Corriere della Sera Domenica 19 Maggio 2013 Cronache 23 italia: 54515554545755 Scatti Lorenzo nel suo studio newyorchese e due foto postate su Twitter: una stanza d’albergo e un teatro a Denver L’incontro «Adoro Internet ma non mi piacciono i referendum digitali» Grande Mela Jovanotti a New York (foto di Giovanni Stefano Ghidini) Sopra, in concerto al Terminal 5 L’America di Jovanotti: nella terra madre del rap ho venduto gelati al Polo Lorenzo Cherubini: «Ora un disco in inglese» DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Allora, Joe Vanotti: l’anno sabbatico americano finito oggi con il concerto davanti ai 70 mila di Prospect Park. Il «rapper» italiano che canta a Brooklyn, il cuore della «rap nation». E adesso la volata verso la tournée negli stadi italiani. Due sfide mica male per uno che con «Backup» ha appena celebrato le sue nozze d’argento con la musica. «È vero — sorride Lorenzo Cherubini nel suo studio del Lower East Side, a un passo dalla Bowery — Joe Vanotti è il nome d’arte che mi ero dato all’inizio. Un nome da italoamericano, l’America ce l’ho avuta sempre nel sangue. Poi, per un errore tipografico, diventò Jovanotti. Poco male: pronuncia identica, ha funzionato lo stesso. E certo, sì, venire a portare la mia musica agli americani è stata una sfida temeraria. Come vendere ghiaccioli al Polo. Ma è andata. Quest’anno mi ha arricchito, mi ha caricato. Negli Usa ero venuto decine di volte, ma viverci è un’altra cosa. Torno pieno d’energia, per me l’energia è tutto. E adesso gli stadi». I disegni del palcoscenico su questi muri, un’avventura della quale parli con eccitazione. Dei collaboratori di tutto il mondo che avrai sul palco e dietro le quinte, delle tecnologie multimediali che userai, il Kinect, ma anche della sfida con te stesso. «Gli stadi sono un sogno e un punto d’arrivo. Se ami suonare e cantare è lì che, prima o poi, vuoi farlo. Come il Lago dei Cigni alla Scala o al Metropolitan per una grande danzatrice. All’inizio era un sogno piccolo piccolo. Poi riempi cinque o sei palasport e il sogno diventa realtà. Ottantamila biglietti già venduti a San Siro, l’Olimpico di Roma quasi esaurito. Ed è un momento di crisi dura in Italia. Sono tempi difficili che sento profonda- mente. Io provo a regalare qualche momento di gioia, di festa. La festa più rigenerante, bella e divertente che riesco a realizzare». Ti occupi anche molto di politica e hai più di un milione e mezzo di follower su Twitter. Te ne sei andato con Monti al governo, ritorni con una politica molto diversa e la «Twittocrazia», la cosiddetta «democrazia online», che impazza. «E non mi piace. Io che vivo di emozioni e adoro Internet e Twitter dico che una politica governata dalle emozioni non funziona. Fare referendum digitali a ogni momento su qualunque cosa non è vero potere. Quando voti scegli qualcuno, lo metti a rappresentarti. Se non va bene lo cambi, ma dopo aver testato le sue capacità: devi dargli il tempo di fare, di gover- nare, di mostrare la sua capacità di leadership. Non mi piace neanche questa pretesa di vedere tutto in streaming. Massima trasparenza, è ovvio, ma in ogni aspetto della vita c’è qualcosa che si fa meglio se resta in privato. Io non vorrei essere osservato mentre sono nello studio di registrazione. Venite quando ho finito. Non lavorerei bene con lo streaming sul collo». Hai sostenuto Matteo Renzi nel Pd. Torni con Enrico Letta a Palazzo Chigi e Guglielmo Epifani al partito. «Il governo delle larghe intese non me l’aspettavo proprio. Soffro un po’. Sono perplesso anche davanti alla scelta del Pd: la sinistra deve essere innovazione, ricerca, creatività. Non credo che un sindacalista sia la persona giusta». Intanto Berlusconi riprende quota… «Berlusconi vince coi colpi di scena. Siamo pur sempre il Paese di Giuseppe Verdi: si vince con le ondate emotive. E siamo il Paese della commedia dell’arte. Sarà banale, ma si torna sempre lì: tutti personaggi doppi, da Arlecchino a Colombina a Balanzone. Altrove non è così. Non è così in Shakespeare né nel Kabuki, né nel mito greco. I personaggi doppi ci sono anche lì, ma sono una parte, non il tutto. Comunque in questi mesi ho iniziato a vedere i semi del cambiamento. La Boldrini è un volto del futuro, non c’è dubbio. E tornerà anche Renzi. Ha perso le primarie, è vero, ma è sempre lì. Rimane il più capace e il più moderno tra quelli in campo». Grillo l’hai osservato con curiosi- tà, ne avevi fiutato il successo, ma ti ha deluso. «Previsione facile, quella del suo successo: l’ha votato anche il mio chitarrista con una madre sindacalista della Cgil. Però Grillo è anche lui un personaggio doppio: fa ridere, ma intanto ti dice cose tremende, molte vere. Ha aperto le porte al cambiamento, ma sta seguendo una deriva che non mi piace. Credo, però, che ci siano altri, come Vito Crimi, in grado di imboccare una direzione diversa». Su questo tavolo stracolmo di computer, amplificatori, fotocamere, stai scrivendo testi in inglese. Arriva il disco americano? «Anche. Dopo gli stadi cambio tutto, chiudo un ciclo. Racconto la mia carriera, canto le canzoni di questi 25 anni. Ma dopo si cambia: dopo il Nel futuro dell’Italia? Senza dubbio ci vedo Renzi e Boldrini Giovanni Caprara © RIPRODUZIONE RISERVATA Massimo Gaggi Le meraviglie di Saturno si scoprono a occhio nudo Dal satellite Saturno in una foto scattata dal satellite della Nasa Voyager ❜❜ immergersi tra la gente, vivere il Paese non più da turista, sentire sulla pelle la forza e a volte la durezza del sistema America. La loro medicalizzazione del vivere, la vita vissuta come una patologia dalla quale proteggersi con una profilassi continua. Un’esperienza forte, che è piaciuta anche a Francesca e a mia figlia Teresa. Che qui ha avuto un babbo che ogni mattina poteva accompagnarla a scuola in metropolitana: una mezz’ora impagabile anche per me». Hai detto che, grazie al rap, un ragazzo che faceva il dj ha scoperto che poteva essere un cantante di successo anche senza una grande voce e senza saper suonare uno strumento. Ma tu una voce da Pavarotti l’avresti voluta? «E chi non la vorrebbe? Ma poi penso che non aver avuto una supervoce mi ha spinto ancora di più a migliorarmi, a cambiare in fretta, a cercare sempre di cavalcare l’onda. E a ripartire, come faccio adesso». Da questa notte Per tutte le notti di maggio Saturno, che con i suoi anelli è il pianeta più affascinante del sistema solare, è visibile a occhio nudo guardando inizialmente a sudest e nelle ore seguenti verso sud. Quindi potrà soddisfare la curiosità di coloro che in tutta Italia condividono l’iniziativa «Occhi su Saturno» alla sua seconda edizione (www.occhisusaturno.it). L’appuntamento è per questa notte con l’augurio che in alcune regioni il cielo sia senza nubi. Organizzata dall’Associazione Stellaria di Perinaldo col patrocinio di numerosi enti (dall’Istituto nazionale di astrofisica all’Agenzia spaziale italiana, all’Unione astrofili "backup" deve venire l’"upgrade". Cambio genere musicale? Cambio stile? Non lo so ancora bene. So che a 46 anni cambio e ricomincio daccapo. Come ho già fatto altre volte nella mia vita. Farò i concerti in Sudamerica. Poi tornerò ancora per un po’ qui. Sì, credo che farò il disco americano. Mi sono imposto una condizione: che deve essere profondamente mio. Anche i testi me li devo scrivere da solo. È il lavoro che sto facendo su questo tavolo. In questo anno ho imparato a conoscere meglio gli americani, il loro sistema, la loro musica, ma ho anche cercato di approfondire la conoscenza del linguaggio, di assimilare le sfumature della lingua parlata». Un altro po’ d’America nel futuro della famiglia Cherubini, allora. «Sì, è stata una grande esperienza: italiani) ebbe l’anno scorso un grande successo con 49 eventi in 14 regioni. Lo scopo dell’operazione è duplice. Da una parte invitare a scrutare con un telescopio le meraviglie del pianeta inanellato, dall’altra ricordare Gian Domenico Cassini (1625-1712) che era nato proprio a Perinaldo, in Liguria. Cassini rivelò quel mondo lontano scoprendo, oltre a quattro delle sue lune, anche la divisione tra gli anelli che porta proprio il suo nome. Ora intorno al magnifico corpo gassoso c’è una sonda della Nasa, anch’essa battezzata Cassini, che continua a mostrarci aspetti sconosciuti del pianeta. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 5265586