FERRI tesina - Scuola Superiore dell`Amministrazione dell`Interno

MINISTERO DELL’INTERNO
Sede didattico residenziale
XXVIII Corso di formazione dirigenziale
per l'accesso alla qualifica di Viceprefetto
aprile – luglio 2015
Project work
GESTIONE DEI RIFIUTI TOSSICI IN MOLISE
SISTEMI E MODALITÀ DI COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
NUOVE STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO
Candidato Giuseppina Ferri
Abstract
Il presente lavoro costituisce l’esposizione di un Project work teso alla
creazione di un nuovo servizio per rendere efficace ed efficiente la comunicazione
del rischio attraverso la costituzione, all’interno dell’URP, di uno sportello per la
prevenzione che, nelle intenzioni della scrivente, responsabile dell’Ufficio Stampa
della Prefettura, riesca a rappresentare
la struttura organizzativa
potenziare e valorizzare la comunicazione del rischio stesso.
deputata a
L’inserimento
all’interno della “Conferenza permanente” costituita da enti regionali, provinciali e
dai sindaci dei Comuni della provincia di un progetto che avrà come obiettivo
quello di individuare e programmare iniziative comuni volte a scongiurare qualsiasi
attività criminogena sul territorio.
Il lavoro nasce dalla riflessione sulla questione relativa alla emergenza
ambientale verificatasi nella Regione Molise, ed in particolare nella Provincia di
Isernia, a seguito della divulgazione delle dichiarazioni rese nel 1997, da Carmine
Schiavone, collaboratore di giustizia, e pentito della Camorra, alla Commissione
Parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Una prima analisi del contesto territoriale di riferimento ha riassunto le azioni
di carattere tecnico, amministrativo, organizzativo, di analisi geomorfologico e
ambientale , di sicurezza e gestione e di comunicazione del rischio messe in campo
dagli organi istituzionali che, riuniti intorno ad un tavolo tecnico ad hoc istituito,
hanno dato il via ad azioni di intervento per mitigare le negatività causate dai rifiuti
tossici e pericolosi che hanno interessato il territorio molisano che, per le sue
peculiarità si pone all’interno di un crocevia spaziale di intensi traffici illeciti. In
particolare il lavoro esamina i diversi profili della questione sui quali il Capo di
Gabinetto, in accordo con il Prefetto e le forze dell’ordine hanno basato le azioni di
intervento per fronteggiare l’emergenza .
Il lavoro si sofferma con particolare attenzione sulla importanza di una corretta
gestione della comunicazione del rischio che risulta indispensabile, come nel caso in
esame, laddove l’attenzione data da organi istituzionali di stampa locale e nazionale
e l’intensa attività di diffusione e di divulgazione di articoli e servizi televisivi sulla
questione sovraespone l’opinione pubblica locale ad una quantità di informazioni
che, se non adeguatamente veicolate e commisurate al contesto sociale e civile di
riferimento, compromette le indispensabili azioni di intervento istituzionale
in
situazioni di grave emergenza ambientale.
Il lavoro approfondisce il significato dei diversi aspetti che caratterizzano il
concetto di comunicazione del rischio, senza escludere ma anzi valorizzando le
diverse dinamiche di carattere socio, psicologico ed emozionale che incidono sulla
percezione del rischio a livello sociale e che possono incidere o condizionare il reale
svolgimento dei processi comunicativi. Viene data oltremodo importanza alle attività
sinergiche di ascolto che fungono da reale implementazione ad un protocollo di
attività di comunicazione del rischio adeguatamente preparata e supportata nel tempo
anche attraverso un team di lavoro permanente in grado di offrire un reale contributo
al processo di pianificazione e di organizzazione.
INDICE
PREMESSA……………………………………………………………………
CONTESTO DI RIFERIMENTO……………………………………………..
COLLEGAMENTI E RAPPORTI CON LA STAMPA………………………
CRITICITA’ DA AFFRONTARE E TECNICHE DI MIGLIORAMENTO…
LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO AI CITTADINI……………………
UN NUOVO RUOLO…………………………………………………………
CONCLUSIONI……………………………………………………………….
2
2
4
6
7
10
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PREMESSA
In qualità di Capo di Gabinetto e Responsabile dell’Ufficio Stampa della
Prefettura di Isernia, oltre la normale attività d’istituto, tra la fine dell’anno 2013 e
gran parte del 2014 la scrivente si è occupata della gravosa problematica legata al
forte allarme sociale scaturito all’indomani della desecretazione dei verbali sulle
dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, nelle quali veniva indicato il Molise tra
le aree scelte dalla Camorra per interrare rifiuti tossici. Questa esperienza mi ha
portato a ritenere cruciale l’apporto fornito da una corretta comunicazione alla
popolazione nella mitigazione della percezione del rischio e pertanto a ipotizzare la
costituzione di un team che, all’interno della Prefettura, operi costantemente in
questa direzione.
CONTESTO DI RIFERIMENTO
La divulgazione delle dichiarazioni rese nel 1997 dal collaboratore di giustizia,
pentito della camorra, Carmine Schiavone, alla Commissione Parlamentare di
inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, ha fatto
emergere che, anche il Molise, ed in particolare la Provincia di Isernia, sarebbe stato
oggetto di smaltimento illecito di rifiuti tossici e pericolosi. Tali dichiarazioni hanno
suscitato la massima attenzione da parte di tutti gli organi istituzionali, nazionali e
locali e dei diversi mass media, e hanno fatto emergere la forte preoccupazione da
parte della popolazione per le problematiche legate alla salute e per l’ingente danno
economico e conseguentemente di immagine che, inevitabilmente, ha determinato
una contrazione notevole delle produzioni agricole e dell’industria e l’indotto legati
al turismo.
Dal momento in cui le dichiarazioni sono state rese note, gli organi di
informazione hanno quotidianamente pubblicato articoli di stampa e servizi di
approfondimento, volti a sollecitare l’adozione di tempestive iniziative, circa la
individuazione delle aree dell’occultamento e della tipologia dei rifiuti inquinanti.
Sulla questione, oltre alle mozioni presentate dai Parlamentari molisani, tra cui quelle
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della parlamentare Laura Venittelli, la Direzione Distrettuale Antimafia ha attivato
un coordinamento tra le Procure molisane.
In relazione alla delicatezza del problema, in qualità di Capo di Gabinetto, in
accordo con il Prefetto e le forze dell’ordine, si sono esaminati i profili di interesse
della questione, inizialmente, pur in assenza di dati oggettivi comprovanti
l’attendibilità delle dichiarazioni rese, si sono decise le molteplici azioni da mettere
in atto e le modalità di gestione della comunicazione istituzionale sull’eventuale
rischio connesso alla questione emersa.
Per sviluppare una forma di dialogo tra le istituzioni ed i cittadini si è reso
necessario
individuare
un
approccio
comunicativo
efficace,
dettagliato
e
comprensibile. Per affrontare al meglio la problematica dal punto di vista
geomorfologico, ambientale, territoriale e amministrativo è stato istituito un tavolo
tecnico permanente, che ha visto la partecipazione delle diverse forze di polizia della
Regione e degli enti della Provincia, a più titolo interessati, e di numerosi sindaci dei
comuni potenzialmente coinvolti a causa della presenza sul loro territorio di cave,
pozzi artesiani, falde acquifere sotterranee e di superficie, e discariche. L’istituzione
del tavolo tecnico ha consentito di organizzare le necessarie misure di verifica
attivando gli organismi preposti ed in particolare ricorrendo a strumenti tecnologici
avanzati, per esperire i numerosi accertamenti richiesti dal caso. La presenza
all’interno del Tavolo Tecnico, di funzionari esperti responsabili dell’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, della Forestale, del Corpo Provinciale dei
Vigili del Fuoco e del Nucleo N.B.C.R. per la ricerca della radioattività, dell’Arpa
regionale, ha permesso di attivare un metodo di lavoro sinergico tra tutti i soggetti
interessati alla problematica. In particolare, per rilevare la presenza di materiale
ferroso sotterraneo ed individuare i siti da monitorare si è deciso di ricorrere di
strumenti avanzati come l’uso del geomagnetometro e l’impiego di droni. In una fase
successiva, si sono elaborate le mappature territoriali necessarie ad individuare quelle
zone da attenzionare a causa di una maggiore presenza di anomalia magnetica, a cui
hanno fatto seguito azioni di verifica tramite attività di scavo eseguite in sinergia dai
diversi organi istituzionali, ognuno per le proprie competenze. Si è messo così a
3
disposizione dell’Arpa quanto gradualmente rinvenuto permettendo alla Agenzia una
valutazione adeguata in merito alle possibili variazioni subite dai siti interessati.
COLLEGAMENTI E RAPPORTI CON LA STAMPA
In qualità di Responsabile per la stampa, e in considerazione dell’enorme
attenzione data all’argomento da parte degli organi di stampa nazionali e locali e
della diffusione di notizie sempre più allarmistiche nella rete di internet, con il
proliferare di informazioni e discussioni, nonché del timore crescente tra i cittadini,
si è avvertita l’esigenza di una comunicazione a più vie, per sviluppare forme di
relazione tra i cittadini, la stampa e le istituzioni.
L’impostazione di una forma comunicativa basata su un dialogo aperto e
costante e su una esposizione continua dell’analisi dei rischi e delle strategie da
intraprendere, sulla attenzione alle problematiche che la popolazione stava
quotidianamente affrontando è apparsa da subito necessaria per una condivisione di
informazioni, opinioni, timori, che ha portato man mano alla conquista, da parte delle
istituzioni di un riconoscimento di fiducia e credibilità che, in una fase così delicata,
hanno costituito la base su cui rappresentare al meglio tutte le attività intraprese ed il
loro riconoscimento da parte della popolazione.
Fattori determinanti della fiducia in condizione di alta
preoccupazione
elaborazione
da
sui
parte
dati
dei
di
cittadini.
una
ricerca
Nostra
dell’
Environmental Protection Agency degli Stati Uniti
Anche l’Ente Regione, in conformità a quanto previsto dal D.lgs.112/98, che,
in particolare nell’art.3 prevede forme di cooperazione e concertazione “al fine di
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consentire la collaborazione e l'azione coordinata fra Regioni ed Enti locali
nell'ambito delle rispettive competenze”, ha sollecitato un’attività congiunta, al fine
di dare organizzazione e concretezza alle necessarie misure di verifica, con
l’attivazione dei diversi organismi preposti, dotati di indispensabili strumenti
tecnologici, utili ai fini degli accertamenti da esperire. In particolare L’Ente Regione
si è preoccupato di rassicurare i cittadini in merito a quanto si stava facendo, anche in
considerazione della peculiarità del territorio provinciale, snodo di traffici illegali che
interessano la Puglia, il Lazio, la Campania e l’Abruzzo.
Si tratta, ovvero, di un’area strategica di transito dei vettori criminogeni.
Nel contesto della problematica in esame ed anche in merito all’informazione è
apparsa di tutta evidenza l’importanza del ruolo ricoperto dai Sindaci nell’ambito
della tutela della salute del territorio.
I Sindaci, diretti responsabili per la salute pubblica, non hanno sottaciuto la
preoccupazione per le situazioni di allarme riportate dalla stampa, in merito a
passaggi e soste di automezzi carichi di rifiuti, presunti sversamenti incontrollati di
reflui ed altre attività degli stabilimenti inceneritori presenti in zona, che sembrano
aver inciso negativamente sulla qualità dell’aria e delle matrici ambientali, viste le
tracce di diossina, rinvenute in passato in alcune carni bovine e nel latte materno.
Preoccupazione fortemente condivisa dalla scrivente anche in qualità di Commissario
Straordinario di diversi Comuni della Provincia ed in particolare del Comune di
Venafro maggiormente colpito dalla problematica ambientale in esame.
A tal proposito, il clima di preoccupazione percepibile dalla diffusione e dalla
lettura di articoli dedicati all’argomento dalla stampa, ha attivato un consistente
movimento di opinione, costituito da Associazioni ambientaliste, dal “Comitato
Mamme per la salute” e altre organizzazioni locali, che hanno in più occasioni
sollecitato le forze politiche, tramite interrogazioni parlamentari, sui monitoraggi e
verifiche in merito all’inquinamento ambientale.
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CRITICITA’ DA AFFRONTARE E TECNICHE DI MIGLIORAMENTO
In un clima generale di enorme attenzione rivolta verso una materia tanto
delicata, sin da subito è apparso alla scrivente da un lato indispensabile non tenere i
cittadini all’oscuro dei reali parametri di sicurezza e della effettiva situazione di
rischio rilevata sul territorio e, dall’altro, in considerazione della delicatezza della
tematica trattata, in più occasioni si è reso necessario dover valutare l’opportunità e
le modalità da mettere in atto per fornire determinate informazioni ai mass media,
onde evitare possibili strumentalizzazioni della vicenda e creare preoccupanti
allarmismi presso la popolazione.
A questo aspetto critico si è deciso quindi di rispondere comunicando
tempestivamente le informazioni in possesso, cercando di non omettere, laddove
possibile, gli ambiti di incertezza e rischio, basando la comunicazione su criteri di
onestà e competenza, senza perdere di vista le quotidiane preoccupazioni della
popolazione. Si è organizzato un flusso comunicativo alimentato da informazioni
periodiche, aggiornate e attendibili che evidenziassero l’impegno delle istituzioni
nella risoluzione del contesto critico, svolgendo verso la popolazione non una mera
rassicurazione ma una reale riduzione dell’incertezza e delle ragioni di
preoccupazione. In questo la collaborazione con i mezzi di stampa è stato
essenziale. È appena il caso di ricordare quello con il mondo dei media da parte
delle istituzioni è un rapporto biunivoco: i media hanno bisogno delle istituzioni
per avere informazioni tempestive e soprattutto attendibili; a loro volta le
istituzioni necessitano dei media per raggiungere direttamente la popolazione.
Mantenere questo equilibrio è fondamentale, ed al mantenimento di questo
equilibrio si è sempre cercato di operare.
A titolo di esempio si allega di seguito copia della prima pagina de “Il
Quotidiano”, un giornale locale del 3.11.2013, che ben evidenzia il clima di paura e
sdegno della cittadinanza, che, anche grazie alla costante attività comunicativa
della Prefettura e delle altre istituzioni riportava nel contempo le misure messe in
atto per mitigare e cercare di dare una soluzione ai problemi.
6
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Il concetto di “rischio”, secondo una definizione proposta dalle Nazioni Unite,
“si riferisce alla pericolosità (hazard) delle perdite attese di un particolare evento
naturale di una certa intensità o magnitudo che potrebbe manifestarsi in un
particolare scenario futuro. Le perdite possono essere stimate in termini di vite
umane, edifici distrutti o in termini finanziari ed economici” (UNDRO 1979; Burton
et al. 1993); il rischio (R, risk) si calcola moltiplicando la pericolosità (h, hazard) con
la vulnerabilità (V, vulnerability), divisa la Preparazione (P, preparedness), che
rappresenta il livello di consapevolezza: questo elemento avrebbe lo scopo primario
di mitigare le perdite:
R=h * V/P
Ma il solo approccio matematico non è sufficiente a cogliere la complessità della
questione. È necessario affrontare il concetto di rischio anche in termini soggettivi,
facendo riferimento al rischio percepito dagli individui. Per comprendere questo
aspetto può aiutarci una diversa formula:
R= Hazard + Outrage
dove R è il rischio che si definisce soggettivamente come conseguenza della
valutazione del pericolo (Hazard) ma anche delle emozioni suscitate (Outrage). La
componente hazard potremmo definirla come il frutto di una valutazione “da
esperti”, e pertanto probabilistica, tuttavia tale valutazione probabilistica è
influenzata dall’outrage, che è l’elemento chiave che le persone utilizzano per
stimare il rischio. Alla luce di questo appare evidente come proprio una
comunicazione efficace, capace di ridurre le emozioni negative e conseguentemente
la percezione che gli individui hanno del rischio, attraverso una esposizione
comprensibile a tutti di quell’”H” che abbiamo chiamato“valutazione da esperti”
permette di ridurre l’impatto che proviene dalla consapevolezza di vivere una
situazione di rischio.
L’esigenza di tener conto, inoltre, della diversificazione dei pubblici destinatari
della comunicazione non può esimere dal considerare prioritaria la necessità di
promuovere condivisione di significati, un comune approccio nell’interpretazione di
fenomeni estremamente complessi. Un’adeguata comunicazione alla popolazione è
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indispensabile per fornire a tutte le persone, potenzialmente esposte ad un rischio, le
conoscenze per evitarne le conseguenze e riconoscerne precocemente il danno, e
tuttavia essa non può prescindere dall’ascolto delle persone e dalla comprensione
delle loro preoccupazioni
Articolo del 30.12.2012 pubblicato sul “Il Quotidiano – Venafro”
Alla luce di questa analisi il nostro impegno si è concentrato proprio per
raggiungere questi obiettivi. Non sempre si è riusciti a raggiungerli, anche se è
apparso da subito indispensabile ed auspicabile per una maggiore partecipazione dei
cittadini ai processi decisionali.
Di fronte ad un rischio che scatena un forte senso di paura nelle persone, la
comunicazione ha il difficile, ma essenziale, compito di ingenerare un atteggiamento
appropriato, che potremmo definire come “preoccupazione informata e vigile” al
livello del rischio presente. Comportamento che consente di affrontare la situazione
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nelle condizioni più favorevoli alla salvaguardia della propria e altrui salute e
sicurezza, senza abbandonarsi al panico.
Vi sono fattori, intrinseci al tipo di rischio, che possono influire sulla sua
percezione, in alcuni casi riducendola (ad es. la conoscenza del fenomeno, la fiducia
nelle istituzioni, la controllabilità, la volontarietà...); in altri casi aumentandola (il
potenziale catastrofico, l’incertezza degli esperti, la conoscenza delle vittime,
l’attenzione dei mass media…). Chi si trova a dover gestire una situazione di rischio
deve, a volte, cercare di tranquillizzare la popolazione quando un pericolo è sovra
percepito, in altri casi deve aumentare l’attenzione quando la situazione è grave e la
popolazione sottostima il rischio.
A fronte di questa ulteriore criticità, che abbiamo qui esposto in quanto
direttamente connessa al peculiare concetto di “rischio percepito”, l’Ufficio Stampa
della Prefettura è uno dei principali attori in gioco nella comunicazione del rischio.
Ad esso spetta il compito di intervenire per fornire ai cittadini conoscenze sui rischi e
sui comportamenti da adottare per la tutela della salute e per aiutare a ricercare
soluzioni condivise in casi controversi e conflittuali. La comunicazione del rischio
deve rappresentare, quindi una attività fondamentale per il perseguimento della tutela
della salute pubblica, per garantire al cittadino un diritto all’informazione
giuridicamente sancito e per sviluppare positive relazioni sociali nella comunità.
Tuttavia, poiché non si può non comunicare, tutto, anche il silenzio comunica
qualcosa; non essendo possibile sottrarsi a tale compito è quindi necessario per la
Pubblica Amministrazioni, imparare a comunicare al meglio, per evitare di
commettere errori che possono produrre danni alla salute, sviluppare conflittualità
sociale, perdita di credibilità e fiducia nelle istituzioni.
UN NUOVO RUOLO
Per una comunicazione efficiente ed efficace del rischio, appare indispensabile
la conoscenza delle tecniche di comunicazione, l’adozione di un comportamento
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competente e responsabile e il consolidamento di un alto livello di fiducia e di
credibilità presso la popolazione.
Un approccio partecipato fin dalle prime fasi con la comunità civile e sociale,
oltre a permettere la raccolta di utili elementi di conoscenza sulle opinioni dei
cittadini, è utile anche per la crescita della fiducia verso le istituzioni.
La promozione alla qualifica dirigenziale di Viceprefetto comporta maggiori
responsabilità ed una incisività nelle dinamiche interne e esterne con un potere di
organizzazione più ampio e articolato.
Nel nuovo ruolo che la scrivente andrà a rivestire si cercherà di valorizzare e
sostenere l’attività di comunicazione attraverso la costituzione, all’interno
dell’U.R.P., di uno “Sportello per la prevenzione” che rappresenti la struttura
organizzativa deputata a potenziare e a valorizzare la comunicazione del rischio,
cercando di attivare una comunicazione proattiva, capace di raggiungere la
popolazione, incrementando in tal modo una funzione di soluzione dei problemi che
spesso appare depotenziata nella quotidiana attività di ascolto e risposta.
Tale struttura organizzativa dovrà avere il compito di promuovere e supportare
all’interno della Prefettura le attività di comunicazione del rischio, collaborando con
le altre Aree interessate per quanto di competenza, alle diverse problematiche del
territorio. È importante, infatti, che l’istituzione che fa comunicazione sul rischio sia
in grado di coordinare la propria attività con altre fonti autorevoli stabilendo
alleanze, facendo comunicazioni congiunte. Sarà utile investire tempo e risorse per
rafforzare e valorizzare quelle collaborazioni con le altre organizzazioni che si
occupano di un medesimo rischio. Se le fonti istituzionali autorevoli convergono
sullo stesso tipo di comunicazione, anche utilizzando soggetti terzi noti e degni di
fiducia per comunicare, ci sono buone probabilità che la fiducia verso le fonti
aumenti: per contro se le fonti credibili esprimono preoccupazioni divergenti o danno
indicazioni in conflitto, la fiducia facilmente viene meno.
Si ritiene che il comune lavoro possa ingenerare, negli operatori dei servizi, la
crescita di una nuova cultura orientata a soddisfare i bisogni informativi del cittadino,
sempre meno “paziente” e che chiede di essere sempre più “competente”.
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Pianificazione e comunicazione dovranno rappresentare le scelte strategiche
essenziali per sviluppare interventi in grado di monitorare la zona di competenza e
per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza.
La pianificazione e l’organizzazione, dovrà interessare i diversi sindaci della
provincia ad iniziative congiunte, atte a scongiurare ogni forma di inquinamento
ambientale provocata inevitabilmente dalla presenza di impianti industriali, e dalla
collocazione strategica del territorio, che essendo a confine tra la Campania e il
Lazio, è a rischio.
In relazione a ciò, risulterà fondamentale la riunione periodica della
Conferenza Permanente, con la partecipazione dei diversi Enti provinciali e regionali
e dei Sindaci dei 52 Comuni della provincia.
La Conferenza Permanente può rappresentare uno strumento basilare per un
confronto regolare presso la Prefettura di tutti i soggetti interessati, per
l’individuazione e la programmazione di iniziative comuni, per evitare ogni forma di
inquinamento ambientale e scongiurare insieme alle forze dell’ordine l’attività
criminogena dei cosiddetti trafficanti di rifiuti tossici.
In proposito si può ipotizzare di costituire un team di lavoro, che possa
stabilmente occuparsi delle diverse forme di finanziamento stanziate a livello
europeo per iniziative a tutela dell’ambiente, previste nello stesso decreto emanato
dal Governo, in occasione della problematica legata alla terra dei fuochi.
Anche la comunicazione va pensata, organizzata e affinata per poter poi
intervenire velocemente e in modo coordinato sia nella qualità dei messaggi, sia nella
organizzazione logistica, nella predisposizioni delle strutture, dei servizi, e nella
definizione di ruoli e competenze.
Sarà importante condividere l’utilizzazione di un linguaggio semplice,
adeguato alle varie fasce di popolazione che si intende raggiungere. Più è complesso
il messaggio più sarà importante che la comunicazione istituzionale si esprima
chiaramente, focalizzando l’attenzione su un tema centrale del messaggio, anche
attraverso l’uso di storie o analogie che consentono alle persone di identificarsi con il
protagonista della storia, o di comprendere i termini del problema in modo più
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intuitivo. Come si è già cercato di fare nella attività illustrata precedentemente
l’obiettivo sarà quello di utilizzare frasi brevi e chiare, evitando un linguaggio
eccessivamente specialistico.
In qualità di Responsabile dell’Ufficio stampa della Prefettura, si ritiene
opportuno e necessario creare un nucleo di comunicazione e potenziare gli strumenti
della comunicazione informatica (portale della Prefettura, social media etc), con
personale qualificato. Una delle modalità più efficaci è garantire la costante
circolazione delle informazioni tra tutti gli operatori. La circolazione delle
informazioni da una parte rafforza il bagaglio conoscitivo, dall’altra facilita la
condivisione e aumenta la possibilità di fornire all’esterno informazioni omogenee. A
tale scopo è necessario che vengano coinvolti, fin dall’inizio, tutti gli enti esterni alla
Prefettura che possono essere impegnati a vario titolo nella gestione dell’emergenza
e che, in tempi e spazi diversi, hanno l’opportunità di entrare in contatto e di
comunicare con le persone: dagli operatori sanitari attivi sul territorio, agli operatori
sociali, agli insegnanti, ai parroci, ai gruppi di interesse, alle associazioni, agli
amministratori, ai giornalisti.
La comunicazione costituisce uno strumento capace di offrire un contributo
allo stesso processo di pianificazione e di organizzazione, in quanto la
comunicazione non si esaurisce nel passaggio di informazioni, ma è la risorsa che
permette di creare rapporti e collaborazioni, di affrontare momenti di difficoltà e di
conflitto sempre presenti in ogni piano di intervento, in modo particolare
nell’emergenza. Per tutti questi motivi l’abilità comunicativa andrà gestita
quotidianamente con cura, mantenuta nel tempo, per evitare che diventi essa stessa
un rischio. Pianificare la comunicazione pertanto dovrà significare aprire molteplici
canali comunicativi che possano essere utili sia per prevenire e monitorare il
territorio, sia per facilitare processi di scambio tra tutti i soggetti sociali coinvolti.
Senza dubbio la condivisione dei contenuti del messaggio, il fatto che siano chiari,
completi e omogenei e soprattutto la condivisione degli interventi possono facilitare
la comunicazione e l’ascolto verso l’esterno, verso le persone.
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Nell’esperienza maturata in questi anni ed in parte riportata nei precedenti
paragrafi ci si è potuti rendere conto, infatti, che le persone vogliono capire, vogliono
avere elementi per valutare ciò che accade. Spesso la valutazione individuale non
concorda con quella scientifica, in quanto la percezione soggettiva è fortemente
influenzata dalla componente emotiva al punto che i fatti risultano spesso secondari
alle emozioni.
Pertanto nel nuovo ruolo che ipotizzo, il compito fondamentale sarà
comunicare alle persone informazioni e indicazioni precise, con la consapevolezza
che poi saranno le persone a decidere cosa significa questo per loro, per la famiglia,
per la collettività. Ed è per questo motivo che è necessario attivare da subito il
processo comunicativo accogliendo e dando voce in questo processo alla
componente emotiva, al saper ascoltare. Stabilire positivi rapporti con le persone,
proporre e concordare con esse come e cosa possono fare in modo da renderle
partecipi della gestione dell’emergenza.
Sarà importante argomentare le proposte fatte alle persone, fornire
informazioni comprensibili e quanto possibile personalizzate (colloquio faccia a
faccia) che permettano di decidere, in modo consapevole, i costi e i benefici che le
diverse scelte possono comportare. Ad esempio quando nel caso in esame si è partiti
con gli scavi di ricerca di eventuali rifiuti tossici, i cittadini non sempre hanno
compreso appieno l’importanza dello scavo nel proprio terreno, il costo e il beneficio
dell’analisi del terreno, etc... Sarà necessario ricordare quindi che è indispensabile
ascoltare
attivando
quella
empatia
necessaria a comprendere le diverse
preoccupazioni e solo dopo far capire il messaggio informativo. Quando scoppia
l’emergenza, non si può perdere tempo, le cose accadono velocemente, si deve
intervenire rapidamente e sotto forti pressioni. Soprattutto nella fase iniziale, il
livello di incertezza sul rischio è elevato, le informazioni e le impressioni sono tante
e a volte contraddittorie, la componente emotiva è prevalente: tensione, paura,
ostilità, scetticismo, l’attenzione da parte dei media dei politici è elevata. È di
fondamentale importanza che siano le istituzioni ad annunciare l’emergenza,
dichiarando nello stesso tempo che si stanno occupando della situazione e
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specificando cosa sta accadendo, cosa si è fatto, cosa si sta facendo e cosa si intende
fare: il tutto supportato da argomentazioni e da motivazioni rispetto alle scelte.
CONCLUSIONI
Il rapporto di fiducia di cui si è parlato, costruito nella fase precedente e la
credibilità, alimentata attraverso l’informazione trasparente, corretta e omogenea,
giocano un ruolo determinante per affrontare i problemi che l’emergenza potrebbe
comportare: il panico, la modifica dei propri comportamenti etc.., problemi che per
essere affrontati richiedono la collaborazione delle persone. La fiducia, a mio parere
quindi, può essere alimentata anche dall’attenzione e dall’ascolto della percezione
collettiva e soggettiva, in quanto ciò che le persone percepiscono come reale sarà poi
reale nelle conseguenze, cioè nelle reazioni emotive, nei comportamenti adottati,
nelle decisioni. L’obiettivo generale, per la scrivente in una situazione di emergenza
dovrà essere aiutare la gente a poter gestire consapevolmente la preoccupazione
evitando che si trasformi in paura incontrollata (panico).
È essenziale che la preoccupazione venga orientata verso una appropriata
vigilanza, un apprendimento attento e una preparazione costruttiva. L’ascolto e
l’empatia sono le abilità relazionali essenziali per poter contenere alti livelli di
emotività (paura, rabbia, risentimento) e per aiutare le persone ad attivare le proprie
risorse per affrontare in modo costruttivo la situazione di emergenza (preoccupazione
informata e vigile). In conclusione mi preme sottolineare che il mio compito, in
qualità di responsabile per la comunicazione, coadiuvato dai funzionari addetti e
dagli informatici, sarà quello di far sentire alle persone che le istituzioni sentono il
rischio come lo sentono loro e si preoccupano del cittadino.
L’empatia si alimenta ponendo attenzione alla comunicazione verbale, alla
capacità di entrare nel mondo dell’altro ”come se” fosse il proprio, nel pieno rispetto
delle risorse materiali e intellettuali che ogni persona ha a disposizione per affrontare
ciò che accade. Insieme alla comunicazione e affinché acquisti significato per le
persone alla quale è rivolta, ed in relazione alle emergenze ambientali, occorrono
15
iniziative efficaci e sistemiche di mappatura, monitoraggio dei siti, bonifiche per il
recupero e la riconversione. Occorre avviare un’indagine accurata e costante sulla
salubrità dei terreni, delle falde acquifere superficiali e sotterranee e dell’aria al fine
di prevenire il fenomeno ed il ripetersi di allarmismi generalizzati che oltre ad
incutere
preoccupazione,
panico
nella
popolazione,
possono
danneggiare
enormemente le industrie agroalimentari e turistiche della Regione Molise che ha da
sempre puntato su questi settori quali fonte di benessere e di crescita per il territorio.
16