Corso di laurea magistrale in Italianistica, Culture Letterarie Europee, Scienze linguistiche Semiotica Lingue e linguaggio a.a. 2014/15 Prof. Nicola Grandi [email protected] www.grandionline.net/nicola/lingue_e_linguaggio I verbi Valenza verbale: indica il numero di ‘elementi’ che devono obbligatoriamente accompagnare il verbo. Questi gruppi nominali sono detti argomenti. Gli altri elementi non obbligatori che occorrono in una frase sono detti circostanziali. I verbi dotati di valenza sono detti lessicali o ‘pieni’. Classificazione dei verbi in base alla valenza: - avalenti o zerovalenti > nessun argomento es. piove, nevica - monovalenti > un argomento a) un nome (o un sintagma nominale) es. Il bambino cammina b) una frase es. Sembra che Gianni sia felice - bivalenti > due argomenti a) due nomi (o due sintagmi nominali) es. Gianni osserva l’alta marea b) un nome (o un sintagma nominale) e una frase es. Gianni sostiene di avere ragione c) un nome (o un sintagma nominale) e un sintagma preposizionale es. il bambino disobbedisce ai suoi genitori - trivalenti > tre argomenti a) due nomi (o due sintagmi nominali) e un sintagma preposizionale es. Gianni ha regalato un anello a Laura b) un nome (o un sintagma nominale), un sintagma preposizionale e una frase es. Gianni ha detto a Mario di andarsene Verbi avalenti Verbi monovalenti Verbi intransitivi Verbi bivalenti Verbi transitivi Verbi trivalenti Verbi intransitivi: una classe omogenea? Prima differenza macroscopica: la selzione dell’ausiliare Giovanni è arrivato Giovanni ha dormito Verbi intransitivi con ausiliare essere: inaccusativi Verbi intrasitivi con ausiliare avere: inergativi Differenze tra verbi inaccusativi e inergativi - Nei verbi inergativi il soggetto è agente, cioè ha parte attiva nello svolgimento dell’azione Giovanni ha telefonato Giovanni ha camminato Giovanni ha dormito - Nei verbi inaccusativi il soggetto è tema (talvolta paziente), cioè prende parte all’azione senza determinarla (in un certo senso, ne subisce gli effetti) Giovanni è caduto Giovanni è svenuto Cfr. anche la nave è affondata / è stata affondata Nei verbi inaccusativi il participio passato si accorda con il soggetto: È arrivato Marco È arrivata Marta Sono arrivati Marco e Marta Nei verbi inergativi il participio passato non si accorda con il soggetto: Ha telefonato Marco *Ha telefonata Marta *Hanno telefonati Marco e Marta PS nei verbi transitivi, il participio passato si accorda con il soggetto nel passivo Nei verbi inaccusativi, il participio può essere usato come modificatore del soggetto: I ragazzi che sono arrivati ieri / arrivati ieri sono simpatici Nei verbi inergativi, il participio non può essere usato come modificatore del soggetto: I ragazzi che hanno appena parlato / *appena parlati sono simpatici Nei verbi transitivi, il participio può essere usato come modificatore dell’oggetto: La mamma ha appena cotto la zuppa Abbiamo mangiato la zuppa appena cotta I verbi inaccusativi ammettono la costruzione del participio assoluto: Gli zii sono arrivati e noi abbiamo attrezzato la stanza degli ospiti Arrivati gli zii, abbiamo attrezzato la stanza degli ospiti I verbi inergativi non ammettono la costruzione del participio assoluto: Gli zii hanno telefonato e noi li abbiamo invitati a pranzo *Telefonati gli zii, li abbiamo invitati a pranzo Nei verbi transitivi, la costruzione del participio assoluto è ammessa con l’oggetto: Abbiamo mangiato una pizza e poi siamo andati alla festa Mangiata una pizza, siamo andati alla festa Negli inaccusativi il ne può sostituire il soggetto: Sono arrivate molte lettere Ne sono arrivate molte Con gli inergativi la sostituzione del soggetto con ne è impossibile: Hanno telefonato molte tue amiche *Ne hanno telefonato molte Nei verbi transitivi, ne sostituisce l’oggetto: Abbiamo mangiato molti dolci Ne abbiamo mangiati molti S V inerg Ruolo semantico: agente Ruolo semantico: tema / paziente Accordo del participio Participio come modificatore Participio assoluto Sostituzione con ne S V trans S V inacc O V trans Latino a) puer currit (‘il ragazzo corre’) b) puer puellam amat (‘il ragazzo ama la ragazza’) Puer è sempre soggetto perché in (b) ha lo stesso caso (nominativo) che in (a) Basco a) gizona ethorri da (‘l'uomo è arrivato’) b) emakumeak gizona ikusten du (‘la donna vede l’uomo’) Perché non si usa la stessa regola?????? Perché anche in basco (come in latino) non usiamo la morfologia per stabilire quale è il soggetto? Bernard Comrie (1981), Language Universals and Linguistic Typology, Chicago, University of Chicago Press Cap 5: Subject In inglese, i criteri formali per stabilire quale è il soggetto sono a) i verbi si accordano in persona e numero col soggetto b) il soggetto precede il verbo c) nelle frasi cosiddette ‘subject-to-object raising’, il soggetto di una frase introdotta da that può apparire nella seguente costruzione: I believe that Max is an accountant I believe Max to be an accountant There is a unicorn in the garden There are unicorns in the garden I believe there to be a unicorn / unicorns in the garden Soggetto: intersezione di agente e topic (tema) “In terms of our characterization of subject as the intersection of agent and topic, and given that agent and topic are logically independent notions and need not coincide in a given sentence, it is clear that the answer to our question may well be less than clear-cut: it may be the case that a given noun phrase has certain subject properties, but not all, i.e. instead of simply saying that a noun is or is not a subject we will characterize it as being a subject to a certain degree. Similarly, it is possible that subject properties in a sentence will be distributed among several noun phrases, or at least between two” (p. 110) Il cane ha morso il gatto Il gatto corre Il gatto è scivolato Il gatto è stato morso dal cane Tre funzioni sintattiche: Soggetto di verbo intransitivo (S) Soggetto di verbo transitivo (A) Oggetto diretto (P) Tipi di marcatura logicamente possibili: 1) tre marche distinte, una per ogni caso 2) nessuna marcatura 3) unica marca per A e P e marca specifica per S 4) unica marca per A e S e marca specifica per P 5) unica marca per S e P e marca specifica per A Sistemi attestati: Nominativo-accusativo: S e A > Nominativo P > Accusativo Ergativo-assolutivo: S e P > Assolutivo A > Ergativo A Nom-acc Erg-ass * S P Latino: sistema nominativo-accusativo a) puer puellam amat (‘il ragazzo ama la ragazza’) b) puer currit (‘il ragazzo corre’) puer è al caso nominativo (a marca zero) e svolge le funzioni di A in (a) e di S in (b) puellam è al caso accusativo (desinenza -am) e svolge la funzione di P Basco: sistema ergativo-assolutivo a) emakumeak gizona ikusten du (‘la donna vede l’uomo’) b) gizona ethorri da (‘l'uomo è arrivato’) gizona è al caso assolutivo (a marca zero: la -a finale è l'articolo definito posposto) e svolge le funzioni di S in (b) e di P in (a) emakumeak è al caso ergativo (desinenza -k; -a- che la precede è l'articolo definito) e svolge la funzione di A in (a) Universale 38: in presenza di un sistema di casi, l’unico caso che può (ndr. attenzione: può, non deve!) essere espresso mediante un affisso zero (cioè che può essere privo di una desinenza specifica) è quello che include tra le sue funzioni quella di soggetto del verbo intransitivo. In altri termini, l'unico caso che può prevedere una marca zero è quello che include tra le sue funzioni quella di Sintrans Nota: l’espressione 'tra le sue funzioni' significa che lo stesso caso, a marca zero, può svolgere anche altre funzioni (vale a dire anche A in un sistema nominativo-accusativo o A in un sistema ergativo-assolutivo). Coordinazione di due frasi con omissione di soggetto nella seconda 1) The man hit the woman 2) The man came here 3) The woman came here 4) The man hit the woman and came here (4) = (1) + (2) In order to permit omission of a noun phrase from a second conjunct, English makes two requirements: (a) the semantic requirement that the two noun phrases be coreferential; (b) the syntactic requirment that the two noun phrases be either S or A (p. 112) Dyirbal (Australian, Pama-Nyungan, Dyirbalic) 1) Balan dyugumbil CLF woman:ABS ‘the man hit the woman’ baŋgul CLF 2) Bayi yaŗa CLF man:ABS ‘The man came here’ baninyu came here 3) Balan dyugumbil CLF woman:ABS ‘The woman came here’ baninyu came here 4) Balan dyugumbil baŋgul yaŗaŋgu balgan, baninyu ‘The man hit the woman, and came here’ yaŗaŋgu man:ERG balgan hit (4) = (1)+(3)!!!!! (‘the man hit the woman, and the woman came here’) “In Dyirbal, the coreferential noun phrases must be S or P. Thus for syntactic purposes Dyirbal traits S and P alike, as opposed to A” (p. 113) “Both English and Dyirbal have different syntactic means of encoding the same semantic roles” (p. 114) Funzioni fondamentali della frase (soggetto, oggetto diretto, ecc.) Ruoli tematici: agente, paziente, beneficiario, strumento, ecc. Nicola Grandi (2011), Diatesi, in R. Simone (dir.), Enciclopedia dell’Italiano, Vol. 1, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana – Treccani, 368-369. Con il termine diatesi si intende una categoria propria dei verbi che serve a esprimere le correlazioni tra le funzioni fondamentali della frase (soggetto, oggetto diretto, ecc.) e i ruoli semantici richiesti dall’azione che esso esprime. Nella descrizione di una frase si può prevedere, da una parte, una struttura di superficie, che concerne i rapporti formali tra il verbo e gli elementi nominali correlati e, dall’altra, una struttura profonda, che incorpora le relazioni logicosemantiche tra un predicato ed i suoi argomenti, cioè gli elementi obbligatori perchè l’azione o l’evento descritti dal verbo si possano compiere. La diatesi riguarda appunto la codifica delle rispondenze tra gli argomenti del livello logico e gli elementi nominali del livello formale. In questo senso, le diverse diatesi (passiva e media: vedi sotto) sono processi che alterano la relazione naturale tra gli elementi che, a livello logico-semantico, fungono da argomenti e le funzioni grammaticali codificate sul piano della forma. La diatesi attiva esprime una azione o un evento che, a livello logico, pone in risalto la prospettiva del partecipante più ‘dinamico’ (o, appunto, attivo), cioè l’agente. Le altre diatesi (marcate rispetto a quella attiva) si caratterizzano per: (a) un’alterazione del legame ‘naturale’ tra la funzione logica dei ruoli tematici del verbo e la loro funzione grammaticale; (b) l’omissione di uno degli argomenti del verbo ‘Si’ passivante: In Africa si uccidono 360 elefanti ogni giorno e non restano che 200 oranghi nelle foreste Diatesi media, che condivide tratti dell’una e dell’altra. Nel medio, la prospettiva è attiva, nel senso che pone in risalto il partecipante dinamico, che avvia consapevolmente l’azione espressa dal verbo. Ma questo partecipante presenta anche i tratti del paziente, in quanto ricadono su di esso gli effetti dell’azione. Il medio dispone di una serie di marche indipendenti greco antico: lóuō ‘lavo’ louomai ‘io mi lavo’ Se c’e un oggetto diretto, l’agente assume anche la funzione di beneficiario (formalmente sottinteso): loumai tas kheiras ‘mi lavo le mani’, cioè ‘lavo le mie mani’