Estratto da pag. Mercoledì 02/09/2015 13 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 196.767 Mondo & mercati OBIETTIVO PAESE L'Egitto scommette sul nuovo Suez U go Tramballi» paginal Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress MONDO&MERGATI Opportunità. Il Paese ha però bisogno di una serie riforma fiscale per rafforzare il potere d'acquisto della classe media Egitto alla prova della «Sisinomics» II presidente ed ex generale al Sisi ha target di crescita ambiziosi: 12% entro il 2030 Ugo Tramballi ILCAIRO Dal nostro inviato 1. < Dopo averlo scavato in tempi da record e inaugurato con largo spiegamento di forza militare e sostegno popolare, cosa accadrà dopo il canale? Il nuovo braccio che taglia l'istmo di Suez rendendo il passaggio di navi più rapido e la quantità delle merci più grande, sarà un aiuto fondamentale per far crescere l'economia egiziana. Ma da solo non è lasoluzione alla cronica mancanza di modernità del paese. Il grande obiettivo dell'ex generale al-Sisi è di raggiungere una crescita stabile e sostenibile del 12% entro il 2030. Ma come dice Ahmed Calai, ministro delle Finanze fino al febbraio 2014 e ora presidente dell'Economie Research Forum che riunisce i principali economisti della regione, quella crescita «è fuori dalla nostra portata. Qualsiasi cosa accada, nessun governo sarà capace di sopravvivere con il vecchio modello di sviluppo che si concentra solo su crescita e settore privato. I mega progetti funzionano, ma alla fine non sono un sostituto alla strategia necessaria per i poveri e la classe media». Galalnonlodicemanonc'èuna grande differenza fra il modello economico sviluppato dal presidente al Sisi e quello di Hosni Mubarak, cacciato dal potere quattro annifa.Ilprimoha fatto scavare il nuovo canale in meno di un anno, i mega progetti di Mubarak si perdevano nella sabbia del deserto: non è poco. Ma per il resto è la stessa strategia. Per questogoverno come per l'altro, la ripresa economica è la sola precondizione per consolidare il potere in Egitto. Alleati, organismi multilaterali e istituzioni finanziarie come il Fondo monetario internazionale, sono d'accordo e la sollecitano. Ma quel che si sta riproducendo è di nuovo la marginalizzazione sociale ed economica di vasti strati della popolazione, che esisteva pima della rivoluzione del 2011. Forse per la prima volta nella storia dell'Egitto contemporaneo, il governo ha ristrutturato una serie importante di sussidi: soprattutto quelli all'energia che hanno spinto il prezzo del carburante a una crescita del 78%; il costo superiore dei fertilizzanti ha fatto lievitare a livelli senza precedenti i prezzi di frutta e verdura. I fagioli verdi, un ingrediente fondamentale della dieta egiziana, è passato da 5 a 15 pounds (1,7 euro) al chilo. Era una delle richieste del Fondo monetario per concedere PASSIAVANTI È stato rivisto il sistema dei sussidi che ha portato a un aumento del prezzo dei carbura nti, delle verdure e dei ferii lizzanti all'Egitto un prestito di quasi cinque miliardi di dollari, che aprirà la strada a molti altri investimenti internazionali. La ristrutturazione dei sussidi è un passo sano se è accompagnato da altre importanti riforme economiche e sociali. Senza, è una ripetizione del cammino di crescita economica per pochi, che aveva intrapreso Mubarak. Ad aprile il Fondo monetario aveva aumentato le prospettive di crescita egiziana dal 3,5 al 4%. Nel primo anno di presidenza Abdel Fattah al-Sisi ha indubbiamente rafforzato i dati macro economici, c'è più ottimismo e, per il momento, più consenso. Regni ed emirati del Golfo hanno ridotto il loro aiuto finanziario ma aumentato gli investimenti. «L'Egittocontinuaadessereun grande mercato, il più vasto serbatoio di potenziali consumatori e il più stabile della regione», concede Ziad Bahaa el-Din, vice-primo ministro fino al gennaio 2014 ed ex presidente di Gafi, l'Autority degli investimenti internazionali. «Ma ciò che non è chiaro è quale dirczione economica voglia prendere il governo. Ci sono gli obiettivi ma non le politiche che indichino la dirczione che vogliamo dare all'economia». Il primo dei tre punti necessari, non solo per Bahaa el-Din, è un chiaro sistema di tassazione progressiva sulle proprietà e i possessori di capitali: è lo strumento fondamentale per rendere possibile un livello di redistribuzione che mitighi la pressione su poveri e classe media, causata dal taglio dei sussidi. Il governo sembra non avere la volontà di imporre un nuovoepiùequo sistema di tassazione. «Oltre alla politica fiscale, una! tropunto poco chiaro è quale ruolo vuole giocare il governo in economia», aggiunge l'ex vice premier. «Il 65% degli investimenti dovrebbe venire dal settore privato, il quale dovrebbe produrre i 2/3 dell'impiego. Ma non è chiaro se le forze armate le dobbiamo considerare soggetto economico pubblico o privato». Dalla rivoluzione di Nasser del 1952, i militari hanno sempre avuto un ruolo primario nella società egiziana. Oggi con l'ex capo di stato maggiore, feldmaresciallo e ministro della Difesa al Sisi, diventato presidente, le forze armate sono diventate anche il primario e incontrollato soggetto economico. «I militari nonhannomai amato il settore privato tuttavia ora lo accettano e ne comprendono la necessità», conclude Bahaa ed-Din . «Ma la loro idea è che debba essere rigidamente regolato da uno stato forte». © RIPRODUZIONE RISERVATA Credito: scenari e commenti Pag. 1 Estratto da pag. Mercoledì 02/09/2015 13 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 196.767 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Raddoppio. Il nuovo tratto del Canale di Suez, inaugurato all'inizio di agosto. internazionali. «Ma ciò che non è chiaro è mitighi la pressione su poveri e produrre i 2/3 dell'impiego. Ma non è stato maggiore, feldmaresciallo e Raddoppio. Il nuovo tratto del Canale di Suez, inaugurato all'inizio di agosto. I numeri dell'Egitto Raddoppio. Il nuovo LA CRESCITA Variazione % annua del Pil tratto del Canale di Suez, inaugurato 2011 2012 all'inizio di 1,8 ago 2013 2,1 to. I nu 2014 2,1 eri dell 2015 4,0 Egitto 2016 4,3 Raddoppi L'INTERSCAMBIO ITALIA-EGITTO Valori in milioni di euro —— Esportazioni —— Importazioni 2006 07 08 09 10 11 12 . Il nuovo LA CRESCITA Variazione % annua del Pil tratto del Canale di Suez, inaugurato 2011 2012 all'inizio di 1,8 ago 2013 2, 13 14 to. I n Credito: scenari e commenti Pag. 2 Estratto da pag. Mercoledì 02/09/2015 13 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 196.767 MILANO v Una"nuovafrontiera", ingrado di fornire sbocchi commerciali per settori quali 1' edilizia, l'arredo, la meccanica e i macchinari, l'agroalimentare, le energie rinnovabili eie nuove tecnologie. È l'Africa subsahariana, che in questo mese di settembre è al centro di una serie di incontri B2B, organizzati sia dalla Commissione Ue nell'ambito dei business meeting a margine di Expo, a Milano, sia dalla Camera di Commercio di Milano. Secondo le ultime elaborazioni Sace su dati Istat, nel 2014 l'export italiano verso l'Africa Sub-Sahariana ha raggiunto il record di 6,2 miliardi di euro: la metà in Sudafrica, Nigeria e Angola. Ma spazi altrettanto interessanti si aprono anche in altri paesi, in particolare, ad esempio, in Kenya ed Etiopia. L'export italiano verso questi paesi ha mostrato un tasso di crescita medio dell'8,4% dal 2010 al 2014, raggiungendo circa 3,7 miliardidieurocomplessivi. Le previsioni Sace indicano una crescita media annua del 5,4% nei prossimi anni, per un export aggiuntivo pari a un miliardo entro il 2018. Tuttavia, la quota di mercato italiana è pari all'i,6%. Superiore, anche se di poco, alla Francia, ex potenza coloniale ingran parte dell'area. Mentre sorprende la Germania, che ha raggiunto il 4,2 per cento. In realtà, da tempo, per l'Africa, l'infuenza delle ex-potenze coloniali europee sta progressivamente cedendo il passo a Cina, Usa e Paesi emergenti, che stanno rafforzando le relazioni politiche e commerciali con l'Africa anche in funzione del controllo delle risorse del continente. I player cinesi, statunitensi, maanche indiani, brasiliani e turchi sono avvantaggiati dagli strumenti di soft power messi in atto d a i g o verni nazionali: aiuti umanitari ed economici, trattati commerciali, investimenti in infrastrutture. In questo contesto la presenza delle imprese italiane è legata quasi solo a grandi gruppi: Eni, Danieli, Enel Green Power, Salini, Impregilo e pochi casi isolati. Ma la capacità manifatturiera di molte Pmi, ad esempio, della meccanica, dell'agroindustria e delle rinnovabili può far breccia nel mercato africano. Da qui, l'iniziativa di Camera di commercio di Milano e Promos, che domani organizzano, nel sito Expo 2015, (Conference Center, hall 256) - un Business LE INIZIATIVE Doma ni a Expo busi ness forum sulla Somalia organizzato da Camera di commercio di Milano e Promos Forum dedicato alla Somalia. I prossimi appuntamenti in programma sono: Gambia (4 settembre), Kenya (9 settembre), Benin (11 settembre), Repubblica Democratica del Congo (15 settembre), Togo (24 settembre), Mozambico (25 settembre) e Costa d'Avorio (5 ottobre). Inoltre, il 18 e 19 Settembre, a Milano, nella sede di Assolombarda, in collaborazione con la Commissione Ue, Promos organizza gli "Eu - Sub-Saharan Africa Days", un programma di due giornate di conferenze, incontri d'affari e visite territoriali dedicate alla collaborazione economica tra i Paesi della Ue e l'Africa Sub Sahariana. Attese oltre 350 imprese italiane ed estere. L.Ca. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Export. Per l'Italia crescita continua La nuova frontiera dell'Africa Subsahariana Credito: scenari e commenti Pag. 3