Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro Facoltà di Economia A.A. 2005/2006 Economia Industriale Dott. Massimiliano Piacenza INFORMAZIONI UTILI Orario delle lezioni: Venerdì: 11-13 e 14-16; Martedì: 9-11 (dal 02/05/2006) Ricevimento studenti: Venerdì pomeriggio al termine della lezione (16-18) previa comunicazione via e-mail E-mail: [email protected] Pagina WEB del corso: http://www.eco.unipmn.it/corsi_programmi/ programmi_2005_2006/economiaindustriale0506.html Sito WEB del docente: http://web.econ.unito.it/piacenza/ 1 MATERIALE DIDATTICO - 1 – LUIS CABRAL, Economia Industriale, Roma, Carocci, 2000, capitoli 1-15. – Slides delle lezioni, disponibili alla pagina web del corso e sul sito web del docente. MATERIALE DIDATTICO - 2 – Articoli relativi agli argomenti trattati nel ciclo di seminari (distribuiti dal docente in classe): • M. S. Caroppo, L. Colombo e G. Turati, La misurazione del grado di concorrenza: una applicazione all’industria bancaria italiana, italiana, Quaderno del Laboratorio di Analisi Monetaria, Università Cattolica di Milano, Milano, n. 17, Ottobre 2005. • G. Turati, Cost Efficiency and Profitability in European Commercial Banking: Implications for Antitrust Analysis, Analysis, Quaderno del Dipartimento di Scienze Economiche e Finanziarie G. Prato, Università di Torino, n. 69, Giugno 2003. • G. Turati, Le intese fra imprese bancarie: un’analisi economica dell’applicazione delle regole antitrust in Europa e in Italia, Italia, G. Turati, in «Mercato concorrenza regole» regole», n. 3, Dicembre 2001, pagg. 441441-468. • L. Colombo e G. Turati, La dimensione territoriale nei processi di concentrazione dell’industria bancaria italiana, italiana, in «Studi economici» economici», n. 84 2004, pagg. 5959-96. 2 MODALITA’ D’ESAME Esame finale scritto (durata: 1 ora e 30 minuti) L’esame scritto è diviso in tre parti Ciascuna parte vale 11 punti Prima parte: una domanda aperta su aspetti fondamentali del corso, compresi gli argomenti trattati nel ciclo di seminari Seconda parte: un esercizio suddiviso in diversi sottopunti Terza parte: una serie di domande puntuali di carattere prevalentemente tecnico 3 STRUTTURA DEL CORSO MODULO I - Introduzione 1. I problemi fondamentali dell'economia industriale 2. Richiami di microeconomia 3. L'impresa 4. Giochi e strategie Esercitazione MODULO II - Monopolio e concorrenza perfetta 1. Monopolio e regolamentazione 2. Concorrenza perfetta e monopolistica MODULO III - Oligopolio 1. Concorrenza oligopolistica 2. Collusione 3. Struttura e potere di mercato Esercitazione STRUTTURA DEL CORSO MODULO IV - Strategie di prezzo e non di prezzo 1. La discriminazione di prezzo 2. Relazioni verticali 3. La differenziazione del prodotto 4. La pubblicità Esercitazione MODULO V - Entrata e uscita 1. Costi di entrata, struttura di mercato e benessere 2. Entrata, uscita e comportamento strategico 4 STRUTTURA DEL CORSO CICLO DI SEMINARI (Dott. Gilberto Turati) - Aspetti di concorrenza, regolamentazione ed efficienza nell’industria bancaria 1. La misurazione del grado di concorrenza nel settore del credito in Italia e in Europa 2. Il problema delle intese 3. Il problema delle fusioni LEZIONE 1 • Introduzione al corso • Introduzione storica all’economia industriale • Che cos’è l’economia industriale (Cabral – Cap. 1) • Richiami di microeconomia (Cabral – Cap. 2) 5 Alcune questioni chiave: • Cosa si intende per comportamento strategico? • Come si definisce un mercato? • Cosa significa basso (o alto) potere di mercato? • Che differenza c’è fra differenziazione orizzontale e verticale? • Quali sono le implicazioni della discriminazione di prezzo, di primo, secondo e terzo grado? • Come (e quando) l’entrata di una nuova impresa sul mercato cambia il contesto competitivo? • Qual è il ruolo dell’autorità Antitrust? Quante di queste domande avete già incontrato nel vostro percorso di studi? Obiettivi del corso • Approfondire le principali teorie di IO per fornire le risposte alle suddette domande • Fornire tecniche e suggerimenti per analizzare il funzionamento di mercati reali e comprenderne il contesto competitivo • Applicare le idee dell’economia industriale a casi e problemi di attualità economica 6 Economia Industriale Definizione: L’Economia Industriale (Industrial Organization - IO) studia il funzionamento dei mercati e dei settori industriali, in particolare il modo in cui le imprese competono fra loro 1. Il paradigma Struttura-Condotta-Performance Scuola di Harvard (1940 – 1960: Joe Bain) • Struttura Æ caratteristiche di un certo settore industriale (numero di venditori e acquirenti, tecnologia, grado di differenziazione del del prodotto) • Condotta Æ comportamento delle imprese in una data struttura di mercato (comprende decisioni di prezzo, concorrenza, pubblicità) • Risultato Æ competitività competitività del mercato, efficienza (tecnologica, allocativa, dinamica) • Nesso causale Struttura Æ Condotta Æ Risultato (SCR) • I lavori empirici stimano correlazioni basandosi su OLS [i.e. Profitti Profitti = f(concentrazione)] • Suggerisce che un’elevata concentrazione di mercato è dannosa per i consumatori aprendo la via per la legislazione Antitrust. • Debolezza principale: assunzione che la struttura di mercato sia esogena. 7 2. Scuola di Chicago (1960 - 1980) • Le imprese si ingrandiscono per motivi particolari • Enfasi sulla teoria dei prezzi • Applicazione di tecniche econometriche più sofisticate • Usa schemi teorici diversi per studiare strutture e tipologie di mercati diversi • Quando il monopolio esiste, spesso è transitorio Î è importante studiare l’entrata sul mercato (o anche solo la minaccia di entrata) 3. Teoria dei giochi (1980 - 1990): IO • Enfasi sulle decisioni strategiche • Modelli matematici che usano il concetto di “equilibrio di Nash” • Proliferazione di modelli spesso molto intuitivi dal punto di vista teorico • Difficoltà: trovare il modello adatto per descrivere una reale industria 4. Nuova IO Empirica (1990 →) • Complessa combinazione di teoria ed econometria • Modelli empirici sofisticati e con elevato uso di metodi computazionali • Non tutti gli economisti della disciplina pensano nello stesso modo o usano gli stessi metodi • Continua evoluzione della disciplina 8 Due principali filoni di IO: • • Teoria dei Mercati e della Struttura di Mercato: tratta l’impresa come una “scatola nera”, e si concentra sul modo in cui le imprese competono tra loro Teoria dell’Impresa: indaga sul perchè determinate transazioni avvengono sul mercato, mentre altre sono interne all’impresa. Tentativo di guardare all’interno della scatola nera per spiegare questioni come la dimensione e i confini dell’impresa, i meccanismi di incentivo all’interno dell’impresa. Argomenti di discussione nell’IO contemporanea: • Innovazione tecnologica • Diffusione della Ricerca e Sviluppo (spillovers) • Ruolo dell’informazione e dei brevetti • Pubblicità • Entrata ed uscita dal mercato • Fusioni • Regolazione • Scelta del prodotto (qualità, localizzazione) • Imprese multi-prodotto • Discriminazione di prezzo 9 Prospettive 1. Analisi positive (analisi della situazione attuale) vs. normative (come dovrebbe essere) • Positive Esiste potere di mercato? Implicazioni del potere di mercato • Normative Come fanno le imprese a mantenere il potere di mercato? Cosa può fare un “regolatore”? 2. Imprese versus società • Imprese Come sostenere il potere di mercato? Come reagisce l’impresa di fronte ad un nuovo concorrente? • Policy Makers Cosa fare riguardo al potere di mercato? Come regolare un monopolio? Alcuni concetti base • • • • Definizione di mercato Differenziazione di prodotto Concorrenza perfetta Potere di mercato – Come acquisire e mantenere potere di mercato – Ruolo delle politiche pubbliche 10 Definizione di mercato: esempio • Qual è il mercato rilevante per la Pepsi Cola? • Deve includere altre bevande simili (es. Coca Cola!)... • E altre bevande? Succhi di frutta, latte, acqua, birra, vino …? • Qual è l’area geografica di riferimento? Usa, Europa, mondo? Concorrenza perfetta: ipotesi • Beni omogenei • Informazione perfetta • Prezzo come dato (gli agenti sul mercato non possono influenzare il prezzo) • Assenza di costi di transazione (i.e., assenza di costi di entrata sul mercato) • Assenza di esternalità • Libertà di entrata e di uscita 11 Potere di Mercato • Potere di mercato: capacità di fissare prezzi al di sopra del costo marginale • Se non esiste potere di mercato Æ non c’è bisogno di studiare l’economia industriale! • Potere di mercato Æ profitti più alti a danno del consumatore (allocazione inefficiente delle risorse) Acquisire e mantenere potere di mercato • Acquisire potere di mercato: – Protezione legale (brevetti) – Differenziazione di prodotto – Pubblicità • Mantenere potere di mercato: – Integrazione verticale – Reputazione 12 Politiche pubbliche • Il ruolo delle politiche pubbliche è quello di evitare le conseguenze negative del potere di mercato – Regolazione dei monopoli – Politiche Antitrust (per la concorrenza): contrastare le azioni delle imprese volte a incrementare il potere di mercato in modo deleterio per i consumatori Î autorità garante per la concorrenza e il mercato Richiami di microeconomia • • • • • Surplus del consumatore Domanda Funzione di costo (lato dell’offerta) Equilibrio Efficienza 13 Surplus del consumatore: differenza tra disponibilità a pagare e prezzo per ogni unità acquistata p 3 1.5 1 .2 1 2 q 3 Domanda aggregata i = consumatore ii-esimo; p = prezzo P i\p 10 20 30 1 100 40 10 2 50 30 20 3 4 2 1 ∑i 154 72 31 Funzione di domanda inversa P(q) q 14 Funzione di domanda • Curva di domanda D(p): indica la quantità totale domandata dai consumatori in corrispondenza di un dato prezzo • Curva di domanda inversa P(q): indica la disponibilità a pagare per la q-esima unità del bene • L’economia industriale considera tipicamente come date le funzioni di domanda D(p), senza indagare sulle funzioni di utilità sottostanti • Nel nostro corso incontreremo solo funzioni di domanda lineari • Convenzione: graficamente, si rappresenta sempre la funzione di domanda inversa (p sull’asse delle ordinate, q sull’asse delle ascisse) • Problema: la pendenza della curva dipende dalle unità di misura utilizzate Î concetto di elasticità della domanda Elasticità della domanda • Variazione % della quantità domandata in risposta a una variazione nei prezzi pari all’ 1% εd = -(dQ/dp)(p/Q) ≅ -(∆Q/∆p)(p/Q) εd > 1 domanda elastica (consumatori molto sensibili a variazioni nei prezzi) • Il valore di εd non è costante lungo la curva di domanda! • Dj = D(p) - S-j(p) domanda residua per l’impresa j tipicamente εjd > εd Offerta delle altre imprese sul mercato • εjd = infinita nel caso di concorrenza perfetta 15 Funzione di costo • La funzione di costo indica il costo totale degli input che l’impresa deve pagare per produrre una certa quantita q. Fornisce anche una base per valutare quanto un impresa sia efficiente nel trasformare gli input in output • Deriva da un processo di scelta del mix di input ottimale, che permette cioè di minimizzare i costi • Min C(K,L)=wL+rK s.t. q=F(K,L) • Siamo interessati alla funzione di costo C(q) dato che i prezzi dei fattori produttivi (w,r) non sono scelte dell’impresa Definizioni • Costi fissi (FC): costo che non dipende dal livello di output prodotto • Costo variabile (VC): costo che si annulla in corrispondenza di un output pari a zero • Costo totale (TC): FC+VC • Costo medio (AC) o unitario: TC/q • Costo marginale (MC): Costo di un’unità addizionale di output = C(q+1)-C(q) • Il costo marginale è il dato chiave per decidere quanto produrre • Il costo medio è il dato chiave per decidere se produrre 16 Costi opportunità e costi “sunk” • Costo opportunità: beneficio che si sarebbe potuto trarre dall’impiego di quella risorsa nel miglior uso possibile alternativo. Deve essere considerato nelle decisioni economiche. • Costo sunk (non recuperabile): investimento in un bene capitale che non ha usi alternativi. In altre parole, è un costo sostenuto per acquisire un fattore produttivo che avrà un costo opportunità nullo. Non va considerato nelle decisioni economiche • Decidere se un costo è recuperabile oppure no dipende dall’intervallo di tempo considerato Economie di scala e di varietà • Rendimenti di scala – Crescenti Æ AC decrescente (economie di scala) – Costanti Æ AC costante – Decrescenti Æ AC crescente (diseconomie di scala) • Economie di varietà C(q1, q2) < C(q1, 0) + C(0, q2) 17 Massimizzazione dei profitti • Ricavo marginale (MR) = Costo Marginale (MC) • MR = p (1 – 1/εd) • Il ricavo marginale coincide col prezzo solo nel caso di concorrenza perfetta (elasticità della domanda infinita) Concetti di efficienza • Efficienza allocativa Æ massimizzazione del surplus totale (surplus del consumatore + surplus del produttore) Æ produzione del livello di output appropriato • Efficienza produttiva Æ richiede che l’output sia prodotto al minor costo possibile date le conoscenze tecnologiche disponibili (efficienza tecnica + efficienza nell’input mix) • Efficienza dinamica Æ miglioramento nel tempo dei prodotti e delle tecniche produttive 18