Chiavi storte, l’ultimo lavoro di Gianni Iasimone, dal titolo “indecifrabilmente chiaro”, è un libro impietoso e tenero insieme, smarrito e sincero, in una parola: vero, come lo ha già decrittato Giorgio Linguaglossa. Chiavi storte: “Immagine o simbolo o crudele e razionale metafora di un tempo interiore, scandito dall’acre tempo che batte fuori di noi, dai ritmi di questa nostra storia così disperata, così sconnessa, così trasparente ed enigmatica”, come già Luigi Compagnone preconizzava negli anni Ottanta a proposito della poesia di questo poeta. Ed ecco, Chiavi storte, come il precedente notevole poema “metà-fisico” Il mondo che credevo, da poco uscita per i tipi di Mobydick, una ruvida raccolta di poesie scritte per esperienza diretta delle angosce e paure del presente, dove sono aboliti le pose letterarie, gli ammiccamenti, ogni inutile orpello lirico. Senza mai tradire se stesso, versi che non scendono mai a compromessi. Parole che pagina dopo pagina si fanno visione o intuizione di cogliere l’indicibile, di svelare l’inganno. Del già dato, conosciuto. Iasimone torna alla scrittura in versi con un altro libro “fisico”, corposo e potente che “procede a ritroso nel tempo, discende talvolta, o precipita, si sofferma nelle stazioni più dolorose della vita, ai nodi e agli snodi di una vicenda esistenziale che si presenta, da subito e nel suo complesso, nei tratti distintivi della lirica e della poesia risentita o civile, e che si affida e si avvita a una, in vero più di una, ‘chiave’ di memoria: «Il ferro penetra nel legno. / Ancora un tentativo / un altro giro nella toppa / e il ritmo schiude / e il tempo di una volta / se la chiave / è quella giusta.»”, come rimarca Manuel Cohen nella prefazione. E ancora: “uno splendido attraversamento della vita nella scrittura, della contiguità che tuttavia, e nonostante il dilagante nulla, persiste in quel precipitato di passioni, furori, aspettative e idee che chiamiamo arte, letteratura, vita.” GIANNI IASIMONE, classe 1958, poeta, performer, attore, regista, autore di testi teatrali, studioso di cultura popolare, è nato a Pietravairano, un piccolo centro dell’Alto Casertano. Laurea in DAMS con Giuliano Scabia all’Università di Bologna. Master in Poesia Contemporanea presso l’Università di Urbino. Ha partecipato a vari corsi, seminari e laboratori di cinema e di teatro, tra i quali: il corso di Cinema tenuto a Roma nel 1992/93 da Silvano Agosti; il corso di Sceneggiatura tenuto a Bologna nel 1999 da Franco Bernini; il seminario Teatro e festa arcaica, diretto da Alessandro Fersen, Napoli, 1979; il laboratorio Sull’attore, di Leo De Berardinis, Bologna, 1988; il work-shop Teatro e Improvvisazione, di Dario Fo, Bologna, 1988; il laboratorio Studio per una messinscena, di Teresa Ludovico (Teatro Kismet), Rimini, 2002; il laboratorio: Il metodo del teatro colloquiale contemporaneo, di Oriza Hirata, Santarcangelo di Romagna, 2011. Sue poesie e interventi sono apparsi sulle riviste “Hyria”, “Opposizioni”, “Mongolfiera”, Poiesis”, “Tratti”, “Alchimie” e in alcune antologie tra le quali: Bologna e i suoi poeti, curata da G. Centi e C. Castelli, Bologna, 1991. Ha realizzato delle performances poetiche itineranti ed ha letto i suoi versi in diverse piazze e teatri, tra le quali si ricordano: “Chiavi storte”, Bologna 1989; “Irreparabile è questa notte”, Rimini, 2004; “Pellegrinaggio nel bosco”, Verucchio, 2005; Del martirio?, Pesaro, 2012. Suoi la raccolta di versi La memoria facile (1991, FILT), il “poema metà-fisico” Il mondo che credevo, (2005, Mobydick editore, finalista Premio Pascoli 2006 e 2° posto Premio internazionale di Poesia Città di Marineo-Palermo), e il recente libro di poesie Chiavi storte, Mobydick, 2012. Suo anche il saggio critico Conta nu cuntu! Il racconto orale come strumento creativo e comunicativo” (2002, Caramanica editore). Come attore e/o regista ha partecipato a vari spettacoli teatrali. Come autore-regista-attore ha realizzato gli spettacoli teatrali Raccontami una storia!, Teatro Pianoterra, Rimini, 2003 e più recentemente Irrimediabile, tratto dal suo libro Il mondo che credevo, che ha debuttato al Teatro del Mare di Riccione nel 2007. Attivo come operatore culturale, collabora con alcune riviste ed è uno dei fondatori dell’associazione Microcosmus (www.microcosmus.org) di Rimini, dove attualmente vive e lavora.