Piano di Assetto del Parco di Veio Sintesi non tecnica

Parco Regionale
di Veio
Piano di Assetto del Parco di Veio
Sintesi non tecnica
Gennaio 2012
Revisione della Proposta di Piano
(Anno 2009)
Responsabile del procedimento e coordinatore
Consulenza aspetti naturalistici: Dott. D. Boschi
gruppo
di
lavoro:
Arch.
S.
Codispoti
Ente Parco di Veio:
Settore pianificazione territoriale e urbanistica: Ing. R. Michetti, Ing. L. Simonetti
Settore naturalistico: Dott.ssa G. Monterosso, Dott.ssa M. Cantù
Settore forestale: Dott.ssa S. Di Primio, Dott.ssa A. Catena
Agenzia Regionale per i Parchi:
Settore Pianificazione: Arch. M. Bruschi
Integrazione della Proposta di Piano con la VAS (Anno 2011)
Responsabile del procedimento: Dott.ssa A. Somaschini
Ente Parco di Veio:
Settore pianificazione territoriale e urbanistica: Ing. L. Simonetti
Settore naturalistico: Dott.ssa M. Cantù
Agenzia Regionale per i Parchi:
Settore pianificazione: Arch. E. Peroni, N. Benedetti, Geol. C. Fattori, Dott. M. Tufano
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
INDICE
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La valutazione ambientale strategica con particolare riferimento alla pianificazione
nelle Aree Protette ................................................................................................... 2
2
Metodologia di Valutazione Ambientale Strategica applicata ad un Piano di Assetto
di Area Protetta ........................................................................................................ 5
3
Il quadro conoscitivo .................................................................................................... 6
4
La proposta di Piano di Assetto ................................................................................. 11
5
Gli indirizzi di pianificazione del Piano di Assetto del Parco di Veio....................... 12
6
Possibili evoluzioni in assenza di Piano .................................................................... 14
7
Alternative .................................................................................................................. 15
8
Macrosettori di Intervento .......................................................................................... 16
9
Lo schema DPSIR e la valutazione degli impatti....................................................... 21
10
Valutazione di Incidenza ............................................................................................ 22
11
Strutturazione del programma di monitoraggio, gli Indicatori e le Misure di
Mitigazione e Compensazione .............................................................................. 22
1
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
1 La valutazione ambientale strategica con particolare
riferimento alla pianificazione nelle Aree Protette
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) non è soltanto un elemento di
valutazione, ma è parte integrante del piano e ne diventa un efficace strumento gestionale e di
monitoraggio. È opportuno notare che i criteri politici decisionali sono fluidi e continui e che
la VAS, per risultare efficace, deve intervenire nei punti giusti del processo decisionale. È
quindi necessario approfondirne gli aspetti tecnico-scientifici avendo presente che la VAS è
uno strumento e non il fine ultimo.
La VAS permette di svolgere un processo in cui il piano viene analizzato e sviluppato
basandosi su di una quantità di prospettive, obiettivi e costrizioni, maggiore rispetto a quelli
inizialmente identificati dal proponente (nella tabella di seguito sono riportati i soggetti
coinvolti nel processo di VAS).
Autorità Proponente
Ente regionale Parco di Veio
Autorità Procedente che adotta il Piano
Ente regionale Parco di Veio
Autorità Procedente che approva il Piano
Consiglio Regionale Regione Lazio
Autorità Competente
Ufficio Valutazione Ambientale Strategica, Area Valutazione di
Impatto Ambientale della Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra
i Popoli – Dipartimento Territorio della Regione Lazio
Estensore del Piano
Gruppo di professionisti incaricati
Uffici del Parco:
• Settore amministrativo
• Settore pianificazione territoriale e urbanistica
• Settore naturalistico
• Settore forestale
Supporto del settore pianificazione dell’Agenzia Regionale Parchi
Estensore del Rapporto Ambientale
Ufficio Tecnico del Parco di Veio
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Rapporto ambientale - Piano di Assetto
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SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCESSO DI VAS
Soggetti competenti in materia ambientale
Regione Lazio - Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli:
Area Conservazione Natura e Osservatorio Regionale per l’Ambiente;
Area Conservazione Qualità dell’Ambiente e Promozione Sostenibilità
Ambientale;
Area Difesa del Suolo e Servizio geologico Regionale;
Area Conservazione Foreste;
Regione Lazio - Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli
– Ufficio Parchi;
Regione Lazio - Direzione Regionale Territorio e Urbanistica;
Ministero dei Beni ed Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici del Lazio;
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il Comune
di Roma;
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di
Roma, Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone;
Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionle.
Enti territorialmente interessati
Regione Lazio
Provincia di Roma
Comuni: Campagnano di Roma – Castelnuovo di Porto – Formello –
Magliano Romano – Mazzano Romano – Morlupo – Riano – Roma –
Sacrofano
La VAS, quindi, deve essere considerata più come uno strumento di aiuto alla
formulazione del piano che come un documento in senso stretto. La preparazione di questo
documento, ossia del rapporto finale è la conseguenza del percorso di VAS che si è espletato.
Tale rapporto dovrebbe essere visto soprattutto come una testimonianza del processo
utilizzato e dei contenuti che ne sono scaturiti, resa disponibile per future revisioni.
In una situazione ottimale la VAS deve poter intervenire sin dalle prime fasi del
percorso di pianificazione, quando si delineano le prime opzioni strategiche alternative sulla
base della prefigurazione di uno o più scenari futuri. Proprio sulla comparazione tra
alternative si possono meglio esplicare le potenzialità della valutazione strategica. Le prime
applicazioni della VAS dovrebbero dunque anticipare la formulazione del disegno di piano. Si
tratta di quella fase della VAS che in gergo tecnico viene denominata appunto come
valutazione “ex ante”.
Nella prassi applicativa tuttavia accade spesso che le prime applicazioni di valutazione
siano avviate quando il piano ha già una sua configurazione di base, e quindi la VAS viene
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Rapporto ambientale - Piano di Assetto
applicata ad una fase che si potrebbe definire più “tattica” che strategica. Si tratta comunque
di un’applicazione che può essere di grande aiuto per il procedente e che può, almeno in parte,
portare a ripensare o, meglio, affinare alcune delle decisioni prese a monte.
L’applicazione in questa fase, che viene denominata in gergo tecnico valutazione “in
itinere”, svolge comunque l’importante compito di suggerire azioni correttive per meglio
definire il disegno del piano, e di proporre misure di mitigazione e compensazione da inserire
nel piano per garantirsi un’applicazione successiva, in fase di attuazione e gestione, oppure in
piani di settore o in altri strumenti programmatori o a livello progettuale.
Nel caso specifico del piano in questione, tuttavia, la procedura di VAS è intervenuta
su una revisione ed aggiornamento di una proposta di piano realizzata nel novembre 2002 e
mai adottata per cui il percorso seguito è stato ancora diverso. Per questo processo di
pianificazione sono stati quindi considerati tutti i piani ed i programmi sovraordinati e/o
correlati e la normativa comunitaria, nazionale e regionale esistente relativa ai vari settori
oggetto di interesse; il processo di VAS adottato per questo Piano rimane comunque valido.
La VAS è uno strumento di supporto sia per il proponente che per il procedente:
inserendo la VAS nel processo lineare “proponente-obiettivi-procedente-piano”, in effetti si
giunge ad una impostazione che prevede il ricorso ad azioni retroattive in corso d’opera, così
da meglio calibrare l’intero processo.
In una situazione ideale il processo di pianificazione dovrebbe assumere la forma di
un ciclo continuo.
Inserire la VAS in corrispondenza del momento di avvio di un nuovo percorso di
aggiornamento del piano costituisce ovviamente la situazione più favorevole per
massimizzarne i possibili effetti.
Tuttavia, in un ciclo continuo l’importante è introdurre la VAS, qualsiasi sia il punto
di ingresso, affinché possa mostrare al più presto i benefici della sua applicazione.
Occorre ricordare che in Italia l’attenzione attribuita alla VAS ha cominciato ad
affermarsi solo negli ultimi tempi, e comunque con orientamenti spesso diversificati,
riconducibili comunque alle due visuali classiche di valutazione strategica:
• l’ampliamento ai piani e programmi delle procedure di VIA per progetti di opere;
• l’inserimento delle questioni ambientali e della stima degli impatti attesi negli
strumenti di pianificazione e programmazione.
A livello nazionale, la Direttiva 2001/42/CE è stata recepita con la parte seconda del
D.Lgs. 152/2006, entrata in vigore il 31 luglio 2007, modificata ed integrata dal D.Lgs.
4/2008, entrato in vigore il 13 febbraio 2008 dal D.Lgs 128/2010 entrato in vigore il 26 agosto
2010.
Il principio, definito dal D.Lgs. 4/2008, a cui ogni attività umana dovrebbe ispirarsi è
quello di uno “sviluppo sostenibile”, il quale “deve consentire di individuare un equilibrato
rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da
trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca
altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente
anche futuro”. In conseguenza di quanto ora affermato, “l'attività antropica sia compatibile
con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità
rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di
un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica.”
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) si applica ai piani e programmi (D.Lgs.
4/2008, art. 6):
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Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
1. che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i
settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della
gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della
pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di
riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la
realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del D.Lgs. 4/2008;
2. per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei
siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli
selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione
degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una
valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della
Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.
2 Metodologia di Valutazione Ambientale Strategica
applicata ad un Piano di Assetto di Area Protetta
I documenti teorici e applicativi prodotti ai vari livelli, europeo, nazionale e regionale,
affermano che le metodologie e le fasi indicate devono sempre essere adattate alla realtà
locale specifica, privilegiando l’efficacia del processo di VAS rispetto a una presunta e teorica
completezza del metodo di approccio.
Un metodo, quest’ultimo che è da ritenersi soprattutto qualitativo, anche per potersi
integrare nel modo più articolato e veloce possibile all’interno del percorso di formazione di
un Piano di Assetto di area protetta.
Questo non significa che gli aspetti quantitativi non debbano essere considerati, ma gli
strumenti qualitativi vengono ritenuti più efficaci per rispondere alle esigenze, e soprattutto ai
tempi della formazione di un Piano di Assetto d’area protetta.
Tuttavia, è opportuno porre le basi per un approccio anche più quantitativo, a partire
dall’uso di indicatori, che potrà essere attuato all’interno delle successive fasi di attuazione e
gestione del Piano, richiedendo tempo per la necessità di sviluppare strumenti adeguati ad una
trattazione quantitativa (banche dati, modelli, ecc.).
Il metodo qualitativo è essenzialmente basato sul confronto tra obiettivi/azioni dello
strumento di pianificazione territoriale e criteri di compatibilità ambientale.
La strutturazione del processo logico che parte da Obiettivi Generali ⇒ Obiettivi
Specifici ⇒ Azioni ⇒ Compatibilità con i temi ambientali ritenuti coinvolti dal Piano
permette di costruire un quadro razionale di valutazione e confronto relativamente alle varie
scelte del Piano ai diversi livelli di specificazione.
Sono state predisposte delle tabelle per meglio valutare le azioni del Piano, dove
vengono incrociate azioni di Piano e impatti sui temi ambientali coinvolti, in particolare nei
casi di interazione negativa, sono state individuate e definite una serie di misure mitigative o
compensative.
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Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
3 Il quadro conoscitivo
L'area del Parco comprende il settore nord-occidentale della Campagna Romana tra la
via Flaminia a sud e ad est, la provinciale Campagnanese a nord e la via Cassia ad ovest e
comprende il cosiddetto Agro Veientano, dominato dalla città etrusca di Veio e caratterizzato
da componenti naturalistiche, paesaggistiche e storico-culturali di notevole pregio.
Nell’ambito dei confini del Comune di Roma l’Area del Parco include una superficie
di circa 7.000 ettari, il territorio restante appartiene ai comuni di Campagnano di Roma,
Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano e
Sacrofano e raggiunge un'estensione finale di 15.131 ettari.
Morfologicamente il comprensorio del Parco, delimitato ad est e ad ovest dai crinali
percorsi dalle consolari Cassia e Flaminia, è costituito da altipiani in tufo utilizzati a
coltivazioni agricole, da valloni a volte scoscesi, scavati da fossi (il fosso della Crescenza, il
fosso della Valchetta, e quello della Torraccia, che si immettono nel Tevere) e da pendici
ricoperte da folti boschi rimasti ancora allo stato naturale, tutti elementi caratteristici della
struttura geomorfologica dell'Etruria Meridionale.
La morfologia stessa di quest'area, antropizzata fin dai tempi della civiltà etrusca, l'ha
preservata probabilmente dalla più massiccia urbanizzazione che ha interessato altre parti del
territorio, contribuendo a conservare vaste aree di grande valore paesaggistico che negli ultimi
anni tuttavia sono state sempre più invase da edificazioni sparse, lottizzazioni, talvolta
abusive, e grandi infrastrutture come l'ospedale di S. Andrea e le costruzioni della Telecom
(nel comune di Roma).
L'attuale conformazione orografica della regione è dovuta all'attività dell'apparato
vulcanico sabatino con depositi rappresentati in modo prevalente da materiali piroclastici
accompagnati da affioramenti lavici. L'attività sabazia riconducibile a tre grandi periodi vede
la progressiva stratificazione dei depositi vulcanici: tra gli affioramenti più antichi i "Tufi di
Rio Filetto" ed il "Tufo di Riano della via Flaminia", a cui in una seconda fase, è seguita la
formazione del "Tufo Giallo della via Tiberina", legato alla grande attività collegata
all'apparato di Sacrofano. Infine si è avuta la formazione del "Tufo giallo di Sacrofano" e del
"Tufo di Baccano".
Il Parco di Veio è un’area protetta del tutto singolare, molto diversa da quelle presenti
sul territorio regionale. Il sistema costituito dai fossi e dai torrenti, infatti, pur non
raggiungendo lunghezze rilevanti, attraversa in modo capillare tutto il territorio e ne
costituisce l’ossatura su cui poggia il destino di queste aree alle porte di Roma.
Da un punto di vista idrografico l’area del Parco può essere suddivisa in due macro
settori: uno localizzato nell’estremo nord, l’altro, di dimensioni assai maggiori, interessa la
porzione centrale e quella meridionale. Quest’ultimo tributa le sue acque al Tevere in vari
punti all’interno di Roma per mezzo di tre torrenti principali: la Torraccia, la Valchetta e la
Crescenza. L’area più a nord ha come corso d’acqua di riferimento il Treja anch’esso
affluente del fiume capitolino nei pressi del comune di Civita Castellana (VT).
Il torrente della Torraccia si trova nel settore orientale e scorre quasi parallelamente
alla SS Flaminia: questo corso d’acqua nasce nel territorio del Comune di Morlupo ai piedi
del Monte Rosella (o Monte Rosi) con il nome di fosso Quattro Pali. In prossimità del Monte
Pozzolana prende il nome di fosso di S. Antonino, modificandolo di nuovo in fosso della
Torraccia dopo che ha intercettato le acque dei fossi Canneto (o dell’Acqua grigia), che nasce
immediatamente a sud dell’abitato di Sacrofano, e Pantanello. Alcune centinaia di metri prima
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Rapporto ambientale - Piano di Assetto
di immettersi nel Tevere riceve gli apporti del fosso di Pietra Pertusa (nato con il nome di
fosso dell’Acqua Viva poco a nord di Formello) che poco prima aveva ricevuto le acque del
fosso Monte Oliviero. La Torraccia ha una lunghezza complessiva di 20 km e il bacino ha
un’estensione di 78 kmq, con un’altitudine media di 169 m slm.
Presso Monte Cavalluccio, nei pressi della Strada Provinciale Campagnanese, nasce il
fosso Carraccio che raggiunge il Santuario del Sorbo avendo prima intercettato il fosso del
Forco e quello dei Cavalieri. Nei dintorni del suddetto santuario prende il nome di fosso della
Mola di Formello. Poco più a valle riceve le acque del fosso della Mola dei Monti;
quest’ultimo, che lambisce il centro abitato di Poggio dell’Ellera, nasce con il nome di fosso
Maestro Curzio nella valle di Baccano. Il fosso Maestro Curzio è il risultato di un’opera
d’ingegneria idraulica che ha consentito il prosciugamento del lago ospitato nella valle. Ad est
de Le Rughe, in prossimità della Cassia, il fosso della Mola di Formello prende il nome di
torrente della Valchetta o, come era conosciuto al tempo degli antichi Romani, Cremera.
Immediatamente a valle dell’abitato di Isola Farnese raccoglie le acque del fosso Piordo e del
fosso dei Pantanicci. Da questo momento in poi il torrente scorre in prossimità della Cassia
Bis per raggiungere il Tevere vicino a Labaro. L’asta principale della Valchetta ha una
lunghezza complessiva di 38 km e il suo bacino interessa un’area pari a 103 kmq, con
un’altitudine media di 173 m slm.
Il settore a sud-ovest del Parco vede le proprie acque piovane raccolte dal fosso della
Crescenza che dal passo della Sibilla scorre in direzione parallela alla Cassia e, prima di
giungere al Tevere, riceve le acque del fosso dell’Acqua Traversa. La Crescenza ha una
lunghezza d’asta del fosso di 11,4 km, la superficie del suo bacino è di kmq 35 con
un’altitudine media di 83,50 m slm.
La sezione settentrionale del Parco, come già detto, rientra nel bacino del fiume Treja.
In questa area troviamo molti corsi d’acqua come il fosso delle Vorghe, il fosso di
Roncigliano, il fosso di S. Arcangelo e il fosso di Ruinasse. È sicuramente da porre in risalto
che le acque di questi fossi si riversano in un fiume che poco più a valle va a costituire il
nucleo del Parco Naturale della Valle del Treja.
L'intero settore territoriale è dominato dalla presenza della città di Veio, delle
necropoli disposte nei pianori tufacei e delle sue strutture di comunicazione con Roma ed i
centri etruschi vicini, tra cui la Via Cassia, la Via Veientana, ancora riconoscibili e
punteggiate da presenze monumentali ed un asse trasversale che congiungeva Veio e l'Isola
Farnese alla Domusculta Capracorum presso Santa Cornelia alla Via Flaminia e alla Valle del
Tevere. Elementi di grande interesse archeologico oltre all'abitato ed alle necropoli di Veio
sono alcune grandi ville di epoca romana fra le quali la Villa di Livia, la Villa di Lucio Vero e
altre strutture come il sepolcro dei Nasoni, la Tomba dei Veienti, il sepolcro di Vibio
Mariano, l'arco di Malborghetto oltre ad ulteriori strutture insediative poste in diverse zone
del Parco. Di epoca medievale e rinascimentale, oltre alla vetusta Domusculta Capracorum,
sono gli insediamenti di Isola Farnese, di Tor Vergara, della Crescenza, della Storta e della
Giustiniana oltre ed una serie di strutture minori di difesa e sfruttamento agricolo del territorio
lungo le principali direttive viarie.
L'articolazione del territorio riflette ancora il relativo frazionamento in vigne vicino
alla città ed in grandi tenute nelle parti più periferiche a cui fanno riferimento gli antichi casali
del fosso, del Pino, dei Tre Archi, di Santa Cornelia, della Vacchereccia, di Buon Ricovero, di
Tor Vergara della Spizzichina, di Ospedaletto Annunziata, della Crescenza, di Monte
Oliviero, della Valchetta, di Prima Porta e di Malborghetto.
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Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
Gli aspetti naturalistici sono vari e ricchissimi rispondenti all'articolata morfologia del
territorio. Nella porzione settentrionale prevalgono i boschi misti dominati da cerri che
rappresentano oltre il 90% della vegetazione boschiva. Lembi di lecceta sono sparsi in tutto il
territorio del Parco in presenza di affioramenti tufacei caratterizzati da una marcata aridità dei
suoli. La vegetazione lungo le vie dei fossi rispecchia le associazioni vegetali tipiche degli
ambienti umidi con presenza di pioppi, salici, ontani e farnie. Interessanti risultano poi, dal
punto di vista floristico, le numerose forre che attraversano il territorio del Parco e sono
caratterizzate da carpini, noccioli e cerri. L'agricoltura, che rappresentava per gli etruschi
insieme al commercio il cardine dell'economia, malgrado le tante trasformazioni avvenute
attraverso i secoli ancora oggi caratterizza fortemente il paesaggio di questo territorio. Ricca e
diversificata è anche la fauna del Parco di Veio che include alcune specie di valore
comunitario quali ad esempio la Salamandrina dagli occhiali, il Cervone, il Ghiozzo di
ruscello, il Nibbio bruno e il Martin pescatore.
In relazione alle differenziazioni paesaggistiche dell'area veientana, che scaturiscono
dalla varietà dell’assetto geomorfologico del territorio, delle sue caratteristiche
microclimatiche, nonché dalle vicende storiche che per secoli hanno influito sull’utilizzo
agro-silvo-pastorale dei terreni, è possibile distinguere spazi naturali-seminaturali e spazi
antropici prevalentemente agrari ed urbani dove la vegetazione è spesso caratterizzata da
specie coltivate ed essenze ornamentali. Negli spazi naturali e seminaturali, generalmente
diffusi dove l'andamento morfologico del suolo non ha favorito l'estendersi delle colture, sono
presenti formazioni boschive a dominanza di querce caducifoglie ed arbustive a dominanza di
biancospino, corniolo e rovo. Le varie tipologie di fitocenosi presenti rispondono alla diversa
natura dei suoli, al grado di umidità, all’esposizione ed all'andamento morfologico del
territorio.
Nell’area centro settentrionale del territorio del Parco sono prevalenti boschi a
carattere mesofilo e meso-termofilo, diffusi in particolare negli ambienti di forra, lungo le
principali valli ed incisioni ed in vasti comprensori quali quelli della Macchia di Roncigliano,
ad ovest di Campagnano, del Monte Musino - Monte Broccoleto - Monte Bruciato tra
Sacrofano e Formello e dei versanti che delimitano le Valli del Sorbo presso Formello.
Tali formazioni forestali sono per la maggior parte caratterizzate da boschi misti di
caducifoglie a dominanza di cerro con presenza di acero, carpino nero, bagolaro, orniello,
castagno, carpino bianco e localmente, nelle situazioni più termofile anche di leccio e
roverella.
In ambienti più termofili, siti nella zona meridionale del Parco, prevalgono boschi
misti di caducifoglie e sempreverdi dove al cerro si associano il lauro, il leccio, la roverella e
in misura minore, ma significativa, la carpinella, l’olmo campestre, il bagolaro e il perastro. Si
segnala inoltre nella zona nord-ovest del Parco la presenza di boschi di castagno, una specie
introdotta dall’uomo in tempi antichi per la produzione del frutto (castagna) e del legname.
Le formazioni arbustive hanno generalmente dimensioni spaziali ridotte a causa
dell’intenso sfruttamento agricolo-forestale del territorio. Esse sono per la maggior parte
rappresentate da siepi o da macchie, che si insediano sui versanti più acclivi. Arbusteti sono
inoltre diffusi ai margini delle aree boscate dove costituiscono il cosiddetto “mantello del
bosco”. Tali formazioni, che rivestono notevole importanza dal punto di vista ecologico in
quanto rappresentano ambienti di fondamentale importanza per la fauna (habitat per la
riproduzione, alimentazione e rifugio), sono costituite in genere da diverse specie quali il
prugnolo, il biancospino, il ligustro, la rosa selvatica e dalle ginestre, specie pioniere ottime
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Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
colonizzatrici dei terreni sottratti all’agricoltura, che generalmente tendono a formare
popolamenti monospecifici.
La vegetazione ripariale è presente lungo i corsi d’acqua in modo discontinuo e si
sviluppa, in genere, a stretto contatto con le cerrete dei versanti delle valli. Nello strato
arboreo sono maggiormente diffusi il pioppo nero, il salice bianco e l’olmo campestre e
meritevoli di nota, sono le formazioni ad ontano nero. Nello strato arbustivo sono frequenti il
sambuco, la sanguinella e il rovo, mentre tra le erbacee si ricordano la saponaria e la canapa
acquatica.
Le formazioni erbacee, a causa della intensa diffusione nel Parco delle attività agricole
e zootecniche, sono per lo più rappresentate da prati-pascoli e prati avvicendati
periodicamente sfalciati e pertanto la loro composizione floristica risente fortemente delle
attività antropiche. In generale sui suoli più acclivi, aridi e sottili tendono ad insediarsi specie
a carattere xerofilo, mentre su suoli profondi sono presenti specie legate ad ambienti più
umidi.
Nelle aree periurbane ed ai margini dei campi sono presenti nuclei di falsa acacia,
mentre le aree adiacenti, l'urbanizzato e i grandi viali di accesso ai casali ed alle ville sono
caratterizzate da essenze di impianto artificiale introdotte in tempi più o meno recenti,
costituite principalmente da pini, eucalipti, cedri ed oleandri.
Per quanto riguarda le peculiarità floristiche del Parco sono da segnalare le stazioni
botaniche presenti nelle gallerie e nei cunicoli tufacei scavati dagli Etruschi con specie rare tra
le quali si ricordano Gymnogramme leptophyila, Carex remota, Phyllitis scolopendrium e
Cardamine amara, segnalate dalla Commissione Straordinaria istituita dalla Regione Lazio
per lo studio dei biotopi da proteggere nel Lazio.
Area di notevole valore da un punto di vista faunistico. Tra i mammiferi più
interessanti presenti ricordiamo numerosi mustelidi quali la faina, la martora, la donnola ed il
tasso; diffusa è la volpe mentre più raro risulta l'istrice.
Particolarmente ricco è il gruppo dei rettili, presenti il biacco, la vipera, il saettone, il
cervone che giustifica la presenza di numerosi rapaci che nidificano nei costoni tufacei: il
nibbio bruno, la poiana osservabile per lo più in zone aperte, lo sparviero in zone boscate,
l'albanella minore che nidifica nelle zone erbose e coltivate, molto comune infine è il gheppio.
Tra gli stringiformi presenti la civetta, il barbagianni, il gufo comune, l'assiolo, l'allocco.
Particolarmente abbondante in tempi passati la presenza della tartaruga.
Nelle zone umide albergano il tritone crestato, la rana di Berger, il tritone punteggiato,
la raganella, la rana greca, la rana agile, la biscia dal collare, la testuggine d'acqua.
Lungo i corsi e negli specchi d'acqua è possibile osservare la gallinella d'acqua, il
martin pescatore, il pendolino e la ballerina gialla. L'avifauna è particolarmente ricca sia nelle
specie stanziali che di passo: tra le prime riscontriamo la taccola, la cornacchia grigia, la
capinera; fra le specie di passo: la beccaccia, l'allodola, l'usignolo.
Nelle zone boscate si rinvengono, tra gli altri, il torcicollo, il picchio verde, il picchio
rosso maggiore, il cuculo e la tortora. Numerosi sono i passeriformi notevolmente
rappresentati. Presente anche la fauna migratrice.
La direttiva “Habitat” 92/43 della Comunità Europea individua le specie di interesse
prioritario da tutelare e a tal fine ha istituito una rete ecologica europea Natura 2000 di cui
fanno parte i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) istituiti per tutelare le specie faunistiche,
floristiche e gli habitat riportati negli allegati di detta direttiva. Il SIC, denominato “Valle del
Cremera – Zona del Sorbo” (IT6030011) ubicato all’interno del Parco ha una estensione di
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386 ettari e ospita tra le diverse specie animali alcune inserite negli allegati della Direttiva
Habitat:
• Milvus migrans (Nibbio bruno) e Lanius collurio (Averla piccola) (tra gli uccelli
migratori abituali elencati dell’allegato I della direttiva 79/409/CEE);
• Canis lupus (Lupo) (tra i mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva
92/43/CEE); è plausibile escludere che il sito di importanza comunitaria sia
frequentato dal lupo (dal 1997, anno di istituzione dell’area protetta, non vi sono
segnalazioni sulla presenza di questo mammifero in nessuna località del Parco);
• Salamandrina terdigitata (Salamandrina perspicillata) (Salamandrina dagli occhiali)
ed Elaphe quatuorlineata (Cervone) (tra gli anfibi e rettili elencati nell’Allegato II
della Direttiva 92/43/CEE);
• Padogobius nigricans (Ghiozzo etrusco) (tra i pesci elencati nell’Allegato II della
Direttiva 92/43/CEE) Ghiozzo di ruscello, un pesce endemico della Regione Italicopeninsulare che vive in corsi d’acqua di piccola e media portata, ciottolosi, con acque
limpide e ben ossigenate;
• Melanargia arge (una farfalla) (tra gli invertebrati elencati nell’Allegato II Direttiva
92/43/CEE) e che purtroppo non è stata rinvenuta nelle recenti indagini
commissionate dall’Ente Parco.
Altre specie importanti di flora e fauna sono: Coronilla girondica, Digitalis
micrantha, Elaphe longissima, Hystrix cristata, Martes martes, Muscardinus avellanarius,
Mustela putorius, Natrix tassellata, Rana italica.
Gli elementi di vulnerabilità di questo sito sono costituiti dall’impatto antropico di
attività turistiche del tempo libero, dai tentativi di insediamento edilizio e dalle comuni
attività agro-silvo-pastorali.
Il territorio dell’area protetta è interessato da dinamiche demografiche degne
d’attenzione: gli 8 Comuni (con l’esclusione del dato del XX Municipio che non può essere
estrapolato dai dati Istat del Comune di Roma) hanno fatto registrare, nel periodo compreso
tra il 1951 e il 2001, un incremento della popolazione, passata da 16.344 unità a 47.849, con
un aumento netto pari al 192,76%. Oltre ad un incremento numerico si deve registrare anche
una singolare distribuzione dei residenti all’interno delle fasce di età. Vi è infatti una
preponderante presenza giovanile (<14 anni) e di persone con un’età compresa tra i 14 e i 65
anni, mentre sono statisticamente minori gli over 65 (rispetto al dato provinciale e a quello
regionale).
Da rilevare, inoltre, che il Parco è ricco di produzioni tipiche che hanno un legame
privilegiato con il territorio e che sono di conseguenza inserite in un regime di tutela del
prodotto identificabile con i marchi DOP e IGT tutelate dalla Comunità Europea con i
regolamenti 509/06 e 510/06 (ex 2081/92 e ex 2082/92) di seguito riportate: Caciotta di
pecora, Marzolino/a, Ricotta di pecora, Ricotta Romana D.O.P, Pecorino primo sale, Fior di
latte, Formaggio di capra, Caciotta di mucca, Caciotta mista ovi-vaccina, Scamorza,
Caciocavallo vaccino, Abbacchio romano, Carne di bovino maremmano, Nocciola Romana,
Carciofo romano, Liquore nocino, Miele, Olio di oliva extra vergine Soratte DOP, Vino IGT
Lazio.
L’insieme delle informazioni territoriali, ambientali e socio-economiche sono state
utilizzate come dato di partenza per l’elaborazione del Piano di Assetto dell’area protetta.
10
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
4 La proposta di Piano di Assetto
Questa revisione della proposta di Piano di Assetto del Parco di Veio si basa sul
quadro analitico e sugli spunti emersi nelle relazioni di settore appositamente predisposte. La
proposta di zonizzazione prevede l’individuazione di quattro zone, come previsto dall’art. 26
della L.R 29/1997 e s.m.i. .
Le zone e sottozone sono state individuate in rapporto ai valori di naturalità riscontrati
e agli utilizzi del territorio in essere o auspicabili per il futuro in un ottica di sviluppo
sostenibile. Secondo quanto recita l’art. 26 della legge regionale 29/97, la zona omogenea di
maggiore tutela è “la zona A di riserva integrale nella quale l’ambiente è conservato nella sua
integrità”; segue “la zona B di riserva generale nella quale è vietato realizzare nuove opere
edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio.
Possono essere consentite le utilizzazioni produttive, la realizzazione delle infrastrutture
strettamente necessarie, gli interventi sulle risorse naturali a cura dell’Ente di Gestione,
nonché, a norma dell’art. 31, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 457, gli “interventi di
manutenzione ordinaria, quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e
sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in
efficienza gli impianti tecnologici esistenti” e gli “interventi di manutenzione straordinaria, le
opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici,
nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non
alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche
delle destinazioni di uso”. Sono altresì consentiti interventi di adeguamento igienico sanitario
e strutturali del patrimonio edilizio esistente per finalità agro-silvo-pastorali ed agrituristiche”;
quindi “la zona C di protezione, nella quale, in armonia con le finalità istitutive dell’area
protetta ed in conformità ai criteri fissati dall’Ente di Gestione con il regolamento di cui
all’art. 27, continuano, secondo gli usi tradizionali o secondo metodi di agricoltura biologica
e/o compatibile, le attività agro-silvo-pastorali, la raccolta di prodotti naturali, incoraggiando
anche la produzione artigianale di qualità e l’attività agrituristica. Sono quindi ammessi
secondo lo stesso art. 31, primo comma, gli “interventi di manutenzione ordinaria, quelli che
riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e
quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti”, gli
“interventi di manutenzione straordinaria, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e
sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi
igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole
unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso” e gli “interventi di
restauro e di risanamento conservativo, quelli rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad
assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli
elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni
d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il
rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli
impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo
edilizio” e, infine, “la zona D di promozione economica e sociale, da individuare nelle aree
più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nella quale le iniziative previste
dal programma pluriennale di cui all’art. 30 possono svilupparsi in armonia con le finalità di
11
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
tutela dell’area, per migliorare la vita sociale e culturale delle collettività locali ed il
godimento dell’area stessa da parte dei visitatori”.
Vengono individuati gli elementi del paesaggio maggiormente significativi, le
connessioni ecologiche e le aree ritenute sensibili rispetto alle indicazioni del PTPR (Piano
Territoriale Paesaggistico Regionale) del PTPG della Provincia di Roma e dei PTP, alla carta
della vegetazione della Provincia di Roma, alla carta delle emergenze faunistiche e floristiche
del Piano di Assetto, alla carta dei beni archeologici, alla carta dell’uso del suolo, alle
componenti agronomica geologica, forestale e di Rete Natura 2000 nonché alle evidenze che
emergono dalle ortofoto (volo certificato del 2005).
5 Gli indirizzi di pianificazione del Piano di Assetto del
Parco di Veio
Il Piano, ai sensi della L 394/91 e della L.R. 29/97 e s.m.i., ha fra le sue finalità quella
di assicurare la tutela dell’area naturale protetta, delle sue risorse e dei suoi beni paesaggistici,
disciplinandone l’uso ed il godimento, nonché prevedendo le azioni e gli interventi a tale fine
necessari e/o opportuni. In particolare, il Piano:
• stabilisce la perimetrazione definitiva del Parco,
• prevede l’organizzazione generale del territorio dell’area naturale protetta e la sua
articolazione in zone e sottozone, nonché le azioni e gli interventi necessari ed
opportuni per garantire la tutela, il godimento e l’uso dei beni e delle risorse dell’area
naturale protetta e di ciascuna zona e sottozona,
• definisce gli indirizzi ed i criteri per gli interventi sulla flora e sulla fauna, sul
paesaggio e sui beni naturali e culturali,
• individua, disciplinandone le destinazioni d’uso pubblico o privato, le diverse parti
dell’area naturale protetta,
• prevede i diversi gradi di accessibilità pedonale e veicolare,
• individua, disciplinandone l’uso ed il godimento, le attrezzature ed i servizi per la
fruizione sociale dell’area naturale protetta,
• definisce le procedure per l’individuazione dei corridoi ecologici al fine di
promuovere interventi di mantenimento e di potenziamento della continuità ecologica
e di garantire la protezione delle aree interne dalle influenze esterne potenzialmente
dannose,
• Proposta di perimetrazione delle aree contigue all’are protetta.
Per la redazione del Piano di Assetto si è proceduto ad un’analisi di dettaglio della
normativa ambientale di livello internazionale, nazionale e regionale e di tutti i Piani e
Programmi che potessero avere attinenza con il Piano. Da questo processo sono scaturiti gli
obiettivi contenuti nel Piano di Assetto.
Il quadro d’insieme che è stato riportato anche nella Relazione generale che accompagna
il Piano, ha permesso di avere una visione globale sia dello stato dell’ambiente sia del quadro
normativo sovraordinato e non. Da tutto ciò è scaturita la stesura di quattro documenti facenti
parte del Piano di Assetto: il Documento Programmatico (la cui stesura è prevista dalle “Linee
Guida per la redazione dei Piani delle Aree Regionali Protette Regionali” della Regione
Lazio), le norme tecniche di attuazione, le schede d’intervento ad esse allegate e la carta degli
12
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
interventi. Oltre ai documenti sopraccitati il Piano si compone anche di una Relazione
generale, le Tavole di Piano, le Tavole di Analisi e le Carte Tematiche. Il Regolamento del
Parco così come previsto dalla L. R. 29/1997 art. 27 sarà predisposto in una fase successiva.
Nel Documento Programmatico sono riportati gli obiettivi che si intende perseguire con il
Piano di assetto; tali obiettivi sono di seguito elencati.
A.
il mantenimento e, per quanto necessario, la ricostituzione della continuità ecologica e
paesaggistica del territorio compreso entro la perimetrazione del Parco di Veio e
costituente l’insieme delle aree a esso contigue, nonché tra esso e il territorio circostante;
B.
la preservazione delle componenti essenziali del territorio (sottosuolo, suolo,
soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera) da fenomeni di alterazione irreversibile e di
intrinseco degrado, nonché la conservazione, o il ripristino, o la ricostituzione, di
situazioni di equilibrio, anche dinamico, sia reciproco tra le componenti naturali e i loro
processi evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il contesto ambientale e la vita umana;
C.
la conservazione dei siti a più forte connotato di naturalità;
D.
il mantenimento degli assetti paesaggistici, ove e per quanto risultanti di consolidati e
soddisfacenti equilibri tra le componenti naturali, e i loro processi evolutivi, e l’azione
antropica;
E.
la ricerca, lo studio, la tutela dei complessi e dei beni archeologici, nonché la
sistemazione e l’attrezzamento delle aree interessate dalla loro presenza così da
evidenziarne i rapporti, facilitarne la comprensione e assicurarne il pubblico godimento;
F.
la conservazione attiva degli insediamenti storici, urbani e non urbani, e dei manufatti
edilizi singoli aventi interesse storico e la valorizzazione della loro distribuzione sul
territorio anche a fini di complessiva fruizione collettiva dello stesso, nonché la
conservazione, e per quanto occorra il recupero e la riqualificazione, degli intorni dei
predetti elementi territoriali, al fine di consentire la piena percezione delle loro qualità;
G.
il recupero e la rifunzionalizzazione dei percorsi storici;
H.
la riqualificazione delle aree caratterizzate da fenomeni di degrado di qualsiasi natura
e origine;
I.
la sistemazione e l’attrezzamento di parti del territorio a fini di più intensa
utilizzazione per attività di tempo libero, ricreative e sportive all’aria aperta, a servizio
della popolazione insediata nel sistema metropolitano cui il Parco di Veio inserisce;
J.
la tutela e la promozione di attività agro-silvo-pastorali coerenti con la tutela dei valori
ambientali e paesaggistici, e la valorizzazione, anche economica, della tipicità e qualità
dei relativi prodotti;
K.
la promozione delle attività complementari a quelle agro-silvo-pastorali, e di ogni altra
attività compatibile con gli obiettivi di tutela, riqualificazione, valorizzazione, e
funzionale al loro perseguimento, nonché alla fruizione collettiva del territorio e dei beni e
valori tutelati;
L.
l’organizzazione di attività di educazione, formazione e ricerca scientifica;
M. la definizione di sistemi di accessibilità, e di percorsi, coerenti con ogni altro
precedentemente indicato obiettivo, e funzionali al loro perseguimento.
Il Piano di Assetto del Parco, ai sensi dell’art. 26, comma 6, della L. R. 29/97 e s.m.i.,
fermo restando quanto previsto dall’art. 145 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio,
13
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
sostituisce i piani territoriali o urbanistici di qualsiasi livello e ha valore di piano urbanistico.
Il piano ha effetto di dichiarazione di pubblica utilità per gli interventi in esso previsti.
L’Ente di Gestione, al fine di coordinare e regolare nel tempo l’attuazione del Piano,
può predisporre un programma generale d’intervento, da aggiornare ogni 3 anni, con il quale
individua o integra le priorità nell’organizzazione delle fasi attuative del Piano e nella
realizzazione degli interventi. L’Ente di Gestione può predisporre, altresì, per ciascun settore,
documenti di indirizzo (piani di settore), che individuano le esigenze cui far fronte e le
relative azioni da porre in essere, definendo le priorità, le connessioni e le sequenze dei
diversi interventi, compresi quelli di natura manutentiva, e disciplinando ogni altro profilo
rilevante per ordinare e regolare la specifica azione di attuazione del Piano, nel settore
considerato.
6 Possibili evoluzioni in assenza di Piano
Il quadro evolutivo dello scenario attuale del Parco, in assenza del Piano, è stato
ipotizzato sulla base della conoscenza diretta di fenomeni già in atto e di elementi di criticità
emersi dalla valutazione del contesto. Essendo sostanzialmente due gli ambiti principali su cui
ricadono gli effetti del Piano, il primo ambientale–paesaggistico e il secondo economico
produttivo, per maggior chiarezza si è scelto di valutare i possibili effetti dell’assenza di piano
suddividendoli fra i due ambiti:
−
−
−
−
Scenario ambientale-paesaggistico
Restano in vigore le norme di Salvaguardia, attualmente vigenti, relative all’art. 8
della L.R. n. 29 del 6 ottobre 1997e s.m.i.: l’area Parco è suddivisa in “Zone A di
rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con inesistente o limitato
grado di antropizzazione” e “Zone B di valore naturalistico, paesaggistico e culturale
contraddistinte da maggior grado di antropizzazione” pari rispettivamente a circa il
95% e il 5% dei 15.131 ettari del Parco. L’intera area è sottoposta a una gestione
ambientale conservativa, ma poco mirata alle specifiche esigenze del territorio; solo
nei casi in cui i PTP vigenti, ed il PTPR attualmente in fase di approvazione,
presentino misure più restrittive in ambiti specifici, queste ultime prevalgono;
Impostazione episodica e scoordinata degli interventi di gestione forestale;
Sostanziale mantenimento o possibile peggioramento
semplificazione e degrado del contesto agroforestale;
delle
condizioni
di
Possibile perdita di biodiversità causata da:
•
•
assenza di regolamentazione del pascolo con possibile perdita di habitat
essenziali per la sopravvivenza di specie animali e vegetali (ripercussioni
sull’intera catena trofica con semplificazione della struttura
dell’ecosistema);
incremento delle sostanze inquinanti provenienti dalle deiezioni degli
animali pascolanti;
14
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
•
•
costipazione dei terreni, con conseguente dilavamento dei suoli e perdita di
fertilità;
nella zona prevista nel Piano come A riserva integrale le attività sportive e
di fruizione potrebbero arrecare danno alle popolazioni di Salamandrina
terdigitata (specie tutelata a livello comunitario dalla Direttiva “Habitat”)
ivi presenti;
Scenario economico-produttivo
−
−
−
−
Il mantenimento delle norme di Salvaguardia relative all’art. 8 L.R. n. 29 del 6 ottobre
1997, attualmente in vigore, impone limitazioni all’utilizzo del territorio e al suo
sviluppo socio-economico non consentendo una gestione mirata in funzione delle
caratteristiche specifiche delle zone ma uniformando gli ambiti di tutela su tutto il
territorio;
La nuova edificazione improntata ad un miglioramento dei servizi da offrire al
pubblico e della fruibilità (es. Scheda di intervento 4 del Piano del Parco) con ovvio
miglioramento dello sviluppo economico dell’area non sarebbe consentita, con la sola
eccezione dei PUA che derogano alle norme di Salvaguardia;
Gli Interventi di demolizione e ricostruzione indirizzati al miglioramento non solo
strutturale ma anche e soprattutto Paesaggistico non sarebbero ammessi;
Gli interventi di recupero urbanistico delle aree urbanizzate previsti dal Piano nelle
zone D3, con l’obiettivo di dotare i nuclei delle necessarie opere di urbanizzazione
primaria eventualmente mancanti, nonché di attrezzature di servizio e di verde
pubblico, attribuendo una forma riconoscibile ai nuclei, anche con il completamento
edilizio, non sarebbero ammissibili.
7 Alternative
Molte delle scelte fatte durante il vaglio delle azioni da inserire nel piano sono state
dettate dalle indicazioni, dalle normative, dai piani e dai programmi sovraordinati. I margini
di scelta, quindi, sono assai limitati se non addirittura fissati da altri Enti.
Vi è inoltre un ulteriore aspetto che è stato considerato quando sono state stabilite le
azioni del piano. La legge regionale n. 29/1997 e s.m.i. all’articolo 27 prevede che l’Ente di
gestione dell’area protetta adotti il Regolamento (strumento normativo che disciplina gli
interventi ammissibili all’interno dell’area protetta, al fine di tutelare l’ambiente)
contestualmente all’adozione del piano oppure entro sei mesi da tale data. Gli organi dell’Ente
con potere decisionale hanno stabilito di adottare in un secondo momento il Regolamento.
Pertanto le modalità di realizzazione di questi interventi saranno definite nel Regolamento e le
alternative saranno valutate in fase di predisposizione dello stesso.
15
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
8 Macrosettori di Intervento
I Macrosettori d’Intervento, e le relative Azioni, sono stati desunti dall’analisi delle
norme tecniche, delle schede d’intervento ad esse allegate e dalla carta degli interventi.
Per Macrosettore d’intervento si intende l’insieme delle Azioni previste dal Piano che
hanno una stretta attinenza tra loro. Allo scopo di armonizzare i contenuti e per fornire un
quadro riassuntivo si riporta di seguito la tabella 24 dove sono esplicitati i rapporti tra ciascun
Macrosettore d’intervento le Azioni che in esso sono ricomprese e i relativi obiettivi del Piano
(tabella 8.1).
M
acrosettore
di Intervento
I
nt 1
I
nt 2
Descrizione
Interventi volti alla
conservazione e valorizzazione
dei beni paesaggistici.
Iniziative per la valorizzazione
e fruizione dei beni storicoarcheologici e monumentali.
Riqualificazione del patrimonio
storico-monumentale ed
estetico-tradizionale.
Interventi volti alla
conservazione e valorizzazione
dei beni ambientali (formazioni
fisiche, geologiche,
geomorfologiche e biologiche):
ricomposizione degli squilibri,
rimozione rifiuti e forme di
degrado, Delocalizzazione
attività incompatibili con le
finalità dell’Area Protetta.
Prevenzione incendi. Attività di
salvaguardia della funzionalità
delle reti ecologiche e di tutela
e miglioramento dello stato di
conservazione delle specie e
A
zioni
z1.1
z2.1
z2.2
Descrizi
one
Interve
nti volti alla
conservazione e
valorizzazione dei
beni
paesaggistici.
Iniziative per la
valorizzazione e
A fruizione dei beni
storicoarcheologici e
monumentali.
Riqualificazione
del patrimonio
storicomonumentale ed
esteticotradizionale.
Interve
nti volti alla
conservazione e
valorizzazione dei
A beni ambientali
(formazioni
fisiche,
geologiche,
geomorfologiche
e biologiche)
Ricomp
osizione degli
A
squilibri,
rimozione rifiuti e
forme di degrado
16
Obiettivo
il mantenimento degli assetti
paesaggistici, ove e per quanto
risultanti di consolidati e soddisfacenti
equilibri tra le componenti naturali, e i
loro processi evolutivi, e l’azione
antropica;
la ricerca, lo studio, la tutela
dei complessi e dei beni archeologici,
nonché
la
sistemazione
e
l’attrezzamento delle aree interessate
dalla
loro
presenza
così
da
evidenziarne i rapporti, facilitarne la
comprensione
e
assicurarne
il
pubblico godimento;
la conservazione attiva degli
insediamenti storici, urbani e non
urbani, e dei manufatti edilizi singoli
aventi
interesse
storico
e
la
valorizzazione della loro distribuzione
sul territorio anche a fini di
complessiva fruizione collettiva dello
stesso, nonché la conservazione, e
per quanto occorra il recupero e la
riqualificazione, degli intorni dei
predetti elementi territoriali, al fine di
consentire la piena percezione delle
loro qualità;
il
recupero
e
la
rifunzionalizzazione dei percorsi storici
mantenimento
e
ricostituzione
della
continuità
ecologica e paesaggistica del territorio
compreso entro la perimetrazione del
Parco di Veio e costituente l’insieme
delle aree a esso contigue, nonché tra
esso e il territorio circostante;
la
preservazione
delle
componenti essenziali del territorio
(sottosuolo,
suolo,
soprassuolo
naturale, corpi idrici, atmosfera) da
fenomeni di alterazione irreversibile e
di intrinseco degrado, nonché la
conservazione, o il ripristino, o la
ricostituzione, di situazioni di equilibrio,
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
M
acrosettore
di Intervento
Descrizione
A
zioni
degli habitat
z2.3
z2.4
z2.5
I
nt 3
I
nt 4
Tutela e promozione
delle produzioni artigiane.
Favorire lo sviluppo
agricolo mediante l’adozione di
metodologie orientate verso
l'agricoltura biologica e
integrata, prevedendo anche la
trasformazione in conformità
con l’istituto della
multifunzionalità delle aziende
agricole di cui al D.Lgs. n.
228/2001 e successive
modificazioni ed integrazioni
(es.attività agrituristiche).
Sostegno alle produzioni
tipiche ai sensi del art. 21 del
medesimo D.Lgs e tutela del
paesaggio agrario
caratteristico dell'Agro romano.
Sviluppo di tecniche di
allevamento ecocompatibili e
orientate ad un uso sostenibile
dei pascoli. Tutela degli
elementi fissi del paesaggio :
alberi isolati, siepi naturali e
muri a secco.
Delocal
izzazione attività
A
incompatibili con
le finalità
dell’Area Protetta
Preven
A
zione incendi.
Attività
di salvaguardia
della funzionalità
delle reti
ecologiche e di
A
tutela e
miglioramento
dello stato di
conservazione
delle specie e
degli habitat
A
z3.1
A
z4.1
A
z4.2
I
nt 5
z5.2
Tutela
e promozione
delle produzioni
artigiane.
Alleva
mento e pascolo
Obiettivo
anche dinamico, sia reciproco tra le
componenti naturali e i loro processi
evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il
contesto ambientale e la vita umana;
la conservazione dei siti a
più forte connotato di naturalità;
la riqualificazione delle aree
caratterizzate da fenomeni di degrado
di qualsiasi natura e origine;
la promozione delle attività
complementari a quelle agro-silvopastorali, e di ogni altra attività
compatibile con gli obiettivi di tutela,
riqualificazione,
valorizzazione,
e
funzionale al loro perseguimento,
nonché alla fruizione collettiva del
territorio e dei beni e valori tutelati
la tutela e la promozione di
attività agro-silvo-pastorali coerenti
con la tutela dei valori ambientali e
paesaggistici, e la valorizzazione,
anche economica, della tipicità e
qualità dei relativi prodotti;
la promozione delle attività
complementari a quelle agro-silvopastorali, e di ogni altra attività
compatibile con gli obiettivi di tutela,
riqualificazione,
valorizzazione,
e
funzionale al loro perseguimento,
nonché alla fruizione collettiva del
territorio e dei beni e valori tutelati
Agricolt
ura e sostegno
alle produzioni
tipiche
A
Attività
forestali
A
Pascol
o in bosco
z5.1
Gestione sostenibile
del soprassuolo forestale e del
pascolo in bosco mirata alla
conservazione delle
caratteristiche bioecologiche
specifiche di ciascuna area e al
miglioramento delle risorse
forestali.
Descrizi
one
17
la
preservazione
delle
componenti essenziali del territorio
(sottosuolo,
suolo,
soprassuolo
naturale, corpi idrici, atmosfera) da
fenomeni di alterazione irreversibile e
di intrinseco degrado, nonché la
conservazione, o il ripristino, o la
ricostituzione, di situazioni di equilibrio,
anche dinamico, sia reciproco tra le
componenti naturali e i loro processi
evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il
contesto ambientale e la vita umana;
la conservazione dei siti a
più forte connotato di naturalità
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
M
acrosettore
di Intervento
Descrizione
A
zioni
A
I
nt 6
I
nt 7
I
nt 8
Provvedimenti per la
salvaguardia degli acquiferi
sotterranei e delle acque di
scorrimento superfiale e della
funzionalità fluviale dei corsi
d’acqua. Interventi di bonifica e
autodepurazione volti alla
rinaturalizzazione dei corsi
d'acqua.
Promozione di
attività di ricerca con finalità di
conservazione, salvaguardia e
tutela. Sviluppo di attività
didattiche per la diffusione
delle informazioni ambientali e
di sensibilizzazione della
popolazione residente per un
uso sostenibile delle risorse
ambientali. Sostegno ad
iniziative volte a fornire
informazioni tecniche agli
imprenditori.
Promuovere lo
sviluppo e la diffusione dei
sistemi di produzione di
energia attraverso fonti
rinnovabili, compatibilmente
con le esigenze di tutela
dell’ambiente e del paesaggio.
z6.1
z6.2
A
A
z8.1
z9.1
I
nt 9
Adeguare o
eventualmente creare percorsi
stradali, marciapiedi, parcheggi
e percorsi ciclabili. Adeguare
gli impianti ferroviari.
Sviluppare il sistema di viabilità
interna ciclo-pedonale ed
equestre destinato alla
fruizione pubblica sentieristica.
Creazione di strade
interpoderali. Apposizione di
cartellonistica e segnaletica.
z9.2
Salvag
uardia degli
acquiferi
sotterranei
Misure
per il
mantenimento
A
della funzionalità
fluviale e di tutti i
microhabitat
acquatici
z7.1
z7.2
Descrizi
one
Promoz
ione di attività di
ricerca con
finalità di
conservazione,
salvaguardia e
tutela
Svilupp
o di attività
didattiche
Svilupp
o e diffusione dei
sistemi di
A
produzione di
energia
alternativa
Adegua
re o
eventualmente
A creare percorsi
stradali,
marciapiedi,
parcheggi e
percorsi ciclabili.
Adegua
re e sviluppare il
sistema di
viabilità interna
ciclo-pedonale ed
equestre
destinato alla
A
fruizione pubblica
sentieristica.
Creazione di
strade
interpoderali.
Apposizione di
cartellonistica e
segnaletica.
18
Obiettivo
la
preservazione
delle
componenti essenziali del territorio
(sottosuolo,
suolo,
soprassuolo
naturale, corpi idrici, atmosfera) da
fenomeni di alterazione irreversibile e
di intrinseco degrado, nonché la
conservazione, o il ripristino, o la
ricostituzione, di situazioni di equilibrio,
anche dinamico, sia reciproco tra le
componenti naturali e i loro processi
evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il
contesto ambientale e la vita umana;
la conservazione dei siti a
più forte connotato di naturalità
la ricerca, lo studio, la tutela
dei complessi e dei beni archeologici,
nonché
la
sistemazione
e
l’attrezzamento delle aree interessate
dalla
loro
presenza
così
da
evidenziarne i rapporti, facilitarne la
comprensione
e
assicurarne
il
pubblico godimento;
il
recupero
e
la
rifunzionalizzazione
dei
percorsi
storici;
l’organizzazione di attività di
educazione, formazione e ricerca
scientifica
la
preservazione
delle
componenti essenziali del territorio
(sottosuolo,
suolo,
soprassuolo
naturale, corpi idrici, atmosfera) da
fenomeni di alterazione irreversibile e
di intrinseco degrado, nonché la
conservazione, o il ripristino, o la
ricostituzione, di situazioni di equilibrio,
anche dinamico, sia reciproco tra le
componenti naturali e i loro processi
evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il
contesto ambientale e la vita umana
la ricerca, lo studio, la tutela
dei complessi e dei beni archeologici,
nonché
la
sistemazione
e
l’attrezzamento delle aree interessate
dalla
loro
presenza
così
da
evidenziarne i rapporti, facilitarne la
comprensione
e
assicurarne
il
pubblico godimento;
la
sistemazione
e
l’attrezzamento di parti del territorio a
fini di più intensa utilizzazione per
attività di tempo libero, ricreative e
sportive all’aria aperta, a servizio della
popolazione insediata nel sistema
metropolitano cui il Parco di Veio
inerisce;
la definizione di sistemi di
accessibilità, e di percorsi, coerenti
con ogni altro precedentemente
indicato obiettivo, e funzionali al loro
perseguimento
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
M
acrosettore
di Intervento
I
nt 10
I
nt 11
I
nt 12
I
nt 13
I
nt 14
I
nt 15
Descrizione
Istituzione aree
contigue con le finalità previste
dalla L.R. 29/1997 art. 10.
Realizzazione di
parcheggi pertinenziali, nuove
costruzioni e recinzioni; attività
di demolizione e ricostruzione;
trasformazioni funzionali degli
edifici.
Adeguamento degli
impianti a rete per garantire
una riqualificazione degli ambiti
insediativi.
Esercizio dell’attività
di vigilanza.
Realizzazione di
nuovi impianti vivaistici
destinati alla produzione di
piante a ecotipo locale e di
impianti di itticoltura.
Rimboschimento.
Recupero/mantenim
ento e nuova realizzazione di
campeggi e campi sportivi
all’aperto.
A
zioni
A
z10.1
Descrizi
one
Istituzio
ne aree contigue
Realizz
azione di
parcheggi
pertinenziali,
nuove costruzioni
e recinzioni;
A
z11.1
attività di
demolizione e
ricostruzione;
trasformazioni
funzionali degli
edifici.
Adegua
mento degli
impianti a rete per
A
garantire una
z12.1
riqualificazione
degli ambiti
insediativi.
A
z13.1
Esercizi
o dell’attività di
vigilanza.
Realizz
azione di nuovi
impianti vivaistici
destinati alla
A
produzione di
z14.1
piante a ecotipo
locale e di
impianti di
itticoltura.
Interve
nti di
A
rimboschimento
z14.2
con specie
autoctone.
Recupe
ro/mantenimento
e nuova
A
realizzazione di
z15.1
campeggi e
campi sportivi
all’aperto.
19
Obiettivo
il mantenimento degli assetti
paesaggistici, ove e per quanto
risultanti di consolidati e soddisfacenti
equilibri tra le componenti naturali, e i
loro processi evolutivi, e l’azione
antropica
la promozione delle attività
complementari a quelle agro-silvopastorali, e di ogni altra attività
compatibile con gli obiettivi di tutela,
riqualificazione,
valorizzazione,
e
funzionale al loro perseguimento,
nonché alla fruizione collettiva del
territorio e dei beni e valori tutelati;
la riqualificazione delle aree
caratterizzate da fenomeni di degrado
di qualsiasi natura e origine
la riqualificazione delle aree
caratterizzate da fenomeni di degrado
di qualsiasi natura e origine
la
preservazione
delle
componenti essenziali del territorio
(sottosuolo,
suolo,
soprassuolo
naturale, corpi idrici, atmosfera) da
fenomeni di alterazione irreversibile e
di intrinseco degrado, nonché la
conservazione, o il ripristino, o la
ricostituzione, di situazioni di equilibrio,
anche dinamico, sia reciproco tra le
componenti naturali e i loro processi
evolutivi e autoriproduttivi, sia tra il
contesto ambientale e la vita umana
la tutela e la promozione di
attività agro-silvo-pastorali coerenti
con la tutela dei valori ambientali e
paesaggistici, e la valorizzazione,
anche economica, della tipicità e
qualità dei relativi prodotti
la
sistemazione
e
l’attrezzamento di parti del territorio a
fini di più intensa utilizzazione per
attività di tempo libero, ricreative e
sportive all’aria aperta, a servizio della
popolazione insediata nel sistema
metropolitano cui il Parco di Veio
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
M
acrosettore
di Intervento
Descrizione
A
zioni
Descrizi
one
Nuova
realizzazione di
piccole aree picnic, aree
A attrezzate per la
z15.2
sosta e il gioco
dei bambini e
attività sportiva a
cielo aperto
(percorsi salute)
Obiettivo
inerisce
Tabella 8.1: I Macrosettori di Intervento, le Azioni e gli Obiettivi del Piano
20
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
9 Lo schema DPSIR e la valutazione degli impatti
L’agenzia Europea per l’Ambiente (European Enviromment Agency) ha predisposto
uno schema conosciuto con l’acronimo DPSIR (Drivers, Pressures, State, Impact, Responces)
che in italiano può essere tradotto con “Determinati, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte”.
Con l’ausilio di questo schema è possibile affrontare l’analisi ambientale prevista per
la Valutazione Ambientale Strategica in maniera logica e comprensibile, rispondendo inoltre
alle specifiche esigenze emerse durante l’analisi. Un ulteriore elemento che rende lo schema
DPSIR particolarmente adatto a questo genere di studi è anche dato dal grado di dettaglio al
quale si perviene non solo quando si valutano i Determinati (ciò che origina la pressione), le
Pressioni da essi esercitate, gli Impatti sulle tematiche ambientali di riferimento (Stato), ma
anche nel momento in cui vengono predisposti gli indicatori per il monitoraggio
dell’evoluzione del territorio. I Determinanti di questo schema sono le Azioni previste dal
Piano, mentre lo Stato corrisponde ai Temi ambientali (allegato VI d.lgs 152/2006) .
Nel Rapporto Ambientale i Temi ambientali considerati sono i seguenti Biodiversità
flora e Fauna, Popolazione, Salute Umana, Suolo, Acqua, Aria, Fattori climatici, Patrimonio
Culturale e Paesaggio.
A titolo di esempio si riporta un tipico caso di studio che si è incontrato durante la
stesura del Rapporto Ambientale.
Nella tabella sottostante, nella seconda colonna, viene descritto il Determinante:
Promozione di attività di ricerca con finalità di conservazione salvaguardia e tutela che
deriva dal Macrosettore di Intervento 7: Promozione di attività di ricerca con finalità di
conservazione, salvaguardia e tutela. Sviluppo di attività didattiche per la diffusione delle
informazioni ambientali e di sensibilizzazione della popolazione residente per un uso
sostenibile delle risorse ambientali. Sostegno ad iniziative volte a fornire informazioni
tecniche agli imprenditori. Tale Determinante origina le Pressioni sotto riportate che
influiscono su alcuni Temi (Stati) generando Impatti talvolta positivi e talvolta negativi
(tabella 9.1).
DETERMINANTI
z7.1
Promozione di attività
di ricerca con finalità di
conservazione salvaguardia e
tutela
presenza di
persone in aree di
pregio
prelievo di
esemplari
acquisizione
di conoscenze per la
tutela e il monitoraggio
delle specie e degli
habitat
P
S
PRESSIONI
IMPATTI
TATO
S
del
-
Bi
disturbo alla fauna e
odiversità,
alla flora causato dalla presenza
Flora
e di personale
Fauna
Bi
diminuzione del pool
odiversità,
genico
Flora
e
Fauna
-
Bi
individuazione
delle
odiversità,
corrette modalità gestionali delle
Flora
e specie e degli habitat
Fauna
+
uolo
21
compattazione
ositivo
/Negativo
suolo
-
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
DETERMINANTI
S
PRESSIONI
Divulgazione
delle informazioni
ambientali
TATO
P
opolazione
P
IMPATTI
ositivo
/Negativo
incremento
delle
conoscenze
sul
patrimonio
ambientale
+
aumento
potenziale
dell'attrattiva turistica a seguito
dell'esito delle ricerche
+
Tabella 9.1: Esempio del rapporto esistente tra i Determinanti, le Pressioni, lo Stato gli Impatti (positivi e
negativi)
La valutazione degli impatti riportati nella precedente tabella è stata fatta per ciascuna
sottozona valutando la positività o negatività dell’impatto rispetto al tema ambientale
coinvolto. Successivamente ciascun impatto è stato valutato tenendo conto di quattro
parametri:
1. L’intensità dell’ impatto, intesa come la sua capacità di modificazione del tema
ambientale, è stata così valutata;
2. L’estensione degli effetti che l’impatto genera è stata determinata secondo la
seguente scala;
3. La frequenza con la quale l’impatto si ripete;
4. La durata degli effetti dell’impatto.
10 Valutazione di Incidenza
Le procedure di valutazione d'incidenza costituiscono un elemento essenziale
nell'ambito dei procedimenti di tutela preventiva dei siti della Rete Natura 2000. In tale
procedura lo studio di incidenza, di un piano o progetto, è finalizzato a verificare se vi siano
incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o
congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito
stesso.
La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi/piani che ricadono all'interno
delle aree Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare
ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.
Il Decreto Legislativo 152/2006, modificato e integrato dal D.Lgs. 4/2008, prevede
che la VAS e la VIA comprendono le procedure di valutazione d'incidenza di cui all'articolo
5 del decreto n. 357 del 1997;
11 Strutturazione del programma di monitoraggio, gli
Indicatori e le Misure di Mitigazione e Compensazione
La fase di monitoraggio con il controllo degli impatti ambientali significativi, prevista
dal processo della VAS, ha come obiettivo quello di valutare l’efficacia del Piano e consente
22
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
di indirizzare le eventuali rimodulazioni dei contenuti e delle linee di azione del piano
adeguandolo in tempo reale alle dinamiche di evoluzione del territorio.
La fase di valutazione presuppone che vi sia la disponibilità dei dati relativi ai risultati
dell’attività svolta dal Piano. Tali informazioni sono per mole e qualità difficilmente
producibili con il solo sforzo dell’Ente Parco, che avrà pertanto il compito di predisporre
convenzioni e protocolli con altri Enti pubblici che svolgono abitualmente controlli
sull’ambiente.
Il Parco intende comunque provvedere in maniera autonoma all’acquisizione di alcuni
dati ambientali e prevede quindi di dotarsi di strumentazione per la rilevazione di parametri
meteorologici, che sono fondamentali per poter effettuare una valutazione concreta delle
condizioni ambientali e predisporre eventuali interventi di ripristino nonché misure finalizzate
alla salvaguardia di specie animali e vegetali.
Studi specifici verranno realizzati per approfondire gli aspetti idrologici, idrogeologici
e pedologici dell’area, oggi ancora poco noti. In particolare dovrà essere affrontato attraverso
il monitoraggio anche l’aspetto delle disponibilità idriche del territorio al fine di consentire in
funzione delle necessità idriche esplicitate nelle richieste di nulla osta presentate al Parco il
rilascio di nulla osta in un’ottica di sostenibilità.
Grande attenzione sarà rivolta alla fauna ittica della area, della quale si ha una scarsa
conoscenza sia qualitativa che quantitativa.
Tutti i dati ambientali in possesso del Parco in conformità con quanto previsto dalla
Direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale saranno resi
pubblici.
Per favorire un rapporto più diretto e ravvicinato fra cittadini ed Ente Parco e
accrescere la soddisfazione delle parti interessate verrà attivato, all’interno del sito internet
istituzionale del Parco, un servizio on-line per consentire al cittadino di esprimere la propria
opinione sull’attività svolta dall’Ente attraverso mail e sondaggi.
Fra le iniziative che il Parco intende promuovere vi sono sicuramente tutte le attività
ecocompatibili che hanno quale principio ispiratore la sostenibilità ambientale e che verranno
promosse attraverso la didattica ambientale nelle scuole, gli incontri tematici con la
cittadinanza e la diffusione di informazioni attraverso i propri operatori.
La scelta delle misure che prevengano, riducano o compensino gli impatti è stata
effettuata secondo il seguente criterio: poiché il Piano che è stato predisposto è quello di
un’area protetta, la cui finalità, è bene ricordarlo, è la salvaguardia delle emergenze
naturalistiche e paesaggistiche presenti sul territorio, per tutti gli impatti negativi sono state
previste delle misure di mitigazione.
Le risposte riportate nel Rapporto Ambientale sono il frutto di un’attenta valutazione
maturata anche dal confronto avuto con i tecnici del Parco; tale confronto ha permesso di
focalizzare l’attenzione su delle specifiche azioni che, nell’arco del tempo trascorso da
quando l’Ente Parco ha iniziato ad operare sul territorio, si sono presentate con maggior
frequenza e sulle quali già in passato i tecnici hanno avuto modo di studiare le alternative
possibili per mitigare gli impatti. Le azioni mitigatrici, inoltre, sono il risultato di una visione
d’insieme, cioè si sono considerati anche gli effetti positivi, nonché i negativi, che il
determinante o la pressione ha sul medesimo o su altri temi. In altre parole, per poter ottenere
una valutazione quanto più oggettiva possibile, sono stati considerati anche gli effetti
cumulativi e quelli sinergici.
23
Sintesi non tecnica
Rapporto ambientale - Piano di Assetto
Le azioni mitigatrici saranno attuate tenendo conto della sensibilità dell’area sulla
quale agiranno: soltanto in questo modo, infatti, si potrà rispondere ragionevolmente alle
specifiche esigenze del contesto ambientale su cui l’intervento andrà ad influire.
Per ciascuna risposta vengono anche riportati, nel Rapporto Ambientale, gli indicatori
sull’attuazione del piano, sugli impatti individuati e sullo stato dell’ambiente.
Facendo seguito all’esempio riportato nel capitolo 9 si ritiene opportuno specificare
quali sono le risposte che si è deciso di riportare nel Rapporto Ambientale per mitigare e
compensare le problematiche causate dal Determinante Promozione di attività di ricerca con
finalità di conservazione salvaguardia e tutela. L’Ente Parco dovrà predisporre una procedura
sullo svolgimento delle attività al fine di limitare al minimo il disturbo alla flora e alla fauna;
nella procedura dovranno essere esplicitate anche le modalità con cui si procederà al controllo
sul campo.
Per avere informazioni sullo stato di attuazione delle azioni del Piano e per monitorare
lo stato dell’ambiente sono stati individuati gli indicatori, che nel caso specifico sono:
avvenuta predisposizione della procedura, numero controlli effettuati/totale dei nulla osta,
numero autorizzazioni rispettate dai richiedenti/numero di controlli espletati.
Nel Rapporto Ambientale sono anche riportati gli indicatori contenuti nel Documento
Programmatico, poiché anche mediante il loro apporto sarà possibile monitorare le risposte e
capire se le azioni poste in essere dal Parco stanno andando verso la sostenibilità.
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