RECENSIONE SU “LA BRIGATA LOLLI” Elisir: "Pere e cioccolato" Una delizia di pasticceria. Abbuffatevi! di Leon Ravasi Praticamente perfetto! Eccolo qui il disco migliore dell'anno fino ad ora. Una delizia fatta di pere e cioccolato e altri squisiti ingredienti di pasticceria, anzi, di alta pasticceria. Qui c'è l'arte di un Ernst Knamm, pasticcere austro-milanese, o di una Loretta Fanella, maga dei dolci dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze. Identità golose, insomma per Paola Donzella, Paolo Sportelli e il team che hanno costruito attorno, senza dimenticare gli splendidi ospiti. Pianoforte, voce, clarino, la base ritmica e poi, di volta in volta, flicorno, sax, fisarmonica, chitarra, violoncello: la spezia adatta a ogni situazione. Vogliamo aggiungerci dei testi di grande interesse e complessa costruzione? Vogliamo dire che è un bel disco? Anzi, il migliore. Il progetto Elisir parte da lontano (nel 2002) e si muove sotto vento per un po' d'anni, anche se alle spalle vanta già un disco (che mi farò obbligo di andare a cercare) che si intitola "Il cane che fuma" (2005) che richiama alla memoria "Il cane con i capelli" di Jannacci. Alla base la passione per l'atmosfera culturale e musicale francese degli anni '30 (il jazz manouche alla Django Reinhardt che impronta di sè anche quest'ultimo lavoro). Paola Donzella, viso e maquillage alle Louise Brooks (o alla Valentina, se preferite) scrive i testi e canta, Paolo Sportelli compone musica e arrangia. Fonti di ispirazione: la musica classica per Paolo, la terra di Sicilia, dove è nata, e la Francia per affinità mentale per Paola. La prima impressione è di leggerezza. Quasi una "Sincerità" cantata da Arisa a Sanremo. Poi però ci si accorge che i tempi della ritmica sono sghembi, i suoni assortiti con passione e competenza musicale e i testi presentano frasi come : "Mondo storto / di marionette e ostilità / in un gioco d'azzardo sporco / Siamo tutti dei fiori o dei re / fermi forti in un battello pazzo ed ubriaco di bugie" ("Mondo storto"), con un richiamo non molto mascherato al Bateau ivre di Rimbaud. "In questa città dove piovono lacrime nere / mi fermo a parlare la sera con i lampioni accesi / e con le ringhiere di periferia / di amori, di inganni, di questa passione per te" .... "Ci sono dei mondi descritti da semplici sguardi / e da sensuali reazioni tra il giorno e la notte / morbida grappa davanti a una bocca ubriaca / a ritmo di sana follia è il mio amore per te". ("Dentro un tango"). Si parte in sicurezza con "Wenn I gohn" ("Quando me ne andrò") , cantata a due voci e con strofe in tedesco e italino intervallate: "Preparo la mia valigia e porto via con me / il calore della terra / il vento tra le le foglie / il migrare degli uccelli / quando me ne andrò". Una gran bella ballata che serve a mettere in armonia col progetto e col disco. Molto dolce anche il cantato di Linard, più portato alle atmosfere bucoliche, quando Pippo invece ha un approccio più grintoso. Non si trova una canzone zoppa neanche a cercarla col lanternino. Scivola via lieve "Dove sei", affascina col suo ritmo di parole forsennato e la sua musica anni Trenta "Un italiano a Parigi"("Gira il Louvre per raccontare: la Pyramide, Vermeer , Da Vinci! / sulla giostra al Sacro cuore e poi la Senna per amore / Va a Pigalle a curiosare, ride per non arrossire / fa attenzione nel parlare / Je parle francais, je suis italien, j'aime les croissant, le camembert, le foie gras!"), meraviglia l'"Intro Bebò" di Bebo Ferra alla chitarra, culla il "Fiore di notte", ebbra di sicilianità: "Sento già il canto della mia città / l'orgoglio delle donne belle e in piena dignità / del tempo che è passato ormai nei vicoli assolati e poi / nei giorni di felicità a due passi dal mio mar" Ma il fascino continua con l'eterea "Neve" -("Sai di bianco, sai di buono / porti il cuore all'abbandono / dolce amara e seducente / sei romantica e pungente") e la sua lunga parentesi musicale, affidata al flicorno di Fabrizio Bosso, e con l'esplosiva "Pere e cioccolato", ombelico e canzone guida del disco: "Se tu fossi un dolce da gustare solo l'amaro cioccolato / se io fossi un frutto da mangare solo una pera dolce e vera/ ... / folli amanti sempre in lotta, ma aromatizzati di amor". Ma "Incanto" tiene altissima l'attenzione nella sua fragile tessitura e "Il valzer di Angelina" è uno dei meglio dolci esposti sui capaci banconi del locale:"Mille violini al miele / come un'antica giostra per te / che suonano nel vento del sud / E brillano al sole / gelsi e il profumo della poesia / Come da bambina dentro quel bianco e nero d'amore / nei frutti colorati da te / di marzapane e oleandri". La chiusura è affidata a una cover, meravigliosa, quella "Berceuse insomniaque" dei Paris Combo che risorge a nuova vita, fino a sembrare una canzone del tutto nuova. Chiudo con gli elogi, ma non senza ribadire che era da tempo che non trovavo un disco così tanto convincente e così a lungo. Un disco che puoi anche mettere distrattamente sul piatto fino ad accorgerti che non hai per niente a che fare con un prodotto di routine, ma d'arte. Un dolce che s'alza e s'abbassa, che si scioglie in bocca e ti stupisce per consistenze e colori, per gli aromi mischiati tra il nord ed il sud, tra Palermo e Parigi, tra il marzapane e la Saint Honorè. Elisir "Pere e cioccolato" Sottolaluna - OddTImesRecords-Egea- 2009 Nei negozi di dischi Su Bielle Sul web Ascolti: "Dentro un tango" MySpace Elisir MySpace Sottolaluna RECENSIONE SU “MUSICALNEWS” Elisir - Pere e cioccolato (Accademia del Suono) di Silvio Mancinelli Ascoltare il nuovo lavoro degli Elisir, “Pere e Cioccolato” è come entrare in un vortice felliniano. E per capire cosa voglio dire basta ascoltare la prima traccia “Mondo Storto”, che con quei flauti e quel tempo a mò di marcetta. Ascoltare il nuovo lavoro degli Elisir, “Pere e Cioccolato” è come entrare in un vortice felliniano. E per capire cosa voglio dire basta ascoltare la prima traccia “Mondo Storto”, che con quei flauti e quel tempo a mò di marcetta mi da proprio la sensazione di una canzone da colonna sonora di Fellini. Il gruppo propone sofisticate canzoni che passano dal tango di “Dentro un tango”, al valzer di“Dove sei” a situazioni dove la voce della cantante nonché fondatrice del gruppo, Paola Donzella, fa mostra delle due doti vocali (“Un italiano a Parigi”). Ho parlato di Fellini ma questo disco è sicuramente nato in un luogo in bianco e nero, a ridosso della prima guerra mondiale, quando magari l’alcool era proibito. Infatti si sente sia nello stile che nei testi, tanto è vero che Paola canta anche in francese, e si respira l’atmosfera culturale e musicale francese degli anni ’30, (in particolare dal jazz-manouche di Django Reinhardt e dal mondo degli chansonnier parigini), e della canzone d’autore italiana. è difficile recintare la loro musica in rigide definizioni di genere, molte le fonti di ispirazione: la formazione classica di Paolo Sportelli (compositore e arrangiatore, produttore artistico del progetto), il legame e le suggestioni della terra d’origine di Paola Donzella, la Sicilia, e la passione culturale e poetica per la Francia, ma non può mancare un accenno agli autori italiani più cantautorali (Fiore di notte) da frizzanti swing, a brani intimi e riflessivi, dalle sonorità vicine al mondo francese “colto” di Debussy e Satie, ai paesaggi mediterranei in cui il sole e il mare scandiscono i ritmi di vita. Da tanghi e valzer dal sapore antico a sonorità elettriche e rock.. Pere e cioccolato è impreziosito da ospiti prestigiosi: Fabrizio Bosso, Bebo Ferra, Javier Girotto, Stefano Bagnoli e Piero Salvatori. Le canzoni degli Elisir spaziano Gli Elisir confermano con le loro melodie come la raffinatezza possa accompagnarsi alla semplicità di ascolto. I testi e la voce di Paola Donzella narrano di mondi ora reali, ora immaginari ma verosimili, in cui si muovono personaggi intriganti e pittoreschi. Articolo letto 672 volte INTERVISTA SU “AFTERSIX” Intervista e concerto - Elisir, la pozione magica che fa sognare e profuma di pere e cioccolato POSTED BY ELENA GIORGI ON APRILE - 26 - 2009 Gli Elisir sono una piacevole realtà della musica italiana. Dopo l’esordio discografico avvenuto nel 2005 con il “Il cane che fuma”, da qualche settimana è uscito “Pere e cioccolato”, secondo piacevolissimo album. Le undici canzoni del cd, dalle sonorità intriganti e dai testi pittoreschi e mai banali, trasportano l’ascoltatore in una calda atmosfera parigina, accompagnandolo in un variopinto girotondo come sull’antica giostra a cavalli di Montmartre. La struggente e delicata “Neve”, forte degli assoli del flicorno di Fabrizio Bosso, delinea ed evidenzia le peculiarità vocali di Paola Donzella, anima della band e autrice dei testi, mentre l’ironica quanto realistica “Un italiano a Parigi”, con il suo accattivante swing, rivela lo spirito goliardico del gruppo, che si compone, oltre al clarinettista e pianista Paolo Sportelli (autore e arrangiatore delle musiche) anche di Daniele Petrosillo al contrabbasso e Daniele Gregolin alla chitarra, vantando inoltre la prestigiosa partecipazione come ospite fisso di Walter Calloni alla batteria. Per Aftersix ho avuto il piacere e l’onore di fare qualche domanda a Paola e Paolo. D: Paola, come nasce, in una giovane donna come te, questa grande passione per lo swing anni ’30 e i chansonnier francesi? R: Nasce da un’esperienza che ho vissuto parecchi anni fa in Francia, dove mi trovavo per una vacanza-studio che mi ha dato l’opportunità di conoscere alcuni musicisti e cantautori locali, molto vicini per stile sia allo swing sia al mondo dei chansonnier e di Django Reinhardt. Tornata in Italia ho approfondito le conoscenze, mi sono documentata sul genere, mi sono appassionata allo swing, al jazz degli anni ’30 e a tutto questo mondo francese. D: Gli Elisir sono la tua prima esperienza o ne hai avute di precedenti, come solista o con altri gruppi? R: In realtà poche come solista, più come collaborazioni e non in modo professionistico. Tutto è realmente iniziato con gli Elisir sette anni fa e con l’incontro con Paolo Sportelli, che è stato il mio mentore, il mio maestro musicale e di vita, quello che mi ha fatta nascere e ha messo in luce le caratteristiche che esprimo con gli Elisir. D: Una curiosità femminile: come ti senti ad essere la frontwoman di una band tutta maschile? R: Si sta benissimo! Sono super coccolata, l’atmosfera è veramente familiare. Quello che mi ha fatta crescere, soprattutto artisticamente, è stata la summa dell’esperienza musicale di tutti quanti, in particolar modo quella di Walter Calloni, grande batterista che ha fatto la storia della musica italiana. Ognuno dei miei compagni mi regala consigli professionali e di vita. A queste condizioni, essere la leader di una band tutta maschile non può che farmi un immenso piacere! D: A proposito di Walter Calloni, so che lui non è in pianta stabile nella band, cosa puoi dirci in proposito? R: In realtà lo consideriamo come se fosse parte del gruppo, visto che è ospite fisso di tutti i nostri live. C’è un rapporto molto bello di amicizia e di stima reciproca che si è instaurato in questi anni. D: Grandi ospiti nel cd e nel concerto del 6 maggio: Fabrizio Bosso, Bebo Ferra, Javier Girotto, Stefano Bagnoli e Piero Salvatori. Come sono nate queste collaborazioni così prestigiose? R: Stefano Bagnoli è un nostro carissimo amico, così come Javier Girotto, per cui ci è venuto spontaneo collaborare con loro. Per quanto riguarda Fabrizio Bosso, essendo piuttosto versatile e trasversale nei vari generi, dal pop al jazz, si prestava musicalmente per integrarsi al meglio con il nostro progetto. Piero Salvatori è un violoncellista molto bravo che abbiamo voluto nel nostro disco. Bebo Ferra è… mio marito! C’è stata una collaborazione diretta, direi quasi familiare! D: Io ho una passione per “Neve”, gli assoli del flicorno di Bosso regalano struggenza e intensità, il testo ha il dono di riportare ai ricordi dell’infanzia. Parliamo un po’ del processo creativo da cui nascono le vostre canzoni: sei tu a scrivere i testi ispirandoti alle melodie di Paolo, è lui ad immaginare i suoni che possono accompagnare le tue parole o collaborate insieme alla stesura dei brani dall’inizio alla fine? R: C’è grande casualità. A volte mi ispiro a immagini poetiche da cui poi nasce il testo che sottopongo a Paolo per crearne la parte musicale. In altri casi avviene il processo inverso, Paolo scrive la musica e su questa costruiamo un mondo da cui poi elaboro il testo. Spesso il processo è simbiotico e sviluppiamo testo e musica insieme. Io e Paolo abbiamo un profondo feeling da anni, le cose nascono così spontaneamente che è fantastico lavorare insieme. D: Posso permettermi di dirti che questo rapporto così bello traspare dalle vostre canzoni? Dall’ascolto del cd avevo inizialmente pensato che i testi e le musiche fossero scritti dalla stessa persona. C’è una perfetta commistione delle due cose. R: Questo è un bellissimo complimento, grazie! D: Questo tour ha già toccato parecchie città, dal nord al sud. Come ti senti nell’esperienza dei live? Hai un buon rapporto con il palco e con il pubblico? R: Io sono una persona molto ansiosa (Paola scoppia a ridere, ndr) e non si tratta di un’ansia che mi prende solo nei cinque minuti prima di un concerto! Poi però succede la solita magia, negli attimi prima di salire sul palco, in cui mi isolo e mi concentro su quello che deve accadere. Noi siamo molto affiatati, c’è davvero un rapporto magico, fin dalle prime note la tensione si scioglie. Poi ovviamente dipende anche dal tipo di pubblico e da mille fattori che intervengono all’interno di un concerto. D: L’idea di esibirti il prossimo 6 maggio al Blue Note, il tempio del jazz, che effetto ti fa? R: E’ una bella responsabilità, una grande emozione. Mi sto preparando psicologicamente! Questo è un bel regalo che questo momento ci sta facendo. D: E’ molto bello che sul palco del Blue Note salga un gruppo giovane e italiano, cosa ne pensi? R: In questo momento ci sono molti giovani che stanno uscendo con cose molto interessanti da dire e da far ascoltare. E’ giusto che questi progetti trovino gli spazi più consoni e speriamo che siano sempre in aumento. D: Qualche domanda anche per Paolo: oltre ad essere un ottimo pianista, sei anche un clarinettista di pregio. Come hai scelto di avvicinarti a questo strumento dalle sonorità così particolari ? R: In realtà nasco come clarinettista. Quando si è avvicinato il momento di entrare in Conservatorio, avendo sempre amato gli strumenti a fiato ed essendo sempre stato di costituzione minuta avevo l’idea che il clarinetto costasse poca fatica, mentre la tromba e il trombone mi sembravano più impegnativi. Poi ho ovviamente scoperto che non è così! Con il passare del tempo mi sono appassionato a questo suono particolare, alle possibilità timbriche che il clarinetto offre e che sono piuttosto uniche. Mi sono inoltre diplomato in composizione e direzione d’orchestra, quindi ho studiato anche pianoforte. D: Riprendendo la domanda che ho fatto a Paola sul processo creativo delle vostre canzoni, l’altra sera ero al Blue Note al concerto di Hiromi, che ha raccontato al pubblico che la melodia del brano che stava per farci ascoltare era come scesa dal cielo e le era entrata in testa. Tu hai le stesse fortunate illuminazioni quando componi? R: Magari! Il processo creativo per me è abbastanza intellettuale, quello che mi viene dal cielo è un’ambientazione sonora, più che una melodia o un armonia, poi con il linguaggio musicale cerco di esprimere il mondo che mi passa per la testa e per il cuore. Personalmente non credo molto a questa ispirazione della melodia che arriva così magicamente… D: Per concludere, in questo periodo di crisi economica mondiale, ed in particolar modo di crisi per il mondo della musica e dello spettacolo, dove si trovano il coraggio e gli stimoli per pubblicare un nuovo cd e per iniziare un tour? R: Per quanto mi riguarda, credo che la crisi sia sempre un momento di cambiamento, per cui non la vivo così negativamente. Perdersi d’animo durante i periodi brutti è il modo peggiore di affrontarli. In questi anni ho anche aperto una scuola di musica ed effettivamente per la gestione di nuovi progetti è un periodo difficile, che sicuramente prima o poi finirà, così saremo pronti a ripartire nel migliore dei modi. La band presenterà “Pere e cioccolato” il prossimo 28 aprile durante uno showcase alla libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte. Il 6 maggio al Blue Note, invece, potremo assistere ad un vero e proprio concerto che ospiterà i grandi musicisti già guest star del disco: Fabrizio Bosso, Bebo Ferra, Javier Girotto, Stefano Bagnoli e Piero Salvatori. Due appuntamenti a cui non mancare, per scoprire che la musica può sempre sorprenderci con inaspettate e gradevoli novità. Paola Donzella voce Paolo Sportelli pianoforte e clarinetto Daniele Gregolin chitarra Daniele Petrosillo contrabbasso Walter Calloni batteria http://www.elisirclub.com http://www.myspace.com/elisirclub RECENSIONE SU “L’ISOLA CHE NON C’ERA” PERE E CIOCCOLATO Elisir Odd Times Record/Egea 2009 Durata: 41:34 Brani migliori: Dentro un tango Mondo storto Un italiano a Parigi di Roberto Paviglianiti La riuscita alchimia musicale degli Elisir nasce dall’incontro di due personalità diverse, ma complementari, come quelle di Paolo Sportelli e di Paola Donzella: il classicismo del primo, direttore artistico del progetto, che si fonde con le visioni e le passioni (su tutte, quella per l’arte francese d’inizio novecento) della seconda, vocalist e segno distintivo della band. Un quintetto, nel quale spicca come ospite fisso lo storico drummer Walter Calloni (Area, Battisti, De Andrè), che dopo il buon esordio targato 2005 (“Il cane che fuma”) si conferma con Pere e cioccolato su ottimi livelli, sia sotto il profilo compositivo che strutturale, grazie anche all’intervento di ospiti importanti e funzionali come, tra gli altri, Fabrizio Bosso, Bebo Ferra e Javier Girotto. Le undici tracce contenute nell’album ci portano a spasso in una vallata stilistica dove si possono osservare gli intensi dialoghi tra clarino, sax e voce di Mondo storto, assaporare il gusto amaro di Dentro un tango, le frivolezze retrò di Un italiano a Parigi con il delizioso intervento dixie di Bosso, l’intima eleganza di Neve e le movenze più votate alla condivisione collettiva di Fiore di notte. Un insieme di brani che mantengono costantemente alto il livello di curiosità dell’ascoltatore, grazie a una serie d’emozioni vellutate e fascinosi sentieri strumentali. Gli Elisir – senso dello swing innato, ironia, gusto per la melodia coinvolgente – mettono in mostra una duttilità e un’intraprendenza rare, fanno musica seguendo il loro istinto stilistico, forti di un’eccellente preparazione di base e senza badare alla dieta creativa che troppo spesso asfissia il già traballante panorama nazionale. INTERVISTA SU “MILANO WEB” CHANSONNIERS FRANCESI, JAZZ DEL '30 E CANZONE D'AUTORE ITALIANA: UN ELISIR! APPUNTAMENTO QUESTA SERA, ORE 18.30 @ FELTRINELLI, PIAZZA PIEMONTE, COL GRUPPO MILANESE Questa sera, ore 18.30, la Feltrinelli di piazza Piemonte ospiterà lo showcase degli Elisir, band milanese, in occasione della presentazione del loro ultimo album, “Pere e Cioccolato”. Nato nel novembre del 2002 da un'idea di Paola Donzella, vocalist nonché leader del gruppo, il progetto poetico-musicale Elisir è fortemente influenzato dall'atmosfera culturale e musicale francese degli anni '30 - in particolare dal jazz-manouche di Reinhardt e dal mondo degli chansonnier parigini - e dalla canzone d'autore italiana. Le diverse origini e formazioni dei componenti convergono in questo ensemble apportando specifiche differenti e dando alla loro musica quella versatilità e varietà che ne rende difficile la classificazione all'interno di un genere preciso. Paolo Sportelli, produttore artistico del progetto, porta la sua razionale formazione classica da compositore e arrangiatore, mentre Paola Donzella, più sbarazzina, porta il proprio amore per la Francia e il legame con la sua terra d'origine, la Sicilia, all'interno di testi che, sia che parlino di mondi reali che verosimilmente immaginari, sono sempre abitati da personaggi pittoreschi e affascinanti. In occasione della prossima data milanese degli Elisir, che dopo stasera, torneranno nella loro Milano il 6 maggio al Blue Note, noi di Milanoweb abbiamo raggiunto Paola Donzella per una breve intervista... In che cosa “Pere e cioccolato” si somiglia e si differenzia dal vostro precedente lavoro “Il cane che fuma”? Paola: “Senza dubbio c'è stata una maturazione, una maggiore presa di coscienza di quello che doveva essere il nostro progetto e di quello che con esso volevamo fare e dire. Ma fondamentali sono state le collaborazioni con artisti di grande fama e spessore, per lo più jazzisti, che hanno regalato al nostro album maggiori sfumature musicali. Inoltre in 'Pere e Cioccolato' il nostro gruppo si è arricchito musicalmente di una chitarra, che mancava invece in 'Il cane che fuma'. Cambiano quindi i colori, ma non le intenzioni alla base del nostro progetto”. Sicilia, Francia degli chansonniers e Francia di Debussy e Satie, canzone d'autore italiana: queste le vostre fonti. Come questi mondi apparentemente tanto diversi confluiscono nel vostro progetto poetico-musicale? Paola: “In origine c'è l'ispirazione al mondo degli chansonniers parigini e di conseguenza al jazz anni '30, che in un qualche modo è legato alla musica del nostro Paolo Conte; forse proprio per la sua aderenza al patrimonio musicale francese è infatti uno dei cantautori italiani più conosciuti anche in Francia. E poi la presenza di Paolo Sportelli, nostro compositore e arrangiatore, che sapientemente mescola tutto questo alle sonorità e ai ritmi più mediterranei dando origine a quell'elisir da cui prendiamo il nome”. Il nuovo album vede la partecipazione di ospiti prestigiosi. Com'è nata la vostra collaborazione? Paola: “Si tratta in realtà di artisti che sono amici di vecchia data, che conosciamo e frequentiamo anche per cose passate. Fabrizio Bosso ha collaborato in passato anche con artisti pop come Sergio Cammariere, Mario Biondi e Simona Molinari, ma è anche un jazzista e un musicista di grande versatilità. Bebo Ferra ha dato al disco un tocco più acustico-mediterraneo, che potremmo definire quasi etnico. Javier Girotto è a mio avviso il più grande sassofonista presente al momento sulla scena musicale italiana, nonostante le origini argentine, e ha arricchito “Pere e Cioccolato” di quella passionalità che lo contraddistingue. Stefano Bagnoli ha collaborato a due brani suonando la batteria mentre Salvatori ci ha 'prestato' il tocco del suo violoncello”. Proprio le tanti fonti d'ispirazione rendono difficile incanalare la vostra musica in un preciso genere. Cosa intendi invece quando parlando di Elisir lo definisci un progetto poeticomusicale? Paola: “Mi riferisco al fatto che sia alla musica che alla parte letteraria, propriamente il testo, diamo lo stesso valore. Paolo cura le musiche e io i testi, e il nostro obiettivo non è che la fusione, l'elisir, dei due”. In previsione della prossima data al Blue Note, una domanda su Milano: che rapporto avete con questa città? Pensi sia ben disposta verso la musica, in particolare quella di matrice più indipendente e sperimentale? Paola: “Con Milano abbiamo senza dubbio un ottimo rapporto e questo non solo perché siamo nati e cresciuti qui ma anche perché qui siamo nati artisticamente, nello specifico alle “Scimmie”. Da 6 anni ci esibiamo in questo club e qui si è formato un gruppo di affezionati fan che ci sostengono e che ci hanno dato la possibilità di crescere e di affermarci. Nonostante questo siamo consapevoli che mancano gli spazi adeguati per tutti quei gruppi meno convenzionali che vogliono farsi conoscere”. L'appuntemento allora per stasera, alla Feltrinelli e soprattutto per il 6 maggio al Blue Note. VIDEO INTERVISTA SU “AGENZIA MULTIMEDIALE ITALIANA” RECENSIONE SU “SKY” Pere e Cioccolato...e la musica diventa un magico Elisir IL GRUPPO MILANESE STUPISCE COL NUOVO ALBUM, CHE MESCOLA, ARMONICAMENTE, VARIE INFLUENZE. E' UNA DELLE NOVITÀ PIÙ FRESCHE E PROMETTENTI DEL 2009. SONO IN TOUR, ANDATE AD ASCOLTARLI: LA LORO MUSICA RAPPRESENTA IL TERZO MILLENNIO 20 APRILE, 2009 di Fabrizio Basso L’Elisir della buona musica si chiama Pere e Cioccolato. Un burla? Assolutamente no. E se appartenete al popolo degli scettici ascoltate cosa hanno combinato questi quattro (più uno) ragazzi milanesi. Si tratta di Paola Donzella, Paolo Sportelli, Daniele Gregolin e Daniele Petrosillo, cui si aggiunge, ma non fa parte della band stabilmente, Walter Calloni. L’anima sbarazzina e francesista degli Elisir è di Paola, quella razionale è di Paolo. Loro due sono le colonne. Ma senza gli altri ingredienti questa frizzante pozione in note sarebbe di certo meno incisiva. Conosciutisi al CPM hanno fatto convergere due percorsi distanti. Almeno apparentemente: “Sono sempre stata attratta –spiega Paola Donzella – dalla Francia. Leggevo Prevert e ascoltavo la Piaf e Brassens. In precedenza avevo fatto danza classica per dieci anni, studiato teatro e portato a casa una laurea in lingue. Scrivo in italiano perché è la nostra lingua. I miei testi sono immaginari ma non visionari. Non mancano spunti presi dalla vita di tutti i giorni. E appare sempre la mia regione d’origine, la Sicilia”. Arriva invece dal Conservatorio Paolo Sportelli: “Al CPM ho scoperto il rock, il pop e il jazz e ho capito che i miei canoni classici potevano applicarsi a una musica più leggera”. Tale è il suo rigore che talvolta le improvvisazioni deve scriversele. Nel tempo libero cerca, e forgia, talenti, nel suo Borgo della Musica. Pere e Cioccolato è il secondo album "ma può essere considerato quello di esordio visto che Il Cane che Fuma ce lo siamo autoprodotto e praticamente è finito nella mani di pochi intimi". Ma ritorna nelle loro esibizione live "in quando apriamo con un medley di quel disco, prima di passare al nuovo e a un paio di cover, una dei Paris Combo, gruppo francese che abbiamo avuto la fortuna di conoscere e che, a sua volta, ci ha invitato ad aprire il loro concerto milanese. L’altra è di Paolo Conte che è uno degli autori italiani più amati in Francia". Il disco, raffinato negli arrangiamenti, inquadra perfettamente "il nostro universo musicale. Anche il precedente ci rappresentava ma questa volta speriamo di farci conoscere perché produciamo una musica che piace a tutti". Questo non significa che sia facile. Ha un tessuto articolato e profondo, con una tessitura strumentale ricca ma viene suonato con una tale semplicità che diventa appetibile a chiunque. Internet per Paolo e Paola. è importante e lo usano sia per documentarsi che per promuovere le loro iniziative: a livello di diffusione ritengono più efficace face book "perché ha una diffusione più capillare. MySpace è importante ma è frequentato più da addetti ai lavori che da gente comunque". Tra i loro prossimi appuntamenti ce n’è uno prestigiosissimo: il 6 maggio al Blue Note di Milano. E, ne siamo certi, in quella magica sera l’Elisir sarà sarà ancora più dolce. INTERVISTA SU “LA BRIGATA LOLLI” Elisir: un dolce risveglio con pere e cioccolato "In rotta verso Sanremo a ritmo manouche" di Giorgio Maimone Gli Elisir sono stati il gruppo sorpresa della stagione. Quando ho sentito per la prima volta "Pere e cioccolato" ho fatto un balzo sulla sedia. Li ho sentiti ancora più volte e ne sono stato affascinato. Ottimi testi, musica ammaliante, ambientazione scenica e immaginaria di grande fascino (musica manouche sospesa tra Parigi e Palermo all'inizio del secolo scorso: anni Venti). Nessuna invenzione epocale, ma un combo che funziona come un orologio, tra le invenzioni musicali di Paolo Sportelli e quelle testuali di Paola Donzella. Non poteva quindi che esserci la forte curiosità di andarli a sentire dal vivo. E dal vivo, al Blue Note, un tempio del jazz milanese e contemporaneamente un posto non per tutti, gli Elisir avevano messo in mostra uno spettacolo che, come per il disco, era in grado di soddisfare tutti i palati. Ottimi anche gli appoggi musicali: da Fabrizio Bosso a Stefano Bagnoli, da Bebo Ferra a Javier Girotto, fino a Walter Calloni che in realtà agisce da membro aggiunto alla formazione. Ne parliamo con Paola Donzella, cantante e autrice dei testi e Paolo Sportelli, pianista, clarinettista e autore delle musiche. Elisir allora, "Pere e cioccolato" per me è stata la sorpresa dell'anno. L'ho sentito ed ho detto "Ecco qualcosa di nuovo". Qualcosa di nuovo anche guardando all'antico, perché che proposta musicale fate? Come definiresta la vostra musica? Paolo Sportelli: E' difficile. Infatti tutte le volte che ce lo chiedono ci troviamo un po' in difficoltà. Diciamo che l'ingrediente che c'è sempre è lo swing. Però noi guardiamo più che allo swing tradizionale americano alla tradizione europea. Quindi la musica manoche, Django Reinhard e da lì in avanti. Quindi quello pè un ingrediente senz'altro che c'è. Il secondo ingrediente è la canzone d'autore e in Italia abbiamo vari stimoli: Paolo Conte, GianMaria Testa. In Francia invece abbiamo SanSeverino, il Paris Combo, diciamo la nuova canzone francese. Paola Donzella. sì, la tendenza più attuale della canzone d'autore francese: E voi vi dividente rigorosamente i compiti, testi e musica? Cosa nasce prima? Paola: Dipende, nasce un po' casualmente. Magari da un dettaglio, da un particolare come la storia di "Un italiano a Parigi" che nasce proprio da una mia storia famigliare, dai racconti di mio padre. In questi casi nasce prima il testo. Però io lo sottopongo già con un'idea di quella che deve essere l'atmosfera sonora che poi Paolo trascrive in musica. Paolo: altre volte nasce prima la musica e il testo segue. Per esempio "Mondo storto" che è il primo brano dell'album nasce come idea musicale, un po' storta, perché c'è questo ritmo musicale che non si capisce bene e da lì è nata l'idea di fare "Mondo storto", perché il ritmo musicale era storto! Ogni brano ha una storia in sè. Quanto tempo ci avere messo a realizzare "Pere e cioccolato"? Paolo: in studio siamo stati abbastanza. Essendo una produzione fatta in collaborazione con l'Accademia del suono, dove abbiamo registrato e Dase Soundlab che è il fonico, produttore artistico anche lui con me del progetto, è stato un lavoro registrato a pezzi. C'è lo studio libero, facciamo cinque giorni! Paola: E' stato un po' un parto! (ridiamo) Paolo: Da quando abbiamo iniziato ad andare in studio a quando abbiamo avuto in mano il master è passato un anno, però non è che per un anno abbiamo fatto solo quello! Ci sono stati mesi in cui non abbiamo lavorato. Diciamo che calcolando i giorni di studio saranno stati in tutto una trentina. Le canzoni erano già tutte pronte all'inizio o ne avete aggiunte man mano? Paolo: sì, tendenzialmente sì. Io poi, venendo dal mondo accademico come formazione (io vengo dal mondo classico, ho una formazione accademica) tendo a preparare tutto prima. Paola: Però ci sono state anche delle sorprese piacevoli in studio, idee dell'ultimo momento. Anche perché avete un pieno di ospiti! Paola: Sì, veramente. Hanno impreziosito tutto questo progetto. Ecco, come fa un gruppo nuovo, appena uscito, ad aver dentro come ospiti Fabrizio Bosso, Bebo Ferra e a debuttare al Blue Note? Paolo: Beh, sempre per la conoscenza. E' vero che siamo un gruppo nuovo, ma nella musica ci siamo da un bel po' di anni. Quindi incontrandosi ci si parla: "ho questa cosetta, ci starebbe bene un intervento tuo..." Al Blue Note c'era questa situazione buffa. Un gruppo poco conosciuto, molto applaudito, la sala piena e un parterre di ospiti da far paura! (ridiamo) Paola: con ognuno di loro abbiamo un rapporto personale di amicizia. Poi la scelta vitale che abbiamo fatto nel momento di chiamare Javier o Fabrizio e di affidargli un brano piuttosto che un altro ... per esempio Bebo Ferra suona la chitarra nel brano "Fiori di notte" che è un brano molto mediterraneo nelle atmosfere e lui essendo molto solare e mediterraneo come chitarrista era l'ideale per questo. Fabrizio Bosso, va beh, non ci sono parole per definire Fabrizio Bosso, però nello swing dell' "Italiano a Parigi" è perfetto. Sono entrati tutti benissimo nella parte. Tra l'altro ho apprezzato molto anche il fatto che dal vivo tutti questi grandi ospiti non si limitano a fare il loro compitino e vanno via. Hanno un bello spazio per esibirsi! Hanno pure fatto di più rispetto alla loro parte. Paola: Sì, li abbiamo coinvolti ed è l'anima del jazz che emerge. La formazione classica, Paolo, ti è servita anche nel comporre le canzoni, oltre che negli arrangiamenti e nell'organizzazione dell'intero lavoro? Paolo: sì, sicuramente. Molto. Innanzitutto mi è servita come disciplina di lavoro perché avendo alle spalle questo modo di lavorare con parti scritte, arrangiamenti precisi, questo mi ha aiutato molto nella disciplina e nel rigore del lavoro. E poi alcune riminiscenze nei brani vengono fuori. Per esempio in "Neve" ci sono ricordi del pianismo di Satie,. ci cose a cui io guardavo e che sono sempre stati un punto di riferimento. Soprattutto però nel rigore del lavoro e nella pignoleria. Paola: infatti è molto pignolo (ridiamo) Senti, Paola, invece i testi? Quali sono i tuoi riferimenti? Paola: La mia breve storia nasce con la danza classica. Io ho fatto la ballerina per dieci anni, poi per ragioni fisiche ho smesso. Però già avevo iniziato a scrivere delle cose mie, dei racconti, dei brevi testi. Sono andata in Francia e ho conosciuto dei cantautori del sud della Francia che mi hanno portato in giro a fare all'inizio da corista, poi a scrivere con loro, cantare con loro e da lì ho iniziato a tradurre i loro testi dal francese all'italiano e poi ho iniziato a scrivere canzoni per loro. Poi tornando in Italia, conoscendo Paolo, gli ho praticamente portato tutto quel bagaglio di materiale che avevo acquisito in Francia. Io sono laureata in lingue e letteratura straniera e anche la passione per la poesia francese, Prevert e Rimbaud nello specifico, mi ha ispirato particolarmente. I tuoi testi sono molto curati, molto belli. Al di là dei complimenti di prammatica. Testi e musica sono molto curati. Vi dividete al cinquanta per cento anche gli elogi! Oneri e onori (ridiamo). Un'altra scelta che ho visto molto curata anche nelle foto di copertina è una scelta di look. Voi siete molto precisi e organizzati, tu Paola hai abiti magnifici anche in scena. Paola: Allora, il look ... partiamo dal caschetto. Tutti mi chiedono "ma questo caschetto che significa' Da chi è ispirato?" Onestamente si dice che io sono nata così! (ridiamo) Perché è da quando ho sei anni che sono pettinata così, con le variazioni del caso. Poi effettivamente abbiamo fatto tutto un lavoro sull'immagine che è venuto abbastanza naturalmente. Per i vestiti abbiamo uno stilista che è Andrea Turchi e fa da sponsor praticamente. Ci ha fornito sia gli abiti per le foto sul cd, sia i miei per i live. Ci teniamo a dare un certo tipo di immagine. Paolo: Per rifarci a quanto dicevi prima. Siamo venuti fuori nel momento in cui ci sentivamo di venir fuori. "Il cane che fuma" è del 2005, però non era ancora a posto. Abbiamo fatto questa scelta di non avere fretta e continuare a lavorare. Dovevamo prima di tutto essere convinti noi di quello da proporre fuori. Anche con "Il cane che fuma" abbiamo avuto ottimi consensi. Guaitamacchi, che è un amico, ci ha fatto un ottima recensione su Jam, nonostante fosse un disco che non era in commercio. Abbiamo avuto soddisfazioni però abbiamo detto. "Usciamo nel momento in cui ci sentiamo pronti". E il fatto che tui mi abbia detto che siamo un po' la sorpresa del 2009 è un po' la conferma che allora abbiamo fatto bene. E' arrivato a maturazione il progetto Paolo: infatti noi scherzavamo tra di noi, ognuno era cosciente di aver fatto un buon lavoro, e ci chiedevamo "chissà se qualcuno si domanderà ma chi sono questi Elisir? Da dove escono? Dove erano stati fino ad adesso? Guarda cos'hanno combinato!" Quello che mi dici mi conforta. E' un po' una conferma delle voste scelte. L'unico consiglio che mi sento di darvi, voi raccontate storie per immagini che sono molto belle da visualizzare. Secondo me dovreste spingere di più sull'elemento visivo in scena. Siete già in tanti e va bene così, ma qualche movimento scenico, qualche piccola trovata di scenografia potrebbero rendere ancora più accativante il set. La formazione è definitiva con Walter Calloni dentro? Paolo: praticamente sì. Lui è indicato come ospite fisso. Gli abbiamo dato un po' questo ruolo per rispetto al suo nome e alla sua storia e perchè venga fuori. Elisir e Walter Calloni. in realtà abbiamo fatto qualcosa senza di lui, ma sono pochissime cose, magari di promozione in giro. Magari gli showcase dove devi essere più agile, oppure seratine in localini più piccoli. Però la formazione è quella. Da quanti anni siete tutti assieme? Sempre dal 2005? Paolo: Dal 2005 c'è stato un cambiamento. Avevamo un pianista che era Alessandro Bianchi e io suonavo solo il clarinetto, adesso mi diverto in questa doppia veste. Volevamo aggiungere una chitarra perché noi siamo sempre stati ispirati dal mondo manouche e si sente anche nel "Cane che fuma" nonostante la chitarra non ci sia ... Fare Django Reinhard senza chitarra non è facile! (ridiamo) Paolo: Abbiamo aspettato, perché in primo luogo non è facile trovare uin chitarrista che faccia questa musica, due ci serviva un chitarrista che sì sapesse fare quel genere, ma che fosse anche versatile e suonasse anche l'elettrica. Finalmente abbiamo incontrato Daniele Gregolin. Lui nasce come chitarrista elettrico, rock, però ha avuto questa passione sviscerata per la musica manouche in questi ultimi anni e abbiamo trovato l'elemento che ci serviva. Paola: invece con Daniele Petrosillo siamo assieme dall'inizio,.dalla nascita di Elisir nel 2002. Paolo: Walter Calloni è arrivato col "Cane che fuma" nel 2005 , gli è piaciuto il progetto e adesso è con noi da quattro anni. Le prossime tappe verso il successo cosa prevedono? (ridiamo) Una serata al Blue Note non è da tutti, no? Paola: Infatti ci è rimasto il sapore inconfondibile di quella serata. Paolo: La nostra speranza è quella di farci conoscere il più possibile, perché abbiamo notato che nonostante il nostro genere sia lontano dai generi più commerciali, ma potenzialmente abbiamo visto che possiamo piacere a tutti. Abbiamo visto anche ragazzini di 16/17 anni che si sono appassionati moltissimo alla nostra musica. Pensiamo che se avessimo più visibilità ... Sì, perchè è un genere che anche nella sua complessità conserva una leggerezza di fondo. Una gradevolezza. Poi i testi danno un bello spessore ... Paolo: la scelta è proprio quella. Fare un prodotto di qualità, ma non di nicchia. Semplice. La musica può essere di qualità e nello stesso tempo semplice ed arrivare a tutti. Ti parlavo della mia formazione classica: studiando composizione qui a Milano, dove c'è proprio il mito dell'avanguardia, quello che mi dava fastidio dei miei colleghi compositori contemporanei era che alla fine restava un discorso solo fra di loro, perché chi può capire il valore di un brano di musica contemporanea? Solo chi conosce il linguaggio tecnico col quale è stato scritto. Il pubblico sente questi suoni, che sia Schoenberg o un compositore odierno e per lui è la stessa cosa, perché non c'è la capacità di capire. La musica deve rimanere quella che è sempre stata nel jazz, nel pop: di essere a contatto col pubblico, non solo per iniziati. Paola tu invece non hai studiato canto? Paola: Io ho studiato canto per qualche anno al Cpm di Franco Mussida, dove poi ci siamo conosciuti con Paolo, con Walter ... è un po' nato tutto da lì. Era il periodo in cui facevo un po' tutto. c'era il canto, la danza, l'unioversità, la musica ... un insieme di cose che si sono accavallate. Volevo dire che non potevi essere del tutto autodidatta! Anche perché fai dei brani dove prendi la rincorsa e non ti fermi più! E' davvero impressionante! Senza tecnica non ci arrivi. Paola: Eh no, non ci arrivi! C'è un brano nel "Cane che fuma" che si intitola "Mi piaci", lo abbiamo eseguito anche al Blue Note, che è uno scioglilingua. Lì se non prendi i fiati al momento giusto sono dolori! Visto che lo facciamo ormai da quattro/cinque anni dal vivo sono ormai abituata. In alcuni momenti vado a macchina: non so neanche che parole sto dicendo! E' tutto in automatico. Ma mi diverte molto giocare con le parole e anche con la voce. Prossimi lavori e canzoni? Avete qualcosa già allo studio o è troppo presto? Paolo: Adesso qualcosa abbiamo in mente. Siamo in fase di promozione e siamo coinvolti in questo. Quando lo avete finito "Pere e cioccolato"? Paolo: A gennaio il master. Poi è uscito in aprile. Ma abbiamo finito di registrare la primavera scorsa. Paola: Stiamo pensando di lavorare a un videoclip. Quello ci manca. Riscontri da radio e affini? Quello è lo scoglio più duro ... Paola: Radio Montecarlo ha trasmesso la serata al Blue Note e settimana prossima abbiamo una diretta con Lifegate e anche il circuito Marconi ha trasmesso qualcosa. Insomma, si sta muovendo qualcosa ... Paolo: Sì, ovviamente sono fuori i grandi network per ovvie ragioni. Paola: Dall'autunno vedremo se si può pensare di lavorare su un singolo che potrebbe essere "Pere e cioccolato", la canzone che dà il titolo all'album e che è quella che ha più impatto radiofonico. Poi quando esce un disco ci sono sempre un sacco di cose da fare e non sai esattamente come muoverti. Stiamo lavorando bene con Carta da Musica e vedremo quali sono le strade da percorrere. Noi stiamo lavorando per un pezzo che ci piacerebbe poi magari presentare alle selezioni di Sanremo. A questo punto vale la pena. Cercare di replicare l'effetto Arisa. In bocca al lupo! La Ruota Fissa Supers(u)onic – ELISIR “Pere e Cioccolato” Scritto il settembre 9, 2009 da Liam G. Al contadin non far sapere quant’è buono il….”Cioccolato con le Pere”. Signori è giunto il momento delle schiene dritte e delle gambe tese. Questo progetto musicale merita di essere onorato formando, ognuno con il proprio corpo, un perfetto angolo retto con il terreno. Astenersi da atteggiamenti dinoccolati e scanzonati. Finalmente qualcos’altro che lascia libero sfogo all’altezzosità che necessita l’ascolto di dischi come questo. La prima produzione ufficiale degli ELISIR non lascia spazio all’immaginazione musicale ma si veste di guanti bianchi, tuba e bastone madreperlato. “Pere e Cioccolato” non è roba da contadini! E’ essenziale che non ne vengano a conoscenza, si accorcerebbe la distanza, che ogni singolo pezzo, intende volutamente mantenere dalla genuinità e dalla naturalezza che distingue un fazzoletto al collo da una pochette di raso. Non scadete nella volgarità di farvelo piacere per forza, “non è aria!” (Carmelo Bene). Le musiche sono il risultato dell’ascolto jazzistico e della formazione classica di Paolo Sportelli, clarinettista, pianista e produttore artistico del progetto. Paola Donzella (voce) firma i testi a volte visionari molto più spesso colorati ed intensi. Completano la band: Daniele Gregolin (chitarre), Daniele Petrosillo (contrabbasso), Walter Calloni (batteria). Un ultimo cenno alle eccezionali collaborazioni: Stefano Bagnoli (batteria), Fabrizio Bosso (tromba), Javier Girotto (sax soprano), Alessandro Giulini (fisarmonica), Bebo Ferra (chitarre), Andrea Rotoli (chitarre), Pietro Salvatori (violoncello). Alla vostra incoscienza una sublime ricetta fatta dei migliori Django Reinhardt e Paolo Conte. Il cibo, signori! Il vero ed unico ELISIR! Link per ascolti: www.myspace.com/elisirclub Italia 2009 Produzione: Sottolaluna – Odd Times /Distribuzione: Egea Prossimi concerti: 2 Ottobre Asti – 23 Ottobre Firenze – 7 Novembre Milano Secolo XIX Il Giornale Gli Elisir tra «Pere e cioccolato» sulle orme di Django Reinhardt Ad ascoltarli viene voglia di sdraiarsi, abbandonarsi come bambini in un bel prato verde fatto tutto di fiori e farfalline che svolazzano. È la sensazione personale che arriva, forte, al primo ascolto di Neve dei milanesi Elisir. Nell'ultimissimo lavoro, quel «Pere e cioccolato» tanto promosso in questi giorni (è uscito il 6 aprile per l'etichetta Odd Times) e che questa sera verrà presentato al raffinatissimo Blue Note di via Borsieri (dalle ore 21, info: 02-60856304 , www.bluenotemilano.com, prezzi da 15 a 20 euro), la band meneghina ha saputo cogliere tutta la qualità raffinata degli illustri ospiti Fabrizio Bosso, Bebo Ferra, Javier Girotto, Stefano Bagnoli e Piero Salvatori, mostri sacri del panorama della musica nostrana. E sarà la stessa Donzelli a guidarli questa sera con una voce tanto delicata quanto particolare. È lei l'anima del gruppo e fu proprio Paola a fondare la band nel 2002. La cantante è anche autrice dei testi degli Elisir. Ad occuparsi degli arrangiamenti e della composizione musicale è invece Paolo Sportelli (piano e clarinetto). Sul palco, assieme alla coppia leader degli Elisir e ai già citati ospiti, saliranno i consueti e fidati compagni Daniele Petrosillo (contrabbasso), Daniele Gregolin e Walter Calloni (alla batteria), storico batterista rock degli anni '70-'80. Il progetto poetico-musicale Elisir nasce dalla passione che l'intraprendente Paola Donzelli ebbe per l'atmosfera culturale e musicale francese degli anni '30, per il jazz-manouche di Django Reinhardt ed il mondo degli chansonnier parigini, oltre che per la canzone d'autore italiana. Ne deriva un mix colto, d'autore, dove le sonorità sono ora frizzanti e swing, ora intime e riflessive, ora poetiche alla Debussy e Satie, ora solari con tanghi e valzer dal sapore antico, e ora addirittura rock ed elettroniche. La band meneghina conferma con le sue multiformi melodie come la raffinatezza possa accompagnarsi alla semplicità di ascolto. I testi narrano di mondi reali quanto immaginari ma comunque verosimili, in cui si muovono personaggi intriganti e pittoreschi: poesia «alta», dunque, ma allo stesso tempo «per tutti». Nel 2005 la band ha dato vita al suo primo lavoro, «Il cane che fuma», dove la sperimentazione dei nuovi generi contenuti in «Pere e cioccolato» era ancora alla fase embrionale. Per chi perderà l'appuntamento al Blue Note, il Pere e Cioccolato Tour proseguirà con altre due date nel Milanese: il 29 maggio a Cusano Milanino e il 27 giugno ad Abbiategrasso. Vivi Bolzano - Alto Adige Vivi Bolzano - Alto Adige Corriere del Veneto Il Gazzettino Il Mattino Nazionale - Girocittà Il Napoli Corriere Umbria Il Giornale dell’Umbria Giornale Umbria - La Nazione - La Stampa - Dnews - Max Il Messaggero City - La Stampa - Il Napoli La Provincia Jam Suono Mucchio Selvaggio Vita Repubblica