Crash Contatto fisico - Zanichelli online per la scuola

Cinema 3A-3B
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Crash
Contatto fisico
Titolo originale Lingua originale Paese Anno Colore Genere Sceneggiatura Regia Crash
inglese
U.S.A
2004
colore
drammatico
Paul Haggis – Bobby Moresco
Paul Haggis
1 L’ambiente
Il film è ambientato a Los Angeles «una città nella
quale – come dice in apertura il detective Graham
«non c’è contatto fisico con nessuno». «Stiamo tutti
– dice – dietro vetro e metalli. Il contatto ci manca
talmente che ci schiantiamo contro gli altri per sentirne la presenza.»
Occorre, però, non lasciarsi sviare, perché il film
non intende rappresentare la realtà particolare di
una particolare città, ma si avvale di Los Angels per
offrire uno spaccato dell’intera società americana.
Lo diremmo un film sociologico o, forse più precisamente, antropologico: uno sguardo sulle interazioni
sociali, le tensioni, le contraddizioni, i pregiudizi, i
modi del vivere quotidiano, l’aggressività, la violenza presenti nella società americana di oggi.
2 La storia
È un insieme di storie assolutamente autonome, anche se giungono ad intrecciarsi, come pure può o
deve accadere nella occasionalità della vita collettiva. Ed è un aspetto, questo, della struttura del film,
che per noi – come abbiamo mostrato nelle nostre
analisi precedenti e come mostreremo anche in seguito – è sempre rivelatore del suo contenuto.
Come abbiamo visto Io non ho paura si apre con
le sequenze separate di ragazzi che corrono nella
luce dei campi di grano e di adulti chiusi nell’ombra
delle case: opposizione che sottolinea la frattura tra
generazioni, tra infanzia e mondo adulto.
Come avremo modo di vedere Schegge di April si
apre con le due sequenze, separate, di April a New
Jork e della sua famiglia in viaggio per raggiungerla
dalla Pensylvania: parallelismo di sequenze che sottolinea la frattura all’interno della famiglia.
Qui, in Crash, le storie che hanno come soggetti
il procuratore distrettuale e la moglie, il detective
e la madre, il produttore cinematografico e la moglie, l’iraniano, il fabbro ispanico e la figlia, l’agente
Ryan e il padre, i due ragazzi di colore, sono esse
stesse storie «separate», a sottolineare una frattura
più vasta, che attraversa le famiglie e le generazioni,
e investe tutta la società. Una frattura, dunque, che
per molti aspetti è – in estensione – «frantumazione
sociale» e, – in profondità – scende nella intimità
dei personaggi e si fa «contraddizione» e «disagio»
esistenziale.
Film complicato, dunque: perché associa alla
complessità frammentata del vivere sociale gli sdoppiamenti e le fragilità che si agitano nel profondo dei
singoli e nei loro rapporti.
Il film entra in dialogo con i brani che abbiamo
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riportato, per via diretta con il discorso di Barack
Obama sul tema del razzismo, per via indiretta, o
per opposizione, con il racconto di Enzo Bianchi sul
tema della condivisione comunitaria di sentimenti
e valori.
Il motivo razziale è dominante, assolutamente
prevalente ed esplicito per tutta la prima parte del
film, oggettivandosi in una miriade di situazioni.
Esemplare la sequenza d’apertura, in cui l’incidente
d’auto è attribuito dai suoi protagonisti ad imperizia, ed è dato per scontato che l’imperizia è un fatto etnico (la fidanzata del detective Graham: – Voi
asiatici non sapete guidare!).
Non è un equivoco; è pregiudizio, e dunque un
modo di pensare e di essere. Lo è del commerciante iraniano nei riguardi del fabbro ispanico; dei due
ragazzi neri; del funzionario di polizia che ricatta il
detective nell’ufficio distrettuale; dell’agente Ryan,
nel quale si sostanzia in sadica violenza. Nessuno ne
sembra immune. È come l’aria che tutti respirano. È
cioè quel tipo di razzismo che Barack Obama ha denunciato, un razzismo a volte sottile che agisce sotto
traccia, a volte più virulento e aggressivo, che si è
insinuato un poco in tutti, bianchi neri gialli, che si
erge come un muro che separa gli uni dagli altri, che
deforma la visione delle cose e avvelena i rapporti
interpersonali.
Seguendo via via gli accadimenti del film viene
da pensare che in questo ammasso di persone non ci
siano vittime e carnefici, vinti e vincitori: ma un’unica forza maligna che tutto domina. Il razzismo si è
fatto pregiudizio etnico, una subcultura dominante
e oppressiva.
Abbiamo detto che la frammentazione non è
solo orizzontale ma anche verticale, che attraversa
la società ma anche i singoli individui. Che è quanto
il film documenta in particolare nella sua seconda
parte. Ogni personaggio ha per così dire due volti: a
cominciare dalla Signora Jean, moglie del procuratore, per finire all’agente Ryan, passando attraverso
l’iraniano, il cinese abbandonato sulla strada, i due
ragazzi neri, il produttore cinematografico, il detective. Ognuno di essi, più che portare dentro di sé
le energie del proprio riscatto, lascia intuire l’impasto eterogeneo di cui si compone il suo io, fatto di
duplicità, di incoerenza, di tenerezza e violenza, di
passiva accettazione e aggressività, di slanci generosi
e brutale cinismo.
Il film sembra salvare un solo personaggio, il fabbro ispanico. Il solo che offra momenti di poetica
tenerezza nel rapporto con la figlioletta. Quasi a significare che l’ombra oscura che incombe sulla società non risparmia nessuno, tranne i bambini.
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spunti di riflessione
1 Nella presentazione dei personaggi ci siamo limitati ad indicarne la professione o l’appartenenza etnica. Come
giudicate questa scelta? La ritenete coerente con il contenuto del film?
2 Esaminate in parallelo le due figure del detective e del produttore cinematografico. Che cosa li accomuna? E che
cosa li differenzia?
3 Il tipo di conformismo che si riscontra inizialmente nel produttore cinematografico e quello cui finisce per
piegarsi il detective sono assimilabili al conformismo del procuratore distrettuale?
Sì/no, Perché?
4 Prendete via via in esame le singole storie contenute nel film e cercate di evidenziare le interne contraddizioni
dei personaggi.
5 Esaminate nei dettagli le interne contraddizioni del detective Graham:
–è tutore della legge, sa quel che si deve fare sul piano giuridico, ma non fa quel che egli dovrebbe fare sul piano
morale, come impegno preso con la madre.
6 Il film ha ottenuto ben tre Oscar. Limitatamente al tema che affronta (razzismo e frammentazione sociale),
ritenete che il film sia meritevole di un tale riconoscimento? O vi sembra, invece, che presenti limiti anche vistosi?
Riflettete su giudizi come questi:
–le espressioni di razzismo contenute nel film sono ossessivamente onnipresenti, dilaganti, eccessive;
–i personaggi non hanno una vita propria, ma sembrano introdotti dal regista con la sola funzione di dimostrare la propria tesi;
–la società americana rappresentata nel film è inverosimile: non contiene un solo personaggio che testimoni
indipendenza di giudizio o posizioni decisamente sgombre dal pregiudizio etnico.
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