La storia. Dalla Sicilia alla Francia

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LA SICILIA
MARTEDÌ 29 DICEMBRE 2009
46.
La storia. Dalla Sicilia alla Francia
Cacciatore di pianeti
Il giovane catanese Aldo Bonomo in cerca di «nuovi mondi»
all’Institut d’Astrophysique Spatial di Marsiglia, dove lavora
ALFIO DI MARCO
D
a Catania a Marsiglia, viaggiando tra le stelle. Con entusiasmo, con determinazione, con la convinzione di
vivere la grande occasione della vita. Che, chissà, potrà anche trasformarsi in una scelta di vita. Aldo Bonomo, catanese, ha 29 anni. Si è laureato in Fisica il 29 luglio del 2005,
e ha preso una specializzazione in Astrofisica e Fisica dello
spazio.
Dopo aver trascorso un periodo di studio a Parigi, è rientrato a Catania per finire il dottorato di ricerca in Fisica, ripartendo quasi subito alla volta di Marsiglia dove da 15 mesi vive e
lavora nel prestigioso Laboratoire d’Astrophysique de Marseille. Il suo incarico: «dare la caccia» a sconosciuti pianeti che
ruotano nelle profondità dello spazio siderale.
«Io – chiarisce subito Aldo – mi sento un privilegiato. Faccio un lavoro che mi appassiona, in un ambiente decisamente stimolante, assieme a "compagni di viaggio" che arrivano
dai quattro angoli della Terra».
Com’è riuscito nell’impresa?
«Subito dopo la laurea, ho vinto il concorso di dottorato in Fisica con specializzazione in astrofisica qui a Catania. I miei docenti, che ho sempre visto come vere guide, sono stati il dott.
Lanza e il prof. Lanzafame. A metà strada, ho espresso il desiderio di fare un periodo di ricerca all’estero: viaggiare, lavorare in altri istituti, soprattutto all’estero, mi attirava da tempo. E’ stato così che il dottor Lanza si è attivato per cercare una
collaborazione e, via e-mail, ho avuto una risposta positiva. Ho
fatto le valigie e sono partito per Parigi, alla volta dell’Institut
d’Astrophysique Spatiale, nell’ambito del progetto legato alla missione spaziale Corot, del Cnes (l’Agenzia spaziale francese) e dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea), in collaborazione con altri Stati europei».
«Il satellite è stato lanciato il 27 dicembre del 2006 dalla base di Baikonur in Russia, orbita attorno alla Terra, con due
obiettivi: ricerche di astrosismologia, e rivelazione di pianeti extrasolari attraverso il cosiddetto "metodo dei transiti". Il
satellite, per tre-sei mesi, osserva un dato campo stellare, misura il flusso ottico emesso da una decina di migliaia di stel-
“
Mi è sempre piaciuto
viaggiare e fare
esperienze
professionali diverse.
Così s’impara di più
“
Nostalgia della
Sicilia? Certo, ma la
passione per la
ricerca per ora mi
porta altrove
le e, se c’è un pianeta extrasolare – un pianeta che orbita attorno a una stella simile al Sole –, con un po’ di fortuna,
quando lo stesso pianeta passa davanti alla stella produce una
microeclisse perché occulta una parte del disco della stella. Da
queste eclissi periodiche capiamo che c’è un altro corpo».
«Durante il dottorato avevo approfondito lo studio delle tecniche di rivelazione di questi transiti planetari ed è stata
un’esperienza fondamentale per ottenere il posto a Marsiglia.
Quello di Parigi, poi, era stato un periodo molto bello: lì ho conosciuto persone nuove, ho imparato un’altra lingua e un modo diverso di lavorare».
Difficile, comunque, la selezione per approdare a Marsiglia?
«Ero rientrato a Catania da Parigi e stavo scrivendo la tesi
quando il Laboratoire d’Astrophysique de Marseille ha bandito un posto per un post-doc (una borsa di studio post dottorato). Ho fatto domanda attraverso tre lettere di presentazione, una scritta dal ricercatore di Parigi che mi aveva seguito,
un’altra dal dottor Lanza dell’Osservatorio Astrofisico di Catania e una terza è giunta da una ricercatrice che lavora in Inghilterra, con la quale avevo collaborato a Parigi. E’ stato così che, alla fine, la scelta è caduta su di me».
«A Marsiglia ho subito preso a lavorare sulla rivelazione dei
pianeti extrasolari attraverso le microeclissi osservabili nelle cosiddette curve di luce delle stelle: cioè la luce emessa da
una stella in funzione del tempo».
Lavoro impegnativo?
«Faccio un mestiere che mi appassiona e non guardo mai l’orologio: non ho un cartellino da timbrare e dunque lavoro di
più delle ore canoniche. Diciamo che resto in Istituto anche
10-11 ore al giorno. Spesso non mi rendo conto del tempo che
passa. Scopri una cosa e allora ti soffermi. A oggi, ho contribuito a individuare cinque nuovi pianeti. Manca ancora l’ufficialità, ma l’impresa è quasi certa... Ed è una grande soddisfazione».
Da chi dipende l’Istituto?
«L’Istituto è del Cnr francese. In collaborazione con l’Université de Provence Aix-Marseille. Siamo 15 post-doc, e più del
50% è composto da stranieri: ho una collega italiana, alcuni
spagnoli, brasiliani e anche statunitensi. Ma a questa missio-
ne lavoro solo io. Gli altri sono impegnati su progetti diversi».
Stipendio?
«Guadagno 1.900 euro netti al mese,
molto di più rispetto a quello che si può
guadagnare in Italia con un assegno di
ricerca o una borsa post-doc. Di questi
ne spendo circa mille in vitto e alloggio».
Prospettive?
«Valuterò la possibilità di restare all’estero se me ne sarà data l’opportunità.
Mi adatto abbastanza bene anche lontano da casa. Mi è sempre piaciuto viaggiare, conoscere gente nuova; fare esperienze professionali diverse. E’ così che
s’impara molto di più. Elemento importantissimo: a Marsiglia ho la possibilità
di lavorare con i dati del satellite Corot –
uno dei più sofisticati mai realizzati in
questo campo –. Qui in Italia non lo potrei fare visto che il nostro Paese, per ragioni economiche, è uscito dal progetto
europeo».
Ma i rapporti con i suoi colleghi catanesi...?
«I contatti con Catania rimangono e sono fruttuosi: un gruppo di studiosi fra
cui il dottor Lanza lavora sui dati di Corot relativi ai programmi paralleli molto interessanti, come la
formazione e l’evoluzione delle macchie stellari (simili a
quelle del Sole). Continuo a collaborare con lui e con altri ricercatori astrofisici di Catania. Sono anche associato Inaf
(Istituto nazionale di astrofisica).
Nostalgie?
«Amo la mia terra, la Sicilia, ma la passione per la ricerca al
momento mi porta altrove. Torno a casa una volta ogni duetre mesi. Certo, sento la mancanza della mia fidanzata... Si fanno tanti progetti... Vedremo l’evoluzione di questa esperienza professionale. Poi si deciderà...».
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