I TEATRI DEL SACRO A LUCCA
NELLA SECONDA GIORNATA DEL FESTIVAL: TEATRINO GIULLARE,
LA VITA DI PADRE KOLBE IN “LA RADIO E IL FILO SPINATO”
E LA COMICITA’ DI MARGHERITA ANTONELLI IN “SECONDO ORFEA”
ALLE 11.30 GLI ARTISTI INCONTRANO IL PUBBLICO A PIAZZA SAN MICHELE
Lucca 11 giugno – Entra nel vivo la rassegna I TEATRI DEL SACRO, il Festival dedicato ai temi della
spiritualità che per sette giorni fa di Lucca la capitale dello Spirito: in scena 22 spettacoli gratuiti in
prima nazionale assoluta con alcuni tra i più importanti artisti della scena teatrale italiana.
Il primo appuntamento di oggi è alle ore 19 al Teatro San Girolamo con la compagnia TEATRINO
GIULLARE che presenta CANTI DEL GUARDARE LONTANO, l'opera al confine tra teatro e poesia di
Giuliano Scabia che si inoltra con grande ispirazione nel fascino dell'avventura umana alla ricerca
del senso della vita. Nello spettacolo un “cavaliere” parte per un viaggio fra le nuvole, chiedendo
all’umanità di seguirlo in un susseguirsi di incontri onirici fra figure immaginifiche, animali
fantastici e visioni: un percorso sospeso nei nostri desideri e nelle nostre paure.
Un originalissimo racconto “per oggetti” con giochi e trasformazioni teatrali è LA RADIO E IL FILO
SPINATO in scena al Complesso del San Micheletto alle ore 21. La vita ma soprattutto lo spirito
indomito di Padre Massimiliano Kolbe, morto ad Auschwitz e proclamato Santo da Giovanni Paolo
II, sono al centro di uno spettacolo commovente e coinvolgente che lascerà il segno nell’anima
degli spettatori.
Margherita Antonelli, star del programma tv Zelig, veste i panni di una popolana a Gerusalemme
nell’anno 0 in SECONDO ORFEA, un divertentissimo monologo che racconta la nascita e la vita di
Gesù dal punto di vista di una donna semplice ma appassionata che imparerà ad amare questo
Dio-Bambino e la sua “strana famiglia”. In scena al Complesso del San Micheletto alle ore 22.30.
La seconda giornata del Festival si apre con il primo degli incontri fra il pubblico e gli artisti:
appuntamento alle ore 11.30 nella loggia di Piazza San Michele, ingresso libero.
L’accesso a tutti gli spettacoli è libero e gratuito, a causa della grande partecipazione di pubblico è
necessario ritirare venti minuti prima dello spettacolo delle apposite contromarche, fino
all’esaurimento dei posti disponibili.
Informazioni e contatti: www.iteatridelsacro.it - cell. 331.6906345
Ufficio stampa I TEATRI DEL SACRO Marina Saraceno [email protected]
Livia Felicetti 348 2523175 – Elisa Leoni 349 4759464 [email protected]
I TEATRI DEL SACRO - PROGRAMMA MARTEDI’ 11 GIUGNO
Teatro San Girolamo_ore 19
Teatrino Giullare
CANTI DEL GUARDARE LONTANO
di Giuliano Scabia
diretto e interpretato da Teatrino Giullare
scene, oggetti, costumi Cikuska
categoria PROFESSIONISTI/VINCITORE
Teatrino Giullare ci conduce in un viaggio di immaginazioni sul crinale sacro fra passato e futuro, cercando
lontano, dove il sentiero comincia. Uno spettacolo che parla di desideri, di paure, di incontri dentro e fuori di
noi: un viaggio alla ricerca dei significati, della sorgente, dell'eterno, dentro la neve, fra le nuvole; un viaggio
che unisce gli attori ad apparizioni, animali, figure, alternando un impatto visivo contemporaneo con azioni
sceniche, trasformazioni, suono e parola poetica.
Nei Canti del guardare lontano, Giuliano Scabia si inoltra con grande ispirazione nel fascino dell'avventura
umana, dell'esperienza immaginifica alla ricerca del senso della vita e dell'origine. Lo spettacolo è
ambientato sopra il tetto di una casa che è ora rifugio, ora monte, ora vetta celeste su cui avventurarsi per
chi vive all'incrocio dei venti e tenta di salire sui crinali dell'anima e del mondo per vedere, capire e spiccare il
volo. La parola poetica e teatrale di Scabia viene accompagnata da visioni e immagini lucide, guardando agli
equilibri di chi vive tra i tetti, fra i baratri, in balia dei venti. E' un gioco volare-immaginare. Raccontando di
quando si esce e ci si spinge un passo più in là, quando in una notte d'inverno si decide di prendere una
scala e salire sul tetto della propria casa, come una rivoluzione, cercando, sperando di trovare. E può
capitare di incontrare un cavallo alato, parlare con l'Amore, sfiorare stelle e buchi neri.
Complesso San Micheletto_ore 21
369gradi
LA RADIO E IL FILO SPINATO
di e con Roberto Abbiati e Luca Salata
regia Roberto Abbiati
assistente Lucia Baldini
le immagini usate nello spettacolo sono di Lucia Baldini
con un contributo poetico di Mario Vighi
categoria PROFESSIONISTI/VINCITORE
L'ufficiale medico di Auschwitz che fece la puntura di acido fenico per ammazzare padre Kolbe si sentì dire:
“Lei non ha capito nulla della vita, l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea”; come a dire: “Vinco io
anche se mi ammazza”. L'ufficiale qualche anno dopo andò a testimoniare al processo di beatificazione del
padre francescano. Aveva vinto chi era morto. Ma non è una gran soddisfazione morire, è una gran
soddisfazione vivere, e Padre Kolbe aveva vissuto alla grande. Ciclista, radioamatore, missionario in
Giappone, martire e Santo, Padre Kolbe è celebre per il suo spirito forte e ardito e questo spettacolo vuole
celebrare proprio lo spirito, la passione, l’umanità del sacerdote polacco. I personaggi in scena sono: una
radio, con le sue frequenze, la modulazione e lo spettro elettromagnetico, l'ufficiale medico che ammazzò
padre Kolbe, come testimone della sconfitta, e naturalmente Padre Kolbe che, affascinato dalle cose che
vanno oltre, s'appassiona alla radio, e alla speranza. Tutte cose che ha lanciato oltre il filo spinato di
Auschwitz. Uno spettacolo con due attori, uso di oggetti e macchinerie, grandi e piccole marionette che
interagiscono con gli attori e due luci, due lampioni che fanno la luce necessaria a raccontare le miserie e la
grandezza della vita umana. Uno spettacolo che vuole essere un voto per cercare di capire qualcosa della
vita.
Complesso San Micheletto_ore 22.30
Officina Falso Movimento
SECONDO ORFEA, quando l’amore fa miracoli
di Margherita Antonelli e Marco Amato
con Margherita Antonelli
regia Marco Amato
luci Marco Elli
musiche Serafino Tedesi
categoria PROFESSIONISTI/VINCITORE
Questa è la storia di Orfea, una donna che vive a Gerusalemme nell’anno 0. Un tempo difficile per una
donna sola, vedova di un centurione romano al seguito di Ponzio Pilato. Le giornate di Orfea si dividono tra il
tempio, la fontana e quattro chiacchiere con le altre donne. Un giorno viene ad abitare vicino a casa sua una
coppia di giovani sposi. Lei è incinta, si chiamano Giuseppe e Maria. Da quel momento la vita di Orfea non
sarà più la stessa: i giovani sposi la coinvolgono in questo loro vortice, che sarà la vita del loro bimbo, del
quale Orfea si prende cura quando la madre è affaccendata nel quotidiano.
Si instaura fra Orfea e il bambino un rapporto di profondo amore, dove la vita di Gesù è guardata con
amorevolezza e buon senso, da una donna semplice e forte come Orfea. La donna assiste alla crescita di
questo Dio- Bambino, con la curiosità, la dolcezza, la fermezza di molte madri che vorrebbero il meglio per il
loro figlio. Con cipiglio sempre esuberante lei difenderà, sosterrà, criticherà e si addolorerà al seguito di
questo ragazzo, il “suo Gesù”, come una madre attenta e amorevole. Lo ascolterà sulla montagna, lo
difenderà da chi vuole denunciarlo, lo accudirà alla morte, e si rallegrerà di questo Dio che mantiene le
Promesse… sino alla Resurrezione.