Ecografia dinamica transperineale nella diagnosi dei sintomi del basso tratto urinario: nostra esperienza. Gabriella Mirabile, Barbara Cristina Gentile, Luca Albanesi, Stefao Brunori, Francesco Pisanti, Luca Mavilla, Francesco Attisani, Teuta Shestani, Giorgio Vicenti, Manlio Schettini, Roberto Gulianelli. INTRODUZIONE In presenza di sintomi del basso tratto urinario in donne con prolasso, la diagnosi si base su una dettagliata storia clinica e sullápprofondito esame uroginecologico. Un esame urodinamico complete non e’ sempre obbligatorio, ma puo’essere utile nello stabilire la prognosi ed informare la paziente riguardo alla sua funzione vescico-sfinterica. Per quel che riguarda la diagnostica per immagini, l’uretro-cistografia e’stata tradizionalmente utilizzata per la valutazione del cistocele e dell’ipermobilita’uretrale ma fornisce informazioni esclusivamente endoluminali. L’ecografia e’vantaggiosa rispetto a quest’aspetto; non utilizza radiazioni e identic ail cystocele con e senza ipermobilita’ uretrale, senza utilizzo di mezzo di contrasto, meno discomfort per la paziente e meno costi. Scopo dello studio e’ stato valutare, nella nostra esperinza, l’utilita’e la praticabita’ dell’ecografia perineale, nella diagnosi delle cause dei sintomi del basso tratto urinario associate a prolasso degli organi pelvici. MATERIALI E METODI Dal mese di Giugno 2006 a Dicembre 2010, 95 donne di eta’compresa tra i 25 e gli 83 anni, sono state sottoposte ad ecografia translabiale per incontinenza urinaria (75) o sintomi del basso tratto urinario (20), clinicamente associate a prolasso degli orgnai pelvici. Tutte le pz sono state esaminate da un uroginecologo, per la determinazione e il grado del prolasso degli organi pelvici e successivamente, lo stesso medico, ha eseguito una ecografia translabiale a completare la diagnosi. E’stata utilizzata una sonda bi-dimensionale (2D) Bmode a 3 o 6 Mhz. RISULTATI In 66 casi (70%) l’ecografia perineale ha confermato l’esame clinico vaginale, in 29 casi ha aggiunto importanti informazioni che avrebbero potuto interferire sul corretto trattamento dei sintomi. In un caso l’ecografia ha reso possibile la diagnosi di un diverticolo uretrale non evidente all’esame obiettivo. In 4 casi e’ stato possibile identificare la non corretta posizione della mesh. In 5 casi l’ecografia ha dimostrato un cistocele senza ipermobilita’uretrale con associati problemi di svuotamento. In 4 casi l’ecografia ha dimostrato un cistouretrocele e in 4 casi una ipermobilita’uretrale non chiara al semplice esame clinico. In 2 casi, l’ecografia ha mostrato gli effetti di una cervice in donne con utero retroverso e aumentato di volume e sintomi di svuotamento. In 9 casi l’ecografia ha evidenziato un prolasso del comparto posteriore (rettocele, enterocele o intususcezione rettale). DISCUSSIONE L’esame clinico si limita ad identificare il grado di prolasso degli organi pelvici. Nella nostra esperienza, l’ecografia transperineale e’ una metodica semplice, non costosa e non invasiva che semplifica la diagnosi differenziale tra cistouretrocele associato a incontinenza urinaria da sforzo e cistocele senza ipermobilita’, generalmente associato a problemi di svotamento e che puo’ mascherare una incontinenza urinaria da sforzo. L’ecografia perineale puo’ inoltre provare la presenza di diverticoli uretrali che possono sfuggire all’esame obiettivo. CONCLUSIONI L’ecografia translabiale fornisce una conferma obiettiva ed immediata all’esame clinico e potrebbe facilmente entrare nella pratica clinica prima della chirurgia ricostruttiva.