Consorzio Culturale del Monfalconese www.grandeguerra.ccm.it Proposte per la scuola primaria 3. LA GUERRA TOTALE La guerra è combattuta dai soldati sui campi di battaglia, ma investe l’intera popolazione civile nella sua vita quotidiana. Se il conflitto cambia la vita all’uomo chiamato alle armi, anche i giovani e le donne si vedono costretti a sostenere il peso della guerra e ad assumere nuovi ruoli e funzioni nell’economia di guerra prendendo il posto degli uomini in tanti lavori. Nelle regioni di confine chi vive nelle retrovie subisce la militarizzazione, deve cioè sottostare alle norme imposte dalle autorità militari, che prevedono anche la requisizione dei beni e l’occupazione di edifici privati e pubblici. Le già scarse risorse alimentari servono a rifornire l’esercito. La propaganda è largamente utilizzata dai governi per rafforzare il consenso politico, incrementare i finanziamenti all’industria, accrescere ed esaltare l’amore di patria, posto al di sopra di tutto e trasformato in obbedienza cieca e assoluta. Quali furono dunque le risorse umane e materiali che si dovettero mobilitare negli anni del conflitto? PERCORSO DIDATTICO Contenuti L’insegnante può riferirsi e utilizzare il contributo storiografico 3.a La guerra totale. Le fonti riportate nel percorso didattico contengono informazioni essenziali per gli alunni. Partire dal presente L’insegnante propone ai ragazzi una o più fotografie di soldati dei nostri giorni in missione (ad esempio la fonte n° 1 I soldati) e chiede quali necessità concrete abbiano per svolgere il loro compito nella situazione data, quali le sfere personali coinvolte, con chi e in che modo entreranno in relazione. Si suddividono le risposte in quattro gruppi riguardanti: - i beni materiali (abbigliamento, cibo e armamenti); la sfera affettiva (lontananza dalla famiglia,…); la sfera emotiva e razionale (coraggio, ideali,…); il rapporto con la popolazione locale. Per ogni gruppo di risposte porrà la domanda: Chi provvede alle necessità del soldato e in che modo vengono soddisfatte? Le risposte adeguatamente ordinate e rappresentate potranno portare gli alunni a rendersi conto che: - per fare la guerra sono indispensabili risorse materiali e umane; - durante i conflitti si sviluppa un’economia bellica; - la guerra cambia il modo di vivere dei residenti nei territori da essa interessati, ma anche dell’intera popolazione dei paesi in armi. Chiarire il problema Durante la prima Guerra Mondiale: a) come cambiò l’economia in Italia? b) in che modo il governo cercò di convincere la popolazione a sostenere la guerra? c) come vivevano i civili nelle retrovie? Lo spazio delle ipotesi Gli alunni divisi a coppie o in piccoli gruppi formuleranno delle “ipotesi” per ciascuna delle domande e le annoteranno. (Questa fase di lavoro è utile perché fa emergere le preconoscenze e gli stereotipi e favorisce la partecipazione di tutti; le “ipotesi”, inoltre, diventano traccia per l’attività successiva). Conoscenze essenziali e uso delle fonti Utili informazioni sulla composizione della società europea centro-occidentale degli inizi del Novecento, sugli aspetti culturali e sullo sviluppo tecnologico di quel periodo sono reperibili nel primo capitolo “Guerra immaginata” ai punti 2 e 3 e dalle relative fonti. Consorzio Culturale del Monfalconese www.grandeguerra.ccm.it Riguardo all’economia prebellica si terrà conto anche del lavoro delle donne [fonti n° 2 Il lavoro delle donne e n° 3 Donne contadine] e della produzione industriale [fonti n° 4 L’industria italiana nei primi Novecento e n° 5 Profitti dell’industria italiana]. Sull’uso sociale del manifesto pubblicitario risulterà utile la lettura della fonte n° 6 Giornali e manifesti. L’analisi dei testi e la raccolta dei dati svolte per gruppi verranno successivamente presentati alla classe. Si passa quindi all’uso di fonti specifiche relative alla prima Guerra Mondiale. In relazione alle trasformazioni dell’economia italiana si può ricorrere alle fonti: n° 7 La produzione bellica in Italia; n° 8 Donne e armi; n° 9 Al posto degli uomini; n° 10 Donne, economia, soldati; n° 11 Vestire i soldati; n° 12 Uso dello scatolame nell’alimentazione di guerra; fonte n° 13 Nuove armi. Per conoscere i meccanismi della propaganda si vedano le fonti: n° 14 Convincere i civili; n° 15 Ai soldati; n° 16 Celebrazione; n° 17 Sostenere i costi della guerra. Notizie sulle condizioni di vita dei civili sono contenute nelle fonti: n° 18 Bambini in guerra; n° 19 Edifici che cambiano; n° 20 Il servizio postale; n° 21 Militarizzazione dei civili; n° 22 Distruzioni; n° 23 Morire da civili; n° 24 Guerra e religiosità; n° 25 Conoscersi. Conclusa la lettura, si chiederà ai ragazzi di rispondere alle seguenti domande: a) la fonte esaminata di che tipo è ? b) a quale data o periodo della guerra si riferisce? c) quali informazioni hai ricavato (da elencare e raggruppare specificando il criterio)? d) quali idee ne emergono. Le fonti collocate su una linea del tempo serviranno ad evidenziare le eventuali relazioni esistenti tra le stesse. Ipotesi conclusive Le informazioni desunte dalle fonti e ordinate per argomento verranno esposte in forma narrativa; il testo, elaborato a coppie o a gruppi o in forma collettiva, fisserà le conoscenze e i concetti acquisiti, conterrà le risposte alle iniziali domande/problema e servirà a verificare le “ipotesi” enunciate. Integrazioni culturali Il testo finale prodotto dagli alunni potrebbe non contenere aspetti rilevanti, da integrare, o aprire altre piste di lavoro sul tema. Si inviteranno, pertanto, gli allievi a formulare chiaramente i nuovi quesiti o a esporre le curiosità sorte durante il lavoro. Le fonti opportune potranno essere individuate in altre parti del testo, nella bibliografia o nel sito. Lettura del presente Dal confronto delle ipotesi conclusive relative alla prima Guerra Mondiale con quelle emerse inizialmente dalla discussione/brainstorming, si evidenzieranno i cambiamenti avvenuti e le persistenze oggi presenti nelle aree di conflitto. Si sottolineerà, inoltre, l’importanza delle fonti, della loro analisi e comparazione per conoscere i fatti e i punti di vista in essi contenuti e per assumere atteggiamenti critici nei confronti dei mezzi di comunicazione sociale.