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SPETTACOLI
GIORNALE DI BRESCIA VENERDÌ 2 NOVEMBRE 2012
Sul palco
Uochi Toki
jazz e blues
■ Acrobazie verbali, blues e jazz. È
venerdì,è l’ora di accendere gli amplificatori e soffiare negli strumenti a fiato. Al Lio Bar di via Togni 43, in città
(apertura alle 21, inizio concerti alle
22.30, ingresso libero, infoline:
335.5350615) arrivano gli Uochi Toki
(foto), duo piemontese formato da
Matteo «Napo» Palma e Riccardo «Ri-
co» Gamondi. La band proporrà il
sound di «Idioti», loro settimo disco.
Tutt’altra atmosfera al Maverick di
via Giuseppe Verdi 83 (Torbole Casaglia) che ospiterà sul proprio palco i
bresciani Mezzanottemmezza, ruspante quartetto rock blues che quest’anno ha pubblicato «Live2012». Appuntamento alle 22, ingresso libero.
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Soffia il vento del jazz, infine, all’Arcilago di vicolo Orti 1, a Salò, con l’esibizionedel trombettista Daniele Moretto (inizio del concerto alle 21, ingresso con tessera Arci, sottoscrizione
possibile all’entrata al costo di 10 €).
Moretto si è distinto non solo nel
jazz, ma anche per collaborazioni
con Ligabue, Jovanotti e Jannacci.
Classica Con Verdi
per ricordare i defunti
LA RECENSIONE
Con le Sorelle
di «nostalgico»
c’è solo lo swing
Il «Requiem» questa sera in San Giuseppe
con Brixia Symphony Coro e Orchestra
berto Rota, entrambi artisti del teatro alBRESCIA Per la Commemorazione dei
la Scala di Milano, che hanno accettato
Defunti, stasera alle 20.30 nella chiesa di
la chiamata dell’ultimo giorno.
San Giuseppe, in vicolo San Giuseppe a
«L’iniziativa - ricorda la presidente di
Brescia (zona piazza Loggia), sotto il titoFondazione Asm, Alberta Marniga - vuolo di «Justorum Animae» è in programma
le offrire un momento di meditazione
l’esecuzione della «Messa da Requiem»
nella Giornata dei Defunti». Mons. Luciadi Giuseppe Verdi. L’iniziativa è di Fondano Monari, vescovo di Brezione Asm, in collaborazione
scia, definisce il concerto una
con Museo Diocesano e Co«meditazione in musica che
mune di Brescia. L’ingresso è
IL CAST
richiama l’attenzione non solibero, a partire dalle 20.
Sotto la direzione lo dei credenti, ma di tutti
L’esecuzione del capolavoro
Sul palco
sacro verdiano è affidata alla di Giovanna Sorbi quelli che guardano al miste■ Sopra:
ro ultimo della vita, e aiuta a
Brixia Symphony Coro ed Orcantano Silvia
Giovanna Sorbi
concentrarsi sulle cose ultichestra, diretti dal maestro
Mapelli, Anna
alla direzione
me, su ciò che è essenziale e
Giovanna Sorbi. Solisti il sodella Brixia
Maria Di Micco,
che va al di là del quotidiano.
prano Silvia Mapelli, il tenore
Symphony
La "Messa da Requiem" è un
Stefano Ferrari, il mezzosoStefano Ferrari
Orchestra,
affresco musicale in cui si acprano Chiara Chialli e il basso
e Alberto Rota
che questa sera
cordano sentimenti contraEnrico Iori. Maestro del coro
in città proporrà
stanti, dalla paura alla suppliSonia Franzese.
il «Requiem»
ca, dalla visione grandiosa
In memoria di Alessandro
della maestà di Dio alla sua clemenza». Il
di Verdi.
Manzoni, scomparso il 22 maggio del
sindaco di Brescia, Adriano Paroli, richiaA destra:
1873, Verdi compose la «Messa da Rema le parole del Manzoni nell’Adelchi
quiem», che venne eseguita per la prima
il soprano
(«Gran segreto è la vita e nol comprende
volta nella chiesa di San Marco a Milano
bergamasco
che l’ora estrema»): «Verdi celebrò quenel primo anniversario della scomparsa
Silvia Mapelli,
sta tensione con un dettato musicale sordel grande scrittore. L’esecuzione di stauna delle voci
prendente e magnifico».
sera è affidata alla Brixia Symphony Orsoliste nel cast
chestra ed al suo Coro affidati alla direzione del maestro Giovanna Sorbi, musicista bresciana, una delle poche donne a
dirigere un’orchestra nel repertorio sacro, sinfonico ed operistico: creatrice del
Festival Musica Sacra (giunto alla dodicesima edizione) e della rassegna «Operadestate» (alla tredicesima edizione), ha ridato vita dal 2004 alla tradizione del Concerto di Capodanno al Teatro Grande ed
SAN PAOLO Con un programma asEspen, Roberto Ranieri, Francesca Tial Concorso internazionale di Canto lirisai vario e interessante torna, da dorale e il messicano Gerardo Urban
co intitolato al tenore lumezzanese Giamani, il festival pianistico «Don Emiora direttore della Filarmonica di Tocinto Prandelli, che nel 2013 celebrerà la
lio Verzeletti», organizzato dall’omoluca in Messico.
seconda edizione.
nimo circolo culturale di ScarpizzoIl festival prenderà il via domani alle
Il cast dei cantanti comprende Silvia Malo. Articolata in quattro appuntamen20.30, e per due fine settimana anipelli, soprano bergamasco, artista della
ti, la rassegna, diretta dal maestro Gemerà l’auditorium comunale «G. TreScala di Milano, vincitrice nel 1997 del
rardo Chimini, è nata dieci anni fa su
gambi», nell’edificio delle scuole meConcorso Di Stefano, e il tenore Stefano
iniziativa del circolo culturale «Don
die in via Giovanni XXIII. Il primo apFerrari, nato nel Bresciano, che ha debutVerzeletti», che intendeva permettepuntamento è con il «Concerto in
tato nel 1999 nel Flauto Magico per l’Aslire ai giovani pianisti e musicisti emerdue» per clarinetto e pianoforte, nel
co e ha lavorato a fianco di direttori come
genti del nostro territorio di esibirsi
corso del quale si esibiranno Fulvio
Peter Maag, Aldo Ceccato e Riccardo Muin pubblico. Nel corso del tempo le
Capra e Andrea Facchi. Domenica il
ti; oggi vive e lavora stabilmente in Franserate musicali sono diventate un ap«Concerto in due» sarà affidato invecia. Saranno invece sostituiti, perché colpuntamento tradizionale per San Pace al flauto traverso e al pianoforte di
piti da un’indisposizione influenzale, il
olo, con la partecipazione di numeroStefania Maratti e Sara Tomasoni.
mezzosoprano Chiara Chialli e il basso
si artisti, tra i quali ricordiamo FranNel fine settimana successivo, sabaEnrico Iori. Al loro posto, gli organizzatocesco Gussago, Ivan Ronda, Daniel
to 10 novembre è in programma una
ri annunciano Anna Maria Di Micco e Al-
Classica/2 Una rassegna di giovani note
Al via domani l’edizione 2012 del festival pianistico «Don Verzeletti»
serata dedicata alla lirica con l’esibizione del Coro lirico «Sereno» di Brescia, accompagnato da Michela Piovanelli al pianoforte e diretto dal maestro Mario Marenghi.
La chiusura del festival, domenica 11
novembre, spetterà al direttore artistico del festival, il pianista Gerardo
Chimini, che si esibirà in un «Concerto per pianoforte ed orchestra» accompagnato dall’Orchestra da Camera del Conservatorio di Darfo, diretta dal violinista Paolo Artina.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero. Per maggior informazioni è possibile consultare il sito del circolo
www.circoleverzeletti.it.
Viviana Filippini
■ «Della radio l’usignol, stamattina ha preso il vol...».
Mercoledì, al Teatro Odeon
di Lumezzane, pieno e plaudente per l’inizio di stagione,
le Sorelle Marinetti, fra «cinguettii» di canto armonizzato, hanno rinnovato con la
pièce musicale «Non ce neimporta niente», i successi del
Trio Lescano, star della radio
anni ’30. Luci azzurre, vestitino a fiori, capelli a onde e tante canzoni d’amore («Sorride
il mondo intero, sono vicino
a te») tra originali balletti, ironia garbata e swing italiano
d’epoca: batteria spazzolata,
tonfi morbidi del contrabbasso e assoli di clarinetto dell’impeccabile Orchestra Maniscalchi.
Il feeling tra le Sorelle, trio di
attori-cantanti «en travesti»,
con la platea scatta subito
(commenta una signora: «me
ma se ’ndormente mia stasera»), resiste all’intervallo e cresce nel finale, quando l’autore Giorgio Bozzo regala la
chicca del primo 78 giri del
Trio Lescano, e ricorda quanto sia meraviglioso il teatro,
dove «si può fingere, ma non
si può mentire». «Conserviamolo» raccomanda, e saluta
la bresciana Emanuela Ghidini, che lascia il teatro Odeon
dopo 10 anni di lavoro.
Così il canto in falsetto, i balletti coi piedini all’insù, i sorrisi e i battibecchi al femminile, sembrano, in dissolvenza,
far scomparire i molto bravi
Nicola Olivieri, Andrea Allione e Marco Lugli, per lasciar
posto alle «futuristiche» Sorelle di un’epoca dove regnava
un dolce jazz di pinguini innamorati che fanno «crack» sul
«pack», gattine innamorate
che aspettano gatti, un Macario autore di «Se piove vaghi
per la città, senza nessun pensier». Accantonato il fascismo, che allora portava l’Italia alle leggi razziali e alla guerra, si è dimenticato il fascino
di queste musiche e atmosfere, belle da riscoprire.
Simone Tonelli
Asso Stefana Accordi di frontiera, tra rock e deserto
Intensa performance all’Articiòc del chitarrista, confermatosi abile demiurgo del suono
Alessandro «Asso» Stefana
■ Uno sguardo perso nell’orizzonte, alla ricerca di un west che è
più luogo interiore che sequenza
di cactus e deserto. È il confine verso cui tende la musica di Alessandro «Asso» Stefana, la frontiera che
lui blandisce con la perizia di un
rabdomante, la cui chitarra vibra al
cospetto di sorgenti di note, giacimenti ricchi di eteree suggestioni.
L’altra sera, sul palco dell’Articiòc
di Montirone, «Asso» si è presentato da solo, con tre chitarre e il suo
personale mondo di loop ed effetti.
Sono bastati i primi rintocchi di
«Prelude and Yodel» (unica cover
della serata, firmata Penguin Cafè
Orchestra) per sprofondare oniricamente in luoghi distanti, sferzati
da polvere, arsura, meditazioni dolenti. Atmosfera corroborata, in
qualche modo, da «Western soda»,
intenso meeting tra Morricone, Calexico ed il Ry Cooder di «Paris,
Texas». Il tutto amministrato da
«Asso», che usa la sua chitarra come fosse un’orchestra. Tratteggia
profonde melodie con l’elettrica,
poggia il ritmo su nastri magnetici,
«parla» e strepita con la lapsteel sul-
le ginocchia. Tutto coerente, tutto
giusto, ma con quella tipica tensione che accompagna la musica improvvisata. Ragione e estemporaneità: si respira questo tra i brani
del chitarrista, che sa benissimo
quale sarà il suo punto di approdo,
ma decide al momento come ci potrà arrivare.
Pescando a piene mani dal suo repertorio solista e dai lavori coi Guano Padano («Last Night»), o improvvisando su voci altrui
(«Cowboys don’t cry» dei World
Standard), Stefana ha avuto modo
di proporre un suo recentissimo
progetto, ovvero di scorrazzare nel
blues basandosi sulla voce di Roscoe Holcomb, regalando una performance da ascoltare senza emettere un fiato, rapito dalla chitarra
distorta e da questa voce ricca di cicatrici.
Il commiato s’è consumato con un
brano acustico, l’ennesima piega
dell’anima di «Asso» Stefana, incredibile tessitore di accordi di frontiera, cantore di un epopea fuori dal
tempo.
Rosario Rampulla