ANNO III - Marzo/Aprile 2009 Periodico multimediale amatoriale (non ufficiale) completamente gratuito dedicato al mondo di Claudio Baglioni - Responsabile rivista Enrico Avagliano del sito web www.tuttiqui.net LE INTERVISTE ESCLUSIVE Paola Massari a pagina 3 Pio Spiriti alle pagine 4 e 5 GRAN CONCERTO 2009 Tutte le date del nuovo tour di Claudio Baglioni a pagina 10 In allegato a questo numero della rivista il wallpaper e il poster del film! Il romanzo di Claudio Baglioni Servizi a pagina 2 pagina 2 di là dal ponte LA PUBBLICAZIONE - È in tutte le librerie il primo romanzo scritto da Claudio Baglioni: «Q.P.G.A.»,, edizioni Mondadori Per non scordare mai il primo (piccolo grande) amore Dalla canzone del secolo il volume che racconta una storia che lascia un segno Ci sono delle situazioni che chiunque, nella vita, prima o poi, affronta. Una di queste, un topos, è il primo amore. Un proverbio dice che il primo amore è quello che non si scorda mai. Perché primo, appunto, quindi indimenticabile. Prima di quell’esperienza non sapevamo nulla dell’amore. Siamo ancora dei ragazzini, il mondo lo vediamo in modo così diverso da come lo vedremo una volta adulti. Potremmo scendere in piazza a protestare per un mondo migliore. Poi, in un angolo di una spiaggia, ecco il primo bacio. Soli noi due. Ci giuriamo che staremo insieme per sempre, che nulla e nessuno al mondo potrà mai separarci. Promesse, sorrisi, sguardi dolci. Eppure il tempo passa, la vita separa e ognuno va per la sua strada. Inevitabile. “Il primo grande amore non dura mai tutta la vita. Ma la cambia. Per sempre”. Così è scritto sulla quarta di copertina del nuovo romanzo di Claudio Baglioni che racconta la storia di “Questo piccolo grande amore”, la sua canzone più famosa, sotto una nuova luce. I protagonisti sono Andrea e Giulia, ma non più quelli del film uscito il 14 febbraio scorso nelle sale. Sono le stesse persone ma adulte. Che hanno percorso la loro vita, che sono ormai nel pieno della propria esistenza. Ma che non hanno mai dimenticato di quel primo amore, che tanti anni prima sembrava così reale ma che, col passare del tempo, è stato idealizzato, contorto, mitizzato e poi dimenticato. Anzi no, dimenticato mai: è sempre rimasto in un cassetto della memoria, chiuso a chiave. E la chiave lo sappiamo dov’è, ma non sempre vogliamo andare a prenderla. Un amore finito, il primo, ma che ha cambiato inevitabilmente il modo di vivere a chiunque. Si legge nella retrocopertina del romanzo di Baglioni (edito da Mondadori): “L’amore si smarrisce come un ombrello, un mazzo di chiavi o un portafogli. Come una parola che avevamo qui, sulla punta della lingua e che, adesso, non troviamo più. Perché come le parole, l’amore viene quando vuole lui. Ci tornerà in mente all’improvviso. Quando non ne avremo più bisogno”. Come per Andrea, architetto di fama internazionale che torna a Roma dopo tanti anni. Proprio a Roma, nel 1970, aveva conosciuto Giulia, il suo piccolo grande amore. Questo è l’incipit alla base del romanzo di un Baglioni che si dimostra – e di dubbi, in realtà, non ne avevamo – un grande scrittore, capace di plasmare le parole di un racconto immaginario come sta facendo, da decenni, con le sue grandi canzoni. Quella che l’ha reso famoso, “Questo piccolo grande amore”, è stata definita la canzone del secolo, la più bella della musica leggera italiana. Con la stessa sensibilità Baglioni nel romanzo ripercorre un amore del passato, il primo grande amore, come soltanto un cantautore, un cantastorie, un grande narratore sa fare, plasmando le parole e valorizzandone una per una, senza mai lasciare nulla al caso, puntando dritto al cuore del lettore, per far riemergere anche in lui un sentimento passato ma che non è mai stato dimenticato. Ed è facile allora accorgersi che quei gesti di tanti anni prima hanno rappresentato qualcosa per tutta la nostra vita. A distanza di 37 anni dalla pubblicazione della canzone del secolo, Baglioni riprende quel brano che, anni fa, addirittura riuscì a stravolgere, lo rimodella e ne plasma un romanzo da leggere tutto d’un fiato. Inevitabile, nella lettura, pensare alla propria storia personale, a quel Piccolo grande amore che ha segnato la vita a tutti noi. E che non è durato per sempre, è ovvio, ma che ci ha cambiato, quello sì, per sempre. Fabio Conti «Q.P.G.A. Questo piccolo grande amore» Il romanzo di Claudio Baglioni Edizioni Mondadori 260 pagine, € 17,00 IL FILM - Opinioni e commenti Una storia di ieri attuale anche oggi Q.P.G.A.: un film che ha visto come spettatori persone di tutte le età! Generazioni a confronto! Dai ragazzini di 10 anni ai nonni di 80 e tutti entrati nella sala cinematografica per vedere finalmente una storia d’amore, anche se sofferta! La storia era quella scontata, che già conoscevamo attraverso le canzoni che si trovano nell’album omonimo del ‘72 di Claudio. Una storia che noi avevamo solo potuto immaginare e che ha fatto sognare migliaia di adolescenti. Ci troviamo in Piazza del Popolo, è in atto una contestazione studentesca, a un certo punto arriva la polizia con i lacrimogeni per disperdere la folla: tutti scappano per cercare riparo ed è così che Giulia ed Andrea si incontrano in un bar fuori mano... È una storia d’amore molto bella perché “pulita”, dove i sentimenti e le emozioni fanno da protagonisti. Erano gli anni ’70, quelli in cui ci vestivamo con i pantaloni a zampa, le camicie fiorate e le zeppe ai piedi, i ragazzi portavano i capelli lunghi, venivano chiamati “capelloni” come se fosse stata una malattia: eravamo nel pieno della contestazione giovanile e con atteggiamenti di ribellione, di provocazione, anticonformismo e trasgressione, i giovani sfogavano tutta la loro rabbia per cercare di cambiare una società che ormai gli stava stretta su tutti i fronti. Anche Giulia e Andrea a modo loro volevano cambiare qualcosa con la speranza di un futuro diverso rispetto a quello dei loro genitori. Erano i tempi delle feste in casa dove ci si andava soprattutto per poter ballare i lenti e stringerti un po’ al ragazzo che ti piaceva… che nostalgia! In questa piccola grande storia si intrecciano amore, sofferenza, attesa, nostalgia, passione, allegria, spensieratezza, ma soprattutto tanta voglia di vivere e di conquistare il mondo! Nella sala cinematografica alcuni ragazzi commentavano il film e affermavano che se ci fossero stati i cellulari non sarebbero nati tanti malintesi tra i protagonisti del film… Ah, com’è vero, eppure noi siamo andati avanti anche senza cellulari e, invece dei messaggi o delle chat, ci scrivevamo lunghe lettere e lunga era l’attesa per una risposta! Molti son rimasti delusi dal finale della storia: si aspettavano una lieta conclusione che non c’è stata. Giulia e Andrea si sono salutati al “solito posto”, con quell’ultimo bacio e una stretta di mano! Ragazzi, ma sapete che c’è un seguito a questa storia d’amore? Lo troveremo sul libro che ha scritto Claudio e che sarà presto in libreria: sono certa che stavolta ci sarà un lieto fine! Vi aspetto all’uscita della prossima rivista per le vostre considerazioni al libro e spero saranno numerose! Buon viaggio a tutti! Angiola Sorrentino di là dal ponte pagina 3 LE INTERVISTE ESCLUSIVE / 1 - PAOLA MASSARI: «La maglietta fina? La custodisco in una cassapanca» «Da “Agordo” al “Vento Matteo”, la mia passione per la musica» di Fabio Conti e Roberta Massaro Quando abbiamo chiesto a Paola Massari di concederci un’intervista speravamo ovviamente fin da subito che accettasse. Non solo siamo rimasti felicemente sorpresi per la sua disponibilità, ma soprattutto anche per la sua grande gentilezza e la sua sensibilità. Grazie di cuore, Paola, da tutto lo staff della nostra rivista e del sito SMNews. Sei davvero una grande persona. Cara Paola, è il 3 marzo del 1955. Quel giorno nascevi nella grande Roma degli anni ‘50 e lì iniziava la tua infanzia. Cosa ti è rimasto impresso di quel periodo magico? «Se proprio dovessi concentrare in un’immagine il ricordo di quegli anni, mi vengono in mente le terrazze all’ultimo piano dei palazzi, dove si andava a stendere i panni, e che cito proprio in una mia canzone che si chiama “Nuvole di trent’anni fa”». «Ad Agordo è così, ad Agordo è così», canta Claudio del tuo Agordo. Qual’è il tuo «così»? Quali ricordi, profumi ti vengono alla mente pronunciando il nome del paese che ti ha visto in alcuni periodi della tua vita? «Le immagini che mi vengono in mente pensando ad Agordo sono anch’esse contenute, oltre che nella canzone di Claudio, in quella stessa mia canzone che ho appena citato. Sono gli orti con i fiori “alti come me”, sono i pomeriggi di vento caldo, i profili maestosi delle montagne, le passeggiate nei boschi odorosi di muschio, i campi di pannocchie fruscianti, il profumo del fieno e delle stalle…». Riascolti volentieri le canzoni di Claudio? Qual è la tua canzone preferita? «La produzione di Claudio e di una vastità e di una qualità rare. È realmente difficile, per me, individuare un brano che sia rappresentativo di tutto. Per un fatto oggettivo, ma anche affettivo, potrei citare “Avrai”, che considero un capolavoro assoluto.» La musica è senz’altro la tua compagna di viaggio. Com’è entrata nel tuo cuore e anche nella tua vita? «A due anni, quando suonavo a orecchio un piccolo pianoforte giocattolo…». «Battibecco», insieme a Claudio, è stata la tua prima interpretazione nel mondo musicale. Tutti noi fans ricordiamo quella voce da ragazzina che accompagna quella di un Claudio un po’ più esperto, ma sempre alle prese con il suo primo album di grande successo. Con il nuovo progetto Q.P.G.A. quella canzone è stata stravolta, oltre che Paola sul set Una splendida Paola Massari in una recente foto dal nuovo arrangiamento, anche dall’unica voce di Claudio. Che ne pensi della nuova versione, e per quello che hai visto fin’ora, del nuovo progetto? «La nuova versione cantata da Claudio trovo che sia divertente. Il progetto è interessante e molto impegnativo. Ho visto il concerto che mi è piaciuto moltissimo, ed il film che è paragonabile ad un lunghissimo videoclip, con una colonna sonora straordinaria.» Arriva il 1993. L’anno in cui la tua carriera artistica ha trovaPaola e Claudio to sfogo in un album prodotto dalla Columbia: «Il vento Matteo». Un album di grandi collaborazioni, a partire dagli arrangiatori Fabio Liberatori e Fabio Pignatelli. Quale canzone preferisci di quell’album, o quale senti in qualche modo più vicina? «Del mio album non saprei indicare un brano favorito. Quella che sento più vicina è forse proprio “Nuvole di trent’anni fa”». Come nasce il titolo di questo album? «Il titolo dell’album nasce proprio dal ricordo di quel vento che ogni pomeriggio “alzava le tende fino al soffitto”, e che è stato battezzato Matteo dallo scrittore Dino Buzzati nel libro “Il segreto del bosco vecchio”, dove il vento di montagna è protagonista del racconto». L’unico video che ci rimane di quell’opera è “Amore dannato“. Quando ti capita di rivedere quel video, cosa che immagino in questi anni qualche volta avrai fatto, quali ricordi ti ritornano alla mente? O magari qualche aneddoto che vuoi raccontarci. «Il video fu un’esperienza divertente. La prima per me, sebbene avessi seguito mille volte le analoghe esperienze di Claudio. Fu fatto con pochi mezzi, ma ne nacque un prodotto soddisfacente». Lo stesso anno scrivi il testo del brano «La pelle e il cuore» di Paolo Vallesi. Come nasce questa collaborazione? «Fu Paolo Vallesi a contattarmi dopo aver ascoltato il mio disco e a chiedermi di scrivere un testo per una sua canzone molto bella». A un certo punto ti sei allontanata dalla scena. Hai comunque continuato a lavorare nel mondo della musica o ti sei dedicata ad altro? «La musica fa parte della mia vita da sempre. Negli ultimi anni mi sono dedicata alla pittura. Un’altra grande passione». Hai dei progetti futuri riguardo il mondo della musica? «Non ho mai abbandonato l’idea di un altro progetto musicale. Qualcosa nel famoso cassetto c’è… Chissà…». Anche Giovanni, tuo figlio, ha intrapreso questa strada. La musica è diventata la sua vita, essendo diventato un chitarrista di ottimi livelli. Gli hai visto fare i primi accordi. Come ha avuto la sua prima chitarra? «La sua prima chitarra non la ricordo. A casa ce n’erano tante. Sicuramente era una chitarra di Claudio. Poi ne ebbe una sua, classica, con la quale cominciò lo studio della musica. In seguito passò, per un periodo, alla chitarra elettrica, per poi approdare definitivamente all’acustica». «Meglio rimpianti che rimorsi nella vita», si dice. Ne hai qualcuno? «Non mi faccio mancare niente. Qualche rimpianto. Qualche rimorso…» Inevitabile chiederti della tua «maglietta fina». È vero che la custodisci ancora, come dichiarasti anni fa in una intervista? «È a casa di mia madre. Foto di famiglia In una cassapanca…» Questa intervista è stata realizzata in esclusiva per il sito «SMNews» e per la rivista «Di là dal ponte». Sul sito SMNews è possibile leggere la versione digitale dello stesso testo. Le fotografie sono tratte dal sito «Avrai.it» e da Internet. pagina 4 di là dal ponte LE INTERVISTE ESCLUSIVE / 2 - PIO SPIRITI, virtuoso del violino, grande artista e collaboratore di Claudio «Vi racconto il mio sogno realizzato» di Pasquale Picone Un virtuoso del violino, ma soprattutto un uomo a cui i fans riconoscono la disponibilità nello scambiare due parole e anche più. Una bella persona e un grande artista: Pio Spiriti, qui con noi per raccontarci un po' ciò che è, ma anche ciò che è stato e ciò che sarà. Grazie Pio della possibilità che ci offri di conoscerti. Nella tua carriera hai suonato con svariati artisti del calibro di Morricone, Gaynor, Casadei, Zero, Morandi, Cocciante e tanti ancora ma la maggior parte di noi ti conosce come musicista di Claudio Baglioni... Vorremmo però partire dagli albori... Chi è Pio Spiriti? Come e quando nasce la musica dentro di te? «Pio Spiriti è una persona come tante altre, di provincia (Latina), 55 km da Roma, ma nulla a che vedere con questa città, anzi, tutt’altro! Musicalmente parlando, scusa se parto subito con uno sfogo, ho un risentimento che da sempre porto con me: il fatto di convivere con una città che dell’arte e dello spettacolo non gliene può fregar di meno, pur avendo un gran carnet di musicisti validi e un conservatorio statale di musica, da cui io stesso uscii diciassette anni fa con il titolo di “Professore d’orchestra”. "Cacchio! :-) Che parolone", dirai. Acquisii questo titolo con grande soddisfazione e fatica. Sono ormai un violinista in carriera a tutti gli effetti e un appassionato, forse da sempre, di "lei", la musica, senza la quale non potrei vivere». Il tuo motto preferito… «Non ho un motto specifico, o una frase fatta, ma credo fermamente al fatto che si riceva, per quanto si è donato». Pio Spiriti marito e padre. Recentemente sul tuo MySpace abbiamo trovato ed ammirato con piacere la tua splendida famigliola… «Loro per me sono il motivo per cui vivere. Cerco di essere un marito e un padre modello, ma tu sai benissimo che con il lavoro che svolgo, sono molte le lacune che ho nei loro confronti. Il mio lavoro mi porta spesso a stare lunghi periodi fuori casa, mettendo Patrizia, mia moglie, a dura prova con le due "peperine", Alessia e Giorgia, che hanno un continuo bisogno di attenzioni! Ma fortunatamente Patrizia è molto paziente e intelligente, e mi sopporta! Poi ci sono loro, le mie due splendide creature, che mi incantano tutti i giorni. Tra loro sono davvero il “beato tra le donne!». Non sei un semplice strumentista, ma un polistrumentista, nonché un arrangiatore. Il tuo stile sembra quasi non definirsi mai, ma pare bensì alla costante ricerca di nuove strade e perfezionamenti. Stai ancora cercando una dimensione definitiva o ti diverti a stupire il pubblico con la tua poliedricità? «Bravo Pasquale! Bella domanda. Dunque... Mhmmm chi sono io? :-) Scherzi a parte, sinceramente sto ancora cercando di capire come sfruttare al meglio queste fatidiche sette note. Per adesso le scelte fatte mi hanno sempre portato grandi consensi, compreso l’approdo nella band di Claudio. Credo che tutte le esperienze avute nei vari settori musicali (come strumentista, arrangiatore, cantante...) siano servite a riempire il mio bagaglio tecnico-musicale rendendomi davvero molto soddisfatto, ma non “domo”, come dice qualcuno. Identificarsi, lasciare una traccia di sé in un contesto generale tra i tanti musicisti oggi operativi, credo sia la chiave per distinguersi e dimostrare le proprie capacità per poi mettersi a disposizione del mercato musicale». Pio Spiriti cantautore. Abbiamo ascoltato qualcosa sul tuo MySpace. Ce ne parli? «Per la verità inizio come interprete cantando proprio le sue canzoni (Pio qui si riferisce a quelle di Claudio, ndr.). La mia gavetta, come quella di coloro che allora si affacciavano a questo mestiere, è stata per molti anni il piano-bar, che mi ha insegnato molto, specialmente il contatto con il pubblico. Io caratterialmente sono sempre stato molto riservato: cantare e suonare abbassava la barriera delle inibizioni. Più tardi, verso l’87, mi proposero di partecipare ad un concorso canoro nazionale romano, il "Piper Game", ma c’era bisogno di un inedito, poiché non si potevano cantare cover. Allora pensai che era arrivato il momento di scrivere qualcosa di mio. Così nacque un brano intitolato “Pensieri strani”, una di quelle canzoni d’amore adolescenziale: mi classificai secondo e fui inserito in una compilation discografica (per l' appunto Piper Game). La cosa finì lì, rimanendo solo una gran bella soddisfazione. Proseguii successivamente a scrivere altri brani. La cosa mi piaceva molto. Così partecipai anche ad altri concorsi canori, ma mi accorsi che, per proseguire quella strada, serviva ben altro che una certa vena poetica, o il saper cantare. Ci voleva un “contratto discografico”, che equivaleva ad una fortuna paragonabile ad un 13 al totocalcio! Molte delle mie canzoni sono ancora nel cassetto, ma non ho nessuna intenzione di farne un disco almeno per ora... più avanti chissà! Per adesso scrivo e arrangio brani per altri interpeti, ma questa è una cosa che faccio ormai da molto tempo». Parliamo della tua collaborazione con l’orchestra di Raoul Casadei... «Questa foto (vedi immagine qui a lato, ndr.) mi riporta indietro nel tempo. Ero a Cuba, nel 2001. Stavamo registrando un video per Casadei. Era un tempo in cui continuavo a sperimentare generi diversi. L’allora gruppo Casadei proponeva un repertorio molto divertente da eseguire, con collaborazioni riuscite, come "Elio e le storie tese", o addirittura il reggae dei "Pitura Freska", quelli del “Papa nero” per intenderci. Per ognuno di noi musicisti c’era la possibilità di crearsi un personaggio, di proporsi ed esibirsi come solisti all’interno dell’orchestra, sia come cantanti, chi ne aveva le qualità, sia come strumentisti. Io con il violino rappresentavo un po’ l’immagine della storia che continuava: il fondatore dell’orchestra Casadei (Secondo Casadei) era violinista». Pio Spiriti e Claudio Baglioni. Come e quando? Il perché non te lo chiediamo... la tua bravura parla da sola ed è il tuo biglietto da visita! «Direi che è il momento di fare una premessa: Pio Spiriti entra a far parte di una delle band più ambite del panorama italiano grazie a Paolone Gianolio e Donella Serafini. Proprio loro, dopo esserci conosciuti per puro caso in una delle serate Casadei, hanno, probabilmente, visto in me quel musicista “baglionaro” con delle giuste caratteristiche, che sarebbero tornate utili ai nuovi progetti di Claudio. Fu così che dopo un provino presi parte al mio primo tour di Baglioni, “Crescendo”, nel novembre del 2003, realizzando un mio sogno personale. Dico sogno, perché, come tu sai, io, sin da quando avevo 14 anni, ascolto, canto e suono le canzoni di Claudio: il mio primo album, comprato alla modica cifra di quattordicimila lire, fu “Solo”, a cui sono molto affezionato. Tornando al sogno, chi avrebbe mai pensato di finire a suonare per lui? Il mito, colui che ha riempito e riempie da sempre con poster e fotografie ogni angolo della mia stanza. Insomma, per farti capire ti faccio un esempio: un ragazzo gioca a pallone e sogna la Roma… Un giorno riesce a giocare con la maglia giallorossa!... Così è stato per me». Quali brani, sempre parlando di Claudio, ami più suonare? «Ad eccezione di alcune piccole composizioni riempitive, dovute al suo proverbiale sistema di scrivere in "concept-album", molte delle canzoni di Claudio possono considerarsi delle suite classiche, che funzionano benissimo anche senza testo. “Le ragazze dell’est” ne è un esempio: la forma è accostabile a una “sonata classica” senza la concezione di “canzone”, ovvero strofa-ritornello. Fare una selezione di brani per me più significativi vorrebbe dire lasciare dietro canzoni altrettanto valide, che meritano considerazione: “Mai più come te”, per esempio, si suona che è una meraviglia!». Come hai detto prima, sei fan di Claudio sin da quando eri un ragazzo. Quali brani prediligi e, se ci sono, quali hanno caratterizzato la tua crescita? «Sono stato fan di Claudio e oggi lo sono con un privilegio: suonare per lui. Claudio è un artista vero, una persona da cui c'è molto da imparare e che non finisce mai di stupirti. Sono legato ad alcuni brani in particolare, solo perché li associo a indimenticabili vissuti della mia vita: “Il sole e la luna”, “Avrai”, “Con tutto l’amore che posso”, “Gagarin” e infine tutto l’album di “Strada facendo”. Direi che quell’album è come il maiale: non si butta via niente. Ha davvero segnato il mio percorso giovanile». Parliamo di un tuo compagno di musica nella band di Claudio, ma anche di un caro amico personale. Il grande Roberto Pagani. Parlaci di voi e degli "Spiriti Pagani"… «Roberto è come un fratello maggiore, condivido con lui davvero incredibili momenti sia musicali, che esperienze di vita. Compagno di stanza per tutto il periodo Casadei e tutt’ora, nelle trasferte e nei tour in Italia e all’estero. Siamo entrati in orchestra Casadei nello stesso periodo, gennaio 1998. Quando l’ho sentito suonare per la prima volta ho sussurrato tra me e me (come direbbero dalle sue parti): “Maremma!” :-). È una forza della natura, capace di suonare qualsiasi cosa abbia delle corde o dei tasti, compresi gli strumenti a fiato. È un impeccabile professionista! Anche Claudio un giorno ci disse: "Ma voi due girate sempre insieme? Persino i vostri nomi hanno qualcosa in comune..." Intendeva proprio gli “Spiriti Pagani”. Da lì nasce l’idea di proporci per la prima volta nello storico Teatro Signorelli di Cortona, realizzando uno splendido concerto, appunto come "Spiriti Pagani". La continua a pagina 5 di là dal ponte pagina 5 segue da pagina 4 collaborazione con Roby, al di là delle tournèe con Claudio, avrà sicuramente progetti futuri». Un altro tuo compagno di vita e di lavoro è Louis Tarantino. Sappiamo che, l’ormai famoso, vostro duo “Arcopiano” è una tua creazione. Raccontaci l’alba di questo progetto… «Suono con Louis da oltre quindici anni. Con lui sono scaturite molte delle scelte musicali che oggi proponiamo nei nostri concerti. Ho attinto molto dal suo immenso repertorio. Direi che proprio con Louis ho definitivamente chiuso il periodo legato alle serate nei pub e pianobar e mi sono dedicato solo ed esclusivamente a un genere musicale elegante e raffinato, che potrei definire anche universale, poiché si tratta di melodie, che oltre a includere la mia amata musica classica, da sempre catturano l’attenzione degli ascoltatori. Ed ecco l’idea di Arcopiano: arrivare ad una comunicazione totale con l’ascoltatore, proponendo colonne sonore di film, rispolverando anche autori classici come Brahms, Mozart, Puccini e, nell’ambito dello stesso concerto, passando anche alle cover di Claudio Baglioni. Tutto ciò può sembrare azzardato, ma, credimi, il risultato è davvero originale». Come descriveresti Louis? «Incredibile! Chi non lo conosce non può capire. Il suo talento musicale è rafforzato da grande professionalità, cultura e anche un grande intuito imprenditoriale, quello che agli artisti in genere manca. Infatti è lui stesso a gestire le relazioni ed i contatti che riempiono il nostro calendario concerti. Io in Arcopiano metto solo la mia arte, spero che basti! Con Louis ho appreso anche molti dettagli che esulano dalla musica». E Louis come ti descriverebbe? «Beh! Pasquale, a questa domanda non saprei proprio come rispondere, anche perché se fossi io a dovermi descrivere, non saprei proprio da dove cominciare!». Negli ultimi anni la tua notorietà è cresciuta particolarmente. Quali cambiamenti ha portato nella tua vita? «Ti ringrazio molto per la notorietà cresciuta. Ho sempre mirato a lavorare con professionalità. Anche il fatto di aver calpestato da dieci anni a questa parte palchi importanti credo sia stato un valore aggiunto. Quello a cui tengo molto sono i miei progetti futuri. In tal caso qualche consenso in più non mi dispiacerebbe. In quanto ai cambiamenti, che dire: nessuno stravolgimento sostanziale. Sicuramente il crescente affetto della gente che mi stima sia come persona, che come musicista: questo è quanto di più gratificante ci possa essere». Come è ormai noto, insegni in una scuola di musica. Com’è il tuo rapporto con gli allievi? «Direi straordinario! Mi vedono come un idolo e la cosa mi da gioia. Cercano di tirarmi fuori tutti gli aneddoti possibili e immaginabili per portare a casa qualcosa di più di una semplice lezione o di come eseguire un fraseggio. Sono consapevoli che un’esperienza che ti vede in prima linea nelle grandi tournèe non può che costituire per loro un punto di riferimento a cui tendere. Ma purtroppo non è sempre cosi semplice, oggi in particolar modo. Dal mio osservatorio di insegnante verifico quotidianamente quanto sia difficile per un ragazzo studiare con costanza e dedizione. Ogni anno si registrano abbandoni, e questo lo si deve al fatto che per suonare uno strumento sia per professione, che per passione, occorre dedicargli tempo ed energie in grande quantità ed oggi la società propone un sacco di pacchetti che promettono divertimenti e risultati senza sforzo. La cosa peggiore è che molti di questi stimoli arrivano addirittura dal mondo stesso della musica per la solita ragione, la più vecchia di tutte, il business». Pio Spiriti, Internet e le «Star digitali». «La dimensione virtuale» ormai avvolge e fa da sfondo alla carriera musicale di ogni artista con svariati pro e contro. Qual’è la tua visione di questo mondo? «Internet è la più grande invenzione tecnologica del secolo e per i milioni di navigatori ormai è un mezzo insostituibile. È pur vero però che questa grande rete commerciale ha un rovescio della medaglia. Infatti, questo immenso contenitore possiede sì, grandi fonti di informazione, anche le più remote, che oggi sono accessibili a tutti, ma accessibili a tutti sono anche gli innumerevoli siti spazzatura, alla mercé di grandi e piccoli navigatori. Internet ha bisogno di un uso mirato, solo così diventa un ottimo deterrente per qualsiasi forma di necessità. La “dimensione virtuale” è un’altra cosa: molti in rete sono incuriositi da strade fittizie, ingannevoli. Credo che sia davvero molto pericoloso. Per questo è importantissimo non perdere mai il contatto con la realtà e non catapultarsi totalmente in questa dimensione dove la finzione fa da padrona… Prima o poi ti frega». A quale punto della tua carriera ritieni di essere oggi e quali sono i tuoi prossimi progetti? «Sono molto soddisfatto di tutto il percorso svolto fino a ora. Collocare la mia carriera in una striscia del tempo è certo molto difficile. Questo è un mondo, quello della “musica & spettacolo”, che ti regala moltissimo, ma te lo toglie allo stesso modo senza preavviso. È come un elastico, che modifica continuamente la tua posizione. Il mio obiettivo è quello di vedere questo elastico il più tirato possibile. Creare e realizzare nuove idee è molto importante: ti tiene in tensione e ti aiuta a non mollare mai anche nei periodi bui». Pio arrangiatore. Recentemente hai collaborato con Giulio Spinucci, che ha da poco pubblicato il suo primo, splendido, lavoro discografico: “L’alba di noi"… «In Giulio ho rivisto un po' me stesso da ragazzo: “Baglionaro sfegatato”, con la stessa voglia e le stesse aspettative con cui proprio io vent'anni fa, consapevole delle mie potenzialità, provavo a dire qualcosa al mondo, quel mondo però circondato da recinti pieni di leoni affamati dalla nascita. Quando mi fece sentire i due brani, che successivamente portai in studio per arrangiare, rimasi molto colpito dalla sua “Oltre”. Quello era proprio il brano che mille volte avevo pensato di scrivere per Claudio, ma ogni volta scattava in me qualcosa che me lo impediva. Forse a bloccarmi era proprio il fatto che quel brano-dedica non sarebbe stato ascoltato da nessuno: vent'anni fa Internet e, quindi, Youtube non esistevano. Ho raccontato varie volte questa storia. Ho ritenuto giusto fare qualcosa per Giulio, è un ragazzo dalla voce straordinaria. Quando lo conobbi, lo trovai un po’ spaesato, spaventato, anche lui forse, dai famosi leoni affamati. Gli ho arrangiato questa canzone, il cui testo parla delle grandi fatiche, alle quali è soggetto un fan per seguire i concerti del proprio artista. Auguro a Giulio di realizzare il suo sogno il più presto possibile, se lo merita». A quando una tua opera discografica personale? «Le idee ci sono, i brani pure. Esordirei naturalmente come violinista, non di certo come cantante. Sono continuamente alla ricerca di brani originali da affiancare a remake di brani classici e colonne sonore di film, con la speranza di incuriosire gli addetti ai lavori, ossia i produttori discografici, che padroneggiano nel mercato musicale. Tu sai benissimo che senza una giusta produzione del disco non rimarrebbe che una semplice soddisfazione personale». Ormai alle porte è, inevitabile parlarne, la tournèe, «GranConcerto 2009», che ti vedrà nuovamente al fianco di Claudio Baglioni. Quali sono le particolarità dei nuovi arrangiamenti. «Direi un’opera sensazionale, orchestrazioni e suoni innovativi (canzoni a parte). Paolo Gianolio ha dato un enorme contributo per la realizzazione di questo doppio album. Tieni presente che gli arrangiamenti ex-novo di tutte le canzoni di Q.P.G.A. sono state poi usate come colonna sonora per le scene del film. “Questo piccolo grande amore”, la canzone del secolo, non era per niente facile da riarrangiare dopo le molteplici versioni. Lui non solo c'è riuscito ma, come Claudio dice, questo Q.P.G.A. diventa “padre” pur essendo “figlio”. L'album va solo comprato ed ascoltato. Complimenti a Paolo Gianolio!». E il tuo violino quanto sarà protagonista nella nuova tournèe? «In questa nuova avventura c’è la necessità di usufruire di un organico più grande. Gli arrangiamenti e le atmosfere prevedono archi in molte delle canzoni, vecchie e nuove. Sarò affiancato con soddisfazione da una grande orchestra per questi nuovi ed esilaranti concerti, in altrettante esilaranti location! Ne cito qualcuna: “Arena di Verona”, “ Taormina, Teatro Antico”, “Viareggio, Teatro Pucciniano”. Il più identificativo di tutti per la storia di questo artista rimane a Roma, “Piazza di Siena”, lì dove, non solo la carriera di Claudio ebbe una svolta, ma anche dove Alè-oò, diede inizio ad una nuova epoca per i concerti e per gli spettacoli della musica live». Qualche integrazione a quanto già detto o qualcosa che vorresti dirci e non ti abbiamo chiesto? Magari un sogno nel cassetto o uno sfogo personale... «Carissimo Pasquale, direi che è arrivato il momento di fare dei ringraziamenti, se non vogliamo che i lettori di questa intervista abbandonino dopo i titoli di apertura! Ti sono davvero grato per avermi proposto questa intervista. Personalmente ritengo di non aver scelto tempo migliore per spogliarmi di tutto quello che avevo addosso e, in particolar modo, per condividere con voi la mia grande soddisfazione di salire su quel palco di “Villa Borghese” che ventisette anni fa ha cambiato anche la mia storia musicale. Un saluto ed un abbraccio a te e agli amici di SMNews, compresi tutti quelli che spenderanno un po’ del proprio tempo per leggerci! Con grande Affetto!». Ciao Pio, grazie a te per la tua cortesia ed il nostro più grande in bocca al lupo per tutto! Ha collaborato Roberta Massaro Le fotografie sono state concesse da Pio Spiriti pagina 6 di là dal ponte Riflessioni in prosa e versi ascoltando un brano di Claudio che continua a martellare nella testa Mai più come te: perché ci si innamora? di Carmen Furfaro Carissime amiche ed amici, sono contenta di ritrovarvi “Tuttiqui”… Ci sono alcune canzoni nella mia vita che hanno segnato dei passi importanti. Molte canzoni/poesie del nostro Claudio sono una perenne colonna sonora che ha fatto da sottofondo a momenti indimenticabili. C’è una canzone in particolare che in questi giorni mi “martella” insistentemente e non ne vuole sapere di uscire fuori dai miei “timpani”… ci provo, ma lei rientra, imperterrita, a sussurrarmi qualcosa… La canzone è “Mai più come te” e, per provare a “scrivere in maniera terapeutica”, ho cercato di “buttare giù” dei miei pensieri su quella che reputo una poesia elevata all’ennesima potenza. Allora cerco con tutta me stessa di scrivere delle frasi “buttate a caso” che poi, tanto a caso non sono, nella speranza di dare una interpretazione del tutto personale a questa canzone… ma che si possa riflettere in molti. Scrivo un po’ in prosa, un po’ in poesia, ma è una scrittura creativa che so renderà più l’idea di quello che desidero comunicare con il mio scritto. «Mai più come te» E se è lei ad amare e non essere ri_amata? Quella dagli occhi sbarazzini, certe volte gonfi per le troppe lacrime, cerca di farsene una ragione, cerca di vivere quell'esistenza senza l'altra metà della mela. Non cerca compassione e non desidera implorare un amore che credeva folle di follia pura... sa che quell'amore si ritrae perchè è spaventato dal troppo amore… Ma non è dando che si riceve? Ma non è amando che si dona amore? Ma perchè il dono dell'amore non è compreso e, spesso, frainteso? Ma perchè ci si innamora? Lei Cammina lo stesso lungo quei viali di alberi fioriti che le rimandano un tempo in cui credeva ancora di poter sbocciare al di sopra delle fronde rosate dei peschi… ...Per poter gustare quelle pesche saporite, anticamera di un'estate folle, come folle è stato, o forse lo è ancora, il suo amore… è meglio amare e perdere che vincere e non aver amato mai... Mai più come te nessun altro mai perché dopo te io sì che mi innamorai sempre più di te Canzoni, melodie, parole… che dalle orecchie oltrepassano il cuore, che graffiano dentro quel cuore. Secondi, minuti, ore… … mesi, anni… Basta un niente, un nome, una calligrafia perché ogni cuore ha una memoria tutta sua: si vede dove strappi via una pagina come ti fissa una fotografia di ieri e vistoso in bella mostra dietro una vetrina... L'amore la invaderà e la completerà, perchè lei vive amando… Quella donna è una sognatrice lei ama ed amerà perchè E sei sempre qua a chiederti se la vita è un viaggio o un destino, se la vita è tua e la stai vivendo, o se è di un’altra e la guardi dietro i vetri appannati… Chiudi gli occhi e ti tappi le orecchie per non vedere e non ascoltare quei rami che graffiano i vetri, sempre appannati… Vetri, pezzi di vetri che non userai per trafiggere quel cuore. Ti prego. È meglio amare e perdere che vincere e non amare mai… Grazie carissimi lettori della rivista di aver letto fino in fondo quelli che sono i miei pensieri in merito ad una delle canzoni del nostro amato. Vi ringrazio di cuore per aver, anche, sopportato il delirio di chi ascolta Claudio come il “pane quotidiano” e lo assapora attimo per attimo, in quell’attimo di eterno che so c’è. Lei non sceglierà mai l'Amore come un abito costoso C. F. E non ci sono che fotografie... Kermen (Spagna) con Claudio a Roma Patrizia, Angela e Nicla (Tutti qui - Conversano 27 aprile 2007) di là dal ponte pagina 7 Sul sito della Fondazione l’elenco degli ospiti delle sei edizioni MARIELLA NAVA, NAZIONALE OLIMPICA FIORETTO, O’Scià, i ringraziamenti NEFFA, NEK, NERI PER CASO, NICKY NICOLAI, ORCHE- Ecco il testo e i nomi dei partecipanti elencati in uno scroll della home page STRA CASADEI, ORCHESTRA PIAZZA VITTORIO, PABLO E PEDRO, PAGO, GIORGIO PANARIELLO, GATTO PANCERI, PAOLA E CHIARA, LAURA PAUSINI, MAX PEZZALI, STEFANO PICCHI, LEONARDO PIERACCIONI, POOH, Riproponiamo ai lettori della nostra rivista quanto riporta la home page del sito La Fondazione O’Scià ringrazia tutti gli artisti POVIA, PUPO, RAF, MASSIMO RANIERI, MARINA REI, che hanno partecipato alle 6 Edizioni di O’Scià: FRANCESCO RENGA, RON, ROY PACI E ARETUSKA, della Fondazione O’Scià: in uno scroll si ENRICO RUGGERI, CLAUDIO SANTAMARIA, AIDA SAT- leggono tutti gli ospiti della manifesta- ELEONORA ABBAGNATO, DIEGO ABBATANTUONO, TA FLORES, SELIM T, SENIT, ALAN SORRENTI, IVANA GIOVANNI ALLEVI, AMADEUS, BIAGIO ANTONACCI, SPAGNA, ANNA TATANGELO, TIBERIO TIMPERI, TIRO- zione. Li elenchiamo anche qui per ricordare quanto O’Scià sia stato un evento importante in sei anni e anche perché questi nomi restino nella memoria di tutti noi. FAI SENTIRE LA TUA VOCE Fai sentire la tua voce? Meglio ancora, falla leggere! Uno slogan che ci si tramanda di generazione in generazione dietro vari (e sono tanti) progetti di pubblicazione dell’editoria fanzinara italiana. Ricercare, impaginare, stampare, distribuire… Tutta la catena che fa perno sull'editoria ufficiale viene qui riprodotta ad "altezza" d'uomo, per potersi esprimere con una pubblicazione casalinga, la fanzine. APPASSIONANTE, SERENA AUTIERI, AVION TRAVEL, MANCINO, RICKY TOGNAZZI, GIANNI TOGNI, GIUSEPFRANCESCO BACCINI, CLAUDIO BAGLIONI, BARAON- PE TORNATORE, PAOLA TURCI, PAOLO VALLESI, ORNA, LUCA BARBAROSSA, BEATI PAOLI, PAOLO BELLI, NELLA VANONI, ANTONELLO VENDITTI, MARIO VENUSIMONA BENCINI, EDOARDO BENNATO, EUGENIO TI, CARLO VERDONE, VIBRAZIONI, MICHELE ZARRILBENNATO, LOREDANA BERTE’, DONATELLA BIANCHI, LO, ZUCCHERO. MARIO BIONDI, PAOLO BONOLIS, ROSSELLA BRESCIA, ENRICO BRIGNANO, ALEX BRITTI, MASSIMO BUBOLA, FRANCO CALIFANO, LUCA CARBONI, EMILIO CARELLI, RAFFAELLA CARRA, ANTONIO CASANOVA, YURI CHECHI, RICCARDO COCCIANTE, COCKI E RENATO, FABIO CONCATO, LUISA CORNA, PAOLA CORTELLESI, SIMONE CRISTICCHI, GIGI D’ALESSIO, ILARIA D’AMICO, ENZO DE CARO, MARIA DE FILIPPI, DENNIS, STEFANO DI BATTISTA, GRAZIA DI MICHELE, DJ FRANCESCO, DOLCENERA, DON BACKY, NICCOLO FABI, FABIO FAZIO, TIZIANO FERRO, FICHI D’INDIA, EUGENIO La fanzine, rivista fatta dagli e per gli appassionati, è frutto di una cultura del sociale fatta di esperienze diverse ma, al tempo stesso, identiche. Un simbolo del rapporto tra l'universo giovanile (ma non solo) e la carta autostampata… Un simbolo molto più marcato di quanto si possa pensare… Gli spazi della "stampa ufficiale" non sono adeguati, oppure insufficienti? FINARDI, GIGI FINIZIO, ROSARIO FIORELLO, GIANCAR- Questi appassionati non restano a guardare, si rimboccano le maniche e partono in quinta… Così nascono le varie testate delle fanzine italiane, dall'idea di mettere in luce uno spaccato della nostra società. Prova anche tu... Non farla solo sentire la tua voce... Scrivila! ANTOINE MICHEL, ANNALISA MINETTI, AMEDEO MIN- Pasquale Picone IL MIO GRIDO NEL TUO GRIDO Sei più di mille sguardi, mille soffi di candeline, mille girotondi, mille piante verso il sole, mille dita puntate verso una stella, mille piedi che corrono sulla terra bagnata, mille applausi di un pubblico di attori, cani giocherelloni, salti di canguri, lacrime di gioia, estati da assaporare e sabbia da toccare insieme. Queste parole sono per chi sa ascoltare, sa amare, abbracciare, comprendere, darti la mano e aiutarti a gridare. Sei il più forte, il più saggio, il mio castello in fondo al cuore, il mio occhio sulla Terra, la mia nuvola a cui aggrapparmi, la mia macchina del tempo, la mano che mi indica la retta via, la seta che accarezza il mio corpo, quel masso a picco sul mare, quella barca che mi aspetta sempre sul molo della vita, la bellezza di un intero esercito di statue, la ciurma più buona di tutti i mari, la cioccolata nella cesta della nonna, quel sorriso che tanto mi dà gioia e tanto altro ancora. Insieme siamo come” Acqua nell’acqua…” Giulia Lima LO FISICHELLA, RICCARDO FOGLI, ALBERTO FORTIS, FABRIZIO FRIZZI, BOB GELDOF, CLAUDIA GERINI, ENZO GRAGNANIELLO, IRENE GRANDI, GIANLUCA GRIGNANI, HERES, ENZO IACCHETTI, PINO INSEGNO, K2, KHALED, ROBERTA LANFRANCHI, L’AURA, LUCA LAURENTI, LUCIANO LIGABUE, IRA LOSCO, LUCA MADONIA, GIANCARLO MAGALLI, MANGO, NERI MARCORE’, ROSA MARTIRANO, MARCO MASINI, MATIA BAZAR, GHI, ANDREA MIRO’, GIANNI MORANDI, MORGAN, FABRIZIO MORO, ENNIO MORRICONE, NADA, NAIR, OLTRE COVER BAND Claudio Baglioni ROMA 14 APRILE 2009 Live Club FONCLEA Via Crescenzio 82/A Ore 22:00 info e prenotazioni: 06.68.96.302 06.68.74.999 Un attimo di eterno Un attimo di eterno Alla continua ricerca di un attimo eterno che non c'è l'attimo che sfugge l'attimo che non ritorna l'attimo infinito e durevole l'attimo di gioia e di dolore Alla continua ricerca di un attimo eterno che non c'è ma poi penso l'attimo è bello perché ha rinunciato all'eternità non posso chiedere che duri non posso chiedere che sia infinito non posso chiedergli di tornare non posso chiedergli di non sfuggire Però posso dire dolce attimo di passione unico e coinvolgente attimo di intensa emozione nulla sarebbe vero se tu restassi portami via con te fammi vivere nell'attimo di eterno solo un attimo di eterno come la vita di una sola lacrima come il rapido passare di una soffice nuvola nello scorrere del tempo lasciami vivere un attimo di eterno nell'inesistente eternità! Manuela Bonanno pagina 8 di là dal ponte Su Internet le “prove scientifiche” di una incredibile “rivelazione” Un caso da X-Files: Baglioni sostituito nel 1990 Girovagavo in rete e ho trovato il titolo di una notizia curiosa che riporto: “esitono le prove scientifiche che il Cantante Claudio Baglioni sia stato sostituito nel 1990” Ovviamente clicco subito sul link per cercare di capire qualcosa di piu’ su questa sconcertante rivelazione. Inizio a leggere, per cercare di capire quando sarebbe avvenuta tale mirabolante sostituzione. Nel sito si fa riferimento ad un periodo preciso: siamo in ottobre e l’anno è il 1990, a breve uscirà ”OLTRE”, ormai è cosa ufficiale, ed in questi stessi giorni arriva la notizia che Claudio Baglioni ha avuto un grave incidente d’auto,che gli avrebbe procurato significanti lesioni alle mani e alla lingua. Poco dopo la notizia viene ridimensionata, si dice che le lesioni non erano gravi come sembravano in un primo momento e che Claudio Baglioni avrebbe presenziato, dopo una decina di giorni, al Maurizio costanzo show per rassicurare i fan,raccontare quello che era successo e per presentare il nuovo lavoro, OLTRE. Fin qui è storia risaputa, credo che tutti i fans ricordino quel periodo, carico di apprensione, nell’attesa di sapere se Baglioni fosse potuto tornare a cantare o meno e quella puntata del Costanzo Show. Ed è all’incidente che fanno riferimento le affermazioni che si leggono nel sito in questione: Baglioni, in realtà, sarebbe deceduto nell’incidente stradale e prontamente sostituito con una sorta di clone(chiamato nel sito “Sbaglioncino”), un uomo al quale sarebbero stati fatti una serie d’interventi di plastica facciale per farlo apparire identico all’originale. A rafforzare questa ipotesi,o meglio la certezza della sostituzione, sempre secondo le affermazioni presenti nel sito, il colore degli occhi, che prima dell’incidente erano marroni, ma che nelle foto successive allo stesso,sarebbero verdi ma resi marroni da lenti a contatto colorate, a conferma delle cose dette viene riportato il seguente confronto fotografico: dell’iride prima e d o p o l’incidente,sempre attraverso un confronto fotografico, da tale esame parrebbe che non ci sia corrispondenza, sarebbero due iridi differenti nelle dimensioni e nel colore, l’occhio avrebbe una forma diversa,lo stesso si evincerebbe da un’analisi della caruncola lacrimale che sarebbe anch’essa differente e per finire la distanza fra gli occhi non tornerebbe. E poi tutta una serie di foto nelle quali si noterebbero dei cambiamenti dei lineamenti, cosa a mio avviso normale con il passare degli anni. E’ ovvio che mettendo a confronto una foto del periodo della vità è adesso con una recente, ci siano dei cambiamenti nell’aspetto del viso dovuti al passare degli anni, sarebbe anomalo il contrario. Allego di seguito il link al sito, perché è quantomeno divertente vedere quante energie hanno speso per convincere tutti che Claudio Baglioni è stato sostituito nel 1990. http://60if.proboards21.com/index.cgi? board=Essential&action=display&thread=2717 Non ci sarebbe neanche da ragionarci sopra, ma considerando che Baglioni una decina di giorni dopo l’incidente era al Maurizio Costanzo Show, mi domando come avrebbero potuto trovare, in un così breve lasso di tempo, un sostituto adatto, fargli una serie di interventi chirurgici per renderlo uguale a Claudio Baglioni e spedirlo al Maurizio Costanzo Show. Ricordo ancora, fu una puntata emozionante,quella del Costanzo Show, per i racconti fatti, per l’aspetto sofferente Di Baglioni,la lingua ancora visibilmente martoriata, erano ancora presenti i punti di sutura. Mi ricordo che non potendo cantare fece un pezzo strumentale, l’unico dell’LP Oltre, TIENIAMENTE,dedicato ai fatti di pza Tienanmen ( il testo diceva solo tienanmen tieni a mente) E ricordo il pubblico,emozionato di fronte ad un Baglioni così dimesso. E poi i fan che iniziano ad intonare questo piccolo grande amore, poi tutto il teatro all’unisono, e un Baglioni, commosso che non resiste e anche se a fatica e si unisce al coro, e son sicuro che da casa tutti han fatto lo stesso, io per primo, che momento emozionante!!! Ora vi posso assicurare da fan che quello era il Baglioni di sempre, pallido, affaticato,emaciato ma era lui, la voce inconfondibile. Ora comunque vado a contattare Mulder e PRIMA DOPO Scully per risolvere questo caso degno di XVengono anche fatte una serie d’indagini files!!! Cucaio musica e parole scientifiche degne dei RIS: una scansione Solidarietà per una Clabber Abbiamo ricevuto segnalazione di questa iniziativa umanitaria volta ad aiutare una persona in seria difficoltà. Maria Gabriella è una fan di Claudio come noi e quanto segue è stato segnalato sia da noi che dal signor Massimiliano Palumbo (colui che ci ha scritto), direttamente a Clab. AIUTIAMO UNA COLLEGA Qualche giorno fa alcuni del Direttivo della Cassa di Solidarietà, hanno incontrato Maria Gabriella, collega di Ferservizi a Bari. Ci aveva precedentemente contattato per esporci la sua situazione di estrema difficoltà chiedendo se in casi come il suo è previsto l’intervento della Cassa. La nostra risposta non ha potuto che essere negativa in quanto le sue difficoltà, derivando da condizioni personali, non sono contemplate dal nostro regolamento ma conosciuta la sua storia non riusciamo a disinteressarci a lei e abbiamo deciso di incontrarla a Roma per capire cosa potessimo fare. Venerdì 27 febbraio, Marco Crociati, Roberto Grosso e Domenico Romeo, del Direttivo della Cassa, l’hanno incontrata. Maria Gabriella ha 38 anni, ha perso il padre, macchinista in servizio, nel 1982 e in seguito ad un lungo iter legale, ha visto riconosciuta la causa di servizio e in seguito a transazione, finalmente nel 2005 è stata assunta da Trenitalia, anche se a livello D2 malgrado sia laureata. Nel frattempo, dopo una lunga malattia, perdeva anche la madre, rimanendo sola, abbandonata dai parenti e allontan a t a d a g l i a m i c i . Da alcuni anni soffre di una rara malattia che l’ha costretta a quattro operazioni che le hanno prosciugato tutte le sue sostanze economiche e ridotto il già magro stipendio del 20% a causa delle assenze per ricoveri ospedalieri. Non arriva alla fine del mese per pagare l’affitto di casa e i prestiti chiesti per operarsi. Ora si deve sottoporre ad un quinto intervento chirurgico e non potendo intervenire direttamente come Cassa di Solidarietà lanciamo una “SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA PER AIUTARE MARIA GABRIELLA”. I versamenti vanno effettuati sul C/C Postale della Cassa N. 71092852, intestato a CROCIATI MARCO, specificando nella causale del versamento: “AIUTIAMO MARIA GABRIELLA”. Quanto ci perverrà lo registreremo in contabilità separata e lo invieremo a Maria Gabriella. Siamo certi che la risposta dei ferrovieri e non solo, sarà immediata ed adeguata alla gravità che la situazione richiede. Vi chiediamo inoltre di diffondere questo messaggio tra tutti i vostri contatti, anche extra ferroviari e di stampare ed affiggere il volantino in salette ed impianti. Cassa di Solidarietà tra Ferrovieri Conto Corrente postale n.71092852 Intestato a: Crociati Marco Sede: via Firenze, 50 – 00043 – Ciampino E-mail: [email protected] di là dal ponte pagina 9 Appuntamento il 3 aprile al «Blue Note» con il chitarrista A settembre Claudio in concerto a Brescia Piazza Loggia a Brescia La leggenda Santana, gli immancabili Pooh, il redivivo Keith Emerson e l’intramontabile Claudio Baglioni: questo il prestigioso poker d’assi che il Cipiesse di Santo Bertocchi ha ufficializzato ieri per l’estate bresciana dei concerti in piazza. Un cartellone che torna Il primo cd di Giovanni Baglioni Il figlio di Claudio in concerto a Milano presenta «Anima meccanica» Giovanni Baglioni il 3 aprile in concerto al «Blue Note» di Milano: un appuntamento da non perdere per ascoltare un grande chitarrista. Riportiamo questo articolo tratto da un sito Internet. dges, tanto che nei suoi concerti non mancano mai le cover di alcuni classici come Aerial Boundaries o The Rootwitch. La scelta di votarsi solo alla chitarra acustica solista, allontanandosi così dalle orme paterne, è nata dalla passione per il lavoro di Tommy Emmanuel. quindi ad alzare il tiro dopo alcuni anni «riflessivi», partendo subito in grande stile con l’evento Santana: l’appuntamento bresciano con il grande chitarrista messicano, che si esibirà con la sua band al gran completo, è stato fissato per il 15 luglio, non alla fiera di Brescia o allo stadio come preventivato in un primo momento, bensì nella cornice decisamente più suggestiva (per quanto anche meno capiente) di piazza della Loggia. I prezzi dei biglietti sono già stati fissati: costeranno 42 euro per il parterre in piedi (45 euro la sera del concerto) e 65 euro per la tribuna numerata (68 euro la sera del concerto). SARÀ UN EVENTO sicuramente da grandi occasioni, in quanto Santana, che festeggerà il suo 62° compleanno proprio il 20 luglio, pochi giorni dopo l’appuntamento bresciano, rimane a tutt’oggi uno dei giganti della scena musicale internazionale, capace di attirare ancora folle di considerevoli dimensioni. Ha alle spalle 42 anni di carriera, segnati da momenti restati nella mitologia rock come l’esibizione a Woodstock, nel 1969, oltre che da una discografia sterminata che, secondo alcuni calcoli, ha fruttato vendite per oltre 80 milioni di dischi. Il suo ultimo album in studio, «All that I am», è stato pubblicato nel 2005. Con il secondo appuntamento del calendario Cipiesse, la musica cambia in modo radicale: nell’estate 2009 infatti torneranno a materializzarsi anche i Pooh, ormai degli abbonati alle estati, alle piazze e ai palcoscenici bresciani. L’appuntamento con gli inossidabili quattro del pop all’italiana è fissato per il 24 luglio, questa volta in piazza Duomo: anche in questo caso sono già stati decisi i prezzi dei biglietti, che costeranno 53, 38 e 23 euro (tutti i prezzi saranno maggiorati di due euro in caso di acquisto alle casse). LA SERA DOPO, il 25 luglio, si torna alla dimensione internazionale con Keith Emerson, altro militante di lungo corso della mitologia rock del ‘900, in scena anche lui in piazza Duomo con una nuova band con la quale, lo scorso agosto, ha anche pubblicato un nuovo album. I biglietti vanno in prevendita a 43 e 28 euro. Il Cipiesse chiuderà la sua estate con un altro grande big italiano: si tratta di Claudio Baglioni, che torna in tour a partire dal 22 maggio con un nuovo spettacolo che, la sera del 10 settembre, farà tappa anche a Brescia, nella cornice di piazza Loggia. Con l’annuncio del Cipiesse, i giochi dell’estate musicale bresciana sono praticamente fatti: i quattro eventi sopracitati vanno infatti ad aggiungersi a quelli del Brescia Summer Festival di Adolfo Galli, che prevede Lenny Kravitz il 6 giugno, Tracy Chapman il 14 luglio e Burt Bacharach il 22, ma che potrebbe riservare ancora una possibile sorpresa. Per ogni informazione, il Cipiesse è in rete all’indirizzo cipiesse-bs.it. Claudio Andrizzi (da Bresciaoggi.it) «Tra i figli d’arte è tra i meno noti, ma il concerto del 3 aprile al Blue Note di Milano e l’uscita del suo primo album, Anima Meccanica, a maggio, potrebbero lanciare nella musica un altro Baglioni, il chitarrista Giovanni, ventisettenne figlio di Claudio e di Paola Massari. Giovanni Baglioni In concerto, Baglioni junior, che in passato ha accompagnato il padre in tour, alterna virtuosisticamente l’utilizzo del tapping (la tecnica connotata dall’uso di entrambe le mani sulla tastiera dello strumento ed alla ritmica percussiva sulla cassa) ad accordature alternative e armonici Giovanni, una certa somiglianza fisi- artificiali». ca con il celebre padre, ha studiato con Pino Forastiere l’opera di Michael He(da University.it) pagina 8 di là dal ponte Puoi scaricare gratuitamente la rivista da questi siti: http://serenatainsolxte.spaces.live.com è un periodico multimediale amatoriale, non ufficiale e completamente gratuito dedicato a Claudio Baglioni www.brever.net Lo staff: www.tuttiqui.net www.cucaiotv.net www.stradafacendocb.altervista.org www.brever.net/stelledistelle/ http://cucaio.wordpress.com www.ancorassieme.net www.granduomo.altervista.org Organizzazione tecnica: Pasquale Picone Nicoletta De Lucia www.senzamusica.net www.smnewsblog.wordpress.com Hanno collaborato a questo numero: Angiola Sorrentino Carmen Furfaro Roberta Massaro (Robbosa) Giulia Lima Pasquale Picone Manuela Bonanno Cucaio musica e parole www.radiocucaio.it SMNews Group Facebook Iscriviti al nuovo gruppo su Claudio Baglioni e riceverai le notizie più importanti tramite posta elettronica e potrai comunicare con altri fans, caricare foto, video e molto altro. Questo numero è stato chiuso il 29 marzo 2009. La precedente fanzine è stata scaricata 1.072 volte. L’appuntamento con la prossima rivista è per l’inizio di maggio 2009! Responsabile pubblicazione: Enrico Avagliano Coordinamento editoriale: Fabio Conti Designer grafico: Gianluca Sorrentino Segreteria organizzativa: Roberta Massaro Tutti i fan di Claudio Baglioni possono collaborare a questa rivista! Invia articoli, foto e materiale a: info@tuttiqui,net [email protected] Fanzine Italiane - Associazione di Promozione Sociale www.fanzineitaliane.it