Ena e Ines Talakic: film a New York

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Data: 02/04/2015 | Fonte: L'Adige | Pagina: 7 | Autore: LEONARDO FRANCHINI | Categoria: unibz
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Data: 02/04/2015 | Fonte: L'Adige | Pagina: 7 | Autore: LEONARDO FRANCHINI | Categoria: unibz
Ena e Ines
Due sorelle
Talakic: film a New York
Dall’ex Jugoslavia a Rovereto: formazione
musicale e poi la scelta del cinema, insieme
Ena (a sinistra) e la sorella Ines Talakic, le due bosniache
cresciute a Rovereto e ora attive nella regia
cinematografica (a quattro mani) a New York
LEONARDO FRANCHINI
E
na ed Ines Talakic, bosniache
di Bihac, nate un anno dopo
l’altra intorno al 1986, oggi
registe in America, sono arrivate a Rovereto da bambine, dopo aver frequentato i primi anni delle elementari a Monaco. Il padre,
Zlatan, era un medico affermato nella
sua patria, la Jugoslavia. Ma c’erano
già venti di guerra e con la moglie Snjezana decisero che non ci non sarebbe
stato l’ambiente adatto per crescere
le figlie. Perciò emigrarono, prima in
Germania e poi in Italia. Lui dovette rifare una laurea per poter esercitare la
professione nel nostro Paese, ci riuscì
in brevissimo tempo e, oltre alla medicina tradizionale, è diventato un punto di riferimento, non solo in Trentino,
per l’agopuntura. A Rovereto è nato
un fratellino, Leonard, che sta seguendo con affetto la loro carriera.
Le figlie sono cresciute, diventando
due giovani di grande avvenenza; ma
coltivando anche la passione per la
musica - Ena al violino e Ines al piano
- e badando a farsi una solida cultura.
Terminate le scuole roveretane, si sono iscritte a «Design ed Arti» della Libera Università di Bolzano, e quindi
hanno studiato regia cinematografica
a Praga. Poi a New York al Conservatorio Stella Adler. Nel 2012 un loro cortometraggio è stato selezionato al Festival di Cannes. Nel 2013 sono state
selezionate dalla prestigiosa Film Society del Lincoln Center a New York
come promesse del cinema, entrando
a far parte dell’Artist Academy.
Attualmente vi state dedicando alla personalità di E.J. Epstein, noto per le pubblicazioni sull’assassinio di Kennedy. Come mai proprio lui?
«È da qualche tempo che stiamo co-dirigendo un documentario sulla vita e
brillante carriera del professor Edward
Jay Epstein, giornalista investigativo.
È un documentario che si immerge nella sua vita privata per la prima volta,
seguendolo nella sua ultima grande investigazione su Edward Snowden».
Avete riscosso un grande successo con
videoclip e commercial. Li preferite ai
lungometraggi?
«Si tratta di due generi diversi. Il nostro obiettivo è certamente quello di
girare lungometraggi. La loro complessità offre la possibilità di rappresenta-
Torniamo in Trentino il più
spesso possibile. I nostri genitori
e il fratellino Leonard vivono lì:
come tornare in un angolo
di paradiso dove prendere
un respiro dalla vita americana
re e dare il proprio messaggio alla società che ci circonda».
Pensavate già al cinema, quando eravate alle superiori, a Rovereto?
«Fin da sempre il cinema è stato una
grande passione. Abbiamo iniziato a
fare i nostri primi video e montaggi all’età di 12 e 13 anni. Sempre insieme,
ci piaceva passare ore davanti al computer per imparare a montare i film e
con altrettanta passione andavamo al
cinema o guardavamo film in continuazione. In quel periodo il regista Giacomo Campiotti venne a Rovereto a fare
una miniserie televisiva con Martina
Stella. Cercavano una ragazza che sapesse suonare il pianoforte per una
scena, così ci siamo conosciuti e poi
lui ci invitò sul set diverse volte per
seguire le riprese e guardarlo lavorare con gli attori. È stata sicuramente
un’esperienza che ci ha ispirato molto e se possibile, ha rafforzato il nostro desiderio di fare cinema».
sessi, libertà di parola. Una sede ideale potrebbe essere il Mart».
Pensate alle vostre radici come bosniache, trentine, italiane o americane, vi
sentite cittadine del mondo o siete legate ad alcuni luoghi?
«Siamo nate nel Paese che all’epoca si
chiamava ancora Jugoslavia, e si chiamava ancora così quando l’abbiamo
lasciato. È un periodo di cui abbiamo
pochi ricordi, perché avevamo solo 4
e 5 anni quando l’abbiamo lasciato.
Quindi, in realtà la più grande influenza, i ricordi e l’appartenenza a un luogo sono per la maggior parte legati al
Trentino. Una grande fortuna di un simile destino, se vogliamo, è la possibilità di arricchirsi interiormente in
ciascuno di questi luoghi. In ognuno
di essi abbiamo ottenuto qualcosa di
nuovo, perché non ci si sente mai di
appartenere al 100% da qualche parte. In cambio però si prova una grande sensazione di libertà. È proprio per
C’è un genere di film (ad esempio: commedia, thriller, avventure, ecc.) che vi
attrae particolarmente, e perché?
«Siamo attratte da storie accadute, personaggi reali. Un documentario, come
quello che stiamo girando, parla di storia contemporanea, popolare».
Quali sono i vostri autori cinematografici preferiti?
«La lista è lunga, ma stimiamo il lavoro di Stanley Kubrick, Milos Forman,
Jane Campion e dei fratelli Maysles».
L
a musica continua ad essere importante nella vostra vita, oppure non avete più molto tempo da dedicarle?
«La musica è una presenza
costante nella nostra vita. Negli ultimi
due anni abbiamo suonato alle Nazioni Unite a New York in occasione dell’insediamento del nuovo presidente.
Un’altra volta abbiamo suonato per la
chiusura spettacolare dello show “Electrified” del famoso illusionista americano David Blane, svoltosi ai Chelsea
Peers, “elettricizzandolo” letteralmente tramite delle gigantesche bobine di
Tesla collegate ad un pianoforte e ad
un violino elettrico. Inoltre Ines compone spesso colonne sonore per i nostri lavori commerciali e anche per il
documentario a cui stiamo lavorando».
Avete una idea da suggerire al Trentino
per eventi musicali o cinematografici?
«Rovereto ha già un festival musicale
molto rinomato, il Festival internazionale Mozart, al quale partecipano musicisti di tutto il mondo. Nella musica,
Rovereto è sempre stata una città molto attiva. Per quanto riguarda il cinema, essendo Rovereto famosa come la
città della pace, sarebbe interessante
proporre un festival dedicato ai film e
documentari che si occupano di temi
come conflitti nel mondo, parità dei
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Stiamo co-dirigendo
un documentario sulla vita
e sulla carriera del professor
Edward Jay Epstein, giornalista
investigativo, seguendolo sulle
tracce di Snowden
questo che a New York si sente quell’incredibile energia e la sensazione è
quella di essere nel centro del mondo.
Per rispondere alla domanda: sì, siamo cittadine del mondo».
Quanto spesso vi permettete di tornare
a Rovereto?
«Torniamo a Rovereto il più spesso
possibile. I nostri genitori e il nostro
fratellino Leonard di 9 anni vivono lì e
E
dward J.
Epstein (New
York, 1935) nella foto tra le due
sorelle Talakic
(sotto, con l’attore
«acchiappafantasmi
» Dan Aykroyd) - a
31 anni pubblicò il
suo primo libro
«Inquest» mettendo
in luce le carenze
del rapporto Warren
sull’assassinio di J.
F. Kennedy. Scrisse
anche una
documentata
ricerca sugli
investimenti in
diamanti, secondo
lui destinati a
perdere ogni valore
senza l’accorta
politica di mercato
di De Beers. Il suo
impegno più
recente è un’analisi
delle rivelazioni di
Snowden, che ha
svelato lo
spionaggio Usa e
Uk anche sugli
alleati. In copertina
dell’ultima edizione
del libro sui
diamanti c’è un
ritratto di Ena
Talakic.
sentiamo molto la loro mancanza.
Quando torniamo, è come tornare in
un angolo di paradiso dove possiamo
“rallentare” e prendere un respiro dalla vita frenetica di New York. La lontananza fa molto apprezzare la bellezza
di Rovereto e del Trentino. Ora, quando torniamo, ci sembra di vedere dettagli che prima non notavamo».
S
entimenti e nostalgia: che cosa
provate ricordando Rovereto?
«Rovereto: che ironia della
sorte. Dalla guerra siamo venuti a Rovereto, la città della
Pace… con la sua Campana dei Caduti. Rovereto ha un posto speciale nei
nostri cuori, la consideriamo la nostra
città. Ci siamo cresciute e la nostra famiglia vive lì. Quando ci torniamo, torniamo a casa, e quando torniamo a
New York ritorniamo di nuovo a casa.
Rovereto è stata la città della pace in
tutti i sensi, perché abbiamo avuto una
bella infanzia e un’armoniosa adolescenza, cosa che ha sicuramente influenzato positivamente la nostra vita. Quello che ti determina più tardi
nella vita non è il luogo di nascita, lo è
piuttosto il luogo in cui sei cresciuto,
dove hai stretto le prime amicizie, dove hai incontrato il tuo primo amore,
dove hai pianto e riso, dove avevi tutto ciò che si chiama crescere. Rovereto è per noi tutto questo riunito in un
unico luogo».
Ci sono amici oppure amiche che volete
ricordare, della vostra Rovereto?
«Naturalmente! Abbiamo cari amici a
Rovereto, Trento e Bolzano. Sicuramente - dice Ines - il mio carissimo professore di pianoforte al Conservatorio, Andrea Bambace. Una persona di
grande cuore che mi è stata vicina per
molti anni fino al diploma. Ena invece
ricorda con affetto il professore Andrea Albertani. Ma anche Francesco
Jodice. E le nostre compagne di viaggi in treno da Rovereto/ Trento a Bolzano, Verena e Monica».
Sapete che da qualche anno per l’attività della Film Commission di Trento si fanno molti film anche in Trentino? Potrebbe interessarvi?
«Pensiamo che la bellezza del Trentino non sia stata valorizzata. Conosciamo la Trentino Film Commission, e siamo aperte ad ogni collaborazione».
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