corso di politica economica - DiSSE

CORSO DI
POLITICA ECONOMICA
AA 2016-2017
INTRODUZIONE AL CORSO
DOCENTE
PIERLUIGI MONTALBANO
[email protected]
Corso di Politica Economica
AA 2016-2017 CFU 6-9
Docente: Prof. Pierluigi Montalbano
email: [email protected]
Sul web: http://pierluigimontalbano.site.uniroma1.it./
http://www.diss.uniroma1.it/moodle2/course/view.php?id=561
Lezioni per 6 CFU si terranno lunedì e martedì dalle 18:00 alle 20:00 (B)
 Lezioni aggiuntive per 9 CFU (crescita) si terranno il mercoledì dalle 18 alle
20 (Aula C)
Testi consigliati:

Blanchard O., Giavazzi F., Amighini A., 2016 , Macroeconomia: una prospettiva europea,
il Mulino, Bologna. (va bene anche edizione 2014)
 Mankiw, G., Taylor P., 2011, Macroeconomia, Quinta ed. italiana a cura di P. Canton e A.
Olivieri, Zanichelli, Bologna.
Integrati da dispense, presentazioni .ppt ed altro materiale didattico discusso durante il corso e
disponibile “on line” alla relativa pagina web.
Pierluigi Montalbano – Sapienza Università di Roma
Dai giornali…..
LA STAMPA
La crisi strangola i consumi.
-2,1%, il peggior calo di sempre.
Nuovo crollo del 2013 dopo 4
anni neri. A tavola -309 euro
per famiglia
3
La Politica economica studia l’azione economica pubblica
Dall’Economia Politica alla Politica
Economica
Due domande fondamentali:
 come funziona l’economia di mercato nei singoli mercati e
nel sistema economico ?
 funziona bene?
Nei corsi di EP si cerca di rispondere alla prima domanda,
analizzando i complessi meccanismi di funzionamento del
sistema economico.
Nei corsi di PE si studiano le cause e i possibili rimedi ai
malfunzionamenti dei diversi sistemi economici.
Economia del benessere: si occupa dell’individuazione delle
scelte collettive (sociali) e delle scelta delle istituzioni
(individuazione dei criteri di assegnazione dei diritti di
proprietà)
Pierluigi Montalbano – Sapienza Università di Roma
Dall’Economia Politica alla Politica
Economica (2)

“ottimo paretiano” o «efficienza paretiana» o «efficienza allocativa»
(Pareto, 1848-1923): “la situazione economica nella quale non è
possibile accrescere il benessere di una persona senza diminuire
quella di un’altra”. [altre fattispecie di efficienza, ad esempio, efficienza
dinamica o efficienza “x” Leibenstein, 1966].
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
Il primo teorema dell’economia del benessere ci dice che “solo un
sistema di mercato perfettamente concorrenziale è in grado di
realizzare un'allocazione ottimo-paretiana”.
Il secondo teorema dell’economia del benessere afferma che: “se la
distribuzione iniziale delle risorse non è ottimale, esistono
allocazioni ottimo paretiane migliori”.
Ciò giustifica l'intervento pubblico (ruolo “meramente
redistributivo”)
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
Dall’Economia Politica alla Politica
Economica (3)
Origini intervento pubblico
 Azione redistributiva
 Fallimenti microeconomici
 Dopo «Rivoluzione keynesiana» (1936):
fallimenti macroeconomici
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
FALLIMENTI
MICROECONOMICI
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l’economia del benessere classifica i beni in base alla
prospettiva di mercato.
Partendo dal presupposto che il mercato funziona bene quando
i beni sono escludibili e rivali, fallimenti microeconomici del
mercato sono detti beni pubblici.
I beni pubblici, a causa delle loro caratteristiche intrinseche di
non escludibilità e non rivalità, non hanno un prezzo e, di
conseguenza, nessun operatore privato è interessato a produrli.
I c.d. beni pubblici “impuri” sono caratterizzati
alternativamente da escludibilità e non rivalità (beni di club) o
da non escludibilità e rivalità (beni comuni)
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
Non esclusione e non rivalità
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La caratteristica di “non esclusione”, ossia l’impossibilità di
escludere qualcuno dal godimento del bene, è specificamente
connaturata al fatto che il costo marginale dell’utilizzazione
del bene pubblico è zero (così come il suo prezzo di
equilibrio).
La caratteristica di “non rivalità” significa che il bene può
essere utilizzato da tutti per l’intero suo valore.
La decisione di produrre un bene da parte di un operatore
privato dipende dall’esistenza di un profitto atteso non
negativo. L’assenza di tale requisito alimenta tendenze
opportunistiche.
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
FALLIMENTI
MICROECONOMICI
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
FALLIMENTI
MICROECONOMICI
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La “tragedia dei beni comuni” di Hardin (1968) consiste nel fatto
che tali beni sono suscettibili di “sovraffollamento” a causa della
caratteristica di rivalità (abbinata a difficoltà nell’escludibilità)
La produzione di beni comuni «puri ed impuri» richiede strategie
cooperative (ma non necessariamente la proprietà pubblica)
capaci di fornire un’utilità maggiore rispetto alle alternative non
cooperative (Ostrom, 2009).
Tali strategie vengono adottate dagli operatori nel momento in
cui si comprende che le strategie individuali conducono ad
equilibri non ottimali da un punto di vista collettivo (c.d. equilibri
di Nash).
Si definiscono equilibri di Nash quelli in cui ogni agente
economico mira a massimizzare il proprio profitto a prescindere
dalle scelte degli altri (Nash, 1950).
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IL DIBATTITO POLITICO SUI
BENI COMUNI
 L’escludibilità è una caratteristica intrinseca del bene


e non va confusa con l’assegnazione dei diritti di
proprietà.
L’idea che la escludibilità o non escludibilità del bene
determini automaticamente anche i relativi diritti di
proprietà esula dall’economia del benessere.
Infatti, in base al noto “teorema di Coase” i criteri di
assegnazione dei diritti di proprietà (in altre parole, le
scelte istituzionali della società nel suo complesso)
dovrebbero essere tali da garantire la massima
efficienza possibile.
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
IL DIBATTITO POLITICO SUI
BENI COMUNI 2
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
Ciò non va confuso con la legittimità di voler sottrarre
temporaneamente beni escludibili e rivali da un punto di vista
economico alla proprietà privata (vedi il caso del referendum
popolare sull’acqua in Italia) dichiarandoli “beni comuni” in
senso giuridico (leggi in questo caso di proprietà comune)
anche se non sono tali in senso economico.
Esistono movimenti di opinion che vedonono nei “beni
comuni” una tipologia di diritti costituzionali fondamentali “di
ultima generazione” assimilabili alla “proprietà comune” non
statale.
In questo caso l’enfasi sull’attributo comune nel dibattito
politico non è l’auspicio di un ritorno al pubblico ai danni del
privato, bensì l’aspirazione verso un’alternativa alla
tradizionale dialettica Stato/privato.
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
FALLIMENTI
MACROECONOMICI

Si ricollegano all’instabilità delle economie di mercato
capitalistiche in termini di…
• mancata convergenza del sistema verso un equilibrio;
• persistenza dell’economia su sentieri non ottimali dal punto di
vista dell’efficienza e/o dell’equita’
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
FALLIMENTI
MACROECONOMICI
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
disoccupazione
inflazione
squilibri della bilancia dei pagamenti
sviluppo non ottimale
La teoria tradizionale non è in grado di spiegare questi fenomeni delle
economie reali:
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
Esclude la disoccupazione non volontaria
Guarda ai prezzi relativi e non ai prezzi assoluti
Ipotizza una situazione di equilibrio internazionale
Non si occupa di problemi dinamici e di sviluppo
P. Montalbano – Sapienza Università di Roma
Fatti stilizzati
L’aumento del reddito (il caso USA)

La crescita del reddito è evidente nel lungo periodo (al di là delle
fluttuazioni di breve)
 C’è stata convergenza tra i livelli di reddito pro capite di diversi
18
paesi?
 L’età dell’oro della crescita in Europa Occidentale è stata dopo le 2 GM
 Nel periodo 1950-70 (i gloriosi 30 secondo Pikettyt) il tasso di crescita del PIL
raggiunse in Europa Occidentale un valore record (4% annuo)
 La crescita USA rimase più stabile per tutto il periodo
La distribuzione del PIL mondiale
La dimensione dei paesi indica la dimensione del PIL
Struttura del corso
Obiettivo del corso:
conoscenza di base dei principali temi della politica economica, con
particolare attenzione a:
• fallimenti del mercato
• modelli di riferimento (nel breve e nel lungo periodo) (*)
Temi:
• Introduzione alla teoria normativa della politica economica
• Obiettivi e strumenti della politica economica
• Efficacia della politica economica nel breve e nel lungo periodo (*)
(*) In Blanchard et al., (2014) si parla di medio periodo (per distinguere l’analisi da quella di lunghissimo
periodo legata alla crescita, vedi pag. 51)
Pierluigi Montalbano – Sapienza Università di Roma
Economia chiusa vs Economia aperta?

La politica economica si confronta oggi con un insieme di problemi e temi,
la cui dimensione ed i cui risvolti economici e politico-sociali travalicano le
competenze e le responsabilità dei singoli governi nazionali;

Lo sviluppo tecnologico, la liberalizzazione dei mercati, l’espansione della
finanza internazionale e degli IDE, l’intensificarsi del fenomeno delle
migrazioni; la circolazione globale delle informazioni hanno rivoluzionato il
quadro concettuale entro il quale il decisore pubblico, a livello nazionale e
locale, si trova ad operare

L’attuale interdipendenza economica solleva problemi a cui non è possibile
dare una risposta sulla base dei soli interessi nazionali o ricorrendo a
strumenti di politica economica nazionale;

La nota “cassetta degli attrezzi” di Schumpeter va ampliata con analisi e
metodologie di intervento in grado di conseguire obiettivi internazionali
(commerciali, monetari e finanziari ) di politica economica
Pierluigi Montalbano – Sapienza Università di Roma
PE, PEI, IPE o GPE?

La PE (in economia aperta) studia le interdipendenze economiche ed i vincoli dei
meccanismi di “cooperazione” dei sistemi economici in “interazione reciproca”

La PEI studia i modelli di interdipendenza (cooperativi e non cooperativi) e gli
attuali meccanismi di governance mondiale

L’IPE (International Political Economy) e/o GPE (Global Political Economy)
studia le relazioni internazionali fra Stati e mercati, nonché l’impatto di tali
relazioni sulla condotta degli Stati e sulla performance dei mercati

L’IPE/GPE sono discipline di analisi più recenti (affermatisi nell’ultimo
ventennio) generalmente ricomprese nell’ambito dei corsi di relazioni
internazionali

Ad esse viene riconosciuto il merito di aver elaborato un approccio integrato
all’analisi dell’economia politica delle relazioni fra Stati, da non confondere con
l’analisi dell’economia pura (o economia politica) e l’analisi della politica
economica (eventualmente estesa in ambito internazionale)
P. Montalbano– Sapienza Università di Roma
Teoria normativa e Teoria positiva della PE
Ambito Normativo:
Scenario ideale in cui si analizzano le potenzialità astratte di
intervento
Ambito Positivo:
Analisi delle ragioni che spingono i policymakers ad agire in un
determinato modo (a causa di vincoli istituzionali, obiettivi
mutevoli, ecc.)
Pierluigi Montalbano – Sapienza Università di Roma
Piano del corso
Guida di orientamento, per entrambi i testi di
riferimento, dei capitoli utili per approfondire gli
argomenti affrontati durante il corso.
Pierluigi Montalbano – Sapienza Università di Roma