Studentesse universitarie criticano l`utilizzo della Barbie “a favore” di

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Studentesse universitarie criticano l’utilizzo della Barbie “a favore” di una cura
dimagrante: è un modello sbagliato.
“Quella pubblicità è di cattivo gusto”
Singolare protesta contro una vetrina di una farmacia del centro
BRESSANONE. Singolare protesta di un gruppo di studentesse universitarie davanti ad
una farmacia in pieno centro città. Obiettivo delle critiche la vetrina del negozio, dove
troneggiavano una serie di bambole “Barbie” a pubblicizzare una cura dimagrante.
“Una pubblicità di cattivo gusto – affermano le studentesse – visto l’aumento costante di
casi di bulimia e anoressia tra le ragazze”. Le “Barbie” non possono essere prese a
modello come ideale di bellezza, è la conclusione.
Le studentesse hanno applicato un manifesto davanti alla vetrina, per rimarcare quella che a
loro dire è “una pubblicitá poco seria”.
“Le bambole in esposizione sono accompagnate da una scritta che recita «Non dovete
diventare una Barbie, però…», ad attirare lo sguardo dei passanti e a sottolineare un ideale di
bellezza che rappresenterebbe successo e fortuna sociale”, afferma Maria Pircher, una delle
studentesse della facoltà brissinese.
Ma queste ultime ricordano come tale ideale venga ad essere pagato talvolta a caro prezzo. Ed
a sostegno della propria opinione portano i dati che parlano di “un uno per cento di donne che
nei paesi industrializzati sono soggette ad anoressia, mentre il 75 per cento si è sottoposta ad
una regolare dieta almeno una volta nella propria vita”. “Le persone sono soltanto il loro
corpo?”, si chiedono infine le studentesse.
La protesta ha avuto luogo giovedì scorso, davanti alla vetrina della farmacia e ha voluto
porre l’accento - aldilà del caso specifico – su un problema che certamente non è secondario
per la salute delle donne.
“I disturbi dell’alimentazione nascono spesso proprio dopo l’aver intrapreso una dieta”,
sottolineano le studentesse. Ed in effetti non hanno tutti i torti, soprattutto pensando che a
volte tali disturbi possono trasformarsi in vere e proprie malattie, come l’anoressia e la
bulimia. In questa società il corpo dev’essere possibilmente magro ed efficiente: un ideale
sociale che può determinare una preoccupazione costante per la propria immagine.
È vero che l’anoressia e la bulimia sono le forme più estreme di alterazione
dell’alimentazione, ma è proprio dai modelli sociali che possono nascere tali malattie […].
Preoccupate da questa realtà, le studentesse hanno voluto rimarcare che anche dal “piccolo” di
una vetrina di farmacia, può nascere una pubblicitá dalle pesanti conseguenze per persone più
a rischio di altre, come le donne in questo caso.
[adattato da «Alto Adige» maggio 2004]
1. Dopo aver letto attentamente l’articolo, sintetizzalo in un testo di circa 125 parole.
2. Scegli una delle seguenti tracce:
a) Immagina di scrivere una lettera ad un quotidiano locale e di esprimere la tua opinione
sull’argomento, portando all’attenzione dei lettori nuovi argomenti di riflessione (min.
150 parole).
b) Immagina di essere una persona colpita da un disturbo alimentare e di esprimere il tuo
disagio in una pagina di diario (min. 150 parole).
3. Partendo dalla tua esperienza di adolescente, spiega se e quanto forte è nei giovani il
condizionamento esercitato dai modelli estetici e comportamentali proposti dai media.
Sintetizza brevemente le caratteristiche principali di tali modelli e illustra quali valori
e risorse possono offrire valide alternative e capacità di resistenza all’influenza che
tende ad omologare le persone (circa 180 parole).
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