23 IL CAFFÈ 1. dicembre 2013 (PARENTESI TRA LE AZIENDE Nomen omen. Quello perfetto è corto. Facile da pronunciare, memorizzare e scrivere. Ecco alcuni loghi vincenti gliesempi Nespresso Ikea Google Amazon Skype Il nome della celebre marca svizzera nasce dall’unione delle parole Nestlé ed espresso Iniziali del fondatore Ingvar Kamprad, da Elmtaryd e Agunnaryd, fattoria e villaggio in cui naque il marchio Da “googol”, termine matematico per il numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri Deriva da Amazon River, il fiume più grande del mondo. Sta ad indicare un altrettanto grande business Nasce dalla fusione del termine “sky” (cielo) e “per” abbreviazione di “peer-to-peer” (da pari a pari) V i siete mai chiesti da dove proviene il nome Nespresso? O Google, Ikea e Skype? Marchi che suonano ovvi alle nostre orecchie, ma che a ben guardare non lo sono. Dopotutto, perché mai chiamare una società di telefonia mobile, la BlackBerry, ovvero “mora”? O un’altra, la Apple, che significa “mela”? Come insegnano la storia dell'imprenditoria e le leggi del marketing, se un'impresa non azzecca il nome giusto ha molte meno probabilità di sfondare sul mercato. Il marchio, infatti, rappresenta l'identità di un'azienda ed è il primo elemento che i consumatori notano e ricordano. Chi vuole fondare una società è obbligato, quindi, a dedicare risorse ed energie nella ricerca del nome più appropriato. Già, ma come sceglierlo? “Diciamo subito che è una scelta fondamentale - spiega Gianmarco Galli, fon- LA SCELTA Scegliere il nome giusto non è facile. Il marchio rappresenta l’identità di un’azienda ed il primo elemento che i clienti notano Marchi brevi ...e il successo è assicurato datore e direttore esecutivo dell’agenzia di pubblicità Lapix . Solitamente si opta per nomi abbastanza corti, facili da memorizzare, pronunciare e scrivere. Meglio evitare quelli lunghi o che richiedono lo spelling”. Ikea, ad esempio, è un acronimo formato dalle iniziali del suo fondatore Ingvar Kamprad, seguite da quelle di Elmtaryd e Agunnaryd, cioè la fattoria e il villaggio svedese in cui nacque. Lego, invece, combina le due parole danesi “leg godt”, ossia giocare bene. Jeff Bezos, fondatore di Amazon, voleva un nome che iniziasse per A in modo da comparire in cima ad una qualsiasi lista fatta in ordine alfabetico. Scelse poi il termine Amazon pensando che il nome del fiume più grande del mondo “Amazon River” (Rio delle Amazzoni) potesse essere adatto al suo enorme business. “A livello svizzero, Nespresso è un nome azzeccatissimo, deriva dall’unione di Nestlé ed espresso - ricorda l’esperto -. Ha decisamente colto nel segno in qualsiasi Paese”. Invece, il gigante di Internet, Google, s’è ispirato a “googol”: il termine matematico per il numero rappresentato da un 1 seguito da 100 zeri. I fondatori erano alla ricerca di un nome che potesse significare la capacità di organizzare l'enorme mole di informazioni disponibili sul web. Skype doveva chiamarsi Skyper, risultato della fusione tra sky (cielo) e “per” abbreviazione di peer-to-peer (da pari a pari), ma dato che il dominio era già presente venne scelto di abbreviarlo in Skype appunto. “La scelta del nome viene fatta basandosi su due elementi: il tipo di attività che l’azienda svolgerà ed eventuali idee di partenza sulle quali focalizzarsi - precisa Galli -. È importante valutare l’area di business dell’azienda per fare un’analisi di mercato sull’eventuale concorrenza e una ricerca sui possibili nomi”. I nomi dovranno essere facilmente memorizzabili dalla clientela e rappresentare l’immagine dell’impresa. “Inoltre, si possono scegliere nomi in italiano, inglese o tedesco a seconda di dove si opererà - nota ancora l’esperto -. Inutile scegliere un nome internazionale per un’azienda che si occupa di artigianato locale”. Dunque, accattivanti sì, ma con criterio. c.c.