31/07/2015 Pag. 63 N.31 - 31 luglio 2015 Il padre che perse l’anima per salvare quella di Hitler Ideatore della via dei ratti per far fuggire i gerarchi tedeschi in Sud America, Alois Hudal coltivava un progetto: convertire i nazisti di Mirella Serri va vantare l’invenzione delle Gaswagen, gli autobus della morte su cui venivano stipati ebrei e altri prigionieri, fece visita al vescovo: in previsione del crollo del Reich, propose a Hudal di cominciare a preparare documenti falsi e passaggi transoceanici per comandanti e uffciali delle SS. Nella narrazione di Fertilio, tra spie e colpi di scena, gioca un ruolo im- OLYCOM I n giacca e cravatta un distinto quarantenne, entrò verso l’ora di pranzo del 16 ottobre 1943, nello studio del vescovo Alois Hudal, rettore di Santa Maria dell’Anima, la chiesa nazionale tedesca a Roma. Non si sedette nemmeno e interrogò il prelato se avesse avuto notizia di quello che stava accadendo nel ghetto dalle 5 e 15 di quella mattina: era in atto un rastrellamento di cittadini italiani di religione ebraica. Carlo Pacelli — era di lui che si trattava —, nipote di Pio XII, propose al monsignore di prendere immediatamente la penna per chiedere all’alto comando militare tedesco di «porre un termine agli arresti in nome delle buone relazioni con il Vaticano». Come mai il papa, per metter fne a quell’orrore, si rivolge proprio a Hudal? E come mai alla sera, dopo la richiesta consegnata precipitosamente, venne sospesa la feroce razzia? Muovendosi tra fction e verità storica, Dario Fertilio, ne L’anima del Führer, ricostruisce l’intrigante e misteriosa vicenda nel bel libro il cui sottotitolo recita Il vescovo Hudal e la fuga dei nazisti in Sud America (Marsilio editore, pp. 216, 16,50 euro). Già, proprio così: l’uomo di Chiesa nato in Austria fu anche uno degli organizzatori della cosiddetta “via dei ratti” o rattenlinie. Il primo contatto per organizzare la futura partenza dei criminali con la svastica verso più ospitali lidi, spiega lo scrittore, avvenne già nel 1943, pochi giorni prima dell’incursione nel ghetto. Il capo dei servizi segreti tedeschi in Italia, il colonnello Walther Rauff che pote- Nella storia L’anima del Führer. Il vescovo Hudal e la fuga dei nazisti in Sudamerica, edito da Marsilio è l’ultimo libro di Dario Fertilio (sopra), scrittore e a lungo giornalista del Corriere della Sera. Il vescovo non abbandonò mai le proprie convinzioni e sostenne sempre che considerava cosa buona e giusta salvare i ricercati dalle persecuzioni degli alleati portante la fgura di un soldato del Reich, anche lui realmente esistito, che, nato a Königsberg, all’età di 17 anni era riuscito ad arruolarsi nell’Armata Rossa: nel dopoguerra venne inviato a Roma dai capi sovietici per prendere contatti con il vescovo e smascherare la rete di connivenze che aiutava i fedelissimi di Hitler. Come mai quel prelato che viveva assai appartato ebbe ruoli di primo piano e stretti rapporti con i nazisti, tanto da poter avanzare la richiesta, coronata da successo, di sospendere lo sterminio degli ebrei romani? Il teologo e studioso Hudal si era impegnato con saggi e discettazioni in un importante sforzo di elaborazione: voleva «cristianizzare il nazionalsocialismo e utilizzarlo come una barriera di fronte all’ateismo sovietico». Aveva sposato interamente la causa nazista. Negli scantinati della memoria.Terminato il confitto mondiale favorì l’espatrio di feroci persecutori come Franz Stangl, comandante dei campi di Sobibor e di Treblinka, che, dopo aver ucciso più di 900 mila persone, riparò in Brasile e venne riportato in Europa e assicurato alla giustizia dal grande Simon Wiesenthal. Hudal non abbandonò mai le proprie convinzioni e sostenne sempre che considerava cosa buona e giusta salvare i ricercati tedeschi dalle persecuzioni degli alleati. Con questi ultimi e con i loro servizi segreti, il Vaticano collaborò alla fne degli anni Quaranta, proteggendo anch’esso gli ex carnefci del Führer. L’imbarazzante fgura di padre Hudal è fnita per decenni negli scantinati della memoria, complici anche gli inconfessabili maneggi dello Stato Pontifcio: meglio mettere da parte l’inquietante personaggio che per salvare l’anima di Hitler aveva fnito per perdere la sua e gettare fango e ignominia sulla Chiesa. © riproduzione riservata Sette | 31 — 31.07.2015 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Romanzo storico Dario Fertilio racconta il rapporto tra la Chiesa e il Führer