Occupazione II lavoro futuro secondo Aspen tra «modello

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Sabato
21/11/2015
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Luciano Fontana
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Occupazione II lavoro futuro
secondo Aspen tra «modello
Positano» e sviluppo
dell'economia digitale
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MILANO II sociologo Domenico De Masi lo definisce il «modello Positano»:
case una sull'altra, senza un piano regolatore. Come la società che stiamo
costruendo. La prima che nasce senza un modello. Dove (ri) equilibrare lavoro,
capitale, mezzi di produzione, sviluppo tecnologico, progressivo
invecchiamento della popolazione (almeno in Occidente), contrazione dello
Stato sociale. Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia,
invita invece a smitizzare il teorema — profetizzato a ben vedere dall'università
di Harvard — della distruzione non creativa di posti di lavoro a causa
dell'economia digitale. L'economista Marco Fortis ammette il sommovimento
sociale della Grande Crisi anche (e soprattutto) in Italia con il
Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile
———
crollo degli occupati nelle costruzioni e nella manifattura a basso valore
aggiunto, ma la inquadra all'interno di un radicale cambiamento delle strutture
produttive. In cui il saldo negativo dei posti di lavoro di questi ultimi anni è stato
però attenuato dalla crescita dei servizi (principalmente professionali e legati alla
cura della persona) e della manifattura ad alto valore aggiunto, come la
meccanica strumentale di precisione. «Il lavoro del futuro». Il futuro del lavoro.
Il tema della conferenza annuale dell'Aspen Junior Fellows tenutosi ieri a Milano
nella sede di Edison. Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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