IT4010018 PROVINCIA DI PIACENZA I siti della rete europea Natura 2000 in provincia di Piacenza SIC IT4010012 Val Boreca, Monte Lesima Autorità di gestione designata per l’esecuzione delle attività: Provincia di Piacenza Organismo responsabile dell’informazione: Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Il sito è localizzato nell’alta Val Trebbia e presenta le più spiccate Parco Fluviale del Trebbia PIACENZA IT4010016 IT4010019 IT4010005 0 01 IT4 1 01 IT4010017 IT4010004 IT4010006 IT4010012 IT4010013 IT4010008 Parco dello Stirone e del Piacenziano IT4020003 IT4010002 IT4010007 IT4020008 IT4010003 caratteristiche di naturalità di tutta la provincia di Piacenza. Si caratterizza per gli imponenti rilievi dei monti Cavalmurone (1670 m), Chiappo (1699 m), Alfeo (1651 m) e Lesima (1725 m), tutti con cime relativamente piatte, emergenti con grandi dislivelli tra profonde e boscose incisioni. Queste montagne, disposte a semicerchio aperto verso Est, custodiscono la profonda valle del torrente Boreca e dei suoi numerosi affluenti, isolando una vera e propria microregione. La vallata, grazie alla sua posizione geografica (versante emiliano dello spartiacque dei fiumi Scrivia e Trebbia, lontano dalle grandi vie di comunicazione), conserva una natura relativamente integra, in cui le scarse attività umane si inseriscono armoniosamente. I numeri della biodiversità Codice: IT4010012 Area: 4725 ha Altezza slm: min. 500 m - max 1725 m Competenze amministrative nel SIC: Enti che detengono la competenza ad approvare un progetto, un intervento o un’attività. Competenze gestionali del SIC: Provincia di Piacenza o, in caso di trasferimento delle sue funzioni, Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia occidentale. 14 habitat di interesse comunitario, di cui 4 prioritari. 35 specie floristiche di interesse conservazionistico, di cui 4 endemiche italiane. 2 specie ittiche di importanza comunitaria. 9 i rettili di importanza conservazionistica. 6 le specie di anfibi, tra cui 2 endemismi italiani. 4 quelle di uccelli, tutte di importanza comunitaria. 12 le specie di mammiferi di importanza conservazionistica, di cui 1 di prioritaria importanza comunitaria. 4 le specie di insetti di interesse conservazionistico, di cui 2 di prioritaria importanza comunitaria. L’ area è ricca d’acqua, ha elevata copertura boschiva e, sul piano cacuminale, vaste zone prative in parte ancora tenute a pascolo. Predominano le formazioni boschive di caducifoglie: querceti misti in cui si rinvengono essenze arboree poco comuni quali il Cerro sughera e il Tiglio nostrano, nuclei di castagneti in parte abbandonati, faggete d’alto fusto, impianti di conifere; sono presenti brughiere e praterie d’altitudine; corpi d’acqua interni con acque correnti e stagnanti, affioramenti rocciosi. La flora è quantomai varia e offre una concentrazione di entità floristiche la cui presenza riveste un rilevante significato biogeografico e conservazionistico. I boschi ospitano diverse specie di particolare interesse: qui vegeta l’Aconito screziato, specie rara e localizzata segnalata in poche località montane del piacentino e del modenese; l’Anemone trifoliato, segnalato in regione solo sull’Appennino piacentino; il Ranuncolo botton d’oro, le orchidee Coralloriza e Orchide pallida, il Giglio martagone, il Fior di stecco, il candido Bucaneve e le Campanelle comuni. Le praterie in primavera e in estate sono costellate dalle splendide fioriture di ben sette specie di orchidee: l’Orchidea candida, l’Orchide dei pascoli, l’Orchide bruciacchiata, l’Ofride dei fuchi, il Barbone adriatico, il Celoglosso e la rarissima Nigritella comune. Diverse anche le specie di genziana che, assieme all’Arnica, una specie segnalata in regione solo sull’Appennino piacentino e parmense, e al Botton d’oro, definiscono il quadro degli straordinari colori dei prati. Negli ambienti umidi e lungo i corsi d’acqua emergono le gialle fioriture della Calta palustre e, nelle forre umide, vegeta la rara felce Asplenio delle fonti. La rete europea Natura 2000 è un sistema organizzato di aree (siti) destinato a preservare la biodiversità presente sul territorio dell’Unione Europea e in particolare a tutelare habitat e specie animali e vegetali rari e minacciati. L’aspetto innovativo di Natura 2000 è il fatto che oggetto della tutela non è un semplice insieme di territori isolati tra loro, ma un vero e proprio sistema di aree (rete) pensato per ridurre l’isolamento degli habitat e fornire alle specie adeguati collegamenti ecologici. Questa Rete trae origine da due Direttive comunitarie: la 92/43/CEE “Habitat” e la 79/409/ CEE “Uccelli” (sostituita dalla 2009/147/CE), che chiamano gli Stati dell’Unione a individuare sul proprio territorio Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le due Direttive intendono rimediare allo stato di frammentazione in cui versano gli ambienti naturali e seminaturali del territorio europeo, sottoposti a pressioni antropiche di varia natura. Proteggere le specie a rischio e gli habitat che le ospitano vuol dire garantire il mantenimento a lungo termine della biodiversità. L’individuazione dei Siti in Italia è stata affidata, ciascuna per il proprio territorio, alle singole Regioni con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente. 16 sono i siti Natura 2000 in provincia di Piacenza: 13 SIC e 3 SIC-ZPS. La fauna si presenta particolarmente ricca in funzione delle caratteristiche di naturalità e integrità degli Asplenio delle fonti (Asplenium fontanatum) Foto G. Bracchi ambienti. Il sito è regolarmente frequentato da due predatori al vertice della catena alimentare: il Lupo, animale estremamente elusivo e timoroso dell’uomo, e la rara e maestosa Aquila reale. I boschi ospitano il Cervo volante, tipicamente nei querceti, e il Cerambice del faggio, due grossi coleotteri di importanza comunitaria, mentre la Falena dell’edera, di prioritaria importanza comunitaria, ne frequenta i margini. Tra i mammiferi, il Moscardino, un grazioso ghiro dalle abitudini arboricole e diverse specie di pipistrelli tra cui l’Orecchione bruno, il Barbastello e la Nottola di Leisler. Nei torrenti vivono il Barbo canino e il Vairone, due specie che prediligono acque limpide e ben ossigenate, mentre gli ambienti circostanti ospitano la Natrice viperina, la Natrice tassellata e la Natrice dal collare, tre innoque bisce. Le zone umide presentano diverse specie di anfibi, tra cui spiccano la Salamandrina dagli occhiali e la Rana appenninica, due specie endemiche dell’Appennino italiano. In ambienti di tipo ipogeo si trova il Geotritone di Strinati, in EmiliaRomagna presente solo nelle province di Piacenza e di Parma. Le specie rilevate di importanza conservazionistica Felce del calcare (Gymnocarpium robertianum) Foto G. Bracchi Salamandrina dagli occhiali ( S alamandr ina perspicillata (terdig itata) ) Foto A. Ambrogio Arnica (Arnica montana) Foto G. Bracchi Info web www.provincia.pc.it Le indagini conoscitive adottate per la redazione delle Misure Specifiche di Conservazione e dei Piani di Gestione hanno restituito dati scientifici su una serie di habitat e specie considerati “di importanza conservazionistica” in base a criteri definiti da Direttive e Convenzioni internazionali, Liste Rosse, Leggi regionali e nazionali, endemismi, in funzione della rarità, della vulnerabilità e del rischio di estinzione. Flora. Aconitum variegatum subsp. variegatum, Anemonoides trifolia subsp. brevidentata, Aquilegia atrata, Arnica montana subsp. montana, Asplenium fontanum subsp. fontanum, Calamagrostis corsica, Caltha palustris, Coeloglossum viride, Convallaria majalis, Corallorhiza trifida, Daphne mezereum, Festuca inops, Galanthus nivalis, Gentiana acaulis, G. asclepiadea, G. lutea subsp. lutea, Gymnocarpium robertianum, Hieracium grovesianum, Himantoglossum adriaticum, Leucojum vernum, Lilium bulbiferum subsp. croceum, L. martagon, Narcissus poëticus, Nigritella nigra subsp. hellicani, Ophrys holosericea subsp. holosericea, Orchis pallens, O. ustulata subsp. ustulata, Phyllitis scolopendrium subsp. scolopendrium, Pseudorchis albida, Pulmonaria apennina, Quercus crenata, Ranunculus auricomus, Saxifraga paniculata, Traunsteinera globosa, Trollius europaeus subsp. europaeus. Fauna. Callimorpha quadripunctaria, Lucanus cervus, Proserpinus proserpina, Rosalia alpina, Barbus meridionalis, Leuciscus souffia muticellus, Coronella austriaca, Hierophis viridiflavus, Natrix maura, N. natrix, N. tessellata, Zamenis longissimus, Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Vipera aspis, Bufo bufo, Rana italica, Speleomantes strinatii, Mesotriton alpestris, Salamandra salamandra, Salamandrina perspicillata (terdigitata), Aquila chrysaetos, Circaetus gallicus, Pernis apivorus, Lanius collurio, Canis lupus, Rhinolophus hipposideros, Barbastella barbastellus, Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Myotis daubentonii, Nyctalus leisleri, Pipistrellus kuhlii, P. pipistrellus, Plecotus auritus, Eliomys quercinus, Muscardinus avellanarius. Gli obiettivi e le azioni di conservazione Tra il 2011 e il 2012 la Provincia di Piacenza si è fatta carico di studiare tutti i siti di propria competenza in quanto Ente gestore e di analizzarne le vulnerabilità al fine di produrre misure di conservazione a tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario, come previsto alla Direttiva 92/43/ CEE Habitat. Tra gli obiettivi: conservare gli habitat di elevata valenza quali quelli di ambiente rupestre ofiolitico, di greto e di prateria arida; conservare le specie animali e vegetali individuate secondo disposizioni regionali e comunitarie; migliorare le conoscenze sulla biodiversità; informare, condividere e concertare le scelte gestionali con cittadini e stakeholder. Nello specifico, le misure di conservazione comprendono da una parte direttive e regolamentazioni, dall’altra azioni di gestione a tutela delle specie e degli habitat di interesse conservazionistico. Le direttive e le regolamentazioni hanno la funzione di normare attività, opere e interventi particolarmente critici per la conservazione della biodiversità, affinchè possa essere evitato un significativo disturbo delle specie e il degrado degli habitat: per esempio, la raccolta della flora, il transito con mezzi motorizzati, l’immissione di specie alloctone, la caccia, la pesca, le pratiche silvocolturali, il taglio e la raccolta della legna. Trattasi di regolamentazioni già presenti nella normativa di settore e di alcuni accorgimenti atti a preservare ambienti e specie particolarmente vulnerabili o rari in Europa. Le azioni di gestione sono riferite a interventi attivi, programmi di monitoraggio e ricerca, azioni di informazione e sensibilizzazione ai cittadini e ai fruitori dell’area, attività di educazione ambientale nelle scuole. Gli interventi attivi prevedono azioni per migliorare lo stato di conservazione delle specie e degli ambienti, quali ad esempio: realizzare zone umide per la riproduzione degli anfibi, individuare i confini con tabelle perimetrali e apporre cartellonistica informativa, realizzare studi di fattibilità per migliorare la funzionalità ecologica dei fiumi. I programmi di monitoraggio e ricerca sono volti essenzialmente ad approfondire le conoscenze sulle specie più elusive e più fragili tra quelle ospitate in questi ecosistemi. Attraverso azioni di sensibilizzazione, educazione e informazione, infine, si vuole incrementare il livello di conoscenza sulle specie e sugli habitat.