Lezione 8 Industria italiana non è costituita solo da grande impresa

Lezione 8
Industria italiana non è costituita solo da grande impresa dei
settori:
● alta intensità K
● elevato grado concentrazione
● economie di scala e di diversificazione
Bensì anche da settori caratterizzati da dimensione aziendale
minore e da:
● bassa intensità capitale
● flessibilità produttiva
● design
● qualità
Questo dualismo è presente anche all'interno di alcuni comparti
● meccanica
→ grandi imprese, produzione di massa
→ numerose PMI, subcontracting, produzioni di nicchia
1950­1960
inversione di tendenza nel processo di crescita dimensionale
delle imprese iniziato tra 2 guerre
● quota grande impresa (+500 addetti) su occupazione totale
1927
~ 19%
1951
> 25%
1961
~ 20%
Quali sono le ragioni di questo fenomeno?
Storia economica (SORG)
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Carlo Brambilla
Processi di ristrutturazione grandi imprese
nel dopoguerra processi di ristrutturazione e razionalizzazione
nella grande impresa hanno portato a fuoriuscita di
manodopera e ad abbandono taluni rami o attività d'impresa
→ stimola diffuso selfemployment
→ pone premesse per nascita “distretti industriali”
●
●
●
ACMA (Bologna) riconversione → massicci licenziamenti
affida commesse a ex operai che hanno aperto propria attività
Modena (crisi della Fiat Grandi Motori) → articolato sistema di
piccole imprese meccaniche
Calzificio Noemi (Castelgoffredo, MN) fallisce → operai
aprono piccoli laboratori distribuiti lungo le fasi del processo
produttivo
Molto rilevante è la crescita della domanda (interna ed
estera) dall'inizio degli anni Cinquanta
consumi privati crescono di quasi 5% annuo → 1951­61
tasso di crescita annuo >6% per beni durevoli domestici –
elettrodomestici, mobili, ecc.
Trattato di Roma 1957 stimola ancora di più la domanda
grazie al forte aumento che si registra nelle esportazioni
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Carlo Brambilla
Struttura e caratteri PMI negli anni del boom economico
unità produttive artigianali o semi­artigianali → imprese “di fase”
● semilavorati in piccole serie → input per altre PMI
● impiego di tecnologie mature e poco costose
settori: abbigliamento, calzature, arredamento
In alcuni casi
piccole imprese → raggiungono dimensione media
●
●
meccanizzazione
consumi “nuovi”
motorizzazione
–
comparto motociclistico zona bolognese
numerose piccole imprese di fase → Moto Morini
alimentare
­ aumento consumi
­ emergere di nuove abitudini di consumo
↓
– ampliamento capacità produttiva
– evoluzione tecnologica
– consolidamento ed espansione della distribuzione
– aumenta concentrazione
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Carlo Brambilla
Esempi
industria birraria → dominata da Peroni
In questi anni crescono fino a dimensione medio­grande
imprese quali:
Galbani, Buitoni e Barilla, Motta, Alemagna, Ferrero, Star ....
Alemagna; Motta
multiprodotto → da torrone a gelati a prodotti da forno
rete distribuzione capillare (autogrill)
pubblicità
↓
rapidamente grandi dimensioni (oltre 2000 addetti)
Ferrero (1946)
~10 anni raggiunge 3000 addetti
conquista mercato nazionale
→ pubblicità
→ articolato sistema di commercializzazione
si internazionalizza (filiali Francia, Belgio, Germania)
Alla testa di queste nuove aziende sono imprenditori
“schumpeteriani”
sono agenti della rottura del “ciclo stazionario”
↓
innovano (tecnologia, organizzazione, commercializzazione)
attività innovativa → crescita economica
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Carlo Brambilla
È questo il caso del settore­simbolo del “miracolo economico”
elettrodomestici (frigoriferi, lavabiancheria, scaldabagni)
già presenti tra 2 guerre (mercato ridottissimo)
Dopoguerra
poche aziende artigiane e grandi imprese che assemblano o
fabbricano su licenza (Fiat, Breda, CGE)
Anni '50 domanda aumenta e produzione si moltiplica
● vendita frigoriferi e lavabiancheria +4 volte
● scaldabagni +2 volte
● boom apparecchi televisivi (+10 volte, fino 1 mln unità)
Imprese del settore compiono in 15­20 anni intera parabola
→ artigiano
→ piccola impresa (boom numerico produttori)
→ medio/grande impresa
1950­60
produttori frigoriferi 15 → ~60
produttori lavabiancheria 5 → 50
Segue crescita dimensionale e concentrazione (anni '60)
prime 3 imprese controllano nel 1971
– 70% mercato frigoriferi
– 85% delle lavabiancheria
– 61% delle cucine
– 81% delle lavastoviglie
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Carlo Brambilla
Ragioni
tecnologie mature
basso costo lavoro
enfasi su semplificazione e standardizzazione
↓
riduzione prezzi → aumento domanda → aumento produzione
crescita dei volumi prodotti → concentrazione e crescita
dimensionale delle aziende (economie di scala)
Spariscono contestualmente produttori “artigianali” e i grandi
gruppi del periodo precedente
Successi e sviluppo non mutano valori, comportamenti e
culture aziendali di questi imprenditori
●
●
●
paternalismo
accentramento decisionale
quasi incapacità di gestire relazioni industriali
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Carlo Brambilla
La “congiuntura”
Crescita economica eccezionale 1958­62 → caduta tasso
disoccupazione (3,9% considerata “frizionale”)
– aumentano retribuzioni, scaricate sui prezzi → inflazione
1962­63 al 7%
bilancia pagamenti passa da + 200 a ­750 mln $ (1,3% PIL)
deflusso netto K per +1 mld $ → liberalizzazione rapporti estero
nazionalizzazione elettricità
imposta cedolare titoli azionari
Banca d'Italia (Carli) autunno 1963 → stretta monetaria (e
fiscale nel 64)
riequilibrio bilancia pagamenti
● abbattere inflazione
manovra riesce → rientra sbilancio con estero e (+ lentamente)
inflazione
↓
“congiuntura” → caduta consumi (­2,5%) e investimenti
(­20%) nel 1964
Dotazione di K era cresciuta notevolmente, in linea con altri
paesi (> di GB)
→ 1964 = drastica caduta e assestamento su livelli molto +
bassi di quelli di altri paesi
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Carlo Brambilla
Successi anni 40 e 50 appaiono fragili e non duraturi
nell'aspetto più qualificante del problema industriale italiano:
accumulazione K
–
–
fragile nell'inserimento stabile nello sviluppo del commercio
internazionale (obiettivo perseguito sin da anni 40)→ non
resiste a congiuntura
non duraturo perché caduta nel tasso di accumulazione K va
oltre ciclo → diventa strutturale
Perché questo accade?
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Carlo Brambilla