Parco Regionale di Veio Piano di Assetto del Parco di Veio Sintesi non tecnica Gennaio 2012 Revisione della Proposta di Piano (Anno 2009) Responsabile del procedimento e coordinatore Consulenza aspetti naturalistici: Dott. D. Boschi gruppo di lavoro: Arch. S. Codispoti Ente Parco di Veio: Settore pianificazione territoriale e urbanistica: Ing. R. Michetti, Ing. L. Simonetti Settore naturalistico: Dott.ssa G. Monterosso, Dott.ssa M. Cantù Settore forestale: Dott.ssa S. Di Primio, Dott.ssa A. Catena Agenzia Regionale per i Parchi: Settore Pianificazione: Arch. M. Bruschi Integrazione della Proposta di Piano con la VAS (Anno 2011) Responsabile del procedimento: Dott.ssa A. Somaschini Ente Parco di Veio: Settore pianificazione territoriale e urbanistica: Ing. L. Simonetti Settore naturalistico: Dott.ssa M. Cantù Agenzia Regionale per i Parchi: Settore pianificazione: Arch. E. Peroni, N. Benedetti, Geol. C. Fattori, Dott. M. Tufano Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto INDICE 1 La valutazione ambientale strategica con particolare riferimento alla pianificazione nelle Aree Protette ................................................................................................... 2 2 Metodologia di Valutazione Ambientale Strategica applicata ad un Piano di Assetto di Area Protetta ........................................................................................................ 5 3 Il quadro conoscitivo .................................................................................................... 6 4 La proposta di Piano di Assetto ................................................................................. 11 5 Gli indirizzi di pianificazione del Piano di Assetto del Parco di Veio....................... 12 6 Possibili evoluzioni in assenza di Piano .................................................................... 14 7 Alternative .................................................................................................................. 15 8 Macrosettori di Intervento .......................................................................................... 16 9 Lo schema DPSIR e la valutazione degli impatti....................................................... 21 10 Valutazione di Incidenza ............................................................................................ 22 11 Strutturazione del programma di monitoraggio, gli Indicatori e le Misure di Mitigazione e Compensazione .............................................................................. 22 1 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 1 La valutazione ambientale strategica con particolare riferimento alla pianificazione nelle Aree Protette La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) non è soltanto un elemento di valutazione, ma è parte integrante del piano e ne diventa un efficace strumento gestionale e di monitoraggio. È opportuno notare che i criteri politici decisionali sono fluidi e continui e che la VAS, per risultare efficace, deve intervenire nei punti giusti del processo decisionale. È quindi necessario approfondirne gli aspetti tecnico-scientifici avendo presente che la VAS è uno strumento e non il fine ultimo. La VAS permette di svolgere un processo in cui il piano viene analizzato e sviluppato basandosi su di una quantità di prospettive, obiettivi e costrizioni, maggiore rispetto a quelli inizialmente identificati dal proponente (nella tabella di seguito sono riportati i soggetti coinvolti nel processo di VAS). Autorità Proponente Ente regionale Parco di Veio Autorità Procedente che adotta il Piano Ente regionale Parco di Veio Autorità Procedente che approva il Piano Consiglio Regionale Regione Lazio Autorità Competente Ufficio Valutazione Ambientale Strategica, Area Valutazione di Impatto Ambientale della Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli – Dipartimento Territorio della Regione Lazio Estensore del Piano Gruppo di professionisti incaricati Uffici del Parco: • Settore amministrativo • Settore pianificazione territoriale e urbanistica • Settore naturalistico • Settore forestale Supporto del settore pianificazione dell’Agenzia Regionale Parchi Estensore del Rapporto Ambientale Ufficio Tecnico del Parco di Veio 2 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto • • • • • • • • SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCESSO DI VAS Soggetti competenti in materia ambientale Regione Lazio - Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli: Area Conservazione Natura e Osservatorio Regionale per l’Ambiente; Area Conservazione Qualità dell’Ambiente e Promozione Sostenibilità Ambientale; Area Difesa del Suolo e Servizio geologico Regionale; Area Conservazione Foreste; Regione Lazio - Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli – Ufficio Parchi; Regione Lazio - Direzione Regionale Territorio e Urbanistica; Ministero dei Beni ed Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio; Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il Comune di Roma; Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Roma, Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone; Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionle. Enti territorialmente interessati Regione Lazio Provincia di Roma Comuni: Campagnano di Roma – Castelnuovo di Porto – Formello – Magliano Romano – Mazzano Romano – Morlupo – Riano – Roma – Sacrofano La VAS, quindi, deve essere considerata più come uno strumento di aiuto alla formulazione del piano che come un documento in senso stretto. La preparazione di questo documento, ossia del rapporto finale è la conseguenza del percorso di VAS che si è espletato. Tale rapporto dovrebbe essere visto soprattutto come una testimonianza del processo utilizzato e dei contenuti che ne sono scaturiti, resa disponibile per future revisioni. In una situazione ottimale la VAS deve poter intervenire sin dalle prime fasi del percorso di pianificazione, quando si delineano le prime opzioni strategiche alternative sulla base della prefigurazione di uno o più scenari futuri. Proprio sulla comparazione tra alternative si possono meglio esplicare le potenzialità della valutazione strategica. Le prime applicazioni della VAS dovrebbero dunque anticipare la formulazione del disegno di piano. Si tratta di quella fase della VAS che in gergo tecnico viene denominata appunto come valutazione “ex ante”. Nella prassi applicativa tuttavia accade spesso che le prime applicazioni di valutazione siano avviate quando il piano ha già una sua configurazione di base, e quindi la VAS viene 3 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto applicata ad una fase che si potrebbe definire più “tattica” che strategica. Si tratta comunque di un’applicazione che può essere di grande aiuto per il procedente e che può, almeno in parte, portare a ripensare o, meglio, affinare alcune delle decisioni prese a monte. L’applicazione in questa fase, che viene denominata in gergo tecnico valutazione “in itinere”, svolge comunque l’importante compito di suggerire azioni correttive per meglio definire il disegno del piano, e di proporre misure di mitigazione e compensazione da inserire nel piano per garantirsi un’applicazione successiva, in fase di attuazione e gestione, oppure in piani di settore o in altri strumenti programmatori o a livello progettuale. Nel caso specifico del piano in questione, tuttavia, la procedura di VAS è intervenuta su una revisione ed aggiornamento di una proposta di piano realizzata nel novembre 2002 e mai adottata per cui il percorso seguito è stato ancora diverso. Per questo processo di pianificazione sono stati quindi considerati tutti i piani ed i programmi sovraordinati e/o correlati e la normativa comunitaria, nazionale e regionale esistente relativa ai vari settori oggetto di interesse; il processo di VAS adottato per questo Piano rimane comunque valido. La VAS è uno strumento di supporto sia per il proponente che per il procedente: inserendo la VAS nel processo lineare “proponente-obiettivi-procedente-piano”, in effetti si giunge ad una impostazione che prevede il ricorso ad azioni retroattive in corso d’opera, così da meglio calibrare l’intero processo. In una situazione ideale il processo di pianificazione dovrebbe assumere la forma di un ciclo continuo. Inserire la VAS in corrispondenza del momento di avvio di un nuovo percorso di aggiornamento del piano costituisce ovviamente la situazione più favorevole per massimizzarne i possibili effetti. Tuttavia, in un ciclo continuo l’importante è introdurre la VAS, qualsiasi sia il punto di ingresso, affinché possa mostrare al più presto i benefici della sua applicazione. Occorre ricordare che in Italia l’attenzione attribuita alla VAS ha cominciato ad affermarsi solo negli ultimi tempi, e comunque con orientamenti spesso diversificati, riconducibili comunque alle due visuali classiche di valutazione strategica: • l’ampliamento ai piani e programmi delle procedure di VIA per progetti di opere; • l’inserimento delle questioni ambientali e della stima degli impatti attesi negli strumenti di pianificazione e programmazione. A livello nazionale, la Direttiva 2001/42/CE è stata recepita con la parte seconda del D.Lgs. 152/2006, entrata in vigore il 31 luglio 2007, modificata ed integrata dal D.Lgs. 4/2008, entrato in vigore il 13 febbraio 2008 dal D.Lgs 128/2010 entrato in vigore il 26 agosto 2010. Il principio, definito dal D.Lgs. 4/2008, a cui ogni attività umana dovrebbe ispirarsi è quello di uno “sviluppo sostenibile”, il quale “deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente anche futuro”. In conseguenza di quanto ora affermato, “l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica.” La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) si applica ai piani e programmi (D.Lgs. 4/2008, art. 6): 4 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 1. che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del D.Lgs. 4/2008; 2. per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. 2 Metodologia di Valutazione Ambientale Strategica applicata ad un Piano di Assetto di Area Protetta I documenti teorici e applicativi prodotti ai vari livelli, europeo, nazionale e regionale, affermano che le metodologie e le fasi indicate devono sempre essere adattate alla realtà locale specifica, privilegiando l’efficacia del processo di VAS rispetto a una presunta e teorica completezza del metodo di approccio. Un metodo, quest’ultimo che è da ritenersi soprattutto qualitativo, anche per potersi integrare nel modo più articolato e veloce possibile all’interno del percorso di formazione di un Piano di Assetto di area protetta. Questo non significa che gli aspetti quantitativi non debbano essere considerati, ma gli strumenti qualitativi vengono ritenuti più efficaci per rispondere alle esigenze, e soprattutto ai tempi della formazione di un Piano di Assetto d’area protetta. Tuttavia, è opportuno porre le basi per un approccio anche più quantitativo, a partire dall’uso di indicatori, che potrà essere attuato all’interno delle successive fasi di attuazione e gestione del Piano, richiedendo tempo per la necessità di sviluppare strumenti adeguati ad una trattazione quantitativa (banche dati, modelli, ecc.). Il metodo qualitativo è essenzialmente basato sul confronto tra obiettivi/azioni dello strumento di pianificazione territoriale e criteri di compatibilità ambientale. La strutturazione del processo logico che parte da Obiettivi Generali ⇒ Obiettivi Specifici ⇒ Azioni ⇒ Compatibilità con i temi ambientali ritenuti coinvolti dal Piano permette di costruire un quadro razionale di valutazione e confronto relativamente alle varie scelte del Piano ai diversi livelli di specificazione. Sono state predisposte delle tabelle per meglio valutare le azioni del Piano, dove vengono incrociate azioni di Piano e impatti sui temi ambientali coinvolti, in particolare nei casi di interazione negativa, sono state individuate e definite una serie di misure mitigative o compensative. 5 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 3 Il quadro conoscitivo L'area del Parco comprende il settore nord-occidentale della Campagna Romana tra la via Flaminia a sud e ad est, la provinciale Campagnanese a nord e la via Cassia ad ovest e comprende il cosiddetto Agro Veientano, dominato dalla città etrusca di Veio e caratterizzato da componenti naturalistiche, paesaggistiche e storico-culturali di notevole pregio. Nell’ambito dei confini del Comune di Roma l’Area del Parco include una superficie di circa 7.000 ettari, il territorio restante appartiene ai comuni di Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano e Sacrofano e raggiunge un'estensione finale di 15.131 ettari. Morfologicamente il comprensorio del Parco, delimitato ad est e ad ovest dai crinali percorsi dalle consolari Cassia e Flaminia, è costituito da altipiani in tufo utilizzati a coltivazioni agricole, da valloni a volte scoscesi, scavati da fossi (il fosso della Crescenza, il fosso della Valchetta, e quello della Torraccia, che si immettono nel Tevere) e da pendici ricoperte da folti boschi rimasti ancora allo stato naturale, tutti elementi caratteristici della struttura geomorfologica dell'Etruria Meridionale. La morfologia stessa di quest'area, antropizzata fin dai tempi della civiltà etrusca, l'ha preservata probabilmente dalla più massiccia urbanizzazione che ha interessato altre parti del territorio, contribuendo a conservare vaste aree di grande valore paesaggistico che negli ultimi anni tuttavia sono state sempre più invase da edificazioni sparse, lottizzazioni, talvolta abusive, e grandi infrastrutture come l'ospedale di S. Andrea e le costruzioni della Telecom (nel comune di Roma). L'attuale conformazione orografica della regione è dovuta all'attività dell'apparato vulcanico sabatino con depositi rappresentati in modo prevalente da materiali piroclastici accompagnati da affioramenti lavici. L'attività sabazia riconducibile a tre grandi periodi vede la progressiva stratificazione dei depositi vulcanici: tra gli affioramenti più antichi i "Tufi di Rio Filetto" ed il "Tufo di Riano della via Flaminia", a cui in una seconda fase, è seguita la formazione del "Tufo Giallo della via Tiberina", legato alla grande attività collegata all'apparato di Sacrofano. Infine si è avuta la formazione del "Tufo giallo di Sacrofano" e del "Tufo di Baccano". Il Parco di Veio è un’area protetta del tutto singolare, molto diversa da quelle presenti sul territorio regionale. Il sistema costituito dai fossi e dai torrenti, infatti, pur non raggiungendo lunghezze rilevanti, attraversa in modo capillare tutto il territorio e ne costituisce l’ossatura su cui poggia il destino di queste aree alle porte di Roma. Da un punto di vista idrografico l’area del Parco può essere suddivisa in due macro settori: uno localizzato nell’estremo nord, l’altro, di dimensioni assai maggiori, interessa la porzione centrale e quella meridionale. Quest’ultimo tributa le sue acque al Tevere in vari punti all’interno di Roma per mezzo di tre torrenti principali: la Torraccia, la Valchetta e la Crescenza. L’area più a nord ha come corso d’acqua di riferimento il Treja anch’esso affluente del fiume capitolino nei pressi del comune di Civita Castellana (VT). Il torrente della Torraccia si trova nel settore orientale e scorre quasi parallelamente alla SS Flaminia: questo corso d’acqua nasce nel territorio del Comune di Morlupo ai piedi del Monte Rosella (o Monte Rosi) con il nome di fosso Quattro Pali. In prossimità del Monte Pozzolana prende il nome di fosso di S. Antonino, modificandolo di nuovo in fosso della Torraccia dopo che ha intercettato le acque dei fossi Canneto (o dell’Acqua grigia), che nasce immediatamente a sud dell’abitato di Sacrofano, e Pantanello. Alcune centinaia di metri prima 6 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto di immettersi nel Tevere riceve gli apporti del fosso di Pietra Pertusa (nato con il nome di fosso dell’Acqua Viva poco a nord di Formello) che poco prima aveva ricevuto le acque del fosso Monte Oliviero. La Torraccia ha una lunghezza complessiva di 20 km e il bacino ha un’estensione di 78 kmq, con un’altitudine media di 169 m slm. Presso Monte Cavalluccio, nei pressi della Strada Provinciale Campagnanese, nasce il fosso Carraccio che raggiunge il Santuario del Sorbo avendo prima intercettato il fosso del Forco e quello dei Cavalieri. Nei dintorni del suddetto santuario prende il nome di fosso della Mola di Formello. Poco più a valle riceve le acque del fosso della Mola dei Monti; quest’ultimo, che lambisce il centro abitato di Poggio dell’Ellera, nasce con il nome di fosso Maestro Curzio nella valle di Baccano. Il fosso Maestro Curzio è il risultato di un’opera d’ingegneria idraulica che ha consentito il prosciugamento del lago ospitato nella valle. Ad est de Le Rughe, in prossimità della Cassia, il fosso della Mola di Formello prende il nome di torrente della Valchetta o, come era conosciuto al tempo degli antichi Romani, Cremera. Immediatamente a valle dell’abitato di Isola Farnese raccoglie le acque del fosso Piordo e del fosso dei Pantanicci. Da questo momento in poi il torrente scorre in prossimità della Cassia Bis per raggiungere il Tevere vicino a Labaro. L’asta principale della Valchetta ha una lunghezza complessiva di 38 km e il suo bacino interessa un’area pari a 103 kmq, con un’altitudine media di 173 m slm. Il settore a sud-ovest del Parco vede le proprie acque piovane raccolte dal fosso della Crescenza che dal passo della Sibilla scorre in direzione parallela alla Cassia e, prima di giungere al Tevere, riceve le acque del fosso dell’Acqua Traversa. La Crescenza ha una lunghezza d’asta del fosso di 11,4 km, la superficie del suo bacino è di kmq 35 con un’altitudine media di 83,50 m slm. La sezione settentrionale del Parco, come già detto, rientra nel bacino del fiume Treja. In questa area troviamo molti corsi d’acqua come il fosso delle Vorghe, il fosso di Roncigliano, il fosso di S. Arcangelo e il fosso di Ruinasse. È sicuramente da porre in risalto che le acque di questi fossi si riversano in un fiume che poco più a valle va a costituire il nucleo del Parco Naturale della Valle del Treja. L'intero settore territoriale è dominato dalla presenza della città di Veio, delle necropoli disposte nei pianori tufacei e delle sue strutture di comunicazione con Roma ed i centri etruschi vicini, tra cui la Via Cassia, la Via Veientana, ancora riconoscibili e punteggiate da presenze monumentali ed un asse trasversale che congiungeva Veio e l'Isola Farnese alla Domusculta Capracorum presso Santa Cornelia alla Via Flaminia e alla Valle del Tevere. Elementi di grande interesse archeologico oltre all'abitato ed alle necropoli di Veio sono alcune grandi ville di epoca romana fra le quali la Villa di Livia, la Villa di Lucio Vero e altre strutture come il sepolcro dei Nasoni, la Tomba dei Veienti, il sepolcro di Vibio Mariano, l'arco di Malborghetto oltre ad ulteriori strutture insediative poste in diverse zone del Parco. Di epoca medievale e rinascimentale, oltre alla vetusta Domusculta Capracorum, sono gli insediamenti di Isola Farnese, di Tor Vergara, della Crescenza, della Storta e della Giustiniana oltre ed una serie di strutture minori di difesa e sfruttamento agricolo del territorio lungo le principali direttive viarie. L'articolazione del territorio riflette ancora il relativo frazionamento in vigne vicino alla città ed in grandi tenute nelle parti più periferiche a cui fanno riferimento gli antichi casali del fosso, del Pino, dei Tre Archi, di Santa Cornelia, della Vacchereccia, di Buon Ricovero, di Tor Vergara della Spizzichina, di Ospedaletto Annunziata, della Crescenza, di Monte Oliviero, della Valchetta, di Prima Porta e di Malborghetto. 7 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto Gli aspetti naturalistici sono vari e ricchissimi rispondenti all'articolata morfologia del territorio. Nella porzione settentrionale prevalgono i boschi misti dominati da cerri che rappresentano oltre il 90% della vegetazione boschiva. Lembi di lecceta sono sparsi in tutto il territorio del Parco in presenza di affioramenti tufacei caratterizzati da una marcata aridità dei suoli. La vegetazione lungo le vie dei fossi rispecchia le associazioni vegetali tipiche degli ambienti umidi con presenza di pioppi, salici, ontani e farnie. Interessanti risultano poi, dal punto di vista floristico, le numerose forre che attraversano il territorio del Parco e sono caratterizzate da carpini, noccioli e cerri. L'agricoltura, che rappresentava per gli etruschi insieme al commercio il cardine dell'economia, malgrado le tante trasformazioni avvenute attraverso i secoli ancora oggi caratterizza fortemente il paesaggio di questo territorio. Ricca e diversificata è anche la fauna del Parco di Veio che include alcune specie di valore comunitario quali ad esempio la Salamandrina dagli occhiali, il Cervone, il Ghiozzo di ruscello, il Nibbio bruno e il Martin pescatore. In relazione alle differenziazioni paesaggistiche dell'area veientana, che scaturiscono dalla varietà dell’assetto geomorfologico del territorio, delle sue caratteristiche microclimatiche, nonché dalle vicende storiche che per secoli hanno influito sull’utilizzo agro-silvo-pastorale dei terreni, è possibile distinguere spazi naturali-seminaturali e spazi antropici prevalentemente agrari ed urbani dove la vegetazione è spesso caratterizzata da specie coltivate ed essenze ornamentali. Negli spazi naturali e seminaturali, generalmente diffusi dove l'andamento morfologico del suolo non ha favorito l'estendersi delle colture, sono presenti formazioni boschive a dominanza di querce caducifoglie ed arbustive a dominanza di biancospino, corniolo e rovo. Le varie tipologie di fitocenosi presenti rispondono alla diversa natura dei suoli, al grado di umidità, all’esposizione ed all'andamento morfologico del territorio. Nell’area centro settentrionale del territorio del Parco sono prevalenti boschi a carattere mesofilo e meso-termofilo, diffusi in particolare negli ambienti di forra, lungo le principali valli ed incisioni ed in vasti comprensori quali quelli della Macchia di Roncigliano, ad ovest di Campagnano, del Monte Musino - Monte Broccoleto - Monte Bruciato tra Sacrofano e Formello e dei versanti che delimitano le Valli del Sorbo presso Formello. Tali formazioni forestali sono per la maggior parte caratterizzate da boschi misti di caducifoglie a dominanza di cerro con presenza di acero, carpino nero, bagolaro, orniello, castagno, carpino bianco e localmente, nelle situazioni più termofile anche di leccio e roverella. In ambienti più termofili, siti nella zona meridionale del Parco, prevalgono boschi misti di caducifoglie e sempreverdi dove al cerro si associano il lauro, il leccio, la roverella e in misura minore, ma significativa, la carpinella, l’olmo campestre, il bagolaro e il perastro. Si segnala inoltre nella zona nord-ovest del Parco la presenza di boschi di castagno, una specie introdotta dall’uomo in tempi antichi per la produzione del frutto (castagna) e del legname. Le formazioni arbustive hanno generalmente dimensioni spaziali ridotte a causa dell’intenso sfruttamento agricolo-forestale del territorio. Esse sono per la maggior parte rappresentate da siepi o da macchie, che si insediano sui versanti più acclivi. Arbusteti sono inoltre diffusi ai margini delle aree boscate dove costituiscono il cosiddetto “mantello del bosco”. Tali formazioni, che rivestono notevole importanza dal punto di vista ecologico in quanto rappresentano ambienti di fondamentale importanza per la fauna (habitat per la riproduzione, alimentazione e rifugio), sono costituite in genere da diverse specie quali il prugnolo, il biancospino, il ligustro, la rosa selvatica e dalle ginestre, specie pioniere ottime 8 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto colonizzatrici dei terreni sottratti all’agricoltura, che generalmente tendono a formare popolamenti monospecifici. La vegetazione ripariale è presente lungo i corsi d’acqua in modo discontinuo e si sviluppa, in genere, a stretto contatto con le cerrete dei versanti delle valli. Nello strato arboreo sono maggiormente diffusi il pioppo nero, il salice bianco e l’olmo campestre e meritevoli di nota, sono le formazioni ad ontano nero. Nello strato arbustivo sono frequenti il sambuco, la sanguinella e il rovo, mentre tra le erbacee si ricordano la saponaria e la canapa acquatica. Le formazioni erbacee, a causa della intensa diffusione nel Parco delle attività agricole e zootecniche, sono per lo più rappresentate da prati-pascoli e prati avvicendati periodicamente sfalciati e pertanto la loro composizione floristica risente fortemente delle attività antropiche. In generale sui suoli più acclivi, aridi e sottili tendono ad insediarsi specie a carattere xerofilo, mentre su suoli profondi sono presenti specie legate ad ambienti più umidi. Nelle aree periurbane ed ai margini dei campi sono presenti nuclei di falsa acacia, mentre le aree adiacenti, l'urbanizzato e i grandi viali di accesso ai casali ed alle ville sono caratterizzate da essenze di impianto artificiale introdotte in tempi più o meno recenti, costituite principalmente da pini, eucalipti, cedri ed oleandri. Per quanto riguarda le peculiarità floristiche del Parco sono da segnalare le stazioni botaniche presenti nelle gallerie e nei cunicoli tufacei scavati dagli Etruschi con specie rare tra le quali si ricordano Gymnogramme leptophyila, Carex remota, Phyllitis scolopendrium e Cardamine amara, segnalate dalla Commissione Straordinaria istituita dalla Regione Lazio per lo studio dei biotopi da proteggere nel Lazio. Area di notevole valore da un punto di vista faunistico. Tra i mammiferi più interessanti presenti ricordiamo numerosi mustelidi quali la faina, la martora, la donnola ed il tasso; diffusa è la volpe mentre più raro risulta l'istrice. Particolarmente ricco è il gruppo dei rettili, presenti il biacco, la vipera, il saettone, il cervone che giustifica la presenza di numerosi rapaci che nidificano nei costoni tufacei: il nibbio bruno, la poiana osservabile per lo più in zone aperte, lo sparviero in zone boscate, l'albanella minore che nidifica nelle zone erbose e coltivate, molto comune infine è il gheppio. Tra gli stringiformi presenti la civetta, il barbagianni, il gufo comune, l'assiolo, l'allocco. Particolarmente abbondante in tempi passati la presenza della tartaruga. Nelle zone umide albergano il tritone crestato, la rana di Berger, il tritone punteggiato, la raganella, la rana greca, la rana agile, la biscia dal collare, la testuggine d'acqua. Lungo i corsi e negli specchi d'acqua è possibile osservare la gallinella d'acqua, il martin pescatore, il pendolino e la ballerina gialla. L'avifauna è particolarmente ricca sia nelle specie stanziali che di passo: tra le prime riscontriamo la taccola, la cornacchia grigia, la capinera; fra le specie di passo: la beccaccia, l'allodola, l'usignolo. Nelle zone boscate si rinvengono, tra gli altri, il torcicollo, il picchio verde, il picchio rosso maggiore, il cuculo e la tortora. Numerosi sono i passeriformi notevolmente rappresentati. Presente anche la fauna migratrice. La direttiva “Habitat” 92/43 della Comunità Europea individua le specie di interesse prioritario da tutelare e a tal fine ha istituito una rete ecologica europea Natura 2000 di cui fanno parte i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) istituiti per tutelare le specie faunistiche, floristiche e gli habitat riportati negli allegati di detta direttiva. Il SIC, denominato “Valle del Cremera – Zona del Sorbo” (IT6030011) ubicato all’interno del Parco ha una estensione di 9 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 386 ettari e ospita tra le diverse specie animali alcune inserite negli allegati della Direttiva Habitat: • Milvus migrans (Nibbio bruno) e Lanius collurio (Averla piccola) (tra gli uccelli migratori abituali elencati dell’allegato I della direttiva 79/409/CEE); • Canis lupus (Lupo) (tra i mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE); è plausibile escludere che il sito di importanza comunitaria sia frequentato dal lupo (dal 1997, anno di istituzione dell’area protetta, non vi sono segnalazioni sulla presenza di questo mammifero in nessuna località del Parco); • Salamandrina terdigitata (Salamandrina perspicillata) (Salamandrina dagli occhiali) ed Elaphe quatuorlineata (Cervone) (tra gli anfibi e rettili elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE); • Padogobius nigricans (Ghiozzo etrusco) (tra i pesci elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) Ghiozzo di ruscello, un pesce endemico della Regione Italicopeninsulare che vive in corsi d’acqua di piccola e media portata, ciottolosi, con acque limpide e ben ossigenate; • Melanargia arge (una farfalla) (tra gli invertebrati elencati nell’Allegato II Direttiva 92/43/CEE) e che purtroppo non è stata rinvenuta nelle recenti indagini commissionate dall’Ente Parco. Altre specie importanti di flora e fauna sono: Coronilla girondica, Digitalis micrantha, Elaphe longissima, Hystrix cristata, Martes martes, Muscardinus avellanarius, Mustela putorius, Natrix tassellata, Rana italica. Gli elementi di vulnerabilità di questo sito sono costituiti dall’impatto antropico di attività turistiche del tempo libero, dai tentativi di insediamento edilizio e dalle comuni attività agro-silvo-pastorali. Il territorio dell’area protetta è interessato da dinamiche demografiche degne d’attenzione: gli 8 Comuni (con l’esclusione del dato del XX Municipio che non può essere estrapolato dai dati Istat del Comune di Roma) hanno fatto registrare, nel periodo compreso tra il 1951 e il 2001, un incremento della popolazione, passata da 16.344 unità a 47.849, con un aumento netto pari al 192,76%. Oltre ad un incremento numerico si deve registrare anche una singolare distribuzione dei residenti all’interno delle fasce di età. Vi è infatti una preponderante presenza giovanile (<14 anni) e di persone con un’età compresa tra i 14 e i 65 anni, mentre sono statisticamente minori gli over 65 (rispetto al dato provinciale e a quello regionale). Da rilevare, inoltre, che il Parco è ricco di produzioni tipiche che hanno un legame privilegiato con il territorio e che sono di conseguenza inserite in un regime di tutela del prodotto identificabile con i marchi DOP e IGT tutelate dalla Comunità Europea con i regolamenti 509/06 e 510/06 (ex 2081/92 e ex 2082/92) di seguito riportate: Caciotta di pecora, Marzolino/a, Ricotta di pecora, Ricotta Romana D.O.P, Pecorino primo sale, Fior di latte, Formaggio di capra, Caciotta di mucca, Caciotta mista ovi-vaccina, Scamorza, Caciocavallo vaccino, Abbacchio romano, Carne di bovino maremmano, Nocciola Romana, Carciofo romano, Liquore nocino, Miele, Olio di oliva extra vergine Soratte DOP, Vino IGT Lazio. L’insieme delle informazioni territoriali, ambientali e socio-economiche sono state utilizzate come dato di partenza per l’elaborazione del Piano di Assetto dell’area protetta. 10 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 4 La proposta di Piano di Assetto Questa revisione della proposta di Piano di Assetto del Parco di Veio si basa sul quadro analitico e sugli spunti emersi nelle relazioni di settore appositamente predisposte. La proposta di zonizzazione prevede l’individuazione di quattro zone, come previsto dall’art. 26 della L.R 29/1997 e s.m.i. . Le zone e sottozone sono state individuate in rapporto ai valori di naturalità riscontrati e agli utilizzi del territorio in essere o auspicabili per il futuro in un ottica di sviluppo sostenibile. Secondo quanto recita l’art. 26 della legge regionale 29/97, la zona omogenea di maggiore tutela è “la zona A di riserva integrale nella quale l’ambiente è conservato nella sua integrità”; segue “la zona B di riserva generale nella quale è vietato realizzare nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere consentite le utilizzazioni produttive, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, gli interventi sulle risorse naturali a cura dell’Ente di Gestione, nonché, a norma dell’art. 31, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 457, gli “interventi di manutenzione ordinaria, quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti” e gli “interventi di manutenzione straordinaria, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso”. Sono altresì consentiti interventi di adeguamento igienico sanitario e strutturali del patrimonio edilizio esistente per finalità agro-silvo-pastorali ed agrituristiche”; quindi “la zona C di protezione, nella quale, in armonia con le finalità istitutive dell’area protetta ed in conformità ai criteri fissati dall’Ente di Gestione con il regolamento di cui all’art. 27, continuano, secondo gli usi tradizionali o secondo metodi di agricoltura biologica e/o compatibile, le attività agro-silvo-pastorali, la raccolta di prodotti naturali, incoraggiando anche la produzione artigianale di qualità e l’attività agrituristica. Sono quindi ammessi secondo lo stesso art. 31, primo comma, gli “interventi di manutenzione ordinaria, quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti”, gli “interventi di manutenzione straordinaria, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso” e gli “interventi di restauro e di risanamento conservativo, quelli rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio” e, infine, “la zona D di promozione economica e sociale, da individuare nelle aree più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nella quale le iniziative previste dal programma pluriennale di cui all’art. 30 possono svilupparsi in armonia con le finalità di 11 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto tutela dell’area, per migliorare la vita sociale e culturale delle collettività locali ed il godimento dell’area stessa da parte dei visitatori”. Vengono individuati gli elementi del paesaggio maggiormente significativi, le connessioni ecologiche e le aree ritenute sensibili rispetto alle indicazioni del PTPR (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale) del PTPG della Provincia di Roma e dei PTP, alla carta della vegetazione della Provincia di Roma, alla carta delle emergenze faunistiche e floristiche del Piano di Assetto, alla carta dei beni archeologici, alla carta dell’uso del suolo, alle componenti agronomica geologica, forestale e di Rete Natura 2000 nonché alle evidenze che emergono dalle ortofoto (volo certificato del 2005). 5 Gli indirizzi di pianificazione del Piano di Assetto del Parco di Veio Il Piano, ai sensi della L 394/91 e della L.R. 29/97 e s.m.i., ha fra le sue finalità quella di assicurare la tutela dell’area naturale protetta, delle sue risorse e dei suoi beni paesaggistici, disciplinandone l’uso ed il godimento, nonché prevedendo le azioni e gli interventi a tale fine necessari e/o opportuni. In particolare, il Piano: • stabilisce la perimetrazione definitiva del Parco, • prevede l’organizzazione generale del territorio dell’area naturale protetta e la sua articolazione in zone e sottozone, nonché le azioni e gli interventi necessari ed opportuni per garantire la tutela, il godimento e l’uso dei beni e delle risorse dell’area naturale protetta e di ciascuna zona e sottozona, • definisce gli indirizzi ed i criteri per gli interventi sulla flora e sulla fauna, sul paesaggio e sui beni naturali e culturali, • individua, disciplinandone le destinazioni d’uso pubblico o privato, le diverse parti dell’area naturale protetta, • prevede i diversi gradi di accessibilità pedonale e veicolare, • individua, disciplinandone l’uso ed il godimento, le attrezzature ed i servizi per la fruizione sociale dell’area naturale protetta, • definisce le procedure per l’individuazione dei corridoi ecologici al fine di promuovere interventi di mantenimento e di potenziamento della continuità ecologica e di garantire la protezione delle aree interne dalle influenze esterne potenzialmente dannose, • Proposta di perimetrazione delle aree contigue all’are protetta. Per la redazione del Piano di Assetto si è proceduto ad un’analisi di dettaglio della normativa ambientale di livello internazionale, nazionale e regionale e di tutti i Piani e Programmi che potessero avere attinenza con il Piano. Da questo processo sono scaturiti gli obiettivi contenuti nel Piano di Assetto. Il quadro d’insieme che è stato riportato anche nella Relazione generale che accompagna il Piano, ha permesso di avere una visione globale sia dello stato dell’ambiente sia del quadro normativo sovraordinato e non. Da tutto ciò è scaturita la stesura di quattro documenti facenti parte del Piano di Assetto: il Documento Programmatico (la cui stesura è prevista dalle “Linee Guida per la redazione dei Piani delle Aree Regionali Protette Regionali” della Regione Lazio), le norme tecniche di attuazione, le schede d’intervento ad esse allegate e la carta degli 12 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto interventi. Oltre ai documenti sopraccitati il Piano si compone anche di una Relazione generale, le Tavole di Piano, le Tavole di Analisi e le Carte Tematiche. Il Regolamento del Parco così come previsto dalla L. R. 29/1997 art. 27 sarà predisposto in una fase successiva. Nel Documento Programmatico sono riportati gli obiettivi che si intende perseguire con il Piano di assetto; tali obiettivi sono di seguito elencati. A. il mantenimento e, per quanto necessario, la ricostituzione della continuità ecologica e paesaggistica del territorio compreso entro la perimetrazione del Parco di Veio e costituente l’insieme delle aree a esso contigue, nonché tra esso e il territorio circostante; B. la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di situazioni di equilibrio, anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana; C. la conservazione dei siti a più forte connotato di naturalità; D. il mantenimento degli assetti paesaggistici, ove e per quanto risultanti di consolidati e soddisfacenti equilibri tra le componenti naturali, e i loro processi evolutivi, e l’azione antropica; E. la ricerca, lo studio, la tutela dei complessi e dei beni archeologici, nonché la sistemazione e l’attrezzamento delle aree interessate dalla loro presenza così da evidenziarne i rapporti, facilitarne la comprensione e assicurarne il pubblico godimento; F. la conservazione attiva degli insediamenti storici, urbani e non urbani, e dei manufatti edilizi singoli aventi interesse storico e la valorizzazione della loro distribuzione sul territorio anche a fini di complessiva fruizione collettiva dello stesso, nonché la conservazione, e per quanto occorra il recupero e la riqualificazione, degli intorni dei predetti elementi territoriali, al fine di consentire la piena percezione delle loro qualità; G. il recupero e la rifunzionalizzazione dei percorsi storici; H. la riqualificazione delle aree caratterizzate da fenomeni di degrado di qualsiasi natura e origine; I. la sistemazione e l’attrezzamento di parti del territorio a fini di più intensa utilizzazione per attività di tempo libero, ricreative e sportive all’aria aperta, a servizio della popolazione insediata nel sistema metropolitano cui il Parco di Veio inserisce; J. la tutela e la promozione di attività agro-silvo-pastorali coerenti con la tutela dei valori ambientali e paesaggistici, e la valorizzazione, anche economica, della tipicità e qualità dei relativi prodotti; K. la promozione delle attività complementari a quelle agro-silvo-pastorali, e di ogni altra attività compatibile con gli obiettivi di tutela, riqualificazione, valorizzazione, e funzionale al loro perseguimento, nonché alla fruizione collettiva del territorio e dei beni e valori tutelati; L. l’organizzazione di attività di educazione, formazione e ricerca scientifica; M. la definizione di sistemi di accessibilità, e di percorsi, coerenti con ogni altro precedentemente indicato obiettivo, e funzionali al loro perseguimento. Il Piano di Assetto del Parco, ai sensi dell’art. 26, comma 6, della L. R. 29/97 e s.m.i., fermo restando quanto previsto dall’art. 145 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, 13 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto sostituisce i piani territoriali o urbanistici di qualsiasi livello e ha valore di piano urbanistico. Il piano ha effetto di dichiarazione di pubblica utilità per gli interventi in esso previsti. L’Ente di Gestione, al fine di coordinare e regolare nel tempo l’attuazione del Piano, può predisporre un programma generale d’intervento, da aggiornare ogni 3 anni, con il quale individua o integra le priorità nell’organizzazione delle fasi attuative del Piano e nella realizzazione degli interventi. L’Ente di Gestione può predisporre, altresì, per ciascun settore, documenti di indirizzo (piani di settore), che individuano le esigenze cui far fronte e le relative azioni da porre in essere, definendo le priorità, le connessioni e le sequenze dei diversi interventi, compresi quelli di natura manutentiva, e disciplinando ogni altro profilo rilevante per ordinare e regolare la specifica azione di attuazione del Piano, nel settore considerato. 6 Possibili evoluzioni in assenza di Piano Il quadro evolutivo dello scenario attuale del Parco, in assenza del Piano, è stato ipotizzato sulla base della conoscenza diretta di fenomeni già in atto e di elementi di criticità emersi dalla valutazione del contesto. Essendo sostanzialmente due gli ambiti principali su cui ricadono gli effetti del Piano, il primo ambientale–paesaggistico e il secondo economico produttivo, per maggior chiarezza si è scelto di valutare i possibili effetti dell’assenza di piano suddividendoli fra i due ambiti: − − − − Scenario ambientale-paesaggistico Restano in vigore le norme di Salvaguardia, attualmente vigenti, relative all’art. 8 della L.R. n. 29 del 6 ottobre 1997e s.m.i.: l’area Parco è suddivisa in “Zone A di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con inesistente o limitato grado di antropizzazione” e “Zone B di valore naturalistico, paesaggistico e culturale contraddistinte da maggior grado di antropizzazione” pari rispettivamente a circa il 95% e il 5% dei 15.131 ettari del Parco. L’intera area è sottoposta a una gestione ambientale conservativa, ma poco mirata alle specifiche esigenze del territorio; solo nei casi in cui i PTP vigenti, ed il PTPR attualmente in fase di approvazione, presentino misure più restrittive in ambiti specifici, queste ultime prevalgono; Impostazione episodica e scoordinata degli interventi di gestione forestale; Sostanziale mantenimento o possibile peggioramento semplificazione e degrado del contesto agroforestale; delle condizioni di Possibile perdita di biodiversità causata da: • • assenza di regolamentazione del pascolo con possibile perdita di habitat essenziali per la sopravvivenza di specie animali e vegetali (ripercussioni sull’intera catena trofica con semplificazione della struttura dell’ecosistema); incremento delle sostanze inquinanti provenienti dalle deiezioni degli animali pascolanti; 14 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto • • costipazione dei terreni, con conseguente dilavamento dei suoli e perdita di fertilità; nella zona prevista nel Piano come A riserva integrale le attività sportive e di fruizione potrebbero arrecare danno alle popolazioni di Salamandrina terdigitata (specie tutelata a livello comunitario dalla Direttiva “Habitat”) ivi presenti; Scenario economico-produttivo − − − − Il mantenimento delle norme di Salvaguardia relative all’art. 8 L.R. n. 29 del 6 ottobre 1997, attualmente in vigore, impone limitazioni all’utilizzo del territorio e al suo sviluppo socio-economico non consentendo una gestione mirata in funzione delle caratteristiche specifiche delle zone ma uniformando gli ambiti di tutela su tutto il territorio; La nuova edificazione improntata ad un miglioramento dei servizi da offrire al pubblico e della fruibilità (es. Scheda di intervento 4 del Piano del Parco) con ovvio miglioramento dello sviluppo economico dell’area non sarebbe consentita, con la sola eccezione dei PUA che derogano alle norme di Salvaguardia; Gli Interventi di demolizione e ricostruzione indirizzati al miglioramento non solo strutturale ma anche e soprattutto Paesaggistico non sarebbero ammessi; Gli interventi di recupero urbanistico delle aree urbanizzate previsti dal Piano nelle zone D3, con l’obiettivo di dotare i nuclei delle necessarie opere di urbanizzazione primaria eventualmente mancanti, nonché di attrezzature di servizio e di verde pubblico, attribuendo una forma riconoscibile ai nuclei, anche con il completamento edilizio, non sarebbero ammissibili. 7 Alternative Molte delle scelte fatte durante il vaglio delle azioni da inserire nel piano sono state dettate dalle indicazioni, dalle normative, dai piani e dai programmi sovraordinati. I margini di scelta, quindi, sono assai limitati se non addirittura fissati da altri Enti. Vi è inoltre un ulteriore aspetto che è stato considerato quando sono state stabilite le azioni del piano. La legge regionale n. 29/1997 e s.m.i. all’articolo 27 prevede che l’Ente di gestione dell’area protetta adotti il Regolamento (strumento normativo che disciplina gli interventi ammissibili all’interno dell’area protetta, al fine di tutelare l’ambiente) contestualmente all’adozione del piano oppure entro sei mesi da tale data. Gli organi dell’Ente con potere decisionale hanno stabilito di adottare in un secondo momento il Regolamento. Pertanto le modalità di realizzazione di questi interventi saranno definite nel Regolamento e le alternative saranno valutate in fase di predisposizione dello stesso. 15 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 8 Macrosettori di Intervento I Macrosettori d’Intervento, e le relative Azioni, sono stati desunti dall’analisi delle norme tecniche, delle schede d’intervento ad esse allegate e dalla carta degli interventi. Per Macrosettore d’intervento si intende l’insieme delle Azioni previste dal Piano che hanno una stretta attinenza tra loro. Allo scopo di armonizzare i contenuti e per fornire un quadro riassuntivo si riporta di seguito la tabella 24 dove sono esplicitati i rapporti tra ciascun Macrosettore d’intervento le Azioni che in esso sono ricomprese e i relativi obiettivi del Piano (tabella 8.1). M acrosettore di Intervento I nt 1 I nt 2 Descrizione Interventi volti alla conservazione e valorizzazione dei beni paesaggistici. Iniziative per la valorizzazione e fruizione dei beni storicoarcheologici e monumentali. Riqualificazione del patrimonio storico-monumentale ed estetico-tradizionale. Interventi volti alla conservazione e valorizzazione dei beni ambientali (formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche): ricomposizione degli squilibri, rimozione rifiuti e forme di degrado, Delocalizzazione attività incompatibili con le finalità dell’Area Protetta. Prevenzione incendi. Attività di salvaguardia della funzionalità delle reti ecologiche e di tutela e miglioramento dello stato di conservazione delle specie e A zioni z1.1 z2.1 z2.2 Descrizi one Interve nti volti alla conservazione e valorizzazione dei beni paesaggistici. Iniziative per la valorizzazione e A fruizione dei beni storicoarcheologici e monumentali. Riqualificazione del patrimonio storicomonumentale ed esteticotradizionale. Interve nti volti alla conservazione e valorizzazione dei A beni ambientali (formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche) Ricomp osizione degli A squilibri, rimozione rifiuti e forme di degrado 16 Obiettivo il mantenimento degli assetti paesaggistici, ove e per quanto risultanti di consolidati e soddisfacenti equilibri tra le componenti naturali, e i loro processi evolutivi, e l’azione antropica; la ricerca, lo studio, la tutela dei complessi e dei beni archeologici, nonché la sistemazione e l’attrezzamento delle aree interessate dalla loro presenza così da evidenziarne i rapporti, facilitarne la comprensione e assicurarne il pubblico godimento; la conservazione attiva degli insediamenti storici, urbani e non urbani, e dei manufatti edilizi singoli aventi interesse storico e la valorizzazione della loro distribuzione sul territorio anche a fini di complessiva fruizione collettiva dello stesso, nonché la conservazione, e per quanto occorra il recupero e la riqualificazione, degli intorni dei predetti elementi territoriali, al fine di consentire la piena percezione delle loro qualità; il recupero e la rifunzionalizzazione dei percorsi storici mantenimento e ricostituzione della continuità ecologica e paesaggistica del territorio compreso entro la perimetrazione del Parco di Veio e costituente l’insieme delle aree a esso contigue, nonché tra esso e il territorio circostante; la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di situazioni di equilibrio, Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto M acrosettore di Intervento Descrizione A zioni degli habitat z2.3 z2.4 z2.5 I nt 3 I nt 4 Tutela e promozione delle produzioni artigiane. Favorire lo sviluppo agricolo mediante l’adozione di metodologie orientate verso l'agricoltura biologica e integrata, prevedendo anche la trasformazione in conformità con l’istituto della multifunzionalità delle aziende agricole di cui al D.Lgs. n. 228/2001 e successive modificazioni ed integrazioni (es.attività agrituristiche). Sostegno alle produzioni tipiche ai sensi del art. 21 del medesimo D.Lgs e tutela del paesaggio agrario caratteristico dell'Agro romano. Sviluppo di tecniche di allevamento ecocompatibili e orientate ad un uso sostenibile dei pascoli. Tutela degli elementi fissi del paesaggio : alberi isolati, siepi naturali e muri a secco. Delocal izzazione attività A incompatibili con le finalità dell’Area Protetta Preven A zione incendi. Attività di salvaguardia della funzionalità delle reti ecologiche e di A tutela e miglioramento dello stato di conservazione delle specie e degli habitat A z3.1 A z4.1 A z4.2 I nt 5 z5.2 Tutela e promozione delle produzioni artigiane. Alleva mento e pascolo Obiettivo anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana; la conservazione dei siti a più forte connotato di naturalità; la riqualificazione delle aree caratterizzate da fenomeni di degrado di qualsiasi natura e origine; la promozione delle attività complementari a quelle agro-silvopastorali, e di ogni altra attività compatibile con gli obiettivi di tutela, riqualificazione, valorizzazione, e funzionale al loro perseguimento, nonché alla fruizione collettiva del territorio e dei beni e valori tutelati la tutela e la promozione di attività agro-silvo-pastorali coerenti con la tutela dei valori ambientali e paesaggistici, e la valorizzazione, anche economica, della tipicità e qualità dei relativi prodotti; la promozione delle attività complementari a quelle agro-silvopastorali, e di ogni altra attività compatibile con gli obiettivi di tutela, riqualificazione, valorizzazione, e funzionale al loro perseguimento, nonché alla fruizione collettiva del territorio e dei beni e valori tutelati Agricolt ura e sostegno alle produzioni tipiche A Attività forestali A Pascol o in bosco z5.1 Gestione sostenibile del soprassuolo forestale e del pascolo in bosco mirata alla conservazione delle caratteristiche bioecologiche specifiche di ciascuna area e al miglioramento delle risorse forestali. Descrizi one 17 la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di situazioni di equilibrio, anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana; la conservazione dei siti a più forte connotato di naturalità Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto M acrosettore di Intervento Descrizione A zioni A I nt 6 I nt 7 I nt 8 Provvedimenti per la salvaguardia degli acquiferi sotterranei e delle acque di scorrimento superfiale e della funzionalità fluviale dei corsi d’acqua. Interventi di bonifica e autodepurazione volti alla rinaturalizzazione dei corsi d'acqua. Promozione di attività di ricerca con finalità di conservazione, salvaguardia e tutela. Sviluppo di attività didattiche per la diffusione delle informazioni ambientali e di sensibilizzazione della popolazione residente per un uso sostenibile delle risorse ambientali. Sostegno ad iniziative volte a fornire informazioni tecniche agli imprenditori. Promuovere lo sviluppo e la diffusione dei sistemi di produzione di energia attraverso fonti rinnovabili, compatibilmente con le esigenze di tutela dell’ambiente e del paesaggio. z6.1 z6.2 A A z8.1 z9.1 I nt 9 Adeguare o eventualmente creare percorsi stradali, marciapiedi, parcheggi e percorsi ciclabili. Adeguare gli impianti ferroviari. Sviluppare il sistema di viabilità interna ciclo-pedonale ed equestre destinato alla fruizione pubblica sentieristica. Creazione di strade interpoderali. Apposizione di cartellonistica e segnaletica. z9.2 Salvag uardia degli acquiferi sotterranei Misure per il mantenimento A della funzionalità fluviale e di tutti i microhabitat acquatici z7.1 z7.2 Descrizi one Promoz ione di attività di ricerca con finalità di conservazione, salvaguardia e tutela Svilupp o di attività didattiche Svilupp o e diffusione dei sistemi di A produzione di energia alternativa Adegua re o eventualmente A creare percorsi stradali, marciapiedi, parcheggi e percorsi ciclabili. Adegua re e sviluppare il sistema di viabilità interna ciclo-pedonale ed equestre destinato alla A fruizione pubblica sentieristica. Creazione di strade interpoderali. Apposizione di cartellonistica e segnaletica. 18 Obiettivo la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di situazioni di equilibrio, anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana; la conservazione dei siti a più forte connotato di naturalità la ricerca, lo studio, la tutela dei complessi e dei beni archeologici, nonché la sistemazione e l’attrezzamento delle aree interessate dalla loro presenza così da evidenziarne i rapporti, facilitarne la comprensione e assicurarne il pubblico godimento; il recupero e la rifunzionalizzazione dei percorsi storici; l’organizzazione di attività di educazione, formazione e ricerca scientifica la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di situazioni di equilibrio, anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana la ricerca, lo studio, la tutela dei complessi e dei beni archeologici, nonché la sistemazione e l’attrezzamento delle aree interessate dalla loro presenza così da evidenziarne i rapporti, facilitarne la comprensione e assicurarne il pubblico godimento; la sistemazione e l’attrezzamento di parti del territorio a fini di più intensa utilizzazione per attività di tempo libero, ricreative e sportive all’aria aperta, a servizio della popolazione insediata nel sistema metropolitano cui il Parco di Veio inerisce; la definizione di sistemi di accessibilità, e di percorsi, coerenti con ogni altro precedentemente indicato obiettivo, e funzionali al loro perseguimento Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto M acrosettore di Intervento I nt 10 I nt 11 I nt 12 I nt 13 I nt 14 I nt 15 Descrizione Istituzione aree contigue con le finalità previste dalla L.R. 29/1997 art. 10. Realizzazione di parcheggi pertinenziali, nuove costruzioni e recinzioni; attività di demolizione e ricostruzione; trasformazioni funzionali degli edifici. Adeguamento degli impianti a rete per garantire una riqualificazione degli ambiti insediativi. Esercizio dell’attività di vigilanza. Realizzazione di nuovi impianti vivaistici destinati alla produzione di piante a ecotipo locale e di impianti di itticoltura. Rimboschimento. Recupero/mantenim ento e nuova realizzazione di campeggi e campi sportivi all’aperto. A zioni A z10.1 Descrizi one Istituzio ne aree contigue Realizz azione di parcheggi pertinenziali, nuove costruzioni e recinzioni; A z11.1 attività di demolizione e ricostruzione; trasformazioni funzionali degli edifici. Adegua mento degli impianti a rete per A garantire una z12.1 riqualificazione degli ambiti insediativi. A z13.1 Esercizi o dell’attività di vigilanza. Realizz azione di nuovi impianti vivaistici destinati alla A produzione di z14.1 piante a ecotipo locale e di impianti di itticoltura. Interve nti di A rimboschimento z14.2 con specie autoctone. Recupe ro/mantenimento e nuova A realizzazione di z15.1 campeggi e campi sportivi all’aperto. 19 Obiettivo il mantenimento degli assetti paesaggistici, ove e per quanto risultanti di consolidati e soddisfacenti equilibri tra le componenti naturali, e i loro processi evolutivi, e l’azione antropica la promozione delle attività complementari a quelle agro-silvopastorali, e di ogni altra attività compatibile con gli obiettivi di tutela, riqualificazione, valorizzazione, e funzionale al loro perseguimento, nonché alla fruizione collettiva del territorio e dei beni e valori tutelati; la riqualificazione delle aree caratterizzate da fenomeni di degrado di qualsiasi natura e origine la riqualificazione delle aree caratterizzate da fenomeni di degrado di qualsiasi natura e origine la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di situazioni di equilibrio, anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana la tutela e la promozione di attività agro-silvo-pastorali coerenti con la tutela dei valori ambientali e paesaggistici, e la valorizzazione, anche economica, della tipicità e qualità dei relativi prodotti la sistemazione e l’attrezzamento di parti del territorio a fini di più intensa utilizzazione per attività di tempo libero, ricreative e sportive all’aria aperta, a servizio della popolazione insediata nel sistema metropolitano cui il Parco di Veio Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto M acrosettore di Intervento Descrizione A zioni Descrizi one Nuova realizzazione di piccole aree picnic, aree A attrezzate per la z15.2 sosta e il gioco dei bambini e attività sportiva a cielo aperto (percorsi salute) Obiettivo inerisce Tabella 8.1: I Macrosettori di Intervento, le Azioni e gli Obiettivi del Piano 20 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto 9 Lo schema DPSIR e la valutazione degli impatti L’agenzia Europea per l’Ambiente (European Enviromment Agency) ha predisposto uno schema conosciuto con l’acronimo DPSIR (Drivers, Pressures, State, Impact, Responces) che in italiano può essere tradotto con “Determinati, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte”. Con l’ausilio di questo schema è possibile affrontare l’analisi ambientale prevista per la Valutazione Ambientale Strategica in maniera logica e comprensibile, rispondendo inoltre alle specifiche esigenze emerse durante l’analisi. Un ulteriore elemento che rende lo schema DPSIR particolarmente adatto a questo genere di studi è anche dato dal grado di dettaglio al quale si perviene non solo quando si valutano i Determinati (ciò che origina la pressione), le Pressioni da essi esercitate, gli Impatti sulle tematiche ambientali di riferimento (Stato), ma anche nel momento in cui vengono predisposti gli indicatori per il monitoraggio dell’evoluzione del territorio. I Determinanti di questo schema sono le Azioni previste dal Piano, mentre lo Stato corrisponde ai Temi ambientali (allegato VI d.lgs 152/2006) . Nel Rapporto Ambientale i Temi ambientali considerati sono i seguenti Biodiversità flora e Fauna, Popolazione, Salute Umana, Suolo, Acqua, Aria, Fattori climatici, Patrimonio Culturale e Paesaggio. A titolo di esempio si riporta un tipico caso di studio che si è incontrato durante la stesura del Rapporto Ambientale. Nella tabella sottostante, nella seconda colonna, viene descritto il Determinante: Promozione di attività di ricerca con finalità di conservazione salvaguardia e tutela che deriva dal Macrosettore di Intervento 7: Promozione di attività di ricerca con finalità di conservazione, salvaguardia e tutela. Sviluppo di attività didattiche per la diffusione delle informazioni ambientali e di sensibilizzazione della popolazione residente per un uso sostenibile delle risorse ambientali. Sostegno ad iniziative volte a fornire informazioni tecniche agli imprenditori. Tale Determinante origina le Pressioni sotto riportate che influiscono su alcuni Temi (Stati) generando Impatti talvolta positivi e talvolta negativi (tabella 9.1). DETERMINANTI z7.1 Promozione di attività di ricerca con finalità di conservazione salvaguardia e tutela presenza di persone in aree di pregio prelievo di esemplari acquisizione di conoscenze per la tutela e il monitoraggio delle specie e degli habitat P S PRESSIONI IMPATTI TATO S del - Bi disturbo alla fauna e odiversità, alla flora causato dalla presenza Flora e di personale Fauna Bi diminuzione del pool odiversità, genico Flora e Fauna - Bi individuazione delle odiversità, corrette modalità gestionali delle Flora e specie e degli habitat Fauna + uolo 21 compattazione ositivo /Negativo suolo - Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto DETERMINANTI S PRESSIONI Divulgazione delle informazioni ambientali TATO P opolazione P IMPATTI ositivo /Negativo incremento delle conoscenze sul patrimonio ambientale + aumento potenziale dell'attrattiva turistica a seguito dell'esito delle ricerche + Tabella 9.1: Esempio del rapporto esistente tra i Determinanti, le Pressioni, lo Stato gli Impatti (positivi e negativi) La valutazione degli impatti riportati nella precedente tabella è stata fatta per ciascuna sottozona valutando la positività o negatività dell’impatto rispetto al tema ambientale coinvolto. Successivamente ciascun impatto è stato valutato tenendo conto di quattro parametri: 1. L’intensità dell’ impatto, intesa come la sua capacità di modificazione del tema ambientale, è stata così valutata; 2. L’estensione degli effetti che l’impatto genera è stata determinata secondo la seguente scala; 3. La frequenza con la quale l’impatto si ripete; 4. La durata degli effetti dell’impatto. 10 Valutazione di Incidenza Le procedure di valutazione d'incidenza costituiscono un elemento essenziale nell'ambito dei procedimenti di tutela preventiva dei siti della Rete Natura 2000. In tale procedura lo studio di incidenza, di un piano o progetto, è finalizzato a verificare se vi siano incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi/piani che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. Il Decreto Legislativo 152/2006, modificato e integrato dal D.Lgs. 4/2008, prevede che la VAS e la VIA comprendono le procedure di valutazione d'incidenza di cui all'articolo 5 del decreto n. 357 del 1997; 11 Strutturazione del programma di monitoraggio, gli Indicatori e le Misure di Mitigazione e Compensazione La fase di monitoraggio con il controllo degli impatti ambientali significativi, prevista dal processo della VAS, ha come obiettivo quello di valutare l’efficacia del Piano e consente 22 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto di indirizzare le eventuali rimodulazioni dei contenuti e delle linee di azione del piano adeguandolo in tempo reale alle dinamiche di evoluzione del territorio. La fase di valutazione presuppone che vi sia la disponibilità dei dati relativi ai risultati dell’attività svolta dal Piano. Tali informazioni sono per mole e qualità difficilmente producibili con il solo sforzo dell’Ente Parco, che avrà pertanto il compito di predisporre convenzioni e protocolli con altri Enti pubblici che svolgono abitualmente controlli sull’ambiente. Il Parco intende comunque provvedere in maniera autonoma all’acquisizione di alcuni dati ambientali e prevede quindi di dotarsi di strumentazione per la rilevazione di parametri meteorologici, che sono fondamentali per poter effettuare una valutazione concreta delle condizioni ambientali e predisporre eventuali interventi di ripristino nonché misure finalizzate alla salvaguardia di specie animali e vegetali. Studi specifici verranno realizzati per approfondire gli aspetti idrologici, idrogeologici e pedologici dell’area, oggi ancora poco noti. In particolare dovrà essere affrontato attraverso il monitoraggio anche l’aspetto delle disponibilità idriche del territorio al fine di consentire in funzione delle necessità idriche esplicitate nelle richieste di nulla osta presentate al Parco il rilascio di nulla osta in un’ottica di sostenibilità. Grande attenzione sarà rivolta alla fauna ittica della area, della quale si ha una scarsa conoscenza sia qualitativa che quantitativa. Tutti i dati ambientali in possesso del Parco in conformità con quanto previsto dalla Direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale saranno resi pubblici. Per favorire un rapporto più diretto e ravvicinato fra cittadini ed Ente Parco e accrescere la soddisfazione delle parti interessate verrà attivato, all’interno del sito internet istituzionale del Parco, un servizio on-line per consentire al cittadino di esprimere la propria opinione sull’attività svolta dall’Ente attraverso mail e sondaggi. Fra le iniziative che il Parco intende promuovere vi sono sicuramente tutte le attività ecocompatibili che hanno quale principio ispiratore la sostenibilità ambientale e che verranno promosse attraverso la didattica ambientale nelle scuole, gli incontri tematici con la cittadinanza e la diffusione di informazioni attraverso i propri operatori. La scelta delle misure che prevengano, riducano o compensino gli impatti è stata effettuata secondo il seguente criterio: poiché il Piano che è stato predisposto è quello di un’area protetta, la cui finalità, è bene ricordarlo, è la salvaguardia delle emergenze naturalistiche e paesaggistiche presenti sul territorio, per tutti gli impatti negativi sono state previste delle misure di mitigazione. Le risposte riportate nel Rapporto Ambientale sono il frutto di un’attenta valutazione maturata anche dal confronto avuto con i tecnici del Parco; tale confronto ha permesso di focalizzare l’attenzione su delle specifiche azioni che, nell’arco del tempo trascorso da quando l’Ente Parco ha iniziato ad operare sul territorio, si sono presentate con maggior frequenza e sulle quali già in passato i tecnici hanno avuto modo di studiare le alternative possibili per mitigare gli impatti. Le azioni mitigatrici, inoltre, sono il risultato di una visione d’insieme, cioè si sono considerati anche gli effetti positivi, nonché i negativi, che il determinante o la pressione ha sul medesimo o su altri temi. In altre parole, per poter ottenere una valutazione quanto più oggettiva possibile, sono stati considerati anche gli effetti cumulativi e quelli sinergici. 23 Sintesi non tecnica Rapporto ambientale - Piano di Assetto Le azioni mitigatrici saranno attuate tenendo conto della sensibilità dell’area sulla quale agiranno: soltanto in questo modo, infatti, si potrà rispondere ragionevolmente alle specifiche esigenze del contesto ambientale su cui l’intervento andrà ad influire. Per ciascuna risposta vengono anche riportati, nel Rapporto Ambientale, gli indicatori sull’attuazione del piano, sugli impatti individuati e sullo stato dell’ambiente. Facendo seguito all’esempio riportato nel capitolo 9 si ritiene opportuno specificare quali sono le risposte che si è deciso di riportare nel Rapporto Ambientale per mitigare e compensare le problematiche causate dal Determinante Promozione di attività di ricerca con finalità di conservazione salvaguardia e tutela. L’Ente Parco dovrà predisporre una procedura sullo svolgimento delle attività al fine di limitare al minimo il disturbo alla flora e alla fauna; nella procedura dovranno essere esplicitate anche le modalità con cui si procederà al controllo sul campo. Per avere informazioni sullo stato di attuazione delle azioni del Piano e per monitorare lo stato dell’ambiente sono stati individuati gli indicatori, che nel caso specifico sono: avvenuta predisposizione della procedura, numero controlli effettuati/totale dei nulla osta, numero autorizzazioni rispettate dai richiedenti/numero di controlli espletati. Nel Rapporto Ambientale sono anche riportati gli indicatori contenuti nel Documento Programmatico, poiché anche mediante il loro apporto sarà possibile monitorare le risposte e capire se le azioni poste in essere dal Parco stanno andando verso la sostenibilità. 24