Maria Pia Carola _ Pianista Programma

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Maria Pia Carola _ Pianista
Programma
ORE 16.00
PRESENTAZIONE CONCERTO prima parte
16.10
G. Gershwin, 3 preludi
M. Ravel, Gaspar de la nuit
16.40 CIRCA
Intervento critico libro
PRESENTAZIONE CONCERTO seconda parte
17.15
F. Chopin, 24 preludi op. 28
18.00
CHIUSURA
Alle 16.40 verrà presentato il libro di Roben De Lorenzo "Vette - Quando l'alpinismo incontra il
cielo".
Modera l'evento la Prof.ssa Claudia Ghiraldello.
Chiuderà il suo concerto attraversando l'oceano e andando a toccare la sponda degli Stati
Uniti con i "Tre Preludi per Piano" di George Gershwin.
Il concerto risulta una scelta mirata su tre autori
diversi ma legati tra loro, dove il Romanticismo
diventa denominatore comune in diverse forme.
PRIMA PARTE
GERSWHIN TRE PRELUDI
E' il musicista forse più rappresentativo del Novecento, l'artista che ha saputo offrire una
sintesi unica ed irripetibile fra le musiche di estrazione popolare e quelle di tradizione più
nobile, fondendole in una miscela di immenso fascino. Un ritratto del genere non può che
fare riferimento al nome di George Gershwin, il sublime compositore celebre anche per i
suoi complessi di inferiorità. Lui che utilizzava musiche plebee come il jazz o la canzone,
percepita come un incolmabile gap con la tradizione europea, in una sorta di continua
rincorsa all'accettazione della sua arte da parte dei "veri" compositori. Adorando Maurice
Ravel con tutta l'anima si narra che un giorno andò dal Maestro per chiedere lezioni ma si
sentì rispondere: "Perchè vuol diventare un mediocre Ravel, quando è un bravo Gershwin?".
Nato a New York il 26 settembre 1898 si avvia allo studio del pianoforte e segue fin da
subito lezioni di svariati musicisti. Talento innato e precocissimo, gran assimilatore, scrive
le prime canzoni nel 1915 mentre l'anno dopo è già la volta di uno dei suoi folgoranti
capolavori "When you want'em you cant' got'em".
Intanto si fa conoscere come accompagnatore della cantante Louise Dresser.
Nel 1918 pubblica "Half past eight" e nel 1919 "La Lucille". Il successo gli arride anche in
Europa con la "Rapsodia in blue", geniale sintesi di diversi stili, e nel 1934 con l'ormai
storico standard "I got rythm".
Il suo arrivo a Parigi, nel marzo del 1928, per le rappresentazioni del suo "Concerto in fa",
una delle sue composizioni scritte per cercare di accreditarsi presso il pubblico colto, lo
vedono trionfante di gloria soprattutto dopo la presentazione del celebre poema sinfonico
"An American in Paris", che strega letteralmente l'uditorio.
La fama acquisita in Europa lo porta a conoscere i compositori contemporanei più celebri
come Stravinsky, Milhaud, Prokofiev, Poulenc, tutte personalità che stavano stravolgendo il
linguaggio musicale, pur senza appartenere all'avanguardia in senso stretto ed estremistico
(in Europa, ad esempio, già circolava da tempo la Dodecafonia e la musica atonale).
Forte della fama acquisita, riceve una scrittura nel 1930 nientemeno che da parte del
Metropolitan, che gli commissiona un'opera. Dopo un lungo travaglio durato la bellezza di
cinque anni vede finalmente la luce "Porgy and Bess", un altro capolavoro assoluto, il
mattone fondamentale di un teatro tipicamente e genuinamente americano, finalmente
svincolato dai modelli europei (malgrado il debito nei confronti di esso sia, come sempre in
Gershwin, ineludibile).
Nel 1931 si trasferisce a Beverly Hills dove può seguire più agevolmente la sua produzione
di colonne sonore per il cinema. Nel 1932 un soggiorno all'Avana gli ispira la splendida
"Overture Cubana" dove il compositore attinge a piene mani dalla musica popolare delle
Antille.
Di salute cagionevole e di spirito mite e sensibile, George Gershwin si spegne il 17 agosto
1937 a soli 39 anni a Beverly Hills.
Aforismi di George Gershwin
«La vera musica deve rispecchiare il pensiero e l'ispirazione della gente
e dei tempi. La mia gente sono gli Americani e il mio tempo è oggi.»
«Perchè dovrei limitarmi ad una sola donna quando posso avere tutte le
donne che voglio?»
«Mi piace pensare la musica come una scienza emozionale.»
Gaspard de la nuit
:
Trois Poèmes pour Piano d'apres Aloysius Bertrand è un'opera per pianoforte
solista di Maurice Ravel. È costituita da tre movimenti, ispirati ad altrettante poesie
di Aloysius Bertrand:
▪
Ondine ("Ondina") evoca l'immagine di una ninfa lacustre mentre canta
con l'intento di sedurre lo spettatore e condurlo ad esplorare le profondità del lago.
È caratterizzata da continue "ondulazioni" di sonorità, che rappresentano il moto
incessante dei flutti ora in un senso, ora nell'altro.
▪
Le gibet ("La forca") descrive una sinistra scena di impiccagione:
"All'orizzonte, presso le mura di una città, si ode il rintocco di una campana, mentre
il sole calante arrossa il corpo di un impiccato". L'insistenza del rintocco è ottenuta
con un accordo di si bemolle, ripetuto ben 153 volte per tutta la durata del pezzo.
▪
Scarbo descrive invece un folletto notturno, inquieto e dispettoso, che
appare e scompare guizzando di continuo e prendendosi gioco dello spettatore con
burle e sberleffi. È il pezzo più trascendentale della raccolta, caratterizzato da
frequenti note ribattute e da due terrificanti sezioni in crescendo, che culminano in
un finale fragoroso, prima della chiusa sommessa.
Il nome Gaspard è di origine persiana e significa "l'uomo incaricato di custodire i
tesori regali". Gaspard de la nuit significherebbe quindi "il tesoriere della notte".
Ravel dichiarò esplicitamente di aver voluto comporre un'opera che superasse in
difficoltà l'Islamey di Balakirev, unanimemente considerato uno dei pezzi più ostici
mai scritti. La padronanza tecnica che Gaspard de la nuit richiede all'esecutore è in
effetti assoluta: la raccolta è tuttora un difficile banco di prova anche per i pianisti
più dotati. Alcuni passi particolarmente difficili richiedono la scrittura su tre righi.
In un'altra occasione, Ravel giudicò il proprio lavoro con queste parole:
« Ho voluto realizzare una sorta di caricatura del Romanticismo. Probabilmente ho
raggiunto quanto di meglio sia in grado di realizzare.[1] »
SECONDA PARTE
Chopin s
crisse i suoi Preludi tra il 1835 e il 1839, la maggior
parte di questi durante il suo soggiorno presso Valdemossa, una località vicina a
Palma de Mallorca, dove il compositore si era recato insieme alla sua compagna
George Sand per motivi di salute (in particolare, la coppia era alla ricerca di un
clima salutare, rispetto alla piovosa Parigi, per tentare di contrastare la tubercolosi
polmonare di cui il compositore soffriva, e che lo condurrà alla morte nel 1849). La
raccolta fu poi pubblicata nel 1839, al rientro nella capitale francese. La
pubblicazione dei Preludi provocò molto scalpore nell'ambiente musicale
dell'epoca, principalmente per due motivi: da una parte, Chopin sfidava qualsiasi
regola classica, votando le sue creazioni a una mancanza di forma evidente, e
dall'altra, sfidava le convenzioni del periodo per la breve durata delle composizioni
contenute nell'opera 28 (basti considerare come nessun preludio sia più corto di 13
battute, ma contemporaneamente nessuno superi le 89 battute di lunghezza). A
partire dall'inizio del ventesimo secolo, comunque, i Preludi di Chopin sono
diventati un vero e proprio standard per i pianisti, come dimostra la lunga serie di
registrazioni dell'opera a partire dal 1926, con un'incisione di Alfred Cortot.I Preludi
di Chopin furono spesso, nel corso degli anni e dei secoli a venire, indicati come
"degni successori" dei 24 Preludi per Il clavicembalo ben temperato di Johann
Sebastian Bach, anch'essi composti in modo da averne uno per ogni chiave (la
differenza sostanziale, tuttavia, vede l'opera di Bach strutturata in 2 libri di 24
preludi e ventiquattro fughe ciascuno, mentre Chopin non offre una prosecuzione ai
suoi preludi dell'opera 28).
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