LIBERA UNIVERSITA’ MARIA SS. ASSUNTA
Dipartimento di Giurisprudenza
Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali ANALISI DEI FENOMENI DEVIANTI
Le sanzioni.
docente Maurizio BORTOLETTI a.a. 2012 -­‐ 2013
Le sanzioni Una cultura si definisce a?raverso valori e norme 1.  Le norme sono regole di comportamento che rifle?ono i valori di una società. 2.  Per valore intendiamo tu?o ciò che una società riIene avere importanza e che difende a?raverso invesImenI, premi e sanzioni. 3.  Esse perme?ono la convivenza fra gli individui, guidano le interazioni in maniera non confli?uale. 4.  Esse sono cara?erizzate da sanzioni, ma chi le rispe?a solitamente vi si riconosce (diri?o posiIvo). Le sanzioni Tipi di norme 1.  Norme prescriPve quando impongono di compiere certe azioni. 2.  ProscriPve, quando le vietano. 3.  Nessuna norma regola tuP i comportamenI. 4.  Ogni norma possiede un cara?ere di interpretabilità. Le sanzioni possono essere 1.  PosiIve o negaIve 2.  Formali o informali 3.  Legali (pecuniarie, penali) o sociali Chi non rispe?a una norma viene definito deviante e quindi sanzionato. Nessuno rispe?a tu)e le norme sociali, così come nessuno le infrange tu)e (mp3, hackers, guida, piccoli furI, fumo) Le sanzioni 1.  Le sanzioni nega/ve sono punizioni rivolte a scoraggiare aP, credenze o traP devianI. 2.  Le sanzioni posi/ve sono ricompense per il rispe?o delle norme. 3.  Le sanzioni informali sono reazioni non ufficiali e non scri?e dei gruppi primari: la famiglia, gli amici, il vicinato, ecc. 4.  Le sanzioni formali sono espressioni ufficiali e scri?e o dello Stato o di altre organizzazioni: la scuola, la Chiesa, l’impresa, l’associazione. Il deviante può incorrere in sanzioni che non hanno il cara?ere “formale”. Il criminale incorre in sanzioni formali. Le sanzioni Definizioni di sanzioni 1.  Le sanzioni nega/ve sono punizioni rivolte a scoraggiare aP, credenze o traP devianI 2.  Le sanzioni posi/ve sono ricompense per il rispe?o delle norme 3.  Le sanzioni informali sono reazioni non ufficiali e non scri?e dei gruppi primari: la famiglia, gli amici, il vicinato, ecc. 4.  Le sanzioni formali sono espressioni ufficiali e scri?e o dello Stato o di altre organizzazioni: la scuola, la Chiesa, l’impresa, l’associazione. Le sanzioni Tipi sanzioni per natura e fonte Formale Informale PosiIve A?estato di sIma Voto posiIvo Promozione Aumento di sIpendio Sorriso Lode Abbraccio Incoraggiamento NegaIve Multa Richiamo scri?o Sospensione Espulsione Arresto Condanna Reclusione Sguardo di disapprovazione CriIche Bo?e (ai bambini) Disprezzo Evitamento Isolamento Le sanzioni Devianza e Controllo Sociale Ogni società possiede stru?ure e modalità a?e a reprimere la devianza, tale controllo è definito “sociale” ed è di due Ipi: 1.  Esterno: (sorveglianza esercitata dagli altri); 2.  Interno dire?o: (imbarazzo, vergogna che prova chi trasgredisce); 3.  Indire?o: (legame a figure autorevoli di riferimento). Le sanzioni 1.  Il carcere è un sistema di punizione di chi comme?e reaI. Il principio ispiratore del sistema carcerario è il recupero dell’individuo, poiché mira alla sua reintegrazione nella società una volta rimesso in libertà. 2.  Prigione e condanne severe sono considerate anche un deterrente del crimine. 3.  Tu?avia i tassi di recidività sono alI. 4.  Chi ha commesso reaI tende a ricomme?erli: le carceri favoriscono la spaccatura fra società e detenuI, poiché l’ambiente carcerario richiede a?eggiamenI e abitudini totalmente diversi dal mondo ‘esterno’, rendendo così difficile la reintegrazione. 5.  Per alcuni è necessario passare da una giusIzia puniIva ad una riparaIva, capace di accrescere nei condannaI la consapevolezza degli effeP dei loro crimini a?raverso sentenze da scontare in ‘comunità’. Le sanzioni La sanzione come freno alla carriera criminale •  Il deviante partecipa in prima persona alla creazione della devianza: es.: segue una carriera o traie)oria deviante. •  Tra?o dalla sociologia delle professioni (influenza di Evere? Hughes). •  “Successione di passaggi da una posizione all’altra compiuta da un lavoratore all’interno di un’occupazione” (posizioni non necessariamente formali)‫ ‏‬ •  Career con/ngency ◊ fa?ori casuali e conIngenI (e oggePvi/soggePvi) che condizionano le mobilità di carriera. Le sanzioni Sanzioni e carriere devianI. 1. 
Perpetrazione di un a?o non conforme 2. 
Partecipazione a una so?ocultura organizzata intorno a un’aPvità deviante. 3. 
Essere eIche?ato pubblicamente come deviante. 4. 
Devianza maggiore o secondaria: assunzione di un’immagine di sé deviante. 5. 
Ingresso in un gruppo deviante organizzato. Le sanzioni L’incremento dei furI – e dei deliP in generale – può essere considerato il prodo?o di un’ineffe<vità del sistema penale nella sua funzione di prevenzione della criminalità? 3 Ipi di effePvità del sistema penale: 1.  Effe?ualità 2.  Efficacia 3.  Efficienza EffePvità: 1.  della norma 2.  della sanzione 3.  degli apparaI Le sanzioni Principali strumenI di misurazione della effePvità in relazione alla norma 1.  Frequenza “reale” del comportamento criminale 2.  A?eggiamento dei ci?adini nei confronI della norma (percezione dell’efficacia del sistema penale) 3.  Fenomeni sociali correlaI (aumento delle opportunità criminali non previste indo?e dalla norma) Le sanzioni Principali strumenI di misurazione della effePvità in relazione alla sanzione 1. 
Tasso di sentenze di condanne / di incarcerazione sul totale delle noIzie di reato/totale dei reaI commessi. 2. 
Tassi di recidiva, cioè la quota di reaI commessi da persone già condannate in generale (recidiva generica) o per lo stesso Ipo di reato (recidiva specifica) sul totale delle persone condannate 3. 
Impa?o della sanzione sulla vita complessiva della persona: valutazione dei problemi di discriminazione, economici, di esclusione dal mercato del lavoro, di criminalizzazione secondaria in genere 4. 
CosI (economici e sociali) e benefici (per lo più in termini di diminuzione della recidiva) delle varie opzioni sanzionatorie (pena detenIva, diversion, proba/on, riparazione etc.) anche rispe?o a praIche extra-­‐penali. Le sanzioni Principali strumenI di misurazione della effePvità in relazione agli apparaI 1. 
Intensità di perseguimento: frequenza delle operazioni di polizia svolte, degli arresI, quanItà di merci rubate e ritrovate, di droghe sequestrate, etc. 2. 
Indice di “chiarimento dei reaI”: quota di reaI “conosciuI” dalle forze di polizia sul totale dei reaI commessi 3. 
Indice di “chiarimento dei reaI”: quota di reaI di cui si conosce l’autore sul totale dei reaI registraI o commessi 4. 
Indice di rassicurazione dei ci?adini 5. 
CosI (economici e sociali) -­‐ efficacia (nel prevenire la criminalità) delle diverse praIche o modalità organizzaIve delle polizie. Le sanzioni Pena effe,va non significa pena severa: " Prontezza della pena " e " dolcezza del casIgo" 1. 
l'efficacia degli inasprimenI puniIvi proge?aI: c'è un principio teorico, elementare, suffragato dall'esperienza, in tema di capacità di prevenzione del diri?o penale ed è che l'effe?o deterrente delle pene e dei suoi inasprimenI è dire?amente proporzionale al grado di effePva esigibilità dell'osservanza delle norme violate 2. 
la risposta penale è necessaria, pur nella sua valenza simbolica, se non altro per evitare, come pure è accaduto, la vende?a privata 3. 
la totale inefficacia prevenIva delle nuove misure non farebbe che aggravare il senImento di insicurezza 4. 
gli inasprimenI puniIvi, proprio perché prodoP come risposte simboliche ed emergenziali al bisogno di sicurezza, finiscono, infaP, per alimentare a loro volta l'insicurezza e, così, per accrescere e drogare la domanda di sicurezza.