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ECONOMIA DELLE AZIENDE E DEI MERCATI
INTERNAZIONALI
PROF. ANGELO MIGLIETTA
A.A. 2012-13
Libera Università di Lingue e comunicazione IULM
Introduzione
Il corso in Economia delle aziende e dei mercati finanziari è un esame del terzo anno della facoltà
di IC, ed è tenuto principalmente dal Prof. Miglietta, fatta eccezione di alcune lezioni riguardanti
Business Plan, Startup e rapporto tra Arte e Impresa, generalmente tenute da due dei suoi assistenti.
Il corso non prevede la necessità di conoscenze in ambito economico e mira a fornire allo studente
un’adeguata preparazione e sensibilità manageriale nel campo della gestione e organizzazione di
ogni tipo di azienda.
L’esame è scritto e consiste in tre domande aperte dal carattere generale, in cui si può scrivere tutto
ciò che si conosce riguardo all’argomento chiesto. Il tempo è limitato, ma comunque più che
sufficiente per poter inserire tutto ciò che si vuole, proprio grazie alle domande mirate, ma mai
troppo specifiche, e che in genere sono i punti su cui il professore, e i suoi assistenti, hanno messo
più in luce durante le ore di lezione. Superato lo scritto, basterà andare a verbalizzare il voto a un
qualunque appello della sessione d’esami.
Tale dispensa è frutto degli appunti presi durante le ore di lezione poi integrati con il libro di testo
consigliato (A. Coppola, Fondamenti di economia aziendale). Nel libro ci sono molte informazioni
in più, mai trattate durante le ore di lezione, e non chieste all’esame, ma può essere sempre un punto
di appoggio nel caso in cui non si frequentasse il corso, anche se il testo è molto più complesso
delle lezioni.
Nell’elaborato si parte da alcune nozioni generali sul concetto di Economia e dei vari tipi di
imprese, trattati sia a lezione sia nel libro di testo, per poi arrivare più nello specifico ai vari modelli
organizzativi dell’impresa (molto gettonati in sede d’esame). Infine, vi è la parte dedicata è al
rapporto tra Arte e Impresa, al crowdfunding e alle startup.
Proprio perché tale dispensa racchiude sia il libro sia gli appunti, il materiale qui presente esaurisce
completamente ciò che va studiato per l’esame. Un consiglio è quello di associare questo materiale
con le slide fornite dal docente e reperibili sulla community IULM. Le slide sono un punto fermo e,
nell’esame, non viene domandato nulla che non vi sia citato.
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Che cos’è l’Economia?
Il termine economia è di origine greca e significa “regole della casa”.
L’economia si distingue in:
- economia politica (detta anche economics), la quale si occupa di un’analisi teorica e in cui vi è
un forte uso dei modelli quantitativi;
- economia aziendale (detto anche management o business administration), che si occupa di come
gestire un’impresa. Si basa quindi su un approccio qualitativo e non quantitativo, orientato a
studiare la realtà. Il maggiore economista aziendale è Porter.
L’economia non è una vera e propria scienza poiché, secondo la teoria di Popper, non è
falsificabile.
Economia politica
Nasce con Adam Smith come branca della filosofia, e quindi delle scienze sociali (chiamate
humanities). È Smith a teorizzare il concetto di mano invisibile: esiste un mercato quando le
persone in libertà scambiano beni e/o servizi e la posizione di ciascun contraente, dopo lo scambio,
è migliore. Senza libertà non esiste un mercato.
I fondatori dell’economia politica sono i moralisti e filosofi scozzesi che miravano alla ricerca del
bene di tutti coloro che partecipavano allo scambio nella società. Riconoscere nel mercato questo
meccanismo di libertà rientra nella visione teologica del mercato: la libertà è un meccanismo
attraverso il quale si crea il bene dell’umanità, in cui tutti stanno meglio (il bene dell’umanità è
quindi dato dalla mano invisibile). Alla base di questa visione vi è il concetto di egoismo come
fattore di benessere, in contrasto con il pensiero cattolico di S. Agostino.
L’economia politica cerca di capire come funziona lo scambio e quindi il mercato, facendone
un’analisi.
Il mercato è un luogo di libertà ma non di giustizia, poiché non fa parte della sua sfera: l’economia
si occupa dell’aspetto costruttivo per migliorare la qualità della vita delle persone perché “chi sta
meglio consuma di più”.
Ricardo, successore di Smith, si è accorto che, a seconda dell’organizzazione dei mercati, vi può
essere una maggiore o minore giustizia legata alla libertà. Ricardo elabora il concetto di rendita: se
in un mercato uno ha qualche condizione di forza particolare, in quel mercato diminuisce la
giustizia e il grado di libertà allo stato puro (primo concetto di monopolio).
Marshall riprende la teoria di Ricardo ed elabora la Teoria della struttura dei mercati, che possono
essere di due tipi:
- mercati di concorrenza perfetta, caratterizzato da: tanti compratori e tanti venditori, in cui nessuno
è in grado di condizionare il comportamento dell’altro perché sono infiniti; informazioni
trasparenti, facilmente disponibili e non costose; shoe leather cost (o i cosiddetti prezzi
competitivi), che diano la possibilità di arrivare a una rendita (l’acquirente o il venditore non
devono fare fatica per acquistare o comprare il prodotto);
- monopolio, in cui uno solo è forte e tutti gli altri sono deboli.
Lo studio dell’economia secondo quest’ottica è la cosiddetta Microeconomia.
Mentre Marshall elabora la sua teoria, Marx introduce il concetto di critica del plusvalore: i
meccanismi di libero mercato porterebbero a dei processi di accumulazione di ricchezza (il
plusvalore) che, a un certo livello, fanno implodere il mercato. A provare la teoria di Marx è la crisi
del capitalismo nel ’29, anni in cui si sviluppa però il pensiero di Keynes.
Keynes elabora il concetto di macroeconomia: l’analisi dei mercati riguarda, non i mercati di per sé,
ma gli aggregati di carattere economico, ovvero:
- il tasso di disoccupazione;
- i consumi, perchè se aumentano i consumi, aumenta la ricchezza;
- il risparmio, cioè un rinvio di decisioni di consumo odierno per consumare qualcosa di più
domani (cioè un investimento, perché se risparmio non consumo e quindi c’è meno ricchezza ma
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se metto a disposizione di chi investe, c’è comunque un consumo e quindi un aumento di
ricchezza);
- debito pubblico, l’ammontare del denaro che lo stato deve restituire a qualcuno che glieli ha
prestati;
- deficit pubblico, la cui soglia è del 3%. È l’ammontare dell’aumento del debito pubblico che si è
generato in un anno;
- PIL, è la ricchezza di un paese. Importanti indicatori sono il debito pubblico su PIL (che deve
essere inferiore del 30%) e il deficit su PIL (minore del 3%). Spread = differenza dei tassi di
interesse sul debito pubblico italiano vs. quello straniero;
- offerta di moneta di un sistema, la quale viene generata dalla BCE;
- rapporti tra uno stato e l’estero, che comprendono:
1. il saldo delle partite correnti, differenza tra export e import. Sia l’export che l’import
possono riguardare beni e/o servizi. Import ed export determinano i flussi di pagamento: se
si importa si hanno incassi mentre se si esporta si hanno esversi/pagamenti. Il saldo è in
attivo quando le importazioni sono minori delle esportazioni. Il saldo delle partite correnti,
quindi, a seconda del suo segno, positivo o negativo, determina un eccesso di incasso di
pagamenti per il paese;
2. il saldo dei movimenti di capitale, denaro che esce dal paese non attraverso l’export ma
attraverso dei titoli pubblici emessi dallo stato (Bot, CCT), sottoscritti da persone straniere
che, a loro volta, rappresentano incassi o pagamenti. Consistono in prestiti e rimborsi e
hanno la caratteristica di controbilanciare la posizione dell’import/export. Paesi in cui il
flusso di capitale è molto alto (perché il paese investe e spende troppo) finisce in bancarotta
o ricorre alla svalutazione della moneta, facendola scendere di valore rispetto a un’altra: in
questo modo acquistare prodotti di altri paesi diventa quindi più costoso, mentre l’import
costa di più rispetto all’export, che diventa quindi conveniente. Nel lungo termine, i paesi
che hanno la tendenza a esportare di più rispetto a quanto importano, sono paesi che
diventeranno forti. Numerosi paesi, per evitare la svalutazione della moneta di un paese
(cosa che lo rende competitivo) aumentano il tasso di interesse sui prestiti che riceve,
meccanismo che alla lunga porta all’insolvenza. Ne è un esempio la Politica Abenomix del
Giappone: il paese vuole svalutare la moneta ma i tassi di interesse sono già a zero, perciò il
Giappone stampa tanta moneta e compra titoli di stato giapponesi; anche le altre banche
emettono obbligazioni denominate Yen per reperire risorse finanziarie;
- la bilancia dei pagamenti.
L’azienda
È il complesso di beni materiali e immateriali organizzati da un soggetto per la produzione di beni o
l’erogazione di servizi destinati al soddisfacimento dei bisogni umani.
Azienda (company) e impresa (enterprise) non sono la stessa cosa: sono entrambi istituti costituiti
da un insieme di persone, beni e risorse organizzati per il conseguimento di un obiettivo. Nel tempo
possono cambiare la loro natura.
L’impresa è un istituto che mira a realizzare profitti (i quali sono una parte di guadagno che supera
il guadagno che si può realizzare in condizioni di concorrenza perfetta). Le imprese svolgono quindi
attività economiche di produzione o scambio dei beni e servizi.
L’azienda è incardinata nella società in cui essa individua i bisogni da soddisfare, sceglie i mezzi
attraverso cui soddisfarlo e organizza le risorse per la produzione di tali mezzi atti a soddisfare
questi bisogni. L’azienda è l’ordinamento economico di un istituto: complesso di beni materiali e
immateriali organizzati da un soggetto per la produzione di beni e/o servizi al fine di soddisfare dei
bisogni umani e per raggiungere le sue finalità. L’azienda è quindi un sottoinsieme dell’insieme
“istituto” che si preoccupa delle relazioni di un ordinamento esterno. L’azienda tende a coincidere
con l’impresa stessa perché mira a fare guadagno, a prescindere che sia profit o no profit, tutto è
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cioè destinato a un’attività economica.
L’analisi dei bisogni rappresenta la base di ogni teoria economica. Una delle pietre miliari della
teoria dei bisogni è quella sviluppata da Maslow, secondo cui i bisogni umani sono organizzati in
una gerarchia (bisogni fisiologici, di sicurezza, sociali, di stima, di autorealizzazione). Una persona
tende a soddisfare prima i bisogni primari per poi tendere a soddisfare quelli di grado successivo.
Ogni tipologia di soggetto ha l’esigenza di soddisfare vari bisogni e, pertanto, agisce nel sistema
economico per realizzare questa finalità e massimizzare il proprio benessere, non solo quello
materiale, conseguibile attraverso la ricchezza, ma anche la qualità della vita.
Le aziende sono quindi entità destinate a svolgere un’attività economica di produzione e scambio
dei beni e servizi che servono al soddisfacimento dei bisogni.
L’azienda è un’entità durevole, destinata a perdurare nel tempo, e si pone rispetto all’ambiente in
un rapporto osmotico: l’azienda preleva dall’ambiente nel quale è inserita le risorse per la propria
sopravvivenza e riversa nello stesso ambiente i beni e i servizi prodotti. Sono quindi organismi
intermedi tra individuo e Stato. Essere un istituto duraturo significa che le cose perdurano nel tempo
ma per farlo devono saper sostenere le spese, equilibrare i guadagni per evitare il debito (principale
causa della disgrazia della società).
L’azienda è anche un sistema dinamico: è costituita da un complesso di risorse animate e inanimate,
rappresenta un tutt’uno rispetto all’ambiente di riferimento e, sebbene soggetta al mutamento degli
elementi che lo compongono, è caratterizzata dalla continuità spazio-temporale delle sue relazioni.
È un sistema perché i fatti aziendali sono legati gli uni agli altri da leggi di natura e la gestione
aziendale è data da una catena di operazioni, ognuna delle quali condiziona tutte le altre. È
importante che ci sia equilibrio di scambi perché l’impresa possa sopravvivere e che l’ambiente
accetti l’impresa, cosa possibile solo quando questa dà valore (=i suoi costi sono inferiori ai ricavi
in concorrenza perfette e danno un guadagno tale da remunerare i soci che hanno investito
nell’impresa con il loro capitale di rischio (definito equity).
L’essere a sistema è ciò che produce la conoscenza, il fare a sistema è muoversi in modo
coordinato.
Le aziende si dividono in diverse tipologie in base all’oggetto della loro attività:
- aziende di erogazione, es. famiglia, associazioni private, PA. La finalità delle aziende di
erogazione è quella di soddisfare i bisogni di un gruppo di soggetti ben identificati. Sostiene i costi
per soddisfare i propri bisogni sulla base dei ricavi già introiati;
- aziende di produzione, come le aziende che acquisiscono e producono beni e servizi. Sono le
imprese intese come sistemi complessi e organizzati per la produzione economia di redditi e
capitali. È l’insieme dei fattori organizzati dall’imprenditore per la produzione di beni e servizi
allo scopo di perseguire il lucro. L’imprenditore è colui che esercita l’attività economica al fine
della produzione o dello scambio di beni e servizi per conseguire uno scopo di lucro. Un’attività
ha infatti carattere imprenditoriale quando ha l’obiettivo di conseguire la remunerazione dei fattori
produttivi, mentre lo scopo di lucro rappresenta il movente soggettivo dell’imprenditore. Sostiene
i costi per acquistare i fattori di produttivi e produrre i beni e servizi da immettere sul mercato allo
scopo di conseguire ricavi che devono essere sufficienti a remunerare tutti i costi necessari per la
produzione di beni e servizi, producendo così sistematicamente ricchezza. Il guadagno ottenuto è
la remunerazione per i suoi stakeholders;
- aziende composte pubbliche, come stato, regione, provincia, comune, aziende sanitarie locali. È
volta al soddisfacimento dei bisogni della collettività. Sono diverse dalle public company, in cui
tutti possono diventare azionisti perché sono istituti statali, e dalle state company, quella in cui la
maggior parte delle azioni è dello stato;
- aziende no profit, organizzazioni economiche volte all’erogazione dei beni e servizi in favore di
categorie svantaggiate con finalità di soddisfare bisogni dal carattere socioculturale. Il guadagno
che ottiene è contenuto e reinvestito nell’attività. Bisogna distinguere tra due aspetti, che nella
pratica però coincidono: il modo in cui si producono servizi pubblico (lo stato deve consentire ai
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cittadini l’accesso ai servizi ma è diverso dal fatto che debbano per forza essere erogati da una
società pubblica; lo stato controlla i servizi pubblici ma anche la società che li eroga) e il modo in
cui le persone hanno accesso ai servizi pubblici;
- aziende mutualistiche (le cosiddette cooperative), volta a fornire beni, servizi o lavoro
direttamente ai propri soci in modo più vantaggioso rispetto alle condizioni che gli stessi si
vedrebbero praticare nel mercato. Godono di un trattamento fiscale privilegiato rispetto
all’impresa e, quando svolgono attività che fanno parte delle imprese no profit, si ha una
concorrenza sleale/distorsione della concorrenza.
Soggetto economico e soggetto giuridico
Si definisce soggetto economico quell’individuo o gruppo che assume le decisioni strategiche
dell’impresa e di fatto la governa e controlla. Il soggetto economico è colui che stabilisce oggetto e
finalità dell’azienda, che pianifica le modalità di gestione attraverso le quali attuare gli obiettivi
prefissati (è il cosiddetto manager, che viene nominato dagli azionisti, cioè coloro che hanno
investito il capitale di rischio)
Non sempre il soggetto economico è individuabile in quanto vi possono essere casi in cui l’attività
direzionale è esercitata attraverso soggetti che agiscono per conto di altre (ne sono un esempio le
società fiduciarie).
Il soggetto economico, quindi, sceglie i manager, che dovranno agire nell’interesse del soggetto
economico. È chiara quindi la separazione tra proprietà e gestione dell’azienda. Spesso però gli
azionisti fanno i propri interessi, ecco perché esistono le Regole di Governance dell’Impresa, che
regolano i rapporti di responsabilità tra azionisti e manager.
Il soggetto giuridico è colui al quale fanno capo i diritti e gli obblighi derivanti dall’esistenza
dell’azienda e della sua attività. Nel nostro ordinamento, sia le persone fisiche che le persone
giuridiche possono essere soggetti giuridici. Sono persone giuridiche sia quelle private che
pubbliche (ad esempio enti, associazioni, fondazioni, società di capitali). Ciò che caratterizza la
personalità giuridica è l’esistenza di una dotazione patrimoniale destinata al perseguimento degli
scopi.
A seconda della forma giuridica dell’azienda si avrà pertanto:
- l’impresa individuale, costituita dalla persona fisica (imprenditore) che è contemporaneamente
soggetto giuridico ed economico in quanto ha la piena capacità giuridica ed esercita l’indirizzo
strategico e il potere decisionale. Manca l’autonomia patrimoniale in quanto il patrimonio
dell’impresa è indistinto da quello personale dell’imprenditore (quindi in caso di fallimento
l’imprenditore deve far fronte all’incapienza con il proprio patrimonio). L’impresa individuale è
fondata sulla coincidenza tra soggetto giuridico ed economico, mentre al crescere della
complessità aziendale si realizza la dicotomia tra soggetto giuridico ed economico;
- la società di persone, il soggetto giuridico è la società e il soggetto economico è normalmente
rappresentato dai soci amministratori che vi operano e che rispondono ai debiti sociali anche con
il proprio patrimonio personale;
- le società di capitali e altri enti, il soggetto giuridico è la società, dotata di personalità giuridica e
autonomia patrimoniale perfetta. Il soggetto economico è rappresentato dai soci che hanno il
potere di decidere in assemblea fornendo l’indirizzo strategico.
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L’etica e la Corporate Social Responsability
È il bene e il fine cui deve tendere l’esistenza non solo dei singoli individui ma anche delle
comunità e delle organizzazioni di individui.
Il primo a teorizzarla è Aristotele: il giusto mezzo è infatti il criterio per il raggiungimento del bene
e della felicità.
L’investitore, quindi, non aspira solo alla speculazione, ma punta su attività che rispondano a
requisiti di responsabilità sociale e ambientale in una visione sinergica tra economia ed etica.
Al valore della ricchezza va aggiunta anche la felicità, concetto diverso da quello di benessere: una
persona è più ricca di un’altra quando è più felice e ha una migliore qualità della vita.
Il mercato efficiente, quindi, non produce solo ricchezze ma soddisfa anche attese e valori etici.
Qualunque sia il fine dell’azienda, non può non affrontare il tema della responsabilità sociale: deve
perseguire uno sviluppo sostenibile, compatibile con la necessità di non compromettere con il
proprio operato le potenzialità e le opportunità delle generazioni future. Si parla infatti di RSL/CSR,
acronimi di Responsabilità sociale di impresa/Corporate Social Responsability in quanto le aziende,
prima di agire, devono valutare gli effetti delle loro politiche sulla salute dei consumatori,
sull’ambiente politico, economico, sociale, naturale in cui operano. Imprese con responsabilità
sociale che sono tenuto a restituire alla società qualcosa di ciò che guadagnano, cioè svolgere
un’attività di interesse sociale.
La legge richiede l’adozione di un modello (codice etico) di organizzazione, gestione e controllo
che sia volto a prevenire la commissione di reati. Il Codice Etico rappresenta un documento nel
quale l’impresa enuncia i principi di conduzione degli affari e delle attività aziendali secondo una
visione etica, impegnandosi a rispettarli e a farli rispettare.
Nozione giuridica di impresa
L’azienda comprende beni materiali, immateriali, relazioni contrattuali rivolte verso l’interno e
l’esterno, organizzati in senso funzionale per l’esercizio di un’impresa.
Si possono distinguere due tipologie di soggetti giuridici, l’imprenditore individuale e la società.
Questa a sua volta si distingue in:
- società di persone, come la società in accomandita semplice e le società in nome collettivo. Si
fondano sull’elemento personalistico che caratterizza il vincolo societario. Lo svolgimento
dell’attività è incentrato sulle persone che formano la compagine societaria e che, normalmente,
sono anche colore che prestano la propria opera nell’impresa. Vi è identificazione tra soci,
detentori del capitale sociale e coloro che esercitano l’attività. A rispondere sono il denaro della
società insieme a quello delle persone. Sono caratterizzate da: un’organizzazione corporativa che
consente la separazione dei poteri all’interno della società, una struttura aperta della compagine
sociale, un sistema di regole gestionali imperniato sull’esigenza di mantenere un patrimonio netto
positivo al fine di garantire in ogni momento la soddisfazione di creditori sociali, responsabilità
illimitata dei soci rispetto alle obbligazioni sociali assunte, mancanza di autonomia patrimoniale e
fusione del patrimonio sociale rispetto a quello personale, ridotti obblighi in materia di
comunicazioni sociali, in particolare la mancanza dell’obbligo di pubblicazione del bilancio. Sono
società di persone:
- società semplice, frutto di un contratto e in cui non vi è filtro tra patrimonio della società e
quello dei soci;
- società in nome collettivo/SNC, tutti i soci partecipano e tutti rispondono;
- società in accomandita semplice/SAS, società in cui vi sono due categorie di soci: soci
accomandanti, quelli che danno gli ordini ma che non si occupano della gestione. Questi sono i
soci solo di capitale, e hanno quindi una riduzione della responsabilità (rischiano solo il capitale
versato e non tutto il capitale personale). Oltre a essi vi sono i soci accomandatari, sono i soci
con diritto alla gestione, rispondono con tutto il loro patrimonio, come se fossero soci di una
SNC.
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- società di capitali, che si fondano sul capitale sociale, inteso come dotazione di risorse
economiche, materiali e immateriali destinate durevolmente dai soci alla società. Normalmente
soci e coloro che operano nella società sono soggetti diversi. Sono caratterizzate da: responsabilità
limitata dei soci all’ammontare del capitale sociale conferito, autonomia patrimoniale, personalità
giuridica, maggiori obblighi, come scritture contabili e comunicazioni sociale per la trasparenza
informativa. Si distinguono in:
- società in accomandita per azioni/SAP, i soci accomandatari rispondono illimitatamente con il
proprio patrimonio e sono coloro che hanno il potere di nominare gli amministratori (come la
SAS ma con azioni);
- società a responsabilità limitata/SRL, costituita con un capitale minimo, è caratterizzata da
una separazione tra i capitali dei soci e la responsabilità della società. È formata da un
Consiglio dei Soci e da Amministratori nominati da Assemblee;
- società per azioni/SPA, gli azionisti hanno in cambio delle azioni/titoli di credito e non solo
quote come avviene invece nelle SRL, a cui sono assimilabili;
- società cooperative, che si fondano sul concetto mutualistico di prestazione d’opera e
partecipazione societaria. I soci, infatti, prestano il loro lavoro nella cooperativa ottenendo in
cambio beni e/o servizi. Nessun socio può veramente indirizzare la società;
- società mutualistiche, i soci sono beneficiari dei servizi a condizione agevolata. Si
distinguono in: fondazioni, soggetti che svolgono attività no profit, in cui un patrimonio viene
messo a disposizione della fondazione affinché questa possa raggiungere uno scopo;
associazioni, istituzione no profit che ha raggiunge il suo obiettivo non con un patrimonio ma
con delle persone (è forte l’elemento umano).
La scelta organizzativa è fondamentale per perdurare e sviluppare l’azienda, in quanto la struttura
deve essere adeguata agli obiettivi e alle finalità perseguiti nel lungo termine. Per questo, scelta
organizzativa e forma giuridica fanno parte delle decisioni strategiche che l’imprenditore deve
adottare.
Modelli organizzativi
Non esiste una formula organizzativa ideale: la scelta del modello deve essere incardinata nel
complesso delle decisioni strategiche operate dal soggetto economico.
Con ambiente generale si intende un insieme di condizioni e di fenomeni esterni di varia natura che
influenzano significativamente la struttura e la dinamica di tutti i soggetti che si trovano a operare
in quel contesto. I vari fattori che incidono sulla connotazione dell’ambiente sono:
- caratteristiche economiche:
- condizioni microeconomiche;
- condizioni macroeconomiche;
- elementi di contorno:
- aspetto legale, cioè il buon funzionamento dello giustizia;
- aspetto sociologico-culturale, la cultura influenza il consumo;
- aspetto demografico, collegato alla tendenza all’evoluzione dei consumi. Paesi con bassa natalità
consumano di meno perché gli anziano hanno interessi diversi rispetto a quelli dei giovani;
- aspetto tecnologico;
- aspetto educativo, dove l’istruzione è più alta si producono cose di maggior qualità.
L’ambiente specifico rappresenta il contesto formato dall’insieme di soggetti, individuali e
complessi, che interagiscono con l’azienda e con i quali questa intrattiene relazioni nel processo di
acquisizione degli input necessari al ciclo produttivo e di immissione degli output prodotti.
L’organizzazione e il suo ambiente specifico sono poi entrambi influenzati dall’ambiente generale e
viceversa.
Il concetto di sistematica organizzazione è fondamentale affinché si possa creare un’impresa e
quindi lavorare in maniera coordinata.
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La tipologia di struttura da adottare rappresenta una delle scelte strategiche fondamentali
dell’imprenditore. Può essere: top-down o bottom-up.
L’azienda è infatti costituita da elementi tra loro eterogenei sistematicamente coordinati, in quanto
si fonda su dei sottoinsiemi:
- il sistema delle risorse umane;
- il sistema dei beni;
- il sistema delle operazioni (cioè ogni singola attività che svolgono le persone che compongono
l’impresa per produrre beni e servizi e la conseguente attribuzione di compiti e mansioni alle
persone correte. L’attribuzione dei compiti e delle mansioni è finalizzata a individuare il più
opportuno sistema di combinazioni delle risorse umane, per assicurare che il sistema organizzativo
nella sua unitarietà possa servire all’efficiente ed efficace funzionalità dell’azienda.
Il sistema organizzativo, sebbene strutturato sulle esigente e sugli intendimenti del soggetto
economico, non può essere immutabile, in quanto l’azienda rappresenta un soggetto complesso e
dinamico che deve sapersi adattare ai mutamenti provenienti dall’ambiente ma anche dall’esterno.
Ogni realtà aziendale interpreta il modello organizzativo teorico adottato a suo modo. Tuttavia, il
sistema di organizzazione, gestione e controllo deve:
- individuare le aree di rischio dove potenzialmente possono essere posti in essere reati;
- prevedere specifici protocolli diretti a garantire il processo decisionale e la sua attuazione in
modo da evitare reati;
- garantire che le risorse aziendali siano impiegate correttamente;
- prevedere un sistema disciplinare che sanzioni internamente comportamenti illeciti.
La scelta organizzativa deve reinterpretare sul piano strategico e operativo la mission, cioè l’idea
che è sottesa all’iniziativa, le motivazioni e i fattori che ne hanno determinato la nascita, le varie
fasi in cui l’iniziativa si è svolta o si vorrebbe che si svolgesse.
Struttura elementare
Viene adottata in aziende di piccole dimensioni, a carattere familiare, in cui l’imprenditore svolge
la funzione strategica di direzione, coordinamento e controllo e i membri della sua famiglia
prestano il proprio lavoro.
È una società di persone.
Le risorse umane, quindi, rispondono direttamente all’imprenditore e/o ai membri della sua
famiglia e ne sono fortemente condizionate.
Non esiste un organigramma codificato, ma la struttura organizzativa è frutto di un sistema voluto
dall’imprenditore e accettato dallo staff.
La struttura elementare è tipicamente gerarchica: intorno alla figura dell’imprenditore, che
impartisce ordini allo staff e nelle cui mani è concentrato il potere organizzativo, ruota tutto il
sistema aziendale.
L’imprenditore è sia l’organo istituzionale (soggetto giuridico) sia l’organo strategico (soggetto
economico).
Il sistema organizzativo elementare è caratterizzato dall’informalità e dall’agilità operativa in
presenza di costi di organizzazione ridotti.
Le attività tipiche delle strutture elementari sono:
- attività produttiva;
- attività commerciale;
- funzione amministrativo-legale, spesso non presente e normalmente un servizio esternalizzato.
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