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Filippo Medina
li aerei devono il loro fascino all’essere spesso vere e proprie macchine
del tempo, in grado di trasferire una
persona in poche ore in paesi lontani dove il
tempo non è contemporaneo al nostro. Vi sono casi in cui si arriva a destinazione un’ora
prima della partenza, per non parlare della
data line che taglia in verticale l’Oceano Pacifico, per cui ci si ritrova in volo con la data del giorno precedente o, nel senso inverso, si è saltato un giorno. Oltre alla questione dei fusi orari e della jet lag syndrome, di
cui abbiamo già parlato in un precedente numero della rivista (4-8/2002), vi sono validi
motivi per scatenare nel viaggiatore
uno stress psicologico e richiedere al- Alcuni accorgimenti da seguire
cuni “accorgimenti” prima, durante e
dopo il volo per rendere il viaggio ae- prima, durante e dopo il volo
reo meno traumatizzante.
per rendere il viaggio aereo, se
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G
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I VIAGGI
IN AEREO
giunta di una piccola quantità di zucchero.
bibita molto utile è lo yogurt
non un piacere, almeno meno Una
Prima dell’imbarco
(digerito anche da chi non tollera il
L’attesa scatena sempre una reazione traumatizzante!
latte, in quanto contiene enzimi didi ansia, più o meno marcata a segestivi naturali): nello stomaco di
conda del soggetto, ma è innegabile
trasforma in una specie di mastice
che una certa tensione si crea anche a no- ché il gas è costituito da acido carbonico scis- che cede la componente liquida gradualstra insaputa. L’assuefazione, cioè l’uso fre- so (in molte confezioni di acque minerali vi mente. Al senso di pienezza gastrica, si asquente dell’aereo, sembra rappresentare il è la scritta “addizionata con acido carboni- socia quindi una particolare pastosità che
fattore calmante principale più che i far- co”). Solo l’aggiunta di bicarbonato di sodio si oppone al vomito liquido (in caso di mal
effervescente rende l’acqua alcalina. I liqui- d’aereo) ed evita per alcune ore la richiemaci ad azione ansiolitica o sedativa.
L’assunzione di caffeina, sotto forma di di, normalmente, soprattutto se ingeriti ve- sta di liquidi dovuta al particolare clima
caffè, tè o altre bevande (ad esempio la Coca locemente, facilitano l’aerofagia trascinando ambientale artificiale molto secco all’inCola), non è quindi consigliabile prima del- nella deglutizione bolle di aria che si vanno terno dell’aereo.
la partenza, per la sua azione, anche se blan- ad aggiungere alle bollicine di CO2 liberate Ma soprattutto, in attesa di imbarcarsi, è
da, di stimolo psicologico e per favorire l’au- dall’acido carbonico della bibita gassata, che importante mantenere un atteggiamento
mento della frequenza cardiaca e dei valori si espandono per la decompressione in quo- tranquillo, cercando di distrarsi parlando
della pressione arteriosa, che già tendono ta aumentando la sensazione di “aria nello con amici o colleghi, curiosando tra i nespontaneamente ad aumentare per l’e- stomaco” o di “stomaco gonfio”.
gozi dell’aeroporto, leggendo un libro (meL’alcol ha una potente azione di va- glio di una rivista, le cui foto d’effetto posmozione del volo.
Le bibite gassate sono tutte acide, anche socostrizione delle arterie cerebrali, sono costituire uno stimolo psicologico,
quelle acque minerali definite alcaline per- che può durare anche sei ore e che anche se a livello subcosciente).
accentua gli effetti dell’ipossia (riduFilippo Medina ha una lunga esperienza pro- zione di ossigeno) da decompressio- Durante il decollo e in volo
fessionale di medico internista (già clinico uni- ne (in pratica è come se aumentas- L’ascensione rapida in diagonale comversitario e primario medico). Attualmente
se la quota del volo).
porta, soprattutto nella fase iniziale, l’asesercita come specialista di medicina interna
presso il Centro diagnostico italiano e presso Cosa si può quindi bere prima di partire? In sorbimento dell’accelerazione, con un
la Casa di Cura San Pio X di Milano. Svolge realtà la scelta è abbastanza vasta: acque mi- vettore di forza che comprime il passeginoltre un’intensa attività di giornalista medi- nerali naturali, succhi e spremute di frutta, gero contro lo schienale, per cui è meglio
co come responsabile di riviste specialistiche
bibite analcoliche, decaffeinati, deteinati, sopportata se ci si sistema bene con la
ed è collaboratore di numerosi giornali e riviste tra cui Il Giornale, Le Scienze, Nel Blu, Vi- bevande energetiche non frizzanti o, se lo so- schiena e le spalle contro il sedile e la nuno, lasciate sgasare, magari mediante l’ag- ca ben appoggiata allo schienale tenuto
verSani&Belli, In Forma Perfetta.
Durante l’atterraggio
diritto a 90° (a differenza dei cosmonauti che si mettono in posizione sdraiata in
quanto vengono sottoposti a un’ascensione verticale, non diagonale, con un’accelerazione estremamente elevata di alcuni G, la costante di gravitazione, velocità sicuramente non raggiunta dai normali aerei di linea).
Contemporaneamente, si è sottoposti anche a una decompressione rapida e accentuata. Per questo motivo
non dovrebbe affrontare un viaggio aereo
chi abbia praticato attività subacquea nelle dodici ore precedenti come intervallo
minimo di sicurezza. Nei subacquei il ridiscioglimento nel sangue delle bolle gassose accumulate nei tessuti ricchi di grasso (cervello, visceri e sottocute) è relativamente rapido all’inizio, ma molto più lento, fino ad alcune ore dopo l’emersione,
per le microbolle (responsabili però di
gravi danni a livello cerebrale e della retina dell’occhio).
Un’oppressione respiratoria durante il decollo e, seppure in minor misura, durante
il volo, si può verificare nei soggetti asmatici o con rinofaringite, in quanto il vettore
di forza di compressione sul torace diventa attivo in coincidenza della decompressione della salita in quota e la pressurizzazione della cabina. I gas presenti nei polmoni, se risultano difficoltose le vie scambio di adeguamento pressorio con l’esterno
Nella discesa si attua un iter cinetico in fondo opposto all’ascesa: cambia la velocità angolare, si ha una decelerazione, ma non necessariamente un aumento della pressione
ambientale e una riduzione dell’ipossia.
Questi ultimi due parametri, come quello
della temperatura, sono relativi all’aeroporto d’arrivo: basti pensare per esempio a La
Paz o a Città del Messico, situati a un’altezza superiore a quella della cabina dell’aereo,
per cui ci si ritrova in una situazione ambientale di maggiore decompressione, più
marcata ipossia e temperatura più bassa in
confronto a Hong Kong, situati a livello del
mare in ambiente tropicale, dove l’aumento
di pressione e di ossigenazione è massimo e
la temperatura è torrida per la maggior parte dell’anno con un elevato tasso di umidità.
La decelerazione si avverte come un vettore di forza che stacca dal sedile, ma questo senso di scivolare via non determina
particolari sensazioni sgradevoli a livello
del labiato delle orecchie se non quando si
arrestano i tratti di discesa e l’aereo si allinea in volo orizzontale su una quota inferiore (la discesa di un aereo non è infatti continua, se non in casi di emergenza,
ma si attua come su una scala posizionandosi a livelli sempre inferiori). Un ulteriore disagio è dato dalle manovre di
cambio di direzione del moto dell’aero1
Infiammazione della mucosa nasale di natura infettiva o allergica
mobile con accelerazioni angolari e radiali. Le cadute nei vuoti d’aria, pur creando situazioni di disagio, non determinano rilevanti alterazioni circolatorie e sono in genere ben tollerate. In base a sperimentazioni effettuate su animali sottoposti a decelerazioni molto elevate, si è visto che le vene
giugulari e profonde del collo effettuano
un’ottima azione di suzione, in modo da neutralizzare onde di rimbalzo circolatorio a livello cerebrale. Per questa ragione occorrerebbe il consiglio di lasciare libero il collo,
slacciandosi il colletto e allentando il nodo
della cravatta durante l’atterraggio.
Nella discesa si avvertono molto di più,
rispetto all’ascesa, i disturbi alle orecchie. Con l’aumento della pressione i gas
contenuti nella cavità dell’orecchio, anziché
dilatarsi si riducono di volume, esercitando
un risucchio a livello del timpano: questo, ritraendosi, provoca dolori più o meno forti,
finché non si ristabilisce la comunicazione
con la faringe. È quindi nella discesa che le
manovre di apertura della tromba di Eustachio (canale che collega la cavità dell’orecchio medio con la faringe) risultano utili.
La manovra di Valsala è la più nota,
ma anche la più pericolosa: consiste
in un’espirazione forzata con la bocca
e il naso chiusi. Si determina così un aumento della pressione all’interno delle vie
respiratorie che si trasmette alla faringe e
riesce ad aprire forzatamente l’ostio della
tromba di Eustachio.
A parte il rischio di far arrivare batteri e virus dalle prime vie respiratorie all’interno
delle orecchie, l’aumento della pressione
intratoracica ostacola il ritorno venoso del
sangue al cuore, induce un aumento brusco del liquor cerebrale o può causare una
sincope per riflesso vasovagale. Più sicura
è la manovra di Toynbee (deglutizione di
saliva con bocca e naso chiusi).
I bambini sono favoriti e soffrono meno di
dolori alle orecchie durante la discesa in
quanto hanno l’angolo di entrata della
tromba di Eustachio meno acuto rispetto
all’adulto.
La presenza di un raffreddore, allergico o
di altra natura, peggiora i disturbi da discesa dell’aereo, per cui si consiglia di attenuarne l’entità con gocce o spray appositi
non appena viene annunciato l’inizio delle
manovre di atterraggio.
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(narici chiuse, ostruzione delle trombe di
Eustachio ecc.), si espandono alle quote di
volo anche del 25-30%, aumentando la
pressione aerea nei polmoni e peggiorando
notevolmente l’attività respiratoria.
Se si è portatori di infiammazioni ai denti
o alle orecchie, il volo aereo può scatenare
forti disturbi. Per evitare aerodontalgie
(dolori ai denti da compressione di aria), in
caso di trattamenti odontoiatrici in corso
sarà bene fare medicazioni aperte, mentre
le otturazioni definitive in genere non causano disturbi.
Le otiti e le sinusiti, conseguenti a riniti1,
possono essere evitate con uno spray (meglio non pressurizzato) o gocce nasali, molto meglio che non con le caramelle cosiddette allarga-respiro.
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