L’ACCESSIBILITÀ DELL’EDIFICIO SCOLASTICO 12 Riconoscere con immediatezza la scuola e dove si è Identificazione e orientamento sono i primi requisiti di base per una città accessibile a chiunque, in altre parole per una città che attraverso la qualità dell’ambiente costruito sa comunicare ed essere “amica” anche delle bambine e dei bambini. (5) Nella città la scuola deve essere un’emergenza, anche visiva, non solo perchè le sue valenze architettoniche e urbanistiche contribuiscono a farla riconoscere e a valorizzare l’importanza della sua funzione all’interno della comunità, ma perchè queste possono aiutare tutti, e in particolare i più piccoli, a riconoscerla con immediatezza e ad orientarsi con più facilità nel quartiere. Questo requisito dovrebbe essere sempre garantito perchè la bellezza della scuola oltre alla sua funzionalità può contribuire, fra le altre cose, a rendere meno anonimo e a riqualificare un quartiere povero di elementi spaziali (non solo architettonici) significativi. Il laboratorio realizzato con alcune II classi della Scuola Primaria Le Fonti, dell’Istituto Comprensivo “Convenevole da Prato”, si è avviato sviluppando le riflessioni scaturite da una semplice domanda: a cosa somiglia la tua scuola? Le risposte (una centrale di Polizia, un ufficio, un ospedale, un collegio...), hanno offerto molti spunti di lavoro su questa scuola inserita in un quartiere (Le Badie) realizzato di recente, ma privo di edifici e spazi urbani significativi. Non c’è ad esempio una piazza, anche piccola, dove incontrarsi. Il muro di recinzione della scuola prima dell’intervento. 13 L’impronta delle proprie mani è un segno semplice con cui i bambini hanno espresso la propria appartenenza e il proprio passaggio. Questo segno, che non lascia indifferenti bambini e adulti, richiama e risveglia (forse) la stessa potente energia dei nostri antenati quando, attraverso la ritualità racchiusa in questo gesto, si preparavano alla caccia o ad abitare un luogo. 14 Particolare del lavoro pittorico che ha integrato i graffiti di autori sconosciuti e non desiderati … 15 Dipingere è stato il modo più economico (ma non per questo meno impegnativo ed efficace), per caratterizzare tutto il muro di recinzione della scuola dando, attraverso il linguaggio visivo, un segno forte che tutti gli abitanti possono percepire e riconoscere immediatamente anche da lontano. Chiaramente il mural ha una durata limitata nel tempo, ogni anno dovrebbe essere restaurato per mantenere brillanti i suoi colori, però è una tecnica veloce che facilita la partecipazione e che permette di verificare l’efficacia della soluzione adottata. E’ dunque solo un suggerimento che dovrebbe essere interpretato, assunto e risolto in modo originale dal progetto architettonico. Senso di appartenenza e cura degli spazi sono i primi ingredienti per una città sicura e accessibile, e non a caso, nella parte più alta del muro di recinzione, sono state dipinte le forme dei corpi delle scolare e degli scolari che le hanno dipinte. 16 Sentirsi a casa nella propria scuola: orientamento e identificazione degli spazi e delle loro funzioni all’interno dell’edificio scolastico I bambini come si è già accennato, imparano anche attraverso gli spazi che abitano e che attraversano quotidianamente muovendosi nella città. Per la funzione che svolge e per i tempi di vita bambina-bambino che racchiude, la scuola dovrebbe essere impeccabile anche dal punto di vista architettonico e urbanistico ed esprimere coerentemente i valori fondanti su cui ruota la cittadinanza. Nell’abitare quotidiano questo si traduce in spazi funzionali, belli, sani e accoglienti per adulti e bambini. Spazi quindi che non creano ingiustizie e disuguaglianze, che non fanno sentire le persone inadeguate e spaesate, ma a proprio agio come a casa. La scuola è indubbiamente un edificio complesso e l’esperienza dei laboratori ha evidenziato le difficoltà che incontrano molti alunni ad orientarsi e ad identificare le diverse funzioni che esso racchiude. La scansione in volumi e piani sostanzialmente uguali fra loro, la pavimentazione indifferenziata in tutto l’edificio, l’uso ripetitivo dello stesso colore (di solito spento e che fa sembrare tutto sporco anche quando è pulito), un sistema di arredi rigido e codificato che non permette sostanzialmente nessun cambiamento e rende uguali le classi, sono un lessico piuttosto diffuso in molte scuole. Un lessico che rende l’edificio scolastico non accessibile perchè disorienta e produce, soprattutto nei bambini più piccoli, insicurezza, ansia e talvolta anche paura. Riconoscersi ed essere autonomi, almeno negli spazi della propria scuola, è un’esigenza che traspare dai cartelli e cartelloni, elaborati dai bambini, che tappezzano gli spazi comuni di molte scuole. Talvolta sono così numerosi da creare un disordine visivo che mette in secondo piano tante creatività, ma che aiuta i bambini ad aver padronanza dell’edificio scolastico offrendogli tanti segni e colori in cui riconoscersi e a cui far riferimento nei loro spostamenti. Su questo aspetto si sono sviluppate diverse esperienze che richiamano l’attenzione dei progettisti su una criticità ancora non del tutto riconosciuta e risolta anche nelle scuole realizzate di recente, e che offrono alcuni suggerimenti e spunti di lavoro per risolvere creativamente una esigenza arricchendo con altri linguaggi e materiali gli spazi della scuola. Nella Scuola Primaria Ciliani dell’Istituto Comprensivo “Filippino Lippi” è stata realizzata da alcune classi una segnaletica anche per sensibilizzare i bambini ai temi della sicurezza in caso di emergenza. Aria, acqua, fuoco e terra (i quattro elementi fondamentali per la vita di ogni essere vivente), sono il tema conduttore delle grandi frecce segnaletiche realizzate pazientemente dagli alunni per identificare e orientarsi meglio nei diversi piani e nei lunghi corridoi della loro scuola. 17 Nella Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo “Convenevole da Prato” la scelta di lavorare per definire una segnaletica per garantire a tutti autonomia negli spostamenti, compresi quelli legati alla sicurezza in caso di emergenza, riflette anche il desiderio delle ragazze e dei ragazzi di vivere in spazi meno grigi e anonimi. L’atrio d’ingresso della scuola è stato il fulcro di una composizione che attraverso il colore sviluppa un “progetto di segnaletica” finalizzato a facilitare l’identificazione dei diversi piani e l’orientamento all’interno dell’edificio scolastico. La composizione, partendo dal pilastro al centro dell’atrio d’ingresso all’edificio, si dipana per i vani scala e per i corridoi caratterizzandoli cromaticamente. (6) Lo spazio d’ingresso all’edificio prima del laboratorio e la sua trasformazione finale. Particolari delle fasi esecutive del progetto pittorico che riflette un lavoro di preparazione puntuale per intrecciare tra loro ricerca funzionale e ricerca estetica. Ogni colore caratterizza un piano dell’edificio arricchendo le sue funzioni. 18 La scuola fra spazio chiuso e aperto: la funzione educativa degli spazi scolastici aperti In molte scuole gli spazi aperti di pertinenza della scuola sono spesso marginalizzati dal progetto architettonico e (forse) è anche per questo che rimangono estranei al progetto didattico-educativo. Cortili e aree verdi accolgono di solito solo “l’ora d’aria” dei bambini, privandoli di un elemento che è fondamentale per crescere armoniosamente fra spazi chiusi ed aperti, artificiali e “naturali”. Un ritmo dell’abitare sano e naturale che almeno le bambine e i bambini dovrebbero assaporare. La scuola fra spazio chiuso e aperto è il tema su cui si è sviluppato il laboratorio di una IV classe della Scuola Primaria Ciliani. Questa esperienza si è avviata dall’osservazione dell’aula che è stata riletta criticamente e ripensata come spazio flessibile e aperto alle diverse attività che si proiettano anche nello spazio esterno. Dall’aula e dalla sua rappresentazione in scala, il lavoro di esplorazione e di conoscenza ha riguardato tutto l’edificio (dove i bambini passano tanto tempo della loro giornata), concludendosi con l’osservazione, la misurazione e la rappresentazione del piazzale asfaltato interno alla scuola. Questo grande spazio è diventato materia di studio: è stato misurato con diversi strumenti (metro da sarta, metro da falegname, rondellone da topografo, disto, ecc…), e nel corso dell’anno è stato utilizzato per sviluppare molte altre attività pratiche che hanno aiutato gli alunni a comprendere, anche attraverso esperienze dirette, come deve essere usato ogni strumento, come scegliere quello più appropriato alla situazione e come rappresentare uno spazio in scala. Particolari del “Gioco della rana” e di uso del piazzale. 19 Bambine e bambini infine hanno realizzato su carta dei bozzetti per renderlo più accogliente e vivibile. Hanno riletto criticamente le diverse proposte, selezionandole e integrandole fra loro, per arrivare ad un “progetto” condiviso da tutta la classe chiamato “Gioco della rana”. Un gioco, che hanno poi realizzato dipingendo e caratterizzando cromaticamente la pavimentazione asfaltata, rendendo più allegro e piacevole l’affaccio su questo spazio aperto. Chiaramente questa esperienza offre, fra le tante, una possibile soluzione per qualificare attraverso la caratterizzazione cromatica della pavimentazione la funzione che uno spazio come questo può assumere nel progetto complessivo dell’azione formativa. Una pavimentazione da realizzare con materiali che resistono nel tempo e che non richiedono manutenzione sono quindi gli ingredienti per arricchire di valenze (non solo Il piazzale asfaltato prima e dopo l’intervento pittorico estetiche), i cortili scolastici che possono offrire molte opportunità di apprendimento e di socializzazione anche attraverso il gioco. 20 La sicurezza dei percorsi inizia da una uscita ordinata da scuola L’uscita è un momento delicato e critico per molte scuole. Lo è in particolare per i bambini delle prime classi che con ansia cercano subito di individuare fra una folla disordinata di adulti chi li sta aspettando e lo è per gli insegnanti che devono tutelarli affidandoli solo a figure familiari adulte. Anche per i genitori non è sempre facile farsi riconoscere subito dal proprio figlio o figlia. L’uscita da scuola è un problema quotidiano che si aggrava nei giorni di pioggia, quando lo spazio antistante la scuola (quando c’è), si riempie di genitori che aspettano i loro figli sotto l’ombrello. Fra loro c’è anche chi usa l’auto che cerca di parcheggiare il più possibile vicino all’edificio scolastico. Il problema ovviamente si aggrava in quelle scuole dove non c’è un sufficiente spazio aperto che faccia da filtro e protegga gli alunni dall’aggressività del traffico automobilistico. In alcune zone della città questa situazione diventa una vera e propria emergenza anche per i residenti, che è necessario risolvere con degli interventi da studiare caso per caso. Uscire in modo ordinato e quindi sicuro dalla propria scuola, sentendosi protetti anche dal traffico delle auto, è il problema affrontato dal laboratorio realizzato nella Scuola Primaria Le Fonti, dell’Istituto Comprensivo “Convenevole Da Prato”. Questa scuola, a differenza di altre, ha l’ingresso principale che si affaccia su un piccolo piazzale pedonale, di uso pubblico, che costituisce un’efficace “barriera” al traffico automobilistico e che è un’ottima risorsa per organizzare un’uscita che risponde alle esigenze di bambini e adulti. Questa piazzetta offre inoltre la possibilità di coniugare le esigenze della scuola con quelle degli abitanti più giovani del quartiere che hanno bisogno di spazi anche piccoli Lavoro espressivo dei bambini realizzato nel labodove ritrovarsi. Bambine e bambini hanno dipinto la pavimentazione sviluppando le idee e ratorio: “La sicurezza dei percorsi inizia dall’uscita da scuola”. i bozzetti preparati nel corso del laboratorio. Questo semplice intervento ha reso la ‘piazzetta’ meno anonima ed ha preparato il terreno ad un altro possibile progetto per trasformarla in un Salotto urbano, arricchendo con alberi e siepi le due grandi aiuole (utilizzate di solito come gabinetti per i cani), disponendo panchine comode anche per le persone anziane e un sistema d’illuminazione adeguato per renderla più sicura ed abitabile anche di sera. Questo nuovo progetto di trasformazione è nato osservando attentamente come gli abitanti usano quotidianamente questo spazio urbano e lavorando per migliorarne l’aspetto e qualificare le sue funzioni. (7) Questa esperienza, che ha permesso di sperimentare e di verificare positivamente una possibile soluzione ad un’esigenza ancora non pienamente riconosciuta e risolta progettualmente, offre spunti di progetto e dei riferimenti per definire un nuovo requisito qualitativo, Uscire sicuri da scuola, Planimetria con l’individuazione dello spazio che i da integrare nella progettazione dei nuovi edifici scolastici, senza trascurare il bambini hanno caratterizzato per rendere più ordiloro inserimento nel contesto urbano, e negli interventi di adeguamento delle nata la loro uscita da scuola. scuole esistenti. 21 L’Elemento fuoco L’Elemento Terra Inizia il lavoro per la caratterizzazione cromatica della pavimentazione dove sono state realizzate delle forme geometriche semplici che rappresentano i quattro elementi fondamentali per la vita (aria, acqua, fuoco, terra) a cui è stato aggiunto il “quinto elemento”, ossia ogni essere vivente che in sé li riassume. Esemplificando, questo requisito deve garantire: - uno spazio esclusivamente pedonale, di dimensioni adeguate e con una pavimentazione non uniforme ed anonima, ma che con le sue forme e colori contribuisca a rendere ordinata l’uscita dalla scuola; - spazi per la sosta breve da realizzare in prossimità della scuola, evitando intrusioni ed intrecci con la rete dei percorsi pedonali e ciclabili, per permettere un parcheggio ordinato a chi accompagna in auto i figli più piccoli. La scelta di limitare il traffico automobilistico in prossimità delle scuole nelle ore di entrata e di uscita e l’istituzione di “zone 30” km./h., può compensare tutte quelle situazioni dove sono presenti attività produttive e dove non è tecnicamente possibile realizzare un sufficiente spazio di protezione. 22 L’uscita da scuola nei giorni di pioggia Uscire in modo ordinato e sicuro dalla propria scuola è un’esigenza molto sentita anche nella Scuola Primaria Ciliani dove alcune seconde classi hanno partecipato ad un laboratorio per cercare delle possibili soluzioni. La prima fase dell’esperienza si è conclusa alla fine dell’anno scolastico 2007-2008 con delle ipotesi che prevedono di realizzare, nell’area di pertinenza della scuola, strutture leggere e coperte dove gli alunni, uscendo da scuola, possono trovare con agio i genitori che li aspettano senza bagnarsi nei giorni di pioggia. Questi spazi coperti, che richiamano i quattro elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco, sono stati pensati per poter essere utilizzati anche come per il gioco e la didattica. (8) Spunti di lavoro, elaborazione dei primi bozzetti per le piazzole di attesa coperte 23