Freddi Giorgio
Tesina Terza
Vulcani e terremoti sono solo alcune manifestazioni delle forze endogene, le enormi forze
che provengono dall’interno della Terra e che la modificano.
La loro attività indica che il nostro pianeta è ancora un pianeta giovane e “vivo”, in continua
trasformazione.
I Vulcani
I vulcani sono fratture presenti nella crosta terrestre, dalle quali fuoriesce in modo discontinuo il magma, una
massa di materiale fuso e incandescente presente al di sotto della crosta terrestre.
La struttura di un vulcano è formata da diverse parti :
>> Cono vulcanico, parte esterna che si è formata in seguito all’accumulo e alla solidificazione dei materiali
fuoriusciti.
>> Serbatoio magmatico, detto anche camera o bacino magmatico che si trova al di sotto della superficie
terrestre.
>> Camini, condotti da cui risale il magma che fuoriesce attraverso aperture dette crateri.
Il magma è un materiale denso e viscoso , formatosi in seguito alla fusione di rocce, contenente gas e vapor
acqueo. La sua temperatura è compresa tra i 1000 e i 1200° C.
Quando il magma fuoriesce la sua temperatura diminuisce prendendo il nome di lava.
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La lava è dunque il materiale fluido emesso dai vulcani e privo di gas, con temperatura più bassa rispetto al
magma.
Uno dei minerali contenuti nella lava è la silice, in base alla sua quantità le lave possono essere di due tipi:
>> Fluide, se con minor contenuto di silice.
>> Viscose, se più ricche di silice.
Una volta fuoriuscita dal vulcano, la lava si raffredda e solidifica assumendo diversi aspetti:
>> Ceneri, particelle finissime.
>> Lapilli, con un diametro tra 1 e 4 cm.
>> Bombe, blocchi di notevoli dimensioni, da pochi centimetri a qualche metro.
Quando il magma fuoriesce dal cratere avviene un’eruzione generalmente preceduta da alcuni segnali, quali
piccole scosse del suolo, boati e riscaldamento delle acque nelle sorgenti.
Esistono diversi tipi di eruzioni vulcaniche che possono avvenire in modo tranquillo o violento.
Se il magma è fluido esce dal cratere senza incontrare ostacoli e dà luogo a un’eruzione effusiva.
Se il magma è molto denso fa più fatica a uscire e avviene un’eruzione esplosiva.
In base al tipo di eruzione e dei materiali emessi, si formano coni vulcanici di tipo diverso:
>> Vulcani a scudo, sono vulcani bassi con fianchi poco ripidi, poiché la lava che fuoriesce è molto fluida e
scorre velocemente sulle pareti.
>> Coni di cenere, si formano se le eruzioni sono di tipo esplosivo, ed emettono soprattutto materiali solidi,
quali ceneri e lapilli.
>> Stratovulcani, alternano eruzioni esplosive a eruzioni effusive.
>> Vulcani lineari, la fuoriuscita di lava non avviene da un cratere, ma da una spaccatura lineare nella crosta
terrestre.
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Distribuzione mondiale dei vulcani
Alla fine degli anni Sessanta,
fu formulata la teoria della
tettonica a zolle, secondo la
quale la litosfera è fratturata
in una serie di zolle che galleggiano sull’ astenosfera e
sono in un continuo lento
movimento a causa dei moti
convettivi che avvengono nel
mantello.
Il mantello è composto da materiale fluido, il magma, che
è riscaldato dal basso a causa
delle elevate temperature che
si raggiungono nel nucleo. Anche nel mantello quindi, come tutti i fluidi che vengono riscaldati, si verificano dei
moti convettivi, cioè dei movimenti ciclici di materiale provocati dal calore.
All’interno del mantello si stabiliscono così correnti ascendenti e discendenti di materia. Le prime provocano
la risalita del magma in corrispondenza delle dorsali oceaniche; risalendo, il magma preme sulla litosfera, che
si frattura. Spostandosi poi lateralmente, il magma trascina con se le zolle.
Le correnti discendenti permettono il ritorno di materia verso l’astenosfera, in corrispondenza delle fosse oceaniche.
Due zolle confinanti possono allontanarsi, scorrere l’una accanto all’altra in direzioni opposte, oppure scontrarsi.
Si hanno quindi diversi casi:
Allontanamento delle zolle, porta alla formazione di nuova crosta terrestre. Infatti il magma,
risalendo dal mantello, fuoriesce dal rift delle dorsali oceaniche, solidifica, forma le rocce
che costituiscono i fondali oceanici e spinge lateralmente le due zolle oceaniche. (fig. a)
Scorrimento di due zolle (l’una accanto all’altra, in direzioni opposte), avviene lungo
fratture chiamate faglie trasformi. Questo movimento provoca attriti, fratturazione delle
rocce in profondità, terremoti e risalita di materiale fuso. (fig. b)
Scontro tra due zolle, avviene nel caso in cui si scontrano
una zolla oceanica e una zolla continentale; la prima, essendo più densa, scivola sotto la zolla continentale e ritorna
nel mantello. A questo processo si da il nome di subduzione.
(fig. c).
Nel caso in cui si scontrino due zolle continentali, sottoposte
a forti pressioni, si piegano e possono formare una catena
montuosa: si ha cioè un fenomeno di orogenesi. (fig. d)
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Freddi Giorgio
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I Terremoti
Il terremoto (o sisma) è una rapida e improvvisa vibrazione della crosta terrestre, causata da deformazioni e
rotture che si verificano nelle rocce. Infatti, le rocce della crosta terrestre hanno un comportamento rigido.
Esse sono sottoposte a delle forze, dovute per esempio ai movimenti che si verificano nella crosta terrestre;
nelle rocce si accumulano quindi delle tensioni che provocano deformazioni e fratture. Quando l’energia che
si è accumulata si libera improvvisamente, provoca rapidi scuotimenti della superficie terrestre, i terremoti.
La frattura che si verifica nelle rocce, in seguito a un terremoto prende il nome di faglia.
La sismologia è la scienza che studia i terremoti.
Il terremoto ha origine in un punto al di sotto della superficie terrestre, detto ipocentro (dal greco ipo =
sotto). L’energia del terremoto si propaga dall’ipocentro sotto forma di vibrazioni che originano delle onde,
chiamate onde sismiche.
Il terremoto si avverte prima nell’epicentro (dal greco epi =sopra), che è il punto sulla superficie terrestre
posto direttamente sopra l’ipocentro, e da questo poi si propaga nelle aree circostanti.
Se l’epicentro è localizzato sui fondali marini si parla allora di maremoti o tsunami.
Dall’ipocentro si originano due tipi di onde sismiche:
>> Onde longitudinali, dette anche onde primarie (P), possono propagarsi nei solidi, nei liquidi e nei gas.
>> Onde trasversali, dette anche onde secondarie (S), non si propagano nei liquidi ma vibrano perpendicolarmente alla loro direzione di propagazione: le particelle della sostanza attraversata oscillano in su e in
giù rispetto alla direzione dell’onda.
I terremoti vengono classificati in base a due scale:la scala Mercalli e la scala Richter dai nomi dei sismologi
che le hanno proposte.
La scala Mercalli, suddivisa in dodici gradi, indica l’intensità di un terremoto, valutata sulla base degli effetti
che esso provoca.
La scala Richter, con valori compresi tra 0 e 8,7, indica invece la magnitudo del terremoto, cioè l’energia che
esso sprigiona.
Aree sismiche nel mondo
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