Per il momento saltate le parti evidenziate in giallo. Per venerdì fate l’esercizio 1 e le prime 8 frasi dell’esercizio 2, saltando la 6. Venerdì portate la stampa degli esercizi, che ne facciamo altri insieme La subordinata completiva infinitiva Osserviamo le seguenti frasi: 1.a. Helvetii constituerunt cum proximis civitatibus pacem et amicitiam confirmare. (Caes.) 1.b. Helvetiis licet concilium totius Galliae ad diem certam indicere. (Caes.) 2.a. Legati Caesari nuntiaverunt Helvetios per provinciam nostram iter facere. (Caes.) 2.b. Ad magistratuum Thebanorum aures statim pervenit exules in urbem venisse. (Nep.) Tutte queste frasi sono caratterizzate dalla presenza di un verbo principale e di un infinito, di cui ricordiamo che, essendo una forma nominale del verbo, svolge la funzione sintattica di un sostantivo. In queste frasi lo troveremo in funzione di soggetto e di oggetto. Analizziamole nel dettaglio. 1.a. Il verbo principale constituerunt costituisce un nucleo a due argomenti col nominativo Helvetii e l’infinito confirmare in funzione di oggetto; l’infinito a sua volta regge gli accusativi pacem et amicitiam e l’espansione cum proximis civitatibus. Nell’albero collocheremo l’infinito a destra, nella posizione dell’oggetto: Helvetii----- constituerunt----- confirmare----- pacem et amicitiam | cum proximis civitatibus Traduzione: “Gli Elvezi stabilirono di confermare gli accordi di pace e amicizia con le popolazioni confinanti”. 1.b. Il verbo principale, licet “è permesso”, è definito impersonale, nel senso che è usato sempre alla terza persona singolare e l’azione che esprime non è attribuita a un soggetto definito; in realtà il soggetto è costituito dall’infinito indicere, che a sua volta regge l’accusativo concilium e il sintagma preposizionale ad diem certam. Licet costituisce dunque un nucleo a due argomenti, con l’infinito in funzione di soggetto e il dativo in funzione di termine. Nell’albero collocheremo l’infinito, con le sue dipendenze, a sinistra, nella posizione del soggetto: indicere----- concilium | | ad diem + certam totius Galliae ----- licet ----- Helvetiis Traduciamo: “Agli Elvezi è permesso indire a una data stabilita un’assemblea di tutta la Gallia”. Nelle frasi del secondo gruppo al posto di un semplice infinito abbiamo una frase subordinata, caratterizzata dal verbo all’infinito e dal soggetto all’accusativo.. 2.a. Il verbo principale, nuntiaverunt, costituisce un nucleo a tre argomenti, col nominativo legati e una subordinata infinitiva in funzione di oggetto, che chiameremo pertanto oggettiva (costituita dal verbo facere, dal soggetto all’accusativo Helvetios e dall’oggetto iter, che regge a sua volta l’espansione per provinciam nostram), e infine un termine in dativo. Nell’albero la collocheremo, evidenziata con un riquadro, a destra, nella posizione dell’oggetto. Caesari Legati nuntiaverunt Helvetios----- facere----- iter | per provinciam + nostram Per introdurla, inseriremo in italiano il connettore “che”, che in latino non c’è: “Gli ambasciatori annunciarono a Cesare che gli Elvezi facevano un cammino attraverso la nostra provincia (cioè: attraversavano la nostra provincia)”. 2.b. Il verbo principale pervenit è alla terza persona singolare; è assente un nominativo singolare. Dunque sarà il costrutto infinitivo a svolgere la funzione di soggetto. Anche in questo caso si tratta di una subordinata infinitiva, che chiameremo soggettiva, col verbo all’infinito perfetto venisse e il soggetto all’accusativo exules. exules----- venisse-----in urbem ----- pervenit ----- ad aures | statim | magistratuum Thebanorum Traduciamo: “Subito giunse agli orecchi dei magistrati tebani che gli esuli erano arrivati in città”. Le infinitive sono caratterizzate dai seguenti elementi: Il soggetto, di norma sempre espresso, all’accusativo. Il verbo all’infinito. Il tipo di verbo della sovraordinata che le introduce. Il soggetto all’accusativo Il soggetto all’accusativo è forse l’aspetto più evidente del costrutto dell’infinitiva. Ovviamente, col soggetto all’accusativo concordano attributi e apposizioni, e i participi dei predicati che hanno forma perifrastica: Octavianus putat Liviam pulchram esse. “Ottaviano ritiene che Livia sia bella”. Il soggetto all’accusativo di norma non viene mai sottinteso, contrariamente all’italiano o ad altre subordinate latine. Il soggetto viene espresso nell’infinitiva attraverso un pronome personale, anche quando è lo stesso della reggente, mentre l’italiano in questo caso usa prevalentemente la forma implicita: Scio me paene incredibilem rem promettere. (da Caes.) “So di promettere (in forma esplicita: so che io prometto) una cosa quasi incredibile”. Se il soggetto è una terza persona, esso viene espresso dal pronome riflessivo se, nel caso in cui sia lo stesso della sovraordinata: Verres dixit se in senatu quaestorem exspectare. (da Cic.) “Verre disse che lui (cioè Verre, il soggetto) aspettava il questore in senato”. Se il soggetto dell’infinitiva riprende un nome di terza persona presente nella sovraordinata diverso dal soggetto di questa, viene espresso mediante l’accusativo di is, ea, id: Pompeius magnis itineribus ad Antonium contendit atque, ubi eum adpropinquare cognovit, in idoneo loco copias conlocavit. (Caes.) “Pompeo si diresse verso Antonio a marce forzate e quando seppe che questi si avvicinava, dispose le truppe in un luogo adatto.” Attenzione: Nelle infinitive l’accusativo dunque può indicare due elementi normalmente distinti: il soggetto e l’oggetto. Sarà il contesto a dirimere le eventuali ambiguità. Cur igitur praedicas te heri me vidisse? hac noctu in portum advecti sumus. (da Plaut.) “Perché dici che ieri mi hai visto? Siamo arrivati in porto stanotte”. In questa battuta di una commedia di Plauto sia il soggetto (te) che l’oggetto (me) sono espressi all’accusativo, ma sia il contesto (un personaggio ha appena detto di aver visto l’altro) sia la posizione (te precede me) rendono chiare le funzioni dei due pronomi (rispettivamente soggetto e oggetto). Quando il contesto non consente di evitare l’ambiguità, troveremo un costrutto passivo: Cicero putabat a Pompeio Caesarem superari. “Cicerone pensava che Cesare fosse superato da Pompeo”. In alcuni casi il pronome se non ha funzione di soggetto dell’infinitiva, ma indica la costruzione riflessiva del verbo: Nemo ignorat Coriolanum ad Volscos se recepisse. (da Liv.) “Nessuno ignora che Coriolano si rifugiò dai Volsci.” Ferunt post cenam cum matre adulescentes somno se dedisse. (da Cic.) “Raccontano che dopo cena i giovani si addormentarono (lett. “si diedero al sonno”). Troviamo in accusativo anche gli eventuali elementi nominali con funzione predicativa che accompagnano l’infinito semplice (soggettivo) retto da verbi o espressioni impersonali: Licet esse otiosum. (da Cic.) “E' lecito essere ozioso (stare in ozio).” I tempi verbali: la consecutio temporum dell’infinito Attraverso i tempi dell’infinito viene specificato il rapporto temporale relativo dell’infinitiva rispetto alla frase reggente: l’infinito presente esprime un rapporto di contemporaneità, l’infinito perfetto di anteriorità, l’infinito futuro di posteriorità. Osserviamo la tabella: Cicero dicit, dixit Contemporaneità Anteriorità Posteriorità hostes advenire. hostes advenisse. hostes adventuros esse. Cicero dicit, dixit Contemporaneità Anteriorità Posteriorità Caesarem a populo laudari. Caesarem a populo laudatum esse. Caesarem a populo laudatum iri (o posse laudari). Attenzione: L’infinito futuro passivo è raro, e viene spesso sostituito da una forma perifrastica formata da posse (per il valore di possibilità, e quindi di realizzabilità nel futuro, che ha il verbo possum) e l’infinito presente passivo: Caesar putabat id bellum celeriter confici posse. (da Caes.) “Cesare riteneva che quella guerra sarebbe stata conclusa (lett.: “poteva essere conclusa”) in fretta”. Ovviamente, col verbo sum la posteriorità si può esprimere con la forma alternativa di infinito futuro fore: Hostes in perpetuum se fore victores confidebant. (Caes.) “I nemici confidavano che sarebbero stati sempre vincitori. Le forme perifrastiche costruite col verbo sum (predicato nominale, infinito futuro attivo, infinito perfetto passivo) spesso omettono la componente esse: Quinctius Nevii auxilium sibi paratum putabat. (Cic.) In questa frase la traduzione “Quinto pensava approntato per sé l’aiuto di Nevio” non dà un senso soddisfacente. Bisogna ipotizzare che al participio paratum sia sottinteso il verbo esse e che si tratti di un infinito perfetto passivo: Quinctius Nevii auxilium sibi paratum esse putabat. (Cic.) “Quinzio pensava che l’aiuto di Nevio fosse a sua disposizione (lett. fosse pronto per lui)”. Lo stesso può avvenire con l’infinito futuro: Principes Britanniae neminem in Britanniam transiturum (esse) confidebant. (Caes.) “I capi britanni erano fiduciosi che nessuno sarebbe passato in Britannia”. Attenzione quindi a ricostruire correttamente la forma ellittica. Esercizio 1 In queste infinitive manca il verbo: inseriscilo tu secondo le indicazioni, concordando col soggetto all’accusativo (opportunamente evidenziato) le eventuali parti nominali. Quindi indica il rapporto di consecutio temporum che si viene a creare con la frase reggente. Non importa tradurre. 1. Traianus voluit columnam, rebus suis gestis descriptam, in foro ___________________ (erigo, pres.pass.) 2. Horatius declarat artem poeticam picturae similem ________________________ (sum, pres.) 3. Cicero scribit Archimedis sepulcrum stirpibus vepribusque _____________________ (celo, perf.pass.) 4. Dux declarat hostes obsides _____________________ (do, perf.att.) 5. Ulixes narravit se multos annos per omnia maria ___________________________ (erro, perf.att.) La traduzione Possiamo rendere l’infinitiva in forma esplicita o in forma implicita. Resa in forma esplicita La forma esplicita è introdotta dal connettore “che”; il verbo è: all’indicativo in dipendenza da verbi o locuzioni come “dire, sapere, è certo ecc.”, che presentano l’azione della subordinata come un dato di fatto; al congiuntivo in dipendenza da verbi o locuzioni come “credere, ordinare, è giusto” ecc. che presentano l’azione della subordinata non come un dato oggettivo, ma come frutto di ipotesi, desiderio, ordine. La resa in forma esplicita richiede che i tempi verbali dipendano dal tempo della frase reggente per rendere correttamente il rapporto di consecutio. Osserviamo il seguente schema: Contemporaneità Sovraordinata al presente o al futuro Caesar dicit (dicet) hostes advenire Cesare dice (dirà) che i Caesar dicit (dicet) nemici si avvicinano hostes vinci Sovraordinata al passato hostes Cesare disse che i Cesar dixit hostes vinci nemici si avvicinavano Cesare dice (dirà) che i nemici sono vinti Cesar dixit advenire Cesare disse che nemici erano vinti Anteriorità Sovraordinata al presente o al futuro Cesar dicit (dicet) Cesare dice (dirà) che Caesar dicit (dicet) hostes advenisse i nemici si sono hostes victos esse avvicinati Sovraordinata al passato Cesar dixit hostes Cesare disse che i Caesar dixit nemici si erano hostes victos esse advenisse avvicinati Posteriorità Sovraordinata al presente o al futuro Caesar dicit (dicet) Cesare dice (dirà) che i Caesar dicit (dicet) hostes adventuros esse nemici si hostes (victum iri) posse vinci avvicineranno Sovraordinata al passato Caesar dixit Cesare disse che i Caesar dixit hostes hostes adventuros esse nemici si sarebbero (victum iri) posse vinci avvicinati i Cesare dice (dirà) che i nemici sono stati vinti Cesare nemici vinti disse che i erano stati Cesare dice (dirà) che i nemici saranno vinti Cesare disse che i nemici sarebbero stati vinti Attenzione: Osserviamo che per rendere la posteriorità rispetto a un tempo passato, l’italiano usa il condizionale passato. In questo caso, inoltre, non è mai ammessa la forma implicita. Resa in forma implicita La forma implicita ha il verbo all’infinito introdotto dalla preposizione “di” al presente in caso di contemporaneità, al passato in caso di anteriorità. Si può usare in italiano se c’è identità di soggetto tra sovraordinata e subordinata (“Anna dice di studiare due ore al giorno”), oppure se il soggetto della subordinata coincide con un elemento del nucleo della subordinata (“Giorgio ha detto ad Anna di trovarsi all’appuntamento alle tre”): (Scipio) Africanus suo cognomine declarat tertiam partem orbis terrarum se subegisse. (Cic.) “(Scipione) l’Africano col suo soprannome dichiara di aver sottomesso la terza parte del mondo”. I verbi introduttivi Il terzo elemento che caratterizza le infinitive è il tipo di verbo che le può introdurre. Vediamo dunque ora quali sono le categorie di verbi che possono reggere una subordinata infinitiva. Oggettive Possiamo aspettarci un’infinitiva oggettiva in dipendenza da: Verbi di affermazione (verba dicendi o declarandi) Dico Suadeo Iuro Nuntio Dico Persuado Giuro Annuncio Domitius in consilio pronuntiat Pompeium celeriter subsidio venturum esse. (Caes.) “Domizio in assemblea dichiara che Pompeo verrà prontamente in aiuto.” Verbi di volontà (verba voluntatis) volo, nolo, malo statuo iubeo cogo veto, prohibeo Desidero, voglio, non voglio, preferisco Decido, stabilisco Ordino, comando costringo Proibisco, vieto Omnes rem publicam salvam esse cupiebant. (da Cic.) “Tutti desideravano che lo stato fosse salvo”. Verbi di opinione e di conoscenza (verba sentiendi) Scio Puto Duco Fido So Penso, ritengo Ritengo Ho fiducia Scio me asinum fuisse. (Cic.) “So di essere stato un asino”. Verbi di percezione e sentimento (verba affectuum) video audio Gaudeo Doleo Suscenseo Spero vedo sento Mi rallegro Sono addolorato Sono sdegnato Spero Omnes homines gaudent beneficium suum late patere. (Sen.) “Tutti gli uomini si rallegrano che una loro buona azione sia ampiamente manifesta.” Soggettive Possiamo aspettarci un’infinitiva soggettiva in dipendenza da: Verbi impersonali constat licet decet dedecet oportet si sa è lecito, è possibile conviene non conviene bisogna Minime decet iuventutem nostram adsuefacere libidini praetorum. (Liv.) “Non è affatto decoroso che la nostra gioventù si abitui al capriccio dei pretori”. Predicati nominali formati da sum alla terza singolare + aggettivo neutro singolare, sostantivo o avverbio iustum est verisimile est lex est fama est satis est necesse est è giusto è verisimile è legge è fama è sufficiente è necessario, è inevitabile Fama est aram esse in vestibulo templi. (Liv.) “Si sa (è fama) che nel vestibolo del tempio ci fosse un altare”. In dipendenza da verbi di percezione (vedere, sentire, ascoltare ecc.) si è conservata in italiano la struttura latina: “Guardavo la pioggia cadere”, “Ti ho sentito arrivare”. In questi casi, potremmo quindi rendere “a calco” in forma implicita: Universi Epaminondam concidere viderunt. (Nep.) “Tutti videro Epaminonda cadere”. Il verbo iubeo, “ordinare” che, come sappiamo, regge l’infinitiva, ammette una resa alternativa a quella appena studiata: o Se l’infinito è attivo: Caesar milites castra ponere iussit. Lett. “Cesare ordinò che i soldati ponessero l’accampamento.” L’italiano preferisce considerare il soggetto dell’infinitiva come il destinatario del comando, risolvendo così: “Cesare ordinò ai soldati di porre l’accampamento.” o Se l’infinito è passivo: Caesar castra poni iussit. Lett.: “Cesare ordinò che l’accampamento fosse posto.” L’italiano preferisce volgere il verbo all’attivo, senza esprimere il destinatario del comando: “Cesare ordinò di porre l’accampamento.” Anche il verbo cogo, “costringere”, regge l’infinitiva: Caesar Nervos in deditionem venire coegit. (da Caes.) Lett.: “Cesare costrinse che i Nervi si arrendessero (lett. “venissero alla resa”). L’italiano preferisce considerare il soggetto dell’infinitiva come l’oggetto del verbo, e rendere l’oggettiva con l’infinito preceduto da “a…”: “Cesare costrinse i Nervi ad arrendersi”. Esercizio 2 Con l’aiuto del dizionario controlla la costruzione dei seguenti verbi (o locuzioni) e ripartiscili tra le diverse tabelle riportate sopra: saranno per te importanti strumenti di consultazione. Nego, insimulo, opto, sino, , trado, respondeo, spondeo, maereo, comperio, despero, confido, me fugit, desidero, expedit, aequum est, me iuvat, facinus est, tempus est, spes est, cupio, opto, constituo, decerno Esercizio 3 Nelle seguenti frasi sottolinea il verbo che regge le infinitive e specifica se queste sono soggettive o oggettive; quindi traduci. 1. Populum Romanum servire fas non est. (Cic.) 2. Di immortales populum Romanum omnibus gentibus imperare cupierunt. (Cic.) 3. Sed necesse est me totum rei publicae naufragium exponere (Cic.) 4. Pompeiani animadverterunt cohortes ad munitiones excubare. (Caes.) 5. Sub vesperum Caesar portas claudi militesque ex oppido exire iussit. (Caes.) 6. Oportet te saeptum esse caritate et benevolentia civium, non armis. (Cic.) 7. Indici deinde finitimis spectaculum Romulus iubet. (Liv.) 8. Caesar sciebat Pompei clientelas in Hispania magnas esse (Caes.) 9. Tullus sciebat pie bellum indici posse. (Liv.) 10. Rerum scriptores Masinissam cum ingenti equitatu venisse tradunt. (da Liv.) 11. Omnia ad Caesarem mitti sciebam. (Cic.) 12. Germanos in Galliam transire aequum non erat. (Caes.) 13. Hanc decisionem mediocrem et tenuem esse invenietis. (Cic.) 14. Facinus est vinciri civem Romanum. (Cic.) 15. Tempus est nos de illa perpetua, non de hac exigua vita cogitare. (Cic.) 16. Spes est aliquando populum Romanum patrum similem fore. (Cic.) 17. Video, patres conscripti, in me omnium vestrum ora atque oculos esse conversos. (Cic.) 18. Romulum oppressisse Albam Longam, validam urbem et potentem, Amuliumque regem interemisse dicunt. (Cic.) 19. Vetus est opinio, iudices, insulam Siciliam totam esse Cerei et Liberae consecratam. (Cic.) 20. Sine ulla dubitatione iuravi rem publicam atque hanc urbem mea unius opera esse salvam. (Cic.) Esercizio 4 Nelle seguenti frasi completa le infinitive, inserendo il verbo all’infinito in modo che rispetti il rapporto di consecutio indicato fra parentesi; quindi traduci. Attenzione: dovrai usare se il senso lo richiede, la forma passiva. 1. Spero semper iuvenes senum praeceptis ________________________ (obtemperare, poster.). 2. Iustum est iuvenes antiquos poetas ___________________________ (lego, contemp.) 3. Caesar sciebat Gallos a Romanis _______________________ (vinco, poster.) 4. Hannibal iuravit se cum populo Romano semper hostis ____________ (sum, post.) 5. Consul confirmavit se nihil contra voluntatem senatus ________________ (ago, post.) 6. Omnes sciebant Iugurtham __________________ (vinco, anter.) et Romam ________________ (duco, poster.) a Romano exercitu. 7. Horatius dicebat Graeciam, a Romanis captam, victorem ferum _________________ (capio, anter.) 8. Homerus in Odyssea scribit Polyphemum ferum Cyclopem ________________ (sum, contemp.) 9. Omnes sciunt unum Polyphemi oculum ab Ulixe ________________ (obcaeco, anter.) 10. Cicero comperit Catilinam magnam coniurationem contra rem publicam _________________ (facio, anter.) 11. Sallustius dicit in suo libro omnes scelestos homines se ______________________ (congrego, anter.) contra Romanorum libertatem. 12. Senatus decrevit omnes victores imperatores triumphum _________________ (celebro, poster.) sollemni pompa. Esercizio 5 Fai l’albero e traduci la seguenti frasi scegliendo la forma implicita o esplicita a seconda che il contesto lo richieda. 1. Virgis te caedi necesse erit. (Cic.) 2. Placet exercitum patrio more lustrari. (Curt.) 3. Cupiebam me longam epistulam facere, sed prae cura non poteram. (Cic.) 4. Pompeius rem ad arma deduci studebat. (Caes.) 5. Caesar scalas parari militesque armari iubet. (Caes.) 6. Metellus iubet omnes perfugas vinctos adduci. (Sall.) 7. Fabius putabat famam nominis sui pacaturam Aequos, seque pacem Romam tulisse. 8. Dictator claudi tabernas tota urbe iubet. (Liv.) 9. Hannibal imperavit venenatas serpentes vivas colligi easque in vasa fictilia conici. (Nep.) 10. Scribit ad me frater omnia sua per te unum sustineri. (Cic.) 11. Persuadent mathematici terram in medio mundo sitam quasi puncti instar obtinere. (Cic.) 12. Senatores equites ordini senatorio dignitate proximos concordia coniunctos esse cupiunt. (Cic.) 13. Viri boni nonnulli putaverunt tuto se in senatu esse non posse. (Cic.) 14. Infans constitutionem suam novit: animal esse se sentit. (Sen.) 15. Vos enim haec audire cupio. (Cic.) 16. Imber custodes vigilesque subfugere in tecta coegit. (Liv.) 17. Epaminondas a Thebanis morte multatus est, quod eos coegit apud Leuctra superare Lacedaemonios. (Nep.) 18. Neque tibicinam cantare audio. 19. Audisti Q. Minucium dicere domi suae habitavisse Antiochum regem Syracusis. 20. Bacchidem ab nostro affine exire video. (Ter.) 21. Heraclitum studiose audiebam contra Antiochum disserere. (Cic.) 22. Saepe audivi poetam bonum neminem sine inflammatione animorum exsistere posse. (Cic.) 23. Parasitum tuum video currere. (Plaut.) 8. Uxorem tuam neque gemere neque plorare audivimus. (Plaut.) 24. Caesar milites iubet paulisper intermittere proelium ac tantum modo tela emissa excipere seque ex labore recipere. (Caes.) 25. Stulti subito in senectutem necopinantes inciderunt, accedere eam cotidie non sentiebant. (Sen.)