Prof. Stefano Capri
Scuola di Economia e Management
Edifico Torre , 4° piano
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Forme di mercato
 La distinzione tra le diverse forme di mercato
 La determinazione dell’equilibrio di concorrenza perfetta sia di
breve che di lungo periodo
 La descrizione del monopolio e la determinazione dell’equilibrio
 La differenziazione dei beni e la concorrenza monopolistica:
determinazione dell’equilibrio di breve e di lungo periodo
 L’equilibrio in un oligopolio nel caso sia di collusione che di non
collusione
Un confronto tra le implicazioni delle diverse forme di mercato sul
benessere sociale
STRUTTURA CONDOTTA  PERFORMANCE
La struttura del mercato
• Le industrie hanno strutture diverse
– Distribuzione del numero e delle dimensioni
• Cereali per la colazione: alta concentrazione
• quotidiani: bassa concentrazione
• Come misurare la concentrazione
– Indice di concentrazione C4: la somma delle quote di
mercato delle 4 imprese più grandi
– (valore max = 100).
– Indice di Herfindahl-Hirschman:
n
2
2
2
2
HHI = s1 + s2 + s3 + ... + sn = 0 (si *100) 2
(dove sn è la quota di mercato dell’impresa i-esima).
(valore max = 10.000, cioè 1002).
Che cos’è un mercato?
• Non sempre c’è consenso
– automobili
• Incluso i piccoli furgoni? Incluso i SUV?
– Bevande gassate
• Quali sono i concorrenti di Coca Cola e Pepsi?
– Con chi competono McDonalds e Burger King?
• Si definisce il mercato con la sostituibilità più vicina del
bene coinvolto
– Quanto vicino deve essere?
– Quanto omogenei devono essere?
• Il legno compete con la plastica? La lana compete con la
seta sintetica (rayon)?
Che cos’è un mercato?
• La definizione è importante
– Senza definizioni coerenti il mercato perde di significato
– La concorrenza in un mercato è influenzata dalla definizione
stessa del mercato
– Le decisioni dell’Antitrust dipendono anche dalla definizione di
mercato
• Gli approcci standard sono coerenti
– Si basano su dati industriali
– Sostituibilità nella produzione e non nel consumo (dati facili da
raccogliere)
Che cos’è un mercato?
• Statistiche
– (ISTAT, Camere di Commercio, Associazioni industriali)
• La misura della concentrazione varia da paese a paese
• L’utilizzo di statistiche basate sulla produzione:
– Si rischia di inserire industrie che hanno lo stesso mercato in
industrie differenti
• Le dimensioni delle multinazionali sono importanti
– Fusione Boeing/McDonnell-Douglas merger
– Fusioni settore automobile
– Fusioni farmaceutico
Che cos’è un mercato?
• La geografia è importante
– Barriere all’entrata se costi di trasporto elevati
• Relazioni verticali tra le imprese sono importanti
– Molte imprese producono beni intermedi e non beni finali
– Le imprese decidono fra produrre internamente o acquistare
all’esterno (make or buy)
– Misure della concentrazione possono attribuire alle imprese
differenti stadi all’interno della stessa industria (integrazione
verticale)
Che cos’è un mercato?
• Imprese a stadi diversi possono essere assegnate ad
industrie diverse
• Bottiglie bibite gassate: bassa concentrazione
• Bibite gassate : alta concentrazione
• Tuttavia il settore delle bottiglie probabilmente non è
competitivo
• La definizione di “mercato” pone dei problemi nella
realtà: la struttura di mercato influenza il comportamento
dell’impresa, ma a sua volta il comportamento dell’impresa
può influenzare la struttura del mercato.
Quanta concorrenza deve affrontare
un’impresa?
Le forme di mercato sono distinte in base ai
seguenti parametri:
• Grado di libertà con cui nuove imprese possono
entrare nell’industria
• Natura del prodotto
• Grado di controllo sul prezzo da parte delle
imprese
Classificazione delle forme di mercato
• All’estremo del massimo grado di concorrenza c’è la
concorrenza perfetta (completa libertà di entrata, prodotto
omogeneo, nessun grado di controllo da parte delle
imprese sul prezzo: price taker)
• All’estremo opposto c’è il monopolio (presenza di barriere
all’entrata, prodotto unico, massimo grado di controllo sul
prezzo da parte del monopolista)
• Situazioni intermedie sono date da:
– concorrenza monopolistica (libertà di entrata, prodotto
differenziato, non interdipendenza strategica)
– oligopolio (barriere all’entrata, prodotto differenziato o
omogeneo, interdipendenza strategica)
Le ipotesi della concorrenza perfetta
Le ipotesi fondamentali sono quattro
1. Esiste un numero molto elevato di imprese
2. Il prodotto è omogeneo
3. C’è perfetta informazione
Le imprese e i loro clienti sono
price-takers
4. Esiste completa libertà di entrata e uscita
Equilibrio di breve periodo
1. Il prezzo di equilibrio
dell’industria, pe, si
determina in
corrispondenza
dell’intersezione tra la
domanda e l’offerta di
mercato
2. Hp: nel breve periodo non
vi è tempo per l’entrata di
nuove imprese
p
S
pe
D
Qe
Q
La relazione tra costo totale, costo medio e
costo marginale
•
•
•
•
CMG
è decrescente fino a che il costo totale
aumenta in modo meno che proporzionale
al crescere del livello di produzione; in
seguito è crescente
CME
è dapprima decrescente fino
all’intersezione con la curva del costo
marginale; poi diventa crescente
CFME
è sempre decrescente
CVME
si comporta come CME
CT
A
CME
CMG
q
CMG
CME
CVME
CFME
q
Equilibrio di breve periodo
2. L’impresa è price-taker  la
sua curva di domanda è
orizzontale in
corrispondenza di pe.
La condizione di massimo
profitto è data da
RMG=p=CMG
In corrispondenza
dell’equilibrio l’impresa
consegue un extraprofitto:
profitti unitari x quantità
vendutaRME-CME (area
tratteggiata)
p
CMG
CME
pe
qe
Q
Poiché Hp “nessuna impresa entra nel breve”, gli extra profitti sono possibili
Curva di offerta di breve periodo
Nel breve periodo la curva di offerta dell’impresa coincide
con il tratto crescente della curva di costo marginale (nella
parte in cui questo è superiore alla curva di costo variabile
medio CVME)
P1=RMG1; … ; Pn=RMGn;
p
S
p
CMG
p3
p2
p1
CVME
D3
D2
no
D1
Q
q
L’equilibrio di lungo periodo
La presenza di extraprofitti incoraggia nuove imprese a entrare nell’industria
e/o quelle esistenti a produrre di più  si determina uno spostamento della
curva di offerta dell’industria che provoca una diminuzione del prezzo fino a
che le imprese otterranno solo profitti normali (curva di domanda dell’impresa
tangente alla curva dei Costi Medi di Lungo Periodo CMELP):
CMELP=CMEBP=RMG=RME=p
p
S1
SL
p
CMELP
p1
pL
D
Q
qL
q
La concorrenza perfetta esiste?
• Se esistono le economie di scala la c.p. non esiste
(molte imprese, quindi piccole senza economie
di scala)
• Perlomeno le economie di scala devono essere
piccole, non significative (tali da non permettere a
qualche impresa di poter stabilire un p più basso di
quello di c.p.)
Vantaggi della concorrenza perfetta
• Il prezzo è uguale al costo marginale (se P> Cmg,
il valore del bene sarebbe superiore al suo costo 
svantaggio per il consumatore)
• Nel lungo periodo le imprese ottengono solo
profitti normali  il prezzo è al livello minimo
possibile
• Le imprese inefficienti saranno costrette a lasciare
il mercato
• I mercati in concorrenza perfetta efficienza
economica (costo minimo di produzione e
massimo beneficio per il consumatore)
Cosa succede quando sul mercato
opera una sola impresa?
Si ha monopolio quando nell’industria opera una
sola impresa; con bassa sostituibilità (anche se i
confini di industria possono essere arbitrari- treno,
auto, aereo).
Mentre l’impresa competitiva è price taker, il
monopolista è price maker
La causa fondamentale del monopolio è la presenza
di barriere all’entrata
Affinché un’impresa mantenga la propria posizione
di monopolista ci devono essere barriere all’entrata
sufficientemente elevate.
Barriere all’entrata
Possono assumere forme
diverse
• Economie di scala (monopolio
naturale)energia elettrica
• Economie di varietà (grande
portafoglio prodottiripartizione
di costi generali)
• Differenziazione del
prodotto e fedeltà alla marca
• Costi inferiori per l’impresa
già esistente (scarsa
informazione  maggiori
conoscenze di tecniche di
produzione)
• Proprietà o controllo di
importanti fattori di
produzione (unico fornitore)
• Proprietà o controllo delle reti
di vendita al dettaglio o
all’ingrosso
• Protezione legale (brevetti)
• Fusioni e acquisizioniOPA
scoraggia l’entrata nel mercato
• Tattiche aggressive e
Intimidazione
(queste ultime si basano su una
minaccia credibile di
comportamento aggressivo da parte
del monopolista): guerra di prezzo
Monopolio vs. Concorrenza
– Monopolio
• Unico produttore
• Si confronta con una curva di domanda inclinata
negativamente (poco elastica)
• Determina il prezzo (price maker)
• Riduce il prezzo per aumentare le vendite
– Impresa concorrenziale
• Uno dei tanti produttori
• Si confronta con una curva di domanda orizzontale
(infinitamente elastica)
• Non determina il prezzo (price taker)
• Sells as much or as little at same price
Monopolio
• Ricavo marginale del monopolista (RMA)
Domanda inversa: P = A - BQ
Ricavo totale: RT = PQ = AQ - BQ2
P
Ricavo marginale: RMA = dRT/dQ
A
= A - 2BQ
Con domanda lineare la curva del
Ricavo Marginale è lineare, con la
stessa intercetta P, ma con una
inclinazione doppia della curva di
domanda
Domanda
RMA
Q
Monopolio e massimizzazione del profitto
• Il monopolista massimizza profitti uguagliando il ricavo marginale al
costo marginale
• E’ un processo a due stadi
$/unit
La quantità prodotta dal
monopolista
(Qm)è inferiore a quella in
c.p. (Qc)
CMA
PM
CME
Profitti
ACM
RMA
QM QC
Fase 1: sceglie Q dove RMA = CMA
quindi output QM
Fase 2: individua il prezzo
quindi PM
RMA è inferiore al prezzo
Il prezzo è superiore al CMA:
perdita di efficienza
Il prezzo è superiore al costo
Demand
medio
Profitti positivi
Equilibrio di lungo perido:
Quantity
nessuno entra
• Quando il monopolista aumenta le vendite, si
hanno due effetti:
– Effetto quantità: più output venduto, più elevato è Q
– Effetto prezzo: il prezzo diminuisce, cioè P più basso
• Il monopolista massimizza il profitto producendo
la quantità per la quale:
ricavo marginale = costo marginale
(come nelle altre forme di mercato)
• Il monopolista utilizzerà quindi la curva di
domanda per trovare il prezzo che indurrà il
consumatore ad acquistare quella quantità in cui
Rmg = Cmg
Un confronto tra concorrenza e monopolio
1.
2.
3.
4.
Confronto tra equilibrio in
un’industria monopolista e in una
perfettamente concorrenziale
(assumendo che abbiano le stesse
configurazioni di costo)
nel breve periodo in concorrenza
perfetta si produce un bene in
quantità maggiore e a un prezzo
inferiore
nel lungo periodo in concorrenza
perfetta i prezzi sono al livello
minimo possibile
il consumatore preferisce la
concorrenza!
Con il monopolio si ha una
perdita di benessere
Perdita secca
p
CMG
pm
pc
RMG
D
Qm Qc
monopolio
Q
concorrenza
• La perdita di benessere causata dal monopolio è
simile a quella causata da una tassazione, ma con
una differenza:
– Tassa: entrata per lo Stato
– Monopolio: profitto per il monopolista
• Lo Stato può intervenire nei monopoli:
– Rendendo l’industria più competitiva
– Regolando il comportamento dei monopoli
– Trasformando alcuni monopoli privati in imprese
pubbliche
– …non facendo nulla (se il mercato è troppo piccolo in
rapporto alle politiche pubbliche)
Un confronto tra concorrenza e
monopolio
È probabile che le configurazioni di costo in
concorrenza perfetta e in monopolio non siano
uguali (in c.p. le imprese sono più efficienti)
• I costi in monopolio possono essere superiori per
via della protezione derivante dalle barriere
all’entrata che non incentiva all’efficienza
• I costi potrebbero essere superiori in concorrenza
perfetta se il monopolista fosse in grado di
sfruttare le economie di scala
Mercati contendibili
L’esistenza di una minaccia di concorrenza ha un effetto
simile alla concorrenza effettiva e influenza la determinazione
del prezzo e della quantità di equilibrio
Un mercato è perfettamente contendibile quando i costi di
entrata e di uscita sono nulli (quindi senza sunk costs: costi
fissi irrecuperabili)
La presenza di economie di scala e le dimensioni del mercato
(non c’è posto per due: monopolio naturale)  monopolio
Più contendibile è un mercato maggiore è il benessere
sociale
Concorrenza monopolistica
Le ipotesi della concorrenza
monopolistica
1. Esiste un numero piuttosto elevato di imprese, ciascuna
con un potere di mercato nel breve periodo
2. Non c’è interazione strategica tra le imprese
3. Esiste libertà di entrata
4. C’è differenziazione del prodotto: si può aumentare il P
senza perdere tutta la D
Sono imprese con nicchie di mercato (cinematografi,
ristoranti, benzinai,…marchi di beni “di lusso”- orologi,
auto)
Equilibrio di breve periodo
La condizione di massimo
profitto è RMG=CMG
L’extraprofitto (area
tratteggiata) è tanto più elevato
quanto meno elastica è la
domanda  un’impresa con un
prodotto molto differenziato
può conseguire elevati
extraprofitti nel breve periodo
p
CMG
CME
pB
RMG
pB
QB
Q
RME (PB) e RMG sono più elastiche rispetto a quelle del monopolio
p
Equilibrio di lungo periodo
CM
G C
M
E
p
B
RMG
L’esistenza di extraprofitti
incoraggia l’entrata di nuove
imprese nell’industria
In questo modo la domanda
delle imprese già esistenti si
riduce fino all’azzeramento
degli extraprofitti (cioè fino a
quando la domanda è tangente
al costo medio)
pB
CMGLP
QB
p
CMELP
pB
pL
RMG
QL
Q
La curva di D si sposta: è più elastica e a prezzi inferiori per le stesse Q
Equilibrio raggiunto quando extraprofitti = 0
Nessuna nuova impresa entra
Concorrenza non di prezzo
In pratica le imprese che operano in concorrenza
monopolistica non si limitano a fissare il prezzo e
l’output (come nelle figure precedenti), ma
prendono decisioni anche su altre variabili
• Sviluppo del prodotto: offrire un prodotto
differenziato (migliore) da quelli dei concorrenti,
quindi un bene caratterizzato da bassa elasticità
• Pubblicità: una pubblicità efficace provoca un
aumento della domanda e la rende più anelastica
Pubblicità
• Poichè il Prezzo > CMG vi è incentivo a spendere in
pubblicità per attrarre domanda
• Finché RMG > CMG la spesa in pubblicità profitti↑
• Più spesa in pubblicità fa ↑ CMG. Quando CMG=RMG stop
pubblicità
• 10-20% dei ricavi spesi in pubblicità
CONTRO
PRO
1. Manipolazione dei gusti dei 1. Informazioni ai consumatori
consumatori
2. Aumento della concorrenza
2. Riduzione della concorrenza
perchè aumenta la varietà di
perchè i prodotti sono meno
prodotti e di prezzi
differenti di quanto non sono 3. La disponibilità a spendere in
in realtà
pubblicità segnala la qualità
3. Logo: differenze inesistenti
Un confronto tra concorrenza monopolistica e
concorrenza perfetta
1.
2.
Confronto tra equilibrio di lungo
periodo in un’industria in
concorrenza monopolistica e in una
perfettamente concorrenziale
(assumendo che abbiano le stesse
configurazioni di costo)
in concorrenza monopolistica si
produce un bene in quantità minore
(q2) e a un prezzo superiore (p2) (le
imprese hanno un eccesso di
capacità produttiva: producendo di
più subirebbero una perdita)
non viene minimizzato il CMELP
p
CMELP
pcpL
p2
pcmL
q2
q1
Q
Queste differenze si attenuano all’aumentare dell’elasticità della domanda in concorrenza
monopolistica
Si riduce il benessere sociale: allocazione meno efficiente della concorrenza perfetta
Oligopolio
Che cosa succede se poche imprese
dominano il mercato?
Si ha oligopolio quando poche imprese offrono un
prodotto: tensione fra cooperazione e interesse
della singola impresa
Vi sono diversi tipi di oligopolio e diversi
comportamenti delle imprese oligopoliste
• Le imprese possono offrire un prodotto omogeneo
oppure differenziato
• Le imprese possono colludere oppure competere
Oligopolio
• Esempi:
– Prodotto identico: benzina, metalli, zucchero
– Prodotto differenziato: automobili, apparecchi elettrici,
farmaci
Le caratteristiche dell’oligopolio
• Interdipendenza strategica tra le imprese
• Presenza di barriere all’entrata
Interdipendenza strategica tra le imprese
• Il profitto di ciascuna impresa dipende dalle proprie
decisioni ma anche da quelle delle altre imprese
–
–
–
–
–
Decisioni sulla pubblicità
Modifiche di caratteristiche del prodotto
Condizioni di garanzie
Assistenza ai clienti
……
• Oligopolio collusivo (eliminazione dell’interdipendenza
strategica  monopolio)
• Oligopolio non collusivo (concorrenza sul prezzo)
L’oligopolio collusivo
Le imprese oligopoliste saranno tentate di accordarsi
con le altre al fine di massimizzare i profitti congiunti
(comportandosi come un monopolista)
Equilibrio in oligopolio collusivo
Un accordo collusivo formale è
noto come cartello. Le imprese
si accordano e fissano un prezzo
per massimizzare i profitti
congiunti (p = CMG).
Esse poi si spartiscono il
mercato tramite l’assegnazione
di quote (la cui somma non può
superare q1)
p
CMGcartello
p1
Dato dalla somma
dei costi marginali
dei componenti
RMGindustria
q1
Dindustria
q
In molti paesi i cartelli sono illegali (antitrust). Le imprese allora cercano
di colludere in modo tacito
Accordi per dividersi il mercato
• Una quota di q1 a ciascuna impresa (spesso
proporzionale alle rispettive quote di mercato)
• Se le quote > q1 
– p invariato ma q minore
oppure
– p diminuisce
Opec (Organization of Petroleum
Exporting Countries)
• Fu costituito nel 1960 dai cinque principali paesi esportatori di
petrolio: l’Arabia Saudita, l’Iran, l’Iraq, il Kuwait e il Venezuela.
• I suoi obiettivi dichiarati erano i seguenti:
• il coordinamento e l’unificazione delle politiche petrolifere
degli stati membri;
• la creazione di strumenti per assicurarsi la stabilizzazione dei
prezzi, eliminando fluttuazioni dannose e non necessarie.
• Fino al 1960 si era assistito a un numero sempre maggiore di contrasti
tra i paesi produttori di petrolio e le compagnie petrolifere
internazionali che estraevano il petrolio dietro «accordi di
concessione». Secondo tali accordi, alle compagnie petrolifere era
concesso il diritto di estrarre petrolio dietro pagamento di royalties. Di
conseguenza, i paesi produttori non avevano alcuna voce in capitolo in
merito ai livelli di output e di prezzo.
• Solo nel 1973 il controllo della produzione di petrolio fu
effettivamente trasferito dalle compagnie petrolifere ai paesi produttori
(13 paesi membri)
Opec (Organization of Petroleum
Exporting Countries)
• Negli anni settanta l’Opec adottava la seguente politica di
prezzo: veniva fissato il prezzo di mercato per il greggio
proveniente dall’Arabia Saudita (che era il leader del
mercato), mentre gli altri paesi membri erano liberi di
determinare il prezzo in linea con quello del greggio arabo.
Si trattava di una forma di leadership di prezzo
dell’impresa dominante.
• Finché la domanda si è mantenuta crescente e anelastica al
prezzo, questa politica ha consentito notevoli incrementi di
prezzo, determinando un aumento consistente dei ricavi.
Nel 1973-74, dopo il conflitto arabo-israeliano, l’Opec alzò
il prezzo del petrolio da circa 3 dollari al barile fino a 12,
prezzo che fu mantenuto grossomodo a questo livello fino
al 1979.
Opec (Organization of Petroleum
Exporting Countries)
• Dopo il 1979, però, in seguito a un ulteriore aumento del prezzo da 15
a 40 dollari al barile, la domanda effettivamente diminuì. La causa fu
in larga misura rappresentata dalla recessione dei primi anni Ottanta
(anche se questa recessione fu provocata a sua volta prevalentemente
dalle risposte dei governi all’aumento del prezzo del petrolio).
• Dovendo affrontare una domanda in diminuzione, dopo il 1982 l’Opec
acconsentì a limitare la propria produzione e stabilì delle quote nel
tentativo di mantenere i prezzi elevati. Nel 1984 ci si accordò su un
tetto di produzione di 16 milioni di barili al giorno.
• Tuttavia, il cartello stava cominciando a disgregarsi, per i seguenti
motivi:
• la recessione mondiale e la conseguente diminuzione della domanda
di petrolio;
• l’aumento della produzione da parte di paesi non membri dell’Opec;
• la rottura dell’accordo da parte dei paesi membri che eccedevano la
propria quota di produzione.
Opec (Organization of Petroleum
Exporting Countries)
• Alla fine del 2001 la relazione tra paesi dell'Opec e paesi
produttori non appartenenti al cartello è cambiata. I dieci
membri dell'Opec hanno deciso di tagliare la produzione a
1,5 milioni di barili al giorno. Ciò è avvenuto in seguito a
un accordo con cinque dei principali produttori al di fuori
del cartello in base al quale anche questi ultimi si
impegnavano a diminuire la produzione, con lo scopo di
causare un aumento dei prezzi e spingerli al livello di 25
dollari al barile.
Opec (Organization of Petroleum
Exporting Countries)
• Con una domanda anelastica rispetto al prezzo, ma
elastica rispetto al reddito (vale a dire reattiva alle
variazioni del reddito mondiale) e con
considerevoli movimenti speculativi nella
domanda, il prezzo di equilibrio per una data
quota di offerta può fluttuare in maniera non
controllabile.
OPEC Statute
Membri OPEC
Algeria
Angola
Ecuador
Iran
Iraq
Kuwait
Libya
Nigeria
Qatar
Saudi Arabia
United Arab Emirates
Venezuela
Collusione tacita
•
•
•
•
Vi sono diverse forme di collusione tacita
Leadership di prezzo dell’impresa dominante (la più
grande)
Leadership di prezzo dell’impresa barometro (la più
affidabile da seguire)
Fissazione del prezzo in base al costo medio (invece di
CMG=RMG, si aggiunge un mark-up prestabilito di
profitto)
Esistenza di un prezzo di riferimento
Fattori che favoriscono la collusione
• Ci sono poche imprese
• I costi e le tecniche di produzione nell’industria sono
noti
• Le imprese hanno costi e tecniche di produzione
simili
• Le imprese producono beni simili
• C’è un’impresa dominante
• Ci sono barriere all’entrata
• Il mercato è stabile
• Non ci sono leggi contrarie alla collusione
Oligopolio non collusivo
• Se non è possibile colludere si potrebbe verificare
una concorrenza di prezzo
• Anche se c’è collusione ci sarà la tentazione di
rompere l’accordo riducendo il prezzo per vendere
oltre la quota assegnata.
In questo caso si può scatenare la reazione delle
altre imprese e innescare di conseguenza una
guerra di prezzo
• In situazioni di oligopolio si tratta di ricercare
soluzioni competitive e cooperative, tali per cui le
decisioni di un soggetto possono influire sui
risultati conseguibili da parte di un rivale,
secondo un meccanismo di retroazione.
Teoria dei giochi
• Nash
La teoria dei giochi
Studia con approccio formale l’interazione
strategica tra due o più soggetti
La teoria dei giochi è lo studio di come i soggetti
si comportano in situazioni strategiche
Le situazioni strategiche sono quelle in cui ciascuno
nel decidere le sue azioni deve considerare come gli
altri potrebbero reagire a tali azioni
Spesso i soggetti (e le imprese) non cooperano
anche quando la cooperazione potrebbe migliorare
la loro situazione
Equilibrio di Nash: equilibrio non cooperativo
Il dilemma del prigioniero
• Due individui accusati di omicidio (vi è il
sospetto, ma non le prove)
• Ad ognuno separatamente viene detto:
– se confessano entrambi avranno uno sconto di pena (8
anni invece di 20)
– Se confessa uno solo dei due egli prende 0 anni
(scagionato) e l’altro 20 anni.
• Ma se nessuno confessa:
– Entrambi prenderanno solo 1 anno.
La teoria dei giochi
Consideriamo il gioco
rappresentato nella tabella
pX
2
1,80
2
10(y), 10(x)
5(y), 12(x)
1,80
12(y), 5(x)
8(y), 8(x)
pY
Sia X che Y possono fissare un
prezzo pari a €2 o a €1,80. Nella
tabella sono riportati i profitti
conseguiti (payoffs) nelle due
ipotesi rispettivamente da Y e da
X
pX
pY
2
1,80
2
10, 10
5 per Y, 12 per x
1,80
12 per Y, 5 per X
8, 8
entrambe decidono in modo indipendente di ridurre a 1,80
• Strategia maximin (X pensa che Y ridurrà e viceversa): l’impresa
è pessimista.
• X teme che se non abbassasse ma lo facesse Y, si troverebbe un profitto di 5.
analogamente pensa Y. Così si massimizza il payoff minimo
• Strategia maximax (X pensa che Y non ridurrà e viceversa):
massimizza il payoff massimo: l’impresa è ottimista
X pensa che abbassando il prezzo Y non lo farebbe e quindi si troverebbe un
profitto di 12. Analogamente pensa Y. Così si massimizza il payoff massimo
Entrambe le strategie conducono allo stesso risultato  il payoff
(8, 8) è detto equilibrio in strategie dominanti
pX
pY
2
1,80
2
10, 10
5, 12
1,80
12, 5
8, 8
Sarebbe stato possibile colludere per ottenere il
payoff (10, 10).
Anche in questo caso per entrambe le imprese ci
sarebbe stato l’incentivo a tradire l’accordo per
ottenere un payoff superiore.
X 1,80 oppure Y 1,80
Teoria dei giochi e risorse collettive
• Esso e Agip possiedono due campi confinanti alimentati
dallo stesso giacimento che vale 12 milioni
• Il costo per trivellare un pozzo è 1 milione
• Se ciascuna impresa trivella un pozzo il profitto è 5 mln a
testa (12/2)-1.
• Se una delle imprese trivella 2 pozzi estrae 2/3 con un
profitto di 6 mln (12/3x2)-2
• Se entrambe trivellano 2 pozzi il profitto è di 4 mln
(12/2)-2
Teoria dei giochi e la corsa agli
armamenti
• Per entrambi I paesi (USA e URSS) la stregia
dominante era accrescere il proprio arsenale
nucleare: aumentava il rischio per entrambi i paesi
• Soluzione: negoziati per la riduzione degli arsenali
Oligopolio non collusivo
Dal momento che c’è interazione strategica, le
imprese devono utilizzare al meglio le informazioni a
loro disposizione sui rivali e scegliere la strategia
ottimale, quella che consente loro di massimizzare il
profitto
A tal fine esse formulano una congettura ragionevole
sulla strategia scelta dai rivali
Duopolio
Il duopolio è una forma di mercato nel quale
operano due sole imprese, l’impresa A e
l’impresa B.
Le due imprese cercano ciascuna di massimizzare il
proprio profitto scegliendo (senza coordinarsi) la
quantità da produrre Per avere un equilibrio (di
Cournot-Nash) le due quantità devono essere
ciascuna la risposta ottima alla quantità scelta
dall’altra impresa
La curva di domanda a gomito
Anche in assenza di collusione i
prezzi in oligopolio possono
rimanere stabili se:
• è probabile che abbassando il
prezzo un oligopolista non
guadagni quote di mercato
perché i rivali faranno
altrettanto nel timore di perdere
clienti
• al contrario se alza il prezzo
l’oligopolista perderà molti
clienti dal momento che i suoi
rivali non lo seguiranno per
accaparrarsi parte della sua
quota di mercato
D è abbastanza elastica
p
D è poco elastica
p1
D
q1
q
L’oligopolio e i consumatori
SVANTAGGI
• Prezzi elevati
• Può esservi un non pieno
sfruttamento delle
economie di scala (sono
più piccole di quelle
monopolistiche)
• Maggiore ricorso alla
pubblicità
VANTAGGI
• L’extraprofitto può essere
usato per investire in
ricerca e sviluppo (e.g.
farmaceutico)
• La concorrenza non di
prezzo attraverso la
differenziazione di
prodotto consente una
maggiore scelta per i
consumatori
In quali circostanze le imprese possono praticare
prezzi diversi a consumatori diversi?
Esistono tre tipi di discriminazione di
prezzo
Discriminazione di primo grado
• Viene fissato un prezzo diverso per ogni
consumatore
• Il prezzo è pertanto la disponibilità a pagare di
ciascun consumatore (il suo prezzo di riserva)
• E’ poco frequente
Esempi: la vendita di aeroplani alle compagnie
aeree
In quali circostanze le imprese possono praticare
prezzi diversi a consumatori diversi?
Discriminazione di secondo grado
• Vengono fissati prezzi diversi in relazione alla
quantità acquistata o ad altre caratteristiche e i
consumatori scelgono fra le diverse offerte
Esempi: Tariffe voli; tariffe elettriche
Discriminazione di terzo grado
• Vengono fissati prezzi diversi in relazione a diversi
gruppi di consumatori:
Esempi. Giovani-anziani (biglietto cinema); studentidocenti (software); paesi (farmaci)
Condizioni necessarie per praticare
la discriminazione di prezzo
• L’impresa non deve essere price-taker
• Non ci deve essere possibilità di arbitraggio (la
possibilità per i consumatori di rivendere il bene)
• Deve essere minimo il fenomeno
dell’importazione parallela
Conclusioni
• Gli oligopolisti massimizzano i loro profitti totali
formando un cartello e comportandosi come un
monopolista
• Se gli oligopolisti prendono individualmente le
decisioni sulla produzione, si ha una maggiore
quantità ad un prezzo inferiore rispetto al risultato
del monopolio
Conclusioni
• Il “dilemma del prigioniero” mostra che il
comportamento egoistico può impedire la
cooperazione, anche se la cooperazione può
portare a risultati superiori.
• La logica del “dilemma del prigioniero” si applica
in molte situazioni, e l’oligopolio è una di queste.
• I decisori politici utilizzano le normative antitrust
per evitare che gli oligopolisti attuino un
comportamento che riduce la concorrenza.