Università degli Studi “G. d’Annunzio”
Chieti - Pescara
Dipartimento di Scienze, Storia dell’Architettura,
Restauro e Rappresentazione
Associazione tra Enti locali per l’attuazione
del Patto Territoriale Sangro-Aventino
CHIESA DI SAN NICOLA
Comune e provincia:
Villa Santa Maria (Ch)
Tipologia:
impianto a navata unica con abside quadrata
Ubicazione:
Utilizzazione:
la chiesa è attualmente officiata
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/modifiche/restauri:
l’edificio attuale è stato realizzato nella prima metà del XIX secolo (sul cantonale del lato sinistro
della chiesa è incisa la data 1816 che coincide con l’inizio dei lavori) per volere dell’arciprete
Stanislao Di Lello e su probabile progetto di Giacomo Tornese di Canosa Sannita. E’ ipotizzabile,
però, che si tratti della ricostruzione di una fabbrica più antica, posto nello stesso luogo dell’attuale.
Una “Ecclesia di S. Nicolai”, infatti, viene menzionata a Villa S. Maria nel XIV secolo, per le
decime dell’anno 1324-1325. Agli anni Cinquanta del Novecento risale l’attuale facciata in
travertino, realizzata sulla base di un progetto dell’architetto villese Armando Sabatini e in
conseguenza dei danni subiti dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Allo stesso
periodo si devono i restauri delle superfici interne e degli altari
Stato di conservazione:
l’interno non presenta alcuna forma di deterioramento superficiale; gli stucchi e gli affreschi sono in
buono stato, così come tutto l’apparato decorativo. La facciata, recente, presenta solo in
corrispondenza della cornice marcapiano alcune erbe infestanti. Le mura esterne della fabbrica e il
campanile, realizzate in solido apparecchio murario a vista, non manifestano alcuna forma di
dissesto e degrado
Descrizione dell’edificio con riferimento ai materiali e alle tecniche costruttive adottate:
la facciata, imponente, si apre all’interno di un strada piuttosto stretta e si caratterizza per le sue
forme molto semplici. I cantonali sono segnati da due ordini sovrapposti di paraste, doriche di sotto
e ioniche di sopra, realizzate con conci di travertino. L’ordine inferiore sostiene una semplice
cornice marcapiano; quello superiore una trabeazione e un timpano triangolare con oculo centrale.
Tutto il fronte è rivestito con lastre di travertino ad apparecchio perfettamente isodomo. In basso al
centro si apre il portale principale, con stipiti e architrave a fasce, inquadrati da un ordine di paraste
doriche lisce, a loro volta sormontate da una trabeazione con fregio decorato a triglifi, e da un arco
nella cui lunetta è un mosaico raffigurante la Madonna tra i Santi Francesco Caracciolo e Nicola di
Bari. In asse col portale, nella parte superiore del prospetto, è posto un finestrone con arco a sesto
ribassato sormontato da una cornice curva. Sul lato sinistro della facciata si alza il campanile,
realizzato su di un basamento di semplice muratura in bozze di pietra calcarea ad apparecchiatura
irregolare che raggiunge la quota del prospetto laterale della chiesa, dove una cornice marcapiano
segna la divisione della torre in due settori. La parte superiore è caratterizzata ai cantonali da
paraste in mattoni rossi e specchiature in bozze di pietra, con una cornice in mattoni sagomati dello
Questo progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze
Dipartimento per le Politiche di sviluppo e di coesione
Programma Aggiuntivo POM
“Sviluppo Locale – Patti Territoriali per l’Occupazione” Sottoprogramma n. 9
Università degli Studi “G. d’Annunzio”
Chieti - Pescara
Dipartimento di Scienze, Storia dell’Architettura,
Restauro e Rappresentazione
Associazione tra Enti locali per l’attuazione
del Patto Territoriale Sangro-Aventino
stesso tipo che riproducono modanature classiche. Nell’ultimo registro del campanile, i cantonali
lasciano il posto a paraste angolari che hanno l’effetto di smussare gli spigoli della torre. Esse
sostengono una trabeazione dorica con architrave liscio, fregio con triglifi e metope decorate da
tondi aggettanti e cornice molto sporgente. Sui quattro lati si aprono le monofore che ospitano le
campane, segnate da stipiti e archivolto in mattoni come le piccole aperture quadrate dei registri
inferiori. Il coronamento del campanile è ottenuto con un tempietto a base ottagonale, in cui ogni
lato è contrassegnato da una nicchia inquadrata da paraste. La piccola cupola di coronamento si
distingue per i costoloni posti in corrispondenza dell’ordine inferiore.
L’interno è interamente rivestito di intonaci e stucchi tratti dal più tipico repertorio barocco. Un
ordine di paraste composite con capitelli dorati aggetta dalle pareti, a sostegno dell’architrave con
cornice molto sporgente che perimetra lo spazio interno senza soluzione di continuità, segnando al
tempo stesso l’imposta delle volte a botte, lunettate in corrispondenza delle aperture sul cornicione.
Il presbiterio è coperto da una cupola semicircolare impostata su un basso tamburo poggiante su
pennacchi decorati con stucchi bianchi su fondo dorato. La volta della navata centrale, attraversata
da archi trasversali, è decorata da stucchi a volute vegetali e da affreschi inquadrati da cornici dalla
geometria complessa. La cupola è decorata con cassettoni quadrati digradanti verso il cervello. Le
pareti laterali della chiesa sono scavate da nicchie poco profonde che contengono altari con dossali
di chiaro gusto barocco. L’altare maggiore, rivestito interamente da una tarsia di marmi policromi,
ospita il corpo di San Francesco Caracciolo, custodito in teca al di sotto della mensa. Sulla parete di
fondo dell’abside, racchiuso in una cornice dorata, è un dipinto raffigurante l’ultima cena. Un
pulpito ligneo, addossato alla parete destra all’innesto del presbiterio, si distingue per la sua
struttura a baldacchino di forma polilobata, con intagli in bassorilievo e a tutto tondo in più parti
dorati.
Bibliografia:
A. DI LELLO, Storia di Villa S. Maria, Lanciano 1978
A. DI LELLO, R. GIANNANTONIO (a cura di), Villa S. Maria, Guida storico-artistica alla città e
dintorni, Pescara 2003
Questo progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze
Dipartimento per le Politiche di sviluppo e di coesione
Programma Aggiuntivo POM
“Sviluppo Locale – Patti Territoriali per l’Occupazione” Sottoprogramma n. 9