Cognome....................................................................... Nome ............................................................................. LE PRECIPITAZIONI In una nube le goccioline d’acqua e i cristalli di ghiaccio possono rimanere in sospensione nell’aria finché non superano le dimensioni all’incirca di 100 micron; se si accrescono assumendo dimensioni maggiori non possono più mantenersi sospesi nell’atmosfera e cadono al suolo per gravità, originando le precipitazioni, in forma di pioggia, neve o grandine. La pioggia è costituita da gocce con un diametro compreso in genere tra 1 mm e alcuni millimetri (se le gocce sono molto fini si parla di pioviggine) e si manifesta in tipi diversi che, in base alla frequenza, sono distinti principalmente in temporali, piogge equatoriali, grandi piogge stagionali e in base all’intensità in piogge fini e acquazzoni. Quando le temperature sia in quota sia negli strati inferiori dell’atmosfera si mantengono inferiori a 0 °C, le goccioline d’acqua solidificano in cristalli di ghiaccio che precipitano a terra come fiocchi di neve; se gli strati inferiori dell’atmosfera hanno temperature superiori a 0 °C, la neve si trasforma in pioggia. La grandine è un evento che spesso si verifica durante i temporali estivi nelle nostre regioni temperate. Consiste nella caduta di granuli dalla struttura sferoidale, i chicchi, costituiti da tanti strati concentrici e sovrapposti di ghiaccio, di dimensioni varie, talvolta anche notevoli, che si formano all’interno delle nubi temporalesche (cumulonembi). Nella nube le goccioline d’acqua vengono prima sospinte in alto dalle correnti d’aria calda ascendenti. Nel salire la loro temperatura diminuisce fino a farle ghiacciare. Successivamente ricadono in basso trascinate dalle correnti discendenti, aggregando altre goccioline che congelano a loro volta sui granuli ghiacciati quando questi sono di nuovo risospinti in alto: in questo modo aumentano progressivamente di dimensioni. A un certo punto i granuli acquistano un peso tale da vincere le correnti ascensionali e cadono al suolo. La nebbia può essere considerata una nube che si forma in prossimità del suolo; è anch’essa costituita da un ammasso di goccioline d’acqua e si origina per esempio quando il suolo (o una superficie d’acqua) risulta più freddo dell’aria soprastante: l’aria si raffredda a sua volta e ciò provoca la condensazione del vapore acqueo contenuto; il fenomeno si osserva spesso in pianura e nelle valli; lungo i litorali marini si formano le nebbie costiere quando l’aria calda e umida proveniente dal mare giunge sulla costa più fredda. In seguito a un forte abbassamento di temperatura, in genere notturno, che raffredda il terreno, il vapore acqueo dell’aria può depositarsi sugli oggetti freddi che si trovano al suolo come goccioline che costituiscono la rugiada; se la temperatura è inferiore al punto di congelamento (0 °C), il vapore acqueo per sublimazione si trasforma in piccoli cristalli di ghiaccio, che si depositano al suolo come brina. LA DISTRIBUZIONE DELLE PIOGGE. La quantità di pioggia che giunge al suolo si misura in millimetri (mm) di acqua caduta nell’intervallo di tempo considerato: giorno, mese, anno; come strumento di misura si usa il pluviometro, costituito da un recipiente graduato, con una base di 1 m2, munito di un imbuto di raccolta (1 mm di altezza su una superficie di 1 m2 equivale al volume di 1 litro). La distribuzione delle piogge sulla superficie terrestre non è uniforme, in quanto segue a grandi linee l’andamento delle fasce di bassa pressione. In base ai dati raccolti in varie stazioni meteorologiche nel corsi di molti anni, si possono tracciare su un planisfero delle linee che congiungono punti della superficie terrestre con uguale quantità media annuale di precipitazioni piovose: le linee di “uguale piovosità” sono dette isoiete e i planisferi che le rappresentano sono chiamati carte delle isoiete; un dettaglio della carta della piovosità in Italia è riportata nella figura sottostante. La conoscenza della distribuzione e dell’intensità della pioggia a livello mensile e stagionale in una regione permette di definirne il regime pluviometrico: per esempio, in un regime pluviometrico equatoriale si verificano piogge abbondanti tutto l’anno, con punte massime nei periodi degli equinozi, mentre nelle zone interessate dai monsoni si ha un regime monsonico, con sei mesi di pioggia nel periodo estivo che si alternano con un periodo asciutto nella stagione invernale; alle medie latitudini si possono riscontrare un regime mediterraneo, con estati relativamente asciutte e inverni piovosi, un regime marittimo, con piogge in prevalenza estive e un regime continentale, con piogge prevalentemente invernali. GUIDA ALLO STUDIO 1.
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In che cosa consistono le nubi e come si formano? .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... In che modo si origina la pioggia in una nube? .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... Come si forma la nebbia? .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................