Il Forestale n. 60 - Corpo Forestale dello Stato

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SoCietÀ / Maltrattamento animale
daLLa VioLeNZa SUGLi
aNiMaLi aLLa
PeriCoLoSitÀ SoCiaLe
esiste uno stretto legame tra crudeltà sugli
animali e criminalità
di Luisa Persia
i
l Corpo forestale dello Stato e l’associazione di professionisti LINK-ITALIA hanno
firmato un protocollo di intesa per l’affermazione dei diritti degli animali, il
contrasto di abusi e brutalità alla luce dei risultati degli studi che provano la forte
connessione (LINK, appunto) tra maltrattamento animale e violenza interpersonale,
comportamento deviante e condotte criminose. Il progetto mira a definire il profilo
criminale del maltrattatore di animali. A tal
fine ci si avvarrà del database utilizzato dal
Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli
Animali (NIRDA) e denominato Fascicolo
Accertamento Reati Maltrattamento Animale e
di quello in possesso di LINK-ITALIA.
Negli scenari di violenza su animali, la quasi
totalità dei casi fa rilevare
precedenti penali sia analoghi, sia contro le persone. Le efferatezze
perpetrate rientrano nei campi d’indagine psicologica,
psichiatrica,
sociologica
e
comportano il doveroso intervento anche
sotto il profilo della sicurezza pubblica, oltre
che a tutela degli animali.
L’attività investigativa
Campo d’indagine rilevante per le investigazioni è il web, un universo sconfinato nel quale
confluiscono contenuti da tutto il mondo, e
quindi anche da Paesi che non hanno alcuna
normativa a tutela degli animali. Dal traffico di
cuccioli alla produzione e fruizione di filmati,
come ad esempio i cosiddetti crush video, nei
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quali sono ripresi cuccioli uccisi con ferocia da
persone pagate proprio per questo, fino a siti a
tema sul sesso con animali. I fenomeni più frequenti sono la zooerastia, cioè le pratiche
sessuali tra persone e animali e la bestialità, che
consiste nel filmarsi mentre si infliggono torture agli animali per poi condividere le
immagini sui social network.
A seguito di uno studio nato negli Stati Uniti,
pur con le forti differenze di ordinamento giuridico e realtà sociale rispetto al nostro Paese,
è stato riscontrato che le figure del serial killer e
dello spree killer (omicida d’impulso più difficilmente individuabile o sospettabile a priori)
hanno precedenti di crimini sugli animali.
Molto spesso in questi fatti sono coinvolti
anche minori, di solito con disagi sociali, ad
esempio coloro che hanno subìto violenze, o
che sono stati forzatamente allontanati dai
genitori, o che hanno problemi relazionali o
sessuali e spesso partecipano o assistono a vio-
lenze su animali. La crudeltà
sugli animali praticata da bambini (nei quali si può manifestare
intorno ai sei anni e mezzo di
età) o adolescenti è riconosciuta
scientificamente non solo come
segnale di una potenziale patologia, ma anche come indicatore di
possibili coinvolgimenti in comportamenti antisociali e criminali.
Nella cultura malavitosa la cosiddetta “zoocriminalità minorile”
comporta la partecipazione di
bambini e adolescenti alle violenze su animali, iniziandoli in tal
modo alla vita delinquenziale
attraverso un tirocinio di crudeltà nell’ambito di quella che viene definita
pedagogia nera.
In età adulta la crudeltà verso gli animali è riconosciuta scientificamente come efficace
indicatore di pericolosità sociale e, in ambito
domestico, anche di potenziale violenza su
donne e minori che può sfociare in atti persecutori ed intimidatori.
Grazie alle maggiori conoscenze scaturite dagli
studi, si è delineata la Zooantropologia della devianza, una nuova branca dell’antropologia che
coinvolge discipline come ecopsicologia, ecopedagogia, psicologia evoluzionistica, etologia,
pedagogia e sociologia della devianza, criminologia, vittimologia, psichiatria, psicologia
criminale, scienze investigative e veterinaria.
La crudeltà sull’animale può inoltre rientrare
nel contesto di violenza psicologica sulle persone, quindi essere strumentale all’obiettivo di
procurare sofferenza ad un’altra persona
mediante la violenza fisica perpetrata sull’animale.
risultati degli studi scientifici
Il primo studio effettuato da LINK-ITALIA
nel 2011 comprendeva 278 casi, in 198 dei
quali si conoscevano tutte le variabili. I risultati di questa indagine sono stati confermati da
un successivo studio del 2013, che ha preso in
esame 364 casi link. Ne risulta il parziale profilo del maltrattatore: nel 95% dei casi si tratta di
maschi, di cui il 19% bambini o adolescenti.
Le vittime sono donne nel 55% dei casi, bam30 - Il Forestale n. 83
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bini nel 25%, uomini nel 4%, anziani nel 3%,
il restante 13% raggruppa altre tipologie come
vittime di bullismo o malavita.
Nel 61% dei casi le vittime non si sono allontanate dalla situazione di violenza, o hanno
procrastinato la fuga per non lasciare l’animale
in balìa del persecutore. Invece nel 21% dei
casi la vittima umana è deceduta.
Per quanto riguarda la tipologia di reati contro
le persone con crudeltà su animali, si tratta di
violenza domestica, atti persecutori o vendicativi, molestie sessuali, bullismo e fenomeni di
intimidazione o vendetta nell’ambito della
malavita organizzata.
riscontrabile in casi anche molto diversi tra
loro.
è importante notare come anche atti non particolarmente cruenti possono portare
successivamente alla commissione di reati
gravi, quindi non devono essere sottovalutati
come campanelli d’allarme.
Spesso la crudeltà sugli animali rappresenta un
tirocinio per successive violenze sui propri
simili e la reiterazione della violenza fa aumentare la pericolosità sociale dell’aggressore.
Variabili
La crudeltà fisica sugli animali è stata inserita
nel Disturbo della Condotta nel Manuale dei
Disturbi Mentali dell’American Psychiatric
Association nel 1987, oltre che nella classificazione internazionale dei Disturbi Mentali e
Comportamentali dell’Organizzazione mondiale della sanità del 1996. Questa sindrome
può portare al Disturbo Antisociale di
Personalità o Disturbo da Abuso di Sostanze
quali droghe illegali o legali e, nelle donne, a
Disturbo Depressivo o Ansioso, nel 75% dei
casi. Dall’osservazione dei bambini, l’età in cui
si può manifestare la crudeltà sugli animali è
sei anni e mezzo. In letteratura scientifica l’evoluzione dal maltrattamento animale verso
atti estremi come rapimento, violenza sessuale,
assalti (spree killer), omicidi (serial killer) passa
per l’aggressione, distruzione di cose, piromania, furti con vittima.
Alcuni elementi che caratterizzano il maltrattamento animale sono: la percezione delle
dimensioni fisiche dell’animale, che devono
essere abbastanza piccole da garantire il successo della violenza, ma abbastanza grandi da
soddisfare l’impulso sadico; il collegamento tra
crudeltà su animali e violenza su esseri umani,
fortemente condizionata dalla vicinanza affettiva tra le persone, variabile “trasversale”,
disturbo della condotta
e patologie
Prevenzione
Intervenire già in età infantile può aiutare a
prevenire il degenerare del comportamento
nella adolescenza. Atteggiamenti positivi verso
gli animali o correttivi di comportamenti sbagliati sono molto utili nella fase di formazione.
Negli Stati Uniti le massime autorità di polizia,
sanitarie e psichiatriche hanno pienamente riconosciuto la rilevanza del fenomeno, e l’Italia
segue le linee guida dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità che impone la considerazione nell’ambito di casi giudiziari degli episodi
di maltrattamento animale sotto il profilo psicologico, sociologico, educativo, sanitario e
psicoforense.
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