RISPARMI, INVESTIMENTI, FINANZA E MONETA IL SISTEMA FINANZIARIO • Il sistema finanziario è costituito dalle istituzioni che operano per far incontrare l’offerta di denaro (risparmio) con la domanda (investimenti). • Le due parti del mercato finanziario sono gli individui che prestano e gli individui che prendono a prestito il denaro. ISTITUZIONI FINANZIARIE • Le istituzioni finanziarie possono essere ricondotte a due ampie categorie: mercati finanziari intermediari finanziari • I mercati finanziari sono istituzioni attraverso cui i risparmiatori scelgono il soggetto da finanziare. • In alternativa, i risparmiatori cedono i loro risparmi agli intermediari finanziari che decidono quali soggetti finanziare. ISTITUZIONI FINANZIARIE • I principali MERCATI FINANZIARI sono: 1. Il mercato obbigazionario 2. Il mercato azionario • I principali INTERMEDIARI FINANZIARI sono: 1. Le Banche 2. I Fondi di Investimento MERCATI FINANZIARI 1. MERCATO OBBLIGAZIONARIO • Le obbligazioni sono certificati di debito che specificano l’obbligo del debitore verso il creditore: fondamentalmente, si specifica l’ammontare del debito (il capitale prestato), il tasso di interesse pagato periodicamente prima della scadenza, ed il periodo di maturazione del debito. MERCATI FINANZIARI • Caratteristiche delle obbligazioni: Durata: periodo di tempo tra emissione e scadenza. Rischio: probabilità di default del debitore. Se il rischio di insolvenza è elevato, i creditori dovranno essere incentivati a prestare il proprio denaro con tassi di interesse più elevati. Titoli a basso rischio (bund tedeschi); Titoli ad alto rischio (titoli debito pubblico Italia, Spagna); Titoli spazzatura (Grecia, Portogallo). Differenziale tra i tassi di interesse: spread MERCATI FINANZIARI • Sono le agenzie di rating a definire i livelli di rischio di molti titoli obbligazionari, compresi i titoli del debito pubblico. • Sono società private, e recentemente sono state accusate di intervenire sul rating di certi titoli a scopi speculativi. • Anche le imprese emettono titoli obbligazionari, ed anch’esse sono soggette al rating. • La raccolta fondi attraverso obbligazioni viene detta «finanziamento mediante emissione di debito». MERCATI FINANZIARI 2. MERCATO AZIONARIO • Le azioni sono titoli di proprietà di quote dell’impresa. L’azionista ha diritto ad incassare una parte dei profitti (dividendo) che la società decide di assegnare per remunerare il capitale finanziario (la quota dei dividendi viene sottratta agli investimenti produttivi). • La raccolta fondi attraverso vendita di azioni (quote della proprietà) viene detta “finanziamento con capitale di rischio”. MERCATI FINANZIARI • L’investimento in azioni è più rischioso dell’investimento in obbligazioni: è infatti legato all’andamento dei profitti della società, mentre le obbligazioni sono un titolo di debito che deve essere pagato comunque. • Questo implica che i rendimenti attesi delle azioni devono essere superiori rispetto alle obbligazioni. • Il più importante mercato azionario europeo è la Borsa di Londra (London Stock Exchange). • A livello mondiale: Wall Street (la Borsa di New York) e Tokyo per i mercati asiatici. MERCATI FINANZIARI • Gli INDICI AZIONARI sono indicatori dell’andamento di una selezione dei migliori titoli quotati in una Borsa: Il Dow Jones è basato sulle 30 maggiori società negli USA; Il Financial Times Stock Exchange sulle 100 maggiori società quotate al London Stock Exchange; Il NIKKEI sulle 100 maggiori della Borsa di Tokyo. INTERMEDIARI FINANZIARI 1. BANCHE • Raccolgono i depositi delle famiglie e li usano per prestiti ad imprese e famiglie per investimenti reali oppure per acquistare prodotti finanziari (azioni e obbligazioni). • Il tasso di interesse che un cliente della banca riceve sui depositi è diverso da quello che paga per il mutuo concesso dalla banca! INTERMEDIARI FINANZIARI • E’ importante sottolineare che la Banca offre anche un altro servizio oltre a quello di intermediazione finanziaria: contribuisce a creare moneta, cioè offre dei mezzi di pagamento come gli assegni, le carte di pagamento (anche le carte di credito sono in genere collegate ad un deposito bancario). • Dunque permettono di avere più liquidità: per questi servizi paghiamo oneri e commissioni sul conto corrente. INTERMEDIARI FINANZIARI 2. FONDI DI INVESTIMENTO • Sono istituzioni che vendono quote di partecipazione ai privati, e usano i fondi per acquistare azioni e obbligazioni, con diversi gradi di rischio. • I piccoli risparmiatori aderendo ad un fondo di investimento possono diversificare il loro portafoglio. Risparmi delle famiglie italiane (fonte Banca d’Italia, bollettino statistico) Fonte: Banca d’Italia Risparmi delle famiglie italiane (fonte Banca d’Italia, bollettino statistico) CONTABILITÀ NAZIONALE: RISPARMIO E INVESTIMENTI • Definizione del PIL: Y = C + I + G + NX • Supponiamo di trovarci in un’economia chiusa, ovvero senza importazioni nè esportazioni: Y=C+I+G • Possiamo esprimere questa equazione in termini di I: I=Y–C–G => Gli Investimenti sono pari al reddito (Y) – spesa per consumi privati (C) – spesa pubblica (G), ovvero ai Risparmi (Savings): I=S RISPARMIO E INVESTIMENTI • Quindi il Risparmio (Nazionale) è dato da: S=I S=Y–C–G • Ma se vogliamo distinguere tra risparmio privato e pubblico, dobbiamo tener conto del fatto che il reddito disponibile per i privati deve essere al netto della Tassazione (T): S = (Y – T – C) + (T – G) il primo elemento (Y - T - C) è il risparmio privato; il secondo (T - G) è il risparmio pubblico (entrate fiscali meno spesa pubblica). RISPARMIO E INVESTIMENTI • SURPLUS E DEFICIT: Se T > G, il settore pubblico ha un SURPLUS DI BILANCIO: incassa più di quanto spende. Questo è il risparmio pubblico. Se G > T, il settore pubblico ha un DEFICIT DI BILANCIO: spende più di quanto incassa. RISPARMIO E INVESTIMENTO • In che modo i mercati finanziari coordinano domanda e offerta di investimenti e risparmi? • Assumiamo per semplicità che nell’economia ci sia un solo mercato finanziario, che chiamiamo mercato dei fondi mutuabili. OFFERTA E DOMANDA DI FINANZIAMENTO • L’OFFERTA di fondi mutuabili viene DAI RISPARMIATORI. • La DOMANDA di fondi mutuabili viene dalle famiglie e dalle imprese che desiderano effettuare investimenti (per le famiglie: acquisti di beni durevoli, mutui per la casa). • Abbiamo quindi: una domanda di fondi mutuabili, ed una disponibilità a pagare un certo prezzo per averli; un’offerta di fondi mutuabili, ed una disponibilità ad accettare un certo prezzo per offrirli. • Questo prezzo è il TASSO DI INTERESSE. • Esiste un tasso di interesse di mercato che mette in equilibrio domanda e offerta di fondi mutuabili. INCENTIVI AL RISPARMIO • Interventi del governo che influiscono sui mercati finanziari • Incentivi/disincentivi fiscali • Se si impongono delle tasse sulle rendite finanziarie si riducono gli incentivi al risparmio (e viceversa) INCENTIVI ALL’INVESTIMENTO • Se si concedono detrazioni di imposta sulle spese per investimento, si aumentano gli incentivi a prendere a prestito. • Il tasso di interesse di equilibrio aumenta, ed anche i risparmi. EFFETTO DEL DEFICIT PUBBLICO SU RISPARMIO E INVESTIMENTO • Quando il settore pubblico spende più di quanto incassa, si ha un deficit di bilancio. • La cumulata dei deficit di bilancio è il debito pubblico. • I titoli del debito pubblico assorbono una parte del risparmio nazionale, con un effetto spiazzamento (crowding out) • Chi vuole ottenere fondi per investimenti reali non riesce a trovarli sui mercati finanziari. ECONOMIA FINANZIARIA • L’Economia Finanziaria studia le decisioni degli individui sulla allocazione delle risorse e la gestione del rischio. VALORE ATTUALE • Con il termine Valore Attuale ci riferiamo al valore del denaro che oggi sarebbe necessario per produrre, ai correnti tassi di interesse di mercato, un determinato valore futuro. • La nozione di valore attuale è importante nelle decisioni economiche e finanziarie. • Serve per confrontare valori ottenuti in diversi periodi temporali, al loro valore attuale. Un’impresa deciderà di fare un investimento se il valore attuale dei benefici del progetto è maggiore del valore attuale dei suoi costi. VALORE ATTUALE E VALORE FUTURO • VALORE ATTUALE Dato un tasso di interesse r, il valore attuale di un ammontare VF ricevuto in T anni è uguale a: VA= VF/(1 + r)T • VALORE FUTURO È la quantità di denaro che in futuro una certa quantità di denaro attuale produce, dati i tassi di interesse di mercato. VF= VA ×(1 + r)T VALORI ATTUALI E FUTURI Valore r Anni Fattore di sconto Valore Attuale Valore Futuro 100 0.05 0 (1+r)^0 1 100 100 1 (1+r)^1 1.05 95.2380952 105 2 (1+r)^2 1.1025 90.70294785 110.25 3 (1+r)^3 1.157625 86.38375985 115.7625 4 (1+r)^4 1.215506 82.27024748 121.55063 5 (1+r)^5 1.276282 78.35261665 127.62816 6 (1+r)^6 1.340096 74.62153966 134.00956 7 (1+r)^7 1.4071 71.06813301 140.71004 8 (1+r)^8 1.477455 67.6839362 147.74554 9 (1+r)^9 1.551328 64.46089162 155.13282 10 (1+r)^10 1.628895 61.39132535 162.88946 GESTIONE DEL RISCHIO • Un individuo si definisce “avverso al rischio” se preferisce risultati certi piuttosto che incerti. • L’avversione al rischio è collegata all’utilità marginale decrescente del denaro: quando aumenta la quantità di denaro, un ulteriore incremento produce un aumento di benessere sempre più piccolo. • Una perdita produce una diminuzione di benessere superiore all’aumento di benessere prodotto da una vincita. GESTIONE DEL RISCHIO • Gli individui possono ridurre il rischio con diversi strumenti: Si assicurano Diversificano il portafoglio Accettano rendimenti inferiori dei loro investimenti I MERCATI DELLE ASSICURAZIONI • Un modo per ridurre il rischio consiste nell’assicurarsi. • In genere, le polizze di assicurazione prevedono che il contraente paghi un premio alla compagnia di assicurazione che, a sua volta, accetta di assumersi il rischio, in tutto o in parte. • Problemi nei mercati delle assicurazioni: Selezione Avversa Rischio Etico. DIVERSIFICAZIONE DEL RISCHIO IDIOSINCRATICO • Il termine “diversificazione” si riferisce alla riduzione del rischio che si ottiene sostituendo un unico rischio di grande rilevanza con un numero elevato di piccoli rischi non correlati tra loro. • Distinguiamo tra: RISCHIO IDIOSINCRATICO: riguarda un singolo individuo o impresa; RISCHIO AGGREGATO: si riferisce al rischio che può influire sull’intera economia. • La diversificazione riduce il primo, ma non il secondo. VALUTAZIONE DEL PORTAFOGLIO • La “analisi dei fondamentali” di un’economia o di un’impresa consiste nello studio del bilancio corrente e delle prospettive future, al fine di determinarne il valore. • Gli agenti economici possono utilizzare l’analisi dei fondamentali per determinare se un capitale azionario è sottovalutato, sopravvalutato, o valutato equamente. • In genere, l’obiettivo è di comprare azioni sottovalutate. TEORIA DEI MERCATI EFFICIENTI • La “Teoria dei Mercati Efficienti” sostiene che i prezzi delle azioni danno tutta l’informazione disponibile al pubblico circa il valore di un titolo. • Un mercato è efficiente dal punto di vista informativo se riflette tutta l’informazione disponibile in modo razionale. Se i mercati sono efficienti, anche le azioni sono valutate in modo equo e nessun titolo ha una maggior probabilità di salire di prezzo più di altri. I titoli azionari seguono un random walk. Se i mercati sono efficienti, l’unico modo che gli investitori hanno per ridurre il rischio è la diversificazione del portafoglio. TEORIA DEI MERCATI EFFICIENTI • L’ipotesi di mercati efficienti è stata la base della regolamentazione dei mercati finanziari nella maggior parte dei paesi OCSE. • La crisi economica innescata dai mercati finanziari ha tolto credibilità alla teoria dei mercati efficienti. TEORIA DEI MERCATI FINANZIARI IRRAZIONALI • Un’ipotesi alternativa è quella dei “mercati finanziari irrazionali”. • Secondo questa teoria, mentre i mercati dei prodotti tendono all’equilibrio, i mercati finanziari sono tendenzialmente instabili e possono portare ad allocazioni sub-ottimali e a “bolle” speculative determinate dalle aspettative circa la domanda dei titoli. • Secondo molti critici del sistema finanziario globale, gli andamenti del mercato azionario e obbligazionario sono spesso condizionati da grandi «players»: oltre che le Banche Centrali, le grandi banche d’affari e le agenzie di rating. LA MONETA • Si definisce MONETA l’insieme dei valori utilizzati in un sistema economico dagli individui (famiglie, imprese) per acquistare beni e servizi. • La moneta ha tre funzioni fondamentali: Mezzo di scambio Unità di conto Riserva di valore FUNZIONI DELLA MONETA Mezzo di Scambio Il mezzo di scambio è un oggetto che i compratori danno ai venditori in cambio del bene o servizio ceduto. Qualunque cosa sia accettata universalmente come pagamento, si deve considerare mezzo di scambio. Unità di Conto L’unità di conto è la misura di prezzi e di valori economici: il “numero” di Euro o di Dollari richiesti per cedere un bene o servizio indica il valore di quel bene relativamente ad altri. Riserva di Valore La riserva di valore è ciò che gli individui possono utilizzare per trasferire valore dal presente al futuro: è la ricchezza degli individui, che può essere conservata in diverse forme, monetarie e non monetarie. LIQUIDITÀ • La moneta è caratterizzata da alta liquidità: è il modo di detenere ricchezza più facilmente spendibile (è infatti il mezzo di pagamento). • Altre forme di conservazione della ricchezza presentano diverse caratteristiche di liquidità: l’oro è facilmente convertibile, le azioni e le obbligazioni lo sono in buona misura; gioielli, quadri ed immobili lo sono molto di meno. TIPI DI MONETA • Abbiamo due tipi di moneta: MONETA MERCE: quando il denaro era fatto con metalli pregiati (oro, argento, ma anche bronzo e rame) la moneta aveva un suo valore intrinseco, a prescindere dal valore che veniva attribuito come mezzo di scambio. MONETA-FIAT O MONETA A CORSO LEGALE: non ha valore intrinseco (carta moneta, metalli non pregiati) ma viene utilizzata come denaro per decreto dello Stato (“fiat”: che sia). Moneta a corso legale: il circolante (banconote, monete) Altro esempio di moneta-fiat: i depositi bancari. TIPI DI MONETA • Assegni, bancomat (carta di debito), bonifici: sono strumenti attraverso cui si trasferisce denaro da un conto ad un altro (la moneta passa di mano). • Carta di credito: non è propriamente un mezzo di pagamento, ma un mezzo per differire il pagamento. Il consumatore prende denaro a prestito dall’istituto di credito (la banca che ha emesso la carta), e lo restituisce con gli interessi. IL RUOLO DELLA BANCA CENTRALE • La Banca Centrale di un sistema economico ha il compito di regolamentare il sistema monetario: deve cioè controllare il sistema bancario e l’offerta di moneta (ovvero la quantità di moneta presente nell’economia). • L’insieme di misure prese dalla Banca Centrale per controllare l’offerta di moneta si definisce Politica Monetaria. LA BANCA CENTRALE EUROPEA • La Banca Centrale Europea (BCE) è l’istituzione che gestisce la politica monetaria dei Paesi dell’area Euro. • È stata creata il 1 giugno 1998 e ha sede a Francoforte. • Agisce con la collaborazione delle Banche Centrali dei 17 Paesi aderenti al sistema Euro (Eurozona). • L’obiettivo primario della BCE è quello di promuovere la stabilità dei prezzi nell’Eurozona. • La BCE è indipendente dai governi dei singoli stati e dalle istituzioni politiche e di governo europee. OFFERTA DI MONETA • In che modo le Banche Centrali influiscono sull’offerta di moneta di un sistema economico? • Tutti gli istituti bancari hanno delle riserve monetarie, ovvero depositi di denaro che sono conservati e non impiegati per prestiti. • In un sistema bancario con riserva frazionaria, le banche tengono una frazione dei depositi che ricevono come riserva, il resto lo impiegano per finanziamenti di diverso tipo. OFFERTA DI MONETA • Il Rapporto di Riserva è la frazione di depositi che le banche sono obbligate a tenere come riserva, dietro indicazione della Banca Centrale. • Quando una banca eroga un prestito, l’offerta di moneta nel sistema economico cresce. • Quindi l’offerta di moneta è influenzata: da una parte, dalla quantità di depositi, dall’altra, dalla quantità di prestiti erogati dalla banca. OFFERTA DI MONETA • Esempio: Attivo Passivo la banca accetta 100 € di depositi; mantiene una quota (10%) di riserva; utilizza il resto per prestiti. Riserve €10.00 Depositi €100.00 Prestiti €90.00 Totale Attività €100.00 Totale Passività €100.00 OFFERTA DI MONETA • Quando una banca eroga un prestito, questo viene in genere depositato in un altro conto corrente. • Quindi si crea un altro deposito, e di qui un’altra riserva di denaro da cui si può erogare un prestito. • La quantità di moneta aumenta, di un ammontare determinato dal moltiplicatore monetario. OFFERTA DI MONETA Prima Banca Attivo Passivo Riserve €10.00 Depositi €100.00 Prestiti €90.00 Totale Attivo Totale Passivo €100.00 €100.00 Seconda Banca Attivo Riserve €9.00 Passivo Depositi €90.00 Prestiti €81.00 Totale Attivo €90.00 Totale Passivo €90.00 Offerta di Moneta = €190.00 IL MOLTIPLICATORE MONETARIO • IL MOLTIPLICATORE MONETARIO • STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA: LA QUOTA DI RISERVA • La quota di riserva evidentemente incide sull’offerta di moneta: maggiore è la quota di riserva, minori saranno gli impieghi della banca, minore sarà l’offerta di moneta (e viceversa). • Quindi uno strumento a disposizione della Banca Centrale per variare l’offerta di moneta in un sistema economico è quello della variazione dell’obbligo di riserva. QUOTA DI RISERVA • Attualmente la quota di riserva BCE è del 2% • Le banche sono tenute ad avere riserve non inferiori alla quota di riserva, ma sono libere di detenere quote superiori alla quota di riserva (riserve discrezionali). • Questo accade quando le aspettative circa l’andamento economico sono negative o si percepisce un alto rischio nelle attività (rischio aggregato). STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA • Altri strumenti di Politica Monetaria sono: le operazioni di mercato aperto; le variazioni del tasso di sconto. OPERAZIONI DI MERCATO APERTO • Si riferiscono agli acquisti o vendite di Titoli di Stato da parte della Banca Centrale sul mercato privato. Quando la Banca Centrale acquista titoli, li paga con moneta, e aumenta la quantità di moneta nel sistema economico. Viceversa, quando la Banca Centrale vende titoli di stato incassa moneta, e si riduce la quantità di moneta nel sistema economico. IL TASSO DI SCONTO • Il Tasso di Sconto (o di Rifinanziamento) è il tasso di interesse che la BCE applica sui prestiti di breve periodo concessi al settore bancario dell’Eurozona. • Se una banca ha necessità di ottenere liquidità dalla Banca Centrale, può vendere titoli (in genere, titoli di stato o obbligazioni di aziende «sicure») alla Banca Centrale, impegnandosi a riacquistarli dopo un certo (breve) termine. • Questa operazione si chiama «PRONTI CONTRO TERMINE» (o «REPO»: Repurchase agreement). • La differenza tra il prezzo a cui la banca vende alla Banca Centrale e il prezzo a cui acquista, espresso in percentuale del prezzo di vendita, si chiama TASSO DI RIFINANZIAMENTO (o «REFI»: Refinancing) TASSO DI RIFINANZIAMENTO • Per esempio, se la banca vende i titoli a 100 e si impegna a riacquistarli a 110, il Tasso di Rifinanziamento sarà del 10%. Se il Tasso di Rifinanziamento aumenta, si riduce l’offerta di moneta: le banche sono meno incentivate ad acquisire liquidità attraverso le operazioni pronti contro termine. Viceversa, se il Tasso di Rifinanziamento diminuisce, aumenta l’offerta di moneta. • Attualmente il tasso di rifinanziamento è dello 0.000%. Andamento del tasso refi BCE Variazioni del tasso refi BCE 10-03-2016 0,000% 04-09-2014 0,050% 05-06-2014 0,150% 07-11-2013 0,250% 02-05-2013 0,500% 05-07-2012 0,750% 08-12-2011 1,000% 03-11-2011 1,250% 07-07-2011 1,500% 07-04-2011 1,250% QUANTITATIVE EASING • Dalla creazione di moneta al calo dei rendimenti sui titoli - QUANTITATIVE EASING (Alleggerimento Quantitativo): la Banca Centrale Europea va sul mercato, compra titoli di cui sono pieni i bilanci delle banche commerciali e per pagarli crea moneta, che immette nel sistema. • L’incremento di domanda dei titoli fa abbassare il loro rendimento, cioè il tasso di interesse che ogni Stato paga per finanziare il proprio debito. Risultato: scendono gli interessi sul debito pubblico. QUANTITATIVE EASING • I bassi tassi di interesse sui titoli pubblici fanno aumentare la domanda di altre obbligazioni (quelle di banche e aziende) ed il risultato è che cala anche il tasso di interesse degli altri titoli. • Alla fine, quel che accade è che scendono tutti i tassi, compresi quelli a cui sono indicizzati i mutui. QUANTITATIVE EASING • L’euro si deprezza e sale l’inflazione – Il terzo canale di trasmissione è quello che passa attraverso la valuta, che si deprezza, perché ce n’è molta di più in circolazione: si crea inflazione. Allo stesso tempo, il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro dovrebbe favorire le esportazioni. • La Bce ha come “target” un’inflazione vicina al 2%, mentre ora nell’Eurozona i prezzi sono in discesa. Il calo atteso dei prezzi innesca una spirale negativa per cui le imprese non investono, i consumatori non acquistano e l’economia ristagna. • Moneta debole e un minimo di inflazione, insieme, hanno effetti benefici sull’economia reale. Il che dovrebbe anche far crescere l’occupazione. QUANTITATIVE EASING • Le banche, alleggerite dai titoli di Stato, hanno più liquidità per fare prestiti o investimenti • Inoltre, come effetto collaterale, i bilanci delle banche risultano alleggeriti da un eccesso di titoli di Stato. E gli istituti – ammesso che lo vogliano e che la domanda sia ripartita – sono incentivati a usare il denaro incamerato per dare più prestiti o per investire nel mercato immobiliare e azionario. • L’incremento degli investimenti e dei consumi dovrebbe favorire la ripresa economica QUANTITATIVE EASING –HA FUNZIONATO? • Alcuni economisti sostengono però che la sola politica monetaria non sia sufficiente e che questa dovrebbe essere accompagnata da una politica di spesa pubblica per poter raggiungere risultati più solidi. • Gli investitori privati non si sono mossi a sufficienza, e le aspettative negative hanno disinnescato le armi messe in campo dalla BCE • Una politica fiscale espansionista avrebbe potuto sostenere la domanda di investimenti privata • Un incremento di spesa pubblica, attraverso il moltiplicatore fiscale, determina un incremento più che proporzionale della domanda aggregata. • Il problema è che i nostri conti pubblici sono sotto stretta sorveglianza a causa del pesante Debito Pubblico. La politica di rigore finanziario imposta dalla UE costringe in Paesi con elevato indebitamento (e anche quelli con alto deficit) a mantenere un livello di spesa pubblica inadeguato ai fini dell’uscita dalla crisi