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ANNO III - Marzo/Aprile 2009
Periodico multimediale amatoriale (non ufficiale) completamente gratuito dedicato al mondo di Claudio Baglioni - Responsabile rivista Enrico Avagliano del sito web www.tuttiqui.net
LE INTERVISTE
ESCLUSIVE
Paola Massari
a pagina 3
Pio Spiriti
alle pagine 4 e 5
GRAN
CONCERTO
2009
Tutte le date del
nuovo tour di
Claudio Baglioni
a pagina 10
In allegato
a questo numero
della rivista
il wallpaper e
il poster del film!
Il romanzo di Claudio Baglioni
Servizi a pagina 2
pagina 2
di là dal ponte
LA PUBBLICAZIONE - È in tutte le librerie il primo romanzo scritto da Claudio Baglioni: «Q.P.G.A.»,, edizioni Mondadori
Per non scordare mai il primo (piccolo grande) amore
Dalla canzone del secolo il volume che racconta una storia che lascia un segno
Ci sono delle situazioni che chiunque, nella
vita, prima o poi, affronta. Una di queste, un
topos, è il primo amore. Un proverbio dice che il
primo amore è quello che non si scorda mai.
Perché primo, appunto, quindi indimenticabile.
Prima di quell’esperienza non sapevamo nulla
dell’amore. Siamo ancora dei ragazzini, il mondo
lo vediamo in modo
così diverso da come
lo vedremo una volta
adulti.
Potremmo
scendere in piazza a
protestare per un
mondo migliore. Poi,
in un angolo di una
spiaggia, ecco il primo
bacio. Soli noi due. Ci
giuriamo che staremo
insieme per sempre,
che nulla e nessuno al
mondo potrà mai
separarci. Promesse,
sorrisi, sguardi dolci.
Eppure il tempo passa, la vita separa e
ognuno va per la sua
strada. Inevitabile. “Il
primo grande amore
non dura mai tutta la
vita. Ma la cambia.
Per sempre”. Così è
scritto sulla quarta di
copertina del nuovo
romanzo di Claudio
Baglioni che racconta la storia di “Questo piccolo
grande amore”, la sua canzone più famosa, sotto
una nuova luce. I protagonisti sono Andrea e
Giulia, ma non più quelli del film uscito il 14 febbraio scorso nelle sale. Sono le stesse persone
ma adulte. Che hanno percorso la loro vita, che
sono ormai nel pieno della propria esistenza. Ma
che non hanno mai dimenticato di quel primo
amore, che tanti anni prima sembrava così reale
ma che, col passare del tempo, è stato idealizzato, contorto, mitizzato e poi dimenticato. Anzi
no, dimenticato mai: è sempre rimasto in un
cassetto della memoria, chiuso a chiave. E la
chiave lo sappiamo dov’è, ma non sempre vogliamo andare a prenderla. Un amore finito, il primo,
ma che ha cambiato inevitabilmente il modo di
vivere a chiunque. Si legge nella retrocopertina
del romanzo di Baglioni (edito da Mondadori):
“L’amore si smarrisce come un ombrello, un
mazzo di chiavi o un portafogli. Come una parola
che avevamo qui, sulla punta della lingua e che,
adesso, non troviamo più. Perché come le parole,
l’amore viene quando vuole lui. Ci tornerà in
mente all’improvviso. Quando non ne avremo
più bisogno”. Come per Andrea, architetto di
fama internazionale che torna a Roma dopo tanti
anni. Proprio a Roma, nel 1970, aveva conosciuto
Giulia, il suo piccolo grande amore. Questo è
l’incipit alla base del romanzo di un Baglioni che
si dimostra – e di dubbi,
in realtà, non ne avevamo – un grande scrittore, capace di plasmare
le parole di un racconto
immaginario come sta
facendo, da decenni,
con le sue grandi canzoni. Quella che l’ha
reso famoso, “Questo
piccolo grande amore”,
è stata definita la canzone del secolo, la più
bella della musica leggera italiana. Con la
stessa sensibilità Baglioni nel romanzo ripercorre un amore del
passato, il primo grande amore, come soltanto un cantautore, un
cantastorie, un grande
narratore sa fare, plasmando le parole e
valorizzandone una per
una, senza mai lasciare
nulla al caso, puntando
dritto al cuore del lettore, per far riemergere
anche in lui un sentimento passato ma che non è
mai stato dimenticato. Ed è facile allora accorgersi che quei gesti di tanti anni prima hanno
rappresentato qualcosa per tutta la nostra vita. A
distanza di 37 anni dalla pubblicazione della canzone del secolo, Baglioni riprende quel brano
che, anni fa, addirittura riuscì a stravolgere, lo
rimodella e ne plasma un romanzo da leggere
tutto d’un fiato. Inevitabile, nella lettura, pensare
alla propria storia personale, a quel Piccolo grande amore che ha segnato la vita a tutti noi. E che
non è durato per sempre, è ovvio, ma che ci ha
cambiato, quello sì, per sempre.
Fabio Conti
«Q.P.G.A. Questo piccolo grande amore»
Il romanzo
di Claudio Baglioni
Edizioni Mondadori
260 pagine, € 17,00
IL FILM - Opinioni e commenti
Una storia di ieri
attuale anche oggi
Q.P.G.A.: un film che ha visto come spettatori
persone di tutte le età! Generazioni a confronto!
Dai ragazzini di 10 anni ai nonni di 80 e tutti entrati nella sala cinematografica per vedere finalmente una storia d’amore, anche se sofferta! La
storia era quella scontata, che già conoscevamo
attraverso le canzoni che si trovano nell’album
omonimo del ‘72 di Claudio. Una storia che noi
avevamo solo potuto immaginare e che ha fatto
sognare migliaia di adolescenti.
Ci troviamo in Piazza del Popolo, è in atto una
contestazione studentesca, a un certo punto arriva la polizia con i lacrimogeni per disperdere la
folla: tutti scappano per cercare riparo ed è così
che Giulia ed Andrea si incontrano in un bar fuori
mano...
È una storia d’amore molto bella perché
“pulita”, dove i sentimenti e le emozioni fanno da
protagonisti. Erano gli anni ’70, quelli in cui ci
vestivamo con i pantaloni a zampa, le camicie
fiorate e le zeppe ai piedi, i ragazzi portavano i
capelli lunghi, venivano chiamati “capelloni” come
se fosse stata una malattia: eravamo nel pieno
della contestazione giovanile e con atteggiamenti
di ribellione, di provocazione, anticonformismo e
trasgressione, i giovani sfogavano tutta la loro
rabbia per cercare di cambiare una società che
ormai gli stava stretta su tutti i fronti. Anche Giulia
e Andrea a modo loro volevano cambiare qualcosa con la speranza di un futuro diverso rispetto a
quello dei loro genitori.
Erano i tempi delle feste in casa dove ci si
andava soprattutto per poter ballare i lenti e stringerti un po’ al ragazzo che ti piaceva… che nostalgia! In questa piccola grande storia si intrecciano amore, sofferenza, attesa, nostalgia, passione, allegria, spensieratezza, ma soprattutto
tanta voglia di vivere e di conquistare il mondo!
Nella sala cinematografica alcuni ragazzi commentavano il film e affermavano che se ci fossero
stati i cellulari non sarebbero nati tanti malintesi
tra i protagonisti del film…
Ah, com’è vero, eppure noi siamo andati avanti anche senza cellulari e, invece dei messaggi o
delle chat, ci scrivevamo lunghe lettere e lunga
era l’attesa per una risposta! Molti son rimasti
delusi dal finale della storia: si aspettavano una
lieta conclusione che non c’è stata. Giulia e Andrea si sono salutati al “solito posto”, con
quell’ultimo bacio e una stretta di mano! Ragazzi,
ma sapete che c’è un seguito a questa storia
d’amore? Lo troveremo sul libro che ha scritto
Claudio e che sarà presto in libreria: sono certa
che stavolta ci sarà un lieto fine!
Vi aspetto all’uscita della prossima rivista per
le vostre considerazioni al libro e spero saranno
numerose!
Buon viaggio a tutti!
Angiola Sorrentino
di là dal ponte
pagina 3
LE INTERVISTE ESCLUSIVE / 1 - PAOLA MASSARI: «La maglietta fina? La custodisco in una cassapanca»
«Da “Agordo” al “Vento Matteo”,
la mia passione per la musica»
di Fabio Conti e Roberta Massaro
Quando abbiamo chiesto a Paola Massari di
concederci un’intervista speravamo ovviamente fin da subito che accettasse. Non solo
siamo rimasti felicemente sorpresi per la sua
disponibilità, ma soprattutto anche per la
sua grande gentilezza e la sua sensibilità.
Grazie di cuore, Paola, da tutto lo staff della
nostra rivista e del sito SMNews. Sei davvero una grande persona.
Cara Paola, è il 3 marzo del 1955. Quel giorno nascevi nella grande Roma degli anni ‘50 e lì
iniziava la tua infanzia. Cosa ti è rimasto impresso di quel periodo magico?
«Se proprio dovessi concentrare in un’immagine
il ricordo di quegli anni, mi vengono in mente le
terrazze all’ultimo piano dei palazzi, dove si andava a stendere i panni, e che cito proprio in una mia
canzone che si chiama “Nuvole di trent’anni fa”».
«Ad Agordo è così, ad Agordo è così», canta
Claudio del tuo Agordo. Qual’è il tuo «così»?
Quali ricordi, profumi ti vengono alla mente
pronunciando il nome del paese che ti ha visto
in alcuni periodi della tua vita?
«Le immagini che mi vengono in mente pensando ad Agordo sono anch’esse contenute, oltre che
nella canzone di Claudio, in quella stessa mia canzone che ho appena citato. Sono gli orti con i fiori
“alti come me”, sono i pomeriggi di vento caldo, i
profili maestosi delle montagne,
le passeggiate nei boschi odorosi
di muschio, i campi di pannocchie fruscianti, il profumo del
fieno e delle stalle…».
Riascolti volentieri le canzoni di Claudio? Qual è la tua
canzone preferita?
«La produzione di Claudio e di
una vastità e di una qualità rare.
È realmente difficile, per me, individuare un brano
che sia rappresentativo di tutto. Per un fatto oggettivo, ma anche affettivo, potrei citare “Avrai”,
che considero un capolavoro assoluto.»
La musica è senz’altro la tua compagna di
viaggio. Com’è entrata nel tuo
cuore e anche nella tua vita?
«A due anni, quando suonavo a
orecchio un piccolo pianoforte giocattolo…».
«Battibecco», insieme a Claudio, è stata la tua prima interpretazione nel mondo musicale.
Tutti noi fans ricordiamo quella
voce da ragazzina che accompagna quella di un Claudio un po’
più esperto, ma sempre alle prese con il suo primo album di
grande successo. Con il nuovo
progetto Q.P.G.A. quella canzone è stata stravolta, oltre che Paola sul set
Una splendida Paola Massari in una recente foto
dal nuovo arrangiamento, anche dall’unica
voce di Claudio. Che ne pensi della nuova versione, e per quello che hai visto fin’ora, del
nuovo progetto?
«La nuova versione cantata da Claudio trovo
che sia divertente. Il progetto è
interessante e molto impegnativo. Ho visto il concerto che mi è
piaciuto moltissimo, ed il film
che è paragonabile ad un lunghissimo videoclip, con una
colonna sonora straordinaria.»
Arriva il 1993. L’anno in cui la
tua carriera artistica ha trovaPaola e Claudio
to sfogo in un album prodotto dalla Columbia: «Il vento Matteo». Un album di grandi collaborazioni, a partire dagli
arrangiatori Fabio Liberatori e Fabio Pignatelli.
Quale canzone preferisci di quell’album, o quale senti in qualche modo più vicina?
«Del mio album non saprei indicare un brano favorito. Quella che
sento più vicina è forse proprio
“Nuvole di trent’anni fa”».
Come nasce il titolo di questo
album?
«Il titolo dell’album nasce proprio
dal ricordo di quel vento che ogni
pomeriggio “alzava le tende fino al
soffitto”, e che è stato battezzato
Matteo dallo scrittore Dino Buzzati nel libro “Il segreto del bosco
vecchio”, dove il vento di montagna è protagonista del racconto».
L’unico video che ci rimane di
quell’opera è “Amore dannato“.
Quando ti capita di rivedere quel video, cosa
che immagino in questi anni qualche volta avrai fatto, quali ricordi ti ritornano alla mente?
O magari qualche aneddoto che vuoi raccontarci.
«Il video fu un’esperienza divertente. La prima
per me, sebbene avessi seguito mille volte le analoghe esperienze di Claudio. Fu fatto con pochi mezzi, ma ne nacque un prodotto soddisfacente».
Lo stesso anno scrivi il testo del brano «La
pelle e il cuore» di Paolo Vallesi. Come nasce
questa collaborazione?
«Fu Paolo Vallesi a contattarmi dopo aver ascoltato il mio disco e a chiedermi di scrivere un
testo per una sua canzone molto bella».
A un certo punto ti sei allontanata dalla scena. Hai comunque continuato a lavorare nel
mondo della musica o ti sei dedicata ad altro?
«La musica fa parte della mia vita da sempre.
Negli ultimi anni mi sono dedicata alla pittura.
Un’altra grande passione».
Hai dei progetti futuri riguardo il mondo
della musica?
«Non ho mai abbandonato l’idea di un altro
progetto musicale. Qualcosa nel famoso cassetto
c’è… Chissà…».
Anche Giovanni, tuo figlio, ha intrapreso
questa strada. La musica è diventata la sua
vita, essendo diventato un chitarrista di ottimi
livelli. Gli hai visto fare i primi accordi. Come ha
avuto la sua prima chitarra?
«La sua prima chitarra non la ricordo. A casa ce
n’erano tante. Sicuramente era una chitarra di
Claudio. Poi ne ebbe una sua, classica, con la quale
cominciò lo studio della musica. In seguito passò,
per un periodo, alla chitarra elettrica, per poi approdare definitivamente all’acustica».
«Meglio rimpianti che rimorsi nella vita», si
dice. Ne hai qualcuno?
«Non mi faccio mancare niente. Qualche
rimpianto.
Qualche
rimorso…»
Inevitabile chiederti
della tua «maglietta
fina». È vero che la
custodisci
ancora,
come dichiarasti anni
fa in una intervista?
«È a casa di mia madre.
Foto di famiglia
In una cassapanca…»
Questa intervista è stata realizzata in esclusiva per il sito
«SMNews» e per la rivista «Di là
dal ponte». Sul sito SMNews è
possibile leggere la versione digitale dello stesso testo. Le fotografie sono tratte dal sito «Avrai.it» e da Internet.
pagina 4
di là dal ponte
LE INTERVISTE ESCLUSIVE / 2 - PIO SPIRITI, virtuoso del violino, grande artista e collaboratore di Claudio
«Vi racconto il mio sogno realizzato»
di Pasquale Picone
Un virtuoso del violino, ma soprattutto un uomo
a cui i fans riconoscono la disponibilità nello scambiare due parole e anche più. Una bella persona e un
grande artista: Pio Spiriti, qui con noi per raccontarci
un po' ciò che è, ma anche ciò che è stato e ciò che
sarà. Grazie Pio della possibilità che ci offri di conoscerti. Nella tua carriera hai suonato con svariati
artisti del calibro di Morricone, Gaynor, Casadei,
Zero, Morandi, Cocciante e tanti ancora ma la maggior parte di noi ti conosce come musicista di Claudio
Baglioni... Vorremmo però partire dagli albori...
Chi è Pio Spiriti? Come e quando nasce la musica
dentro di te?
«Pio Spiriti è una persona come tante altre, di provincia (Latina), 55 km da Roma, ma nulla a che vedere con
questa città, anzi, tutt’altro! Musicalmente parlando,
scusa se parto subito con uno sfogo, ho un risentimento
che da sempre porto con me: il fatto di convivere con una
città che dell’arte e dello spettacolo non gliene può fregar
di meno, pur avendo un gran carnet di musicisti validi e
un conservatorio statale di musica, da cui io stesso uscii
diciassette anni fa con il titolo di “Professore
d’orchestra”. "Cacchio! :-) Che parolone", dirai. Acquisii
questo titolo con grande soddisfazione e fatica. Sono
ormai un violinista in carriera a tutti gli effetti e un appassionato, forse da sempre, di "lei", la musica, senza la
quale non potrei vivere».
Il tuo motto preferito…
«Non ho un motto specifico, o una frase fatta, ma
credo fermamente al fatto che si riceva, per quanto si è
donato».
Pio Spiriti marito e padre. Recentemente sul tuo
MySpace abbiamo trovato ed ammirato con piacere
la tua splendida famigliola…
«Loro per me sono il motivo per cui vivere. Cerco di
essere un marito e un padre modello, ma tu sai benissimo
che con il lavoro che svolgo, sono molte le lacune che ho
nei loro confronti. Il mio lavoro mi porta spesso a stare
lunghi periodi fuori casa, mettendo Patrizia, mia moglie,
a dura prova con le due "peperine", Alessia e Giorgia, che
hanno un continuo bisogno di attenzioni! Ma fortunatamente Patrizia è molto paziente e intelligente, e mi sopporta! Poi ci sono loro, le mie due splendide creature, che
mi incantano tutti i giorni. Tra loro sono davvero il “beato
tra le donne!».
Non sei un semplice strumentista, ma un polistrumentista, nonché un arrangiatore. Il tuo stile
sembra quasi non definirsi mai, ma pare bensì alla
costante ricerca di nuove strade e perfezionamenti.
Stai ancora cercando una dimensione definitiva o ti
diverti a stupire il pubblico con la tua poliedricità?
«Bravo Pasquale! Bella domanda. Dunque...
Mhmmm chi sono io? :-) Scherzi a parte, sinceramente
sto ancora cercando di capire come sfruttare al meglio
queste fatidiche sette note. Per adesso le scelte fatte mi
hanno sempre portato grandi consensi, compreso
l’approdo nella band di Claudio. Credo che tutte le esperienze avute nei vari settori musicali (come strumentista,
arrangiatore, cantante...) siano servite a riempire il mio
bagaglio tecnico-musicale rendendomi davvero molto
soddisfatto, ma non “domo”, come dice qualcuno. Identificarsi, lasciare una traccia di sé in un contesto generale
tra i tanti musicisti oggi operativi, credo sia la chiave per
distinguersi e dimostrare le proprie capacità per poi mettersi a disposizione del mercato musicale».
Pio Spiriti cantautore. Abbiamo ascoltato qualcosa sul tuo MySpace. Ce ne parli?
«Per la verità inizio come interprete cantando proprio
le sue canzoni (Pio qui si riferisce a quelle di Claudio,
ndr.). La mia gavetta, come quella di coloro che allora si
affacciavano a questo mestiere, è stata per molti anni il
piano-bar, che mi ha insegnato molto, specialmente il
contatto con il pubblico. Io caratterialmente sono sempre
stato molto riservato: cantare e suonare abbassava la
barriera delle inibizioni. Più tardi, verso l’87, mi proposero
di partecipare ad un concorso canoro nazionale romano,
il "Piper Game", ma c’era bisogno di un inedito, poiché
non si potevano cantare cover. Allora pensai che era
arrivato il momento di scrivere qualcosa di mio. Così
nacque un brano intitolato “Pensieri strani”, una di quelle
canzoni d’amore adolescenziale: mi classificai secondo e
fui inserito in una compilation discografica (per l' appunto
Piper Game). La cosa finì lì, rimanendo solo una gran
bella soddisfazione. Proseguii successivamente a scrivere
altri brani. La cosa mi piaceva molto. Così partecipai
anche ad altri concorsi canori, ma mi accorsi che, per
proseguire quella strada, serviva ben altro che una certa
vena poetica, o il saper cantare. Ci voleva un “contratto
discografico”, che equivaleva ad una fortuna paragonabile ad un 13 al totocalcio! Molte delle mie canzoni sono
ancora nel cassetto, ma non ho nessuna intenzione di
farne un disco almeno per ora... più avanti chissà! Per
adesso scrivo e arrangio brani per altri interpeti, ma questa è una cosa che faccio ormai da molto tempo».
Parliamo della tua collaborazione con l’orchestra
di Raoul Casadei...
«Questa foto (vedi immagine qui a
lato, ndr.) mi riporta indietro nel
tempo. Ero a Cuba, nel 2001. Stavamo registrando un video per Casadei.
Era un tempo in cui continuavo a
sperimentare generi diversi. L’allora
gruppo Casadei proponeva un repertorio molto divertente da eseguire,
con collaborazioni riuscite, come "Elio
e le storie tese", o addirittura il reggae dei "Pitura Freska", quelli del “Papa nero” per intenderci. Per ognuno di noi musicisti c’era la possibilità di crearsi
un personaggio, di proporsi ed esibirsi come solisti
all’interno dell’orchestra, sia come cantanti, chi ne aveva
le qualità, sia come strumentisti. Io con il violino rappresentavo un po’ l’immagine della storia che continuava: il
fondatore dell’orchestra Casadei (Secondo Casadei) era
violinista».
Pio Spiriti e Claudio Baglioni. Come e quando? Il
perché non te lo chiediamo... la tua bravura parla da
sola ed è il tuo biglietto da visita!
«Direi che è il momento di fare una premessa: Pio
Spiriti entra a far parte di una delle band più ambite del
panorama italiano grazie a Paolone Gianolio e Donella
Serafini. Proprio loro, dopo esserci conosciuti per puro
caso in una delle serate Casadei, hanno, probabilmente,
visto in me quel musicista “baglionaro” con delle giuste
caratteristiche, che sarebbero tornate utili ai nuovi progetti di Claudio. Fu così che dopo un provino presi parte al
mio primo tour di Baglioni, “Crescendo”, nel novembre
del 2003, realizzando un mio sogno personale. Dico sogno, perché, come tu sai, io, sin da quando avevo 14 anni,
ascolto, canto e suono le canzoni di Claudio: il mio primo
album, comprato alla modica cifra di
quattordicimila lire, fu “Solo”, a cui sono
molto affezionato. Tornando al sogno, chi
avrebbe mai pensato di finire a suonare
per lui? Il mito, colui che ha riempito e
riempie da sempre con poster e fotografie
ogni angolo della mia stanza. Insomma,
per farti capire ti faccio un esempio: un
ragazzo gioca a pallone e sogna la Roma… Un giorno riesce a giocare con la
maglia giallorossa!... Così è stato per
me».
Quali brani, sempre parlando di Claudio, ami più suonare?
«Ad eccezione di alcune piccole composizioni riempitive, dovute al suo proverbiale
sistema di scrivere in "concept-album",
molte delle canzoni di Claudio possono considerarsi delle
suite classiche, che funzionano benissimo anche senza
testo. “Le ragazze dell’est” ne è un esempio: la forma è
accostabile a una “sonata classica” senza la concezione
di “canzone”, ovvero strofa-ritornello. Fare una selezione
di brani per me più significativi vorrebbe dire lasciare
dietro canzoni altrettanto valide, che meritano considerazione: “Mai più come te”, per esempio, si suona che è
una meraviglia!».
Come hai detto prima, sei fan di Claudio sin da
quando eri un ragazzo. Quali brani prediligi e, se ci
sono, quali hanno caratterizzato la tua crescita?
«Sono stato fan di Claudio e oggi lo sono con un
privilegio: suonare per lui. Claudio è un artista vero, una
persona da cui c'è molto da imparare e che non finisce
mai di stupirti. Sono legato ad alcuni brani in particolare,
solo perché li associo a indimenticabili vissuti della mia
vita: “Il sole e la luna”, “Avrai”, “Con tutto l’amore che
posso”, “Gagarin” e infine tutto l’album di “Strada facendo”. Direi che quell’album è come il maiale: non si butta
via niente. Ha davvero segnato il mio percorso giovanile».
Parliamo di un tuo compagno di musica nella
band di Claudio, ma anche di un caro amico personale. Il grande Roberto Pagani. Parlaci di voi e degli
"Spiriti Pagani"…
«Roberto è come un fratello maggiore, condivido con
lui davvero incredibili momenti sia musicali, che esperienze di vita. Compagno di stanza per tutto il periodo Casadei e tutt’ora, nelle trasferte e nei tour in Italia e
all’estero. Siamo entrati in orchestra Casadei nello stesso
periodo, gennaio 1998. Quando l’ho sentito suonare per
la prima volta ho sussurrato tra me e me (come direbbero
dalle sue parti): “Maremma!” :-). È una forza della natura, capace di suonare qualsiasi cosa abbia delle corde o
dei tasti, compresi gli strumenti a fiato. È un impeccabile
professionista! Anche Claudio un giorno ci disse: "Ma voi
due girate sempre insieme? Persino i vostri nomi hanno
qualcosa in comune..." Intendeva proprio gli “Spiriti Pagani”. Da lì nasce l’idea di proporci per la prima volta
nello storico Teatro Signorelli di Cortona, realizzando uno
splendido concerto, appunto come "Spiriti Pagani". La
continua a pagina 5
di là dal ponte
pagina 5
segue da pagina 4
collaborazione con Roby, al di là delle tournèe
con Claudio, avrà sicuramente progetti futuri».
Un altro tuo compagno di vita e di lavoro
è Louis Tarantino. Sappiamo che, l’ormai
famoso, vostro duo “Arcopiano” è una tua
creazione. Raccontaci l’alba di questo progetto…
«Suono con Louis da oltre quindici anni. Con
lui sono scaturite molte delle scelte musicali che
oggi proponiamo nei nostri concerti. Ho attinto
molto dal suo immenso repertorio. Direi che
proprio con Louis ho definitivamente chiuso il
periodo legato alle serate nei pub e pianobar e mi
sono dedicato solo ed esclusivamente a un genere musicale elegante e raffinato, che potrei definire anche universale, poiché si tratta di melodie,
che oltre a includere la mia amata musica classica, da sempre catturano l’attenzione degli ascoltatori. Ed ecco l’idea di Arcopiano: arrivare ad
una comunicazione totale con l’ascoltatore,
proponendo colonne sonore di film, rispolverando anche
autori classici come Brahms, Mozart, Puccini e,
nell’ambito dello stesso concerto, passando anche alle
cover di Claudio Baglioni. Tutto ciò può sembrare azzardato, ma, credimi, il risultato è davvero originale».
Come descriveresti Louis?
«Incredibile! Chi non lo conosce non può capire. Il suo
talento musicale è rafforzato da grande professionalità,
cultura e anche un grande intuito imprenditoriale, quello
che agli artisti in genere manca. Infatti è lui stesso a
gestire le relazioni ed i contatti che riempiono il nostro
calendario concerti. Io in Arcopiano metto solo la mia
arte, spero che basti! Con Louis ho appreso anche molti
dettagli che esulano dalla musica».
E Louis come ti descriverebbe?
«Beh! Pasquale, a questa domanda non saprei proprio come rispondere, anche perché se fossi io a dovermi descrivere, non saprei proprio da dove cominciare!».
Negli ultimi anni la tua notorietà è
cresciuta particolarmente. Quali cambiamenti ha portato nella tua vita?
«Ti ringrazio molto per la notorietà
cresciuta. Ho sempre mirato a lavorare con professionalità. Anche il
fatto di aver calpestato da dieci
anni a questa parte palchi
importanti credo sia stato un
valore aggiunto. Quello a cui tengo
molto sono i miei progetti futuri. In tal
caso qualche consenso in più non mi dispiacerebbe. In quanto ai cambiamenti, che dire:
nessuno stravolgimento sostanziale. Sicuramente il
crescente affetto della gente che mi stima sia come
persona, che come musicista: questo è quanto di più
gratificante ci possa essere».
Come è ormai noto, insegni in una scuola di musica. Com’è il tuo rapporto con gli allievi?
«Direi straordinario! Mi vedono come un idolo e la
cosa mi da gioia. Cercano di tirarmi fuori tutti gli aneddoti
possibili e immaginabili per portare a casa qualcosa di più
di una semplice lezione o di come eseguire un fraseggio.
Sono consapevoli che un’esperienza che ti vede in prima
linea nelle grandi tournèe non può che costituire per loro
un punto di riferimento a cui tendere. Ma purtroppo non è
sempre cosi semplice, oggi in particolar modo. Dal mio
osservatorio di insegnante verifico quotidianamente
quanto sia difficile per un ragazzo studiare con costanza
e dedizione. Ogni anno si registrano abbandoni, e questo
lo si deve al fatto che per suonare uno strumento sia per
professione, che per passione, occorre dedicargli tempo
ed energie in grande quantità ed oggi la società propone
un sacco di pacchetti che promettono divertimenti e
risultati senza sforzo. La cosa peggiore è che molti di
questi stimoli arrivano addirittura dal mondo stesso della
musica per la solita ragione, la più vecchia di tutte, il
business».
Pio Spiriti, Internet e le «Star digitali». «La dimensione virtuale» ormai avvolge e fa da sfondo alla
carriera musicale di ogni artista con svariati pro e
contro. Qual’è la tua visione di questo mondo?
«Internet è la più grande invenzione tecnologica del
secolo e per i milioni di navigatori ormai è un mezzo insostituibile. È pur vero però che questa grande rete commerciale ha un rovescio della medaglia. Infatti, questo immenso contenitore possiede sì, grandi fonti di informazione, anche le più remote, che oggi sono accessibili a tutti,
ma accessibili a tutti sono anche gli innumerevoli siti
spazzatura, alla mercé di grandi e piccoli navigatori.
Internet ha bisogno di un uso mirato, solo così diventa un
ottimo deterrente per qualsiasi forma di necessità. La
“dimensione virtuale” è un’altra cosa: molti in rete sono
incuriositi da strade fittizie, ingannevoli. Credo che sia
davvero molto pericoloso. Per questo è importantissimo
non perdere mai il contatto con la realtà e non catapultarsi totalmente in questa dimensione dove la finzione fa da padrona… Prima o poi ti frega».
A quale punto della tua carriera ritieni di
essere oggi e quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Sono molto soddisfatto di
tutto il percorso svolto fino
a ora. Collocare la mia
carriera in una striscia del tempo è certo
molto difficile. Questo è
un mondo, quello della
“musica & spettacolo”, che ti
regala moltissimo, ma te lo
toglie allo stesso modo senza
preavviso. È come un elastico, che
modifica continuamente la tua posizione. Il mio obiettivo è quello di vedere
questo elastico il più tirato possibile. Creare
e
realizzare nuove idee è molto importante: ti
tiene in tensione e ti aiuta a non mollare mai anche nei
periodi bui».
Pio arrangiatore. Recentemente hai collaborato
con Giulio Spinucci, che ha da poco pubblicato il suo
primo, splendido, lavoro discografico: “L’alba di
noi"…
«In Giulio ho rivisto un po' me stesso da ragazzo:
“Baglionaro sfegatato”, con la stessa voglia e le stesse
aspettative con cui proprio io vent'anni fa, consapevole
delle mie potenzialità, provavo a dire qualcosa al mondo,
quel mondo però circondato da recinti pieni di leoni affamati dalla nascita. Quando mi fece sentire i due brani,
che successivamente portai in studio per arrangiare,
rimasi molto colpito dalla sua “Oltre”. Quello era proprio
il brano che mille volte avevo pensato di scrivere per
Claudio, ma ogni volta scattava in me qualcosa che me lo
impediva. Forse a bloccarmi era proprio il fatto che quel
brano-dedica non sarebbe stato ascoltato da nessuno:
vent'anni fa Internet e, quindi, Youtube non esistevano.
Ho raccontato varie volte questa storia. Ho ritenuto giusto fare qualcosa per Giulio, è un ragazzo dalla voce
straordinaria. Quando lo conobbi, lo trovai un po’ spaesato, spaventato, anche lui forse, dai famosi leoni affamati.
Gli ho arrangiato questa canzone, il cui testo
parla delle grandi fatiche, alle quali è soggetto un
fan per seguire i concerti del proprio artista.
Auguro a Giulio di realizzare il suo sogno il più
presto possibile, se lo merita».
A quando una tua opera discografica personale?
«Le idee ci sono, i brani pure. Esordirei naturalmente come violinista, non di certo come cantante. Sono continuamente alla ricerca di brani
originali da affiancare a remake di brani classici e
colonne sonore di film, con la speranza di incuriosire gli addetti ai lavori, ossia i produttori discografici, che padroneggiano nel mercato musicale.
Tu sai benissimo che senza una giusta produzione del disco non rimarrebbe che una semplice
soddisfazione personale».
Ormai alle porte è, inevitabile parlarne, la
tournèe, «GranConcerto 2009», che ti vedrà
nuovamente al fianco di Claudio Baglioni.
Quali sono le particolarità dei nuovi arrangiamenti.
«Direi un’opera sensazionale, orchestrazioni e suoni
innovativi (canzoni a parte). Paolo Gianolio ha dato un
enorme contributo per la realizzazione di questo doppio
album. Tieni presente che gli arrangiamenti ex-novo di
tutte le canzoni di Q.P.G.A. sono state poi usate come
colonna sonora per le scene del film. “Questo piccolo
grande amore”, la canzone del secolo, non era per niente
facile da riarrangiare dopo le molteplici versioni. Lui non
solo c'è riuscito ma, come Claudio dice, questo Q.P.G.A.
diventa “padre” pur essendo “figlio”. L'album va solo
comprato ed ascoltato. Complimenti a Paolo Gianolio!».
E il tuo violino quanto sarà protagonista nella
nuova tournèe?
«In questa nuova avventura c’è la necessità di usufruire di un organico più grande. Gli arrangiamenti e le
atmosfere prevedono archi in molte delle canzoni, vecchie e nuove. Sarò affiancato con soddisfazione da una
grande orchestra per questi nuovi ed esilaranti concerti,
in altrettante esilaranti location! Ne cito qualcuna:
“Arena di Verona”, “ Taormina, Teatro Antico”,
“Viareggio, Teatro Pucciniano”. Il più identificativo di tutti
per la storia di questo artista rimane a Roma, “Piazza di
Siena”, lì dove, non solo la carriera di Claudio ebbe una
svolta, ma anche dove Alè-oò, diede inizio ad una nuova
epoca per i concerti e per gli spettacoli della musica live».
Qualche integrazione a quanto già detto o qualcosa che vorresti dirci e non ti abbiamo chiesto?
Magari un sogno nel cassetto o uno sfogo personale...
«Carissimo Pasquale, direi che è arrivato il momento
di fare dei ringraziamenti, se non vogliamo che i lettori di
questa intervista abbandonino dopo i titoli di apertura! Ti
sono davvero grato per avermi proposto questa intervista. Personalmente ritengo di non aver scelto tempo
migliore per spogliarmi di tutto quello che avevo addosso
e, in particolar modo, per condividere con voi la mia grande soddisfazione di salire su quel palco di “Villa Borghese”
che ventisette anni fa ha cambiato anche la mia storia
musicale. Un saluto ed un abbraccio a te e agli amici di
SMNews, compresi tutti quelli che spenderanno un po’
del proprio tempo per leggerci! Con grande Affetto!».
Ciao Pio, grazie a te per la tua cortesia ed il nostro più grande in bocca al lupo per tutto!
Ha collaborato Roberta Massaro
Le fotografie sono state concesse da Pio Spiriti
pagina 6
di là dal ponte
Riflessioni in prosa e versi ascoltando un brano di Claudio che continua a martellare nella testa
Mai più come te: perché ci si innamora?
di Carmen Furfaro
Carissime amiche ed amici, sono contenta di
ritrovarvi “Tuttiqui”…
Ci sono alcune canzoni nella mia vita che
hanno segnato dei passi importanti. Molte
canzoni/poesie del nostro Claudio sono una perenne colonna sonora che ha fatto da sottofondo
a momenti indimenticabili.
C’è una canzone in particolare che in questi
giorni mi “martella” insistentemente e non ne
vuole sapere di uscire fuori dai miei “timpani”…
ci provo, ma lei rientra, imperterrita, a sussurrarmi qualcosa…
La canzone è “Mai più come te” e, per provare a “scrivere in maniera terapeutica”, ho
cercato di “buttare giù” dei miei pensieri su
quella che reputo una poesia elevata
all’ennesima potenza.
Allora cerco con tutta me stessa di scrivere
delle frasi “buttate a caso” che poi, tanto a caso
non sono, nella speranza di dare una interpretazione del tutto personale a questa canzone… ma
che si possa riflettere in molti.
Scrivo un po’ in prosa, un po’ in poesia, ma è
una scrittura creativa che so renderà più l’idea
di quello che desidero comunicare con il mio
scritto.
«Mai più come te»
E se è lei ad amare e non essere ri_amata?
Quella dagli occhi sbarazzini, certe volte
gonfi per le troppe lacrime, cerca di farsene una
ragione, cerca di vivere quell'esistenza senza
l'altra metà della mela.
Non cerca compassione e non desidera implorare un amore che credeva folle di follia pura... sa che quell'amore si ritrae perchè è spaventato dal troppo amore…
Ma non è dando che si riceve?
Ma non è amando che si dona amore?
Ma perchè il dono dell'amore non è compreso e,
spesso, frainteso?
Ma perchè ci si innamora? Lei Cammina lo
stesso lungo quei viali di alberi fioriti che le rimandano un tempo in cui credeva ancora di
poter sbocciare al di sopra delle fronde rosate
dei peschi…
...Per poter gustare quelle pesche saporite,
anticamera di un'estate folle, come folle è stato,
o forse lo è ancora, il suo amore…
è meglio amare e perdere che vincere
e non aver amato mai...
Mai più come te
nessun altro mai
perché dopo te
io sì
che mi innamorai sempre più di te
Canzoni, melodie, parole…
che dalle orecchie oltrepassano il cuore,
che graffiano dentro quel cuore.
Secondi, minuti, ore…
… mesi, anni…
Basta un niente,
un nome, una calligrafia
perché ogni cuore ha una memoria
tutta sua:
si vede dove strappi via una pagina
come ti fissa una fotografia
di ieri
e vistoso
in bella mostra
dietro una vetrina...
L'amore la invaderà e la completerà,
perchè
lei vive amando…
Quella donna è una sognatrice
lei ama ed amerà perchè
E sei sempre qua a chiederti se la vita
è un viaggio o un destino,
se la vita è tua
e la stai vivendo,
o se è di un’altra e la guardi dietro i vetri
appannati…
Chiudi gli occhi e ti tappi le orecchie per non
vedere e non ascoltare quei rami che graffiano i
vetri,
sempre appannati…
Vetri,
pezzi di vetri
che non userai
per trafiggere quel cuore.
Ti prego.
È meglio amare e perdere
che vincere
e non amare mai…
Grazie carissimi lettori della rivista di aver
letto fino in fondo quelli che sono i miei pensieri
in merito ad una delle canzoni del nostro amato.
Vi ringrazio di cuore per aver, anche, sopportato il delirio di chi ascolta Claudio come il
“pane quotidiano” e lo assapora attimo per attimo, in quell’attimo di eterno che so c’è.
Lei non sceglierà mai l'Amore
come un abito costoso
C. F.
E non ci sono che fotografie...
Kermen (Spagna) con Claudio a Roma
Patrizia, Angela e Nicla (Tutti qui - Conversano 27 aprile 2007)
di là dal ponte
pagina 7
Sul sito della Fondazione l’elenco degli ospiti delle sei edizioni
MARIELLA NAVA, NAZIONALE OLIMPICA FIORETTO,
O’Scià, i ringraziamenti
NEFFA, NEK, NERI PER CASO, NICKY NICOLAI, ORCHE-
Ecco il testo e i nomi dei partecipanti elencati in uno scroll della home page
STRA CASADEI, ORCHESTRA PIAZZA VITTORIO, PABLO
E PEDRO, PAGO, GIORGIO PANARIELLO, GATTO PANCERI, PAOLA E CHIARA, LAURA PAUSINI, MAX PEZZALI, STEFANO PICCHI, LEONARDO PIERACCIONI, POOH,
Riproponiamo ai lettori della nostra rivista quanto riporta la home page del sito
La Fondazione O’Scià ringrazia tutti gli artisti POVIA, PUPO, RAF, MASSIMO RANIERI, MARINA REI,
che hanno partecipato alle 6 Edizioni di O’Scià:
FRANCESCO RENGA, RON, ROY PACI E ARETUSKA,
della Fondazione O’Scià: in uno scroll si
ENRICO RUGGERI, CLAUDIO SANTAMARIA, AIDA SAT-
leggono tutti gli ospiti della manifesta-
ELEONORA ABBAGNATO, DIEGO ABBATANTUONO, TA FLORES, SELIM T, SENIT, ALAN SORRENTI, IVANA
GIOVANNI ALLEVI, AMADEUS, BIAGIO ANTONACCI, SPAGNA, ANNA TATANGELO, TIBERIO TIMPERI, TIRO-
zione. Li elenchiamo anche qui per ricordare quanto O’Scià sia stato un evento
importante in sei anni e anche perché
questi nomi restino nella memoria di tutti
noi.
FAI SENTIRE LA TUA VOCE
Fai sentire la tua voce? Meglio ancora, falla
leggere! Uno slogan che ci si tramanda di generazione in generazione dietro vari (e sono
tanti) progetti di pubblicazione dell’editoria
fanzinara italiana. Ricercare, impaginare,
stampare, distribuire… Tutta la catena che fa
perno sull'editoria ufficiale viene qui riprodotta
ad "altezza" d'uomo, per potersi esprimere con
una pubblicazione casalinga, la fanzine.
APPASSIONANTE, SERENA AUTIERI, AVION TRAVEL, MANCINO, RICKY TOGNAZZI, GIANNI TOGNI, GIUSEPFRANCESCO BACCINI, CLAUDIO BAGLIONI, BARAON- PE TORNATORE, PAOLA TURCI, PAOLO VALLESI, ORNA, LUCA BARBAROSSA, BEATI PAOLI, PAOLO BELLI, NELLA VANONI, ANTONELLO VENDITTI, MARIO VENUSIMONA BENCINI, EDOARDO BENNATO, EUGENIO TI, CARLO VERDONE, VIBRAZIONI, MICHELE ZARRILBENNATO, LOREDANA BERTE’, DONATELLA BIANCHI, LO, ZUCCHERO.
MARIO BIONDI, PAOLO BONOLIS, ROSSELLA BRESCIA,
ENRICO BRIGNANO, ALEX BRITTI, MASSIMO BUBOLA,
FRANCO CALIFANO, LUCA CARBONI, EMILIO CARELLI,
RAFFAELLA CARRA, ANTONIO CASANOVA, YURI CHECHI, RICCARDO COCCIANTE, COCKI E RENATO, FABIO
CONCATO, LUISA CORNA, PAOLA CORTELLESI, SIMONE CRISTICCHI, GIGI D’ALESSIO, ILARIA D’AMICO,
ENZO DE CARO, MARIA DE FILIPPI, DENNIS, STEFANO
DI BATTISTA, GRAZIA DI MICHELE, DJ FRANCESCO,
DOLCENERA, DON BACKY, NICCOLO FABI, FABIO
FAZIO, TIZIANO FERRO, FICHI D’INDIA, EUGENIO
La fanzine, rivista fatta dagli e per gli appassionati, è frutto di una cultura del sociale
fatta di esperienze diverse ma, al tempo stesso, identiche. Un simbolo del rapporto tra l'universo giovanile (ma non solo) e la carta autostampata… Un simbolo molto più marcato di
quanto si possa pensare… Gli spazi della
"stampa ufficiale" non sono adeguati, oppure
insufficienti?
FINARDI, GIGI FINIZIO, ROSARIO FIORELLO, GIANCAR-
Questi appassionati non restano a guardare, si rimboccano le maniche e partono in quinta… Così nascono le varie testate delle fanzine
italiane, dall'idea di mettere in luce uno spaccato della nostra società. Prova anche tu...
Non farla solo sentire la tua voce... Scrivila!
ANTOINE MICHEL, ANNALISA MINETTI, AMEDEO MIN-
Pasquale Picone
IL MIO GRIDO NEL TUO GRIDO
Sei più di mille sguardi, mille soffi di candeline, mille girotondi, mille piante verso il
sole, mille dita puntate verso una stella, mille
piedi che corrono sulla terra bagnata, mille
applausi di un pubblico di attori, cani giocherelloni, salti di canguri, lacrime di gioia, estati da
assaporare e sabbia da toccare insieme. Queste
parole sono per chi sa ascoltare, sa amare,
abbracciare, comprendere, darti la mano e
aiutarti a gridare.
Sei il più forte, il più saggio, il mio castello
in fondo al cuore, il mio occhio sulla Terra, la
mia nuvola a cui aggrapparmi, la mia macchina
del tempo, la mano che mi indica la retta via, la
seta che accarezza il mio corpo, quel masso a
picco sul mare, quella barca che mi aspetta
sempre sul molo della vita, la bellezza di un
intero esercito di statue, la ciurma più buona di
tutti i mari, la cioccolata nella cesta della nonna, quel sorriso che tanto mi dà gioia e tanto
altro ancora. Insieme siamo come” Acqua
nell’acqua…”
Giulia Lima
LO FISICHELLA, RICCARDO FOGLI, ALBERTO FORTIS,
FABRIZIO FRIZZI, BOB GELDOF, CLAUDIA GERINI, ENZO GRAGNANIELLO, IRENE GRANDI, GIANLUCA GRIGNANI, HERES, ENZO IACCHETTI, PINO INSEGNO, K2,
KHALED, ROBERTA LANFRANCHI, L’AURA, LUCA LAURENTI, LUCIANO LIGABUE, IRA LOSCO, LUCA MADONIA, GIANCARLO MAGALLI, MANGO, NERI MARCORE’,
ROSA MARTIRANO, MARCO MASINI, MATIA BAZAR,
GHI, ANDREA MIRO’, GIANNI MORANDI, MORGAN,
FABRIZIO MORO, ENNIO MORRICONE, NADA, NAIR,
OLTRE
COVER
BAND
Claudio
Baglioni
ROMA
14 APRILE 2009
Live Club
FONCLEA
Via Crescenzio 82/A
Ore 22:00
info e prenotazioni:
06.68.96.302
06.68.74.999
Un attimo di eterno
Un attimo di eterno
Alla continua ricerca di un attimo eterno che non c'è
l'attimo che sfugge
l'attimo che non ritorna
l'attimo infinito e durevole
l'attimo di gioia e di dolore
Alla continua ricerca di un attimo eterno che non c'è
ma poi penso
l'attimo è bello perché ha rinunciato all'eternità
non posso chiedere che duri
non posso chiedere che sia infinito
non posso chiedergli di tornare
non posso chiedergli di non sfuggire
Però posso dire
dolce attimo di passione
unico e coinvolgente attimo di intensa emozione
nulla sarebbe vero se tu restassi
portami via con te
fammi vivere nell'attimo di eterno
solo un attimo di eterno
come la vita di una sola lacrima
come il rapido passare di una soffice nuvola
nello scorrere del tempo
lasciami vivere un attimo di eterno
nell'inesistente eternità!
Manuela Bonanno
pagina 8
di là dal ponte
Su Internet le “prove scientifiche” di una incredibile “rivelazione”
Un caso da X-Files:
Baglioni sostituito nel 1990
Girovagavo
in
rete e ho trovato il
titolo di una notizia
curiosa che riporto:
“esitono le prove
scientifiche che il
Cantante Claudio
Baglioni sia stato
sostituito nel 1990”
Ovviamente clicco
subito sul link per
cercare di capire
qualcosa di piu’ su
questa sconcertante rivelazione. Inizio a leggere, per cercare di
capire quando sarebbe avvenuta tale mirabolante sostituzione. Nel sito si fa riferimento ad un
periodo preciso: siamo in ottobre e l’anno è il
1990, a breve uscirà ”OLTRE”, ormai è cosa ufficiale, ed in questi stessi giorni arriva la notizia
che Claudio Baglioni ha avuto un grave incidente
d’auto,che gli avrebbe procurato significanti
lesioni alle mani e alla lingua. Poco dopo la notizia viene ridimensionata, si dice che le lesioni
non erano gravi come sembravano in un primo
momento e che Claudio Baglioni avrebbe presenziato, dopo una decina di giorni, al Maurizio
costanzo show per rassicurare i fan,raccontare
quello che era successo e per presentare il nuovo
lavoro, OLTRE.
Fin qui è storia risaputa, credo che tutti i fans
ricordino quel periodo, carico di apprensione,
nell’attesa di sapere se Baglioni fosse potuto
tornare a cantare o meno e quella puntata del
Costanzo Show.
Ed è all’incidente che fanno riferimento le
affermazioni che si leggono nel sito in questione:
Baglioni, in realtà, sarebbe deceduto
nell’incidente stradale e prontamente sostituito
con una sorta di clone(chiamato nel sito
“Sbaglioncino”), un uomo al quale sarebbero
stati fatti una serie d’interventi di plastica facciale per farlo apparire identico all’originale. A rafforzare questa ipotesi,o meglio la certezza della
sostituzione, sempre secondo le affermazioni
presenti nel sito, il colore degli occhi, che prima
dell’incidente erano marroni, ma che nelle foto
successive allo stesso,sarebbero verdi ma resi
marroni da lenti a contatto colorate, a conferma
delle cose dette viene riportato il seguente confronto fotografico:
dell’iride prima e
d
o
p
o
l’incidente,sempre
attraverso un confronto fotografico,
da tale esame parrebbe che non ci sia
corrispondenza, sarebbero due iridi
differenti nelle dimensioni e nel colore, l’occhio avrebbe
una forma diversa,lo
stesso si evincerebbe
da un’analisi della caruncola lacrimale che sarebbe anch’essa differente e per finire la distanza fra
gli occhi non tornerebbe. E poi tutta una serie di
foto nelle quali si noterebbero dei cambiamenti
dei lineamenti, cosa a mio avviso normale con il
passare degli anni. E’ ovvio che mettendo a confronto una foto del periodo della vità è adesso
con una recente, ci siano dei cambiamenti
nell’aspetto del viso dovuti al passare degli anni,
sarebbe anomalo il contrario.
Allego di seguito il link al sito, perché è quantomeno divertente vedere quante energie hanno
speso per convincere tutti che Claudio Baglioni è
stato sostituito nel 1990.
http://60if.proboards21.com/index.cgi?
board=Essential&action=display&thread=2717
Non ci sarebbe neanche da ragionarci sopra, ma
considerando che Baglioni una decina di giorni
dopo l’incidente era al Maurizio Costanzo Show,
mi domando come avrebbero potuto trovare, in
un così breve lasso di tempo, un sostituto adatto, fargli una serie di interventi chirurgici per
renderlo uguale a Claudio Baglioni e spedirlo al
Maurizio Costanzo Show.
Ricordo ancora, fu una puntata emozionante,quella del Costanzo Show, per i racconti fatti,
per l’aspetto sofferente Di Baglioni,la lingua
ancora visibilmente martoriata, erano ancora
presenti i punti di sutura. Mi ricordo che non
potendo cantare fece un pezzo strumentale,
l’unico dell’LP Oltre, TIENIAMENTE,dedicato ai
fatti di pza Tienanmen ( il testo diceva solo tienanmen tieni a mente) E ricordo il pubblico,emozionato di fronte ad un Baglioni così dimesso. E poi i fan che iniziano ad intonare questo
piccolo grande amore, poi tutto il teatro
all’unisono, e un Baglioni, commosso che non
resiste e anche se a fatica e si unisce al coro, e
son sicuro che da casa tutti han fatto lo stesso, io
per primo, che momento emozionante!!! Ora vi
posso assicurare da fan che quello era il Baglioni
di sempre, pallido, affaticato,emaciato ma era
lui, la voce inconfondibile.
Ora comunque vado a contattare Mulder e
PRIMA
DOPO
Scully per risolvere questo caso degno di XVengono anche fatte una serie d’indagini files!!!
Cucaio musica e parole
scientifiche degne dei RIS: una scansione
Solidarietà
per una Clabber
Abbiamo ricevuto segnalazione di questa iniziativa umanitaria volta ad aiutare una persona in
seria difficoltà. Maria Gabriella è una fan di Claudio come noi e quanto segue è stato segnalato sia
da noi che dal signor Massimiliano Palumbo
(colui che ci ha scritto), direttamente a Clab.
AIUTIAMO UNA COLLEGA
Qualche giorno fa alcuni del Direttivo della Cassa
di Solidarietà, hanno incontrato Maria Gabriella,
collega di Ferservizi a Bari. Ci aveva precedentemente contattato per esporci la sua situazione di
estrema difficoltà chiedendo se in casi come il suo
è previsto l’intervento della Cassa. La nostra risposta non ha potuto che essere negativa in quanto le
sue difficoltà, derivando da condizioni personali,
non sono contemplate dal nostro regolamento ma
conosciuta la sua storia non riusciamo a disinteressarci a lei e abbiamo deciso di incontrarla a Roma
per capire cosa potessimo fare. Venerdì 27 febbraio, Marco Crociati, Roberto Grosso e Domenico
Romeo, del Direttivo della Cassa, l’hanno incontrata. Maria Gabriella ha 38 anni, ha perso il padre,
macchinista in servizio, nel 1982 e in seguito ad un
lungo iter legale, ha visto riconosciuta la causa di
servizio e in seguito a transazione, finalmente nel
2005 è stata assunta da Trenitalia, anche se a
livello D2 malgrado sia laureata. Nel frattempo,
dopo una lunga malattia, perdeva anche la madre,
rimanendo sola, abbandonata dai parenti e allontan a t a
d a g l i
a m i c i .
Da alcuni anni soffre di una rara malattia che l’ha
costretta a quattro operazioni che le hanno prosciugato tutte le sue sostanze economiche e ridotto
il già magro stipendio del 20% a causa delle assenze per ricoveri ospedalieri. Non arriva alla fine
del mese per pagare l’affitto di casa e i prestiti
chiesti per operarsi. Ora si deve sottoporre ad un
quinto intervento chirurgico e non potendo intervenire direttamente come Cassa di Solidarietà lanciamo una “SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA
PER AIUTARE MARIA GABRIELLA”. I versamenti vanno effettuati sul C/C Postale della Cassa N.
71092852, intestato a CROCIATI MARCO, specificando nella causale del versamento: “AIUTIAMO
MARIA GABRIELLA”. Quanto ci perverrà lo registreremo in contabilità separata e lo invieremo a
Maria Gabriella. Siamo certi che la risposta dei
ferrovieri e non solo, sarà immediata ed adeguata
alla gravità che la situazione richiede. Vi chiediamo inoltre di diffondere questo messaggio tra tutti i
vostri contatti, anche extra ferroviari e di stampare
ed affiggere il volantino in salette ed impianti.
Cassa di Solidarietà tra Ferrovieri
Conto Corrente postale n.71092852
Intestato a: Crociati Marco
Sede: via Firenze, 50 – 00043 – Ciampino
E-mail: [email protected]
di là dal ponte
pagina 9
Appuntamento il 3 aprile al «Blue Note» con il chitarrista
A settembre Claudio
in concerto a Brescia
Piazza Loggia a Brescia
La leggenda Santana, gli immancabili Pooh, il redivivo Keith
Emerson e l’intramontabile Claudio Baglioni: questo il prestigioso
poker d’assi che il Cipiesse di Santo Bertocchi ha ufficializzato ieri
per l’estate bresciana dei concerti in piazza. Un cartellone che torna
Il primo cd di Giovanni Baglioni
Il figlio di Claudio in concerto a Milano presenta «Anima meccanica»
Giovanni Baglioni il 3 aprile in concerto
al «Blue Note»
di Milano: un
appuntamento
da non perdere
per ascoltare
un grande chitarrista. Riportiamo questo
articolo tratto
da
un
sito
Internet.
dges, tanto che
nei suoi concerti
non
mancano
mai le cover di
alcuni
classici
come
Aerial
Boundaries o The
Rootwitch.
La
scelta di votarsi
solo alla chitarra
acustica solista,
allontanandosi
così dalle orme
paterne, è nata
dalla
passione
per il lavoro di
Tommy Emmanuel.
quindi ad alzare il tiro dopo alcuni anni «riflessivi», partendo subito
in grande stile con l’evento Santana: l’appuntamento bresciano con
il grande chitarrista messicano, che si esibirà con la sua band al
gran completo, è stato fissato per il 15 luglio, non alla fiera di
Brescia o allo stadio come preventivato in un primo momento, bensì
nella cornice decisamente più suggestiva (per quanto anche meno
capiente) di piazza della Loggia. I prezzi dei biglietti sono già stati
fissati: costeranno 42 euro per il parterre in piedi (45 euro la sera
del concerto) e 65 euro per la tribuna numerata (68 euro la sera del
concerto). SARÀ UN EVENTO sicuramente da grandi occasioni, in
quanto Santana, che festeggerà il suo 62° compleanno proprio il 20
luglio, pochi giorni dopo l’appuntamento bresciano, rimane a
tutt’oggi uno dei giganti della scena musicale internazionale, capace
di attirare ancora folle di considerevoli dimensioni. Ha alle spalle 42
anni di carriera, segnati da momenti restati nella mitologia rock
come l’esibizione a Woodstock, nel 1969, oltre che da una discografia sterminata che, secondo alcuni calcoli, ha fruttato vendite per
oltre 80 milioni di dischi. Il suo ultimo album in studio, «All that I
am», è stato pubblicato nel 2005. Con il secondo appuntamento del
calendario Cipiesse, la musica cambia in modo radicale: nell’estate
2009 infatti torneranno a materializzarsi anche i Pooh, ormai degli
abbonati alle estati, alle piazze e ai palcoscenici bresciani.
L’appuntamento con gli inossidabili quattro del pop all’italiana è
fissato per il 24 luglio, questa volta in piazza Duomo: anche in
questo caso sono già stati decisi i prezzi dei biglietti, che costeranno 53, 38 e 23 euro (tutti i prezzi saranno maggiorati di due euro in
caso di acquisto alle casse). LA SERA DOPO, il 25 luglio, si torna
alla dimensione internazionale con Keith Emerson, altro militante di
lungo corso della mitologia rock del ‘900, in scena anche lui in
piazza Duomo con una nuova band con la quale, lo scorso agosto,
ha anche pubblicato un nuovo album. I biglietti vanno in prevendita
a 43 e 28 euro. Il Cipiesse chiuderà la sua estate con un altro
grande big italiano: si tratta di Claudio Baglioni, che torna in
tour a partire dal 22 maggio con un nuovo spettacolo che, la
sera del 10 settembre, farà tappa anche a Brescia, nella cornice
di piazza Loggia. Con l’annuncio del Cipiesse, i giochi dell’estate
musicale bresciana sono praticamente fatti: i quattro eventi sopracitati vanno infatti ad aggiungersi a quelli del Brescia Summer Festival di Adolfo Galli, che prevede Lenny Kravitz il 6 giugno, Tracy
Chapman il 14 luglio e Burt Bacharach il 22, ma che potrebbe
riservare ancora una possibile sorpresa. Per ogni informazione, il
Cipiesse è in rete all’indirizzo cipiesse-bs.it.
Claudio Andrizzi (da Bresciaoggi.it)
«Tra i figli
d’arte è tra i
meno noti, ma
il concerto del 3
aprile al Blue
Note di Milano e l’uscita del suo primo
album, Anima Meccanica, a maggio,
potrebbero lanciare nella musica un
altro Baglioni, il chitarrista Giovanni,
ventisettenne figlio di Claudio e di Paola Massari.
Giovanni Baglioni
In concerto, Baglioni junior, che in passato ha accompagnato il padre in tour, alterna virtuosisticamente l’utilizzo del tapping (la
tecnica connotata dall’uso di entrambe
le mani sulla tastiera dello strumento
ed alla ritmica percussiva sulla cassa)
ad accordature alternative e armonici
Giovanni, una certa somiglianza fisi- artificiali».
ca con il celebre padre, ha studiato con
Pino Forastiere l’opera di Michael He(da University.it)
pagina 8
di là dal ponte
Puoi scaricare gratuitamente la rivista da questi siti:
http://serenatainsolxte.spaces.live.com
è un periodico multimediale amatoriale, non ufficiale
e completamente gratuito dedicato a Claudio Baglioni
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Lo staff:
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Organizzazione tecnica:
Pasquale Picone
Nicoletta De Lucia
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Hanno collaborato a questo numero:
Angiola Sorrentino
Carmen Furfaro
Roberta Massaro (Robbosa)
Giulia Lima
Pasquale Picone
Manuela Bonanno
Cucaio musica e parole
www.radiocucaio.it
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Questo numero è stato
chiuso il 29 marzo 2009.
La precedente fanzine
è stata scaricata 1.072 volte.
L’appuntamento con la prossima rivista
è per l’inizio di maggio 2009!
Responsabile pubblicazione: Enrico Avagliano
Coordinamento editoriale: Fabio Conti
Designer grafico: Gianluca Sorrentino
Segreteria organizzativa: Roberta Massaro
Tutti i fan di Claudio Baglioni
possono collaborare a questa rivista!
Invia articoli, foto e materiale a:
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