Armando Punzo Nato a Cercola (Napoli) nel 1959, inizia la sua attività a Napoli nel ’78 con spettacoli di strada del Teatro Laboratorio Proposta. Dall’ ’83 è a Volterra dove è uno dei conduttori del progetto Pratiche in attesa di teoria del Gruppo Internazionale L’Avventura. Un brevissimo ritorno a Napoli e poi il trasferimento definitivo in Toscana continuando con il progetto L’Avventura e il lavoro all’interno del Centro di Cultura Attiva “Il Porto”. Allo scioglimento del gruppo, lavora come aiuto regia di Thierry Salmon per “A. da Agatha” da Marguerite Duras. Nel 1987 fonda l’Associazione Culturale Carte Blanche di cui è attualmente direttore artistico. Lo stesso anno, cura la regia di “Etty” da “Diario 1941/1943” di Etty Hillesum, (prima edizione di VolterraTeatro) e nel 1989 la regia di “Verso Camille Claudel” (VolterraTeatro’89). Il 1988 è anche l’anno in cui inizia a lavorare con i detenuti del Carcere di Volterra: nasce così la Compagnia della Fortezza, allora unico progetto di teatro in carcere, e sicuramente un nuovo modo di fare teatro. A partire dall’ ‘89 fino ad oggi continua in maniera incessante e quotidiana il suo lavoro nella Fortezza di Volterra, e alla direzione della Compagnia crea i seguenti spettacoli: “La Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone “Masaniello” di Elvio Porta ” ‘O juorno ‘e San Michele” di Elvio Porta – (Premio Speciale UBU nel 1991 per il lavoro svolto all’interno del Carcere) “Il Corrente” di Elvio Porta “Marat – Sade” di Peter Weiss – (Premio UBU come miglior spettacolo nel 1993 – Premio Speciale UBU alla Compagnia della Fortezza per l’impegno collettivo nella ricerca e nel lavoro drammaturgico nel 1993) “La Prigione” (I studio) di Kenneth H. Brown “L’Eneide” di Virgilio ”I Negri” di Jean Genet – (Premio Europa Nuove Realtà Teatrali Taormina Arte ‘96 – Premio Speciale Teatro Festival Parma) “Orlando Furioso” da Ariosto “Insulti al Pubblico” di Peter Handke “Macbeth” di W. Shakespeare “Amleto” di W. Shakespeare “L’opera da tre soldi – prime variazioni sul tema” di Bertolt Brecht “I Pescecani” ovvero quello che resta di Bertolt Brecht di A. Punzo – (Premio UBU come miglior spettacolo dell’anno nel 2004, Premio Carmelo Bene della Rivista letteraria Lo Straniero e Premio A.N.C.T. – Associazione Nazionale Critici di Teatro) “P.P.Pasolini – ovvero elogio al disimpegno” “Appunti per un film” “Budini, capretti capponi e grassi signori ovvero la scuola dei buffoni” “Pinocchio – Lo spettacolo della Ragione” “Alice nel paese delle meraviglie – Saggio sulla fine di una civiltà” (Premio UBU come miglior regia nel 2009) “Hamlice – Saggio sulla fine di una civiltà” “Romeo e Giulietta – Mercuzio non vuole morire” “Progetto Mercuzio non vuole morire” “Santo Genet Commediante e Martire” “Santo Genet” “Shakespeare. Know Well” Svolge sempre parallelamente la sua attività di regista al di fuori del carcere. Nel 1997 realizza la regia di un altro monologo, “Teatro No”, questa volta con l’attore Nicola Rignanese. Nel 1999 è stato uno dei maestri del teatro prescelti per il progetto internazionale “I Porti del Mediterraneo” promosso dall’allora E.T.I. – Ente Teatrale Italiano: per tale progetto conduce un laboratorio a Casablanca (Marocco) con quindici attori marocchini, presentato poi in Italia a Bologna al Teatro Duse. Nel biennio 1999/2000 ha condotto per la Biennale di Venezia un laboratorio produttivo a più tappe con 15 attori. Il progetto, al quale si sono affiancati il Teatro Metastasio di Prato ed il Festival di Zurigo, si è poi concretizzato nello spettacolo “Nihil – Nulla”, già presentato in una prima fase a Venezia e a Zurigo nel 2001. Lo spettacolo è stato in tournée in Italia e all’estero nel 2002 e 2003 dopo un ulteriore periodo di laboratorio. Nel 2004 ha condotto un laboratorio internazionale denominato “Progetto Brecht”, co-prodotto da Teatro Metastasio Stabile della Toscana (Italia), Festival de Liege (Belgio), Spielzeiteuropa-Berliner Festspiele (Germania) in collaborazione con Centre des Arts Sceniques (Belgio), Ferme du Buisson (Francia) e Theatre de la Place (Belgio). Da questo percorso laboratoriale è stato messo in scena lo spettacolo “Il Vuoto ovvero cosa resta di B.Brecht”, che ha debuttato a Liegi durante il Festival e in Italia a Prato e che proseguirà la tournée fino al 2006, toccando alcune fra le più importanti città europee fra cui Parigi e Berlino. Nel 2005 dirige l’attore maghrebino ex detenuto Mimoun El Barouni nel monologo “Il Libro della Vita”. Lo spettacolo debutta al Festival VolterraTeatro e viene portato in tournée anche in Francia. Nel 2003 e 2007 dirige sempre i detenuti attori della Compagnia della Fortezza in altri due lavori che vengono presentati in prima nazionale al Teatro di San Pietro di Volterra: “Sing Sing Cabaret” (2003) e “Brecht Cabaret” (2007). Risalgono al 2008 e al 2010 altri due monologhi, anch’essi aventi per protagonisti attori della Compagnia della Fortezza, ovvero “Un silenzio straordinario” e “Il Sogno di Faust”, e al 2015 “A-Solo. Studi di assenza in pubblico”, in cu protagonisca è Aniello Arena, attore storico della Compagnia. Nell’autunno del 2008 è chiamato a dirigere un laboratorio teatrale a conclusione di un progetto europeo sulla comunicazione e sulla memoria transgenerazionale. Lavora con un gruppo di anziani e così nasce lo spettacolo “Amleto – La tragedia della realtà”. Nel 2010 si rinnova la collaborazione con il Teatro Metastasio Stabile della Toscana di Prato per la co-produzione di “Hamlice – Saggio sulla fine di una civiltà”, progetto partito all’interno della Casa di Reclusione nel 2009 e culminato nel novembre 2010 con una serie di repliche a Prato ed una lunga tournée nei più importanti teatri italiani. Il 2011 e il 2012 sono segnati da un altro ambizioso progetto, denominato “Mercuzio non vuole morire“. Il progetto, nato al pari degli altri spettacoli della Compagnia tra le mura del carcere, ben presto finisce per sfondare le stesse: Mercuzio, il poeta sognatore incarnazione dell’arte e della cultura, simbolo di quanti non vogliono arrendersi alla realtà, può sopravvivere solo se incontra sul proprio percorso altri “Mercuzi”. Matura il pensiero di far “viaggiare” Mercuzio così da incontrare altri pensatori come lui ed è così che al progetto aderiscono migliaia di persone tra artisti, compagnie teatrali, associazioni, istituzioni e semplici cittadini, i quali si lasciano coinvolgere nelle piazze di tutta Italia. Il lavoro con non professionisti anche all’esterno del carcere resta una costante, confermata dall’esperienza del settembre 2015 di “Paradiso – Voi non sapete la sofferenza dei santi“, lavoro che ha visto Punzo lavorare con un gruppo di cittadini del Quartiere Tamburi di Taranto, all’ombra degli altiforni del famigerato insediamento industriale dell’ILVA. Ha co-diretto il festival Internazionale VolterraTeatro nelle edizioni ’96, ‘97 ,‘98 e ‘99 presentando il progetto “I Teatri dell’Impossibile”. Dall’anno 2000 fino ad oggi ha la direzione artistica e la gestione organizzativa del Festival. Nel 2001 e 2002 il progetto di teatro e carcere con la Compagnia della Fortezza ha avuto il riconoscimento di “Progetto Speciale” da parte del Ministero dello Spettacolo. Dal 2003 in poi, invece, il progetto è stato ufficialmente riconosciuto dal Ministero dello Spettacolo e finanziato sul capitolo della Promozione. Armando Punzo è spesso invitato in Italia ed all’estero a tenere seminari, workshop, video conferenze e laboratori sull’esperienza della Compagnia della Fortezza e sulla metodologia sviluppata in questi anni con il lavoro all’interno del Carcere e con il progetto I Teatri dell’Impossibile. Ad oggi, su queste esperienze sono stati realizzati numerosi libri, pubblicazioni oltre che numerosissime tesi di laurea e dottorati di ricerca nelle più diverse discipline, sia in Italia che all’estero. Dal 1998 ad oggi è direttore artistico del Teatro di San Pietro di Volterra nel quale ha sede anche l’Associazione Carte Blanche e nel quale vengono presentati ogni anno progetti e rassegne teatrali tra cui ricordiamo, nel passato, i progetti “Il Teatro e la Città” e “Nostalgie d’Autunno”, stagioni teatrali invernali realizzate anche nel Teatro Persio Flacco (realizzate con il supporto dell’Ente Teatrale Italiano) che vedono accanto all’ospitalità di compagnie di nome il coinvolgimento di numerose realtà locali. Nel 2004 ha ideato il progetto co-finanziato dalla Comunità Europea dal titolo “Teatro e Carcere in Europa – formazione e sviluppo e divulgazione di metodologie innovative”, in collaborazione con alcune delle più importanti strutture europee che si occupano di teatro e carcere. A questo ha fatto seguito un nuovo progetto europeo (2013-2015) denominato “PICP – The prison, from penal institute to cultural place” volto a indagare come le buone pratiche concernenti l’attività teatrale in carcere possano essere riassunte in un modello esportabile in altre carceri e/o altri settori dell’esclusione e/o altri target. L’impegno a livello internazionale si fa sempre più forte a partire dal 2009, anno in cui si fanno più intensi i rapporti con una sua ex allieva, la regista libanese Zeina Daccache, attiva nel carcere di Roumieh a Beirut, il più popoloso di tutto il Libano, ove è impegnata con il primo progetto di teatro in carcere nell’area medio-orientale. Grazie all’interessamento dell’ambasciata italiana in Libano, e poi anche di quella svizzera, Punzo è chiamato a più riprese ad intervenire a Roumieh al fine di consolidare l’esperienza ivi nascente. La sua presenza risulta decisiva sul piano istituzionale e su quello prettamente artistico, grazie alla conduzione di laboratori finalizzati alla messa in scena di una nuova rappresentazione teatrale. Sempre al recente passato risale l’ intervento al primo simposio internazionale di teatro e carcere in America Latina e Europa tenutosi a Santiago del Cile nel 2010. Il successo e la bontà dei risultati che continuano a premiare l’esperienza della Compagnia della Fortezza e di chi ne è coinvolto, ha spinto Punzo a dedicarsi al conseguimento di un nuovo ambizioso riconoscimento, ovvero quello di trasformare la Compagnia in teatro stabile e fare del carcere di Volterra un vero e proprio istituto di cultura piuttosto che di pena, un progetto che -al di là della propria unicità a livello internazionale- rappresenterebbe il naturale sviluppo di un’attività che è in costante crescita.