Roma, 23 luglio 2007 COMUNICATO STAMPA Caso Welby, nota del Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica Il prof. Adriano Pessina, Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica, a margine della notizia del proscioglimento del dr. Mario Riccio sul “caso Welby”, ha dichiarato: Il fatto che l'anestesista, dott. Mario Riccio, sia stato prosciolto dall'accusa di 'omicidio del consenziente' va valutato dopo un’attenta lettura della sentenza e dovrà essere compresa facendo riferimento alla congruità con l’ordinamento giuridico esistente. Questa sentenza può mettere la parola fine a una vicenda giudiziaria, ma apre di nuovo la più complessa ed estesa questione delle relazioni tra medico e paziente e della reciprocità di diritti e doveri personali. Il cosiddetto “caso Welby” non è facilmente riconducibile alla questione strettamente giuridica del diritto del paziente di rifiutare i trattamenti e al riconoscimento del valore dell’autodeterminazione del paziente stesso, ma mette in gioco il significato e il valore della relazione medico-paziente e le differenze che esistono tra rifiuto di un trattamento e sospensione di un trattamento già iniziato, e non giudicato né futile né sproporzionato alla situazione clinica. Risulta difficile pensare che il dott. Riccio abbia compiuto il proprio dovere mentre gli altri rianimatori, che si sono rifiutati di attuare la procedura dell’interruzione della ventilazione artificiale, si siano macchiati della colpa di omissione di atti dovuti. In realtà la questione è molto più complessa di quanto possa apparire rispetto a una delega giuridica alla comprensione della prassi medica, impostazione che in questi anni sta introducendo un approccio puramente procedurale alle complesse relazioni di cura e di assistenza. Esiste una questione etica e antropologica che è più estesa della questione giuridica perché pone in evidenza la necessità di trovare criteri condivisi e intersoggettivi per superare il conflitto delle volontà e delle decisioni dei differenti soggetti coinvolti nelle prassi di cura e di presa in carico di pazienti con gravi patologie disabilitanti. Ufficio Stampa ([email protected]) Largo Gemelli, 8 – 00168 Roma Tel. 06 30154442 – Fax 06 3055032