assessore 25 8 2014 - FPCGIL

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SEGRETERIE GENERALI MESSINA
La conformazione orografica del territorio su cui sorge Messina fa sì che la città abbia
un'estensione lineare di 56 Km, sviluppandosi per 24 Km sul versante tirrenico da Capo Peloro
a Orto Liuzzo e per 32 Km sul versante jonico da Capo Peloro a Giampilieri Marina.
La città, che conta 250.000 abitanti, ha conosciuto in questi ultimi anni un'intensa
espansione demografica nella zona nord, in cui vivono circa 100.000 abitanti. In quest'area, ad
elevata attrazione turistica, il numero della popolazione residente viene notevolmente
incremento nel periodo estivo dall'afflusso di turisti.
L'espansione demografica non è stata, purtroppo, accompagnata da un ampliamento
viario urbanistico.
Esistono, infatti, due sole arterie (litoranea e circonvallazione) che mettono in
comunicazione la zona nord con la zona centro sud, avendo origine una terza arteria (corso
Garibaldi) già in zona centrale (piazza Castronovo) e gli svincoli autostradali che collegano la
zona nord della città con le zone site al centro e a sud sono accessibili dal villaggio Annunziata e
da Villafranca, ma essendo prevista da marzo 2015 la chiusura dell'autostrada Messina-Palermo
all'altezza del viadotto Ritiro per almeno 2 anni, la popolazione messinese e della provincia non
potrà usufruire di tale arteria viaria, per cui i cittadini dovranno impiegare più di un'ora – oggi si
impiegano circa 45 minuti – per potersi spostare nella zona centro-sud, venendo obbligati ad
attraversare una città che presenta già una elevata criticità nella viabilità, aggravata
ulteriormente dalla congestione del traffico veicolare conseguente alla chiusura del suddetto
tratto autostradale.
Nella città di Messina insistono 3 presidi ospedalieri: nella zona centro sud sono allocati
l'Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico "G. Martino" (centro di secondo livello per
l'emergenza) e il presidio ospedaliero "Piemonte" (centro di primo livello), che distano tra di
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loro meno di 2 Km, mentre nella zona nord è collocato il presidio ospedaliero "Papardo", centro
di secondo livello per l'emergenza e sede operativa di elisoccorso e del 118, distante circa 16 km
dai due predetti presidi.
Nel 2010, l'assessore alla Sanità Massimo Russo aveva previsto nella programmazione
sanitaria regionale che il Presidio ospedaliero "Piemonte" fosse destinato alla creazione di un
dipartimento di urgenza emergenza ben attrezzato (cfr. pag. 6 del resoconto stenografico n. 5 del
25.2.2010 della commissione parlamentare d'inchiesta del Senato della Repubblica sull'efficacia
e l'efficienza del servizio sanitario nazionale, audizione svolta presso la Prefettura di Messina:
«… un'area di soccorso ben attrezzata che comprende anestesia, rianimazione, diagnostica,
blocco operatorio, cardiologia, chirurgia, traumatologia e quindi ortopedia …») e,
contestualmente, la creazione di un unico punto nascita con il trasferimento del reparto di
Ostetricia e Ginecologia dall'Ospedale "Piemonte" all'Ospedale "Papardo".
Sempre il 25.2.2010, il Direttore Generale dell'Azienda "Papardo - Piemonte" dott.
Caruso dichiarava alla commissione parlamentare d'inchiesta del Senato della Repubblica
sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale (cfr. pag. 25 e pag. 10 del resoconto)
che l'Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) sarebbe stata trasferita dal "Piemonte" al
"Papardo" («… l'UTIN è oggi allocata all'Ospedale Piemonte. Oltre a trasferire tutti i reparti,
trasferiremo anche l'UTIN all'Ospedale Papardo. Sono già stati considerati gli spazi, in modo
che ci sia un polo materno-infantile che possa raccogliere tutta l'urgenza pediatrica e
l'urgenza neonatale in qualsiasi momento. Ripeto, anche l'UTIN sarà trasferita all'ospedale
Papardo») entro il 30 giugno 2010, secondo l'impegno assunto con il senatore Marino,
presidente della predetta commissione parlamentare (cfr. pag. 25 del citato resoconto della
commissione senatoriale sull'efficacia e l'efficienza del SSN: domanda del sen. Marino: «Mi
sembra che la risposta sia che la neonatologia, compresa la terapia intensiva, sarà trasferita
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all'ospedale Papardo entro il 30 giugno 2010»; risposta del Direttore Generale Caruso: «Si»).
Tutto ciò, in coerenza, a quanto dichiarato, sempre dallo stesso alla predetta
commissione (cfr. pag. 10 del predetto resoconto: «… Credo che la scelta di trasferire il polo
materno infantile nella sua interezza all'ospedale Papardo sia obbligata: lì c'è già uno spazio
pronto; con piccoli lavori di ristrutturazione, veloci da fare ed in economia (non servirà più di
un mese), si potrà allocare il polo materno-infantile unico, realizzando qualcosa di davvero
corposo. Dai dati in nostro possesso i parti dovrebbero essere circa 1600 l'anno …»).
In data 5.1.2012 veniva pubblicato sulla GURS il Decreto Assessoriale n. 02536/11 sul
"Riordino e razionalizzazione dei punti nascita", con il quale veniva recepito dalla Regione
Sicilia l'Accordo Stato Regioni del 16 dicembre 2010 sulle "Linee d'indirizzo per la promozione
ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi
assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo", che stabiliva i criteri per
l'accorpamento dei punti nascita ed i requisiti minimi strutturali e funzionali per i centri di
Ostetricia e Neonatologia di I e II livello.
Nello stesso decreto venivano individuati due punti nascita di II livello a Messina: uno
presso il Policlinico Universitario ed uno presso l'Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte senza
comunque identificare il presidio ospedaliero (Papardo o Piemonte) dove allocare il punto
nascita di II livello, anche se veniva raccomandato che questo dovesse essere realizzato «nella
struttura che presenta le migliori condizioni di sicurezza», cioè nella struttura dotata di
«discipline specialistiche in numero e con intensità di cura più elevata» e con «possibilità di
attivare h 24, in rapporto alle esigenze emergenti ed in base alle convenzioni sottoscritte,
consulenze
ed
interventi
di
cardiologia,
neurologia,
nefrologia,
cardiochirurgia,
neurochirurgia, chirurgia ricostruttiva, oculistica, valutazione emodinamica, broncoscopia
ecc. e di usufruire h 24 del servizio emotrasfusionale e diagnostica per immagine e
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laboratorio d'urgenza», condizioni già tutte presenti nel presidio ospedaliero "Papardo"
dove sono pure presenti l'eliporto e la centrale operativa del 118.
Per tale motivo, nel rispetto delle più recenti norme in ambito di edilizia sanitaria,
interventi di ristrutturazione, che hanno comportato un notevole impegno di spesa pubblica,
sono stati effettuati nei locali del "Papardo" destinati ad accogliere il nuovo punto nascita.
Disattendendo l'impegno assunto nel 2010 con la commissione del Senato e non
tenendo affatto conto che nel presidio ospedaliero del "Papardo" erano già operative le
discipline specialistiche in grado di offrire le "migliori condizioni di sicurezza" secondo i
dettami del decreto assessoriale n. 02536/11 sul riordino e la razionalizzazione dei punti
nascita, il Commissario Straordinario dott. Caruso trasmetteva in data 28.6.2013 all'Assessorato
alla Sanità una relazione con l'ipotesi progettuale del riordino dei punti nascita (documento
trasmesso al Sindaco e al Consiglio Comunale di Messina con prot. 3420-CS del 22.10.2013),
proponendo di costituirlo nell'ospedale "Piemonte" sulla base di una misinterpretazione del
decreto stesso, affermando che «… dallo stesso decreto 2536/2011 la sede ove allocare il punto
nascita era stato già preliminarmente individuato considerato che richiedeva la imprescindibile
presenza dell'UTIN, e quindi il P.O. Piemonte».
Orbene, il decreto non identificava la costituzione del punto nascita nell'ospedale
"Piemonte", ma indicava chiaramente i requisiti minimi strutturali e funzionali per la messa in
sicurezza del punto nascita, che non si limitavano alla sola presenza dell'UTIN, rendendosi
necessarie per la messa in sicurezza del punto nascita la presenza di tutte le UO di supporto
(prima elencate), già presenti nell'ospedale "Papardo", compreso il centro trasfusionale.
Per inciso, l'efficienza operativa di questo centro e la dislocazione dell'eliporto
nell'ospedale "Papardo" hanno consentito di salvare nel 2012 (8.3.2012) la vita di una gestante e
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l'evento è stato oggetto di considerazioni1 da parte dell'A.S.P. di Messina.
Sempre, in antitesi con quanto dichiarato dal dott. Caruso alla Commissione del Senato
nella relazione del 28.6.2013 inviata all'assessorato, improvvisamente l'impegno di spesa per
mettere a norma il punto nascita del "Papardo" lievitava, stranamente, a 5 milioni di euro,
mentre la sua costituzione nel presidio ospedaliero del "Piemonte" avrebbe richiesto solamente
un importo di 1.400.000 euro.
A tal punto, si chiede all'Assessore Regionale alla Sanità, dott.ssa Lucia Borsellino, di
esprimere il proprio giudizio e formulare proprie direttive, sapendo che:
 il Decreto, emanato dall'Assessorato Sanità della Regione Sicilia n. 02536/11, pubblicato il
5.1.2012 sulla GURS, con il quale si disciplina il "Riordino e razionalizzazione dei punti
nascita", specifica i requisiti "minimi strutturali e funzionali" che deve possedere un
ospedale in cui possa essere collocato un centro di Ostetricia e Neonatologia di II livello;
 l'Ospedale Papardo è dotato di 24 U.O.C. pronte a fornire immediata assistenza sia a
gestanti, la cui gravidanza può essere complicata da patologie severe, sia a neonati affetti da
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"In relazione all'evento avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì 8 marzo presso l'Ospedale di Lipari,
l'Azienda Sanitaria Provinciale di Messina ritiene di dover sottolineare come si è riusciti a salvare la vita
della signora G.V. attraverso la mobilitazione del sistema sanitario con trasporto in eliambulanza
all'Ospedale Papardo di Messina. A seguito del decesso del feto, vengono dunque effettuate le cure del
caso alla paziente, in attesa dell'elicottero per il necessario trasferimento ad altro Presidio ospedaliero
dotato di rianimazione e Servizio Immuno-Trasfusionale, stante la possibile evoluzione in coagulazione
intravasale disseminata (CID) per la paziente. Il doloroso evento della morte di un feto – sostiene l’ASP
Messina – riporta a considerare la necessità di garantire condizioni di assoluta sicurezza per le donne e
per il bambino nei centri individuati come Punti Nascita al di là delle battaglie di bandiera che persone
non addentro alle complessità delle procedure sanitarie conducono a rischio, a volte, della stessa
sopravvivenza. È noto a tutti, infatti, come un evento naturale come il parto fisiologico possa trasformarsi
in pochi attimi in evento sanitario critico. Proprio per garantire adeguata e dovuta assistenza, i Punti
Nascita sono stati individuati in strutture ospedaliere dotate di particolari servizi quali la rianimazione, il
servizio immuno-trasfusionale, il servizio di terapia intensiva neonatale. La presenza, infatti, ben due
medici ginecologi e di un anestesista, per come nel caso di specie, di turno e presenti a Lipari nel
momento dell'evento, non può consentire quella giusta sicurezza che deve essere garantita ai pazienti."
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severe patologie, e che dette U.O.C. mancano al Piemonte;
 il centro trasfusionale è esclusivamente presente nel presidio ospedaliero "Papardo" e non
al "Piemonte";
 l'ospedale "Papardo" è dotato di eliporto ed è sede operativa del 118 che, invece mancano al
"Piemonte";
 i locali all'ospedale "Papardo" sono stati già adeguati per accogliere un polo maternoinfantile di II livello, mentre tale ristrutturazione non è stata realizzata all'ospedale
"Piemonte", per cui non si comprende affatto sulla base di quali stime economiche il
Commissario Straordinario dott. Caruso, il Direttore Amministrativo dott.ssa Amata e il
Direttore Sanitario dott.ssa Parrinello possono affermare – vedi relazione trasmessa in
Assessorato alla Sanità il 28.6.2013 – che si renda necessario un impegno di spesa maggiore
(5.000.000 di euro) per mettere a norma il punto nascita presso l'ospedale "Papardo", mentre
l'impegno di spesa sarebbe di gran lunga inferiore (1.400.000 euro) se il punto nascita
venisse organizzato presso l'ospedale "Piemonte";
 un centro ostetrico-neonatologico di II livello, in grado di soddisfare le esigenze della
popolazione centro/sud di Messina, è già operativo presso l'Azienda Ospedaliera
Universitaria Policlinico "G. Martino", che sorge in prossimità dell'ospedale "Piemonte";
 la sicurezza del punto nascita di II livello non può essere garantita nell'ospedale "Piemonte"
dalla sola Unità di Terapia Intensiva Neonatale, occorrendo a tal uovo che vi vengano
dislocate le 24 UOC in atto presenti al Papardo, compreso il centro sangue, e venga dotato
l'ospedale di eliporto;
 l'ospedale "Papardo" eroga assistenza sanitaria prevalentemente ai cittadini residenti nella
zona nord della città, compresi quelli dei villaggi collinari e marinari della zona tirrenica,
per cui depotenziandolo dell'area materno-infantile, l'ospedale verrebbe declassato e l'utenza
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ostetrica, neonatologica e pediatrica verrebbe posta in condizioni non poter raggiungere
rapidamente l'ospedale "Piemonte", vista la carenza e l'intasamento delle arterie viarie di
comunicazione;
 il sindaco di Messina ha invitato l'assessore alla Sanità della Regione Sicilia (lettera del
7.8.2014, prot. n.187141) a prestare massima attenzione nell'ottimizzare l'uso delle risorse
pubbliche, per cui ha chiesto di «creare un solo punto nascita e polo materno infantile di 2°
livello, determinando questa condizione nella razionale allocazione a Nord della Città,
ovvero nell'Azienda Papardo, trasferendo in questa Struttura la UTIN oggi operativa al
Piemonte, ma per la quale già locali e predisposizione per le apparecchiature sono state
realizzate da tempo e pronte per attivare efficacemente l'unità senza spese aggiuntive. La
presenza dell'Unità trasfusionale, dell'Anestesia e Rianimazione, un attrezzato laboratorio
h/24 e l'eliporto vanno a completare l'esigenza delle strutture di supporto, così come
analiticamente previste nelle vigenti normative regionali. Una realizzazione, a costo zero,
che garantisce alla popolosa zona centro-nord della città ed ai villaggi limitrofi un punto
nascita ed un polo materno-infantile adeguato, di qualità e sicuro, raddoppiato, in zona
centro-sud, a più di 15 km dal Policlinico, anch'esso di tutte le strutture previste per essere
parimenti accreditato. Una proposta che razionalizza l’offerta delle prestazioni,
rispettando le caratteristiche del territorio, la qualità e la sicurezza.»
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