Prof. Stefano Capri Scuola di Economia e Management Edifico Torre , 4° piano [email protected] Forme di mercato La distinzione tra le diverse forme di mercato La determinazione dell’equilibrio di concorrenza perfetta sia di breve che di lungo periodo La descrizione del monopolio e la determinazione dell’equilibrio La differenziazione dei beni e la concorrenza monopolistica: determinazione dell’equilibrio di breve e di lungo periodo L’equilibrio in un oligopolio nel caso sia di collusione che di non collusione Un confronto tra le implicazioni delle diverse forme di mercato sul benessere sociale STRUTTURA CONDOTTA PERFORMANCE La struttura del mercato • Le industrie hanno strutture diverse – Distribuzione del numero e delle dimensioni • Cereali per la colazione: alta concentrazione • quotidiani: bassa concentrazione • Come misurare la concentrazione – Indice di concentrazione C4: la somma delle quote di mercato delle 4 imprese più grandi – (valore max = 100). – Indice di Herfindahl-Hirschman: n 2 2 2 2 HHI = s1 + s2 + s3 + ... + sn = 0 (si *100) 2 (dove sn è la quota di mercato dell’impresa i-esima). (valore max = 10.000, cioè 1002). Che cos’è un mercato? • Non sempre c’è consenso – automobili • Incluso i piccoli furgoni? Incluso i SUV? – Bevande gassate • Quali sono i concorrenti di Coca Cola e Pepsi? – Con chi competono McDonalds e Burger King? • Si definisce il mercato con la sostituibilità più vicina del bene coinvolto – Quanto vicino deve essere? – Quanto omogenei devono essere? • Il legno compete con la plastica? La lana compete con la seta sintetica (rayon)? Che cos’è un mercato? • La definizione è importante – Senza definizioni coerenti il mercato perde di significato – La concorrenza in un mercato è influenzata dalla definizione stessa del mercato – Le decisioni dell’Antitrust dipendono anche dalla definizione di mercato • Gli approcci standard sono coerenti – Si basano su dati industriali – Sostituibilità nella produzione e non nel consumo (dati facili da raccogliere) Che cos’è un mercato? • Statistiche – (ISTAT, Camere di Commercio, Associazioni industriali) • La misura della concentrazione varia da paese a paese • L’utilizzo di statistiche basate sulla produzione: – Si rischia di inserire industrie che hanno lo stesso mercato in industrie differenti • Le dimensioni delle multinazionali sono importanti – Fusione Boeing/McDonnell-Douglas merger – Fusioni settore automobile – Fusioni farmaceutico Che cos’è un mercato? • La geografia è importante – Barriere all’entrata se costi di trasporto elevati • Relazioni verticali tra le imprese sono importanti – Molte imprese producono beni intermedi e non beni finali – Le imprese decidono fra produrre internamente o acquistare all’esterno (make or buy) – Misure della concentrazione possono attribuire alle imprese differenti stadi all’interno della stessa industria (integrazione verticale) Che cos’è un mercato? • Imprese a stadi diversi possono essere assegnate ad industrie diverse • Bottiglie bibite gassate: bassa concentrazione • Bibite gassate : alta concentrazione • Tuttavia il settore delle bottiglie probabilmente non è competitivo • La definizione di “mercato” pone dei problemi nella realtà: la struttura di mercato influenza il comportamento dell’impresa, ma a sua volta il comportamento dell’impresa può influenzare la struttura del mercato. Quanta concorrenza deve affrontare un’impresa? Le forme di mercato sono distinte in base ai seguenti parametri: • Grado di libertà con cui nuove imprese possono entrare nell’industria • Natura del prodotto • Grado di controllo sul prezzo da parte delle imprese Classificazione delle forme di mercato • All’estremo del massimo grado di concorrenza c’è la concorrenza perfetta (completa libertà di entrata, prodotto omogeneo, nessun grado di controllo da parte delle imprese sul prezzo: price taker) • All’estremo opposto c’è il monopolio (presenza di barriere all’entrata, prodotto unico, massimo grado di controllo sul prezzo da parte del monopolista) • Situazioni intermedie sono date da: – concorrenza monopolistica (libertà di entrata, prodotto differenziato, non interdipendenza strategica) – oligopolio (barriere all’entrata, prodotto differenziato o omogeneo, interdipendenza strategica) Le ipotesi della concorrenza perfetta Le ipotesi fondamentali sono quattro 1. Esiste un numero molto elevato di imprese 2. Il prodotto è omogeneo 3. C’è perfetta informazione Le imprese e i loro clienti sono price-takers 4. Esiste completa libertà di entrata e uscita Equilibrio di breve periodo 1. Il prezzo di equilibrio dell’industria, pe, si determina in corrispondenza dell’intersezione tra la domanda e l’offerta di mercato 2. Hp: nel breve periodo non vi è tempo per l’entrata di nuove imprese p S pe D Qe Q La relazione tra costo totale, costo medio e costo marginale • • • • CMG è decrescente fino a che il costo totale aumenta in modo meno che proporzionale al crescere del livello di produzione; in seguito è crescente CME è dapprima decrescente fino all’intersezione con la curva del costo marginale; poi diventa crescente CFME è sempre decrescente CVME si comporta come CME CT A CME CMG q CMG CME CVME CFME q Equilibrio di breve periodo 2. L’impresa è price-taker la sua curva di domanda è orizzontale in corrispondenza di pe. La condizione di massimo profitto è data da RMG=p=CMG In corrispondenza dell’equilibrio l’impresa consegue un extraprofitto: profitti unitari x quantità vendutaRME-CME (area tratteggiata) p CMG CME pe qe Q Poiché Hp “nessuna impresa entra nel breve”, gli extra profitti sono possibili Curva di offerta di breve periodo Nel breve periodo la curva di offerta dell’impresa coincide con il tratto crescente della curva di costo marginale (nella parte in cui questo è superiore alla curva di costo variabile medio CVME) P1=RMG1; … ; Pn=RMGn; p S p CMG p3 p2 p1 CVME D3 D2 no D1 Q q L’equilibrio di lungo periodo La presenza di extraprofitti incoraggia nuove imprese a entrare nell’industria e/o quelle esistenti a produrre di più si determina uno spostamento della curva di offerta dell’industria che provoca una diminuzione del prezzo fino a che le imprese otterranno solo profitti normali (curva di domanda dell’impresa tangente alla curva dei Costi Medi di Lungo Periodo CMELP): CMELP=CMEBP=RMG=RME=p p S1 SL p CMELP p1 pL D Q qL q La concorrenza perfetta esiste? • Se esistono le economie di scala la c.p. non esiste (molte imprese, quindi piccole senza economie di scala) • Perlomeno le economie di scala devono essere piccole, non significative (tali da non permettere a qualche impresa di poter stabilire un p più basso di quello di c.p.) Vantaggi della concorrenza perfetta • Il prezzo è uguale al costo marginale (se P> Cmg, il valore del bene sarebbe superiore al suo costo svantaggio per il consumatore) • Nel lungo periodo le imprese ottengono solo profitti normali il prezzo è al livello minimo possibile • Le imprese inefficienti saranno costrette a lasciare il mercato • I mercati in concorrenza perfetta efficienza economica (costo minimo di produzione e massimo beneficio per il consumatore) Cosa succede quando sul mercato opera una sola impresa? Si ha monopolio quando nell’industria opera una sola impresa; con bassa sostituibilità (anche se i confini di industria possono essere arbitrari- treno, auto, aereo). Mentre l’impresa competitiva è price taker, il monopolista è price maker La causa fondamentale del monopolio è la presenza di barriere all’entrata Affinché un’impresa mantenga la propria posizione di monopolista ci devono essere barriere all’entrata sufficientemente elevate. Barriere all’entrata Possono assumere forme diverse • Economie di scala (monopolio naturale)energia elettrica • Economie di varietà (grande portafoglio prodottiripartizione di costi generali) • Differenziazione del prodotto e fedeltà alla marca • Costi inferiori per l’impresa già esistente (scarsa informazione maggiori conoscenze di tecniche di produzione) • Proprietà o controllo di importanti fattori di produzione (unico fornitore) • Proprietà o controllo delle reti di vendita al dettaglio o all’ingrosso • Protezione legale (brevetti) • Fusioni e acquisizioniOPA scoraggia l’entrata nel mercato • Tattiche aggressive e Intimidazione (queste ultime si basano su una minaccia credibile di comportamento aggressivo da parte del monopolista): guerra di prezzo Monopolio vs. Concorrenza – Monopolio • Unico produttore • Si confronta con una curva di domanda inclinata negativamente (poco elastica) • Determina il prezzo (price maker) • Riduce il prezzo per aumentare le vendite – Impresa concorrenziale • Uno dei tanti produttori • Si confronta con una curva di domanda orizzontale (infinitamente elastica) • Non determina il prezzo (price taker) • Sells as much or as little at same price Monopolio • Ricavo marginale del monopolista (RMA) Domanda inversa: P = A - BQ Ricavo totale: RT = PQ = AQ - BQ2 P Ricavo marginale: RMA = dRT/dQ A = A - 2BQ Con domanda lineare la curva del Ricavo Marginale è lineare, con la stessa intercetta P, ma con una inclinazione doppia della curva di domanda Domanda RMA Q Monopolio e massimizzazione del profitto • Il monopolista massimizza profitti uguagliando il ricavo marginale al costo marginale • E’ un processo a due stadi $/unit La quantità prodotta dal monopolista (Qm)è inferiore a quella in c.p. (Qc) CMA PM CME Profitti ACM RMA QM QC Fase 1: sceglie Q dove RMA = CMA quindi output QM Fase 2: individua il prezzo quindi PM RMA è inferiore al prezzo Il prezzo è superiore al CMA: perdita di efficienza Il prezzo è superiore al costo Demand medio Profitti positivi Equilibrio di lungo perido: Quantity nessuno entra • Quando il monopolista aumenta le vendite, si hanno due effetti: – Effetto quantità: più output venduto, più elevato è Q – Effetto prezzo: il prezzo diminuisce, cioè P più basso • Il monopolista massimizza il profitto producendo la quantità per la quale: ricavo marginale = costo marginale (come nelle altre forme di mercato) • Il monopolista utilizzerà quindi la curva di domanda per trovare il prezzo che indurrà il consumatore ad acquistare quella quantità in cui Rmg = Cmg Un confronto tra concorrenza e monopolio 1. 2. 3. 4. Confronto tra equilibrio in un’industria monopolista e in una perfettamente concorrenziale (assumendo che abbiano le stesse configurazioni di costo) nel breve periodo in concorrenza perfetta si produce un bene in quantità maggiore e a un prezzo inferiore nel lungo periodo in concorrenza perfetta i prezzi sono al livello minimo possibile il consumatore preferisce la concorrenza! Con il monopolio si ha una perdita di benessere Perdita secca p CMG pm pc RMG D Qm Qc monopolio Q concorrenza • La perdita di benessere causata dal monopolio è simile a quella causata da una tassazione, ma con una differenza: – Tassa: entrata per lo Stato – Monopolio: profitto per il monopolista • Lo Stato può intervenire nei monopoli: – Rendendo l’industria più competitiva – Regolando il comportamento dei monopoli – Trasformando alcuni monopoli privati in imprese pubbliche – …non facendo nulla (se il mercato è troppo piccolo in rapporto alle politiche pubbliche) Un confronto tra concorrenza e monopolio È probabile che le configurazioni di costo in concorrenza perfetta e in monopolio non siano uguali (in c.p. le imprese sono più efficienti) • I costi in monopolio possono essere superiori per via della protezione derivante dalle barriere all’entrata che non incentiva all’efficienza • I costi potrebbero essere superiori in concorrenza perfetta se il monopolista fosse in grado di sfruttare le economie di scala Mercati contendibili L’esistenza di una minaccia di concorrenza ha un effetto simile alla concorrenza effettiva e influenza la determinazione del prezzo e della quantità di equilibrio Un mercato è perfettamente contendibile quando i costi di entrata e di uscita sono nulli (quindi senza sunk costs: costi fissi irrecuperabili) La presenza di economie di scala e le dimensioni del mercato (non c’è posto per due: monopolio naturale) monopolio Più contendibile è un mercato maggiore è il benessere sociale Concorrenza monopolistica Le ipotesi della concorrenza monopolistica 1. Esiste un numero piuttosto elevato di imprese, ciascuna con un potere di mercato nel breve periodo 2. Non c’è interazione strategica tra le imprese 3. Esiste libertà di entrata 4. C’è differenziazione del prodotto: si può aumentare il P senza perdere tutta la D Sono imprese con nicchie di mercato (cinematografi, ristoranti, benzinai,…marchi di beni “di lusso”- orologi, auto) Equilibrio di breve periodo La condizione di massimo profitto è RMG=CMG L’extraprofitto (area tratteggiata) è tanto più elevato quanto meno elastica è la domanda un’impresa con un prodotto molto differenziato può conseguire elevati extraprofitti nel breve periodo p CMG CME pB RMG pB QB Q RME (PB) e RMG sono più elastiche rispetto a quelle del monopolio p Equilibrio di lungo periodo CM G C M E p B RMG L’esistenza di extraprofitti incoraggia l’entrata di nuove imprese nell’industria In questo modo la domanda delle imprese già esistenti si riduce fino all’azzeramento degli extraprofitti (cioè fino a quando la domanda è tangente al costo medio) pB CMGLP QB p CMELP pB pL RMG QL Q La curva di D si sposta: è più elastica e a prezzi inferiori per le stesse Q Equilibrio raggiunto quando extraprofitti = 0 Nessuna nuova impresa entra Concorrenza non di prezzo In pratica le imprese che operano in concorrenza monopolistica non si limitano a fissare il prezzo e l’output (come nelle figure precedenti), ma prendono decisioni anche su altre variabili • Sviluppo del prodotto: offrire un prodotto differenziato (migliore) da quelli dei concorrenti, quindi un bene caratterizzato da bassa elasticità • Pubblicità: una pubblicità efficace provoca un aumento della domanda e la rende più anelastica Pubblicità • Poichè il Prezzo > CMG vi è incentivo a spendere in pubblicità per attrarre domanda • Finché RMG > CMG la spesa in pubblicità profitti↑ • Più spesa in pubblicità fa ↑ CMG. Quando CMG=RMG stop pubblicità • 10-20% dei ricavi spesi in pubblicità CONTRO PRO 1. Manipolazione dei gusti dei 1. Informazioni ai consumatori consumatori 2. Aumento della concorrenza 2. Riduzione della concorrenza perchè aumenta la varietà di perchè i prodotti sono meno prodotti e di prezzi differenti di quanto non sono 3. La disponibilità a spendere in in realtà pubblicità segnala la qualità 3. Logo: differenze inesistenti Un confronto tra concorrenza monopolistica e concorrenza perfetta 1. 2. Confronto tra equilibrio di lungo periodo in un’industria in concorrenza monopolistica e in una perfettamente concorrenziale (assumendo che abbiano le stesse configurazioni di costo) in concorrenza monopolistica si produce un bene in quantità minore (q2) e a un prezzo superiore (p2) (le imprese hanno un eccesso di capacità produttiva: producendo di più subirebbero una perdita) non viene minimizzato il CMELP p CMELP pcpL p2 pcmL q2 q1 Q Queste differenze si attenuano all’aumentare dell’elasticità della domanda in concorrenza monopolistica Si riduce il benessere sociale: allocazione meno efficiente della concorrenza perfetta Oligopolio Che cosa succede se poche imprese dominano il mercato? Si ha oligopolio quando poche imprese offrono un prodotto: tensione fra cooperazione e interesse della singola impresa Vi sono diversi tipi di oligopolio e diversi comportamenti delle imprese oligopoliste • Le imprese possono offrire un prodotto omogeneo oppure differenziato • Le imprese possono colludere oppure competere Oligopolio • Esempi: – Prodotto identico: benzina, metalli, zucchero – Prodotto differenziato: automobili, apparecchi elettrici, farmaci Le caratteristiche dell’oligopolio • Interdipendenza strategica tra le imprese • Presenza di barriere all’entrata Interdipendenza strategica tra le imprese • Il profitto di ciascuna impresa dipende dalle proprie decisioni ma anche da quelle delle altre imprese – – – – – Decisioni sulla pubblicità Modifiche di caratteristiche del prodotto Condizioni di garanzie Assistenza ai clienti …… • Oligopolio collusivo (eliminazione dell’interdipendenza strategica monopolio) • Oligopolio non collusivo (concorrenza sul prezzo) L’oligopolio collusivo Le imprese oligopoliste saranno tentate di accordarsi con le altre al fine di massimizzare i profitti congiunti (comportandosi come un monopolista) Equilibrio in oligopolio collusivo Un accordo collusivo formale è noto come cartello. Le imprese si accordano e fissano un prezzo per massimizzare i profitti congiunti (p = CMG). Esse poi si spartiscono il mercato tramite l’assegnazione di quote (la cui somma non può superare q1) p CMGcartello p1 Dato dalla somma dei costi marginali dei componenti RMGindustria q1 Dindustria q In molti paesi i cartelli sono illegali (antitrust). Le imprese allora cercano di colludere in modo tacito Accordi per dividersi il mercato • Una quota di q1 a ciascuna impresa (spesso proporzionale alle rispettive quote di mercato) • Se le quote > q1 – p invariato ma q minore oppure – p diminuisce Opec (Organization of Petroleum Exporting Countries) • Fu costituito nel 1960 dai cinque principali paesi esportatori di petrolio: l’Arabia Saudita, l’Iran, l’Iraq, il Kuwait e il Venezuela. • I suoi obiettivi dichiarati erano i seguenti: • il coordinamento e l’unificazione delle politiche petrolifere degli stati membri; • la creazione di strumenti per assicurarsi la stabilizzazione dei prezzi, eliminando fluttuazioni dannose e non necessarie. • Fino al 1960 si era assistito a un numero sempre maggiore di contrasti tra i paesi produttori di petrolio e le compagnie petrolifere internazionali che estraevano il petrolio dietro «accordi di concessione». Secondo tali accordi, alle compagnie petrolifere era concesso il diritto di estrarre petrolio dietro pagamento di royalties. Di conseguenza, i paesi produttori non avevano alcuna voce in capitolo in merito ai livelli di output e di prezzo. • Solo nel 1973 il controllo della produzione di petrolio fu effettivamente trasferito dalle compagnie petrolifere ai paesi produttori (13 paesi membri) Opec (Organization of Petroleum Exporting Countries) • Negli anni settanta l’Opec adottava la seguente politica di prezzo: veniva fissato il prezzo di mercato per il greggio proveniente dall’Arabia Saudita (che era il leader del mercato), mentre gli altri paesi membri erano liberi di determinare il prezzo in linea con quello del greggio arabo. Si trattava di una forma di leadership di prezzo dell’impresa dominante. • Finché la domanda si è mantenuta crescente e anelastica al prezzo, questa politica ha consentito notevoli incrementi di prezzo, determinando un aumento consistente dei ricavi. Nel 1973-74, dopo il conflitto arabo-israeliano, l’Opec alzò il prezzo del petrolio da circa 3 dollari al barile fino a 12, prezzo che fu mantenuto grossomodo a questo livello fino al 1979. Opec (Organization of Petroleum Exporting Countries) • Dopo il 1979, però, in seguito a un ulteriore aumento del prezzo da 15 a 40 dollari al barile, la domanda effettivamente diminuì. La causa fu in larga misura rappresentata dalla recessione dei primi anni Ottanta (anche se questa recessione fu provocata a sua volta prevalentemente dalle risposte dei governi all’aumento del prezzo del petrolio). • Dovendo affrontare una domanda in diminuzione, dopo il 1982 l’Opec acconsentì a limitare la propria produzione e stabilì delle quote nel tentativo di mantenere i prezzi elevati. Nel 1984 ci si accordò su un tetto di produzione di 16 milioni di barili al giorno. • Tuttavia, il cartello stava cominciando a disgregarsi, per i seguenti motivi: • la recessione mondiale e la conseguente diminuzione della domanda di petrolio; • l’aumento della produzione da parte di paesi non membri dell’Opec; • la rottura dell’accordo da parte dei paesi membri che eccedevano la propria quota di produzione. Opec (Organization of Petroleum Exporting Countries) • Alla fine del 2001 la relazione tra paesi dell'Opec e paesi produttori non appartenenti al cartello è cambiata. I dieci membri dell'Opec hanno deciso di tagliare la produzione a 1,5 milioni di barili al giorno. Ciò è avvenuto in seguito a un accordo con cinque dei principali produttori al di fuori del cartello in base al quale anche questi ultimi si impegnavano a diminuire la produzione, con lo scopo di causare un aumento dei prezzi e spingerli al livello di 25 dollari al barile. Opec (Organization of Petroleum Exporting Countries) • Con una domanda anelastica rispetto al prezzo, ma elastica rispetto al reddito (vale a dire reattiva alle variazioni del reddito mondiale) e con considerevoli movimenti speculativi nella domanda, il prezzo di equilibrio per una data quota di offerta può fluttuare in maniera non controllabile. OPEC Statute Membri OPEC Algeria Angola Ecuador Iran Iraq Kuwait Libya Nigeria Qatar Saudi Arabia United Arab Emirates Venezuela Collusione tacita • • • • Vi sono diverse forme di collusione tacita Leadership di prezzo dell’impresa dominante (la più grande) Leadership di prezzo dell’impresa barometro (la più affidabile da seguire) Fissazione del prezzo in base al costo medio (invece di CMG=RMG, si aggiunge un mark-up prestabilito di profitto) Esistenza di un prezzo di riferimento Fattori che favoriscono la collusione • Ci sono poche imprese • I costi e le tecniche di produzione nell’industria sono noti • Le imprese hanno costi e tecniche di produzione simili • Le imprese producono beni simili • C’è un’impresa dominante • Ci sono barriere all’entrata • Il mercato è stabile • Non ci sono leggi contrarie alla collusione Oligopolio non collusivo • Se non è possibile colludere si potrebbe verificare una concorrenza di prezzo • Anche se c’è collusione ci sarà la tentazione di rompere l’accordo riducendo il prezzo per vendere oltre la quota assegnata. In questo caso si può scatenare la reazione delle altre imprese e innescare di conseguenza una guerra di prezzo • In situazioni di oligopolio si tratta di ricercare soluzioni competitive e cooperative, tali per cui le decisioni di un soggetto possono influire sui risultati conseguibili da parte di un rivale, secondo un meccanismo di retroazione. Teoria dei giochi • Nash La teoria dei giochi Studia con approccio formale l’interazione strategica tra due o più soggetti La teoria dei giochi è lo studio di come i soggetti si comportano in situazioni strategiche Le situazioni strategiche sono quelle in cui ciascuno nel decidere le sue azioni deve considerare come gli altri potrebbero reagire a tali azioni Spesso i soggetti (e le imprese) non cooperano anche quando la cooperazione potrebbe migliorare la loro situazione Equilibrio di Nash: equilibrio non cooperativo Il dilemma del prigioniero • Due individui accusati di omicidio (vi è il sospetto, ma non le prove) • Ad ognuno separatamente viene detto: – se confessano entrambi avranno uno sconto di pena (8 anni invece di 20) – Se confessa uno solo dei due egli prende 0 anni (scagionato) e l’altro 20 anni. • Ma se nessuno confessa: – Entrambi prenderanno solo 1 anno. La teoria dei giochi Consideriamo il gioco rappresentato nella tabella pX 2 1,80 2 10(y), 10(x) 5(y), 12(x) 1,80 12(y), 5(x) 8(y), 8(x) pY Sia X che Y possono fissare un prezzo pari a €2 o a €1,80. Nella tabella sono riportati i profitti conseguiti (payoffs) nelle due ipotesi rispettivamente da Y e da X pX pY 2 1,80 2 10, 10 5 per Y, 12 per x 1,80 12 per Y, 5 per X 8, 8 entrambe decidono in modo indipendente di ridurre a 1,80 • Strategia maximin (X pensa che Y ridurrà e viceversa): l’impresa è pessimista. • X teme che se non abbassasse ma lo facesse Y, si troverebbe un profitto di 5. analogamente pensa Y. Così si massimizza il payoff minimo • Strategia maximax (X pensa che Y non ridurrà e viceversa): massimizza il payoff massimo: l’impresa è ottimista X pensa che abbassando il prezzo Y non lo farebbe e quindi si troverebbe un profitto di 12. Analogamente pensa Y. Così si massimizza il payoff massimo Entrambe le strategie conducono allo stesso risultato il payoff (8, 8) è detto equilibrio in strategie dominanti pX pY 2 1,80 2 10, 10 5, 12 1,80 12, 5 8, 8 Sarebbe stato possibile colludere per ottenere il payoff (10, 10). Anche in questo caso per entrambe le imprese ci sarebbe stato l’incentivo a tradire l’accordo per ottenere un payoff superiore. X 1,80 oppure Y 1,80 Teoria dei giochi e risorse collettive • Esso e Agip possiedono due campi confinanti alimentati dallo stesso giacimento che vale 12 milioni • Il costo per trivellare un pozzo è 1 milione • Se ciascuna impresa trivella un pozzo il profitto è 5 mln a testa (12/2)-1. • Se una delle imprese trivella 2 pozzi estrae 2/3 con un profitto di 6 mln (12/3x2)-2 • Se entrambe trivellano 2 pozzi il profitto è di 4 mln (12/2)-2 Teoria dei giochi e la corsa agli armamenti • Per entrambi I paesi (USA e URSS) la stregia dominante era accrescere il proprio arsenale nucleare: aumentava il rischio per entrambi i paesi • Soluzione: negoziati per la riduzione degli arsenali Oligopolio non collusivo Dal momento che c’è interazione strategica, le imprese devono utilizzare al meglio le informazioni a loro disposizione sui rivali e scegliere la strategia ottimale, quella che consente loro di massimizzare il profitto A tal fine esse formulano una congettura ragionevole sulla strategia scelta dai rivali Duopolio Il duopolio è una forma di mercato nel quale operano due sole imprese, l’impresa A e l’impresa B. Le due imprese cercano ciascuna di massimizzare il proprio profitto scegliendo (senza coordinarsi) la quantità da produrre Per avere un equilibrio (di Cournot-Nash) le due quantità devono essere ciascuna la risposta ottima alla quantità scelta dall’altra impresa La curva di domanda a gomito Anche in assenza di collusione i prezzi in oligopolio possono rimanere stabili se: • è probabile che abbassando il prezzo un oligopolista non guadagni quote di mercato perché i rivali faranno altrettanto nel timore di perdere clienti • al contrario se alza il prezzo l’oligopolista perderà molti clienti dal momento che i suoi rivali non lo seguiranno per accaparrarsi parte della sua quota di mercato D è abbastanza elastica p D è poco elastica p1 D q1 q L’oligopolio e i consumatori SVANTAGGI • Prezzi elevati • Può esservi un non pieno sfruttamento delle economie di scala (sono più piccole di quelle monopolistiche) • Maggiore ricorso alla pubblicità VANTAGGI • L’extraprofitto può essere usato per investire in ricerca e sviluppo (e.g. farmaceutico) • La concorrenza non di prezzo attraverso la differenziazione di prodotto consente una maggiore scelta per i consumatori In quali circostanze le imprese possono praticare prezzi diversi a consumatori diversi? Esistono tre tipi di discriminazione di prezzo Discriminazione di primo grado • Viene fissato un prezzo diverso per ogni consumatore • Il prezzo è pertanto la disponibilità a pagare di ciascun consumatore (il suo prezzo di riserva) • E’ poco frequente Esempi: la vendita di aeroplani alle compagnie aeree In quali circostanze le imprese possono praticare prezzi diversi a consumatori diversi? Discriminazione di secondo grado • Vengono fissati prezzi diversi in relazione alla quantità acquistata o ad altre caratteristiche e i consumatori scelgono fra le diverse offerte Esempi: Tariffe voli; tariffe elettriche Discriminazione di terzo grado • Vengono fissati prezzi diversi in relazione a diversi gruppi di consumatori: Esempi. Giovani-anziani (biglietto cinema); studentidocenti (software); paesi (farmaci) Condizioni necessarie per praticare la discriminazione di prezzo • L’impresa non deve essere price-taker • Non ci deve essere possibilità di arbitraggio (la possibilità per i consumatori di rivendere il bene) • Deve essere minimo il fenomeno dell’importazione parallela Conclusioni • Gli oligopolisti massimizzano i loro profitti totali formando un cartello e comportandosi come un monopolista • Se gli oligopolisti prendono individualmente le decisioni sulla produzione, si ha una maggiore quantità ad un prezzo inferiore rispetto al risultato del monopolio Conclusioni • Il “dilemma del prigioniero” mostra che il comportamento egoistico può impedire la cooperazione, anche se la cooperazione può portare a risultati superiori. • La logica del “dilemma del prigioniero” si applica in molte situazioni, e l’oligopolio è una di queste. • I decisori politici utilizzano le normative antitrust per evitare che gli oligopolisti attuino un comportamento che riduce la concorrenza.