato. Questa preoccupazione non è solo infondata, bensì il suo contrario è corretto. A cosa si dovrebbe prestare attenzione? n n n n n n Per prima cosa si dovrebbe evitare di ricondurre tutte le nuove limitazioni fisiche alla propria malattia di Parkinson. Molto dipende anche dall’avanzare dell’età, per esempio la diminuzione della resistenza, della forza e della mobilità così come disturbi articolari e l’osteoporosi. I malati di Parkinson spesso percepiscono meno la loro malattia a riposo che in movimento e per questo tendono a riguardarsi troppo. Facendo così però, alcuni problemi peggiorano inutilmente. Esempi: ulteriore perdita della massa muscolare, carente allenamento cardiocircolatorio. Allenarsi almeno due volte alla settimana, ottimali sarebbero addirittura tre unità d’allenamento alla settimana. Si può però contare su dei sensibili miglioramenti delle prestazioni soltanto dopo uno o due mesi. Inoltre, per ogni unità d’allenamento non ci si dovrebbe allenare per più di 45– 60 minuti. Bisognerebbe puntare soprattutto su esercizi che promuovono la mobilità, l’equilibrio, la forza, la postura corporea, la coordinazione di differenti compiti così come l’inizio e il cambio dei movimenti (camminare avanti, indietro e di lato). Ciò è possibile al meglio con un impegno sportivo durevole, poiché altrimenti i successi raggiunti grazie all’esercizio vanno persi completamente nel giro di poche settimane o mesi. Conviene unirsi ad un gruppo sportivo di persone con il Parkinson. Questo tipo di gruppi sono per lo più guidati da istruttori specificamente formati. Coordinare temporalmente l’attività sportiva e l’assunzione di medicamenti. Esse dovrebbero essere predisposte in modo tale che il periodo di allenamento cada possibilmente nella fase di maggior effetto del medicamento. Il medico di famiglia o il neurologo deciderà se la terapia antiparkinson, in caso di intensa attività sportiva, debba essere adattata di conseguenza. 24 Guida per i pazienti n Movimento A causa del progredire della malattia, con il tempo si modificano anche la postura corporea e la deambulazione. Le braccia non oscillano più automaticamente e i passi diventano più brevi. A ciò si aggiunge il disturbo dei riflessi posturali che si manifesta poi in un’insicurezza della deambulazione. In alcuni pazienti si aggiunge un improvviso calo della pressione sanguigna, ciò che aumenta ulteriormente il pericolo di cadute. Il pericolo d’infortunarsi a causa del più alto rischio di caduta è alto, ma può essere ridotto con misure specifiche. n Allestimento dell’ambiente – Evitare suoli scivolosi come pavimenti appena lavati e bagnati o umidi. – Utilizzare dei fermatappeti. – Tenere i pavimenti liberi da oggetti. n Comportamento – Non camminare al buio, prestare attenzione a che ci sia un’illuminazione sufficiente. – Bilanciare le braccia attivamente. – Non trascinare i piedi al suolo. – Evitare di girarsi rapidamente sul posto. n Mezzi ausiliari – Una protezione per le anche e delle imbottiture acquistate in negozi specializzati diminuiscono il rischio di infortunio. – Bastoni o deambulatori danno ulteriore sicurezza. Indirizzi importanti Riceve ulteriori e più dettagliate informazioni ai seguenti indirizzi: Parkinson Svizzera Gewerbestrasse 12a Casella postale 123 8132 Egg Telefono 043 277 20 77 Telefax 043 277 20 78 [email protected] www.parkinson.ch Ufficio Svizzera italiana Piazzora da Vira 6805 Mezzovico Telefono 091 755 12 00 Telefax 091 755 12 01 [email protected] Parkinson Svizzera è l’organizzazione attiva su tutto il territorio svizzero al servizio delle persone colpite dal morbo di Parkinson. L’organizzazione di pubblica utilità, certificata da ZEWO, con 5300 associati, offre informazioni e consulenze sul morbo di Parkinson, sovvenziona la ricerca e si impegna nella formazione e nell’aggiornamento di persone specializzate. Inoltre, Parkinson Svizzera accompagna in tutto il Paese più di 70 gruppi di auto-aiuto. Può trovare gli indirizzi sul sito internet www.parkinson.ch. 25768-451001 Quelli con l’arcobaleno www.mepha.ch