Correnti e circuiti a corrente continua La corrente elettrica Corrente elettrica: carica che fluisce attraverso la sezione di un conduttore in una unità di tempo ∆Q I= ∆t Intensità di corrente media ∆Q dQ I = lim = ∆t →0 ∆t dt Intensità corrente istantanea Unità di misura nel S.I.: ampere (A) 1 A equivale al passaggio della carica di 1 C attraverso una superficie in un’unità di tempo di 1 s 1C 1A = 1s Verso della corrente elettrica: per convenzione il verso attribuito alla corrente elettrica è opposto al moto degli elettroni. I In un conduttore ordinario (es. filo di rame) la corrente è dovuta al moto degli elettroni (carica negativa). Nei gas e liquidi (es. soluzione elettrolitica) la corrente è il risultato del moto sia delle cariche positive che di quelle negative (vd. elettrolisi) Dal punto di vista microscopico: q: carica di ciascun portatore n: densità di portatori di carica (numero di portatori per unità di volume) V: volume dell’elemento di conduttore: V= ∆Q: carica mobile A ⋅ ∆x ∆Q = (n ⋅ V ) ⋅ q = (n ⋅ A ⋅ ∆x ) ⋅ q vd: velocità di deriva. Velocità media dei portatori di carica all’interno del conduttore ∆x vd = ∆t Dal punto di vista microscopico: ∆Q: carica mobile ∆Q = (n ⋅ V ) ⋅ q = (n ⋅ A ⋅ ∆x ) ⋅ q ∆Q = (n ⋅ A ⋅ ∆x ) ⋅ q = (n ⋅ A ⋅ vd ⋅ ∆t ) ⋅ q Dividendo ambedue i membri per l’intervallo di tempo si ottiene la corrente media: ∆Q I= = n ⋅ A ⋅ vd ⋅ q ∆t Espressione della corrente media in funzione dei parametri microscopici Densità di corrente (J): corrente che circola nel conduttore per unità di area. Unità di misura nel S.I. : ampere su metro-quadrato I J ≡ = n ⋅ vd ⋅ q A Velocità di deriva: Si è definita come velocità media dei portatori di carica (elettroni) lungo il conduttore (filo elettrico). Ciò non vuol dire che gli elettroni si muovono in linea retta. In assenza di una differenza di potenziale il moto è casuale, simile a quello delle molecole di un gas (vd. modello della teoria cinetica dei gas). Le velocità medie degli elettroni nel conduttore sono dell’ordine di 106 m/s Sotto l’azione di un campo elettrico, gli elettroni sono soggetti ad una forza e vengono accelerati, originando la corrente elettrica. Il moto dovuto alla forza elettrica si sovrappone al moto casuale e il risultato è una velocità media il cui modulo è la velocità di deriva. Velocità di deriva: esempio Un filo di rame con sezione di area 3.31 x 10-2 cm2 trasporta una corrente di 10 A. Calcolare la velocità di deriva assumendo che vi è un elettrone libero di conduzione per ciascun atomo di Cu. (Densità del Cu: 8.95 g/cm3; massa molare del Cu: 63.5 g/mol) ∆Q I= = n ⋅ A ⋅ vd ⋅ q ∆t I vd = n ⋅ A⋅ q Volume occupato da una mole (da 63.5 g): 63.55 g / mol 3 V= = = 7 . 09 cm / mol 3 8.95 g / cm ρ M In una mole vi sono un numero di atomi (e quindi per ipotesi anche un numero di elettroni di conduzione) pari al numero di Avogadro (6.02 x1023 atomi) Velocità di deriva: esempio Un filo di rame con sezione di area 3.31 x 10-2 cm2 trasporta una corrente di 10 A. Calcolare la velocità di deriva assumendo che vi è un elettrone libero di conduzione per ciascun atomo di Cu. (Densità del Cu: 8.85 g/cm3; massa molare del Cu: 63.5 g/mol) La densità di elettroni liberi è quindi pari a: 6.02 ⋅10 23 elettroni / mole 23 elettroni 0 . 85 10 n= = ⋅ 3 3 cm 7.09 cm / mole I 10 C / s vd = = n ⋅ A ⋅ q 0.85 ⋅10 23 cm −3 ⋅ 3.31⋅10 − 2 cm 2 ⋅1.6 ⋅10 −19 C I − 2 cm −4 m vd = = 2.22 ⋅10 = 2.22 ⋅10 Molto bassa! n⋅ A⋅ q s s Velocità di deriva: esempio Un filo di rame con sezione di area 3.31 x 10-2 cm2 trasporta una corrente di 10 A. Calcolare la velocità di deriva assumendo che vi è un elettrone libero di conduzione per ciascun atomo di Cu. (Densità del Cu: 8.85 g/cm3; massa molare del Cu: 63.5 g/mol) I −4 m vd = = 2.22 ⋅10 n ⋅ A⋅ q s ∆x Tempo impiegato per percorrere 1m: vd = ∆t ∆x 1m ∆t = = ≈ 4504 s ≈ 75 min −4 v d 2.22 ⋅10 m / s Ad essere pressoché istantaneo è il campo elettrico che si stabilisce nel conduttore. E’ per questo che la luce si accende subito quando si preme l’interruttore. Dal punto di vista energetico: Durante il passaggio di corrente elettrica in un conduttore si ha una trasformazione di energia: Energia chimica della batteria Energia potenziale del campo elettrico necessario a far circolare corrente Energia cinetica degli elettroni Energia termica trasferita al sistema a seguito dei continui urti degli elettroni in moto con gli atomi del metallo Correnti e circuiti a corrente continua Resistenza elettrica e legge di Ohm Applicando una differenza di potenziale ∆V ai capi di un conduttore metallico si origina un campo elettrico, responsabile del moto degli elettroni e quindi della corrente. ∆V = E ⋅ l La velocità di deriva degli elettroni è direttamente proporzionale al campo elettrico (vedi poi). Allora la corrente che circola nel conduttore (che si è visto essere proporzionale alla velocità di deriva) risulta direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata. La costante di proporzionalità prende il nome di resistenza del conduttore. ∆V R≡ I Unità di misura nel S.I.: Ohm (Ω Ω). Se la differenza di potenziale di 1V ai capi di un conduttore determina una corrente di 1A, allora la resistenza del conduttore è pari a 1 Ω Resistenza: esempio Quanto vale la resistenza di un conduttore metallico in cui circola una corrente di 6 A sotto l’azione di una differenza di potenziale pari a 120V? ∆V 120V R≡ = = 20 Ω I 6A Cosa ne è della resistenza se si raddoppia la differenza di potenziale ai capi del conduttore? R resta costante: raddoppiando ∆V raddoppierà anche l’intensità di corrente, ma il rapporto (resistenza) resta costante. Questo è vero per i conduttori Ohmici, per i quali cioè la resistenza resta costante in un grande intervallo di tensioni. Legge di Ohm: Dalla definizione di resistenza elettrica si ha: ∆V = I ⋅ R Per i conduttori Ohmici (i metalli) vale la legge di Ohm. La corrente cresce linearmente con la tensione in un ampio intervallo. Esistono anche dispositivi che non seguono la legge di Ohm. Un esempio è il diodo, dispositivo a semiconduttore caratterizzato da una curva corrente-tensione non lineare. Resistenza, resistività e conducibilità: La resistenza di un filo conduttore ohmico è proporzionale alla lunghezza del filo ed inversamente proporzionale alla sua sezione: l R= ρ⋅ A La costante di proporzionalità ρ prende il nome di resistività. Unità di misura nel S.I.: Ohm per metro (Ω Ω⋅m). Il reciproco della resistività è definita come conducibilità: La resistenza, espressa in funzione della conducibilità è: 1 l R= ⋅ σ A σ= 1 ρ Un elemento circuitale che fornisce una specifica resistenza all’interno di un circuito elettrico è detto resistore. Il simbolo in un diagramma circuitale è una linea a zig-zag. R La resistività (e quindi anche la conducibilità) varia molto a seconda della particolare sostanza. A temperatura ambiente (20°C) i buoni conduttori (argento, rame, oro, alluminio, tungsteno, ferro) hanno una resistività dell’ordine di 10-8 Ω⋅m. Un isolante come il vetro è caratterizzato da una resistività molto più alta, dell’ordine di 1010-1014 Ω⋅m Resistività vs. Temperatura e Superconduttori Variazione della resistività con la temperatura La resistività dipende dalla temperatura. Per molti metalli in un intervallo limitato di temperature, la resistività aumenta linearmente con la temperatura secondo la legge: ρ = ρ ⋅ +α ⋅( − ) 0 [1 T T0 ] ρ0: resistività alla temperatura di riferimento T0 (20°C) α: coefficiente termico della resistività Essendo la resistenza direttamente proporzionale alla resistività, la variazione della resistenza con la temperatura è esprimibile come: Questa proprietà può essere R = R0 ⋅ [1 + α ⋅ (T − T0 )] usata per ottenere misure precise di temperatura. Esiste una classe di metalli e composti per i quali la resistenza diminuisce bruscamente al di sotto di una particolare temperatura critica Tc. Essi sono noti come superconduttori La resistività dei superconduttori al di sotto di Tc sono inferiori a 4x10-25 Ω⋅m (ricordiamo che i buoni conduttori hanno resistività dell’ordine di 10-8 Ω⋅m) L’interesse è ricercare materiali con comportamento di superconduttore a Tc relativamente alte. Al 1.19 K ; -271.96°C HgBa2Ca2Cu3O8 134 K ; -139.15°C Un modello strutturale per la corrente elettrica Abbiamo già introdotto un modello che lega la corrente elettrica alle grandezze microscopiche del conduttore I = n ⋅ A⋅v ⋅ q d Cerchiamo ora di spiegare l’origine microscopica della resistenza Ipotesi del modello: 1) Energia cinetica degli elettroni → energia vibrazionale degli atomi del conduttore → riscaldamento del conduttore 2) Moto dell’elettrone dopo l’urto indipendente dal suo moto prima dell’urto L’elettrone è accelerato dalla forza elettrica e tra due urti si muove di moto uniformemente accelerato r r r r Fe − eE r r r r eE = v = v0 + a ⋅ t = v0 − ⋅t a= me me me r r r r v = v0 + a ⋅ t = v0 − r eE me ⋅t Il moto dell’elettrone è caratterizzato da un grande numero di urti al secondo. Consideriamo quindi il valore medio della velocità su un intervallo lungo rispetto al tempo tra due collisioni, che corrisponde proprio alla velocità di deriva Le velocità iniziali sono distribuite casualmente lungo le varie direzioni (per l’ipotesi 2) quindi il valor medio di v0 è zero Carica, campo elettrico e massa sono costanti quindi il solo fattore che influenza la media è il tempo r eE r r r Dove τ è il tempo medio fra gli urti vd = v0 + a ⋅ t = − ⋅τ me Velocità di deriva proporzionale al campo elettrico I = n ⋅ A ⋅ vd ⋅ q r vd = − r eE ⋅τ me Sostituendo l’espressione trovata per la velocità di deriva si ha: e⋅ E ne 2 E I = n ⋅ A ⋅ vd ⋅ e = n ⋅ A ⋅ ⋅τ ⋅ e = ⋅ A ⋅τ me me Considerando inoltre la legge di Ohm, il legame resistenzaresistività, e il legame differenza di potenziale-campo elettrico in un conduttore si ha: ∆V ∆V E ⋅l E I= = ⋅A= ⋅A= ⋅A R ρ ⋅l ρ ⋅l ρ Eguagliando le due espressioni della corrente e risolvendo per la resistività si ottiene: ne 2 E E m I= ⋅ A ⋅τ = ⋅ A → ρ = 2e me ρ ne τ Modello classico me ρ= 2 ne τ lmed τ= v med Libero cammino medio Velocità media E’ possibile usare questa espressione per calcolare la resistività dei conduttori che obbediscono alla legge di Ohm. Ci sono delle problematiche: -I valori teorici sono inferiori a quelli reali di circa un fattore 10 -La resistività dovrebbe variare con la temperatura come la velocità media che, in accordo con il modello dei gas perfetti, è proporzionale a T Tali limitazioni si superano migliorando il modello tenendo conto dei fenomeni quantistici (carattere ondulatorio degli elettroni): modello quantomeccanico Correnti e circuiti a corrente continua Energia e potenza elettrica L’energia chimica fornita dalla batteria viene trasferita al resistore. Calcoliamone l’espressione: Si immagini di seguire una carica Q positiva che si muove lungo il circuito: - parte dal punto a con potenziale nullo (riferimento), - attraversa la batteria acquistando un’energia potenziale elettrica pari a U=Q·∆V (a discapito dell’energia chimica della batteria), - si muove da b a c senza perdere energia (supponendo trascurabile la resistenza del filo) - attraversa il resistore perdendo energia a seguito delle collisioni con gli atomi del resistore (trasformazione in energia interna al resistore associata ai moti vibrazionali) aumento di temperatura del resistore (effetto Joule) - ritorna in a senza ulteriore perdita di energia (filo di R trascurabile) La variazione nel tempo dell’energia potenziale elettrica è quindi: dU d (Q∆V ) dQ = = ⋅ ∆V = I ⋅ ∆V dt dt dt dU d (Q∆V ) dQ = ⋅ ∆V = I ⋅ ∆V = dt dt dt Tale variazione nel tempo dell’energia potenziale elettrica rappresenta la potenza fornita al resistore: P = I ⋅ ∆V Questa espressione è valida per qualsiasi dispositivo che trasporti una corrente I e avente una differenza di potenziale ∆V ai suoi capi Ricordando inoltre la legge di Ohm: ∆V = I ⋅ R si ha: P = I2 ⋅R P = I ⋅ ∆V 2 ( ∆V ) P= Unità di misura nel S.I.: Watt (W) R 1 W è la potenza che in 1 s produce l’energia di 1 J. Un’unità di misura pratica per l’energia è il chilowattora, che è l’energia fornita dalla potenza di 1 kW per 1h: 3 6 1 kWh = 10 W ⋅ 3600 s = 3.6 ⋅10 J Energia e potenza elettrica: esempi Si considerino le due lampadine in figura. Quale ha resistenza maggiore? Quale trasporta una corrente maggiore? La potenza fornita a ciascuna lampadina dipende dalla resistenza: 2 ( ∆V ) P= R la lampadina con resistenza minore assorbirà una potenza maggiore. RA > RB Dalla legge di Ohm si ricava inoltre che la corrente attraverso la lampadina B sarà maggiore che in A In quale caso è più probabile che una lampadina “bruci”? Al momento dell’accensione o quando è accesa già da un po’? Al momento dell’accensione il filamento della lampadina è freddo e quindi la sua resistenza è bassa. Di conseguenza la corrente che circola è alta (così pure la potenza fornita) e può portare alla rottura del filamento. Via via che la lampadina è accesa il filamento si riscalda e quindi la sua resistenza elettrica aumenta e corrente e potenza fornita diminuiscono Energia e potenza elettrica: esempi Per una comune lampadina di 60 W funzionante a 220 V A) trovare la corrente nella lampadina e la sua resistenza B) calcolare quanto costa tenere accesa la lampadina per 24 ore considerando un costo dell’elettricità pari a 0.11 €/kWh A) La sigla 220V /60 W significa che la lampadina ha una tensione di funzionamento di 220 V ed una potenza di 60 W. La corrente che attraversa la lampadina si ricava dall’espressione della potenza: P = I ⋅ ∆V ⇒ I = P 60W = ≅ 0.273 A ∆V 220V La resistenza si ottiene dalla legge di Ohm: ∆V 220V ∆V = I ⋅ R ⇒ R = = ≅ 807 Ω I 0.27 A Energia e potenza elettrica: esempi Per una comune lampadina di 60 W funzionante a 220 V A) trovare la corrente nella lampadina e la sua resistenza B) calcolare quanto costa tenere accesa la lampadina per 24 ore considerando un costo dell’elettricità pari a 0.11 €/kWh B) La lampadina ha una potenza di 60 W=0.060 kW, per cui il costo di funzionamento per 24 ore è: Euro costo = 0.06 kWh ⋅ 24 h ⋅ 0.11 = 0.158 Euro kWh Correnti e circuiti a corrente continua Sorgenti di f.e.m. (“forza elettromotrice”) L’elemento che mantiene costante la differenza di potenziale in un circuito è detto sorgente di f.e.m. (forza elettromotrice). Tipici esempi sono batterie, pile, alimentatori. La f.e.m. ε di una sorgente esprime il lavoro svolto per unità di carica. L’unità di misura nel S.I. è quindi il volt (non è una forza!) La f.e.m. della batteria non coincide con la differenza di potenziale ai capi della batteria. La batteria possiede infatti una resistenza interna r che comporta una piccola caduta di tensione: ∆V = ε − I ⋅ r ∆V = I ⋅ R I= ε R+r Da cui si osserva che la corrente nel circuito dipende sia dalla resistenza esterna (di carico) R, sia dalla resistenza interna r. Se r << R si può comunque considerare ε ∆V I= = R R In termini di potenza: I= ε R+r ε = I ⋅R + I ⋅r I ⋅ε = I 2 ⋅ R + I 2 ⋅ r moltiplicando per I si ottiene: Cioè la potenza totale erogata dalla sorgente di f.e.m. si ripartisce tra il resistore e la batteria stessa Se r<<R la maggior parte della potenza è fornita alla resistenza di carico Se r>>R la maggior parte della potenza rimane all’interno della sorgente di f.e.m. (esempio: collegamento dei capi di una pila con del filo elettrico riscaldamento della batteria) Correnti e circuiti a corrente continua Resistori in serie e in parallelo Resistori (resistenze) in serie Due resistori sono collegati in serie quando hanno un estremo in comune La corrente che circola nei due resistori è la stessa I = I = I 1 2 La differenza di potenziale fornita dalla batteria si ripartisce tra i due resistori ∆V = ∆Vab + ∆Vbc ∆Vab = I ⋅ R1 ∆V = I ⋅ (R1 + R2 ) Essendo ∆Vbc = I ⋅ R2 si ha: Resistori (resistenze) in serie ∆V = I ⋅ (R1 + R2 ) ∆V = I ⋅ Req Si può pensare al circuito come costituito da una sola resistenza equivalente, pari alla somma delle due singole resistenze. Generalizzando la resistenza equivalente di un insieme di n resistori collegati in serie è uguale alla somma delle singole resistenze. Req = R1 + R2 + K + Rn In un collegamento in serie la resistenza equivalente è sempre maggiore di ciascuna singola resistenza Resistori (resistenze) in parallelo Due resistori sono collegati in parallelo quando hanno entrambi gli estremi in comune Ciascun resistore è collegato direttamente ai capi della batteria e quindi la differenza di potenziale ai capi dei resistori è la stessa ∆V = ∆V1 = ∆V2 La corrente totale che circola si ripartisce nei due resistori I = I + I Essendo 1 ∆V = I1 ⋅ R1 ∆V = I 2 ⋅ R2 2 si ha: 1 1 ∆V ∆V I = I1 + I 2 = + = ∆V ⋅ + R1 R2 R1 R2 Resistori (resistenze) in parallelo 1 1 ∆V I = ∆V ⋅ + I= Req R1 R2 Si può pensare al circuito come costituito da una sola resistenza equivalente, legata alle singole resistenze dalla relazione: 1 1 1 = + Req R1 R2 R1 ⋅ R2 Req = R1 + R2 Generalizzando il reciproco della resistenza equivalente di un insieme di n resistori collegati in parallelo è uguale alla somma dei reciproci delle singole resistenze. In un collegamento in parallelo la resistenza equivalente è sempre minore della più piccola resistenza del circuito Resistenze in serie e in parallelo: esempio A. B. Trovare la resistenza equivalente tra a e c. Qual è la corrente che passa in ciascun resistore se viene mantenuta una differenza di potenziale di 42 V tra a e c? Resistenze in serie e in parallelo: esempio A. B. Trovare la resistenza equivalente tra a e c. Qual è la corrente che passa in ciascun resistore se viene mantenuta una differenza di potenziale di 42 V tra a e c? A) I due resistori da 8 Ω e 4 Ω sono collegati in serie, e quindi la resistenza equivalente tra a e b è pari a: 8+4= 12 Ω. I due resistori da 6 Ω e 3 Ω sono collegati in parallelo, e quindi la resistenza equivalente tra b e c è pari: 6x3/(6+3)=18/9=2 Ω Le due resistenze calcolate sono in serie, quindi la resistenza equivalente è pari a 12+2 =14 Ω Resistenze in serie e in parallelo: esempio A. B. Trovare la resistenza equivalente tra a e c. Qual è la corrente che passa in ciascun resistore se viene mantenuta una differenza di potenziale di 42 V tra a e c? B) Essendo la resistenza equivalente pari a 14 Ω e la differenza di potenziale 42 V, la corrente si ricava dalla legge di Ohm come: ∆V 42V I= = =3A Req 14 Ω Questo è la corrente che circola tra a e b e quindi nei resistori di 8 Ω e 4 Ω. Nel nodo b la corrente si divide tra le due resistenze in parallelo. Qui vale: ∆Vbc = I1 ⋅ 6 Ω = I 2 ⋅ 3 Ω I1 + I 2 = 3 A Da cui: I 2 = 2 I1 I 2 = 2 A ⇒ I1 + 2 I1 = 3 A I1 = 1 A Resistenze in serie e in parallelo: esempio Tre resistori sono collegati in parallelo. Tra i punti a e b viene mantenuta una differenza di potenziale di 18 V. A. Trovare la corrente che passa in ciascun resistore B. Calcolare la potenza fornita a ciascun resistore e la potenza totale fornita ai tre resistori C. Calcolare la resistenza equivalente dei tre resistori A) I tre resistori sono collegati in parallelo e ai capi di ciascuno di essi la differenza di potenziale è di 18 V. Dalla legge di Ohm si ottiene: ∆V 18V ∆V 18V ∆V 18V I = = =2A 3 I1 = = =6A I2 = = =3A R3 9Ω R 3Ω R 6Ω 1 2 B) Sapendo che P = I 2 ⋅ R per ciascun resistore si ha: 2 P1 = I12 ⋅ R1 = (6 A) ⋅ 3 Ω = 108W 2 P2 = I 22 ⋅ R2 = (3 A) ⋅ 6 Ω = 54 W 2 P3 = I 32 ⋅ R3 = (2 A) ⋅ 9 Ω = 36W Ptot = P1 + P2 + P3 = 198W Resistenze in serie e in parallelo: esempio Tre resistori sono collegati in parallelo. Tra i punti a e b viene mantenuta una differenza di potenziale di 18 V. A. Trovare la corrente che passa in ciascun resistore B. Calcolare la potenza fornita a ciascun resistore e la potenza totale fornita ai tre resistori C. Calcolare la resistenza equivalente dei tre resistori C) I tre resistori sono collegati in parallelo, vale quindi: 1 1 1 1 = + + Req R1 R2 R3 1 1 1 1 11 = + + = Req 3 Ω 6 Ω 9 Ω 18 Ω 18 Ω Req = = 1.64 Ω 11 Lo stesso risultato di può ottenere dalla legge di Ohm considerando la differenza di potenziale tra a e b e la corrente totale (somma delle tre correnti): ∆V 18V Req = = = 1.64Ω I tot 6 A + 3 A + 2 A Elettrolisi e costante di Faraday Cella elettrolitica: soluzione elettrolitica + due elettrodi Passaggio di corrente nella soluzione: moto degli ioni positivi e negativi → spostamento di materia verso gli elettrodi La massa delle sostanze liberate agli elettrodi è proporzionale alla carica elettrica che ha attraversato la cella e, per ogni elemento, al rispettivo equivalente chimico (rapporto tra peso atomico M e valenza z) Al catodo: se Q è la carica che attraversa la cella, il numero n di ioni positivi, di valenza z che migrano al catodo è: Q n= z ⋅e (dove e = 1.602 ⋅10 −19 C ) M 23 −1 m = ( dove N = 6 . 022 ⋅ 10 mol ) La massa mi di ciascuno ione: i Avo N Avo La massa totale trasportata e depositata al catodo è quindi: m = n ⋅ mi = Q M ⋅ z ⋅ e N Avo m= Q⋅M z⋅F F = e ⋅ N Avo = (96485.3399 ± 0.0024) C ⋅ mol −1 Costante di Faraday Esercizi corrente Un tostapane assorbe 600 W quando è collegato a una tensione di 220 V. Quale corrente attraversa il tostapane e qual è la sua resistenza? 2 P = I ⋅ ∆V = I 2 ( ∆V ) ⋅R = R P 600W P = I ⋅ ∆V ⇒ I = = = 2.7 A ∆V 220V ∆V = I ⋅ R ∆V 220V ∆V = I ⋅ R ⇒ R = = = 81Ω I 2.7 A Si consideri il circuito in figura. Trovare la resistenza equivalente tra i punti a e b. Se una differenza di potenziale di 34 V è applicata tra i punti a e b , calcolare la corrente in ogni resistore. R2=7 Ω La resistenza equivalente delle due resistenze in parallelo R2 ed R3: R4=9 Ω R1=4 Ω 1 1 1 17 = + = R23 7 Ω 10 Ω 70 Ω 70 Ω R23 = = 4.12 Ω 17 R3=10 Ω a Complessivamente si hanno ora tre resistenze in serie. La resistenza equivalente totale: Req = R1 + R23 + R4 = ( 4 + 4.12 + 9) Ω = 17.12 Ω b Si consideri il circuito in figura. Trovare la resistenza equivalente tra i punti a e b. Se una differenza di potenziale di 34 V è applicata tra i punti a e b , calcolare la corrente in ogni resistore. R2=7 Ω Essendo la resistenza equivalente pari a 17.12 Ω e la differenza di potenziale 34 V, la corrente si ricava dalla legge di Ohm come: ∆V 34V I= = = 1.98 A Req 17.2 Ω R4=9 Ω R1=4 Ω R3=10 Ω a Questa è la corrente che circola in R1 ed R4. Nel nodo dopo R1 la corrente si divide tra R2 ed R3. Essendo R2 ed R3 collegate in parallelo, vale: I 2 ⋅ 7 Ω = I 3 ⋅10 Ω I 2 + I 3 = 1.98 A Da cui: I 2 = 1.16 A I 3 = 0.82 A b Si consideri un costo dell’elettricità di 0.12 Euro per kWh. Calcolare il costo: a) Per una lampada da 40 W lasciata accesa per due settimane b) Per l’uso per tre minuti di un tostapane di 970 W c) Per il lavaggio di un carico di vestiti per 40 minuti in una lavatrice di 5200 W a) Euro costo = 40 ⋅10 kW ⋅ (2 ⋅ 7 ⋅ 24) h ⋅ 0.12 = 1.62 Euro kWh b) 3 Euro costo = 970 ⋅10 kW ⋅ h ⋅ 0.12 = 5.8 ⋅10−3 Euro 60 kWh −3 c) −3 40 Euro costo = 5.2 kW ⋅ h ⋅ 0.12 = 0.42 Euro 60 kWh La Capacità e i circuiti RC Un condensatore consiste di due conduttori di forma qualsiasi elettricamente isolati l’uno dall’altro e da mezzo in cui sono contenuti. Una volta che il condensatore è stato caricato i due conduttori portano cariche uguali ed opposte La differenza di potenziale ai capi del condensatore è direttamente proporzionale alla carica del condensatore (definita come la carica presente su una delle due armature) La costante di proporzionalità prende il nome di capacità: Q C≡ ∆V Unità di misura nel S.I.: farad (F). farad = coulomb volt CARICA DI UN CONDENSATORE Alla chiusura del circuito circola corrente che porta all’accumulo di carica sulle armature del condensatore. Il processo si arresta quando il condensatore è completamente carico. q ε = + IR C dq Cε − q = dt RC q dq ε= + R C dt dq ε q = − dt R RC Equazione differenziale: separo le variabili (carica e tempo) e integro CARICA DI UN CONDENSATORE dq Cε − q = dt RC Equazione differenziale: separo le variabili (carica e tempo) e integro q dq 1 =− dt q − Cε RC dq 1 ∫0 q − Cε = − RC ∫0 dt t q − Cε ln = − RC − Cε − q − Cε = e RC − Cε t t t − RC q(t ) = Cε ⋅ 1 − e Andamento temporale della carica presente sulle armature del condensatore Il valore massimo della carica è Cε per t →∞ Il parametro τ (dimensioni di un tempo) è detto costante di tempo del circuito RC CARICA DI UN CONDENSATORE t − RC q(t ) = Cε ⋅ 1 − e Differenziando l’espressione si ricava l’andamento temporale della corrente nel circuito RC: dq I (t ) = dt I (t ) = ε R ⋅e − t RC ε Il valore massimo della corrente, per t=0 è R SCARICA DI UN CONDENSATORE Prima della chiusura del circuito il condensatore è completamente carico. Una volta chiuso il circuito inizia a circolare corrente. Sia la carica che la corrente diminuiranno esponenzialmente con il tempo dq q −R = dt C q + IR = 0 C dq 1 =− dt q RC q t ln = − RC Q Differenziando l’espressione si ricava l’andamento temporale della corrente nel circuito RC: q t dq 1 ∫Q q = − RC ∫0 dt q(t ) = Q ⋅ e t − t RC t − Q − RC ⋅e = − I 0 ⋅ e RC I (t ) = − RC Si considerino i seguenti parametri del circuito RC di un defibrillatore: C=32 uFe R=47kΩ. Per caricare il circuito di applica una differenza di potenziale di 5000 V. Trovare la costante di tempo del circuito, la massima carica del condensatore, la massima corrente nel circuito durante il processo di carica e la carica e corrente in funzione del tempo τ = RC = 47 ⋅103 Ω × 32 ⋅10−6 F = 1.5 s Q = C ⋅ ε = 32 ⋅10−6 F × 5000V = 0.160 C ε 5000V I0 = = = 0.106 A 3 R 47 ⋅10 Ω q(t ) = 0.160 C ⋅ 1 − e t − 1.50 s I (t ) = 0.106 A ⋅ e − t 1.50 s