Spirito Italiano

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ANGELA VIOLA
(Juniperus) Sabina,
grafite e ricamo su carta,
100x100cm,
2013
dettaglio
INNESTI
In natura esistono circa 350.000 specie di organismi viventi vegetali,
di questi quasi 200 famiglie contengono sostanze velenose o tossiche
per l’uomo.
(Juniperus) Sabina
grafite e ricamo su carta,
100x100cm,
2013
Nelle pagine successive
Daphne (Mezereum)
grafite e ricamo su carta,
100x100cm,
2013
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Angela Viola presenta un lavoro incentrato sulla ricerca attorno al
nucleo familiare, derivato da una riflessione il più possibile impersonale
e condivisa sulla famiglia, presente nel suo percorso artistico
dell’ultimo periodo. Angela porta ora agli estremi questa riflessione
attraverso l’accostamento metaforico delle famiglie di fiori e piante,
che comprendono specie velenose o tossiche per l’uomo, alle dimensioni
familiari da lei create.
La famiglia cositutisce l’elemento fondamentale di ogni società
essendo finalizzata, nei suoi processi e nelle sue relazioni, alla
perpetuazione della specie. Angela sceglie con cura tra le fotografie
del passato e traccia a matita sulla tela le sue piccole dimensioni
familiari, delicati intrecci di relazioni umane ingabbiate all’interno di
posture rigide che riassumono i significati convenzionali ereditati dal
passato.
Un trittico mostra un gioco di coppie basato sul rapporto tra adulto
e bambino, in cui la figura paterna è totalmente assente. Bambini di
età diverse sono rappresentati in stretta relazione, probabilmente di
parentela, con donne di generazioni diverse, figure che incombono
con la loro presenza e che influiranno sulla loro vita futura. Ogni
disegno sfuma e svanisce nel bianco mentre si innesta il tratto ricamato
del contorno di una pianta, scelta con cura per le sue caratteristiche.
Segno e disegno diventano una cosa sola, un innesto in cui non è
più possibile riconoscere il nucleo originale. Ciascuna pianta, cucita e
inserita nel disegno, fa parte di una famiglia all’interno della quale ci
sono specie innocue e altre che lo sono solo apparentemente, ma che
si rivelano poi dannose per l’uomo. Sono sostanze per la difesa della
pianta, così come si innescano delle dinamiche di difesa del singolo
individuo o dell’intero nucleo familiare.
Sabina, bambina più piccola, è anche il nome di una pianta a bacche
appartenente alla famiglia del Ginepro con proprietà vasodilatatrici
che può provocare, se ingerita, l’aborto. Anche Daphne è un piccolo
arbusto le cui bacche e i fiori sono velenosi e le vittime per ingestione
più frequenti sono proprio i bambini. Se in un rapporto di coppia, lo
sguardo è la linea che separa o unisce due persone, in queste immagini
i soggetti non solo non si guardano mai, ma nemmeno rivolgono lo
sguardo verso l’obiettivo, tranne il bambino più grande, il Narciso
della terza tela che pare specchiarsi cercando sé stesso al di fuori del
quadro. Narciso come uno dei fiori più belli del giardino domestico,
ma anche bambino delle teorie freudiane che vive un conflitto interno
con la figura materna.
Angela da sempre utilizza il filo come tratto che sostituisce o completa
il segno, trovando nel cucire proprio il significato di congiungere,
tenere unite le parti. Elemento esterno che si inserisce in una realtà
ordinata, il filo ripara strappi, su stoffa o nelle relazioni, rammenda e
corregge i difetti, quasi fosse dotato di una personalità propria.
Su un’altra tela, un altro filo disegna il contorno di un bouquet da
sposa, unendo ad esso una giovane coppia così come si sono uniti in
matrimonio pochi istanti prima. Mitridate Married scomoda il cosiddetto
“Re del veleno”, accentrando la scena attorno al bouquet di fiori
d’Aconito, considerato il veleno per eccellenza ed usato, fin dai tempi
dell’antica Roma, per vendicare amori fedifraghi. Nella perfezione di
un momento immortalato come quello del matrimonio, in cui il peso
delle rispettive famiglie grava già sulle spalle dei due giovani, si cela
già il dubbio della storia che potrà essere, e che contiene in sé la storia
di mille altre prima della loro.
Anche l’installazione sonora Lymphatic ratio è costruita attorno al
tema del matrimonio, rito riconosciuto a livello religioso, giuridico e
sociale come base per fondare una famiglia. Angela crea un
microsistema, nel quale una traccia audio mette in moto un sistema
“linfatico” della famiglia affinché emozioni liquide in eccesso possano
essere liberate e la creazione di difese e anticorpi possa proteggerci da
aggressioni esterne, esattamente come accadrebbe se fossimo dotati
del sistema linfatico di una pianta. Quattro tracce audio si sovrappongono,
rafforzandosi o annullandosi a vicenda, permettendoci di discernere,
attraverso il silenzio apparentemente rassicurante, i comuni rumori
della vita domestica, piatti, sedie spostate in cui si inserisce il frinire
monotono delle cicale, piccoli esseri che, insediandosi tra gli alberi,
ne divorano la linfa. Altri brani di sottofondo si sovrappongono quasi
solenni: quelli che accompagnano una funzione nuziale e, infine, il
Dies Irae di Mozart, tratto dall’opera Requiem del 1791,
corrispettivamente ad indicare l’inizio (funzione nuziale) e la fine
(messa in Requiem) della vita familiare.
Il sistema sonoro è parte di un’installazione maggiore e si offre
all’ascolto di chi siede su una seduta bianca, classica sedia delle
dimensione domestica, ma con radici che affondano nel terreno,
come l’abete bianco da cui prende il nome. Un complemento d’arredo
che è sinonimo di famiglia comunitaria intorno ad un tavolo e che nel
contesto specifico viene isolata e messa al confine del micro-ambiente
nel quale i disegni a parete e l’installazione fanno da sfondo.
I nostri occhi vagano passando dalla sagoma ricamata delle piante
sulle tele alle 99 specie di piante velenose, impeccabilmente catalogate
e ordinate sulla parete di fronte a noi. Nel rigore in bianco e nero di
un albero genealogico in cui famiglie vegetali si mescolano a quelle
umane, un solo elemento è estraneo: un’esplosione di immagini,
fotografie a colori di un’intera esistenza che non si può ridurre dentro
uno schema.
L’opera che Angela presenta per Spirito Italiano è complessa per la
ricchezza di elementi inseriti, caratteristica delle serie di box da lei
creati nei lavori precedenti, ma soprattutto perché fondata sulla creazione
di una dimensione intima seppur generalizzata dalla quale, per
antonomasia, ognuno cerca di fuggire e paradossalmente difendere:
la famiglia.
99
Narciso
grafite e ricamo su carta,
100x100cm,
2013
Nelle pagine successive
Familiæ
Ordine apparente | Veleno latente
Installazione: stampa inkjet su carta, bustine di plastica, fotografie,
200x200cm,
2013
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