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sità di rappresentare vari riferimenti culturali che impone una tecnica della citazione specifica: non orizzontale e diacronica, che gioca
con l’opposizione dei linguaggi individuali, ma verticale, spaziale e
in movimento, esplorando rapidamente tutte le dimensioni
spazio–temporali in un movimento vertiginoso di sintesi e di ibridazioni illimitate.
La decontestualizzazione in Experimentum mundi e in Linzer
Stahloper, l’esplorazione della intertestualità letterario–pittorica in
Ascolto di Rembrandt, i viaggi immaginari attraverso testi diversi in
Jules Verne e Combattimento di Ettore e Achille, ma, più ancora, le
fantasie oniriche – l’opera da camera Kelpers Traum (1989–90) e il
“balletto di fine secolo” per danzatore e strumenti antichi Globe
Théâtre (1990) – testimoniano un processo globalizzante di sintesi
fondato soprattutto su una concezione dinamica dello spazio. Perfettamente cosciente della forza suggestiva degli effetti di spazializzazione in musica – e più ancora nell’ambito del teatro musicale –
Battistelli inventa spazi musico–teatrali flessibili, estranei a ogni fissità metrica, pronti ad aderire ai molteplici cambiamenti delle trasformazioni materiali. Il modo spaziale diventa così teso e generatore di tensione come è quello del tempo musicale non metrico. Gli
spettacoli di teatro immaginario in Battistelli si allontanano definitivamente dalla semplice concezione del tempo–contenitore o dello
spazio–contenente. Nel suo “teatro della memoria” o racconto–finzione lo spazio–tempo diventa flessibile, elastico, “morbido come
un mollusco”, secondo l’espressione di Einstein, variabile secondo
il movimento e le densità delle materie in trasformazione.
L’“opera da camera” Keplers Traum (1989–90) su libretto del
compositore da Somnium o Nachträglisches Werk über die
Lunar–Astronomie (1609) di Giovanni Keplero, si inserisce perfettamente nella linea del “viaggio immaginario” o del “teatro–fantasia”.
Un po’ alla maniera di Jules Verne, Keplers Traum utilizza un
intreccio narrativo composto da Battistelli ispirandosi al magnifico
romanzo di fantascienza del XVII secolo Somnium di Keplero e a
elementi biografici della vita del celebre astronomo. 14 A questa
doppia narrazione frammentaria, sperimentata già in Jules Verne,
14 Rifiutata nel 1593 dagli accademici dell’Università di Tübingen a
causa delle sue affermazioni copernicane, G. Keplero (1571-1630) rielabora
la sua dissertazione sotto forma di romanzo fantastico dal titolo Somnium o
opera postuma sulla geografia lunare (1609). Al racconto apparentemente
fantastico di colui che osserva la terra dalla luna, Keplero aggiunge 223
note esplicative che decrivono i fenomeni celesti sempre secondo un modello implicitamente copernicano.