Marchi brevi ...e il successo è assicurato

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IL CAFFÈ 1. dicembre 2013
(PARENTESI
TRA
LE AZIENDE
Nomen omen. Quello perfetto è corto.
Facile da pronunciare, memorizzare
e scrivere. Ecco alcuni loghi vincenti
gliesempi
Nespresso
Ikea
Google
Amazon
Skype
Il nome della
celebre marca
svizzera nasce
dall’unione delle
parole Nestlé
ed espresso
Iniziali del fondatore
Ingvar Kamprad, da
Elmtaryd e
Agunnaryd, fattoria
e villaggio in cui
naque il marchio
Da “googol”,
termine matematico
per il numero
rappresentato
da 1 seguito
da 100 zeri
Deriva da Amazon
River, il fiume più
grande del mondo.
Sta ad indicare
un altrettanto
grande business
Nasce dalla fusione
del termine “sky”
(cielo) e “per”
abbreviazione di
“peer-to-peer”
(da pari a pari)
V
i siete mai chiesti da
dove proviene il
nome Nespresso? O
Google, Ikea e Skype?
Marchi che suonano
ovvi alle nostre orecchie, ma che
a ben guardare non lo sono. Dopotutto, perché mai chiamare
una società di telefonia mobile,
la BlackBerry, ovvero “mora”? O
un’altra, la Apple, che significa
“mela”? Come insegnano la storia dell'imprenditoria e le leggi
del marketing, se un'impresa
non azzecca il nome giusto ha
molte meno probabilità di sfondare sul mercato. Il marchio, infatti, rappresenta l'identità di
un'azienda ed è il primo elemento che i consumatori notano e ricordano.
Chi vuole fondare una società è
obbligato, quindi, a dedicare risorse ed energie nella ricerca del
nome più appropriato. Già, ma
come sceglierlo? “Diciamo subito che è una scelta fondamentale
- spiega Gianmarco Galli, fon-
LA SCELTA
Scegliere il nome
giusto non è facile.
Il marchio
rappresenta
l’identità di
un’azienda ed il
primo elemento
che i clienti notano
Marchi brevi
...e il successo
è assicurato
datore e direttore esecutivo
dell’agenzia di pubblicità Lapix . Solitamente si opta per nomi
abbastanza corti, facili da memorizzare, pronunciare e scrivere. Meglio evitare quelli lunghi o
che richiedono lo spelling”.
Ikea, ad esempio, è un acronimo
formato dalle iniziali del suo
fondatore Ingvar Kamprad, seguite da quelle di Elmtaryd e
Agunnaryd, cioè la fattoria e il
villaggio svedese in cui nacque.
Lego, invece, combina le due
parole danesi “leg godt”, ossia
giocare bene. Jeff Bezos, fondatore di Amazon, voleva un nome
che iniziasse per A in modo da
comparire in cima ad una qualsiasi lista fatta in ordine alfabetico. Scelse poi il termine Amazon
pensando che il nome del fiume
più grande del mondo “Amazon
River” (Rio delle Amazzoni) potesse essere adatto al suo enorme business. “A livello svizzero,
Nespresso è un nome azzeccatissimo, deriva dall’unione di
Nestlé ed espresso - ricorda
l’esperto -. Ha decisamente colto nel segno in qualsiasi Paese”.
Invece, il gigante di Internet,
Google, s’è ispirato a “googol”: il
termine matematico per il numero rappresentato da un 1 seguito da 100 zeri. I fondatori erano alla ricerca di un nome che
potesse significare la capacità di
organizzare l'enorme mole di
informazioni disponibili sul
web. Skype doveva chiamarsi
Skyper, risultato della fusione
tra sky (cielo) e “per” abbreviazione di peer-to-peer (da pari a
pari), ma dato che il dominio era già presente venne
scelto di abbreviarlo in Skype appunto.
“La scelta del nome viene fatta basandosi su due elementi:
il tipo di attività che l’azienda
svolgerà ed eventuali idee di
partenza sulle quali focalizzarsi
- precisa Galli -. È importante
valutare l’area di business dell’azienda per fare un’analisi di
mercato sull’eventuale concorrenza e una ricerca sui possibili
nomi”.
I nomi dovranno essere facilmente memorizzabili dalla
clientela e rappresentare l’immagine dell’impresa. “Inoltre,
si possono scegliere nomi in italiano, inglese o tedesco a seconda di dove si opererà - nota ancora l’esperto -. Inutile scegliere
un nome internazionale per
un’azienda che si occupa di artigianato locale”. Dunque, accattivanti sì, ma con criterio.
c.c.
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