B - Unical

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Allegato B alla Relazione Finale
Allebato B alla Relazione Finale
CANDIDATO: Giovanni Pizza
Giudizi individuali:
Commissario prof. Massimo Squillacciotti Massimo
Il contributo di Giovanni Pizza agli studi del settore disciplinare M-Dea/01 in generale è consistente,
sistematico ed originale anche a partire dai suoi interessi particolari di antropologia medica. Il rigore
teorico e metodologico che applica nelle ricerche di etnografia e documentarie confermano una figura
di studioso maturo e degno di profonda attenzione da parte della commissione.
Commissario prof. Paolo Apolito
La produzione scientifica del candidato, orientata in buona prevalenza intorno ai temi dell’antropologia
medica, si caratterizza per il notevole rigore argomentativo, l’attenzione prestata ai dibattiti
internazionali e lo sforzo di tenere aperto un dinamismo concettuale, teorico e metodologico aggiornato
e euristicamente felice del potenziale scientifico dell’antropologia. A fronte di un’attività etnografica
delimitata egli riesce a cogliere il valore esemplare dell’indagine locale come contributo al più vasto
dibattito internazionale con una notevole ricchezza di riferimenti.
Commissario Marino Niola
Presenta 22 pubblicazioni di cui 2 monografie, 4 curatele, saggi e articoli. La questione corporea
nell’opera di Franco Basagllia. Note antropologiche (2007) è un articolo che indaga sulle politiche
dell’incorporazione individuate da Basaglia nella critica delle istituzioni e analizza il rapporto tra il
corpo, lo Stato e i poteri epistemici partendo dalla ricerca fenomenologica basagliana sull’esperienza
corporea, che ha disarticolato la realtà clinica “destatalizzando” il sapere psichiatrico. Nello stesso anno
pubblica sulla rivista spagnola “Introducción a la antropologia social y cultural. Teoria, metodo y
pratica”, l’articolo Antropologia médica: una propuesta de investigación, testo in cui si definiscono i
contenuti e la metodologia di indagine dell’antropologia medica attraverso esempi concreti di pratiche
etnografiche e l’analisi del percorso di formazione dei medici in occidente.
Il libro Antropologia medica: saperi, pratiche e politiche del corpo (2005) analizza le rappresentazioni
della malattia e le varie forme di medicina presenti in vari contesti culturali e sociali, indagando il
modo in cui i concetti di corpo, salute, malattia sono continuamente costruiti e negoziati all’interno dei
sistemi di potere, e dei rapporti di forza che li determinano, attraverso l’analisi della loro
trasformazione nel corso della storia e della loro variabilità in relazione ai contesti sociali, culturali e
politici.
Il saggio Tarantism and the Politics of Tradition in Contemporary Salento (2004) analizza le
mertamorfosi contemporanee del tarantismo per effetto delle politiche locali.
Nel 2003 pubblica il saggio Il motivo del rospo utero. Stregoneria, possessione e metafore del corpo
femminile nelle opere dei folkloristi dall’Alsazia alle Alpi orientali, uno studio sugli ex-voto che
raffigurano l’utero in forma di rospo e diffusi nell’Arco Alpino quali artefatti “agenti” in specifiche
situazioni sociali collegati con le figure della corporeità e le nozioni della persona.
Dello stesso anno è l’articolo Antonio Gramsci e l’antropologia media ora. Egemonia, agentività e
trasformazioni della persona, in cui il candidato sostiene l’urgenza di una rilettura diretta e riflessiva
dell’opera di Gramsci per un rinnovamento critico dell’antropologia medica contemporanea fondato su
un rapporto più stretto tra antropologia, etnografia e politica.
I
Allegato B alla Relazione Finale
Nel 2003 cura, insieme a Papa e Zerilli, il testo La ricerca antropologica in Romania. Prospettive
storiche ed etnografiche, in cui presenta il saggio Sciamanismo, stregoneria, possessione. Una
prospettiva comparata a partire dal caso romeno, mentre del 2002 è un saggio sul tarantismo e la sua
reinvenzione in relazione alle politiche della memoria in Salentodal titolo Politics of memories in 2001
Salento: the re-invention of tarantism and the debate on its therapeutical value. All’ indagine sul
tarantismo nel mondo contemporaneo il candidato ha dedicato peraltro altri saggi e interventi.
Il contributo di Alfonso M. di Nola alla nuova antropologia media italiana. Quadro bibliografico
(1964-1998) è un articolo scritto nel 1998 a quattro mani con I. Bellotta in cui si indaga l’interesse di
Di Nola per l’esperienza culturale del malessere e della malattia che lo avvicina ai temi e ai problemi
dell’antropologia medica.
Dello stesso anno è la curatela di Figure della corporeità in Europa in “Etnosistemi. Processi e
dinamiche culturali”, volume in cui il candidato presenta l’articolo Così siamo composte noi… Figure
della corporeità femminile in un’area appenninica della Campania, in cui si indagano la stregoneria in
relazione alla dimensione corporea femminile-maschile e le poetiche della femminilità attraverso
l’esplorazione del campo discorsivo connesso alla nozione di matre.
Con Papa e Zerilli cura nel 1998 il volume Incontri di etnologia europea /European Ethnology
meetings, su cui pubblica il testo dal titolo The virgin and the spider: Revisiting spirit possession in
Southern Europe, uno studio sullo sciamanismo e la possessione in Europa effettuato attraverso
un’indagine sui saperi locali relativi al corpo in un’area della Campania.
Il medico, la mammana e il “basso popolo”. Operatori, pratiche e rappresentazioni della “medicina
popolare” in Campania, nelle Statistiche Murattiane del 1811 e nella memoria culturale
contemporanea, è un saggio del 1995 in cui si indaga il concetto di malattia come fatto sociale
attraverso la statistica effettuata nel 1811 sul Circondario di Lauro, documento dedicato
all’osservazione delle condizioni igienico-sanitarie del Vallo nei primi anni dell’Ottocento.
Nel 1992 scrive un saggio sul pane azzimo nel volume curato da C. Papa “Il Pane”, mentre nel 1990
pubblica il saggio Nuove analisi su alcuni casi di medicina popolare: la terapia dei disturbi respiratori
infantili e le diagnosi dell’itterizia, un’indagine in cui si presentano due dati etnoiatrici rilevati durante
un’inchiesta sulla medicina popolare attraverso una ricerca di campo in alcune aree campane.
Il libro Miti e leggende dei pellerossa (1988) è un testo che indaga i miti e la storia degli Indiani
nordamericani attraverso l’analisi antropologica di cinquanta narrazioni appartenenti a diversi gruppi
indiani presenti nel continente.
Nel 1986 pubblica l’articolo Terapie popolari campane sulla rinite infantile.
La produzione scientifica del candidato si caratterizza per ampiezza, continuità e pertinenza al settore
disciplinare. Appaiono encomiabili il rigore teorico e metodologico, l’aggiornamento degli sfondi
culturali delle sue indagini. La scelta dei temi e dei terreni, originale e innovativa, si fonda sempre su
un apparato documentario ed è sostenuta da una avvertita consapevolezza epistemologica. Nel
complesso Pizza fornisce un contributo di alto profilo agli studi di antropologia medica nonché a quelli
sulle politiche dell’antropologia.
Commissario Paolo Domenico Maria Palmeri
Giovanni Pizza è nato nel 1963. Si è laureato in Lingue e letterature straniere all’orientale di Napoli
nel 1986 con 110 e lode. Ha conseguito tre dottorati di ricerca: 1991 EHESS, 1994 dottorato di ricerca
in scienze demoetnoantropologiche, 1996 post dottorato in Scienze Etnoantropologiche. Dal 1999 è
ricercatore universitario alla facoltà di lettere dell’università di Perugia.
Ha insegnato in numerose università italiane ed europee acquisendo una ampia e approfondita
esperienza didattica. A perugina insegna antropologia medica e metodologie e tecniche della
rilevazione antropologica.
II
Allegato B alla Relazione Finale
Per il presente concorso il candidato presenta un insieme di 22 pubblicazioni selezionate da un totale di
52 lavori che il candidato ha prodotto del corso della sua esperienza di studioso. Si tratta di due
monografie. Antropologia Medica e Miti e leggende dei pellirossa,pubblicati rispettivamente nel 2004
4 nel 1988. 4 curatele, a cui si aggiungono un rilevante numero di studi, articoli, ricerche pubblicati in
Italia e all’estero sui temi prevalentemente legati all’antropologia medica. In questo campo il candidato
si presenta come uno dei più seri esperti del settore.
Nell’insieme il candidato dimostra una grande maturità raggiunta attraverso un percorso formativo
complesso e arricchito da periodi di ricerca svolti all’estero. Le sue pubblicazioni dimostrano tutte una
sicura originalità caratterizzata da un approccio innovativo e da una appropriata metodologia. I lavori
del candidato hanno una rilevanza scientifica di grande respiro e sono conosciuti ed apprezzati in Italia
e in Europa. Nel complesso si tratta di uno studioso con un grande spessore teorico che emerge da tutti
i lavori presentati
Commissario prof. Vito Teti
L’analisi delle relazioni tra corpo, Stato e poteri epistemici, sempre alla luce della ricerca fenomenologica di
Basaglia sull’esperienza corporea, quella delle rappresentazioni della malattia, nonché le varie forme di medicina
presenti in diversi contesti si pongono come contributi di notevole importanza all’interno degli studi
antropologici su tali argomenti: La ricerca etnografica si sposa sempre con “interpretazioni” e “narrazioni” che
restituiscono il carattere problematico e aperto di un percorso intellettuale certamente apprezzabile. Da
sottolineare la vastità della sua produzione, la puntualità analitica e descrittiva. Studioso serio e continuo, il
candidato può essere senz’altro valutato positivamente
Giudizio collegiale:
La produzione scientifica del candidato si lascia apprezzare per la sua ampiezza, continuità e pertinenza
al settore disciplinare. Significativo il rigore teorico e metodologico, aggiornato nei profili del dibattito
internazionale. Lo sviluppo dei temi e dei terreni, innovativo e originale, si fonda sempre su un ampio
apparato documentario ed è sorretto da una evidente consapevolezza epistemologica. Nel complesso il
candidato è da prendere senz’altro in considerazione ai fini della valutazione comparativa.
CANDIDATO: Francesco Pompeo
Giudizi individuali:
Commissario prof. Massimo Squillacciotti Massimo
La produzione scientifica di Francesco Pompeo rivela originalità, sistematicità e continuità di interessi.
Nel complesso il suo profilo di studioso dimostra maturità scientifica ben collegata alla attività
didattica e divulgativa, più che all’esperienza etnografica. Ritengo che il candidato possa essere tenuto
in considerazione ai fini di questa procedura comparativa.
Commissario prof. Paolo Apolito
I lavori del candidato si orientano sulle prospettive attuali dell’antropologia del contemporaneo, che
una serie di ottiche recenti intendono costituire come terreno di sviluppo prevalente del discorso
III
Allegato B alla Relazione Finale
antropologico. In questo campo, il candidato propone articolazioni riflessive particolarmente su
questioni centrali del dibattito culturale e dell’agenda politica più recenti, riassumibili nelle etichette
linguistiche che coprono questioni complesse e articolate, quali multiculturalismo, intercultura,
globalizzazione, etnico e così via. Una consistente attenzione al dibattito internazionale e una
significativa competenza sui temi sviluppati sono sicuramente meriti ascrivibili al candidato
Commissario Marino Niola
Il candidato presenta 16 pubblicazioni. Il libro Il mondo è poco (2002) si propone come analisi dei
rapporti tra la letteratura antropologica e le nuove “emergenze” culturali legate alle dinamiche della
mondializzazione, attraverso una lettura delle contraddizioni politiche e sociali del multiculturalismo,
per segnalare l’emergere della prospettiva degli studi interculturali. Nel saggio introduttivo a A.M. Di
Nola, Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana - dal titolo “Alfonso M. Di Nola e
la provocazione dell’Antropologia religiosa” (2002) - il candidato ricostruisce alcuni aspetti della
figura dell’antropologo napoletano, ripercorrendo alcune tappe della ricerca dinoliana. La curatela
Mass media e socializzazione nel villaggio interculturale, (in collaborazione con Mirella Zecchini),
(2000) raccoglie delle riflessioni sul ruolo dei mass- media all’interno delle trasformazioni della nuova
realtà multiculturale. Nell’introduzione (2008) a L’invenzione dell’etnia e in Razze e corpi. Generi e
stereotipi nell’immaginario coloniale (2005), Pompeo affronta le questioni che riguardano l’identità
culturale, l’etnicità e la tradizione, alla luce dell’approccio inaugurato da George Balandier, che ha
reinterpretato l’analisi delle trasformazioni sociali legate all’etnia. Il lavoro Antropologia e intercultura
(2008) indaga i caratteri essenziali della prospettiva antropologica nel contemporaneo ricapitolando i
contesti storici e le problematiche dell’incontro dell’Occidente con l’Altro. L’articolo “Il ciclo festivorituale della Madonna dell’Arco tra consenso, tradizione e cambiamento” (2000) - in “Bollettino
dell’Atlante linguistico italiano” - è dedicato al culto e alla festa della Madonna dell’Arco. L’articolo
“L’ethnologue «gênant»” (1999), in “Chaiers d’Etudes Africaines”, affronta il problema dell’approccio
al “campo” dell’etnologo che si accinge ad effettuare la sua ricerca. Nell’articolo “Spazi vissuti:
territorio e identità in una comunità montana dell’appennino laziale” (1996) - in “Bollettino
dell’Atlante linguistico italiano” - Pompeo riflette sul repertorio culturale di una civiltà contadina,
quella di Fumone, nel Lazio meridionale e sui dispositivi di produzione dei “simboli naturali”. Nel
contributo “Geo Ego-centrismo” alla curatela “Geografie” (1995) viene analizzata la costruzione
mitologica della natura e delle categorie geografico-spaziali a Tikopia. Nella curatela “Altri Orizzonti”
(1998) è affrontato ancora il tema dell’intercultura nell’ottica di un superamento di una nozione
esclusiva del Noi. La curatela La società di tutti (2007), l’altra curatela dal titolo Una vicinanza
discreta (1996), nonché “La politica della festa: appartenenze, conflitto e “sociabilità muticulturale” nel
quartiere Esquilino a Roma” (2006), pubblicato in “La nuova città”, e il contributo “Antropologia e
interculturalità: dialoghi disciplinari e percorsi critici”(2006), affrontano le aporie e le contraddizioni
del multiculturalismo. Nell’articolo “Razze e corpi. Generi e stereotipi nell’immaginario coloniale”
(2005) e “La nazione immaginata: il caso Rwanda” (2005) viene affrontato il caso del genocidio etnico
in Rwanda, analizzandone le premesse storico- antropologiche. In “Il Cameroun, la question bamilekè e
i problemi del tribalismo” (2001) oggetto del lavoro è l’esigenza del superamento di un immaginario
fondato su una “distanza culturale” generalmente legata al permanere di antichi pregiudizi e difetti di
comprensione. In “Transculturazione e fortuna dell’«Africania» di Cuba tra letteratura popolare e reale
meraviglioso” (2002) si analizza l’incidenza delle componenti africanedella cultura dell’isola caraibica.
La produzione del candidato appare ampia ed articolata intorno a numerosi nuclei d’interesse. Si
apprezzano in particolare la continuità del suo impegno e la pertinenza con il settore disciplinare MDEA/01. Nel complesso il lavoro del candidato sempre serio, documentato, teoricamente e
metodologicamente avvertito, delinea un ottimo profilo di studioso.
IV
Allegato B alla Relazione Finale
Commissario Paolo Domenico Maria Palmeri
Si laurea alla Sapienza con una tesi sui rituali della madonna dell’arco. 110/110 e lode. Dottore di
ricerca Università di Torino con una tesi sulla costruzione dell’identità etnica tra i Bamileké.
Attualmente Ricercatore confermato Fac Scienze della Formazione, Roma3.
Ha una notevole e lunga esperienza didattica sia all’Università di Roma sia all’EHESS di Parigi dove è
Directeur d’Etudes Associé. Altri incarichi rilevanti sono: docenza al corso post-laurea in Antropologia
culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università de L’Avana nel 1996; Segretario
generale dell’AISEA (Associazione Italia per le Scienze EtnoAntropologiche) nel triennio 2007-2010;
I suoi interessi di ricerca si focalizzano attorno ai temi dell’antropologia politica del multiculturalismo
e dei conflitti etnici. Per questa valutazione comparativa presenta due volumi, cinque curatele di
volume (con contributo), sei articoli e saggi in lingua italiana, un articolo in lingua francese, due
introduzioni a volume, due interventi scelti tra una produzione complessiva di una quarantina di titoli.
La produzione scientifica del candidato è ampia e dimostra la piena maturità del candidato che si
cimenta su una serie di temi congruenti e al contempo articolati attorno ad una serie di argomenti che,
nel loro complesso costituiscono il nuce le problematiche essenziali dell’antropologia oggi. La sua
storia accademica dimostra coerenza e segue un percorso formativo che gradualmente porta il
candidato a raggiungere un pieno sviluppo scientifico. Le sue pubblicazioni presentano un notevole
rigore metodologico associato ad un carattere innovativo e originale. Il lavoro del candidato è
conosciuto in Italia e all’estero ed ha una notoria rilevanza scientifica. Il giudizio è: molto buono.
Commissario prof. Vito Teti
Il candidato ripercorre, in molti suoi lavori, le emergenze culturali legate alle complesse dinamiche della
mondializzazione, delineando la prospettiva degli studi interculturali attraverso una lettura delle contraddizioni
politiche e sociali del multiculturalismo. La sua riflessione è peraltro, legata in maniera problematica, ad alcune
puntuali indagini etnografiche. La produzione del candidato appare ampia e articolata intorno a numerosi nuclei
d’interesse. Il candidato rivela una puntuale conoscenza della storia del pensiero antropologico e si misura con
una divulgazione dalla scrittura attenta e sorvegliata. Egli inoltre si caratterizza per la continuità del suo
impegno, anche con un’apprezzabile adesione problematica alle questioni affrontate, con un rigore sempre vigile
e mai scontato e per la pertinenza con il settore disciplinare M-DEA/0. Nel complesso il candidato si presenta
con un profilo di studioso maturo, serio e documentato.
Giudizio collegiale:
La produzione scientifica del candidato si esprime in tratti di originalità e sistematicità. Si apprezzano
in particolare la continuità del suo impegno e la sicura pertinenza con il settore disciplinare M-DEA/01.
Nel complesso il lavoro del candidato sempre serio, documentato, teoricamente e metodologicamente
avvertito motiva il suo apprezzamento ai fini della presente procedura di valutazione comparativa.
CANDIDATO: Filippo M. Zerilli
Giudizi individuali:
V
Allegato B alla Relazione Finale
Commissario prof. Massimo Squillacciotti Massimo
L’impegno di studioso di Filippo M. Zerilli si articola con profondità, sistematicità ed innovatività nel
campo della ricerca etnografica, della didattica come nella pubblicistica. Il profilo che ne emerge è
quella di uno studioso di ottimo livello.
Commissario prof. Paolo Apolito
Il candidato presenta pubblicazioni che testimoniano due filoni di competenze tra le altre, nettamente
strutturati, uno relativo alla storia degli studi antropologici, specie francesi, in cui fornisce contributi di
notevole qualità storiografica, l’altro relativo a più recenti studi e ricerche dedicati alla Romania, in cui
dispiega notevoli capacità etnografica e di contestualizzazione. Si tratta di uno studioso di notevole
rigore, originale e attento agli sviluppi delle discipline.
Commissario Marino Niola
La produzione scientifica del candidato si sostanzia in volumi, curatele, articoli di rivista e
saggi apparsi in volumi. Tra i primi si annovera Il lato oscuro dell’etnologia, 1998, dedicato
al contributo dell’antropologia naturalista al processo di istituzionalizzazione degli studi
etnologici in Francia. Le curatele sono Incontri di etnologia europea. European ethnology
meetings, apparso nel 1998 in “Studi e Materiali di Antropologia Culturale” e Dalle Regole
al Suicidio. Percorsi durkheimiani, del 200, nonché (in collaborazione con C. Papa e G.
Pizza), La ricerca antropologica in Romania. Prospettive storiche ed etnografiche, apparso
sempre in “Studi e Materiali di Antropologia Culturale nel 2003. Fra i saggi si segnalano
quello dedicato al terreno ecuadoriano di Paul Rivet (in Annali della Facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università di Perugia, 1991/92-1992/93) e al carteggio Boas-Rivet del 1995.
Oltre a dei lavori dedicati al dibattito sul meticciato nell’antropologia francese del primo
Novecento (apparsi su “La Ricerca Folklorica”, 1995 e in “Archivio per l’Antropologia e la
Etnologia”, nello stesso anno. Altri lavori sul tema delle storie di vita sono apparsi nel 1998
in “Europæa. Journal des Européanistes / Journal of Europeanists”, 1998, e in un numero di
“Etnosistemi” dello stesso anno (si tratta di una versione rivista del saggio precedente). Un
altro filone della produzione del candidato, costituito dall’antropologia della Romania, si
sostanzia in diversi saggi apparsi in Italia e all’estero. Dal 2002, anno in cui appare
Sentiments and/as property rights. Restitution and conflict in post-socialist Romania al 2007,
anno di apparizione per la Cambridge University Press di The house of ghosts: post-socialist
property restitution and the European Court’s rendition of human rights in ‘Brumarescu v.
Romania’. Nel periodo compreso in quest’arco temporale il candidato ha scritto numerosi
lavori sull’argomento, oltre a ritornare , nel 2007, a occuparsi del carteggio Boas-Rivet ne Le
cri de la conscience humaine, apparso in “Guerra e Pace”, sezione monografica di
“Letterature straniere &. Quaderni della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
dell’Università degli studi di Cagliari”.
Nell’insieme la produzione del candidato si caratterizza per ampiezza e continuità temporale,
oltre che per la pertinenza alle discipline M_DEA/01. Non disgiunta da una notevole
consapevolezza teorica e da un adeguato rigore metodologico che caratterizzano il profilo
complessivo del candidato come quello di uno studioso di ottimo livello.
VI
Allegato B alla Relazione Finale
Commissario Paolo Domenico Maria Palmeri
Filippo Zerilli è nato nel 1963. Si è laureato a Roma nel 1989 con 110/110 e lode). Nel 1994 ha
ottenuto il dottorato di ricerca presso la stessa Università e il post-dottorato presso l’Università di
Perugia (1995-97) E’ Ricercatore confermato nel settore M-Dea/01 all’Università di Cagliari dove dal
2007 svolge attività didattica. Dal 1998 al 2000 è collaborateur scientifique au Centre de Recherche
en Ethnologie Européenne, Institut de Sociologie, Université Libre de Bruxelles.
E’ collaboratore all’Università “Babes-Bolyai” di Cluj-Napoca (Romania) e all’Università di Bucarest
(Romania).
Nel 2001/2002 (I semestre) è stato Maître de conférences invité, per un ciclo di lezioni sulla storia
dell’etnologia francese e sull’antropologia del post-socialismo, Faculté des Sciences Economiques et
Sociales, Université de Lille 1.
Dal 1986 ha svolto tre ricerche
a- 1998, Coordinatore delle attività di ricerca della Missione etnologica italiana in Romania, gruppo di
ricerca interuniversitario (Università di Perugia, Cagliari, Udine, Roma “La Sapienza”) co-finanziato
dal Ministero degli Affari Esteri.
b- 2005 responsabile scientifico del Progetto di ricerca locale (ex quota 60%) dal titolo Diritti di
proprietà e credenze religiose. Il processo di restituzione delle chiese greco-cattoliche nella Romania
postsocialista, Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze Umane, Università di Cagliari.c- 2006
responsabile scientifico del progetto di ricerca dal titolo Dal collettivismo al neoliberismo. Pratiche
sociali e politiche della ‘proprietà’ in Romania nel contesto dell’adesione all’Unione Europea,
progetto finanziato sul Fondo per il sostegno della ricerca di base e per lo start-up dei giovani
ricercatori dell’Università di Cagliari (Fondo 5%, esercizio finanziario 2005).
Per la presente valutazione comparativa presenta
4 volumi a stampa di cui 3 curatele
1 preprint a cura di
23 rticoli di rivistta e saggi in volume di cui 12 in lingua francese o inglese
9 note e recensioni
Il candidato presenta un notevole numero di pubblicazioni (37) che testimoniano la sua grande
maturità scientifica acquisita in Italia e in Europa. I suoi settori privilegiati di ricerca (storia degli studi
antropologici e studi e ricerche Sulla Romania) sono costruiti con particolare competenza che sempre
lascia intravedere grande originalità, prospettive innovative e rigore metodologico. Si tratta quindi di
uno studioso di ampio respiro nella sua piena maturità teorica e metodologica. Nel suo complesso
l’elaborazione teorica e la produzione del candidato si distinguono per ricchezza e coerenza con un
notevole grado di congruenza con la disciplina. Il giudizio complessivo è:molto buono.
Commissario prof. Vito Teti
Il candidato presenta una ricca, articolata, interessante produzione scientifica. Negli ultimi
tempi ha aperto un importante dialogo culturale (sia a livello di ricerca che a livello
didattico) con la Romania e l’antropologia di quel Paese. Coerenza nell’attività di ricerca e
metodologia puntuale fanno di lui uno studioso attento e rigoroso. Notevoli capacità
analitiche e descrittive, conoscenza delle fonti e della letteratura sugli argomenti affrontati,
facilità divulgativa lo rendono senz’altro meritevole di attenzione positiva in questo
concorso.
Giudizio collegiale:
VII
Allegato B alla Relazione Finale
Si tratta di uno studioso di notevole rigore, originale e attento agli sviluppi delle discipline.
Notevoli capacità analitiche e descrittive, conoscenza delle fonti e della letteratura sugli
argomenti affrontati, facilità divulgativa lo rendono senz’altro meritevole di attenzione
positiva in questo concorso.
La Commissione:
Prof. Massimo SQUILLACCIOTTI – presidente
__________________________________________
Prof. Paolo APOLITO - membro eletto
____________________________________________
Prof. Marino NIOLA - membro eletto
___________________________________________
Prof. Vito TETI - membro designato
______________________________________________
Prof. Paolo Domenico Maria PALMERI – segretario
______________________________________________________
VIII
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