IT4010018 PROVINCIA DI PIACENZA Parco Fluviale del Trebbia I siti della rete europea Natura 2000 in provincia di Piacenza SIC IT4010007 PIACENZA IT4010016 IT4010019 Roccia Cinque Dita IT4010005 0 01 IT4 1 01 IT4010017 IT4010004 IT4010006 IT4010002 IT4010013 Il sito comprende il gruppo montuoso Roccia Cinque Dita - Groppo IT4010012 IT4010008 Parco dello Stirone e del Piacenziano IT4020003 IT4010007 IT4020008 IT4010003 Sidoli, tra le valli del Nure e del Ceno e tra le province di Piacenza e Parma. Si trova a circa mille metri di quota in ambienti appenninici sommitali, sia pure distanti dalla cresta principale. Le rocce, ofiolitiche, sono costituite prevalentemente da serpentiniti e diabasi inserite in un contesto montano ad elevato grado di naturalità per scarsa antropizzazione. Autorità di gestione designata per l’esecuzione delle attività: Provincia di Piacenza Organismo responsabile dell’informazione: Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna I numeri della biodiversità Codice: IT4010007 Area: 21 ha Altezza slm: min. 965 m - max 1092 m Competenze amministrative nel SIC: Enti che detengono la competenza ad approvare un progetto, un intervento o un’attività. Competenze gestionali del SIC: Province di Piacenza e di Parma o, in caso di trasferimento delle loro funzioni, Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia occidentale. 5 habitat di interesse comunitario, di cui 1 prioritario. 12 specie floristiche di interesse conservazionistico, di cui 5 endemiche italiane. 4 i rettili di importanza comunitaria. 3 le specie di anfibi di interesse conservazionistico, di cui 1 endemica italiana. 3 quelle di uccelli di importanza comunitaria. 4 le specie di mammiferi di importanza conservazionistica. 1 specie di insetti di prioritaria importanza comunitaria. Gli ambienti rupestri e di prateria sono i più frequenti, mentre i boschi veri e propri sono poco diffusi e ammantano la porzione basale della Roccia Cinque Dita con una sottile cintura di faggeta che tende a lasciare spazio a boschi misti di quercia e Carpino nero. Compare una flora rara e specializzata (serpentinofite) le cui specie o entità sottospecifiche si sono differenziate per adattamento morfofisiologico ad un substrato particolarmente selettivo e per la quale il sito presenta caratteristiche di area-rifugio. La flora è tipicamente dominata dalla Minuartia del serpentino, una pianta estremamente specializzata, che assieme alla Stregona del serpentino in Emilia-Romagna è da considerarsi esclusiva degli affioramenti dell’Appennino piacentino e parmense. Legate agli ambienti ofiolitici sono pure la Felcetta lanosa e la Costolina appenninica. I boschi offrono ospitalità all’Anemone trifoliata e a diverse specie di flora nemorale, quali le polmonarie e le primule. La fauna, pur non presentando un popolamento particolarmente ricco, offre elementi di sicuro interesse conservazionistico. Il sito ospita una popolazione di Geotritone di Strinati, specie endemica italiana e tutelata dalla Comunità Europea, così come la Rana dalmatina. Sul terreno nidifica il Succiacapre, un uccello dalle abitudini crepuscolari e notture, mentre l’elusiva Averla piccola costruisce grossi nidi tra i rami di alberi e arbusti. I boschi aperti e gli arbusteti sono terreno di caccia del Ferro di cavallo minore, del Pipistrello di Savi e del Pipistrello nano. Foto. La Sassifraga solcata (Saxifraga exarata), rara nel Sito, vegeta sugli affioramenti ofiolitici. Foto G. Bracchi La rete europea Natura 2000 è un sistema organizzato di aree (siti) destinato a preservare la biodiversità presente sul territorio dell’Unione Europea e in particolare a tutelare habitat e specie animali e vegetali rari e minacciati. L’aspetto innovativo di Natura 2000 è il fatto che oggetto della tutela non è un semplice insieme di territori isolati tra loro, ma un vero e proprio sistema di aree (rete) pensato per ridurre l’isolamento degli habitat e fornire alle specie adeguati collegamenti ecologici. Questa Rete trae origine da due Direttive comunitarie: la 92/43/CEE “Habitat” e la 79/409/ CEE “Uccelli” (sostituita dalla 2009/147/CE), che chiamano gli Stati dell’Unione a individuare sul proprio territorio Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le due Direttive intendono rimediare allo stato di frammentazione in cui versano gli ambienti naturali e seminaturali del territorio europeo, sottoposti a pressioni antropiche di varia natura. Proteggere le specie a rischio e gli habitat che le ospitano vuol dire garantire il mantenimento a lungo termine della biodiversità. L’individuazione dei Siti in Italia è stata affidata, ciascuna per il proprio territorio, alle singole Regioni con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente. 16 sono i siti Natura 2000 in provincia di Piacenza: 13 SIC e 3 SIC-ZPS. Le specie rilevate di importanza conservazionistica Le indagini conoscitive adottate per la Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposiderus) redazione delle Misure Specifiche di Conservazione e dei Piani di Gestione hanno restituito dati scientifici su una serie di habitat e specie vegetali e animali considerati “di importanza conservazionistica” in base a criteri definiti da Direttive e Convenzioni internazionali, Liste Rosse, Leggi regionali e nazionali, endemismi, in funzione della rarità, della vulnerabilità e del rischio di estinzione. Geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii) Flora. Anemonoides trifolia subsp. brevidentata, Armeria marginata, Asplenium cuneifolium subsp. cuneifolium, Calamagrostis corsica, Euphorbia spinosa subsp. ligustica, Festuca inops, Fritillaria montana, Minuartia laricifolia subsp. ophiolitica, Notholaena marantae subsp. marantae, Robertia taraxacoides, Saxifraga exarata, Stachys recta subsp. serpentini. Fauna. Callimorpha quadripunctaria, Hierophis viridiflavus, Zamenis longissimus, Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Bufo bufo, Rana dalmatina, Speleomantes strinatii, Caprimulgus europaeus, Lullula arborea, Lanius collurio, Rhinolophus hipposideros, Hypsugo savii, Pipistrellus pipistrellus, Crocidura leucodon. Foto A. Ambrogio Foto A. Ambrogio Averla piccola (Lanius collurio) Foto A. Ambrogio La Costolina appenninica (Robertia taraxacoides), è una pianta endemica italiana. Foto G. Bracchi Spillone traslucido (Armeria marginata) Foto G. Bracchi Info web www.provincia.pc.it Gli obiettivi e le azioni di conservazione Tra il 2011 e il 2012 la Provincia di Piacenza si è fatta carico di studiare tutti i siti di propria competenza in quanto Ente gestore e di analizzarne le vulnerabilità al fine di produrre misure di conservazione a tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario, come previsto alla Direttiva 92/43/ CEE Habitat. Tra gli obiettivi: conservare gli habitat di elevata valenza quali quelli di ambiente rupestre ofiolitico, di greto e di prateria arida; conservare le specie animali e vegetali individuate secondo disposizioni regionali e comunitarie; migliorare le conoscenze sulla biodiversità; informare, condividere e concertare le scelte gestionali con cittadini e stakeholder. Nello specifico, le misure di conservazione comprendono da una parte direttive e regolamentazioni, dall’altra azioni di gestione a tutela delle specie e degli habitat di interesse conservazionistico. Le direttive e le regolamentazioni hanno la funzione di normare attività, opere e interventi particolarmente critici per la conservazione della biodiversità, affinchè possa essere evitato un significativo disturbo delle specie e il degrado degli habitat: per esempio, la raccolta della flora, il transito con mezzi motorizzati, l’immissione di specie alloctone, la caccia, la pesca, le pratiche silvocolturali, il taglio e la raccolta della legna. Trattasi di regolamentazioni già presenti nella normativa di settore e di alcuni accorgimenti atti a preservare ambienti e specie particolarmente vulnerabili o rari in Europa. Le azioni di gestione sono riferite a interventi attivi, programmi di monitoraggio e ricerca, azioni di informazione e sensibilizzazione ai cittadini e ai fruitori dell’area, attività di educazione ambientale nelle scuole. Gli interventi attivi prevedono azioni per migliorare lo stato di conservazione delle specie e degli ambienti, quali ad esempio: realizzare zone umide per la riproduzione degli anfibi, individuare i confini con tabelle perimetrali e apporre cartellonistica informativa, realizzare studi di fattibilità per migliorare la funzionalità ecologica dei fiumi. I programmi di monitoraggio e ricerca sono volti essenzialmente ad approfondire le conoscenze sulle specie più elusive e più fragili tra quelle ospitate in questi ecosistemi. Attraverso azioni di sensibilizzazione, educazione e informazione, infine, si vuole incrementare il livello di conoscenza sulle specie e sugli habitat.