Mercurio

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Mercurio (Hg)
Il mercurio, il cui nome deriva dal greco “hydràrgyros” che significa "argento
liquido", è un elemento noto fin dall'antichità e costituisce circa il 5·10-5 % della
crosta terrestre.
• Storia
Era già noto in tempi antichi in Cina e India; fu anche rinvenuto in tombe dell’ antico
Egitto risalenti al 1500 a.C.
• Cosa ne pensavano gli antichi
In Cina, India e Tibet si riteneva che il mercurio prolungasse la vita, curasse le
fratture e aiutasse a conservare la buona salute. Si narra che il primo imperatore
della Cina, Qin Shi Huang Di, sia impazzito e quindi morto per l'ingestione di pillole di
mercurio che nelle intenzioni avrebbero dovuto garantirgli vita eterna. Gli antichi
greci e romani lo usavano negli unguenti e come cosmetico.
• Di cosa si tratta?
E' un metallo bianco argenteo, l'unico liquido e notevolmente volatile a temperatura
ambiente. Presenta bassa viscosità, elevate densità e tensione superficiale, mentre
le conducibilità termica ed elettrica, per quanto elevate, risultano notevolmente
inferiori rispetto a quelle degli altri metalli. Molti metalli (per esempio piombo,
zinco, cadmio, gallio, sodio, potassio, calcio, magnesio) si disciolgono nel mercurio
formando amalgame, costituite in alcuni casi da vere e proprie soluzioni liquide o
solide e in altri da composti intermetallici.
Il mercurio si comporta chimicamente quasi come un metallo nobile. Infatti a
temperatura ambiente è stabile in aria secca o in ossigeno, non viene attaccato dalle
soluzioni acquose degli acidi non ossidanti e degli alcali, non reagisce con idrogeno,
azoto, fosforo, carbonio, ammoniaca, acidi fluoridrico e cloridrico anidri. Viene
peraltro attaccato a freddo dall'acido nitrico, dagli alogeni, dagli acidi bromidrico e
iodidrico anidri, dall'ozono e da alcune soluzioni saline. A temperature più elevate si
ossida all'aria formando l'ossido mercurico, viene facilmente attaccato dall'acido
solforico concentrato e reagisce con lo zolfo.
Composti del mercurio
Composti mercurosi
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Bromuro mercuroso
Cloruro mercuroso
Ioduro mercuroso
Nitrato mercuroso
Solfato mercuroso
Composti mercurici
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Cloruro mercurico o "sublimato corrosivo", è un veleno molto potente.
Fluoruro mercurico
Ioduro mercurico
Nitrato mercurico
Solfuro mercurico, usato come pigmento per vernici (rosso vermiglio).
Fulminato di mercurio, un esplosivo molto sensibile agli urti usato spesso nei
detonatori.
Acetato mercurico
Ossido mercurico
Tiocianato mercurico o "solfocianuro mercurico"
Bromuro mercurico
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Inquinamento da Mercurio
Le industrie di cloro e soda caustica sono le più grandi consumatrici di mercurio e dal
1970 si è fatto molto per eliminare gli scarichi inquinanti mediante il ricircolo delle
acque di scarico e l’ istallazione di bacini e vasche di sedimentazione in cui il
mercurio si raccoglie (con questi metodi gli scarichi si sono ridotti dell’ 86%).
Teoricamente durante il processo di riduzione del cloro o della soda caustica non si
dovrebbe consumare mercurio; teoricamente perché quasi sempre si hanno perdite
di mercurio attraverso i liquidi di scarico e i sistemi di ventilazione. Un’ ulteriore
fonte di inquinamento è date dall’incenerimento di carta prodotta utilizzando PMA
(derivato del mercurio). Adesso l’uso di PMA nell’industria cartaria è praticamente
cessato. Il PMA è tuttora utilizzato nelle lavanderie per sopprimere le muffe.
Composti di mercurio sono utilizzati per la disinfestazione delle sementi in
agricoltura. Tracce piccole di mercurio sono rilevate anche nel carbone e negli altri
combustibili fossili. Per dare un’idea della mole di mercurio che finisce negli scarichi
basta pensare che una popolazione di un milione di persone può in un anno
scaricare nelle acque di scolo fino a 500 Kg di mercurio, attraverso l’utilizzo di
sostanze comunemente usate come disinfettanti, prodotti farmaceutici e vernici.
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Avvelenamento da Mercurio
Nel 1956 gli sversamenti di acque reflue contaminate al mercurio dell’industria
chimica Chisso Corporation hanno prodotto uno dei peggiori disastri ambientali
che la storia ricordi. Un disastro con un nome ben preciso: sindrome di
Minamata. Era il 1956 quando nella baia di Minamata, cittadina di pescatori
nella Prefettura di Kumamoto, fu scoperta per la prima volta quella che è passata
alla storia proprio come la malattia di Minamata. Si tratta di una sindrome
neurologica causata da avvelenamento da mercurio che provoca atassia
(progressiva perdita del coordinamento muscolare); parestesia (alterazione della
sensibilità degli arti, i particolare la perdita del senso del tatto a livello topico);
indebolimento del campo visivo, perdita dell’udito, difficoltà ad articolare le
parole, disordine mentale. Paresi. Morte. Era successo che la Chisso Corporation,
un’industria chimica installata nella zona, sversasse le acque reflue contaminate
da metilmercurio proprio nella baia, nel mare di Shiranui. Uno sversamento
costante, durato ininterrottamente dal 1932 al 1968. Il metilmercurio si è
depositato nei fanghi, sul fondo del mare, di cui si nutrono numerosi
microrganismi alla base della catena alimentare. La sostanza è stata quindi
assorbita anche da crostacei e molluschi risalendo la catena alimentare fino alla
tavola degli abitanti del luogo, la cui dieta è principalmente a base di pesce. I
primi ad avvertire i sintomi della malattia furono proprio i pescatori che
lavoravano nella baia. Da allora, i casi di avvelenamento ed i conseguenti decessi
si susseguirono a ritmo incalzante per più di trent’anni, includendo uomini e
animali. Da allora, fu necessario aspettare il 1968 affinché la Chisso smettesse di
versare acque contaminate nella baia, ma il danno era ormai irreversibilmente
compiuto. Oltre alle persone contaminate perché si cibavano del pesce carico di
mercurio, già da tempo si registravano anche nascite di bambini malati, sintomo
inequivocabile che il morbo si trasmetteva anche al feto.
Da quando il morbo fu ufficialmente riconosciuto gruppi di malati o di parenti di
persone decedute a causa della malattia intentarono numerosi procedimenti civili
contro il Governo.
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Esperimento col mercurio di Torricelli
Un tubo di vetro, lungo circa 1 metro e sigillato a un'estremità, viene riempito di
mercurio e messo, con l'apertura verso il basso tenuta chiusa con un dito, in una
bacinella anch'essa piena di mercurio. Togliendo il dito dall'imboccatura del tubo,
il mercurio all'interno scende, fermandosi a un'altezza di 760 mm sopra la
superficie del mercurio che si trova nella bacinella.
Il mercurio, per effetto della gravità, tende ad uscire dal tubo e ad andare nella
bacinella. Nello stesso tempo la pressione dell'aria preme sulla superficie del
mercurio nella bacinella tende a farlo risalire nel tubo, nel quale si è fatto il vuoto
e , non essendoci aria, la pressione è nulla.
Con il suo esperimento Torricelli dimostrò che, al livello del mare, la pressione
esercitata dall'atmosfera su una superficie è uguale alla pressione esercitata, su
una superficie di pari dimensioni, da una colonna di mercurio alta 760 mm. Per
questa ragione, la pressione atmosferica è espressa spesso in millimetri di
mercurio (mm Hg dove Hg è il simbolo chimico del mercurio).
Il mm Hg non è la sola unità di misura usata per esprimere i valori della pressione
atmosferica. In meteorologia si usa il millibar (mb), il cui valore si ottiene
considerando che la pressione atmosferica standard di 760 mm Hg è stata posta
a 1013 mb.
Nel sistema Internazionale l'unità di pressione è il pascal (Pa): un'unità molto
piccola (1/100 millibar) che serve nella misura di pressioni ridotte.
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 Termometro a mercurio
Il termometro a liquido è il più comune termometro di cui fino a pochi anni fa il
maggiore rappresentante era quello a mercurio, oggi sostituito da quello a
Galinstano.Esso sfrutta il fenomeno fisico della dilatazione termica di un liquido che
si manifesta al variare della temperatura.
Quando il termometro si rompe è molto pericoloso, infatti è consigliabile
allontanare i bambini (che potrebbero ingerire i residui di mercurio) e le donne
incinte (che potrebbero odorarne i vapori) dalla zona in cui si trova il mercurio e
prima di effettuare qualsiasi manovra per la raccolta del metallo, dovrete togliere i
gioielli che si indossano perché il mercurio forma con l’oro un amalgama,
rovinandoli in modo permanente.
Dal momento che il mercurio riflette bene la luce, illuminando con una torcia
elettrica la zona interessata dalla rottura dello strumento individuerete eventuali
residui di metallo ancora presenti nell’ambiente.
È necessario ventilare i locali prima di soggiornarvi, in particolare la parte bassa, più
prossima al pavimento, dove i vapori pesanti di mercurio tendono a stazionare.
Il mercurio raccolto non deve essere smaltito attraverso i normali rifiuti urbani, ma
attraverso ditte specializzate per la gestione di rifiuti tossici (in genere nelle farmacie
si trova, accanto al cassonetto per la raccolta dei medicinali scaduti, anche una
vaschetta per la raccolta dei termometri e dei loro resti). Se ingerito, il mercurio può
portare ad alterazioni nello sviluppo cerebrale dei bambini e neurologiche e
cardiovascolari negli adulti.
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