Cap. VI PROPAGAZIONE DELLE PIANTE ORNAMENTALI Tipi di propagazione. AGAMICA o MOLTIPLICAZIONE: avviene senza l’intervento dei gameti utilizzando porzioni di pianta. Consente di ottenere individui tutti uguali TIPI DI fra loro e identici alla pianta madre (salvo PROPAGAZIONE l’insorgenza di eventuali mutazioni gemmarie). TALEA: legnosa, semilegnosa e erbacea PROPAGGINE MARGOTTA ORGANI VEGETATIVI VARI: bulbi, rizomi,… INNESTO MICROPROPAGAZIONE GAMICA o RIPRODUZIONE : avviene mediante il seme che è il risultato di un atto gamico. I semenzali sono molto difformi fra di loro a causa della eterogeneità del polline e del rimescolamento genetico che avviene alla meiosi durante la formazione dei gameti. Propagazione gamica o riproduzione. Si riproducono per seme (Fig….) le essenze Graminacee e Leguminose prative (fatta qualche eccezione come la Sagina subulata che si propaga per divisione delle zolle erbose), la > parte delle piante erbacee annuali e biennali, molte perenni, numerose bulbose e alcune piante arbustive e legnose. Epoca di semina: • fine inverno - inizio primavera per le erbacee annuali. • tarda primavera - inizio estate per le biennali e molte perenni. • tardo autunno o inizio inverno per le legnose ed erbacee “alpine” che germinano meglio dopo che i semi hanno subito la “vernalizzazione”. Nel caso di semina all’aperto gioca un ruolo fondamentale, sulla scelta dell’epoca migliore, la temperatura di germinazione in quanto le specie che germinano a temperature più basse posso essere seminate precocemente (autunno-inverno - inizio primavera) mentre quelle che vogliono un livello termico tellurico maggiore dovranno essere seminate in tarda primavera - estate. Dose di seme e densità di semina Dipende dal numero dei semi che sono contenuti in un grammo (es. si può andare dai 70000/g nel caso della Begonia semperflorens, ai 6000/g della Bellis perennis, ai 900/g di Primula elatior, ai 200/g di Zinnia elegans e ai 6/g di Acanthus mollis). Nel caso di semine troppo fitte è necessario provvedere a diradarle, per evitare la “filatura”, attraverso la ripicchettatura (in vasettini o contenitori alveolari o dischi di torba) quando hanno 2 - 4 foglioline. Luogo di semina La semina può essere fatta all’aperto (direttamente sul posto o in semenzaio freddo) oppure in serra (in cassoni e bancali, in singoli vasetti o in apposite seminiere). Il primo tipo di semina si fa per specie rustiche (o anche quelle fittonanti che mal sopportano i trapianti) e in primavera-estate, il secondo tipo si esegue per specie più delicate ed esigenti. La semina diretta a dimora si può eseguire: • “a spaglio” (o alla volata) per piantine di modesto sviluppo e tolleranti una elevata fittezza (es. Alisso, Portulaca, essenze prative). • in file regolari per piantine (es. Cosmea, Elicriso, Tagete..) che non tollerano fittezze di semina e per consentire di eseguire taluni interventi colturali (sarchiatura..). • a postarelle per specie vigorose (es. rampicanti come i Piselli odorosi o i Nasturzi). La semina in semenzaio all’aperto o in cassoni freddi (eventualmente coperti con fogli di polietilene fino alla emergenza delle piantine e oltre) è possibile solo per le specie che sopportano il trapianto a radice nuda. La semina in serra in ambiente riscaldato può essere fatta: • a fine inverno per specie a crescita rapida (Tagete, Salvia splendida, Agerato); • a gennaio o addirittura nel tardo autunno per le specie a lenta crescita (Begoniette, Coleus, Lobelia). Profondità di semina Dipende soprattutto dalle dimensioni del seme ed è influenzata anche da altri fattori (es. i semi di Impatiens poiché germinano meglio in presenza di luce non vanno interrati). Di norma i semi più minuti vanno leggermente interrati (2 - 3 mm) mentre quelli più grossi richiedono di essere interrati un po’ di più (in genere vanno coperti con una quantità di terriccio non maggiore del doppio del loro spessore). Ripicchettatura: è una operazione che si rende necessaria per ridurre una eccessiva fittezza delle piantine nate sui cassoni o sulle seminiere poste sui bancali della serra. Per evitare tale operazione esistono macchine seminatrici di precisione capaci di seminare singolarmente i semi confettati o distribuiti su speciali nastri in appositi contenitori alveolari (paperport).. Trapianto: è necessario quando la semina non viene fatta direttamente a dimora ma in semenzaio freddo o caldo nelle serre. Il trapianto può essere fatto a radice nuda (“strappando” delicatamente le piantine alte 10 15 cm dal substrato opportunamente annaffiato in precedenza) oppure con il pane di terra (nel caso di semine singole in contenitori alveolari o vasetti singoli). Il trapianto con il pane di terra, anche se più costoso, fornisce risultati migliori poiché la piantina non subisce traumi radicali. Le erbacee annuali si trapiantano a dimora da aprile a giugno in funzione del clima e della specie. Le erbacee biennali e perenni più rustiche che non temono i rigori invernali si possono trapiantare a fine estate-autunno per avere una loro fioritura nella primavera-estate successive. Le distanze di trapianto variano in funzione della specie e varietà: per le specie a taglia piccola (Begoniette, Lobelia, Salvia splendida nana, Zinnie,..) variano da 20 - 30 cm, mentre per le specie più alte (es. Rudbechia, Salvia splendida alta, Zinnie alte,….) oscillano tra i 40 - 50 cm. Propagazione agamica. Può essere effettuata con diverse modalità: a) Talea: è una porzione di pianta capace di emettere radici e foglie per ricostituire un nuovo individuo. Distinguiamo i seguenti tipi di talee: 1) Talee erbacee - Talea di foglia (Fig….): è costituita da una foglia giovane con il relativo picciolo messa in apposito substrato a radicare (es. la Violetta africana (Saintpaulia), la Begonia ad eccezione della Begonia rex, il Papiro, molte piante grasse (come i gen. Crassula, Echeveria, Sedum, Sempervivum), la Peperomia, la Glossinia). Le foglie vanno prelevate (in qualsiasi periodo dell’anno) preferibilmente nella zona mediana della pianta, evitando di recidere foglie centrali o periferiche. La base di queste talee viene poi trattata con ormoni rizogeni (ANA o IBA in talco o soluzione idroalcolica) e quindi posta in un substrato (miscuglio di sabbia e terriccio) ben drenato (per evitare sviluppo di marciumi basali) a radicare. E’ consigliabile una volta piantate tutte le talee trattarle con una soluzione fungicida antimarciume. L’ambiente di moltiplicazione deve essere caldo-umido e luminoso (Impianti di mist). In condizioni ottimali la radicazione avviene in genere nell’arco di 3 - 6 settimane e si svilupperà una nuova vegetazione.In alcuni casi al posto della foglia intera possiamo utilizzare come talea porzioni di essa (es. Sansevieria,…). Nel caso della Begonia rex la lamina fogliare va incisa con dei tagli in corrispondenza delle nervature fogliari e poi andrà appoggiata su un substrato umido. In corrispondenza di tali incisioni avverrà la radicazione e la produzione di nuove piantine. - Talea di foglia e di gemma (Fig….): in questo caso la foglia con il picciolo è provvista di una gemma all’ascella (es. Rododendro, Azalea, Limone). - Talea di germoglio (Fig….): si prepara nei mesi estivi recidendo (con un taglio obliquo) con uno strumento ben affilato apici provvisti di 4 - 5 coppie di foglie, senza fiori (poiché questi hanno potere inibente la radicazione . Le talee vanno trattare con polvere ormonica (ANA o IBA) ed eventualmente con un fungicida antimarciume e quindi messe a radicare su un substrato riscaldato di perlite o terriccio e sabbia. L’ambiente deve essere caldo - umido (per ridurre la traspirazione) e luminoso (Impianti di mist). La temperatura dell’aria deve essere < a quella del substrato per impedire lo sviluppo delle gemme prima della formazione delle radici. A radicazione avvenuta si tende gradualmente a riabbassare la temperatura basale per favorire l’indurimento delle radici. Contemporaneamente anche la nebulizzazione viene ridotta e sostituita con in parte l’irrigazione. Le talee di germoglio sono usate per: Gerani, Crisantemi, Delphinium, Philadelphus, Uva spina, Garofani, piante da appartamento (es. Filodendri, Singonium, Pothos, Dracene, Cordyline), piante aromatiche (Cedrina, Rosmarino, Salvia, Alloro,…). Nel caso del Geranio le talee di germoglio si prelevano in agosto (talora anche in aprile) asportando punte con almeno 3 foglie ben formate di cui la più bassa va eliminata. Quindi si tratta alla base con un radicante ormonico e si mettono a radicare nel substrato di sabbia e terriccio in ambiente caldo umido e luminoso. In 20 gg avviene la radicazione. Per alcune specie (Miseria o Tradescanzia, Edera, Violetta africana, Filodendri, Dieffenbachia,..) i germogli possono essere messi a radicare in acqua (“talee in acqua”). 2) Talee semilegnose (Fig….): in tal caso il germoglio è parzialmente lignificato e provvisto di foglie. Si preleva in estate. La base viene sempre trattata con ormone rizogeno e quindi viene infissa sul substrato di sabbia e torba situato su un ambiente caldo-umido e luminoso. Si moltiplicano per talea semilegnosa molte specie tra cui: arbusti sempreverdi (Aucuba, Azalea, Bosso, Camelia, Edera, Lauroceraso, Ligustro, Pittosporo, Evonimo, Viburno……) numerose conifere (Chamaecyparis, Juniperus, Thuja,…), arbusti spoglianti da fiore (Ortensia,..) 3) Talee legnose (Fig….): in questo caso il germoglio è completamente lignificato (ramo). le talee si prelevano in inverno, si trattano alla base con ormoni rizogeni e si mettono a radicare in cassoni riscaldati in ambiente caldo - umido. Si propagano per talea legnosa invernale l’Abelia, il Cotogno, la Rosa, l’Ortensia, il Salice, la Spirea, la Weigelia e molti altri arbusti. Nel caso della Rosa si prelevano in autunno, dopo la caduta delle foglie, dei rami (eliminando le parti non ben lignificate) che vengono tagliati talee lunghe circa 30 cm. Per ogni talea si lasciano solo due gemme apicali, quindi si tratta la base con ormone rizogeno (IBA) e con un fungicida e si mettono a radicare inserendo la loro base per circa 20 cm in un substrato di torba e perlite situato in ambiente protetto. Nell’autunno dell’anno successivo saranno pronte le barbatelle per essere prelevate e messe a dimora. N.B. Alcune specie si possono propagare per talea di radice (es. alcune erbacee perenni come il Phlox decussata; alcune piante legnose come le Acacie, gli Olmi, il Rhus typhina, i Tigli, la Paeonia, l’Anemone japonica, il Papaver orientalis…) che consiste nel prelevare porzioni di radici lunghe 3 - 6 cm e porle a radicare in un substrato collocato in serra calda.. b) Micropropagazione o propagazione in vitro (Fig….): consiste nel prelievo in asepsi di cellule o tessuti (es. apici..) che messi in appositi substrati in speciali fitotroni sono capaci di originare un nuovo individui identici fra di loro e alla pianta madre. Considerati gli alti costi richiesti da questa tecnica e l’elevata professionalità che richiede, il suo utilizzo è limitato a situazioni particolari (es. risanamento di varietà virosate di altissimo pregio commerciale). c) Propaggine o margotta ad archetto (Fig….) consiste nell’interrare la parte mediana (piegatura ad u più una leggera incisione, in corrispondenza della quale si formeranno le radici e un nuovo germoglio) di un ramo lungo e flessibile (senza fiori e opportunamente defogliato) e lasciando fuoriuscire la parte terminale del ramo stesso che viene tenuta verticale con un sostegno. Nell’effettuare la curvatura bisogna fare attenzione a imprimere una piegatura stretta nel punto basale in modo che comprima i vasi e impedisca il passaggio della linfa elaborata che, ristagnando, stimola congiuntamente all’eziolatura la formazione di radici e di un nuovo germoglio. Il terriccio intorno alla zona di propaggine deve essere mantenuto costantemente umido. Oltre alla propaggine semplice si può ricorrere alla propaggine multipla quando il ramo molto lungo e flessibile subisce più curvature ad U che daranno più germogli radicati. L’epoca migliore per eseguire la propaggine è l’autunno - inverno per le caducifoglie e l’autunno e la primavera per le sempreverdi. La propaggine è molto usata per specie rampicanti, per il Rhus cotinus, per il Corniolo, per taluni Aceri, il Philodendron scandens, lo Scindapsus (= Pothos) aureus, Hedera elix… d) margotta di ceppaia (Fig….): consiste nel potare drasticamente la pianta madre in finanza del suolo e successivamente nel ricoprire con terreno umido e gradualmente i germogli che vengono emessi in modo che dalla loro base eziolata vengano emesse delle radici avventizie. La tecnica viene iniziata in primavera per avere alla fine dell’estate dei germogli radicati. si possono moltiplicare con tale metodo la Cydonia, il Lillà, i Susini ornamentali,… e) margotta aerea (Fig….): consiste nell’applicare in maggio - luglio intorno ad un ramo dritto di un anno o su un germoglio parzialmente lignificato, generalmente anulato o inciso (specie se di grosso Ø) e privato delle foglie, un involucro di polietilene (possibilmente trasparente per verificare la formazione delle radici) contenente terreno o altro materiale convenientemente inumidito, in modo da provocare l’emissione delle radici sopra la zona anulata o incisa (in cui si ha ristagno di linfa elaborata). Dopo la radicazione la barbatella viene recisa con un taglio praticato sul ramo al di sotto delle radici. Nella zona anulata o incisa dove dovranno essere emesse le radici conviene cospargervi della polvere di ormone rizogeno. Dopo circa 2,5 mesi la margotta è pronta cioè la barbatella ha radicato. Si possono propagare per margotta il Ficus elastica, l’Hamamelis, il Limone, l’Osmanthus,…. f) Innesto: consiste nell’unione di porzioni di piante diverse per costituire un nuovo individuo. Si ricorre ad esso quando vogliamo moltiplicare per via agamica le specie che non riescono a radicare per talea o margotta o propaggine. Esistono moltissimi tipi di innesto ma nel settore ornamentale quelli più usati sono: a) innesto a gemma o a T o a scudetto (fig….): può essere: -a gemma vegetante: se lo scudetto contenente la gemma, con una porzione di tessuto legnoso e il moncone del picciolo fogliare, viene prelevato in giugno (quando essa è in vegetazione) e immediatamente inserito facendo una incisione a T sul soggetto e divaricandone i lembi. Ai fini dell’attecchimento è molto importante che ci sia un contatto fra i cambi dei due bionti oltre che la necessaria affinità istologica. Dopo l’inserzione dello scudetto l’innesto va chiuso con appositi nastri gommati (non è necessario l’impiego di mastice). Se l’innesto attecchisce la gemma dello scudetto produrrà un germoglio. A quel punto provvederemo ad asportare la porzione di ramo sopra il nuovo germoglio con un taglio sopra il punto di innesto. E’ poco meno usato di quello a gemma dormiente per diversi motivi (difficoltà di prelievo dello scudetto dai rami in via di formazione, scarsa conservabilità in frigo,..). - a gemma dormiente: se lo scudetto viene prelevato e innestato in settembre. In questo caso poiché lo sviluppo della gemma dormiente avverrà solo nella primavera successiva, per controllare se l’innesto è attecchito o meno basterà, dopo l’abscissione delle foglie del portainnesto, fare una leggera pressione sul moncone residuo del picciolo fogliare: se questo si distacca sotto una leggera pressione vuol dire che l’innesto è attecchito, diversamente se persiste l’innesto è fallito. L’innesto a gemma dormiente è molto usato per la rosa dove gli scudetti vengono prelevati a metà estate sugli steli appena sfioriti. b) innesto a triangolo o a intarsio (Fig….): è usato per molte rosacee. c) innesto a spacco laterale (Fig….): in questo caso il portainnesto va inciso a 6 - 8 cm dal terreno con un taglio obliquo scendendo per 3 - 4 cm verso il basso; con un altro taglio, inferiormente, si asporta un cuneo di legno, la cui forma andrà ripresa nel taglio della marza. Ad attecchimento avvenuto si asporta con un taglio sopra il punto d’innesto il ramo portainnesto. Si propagano per innesto a spacco laterale le Azalee, i Rododendri……. g) organi vegetativi vari: - bulbi: Tulipano, Gigli, Narciso, Giacinto, Clivia, Fritillaria, Lilium,… (Fig….) - bulbo-tubero: è una specie di fusto racchiuso da foglie squamiformi. Es: Gladiolo, Croco….(Fig….) - tuberi: caladium (Fig….) - radici tuberose: Begonia tuberhybrida, Anemone, Ranunculus, Cyclamen (nel ciclamino le radici tuberose sono considerate tuberi), Gloxinia,.. (Fig….) - rizomi: mughetto, alcune Orchidee (Cattleya, Odontoglossum,…), Calle (Zantedeschia), le Canne da fiore (Canna hybrida)….. (Fig….) - stoloni: Chlorophytum comosum, Saxifraga stolonifera,.. (Fig….) - polloni radicali: Bromeliacee e Cactacee (Fig….) - cespi frazionati: Saintpaulia ionantha, Gerbera, Cortaderia (= Gynerium), talune Felci.. (Fig….)