ANGELA VIOLA (Juniperus) Sabina, grafite e ricamo su carta, 100x100cm, 2013 dettaglio INNESTI In natura esistono circa 350.000 specie di organismi viventi vegetali, di questi quasi 200 famiglie contengono sostanze velenose o tossiche per l’uomo. (Juniperus) Sabina grafite e ricamo su carta, 100x100cm, 2013 Nelle pagine successive Daphne (Mezereum) grafite e ricamo su carta, 100x100cm, 2013 97 Angela Viola presenta un lavoro incentrato sulla ricerca attorno al nucleo familiare, derivato da una riflessione il più possibile impersonale e condivisa sulla famiglia, presente nel suo percorso artistico dell’ultimo periodo. Angela porta ora agli estremi questa riflessione attraverso l’accostamento metaforico delle famiglie di fiori e piante, che comprendono specie velenose o tossiche per l’uomo, alle dimensioni familiari da lei create. La famiglia cositutisce l’elemento fondamentale di ogni società essendo finalizzata, nei suoi processi e nelle sue relazioni, alla perpetuazione della specie. Angela sceglie con cura tra le fotografie del passato e traccia a matita sulla tela le sue piccole dimensioni familiari, delicati intrecci di relazioni umane ingabbiate all’interno di posture rigide che riassumono i significati convenzionali ereditati dal passato. Un trittico mostra un gioco di coppie basato sul rapporto tra adulto e bambino, in cui la figura paterna è totalmente assente. Bambini di età diverse sono rappresentati in stretta relazione, probabilmente di parentela, con donne di generazioni diverse, figure che incombono con la loro presenza e che influiranno sulla loro vita futura. Ogni disegno sfuma e svanisce nel bianco mentre si innesta il tratto ricamato del contorno di una pianta, scelta con cura per le sue caratteristiche. Segno e disegno diventano una cosa sola, un innesto in cui non è più possibile riconoscere il nucleo originale. Ciascuna pianta, cucita e inserita nel disegno, fa parte di una famiglia all’interno della quale ci sono specie innocue e altre che lo sono solo apparentemente, ma che si rivelano poi dannose per l’uomo. Sono sostanze per la difesa della pianta, così come si innescano delle dinamiche di difesa del singolo individuo o dell’intero nucleo familiare. Sabina, bambina più piccola, è anche il nome di una pianta a bacche appartenente alla famiglia del Ginepro con proprietà vasodilatatrici che può provocare, se ingerita, l’aborto. Anche Daphne è un piccolo arbusto le cui bacche e i fiori sono velenosi e le vittime per ingestione più frequenti sono proprio i bambini. Se in un rapporto di coppia, lo sguardo è la linea che separa o unisce due persone, in queste immagini i soggetti non solo non si guardano mai, ma nemmeno rivolgono lo sguardo verso l’obiettivo, tranne il bambino più grande, il Narciso della terza tela che pare specchiarsi cercando sé stesso al di fuori del quadro. Narciso come uno dei fiori più belli del giardino domestico, ma anche bambino delle teorie freudiane che vive un conflitto interno con la figura materna. Angela da sempre utilizza il filo come tratto che sostituisce o completa il segno, trovando nel cucire proprio il significato di congiungere, tenere unite le parti. Elemento esterno che si inserisce in una realtà ordinata, il filo ripara strappi, su stoffa o nelle relazioni, rammenda e corregge i difetti, quasi fosse dotato di una personalità propria. Su un’altra tela, un altro filo disegna il contorno di un bouquet da sposa, unendo ad esso una giovane coppia così come si sono uniti in matrimonio pochi istanti prima. Mitridate Married scomoda il cosiddetto “Re del veleno”, accentrando la scena attorno al bouquet di fiori d’Aconito, considerato il veleno per eccellenza ed usato, fin dai tempi dell’antica Roma, per vendicare amori fedifraghi. Nella perfezione di un momento immortalato come quello del matrimonio, in cui il peso delle rispettive famiglie grava già sulle spalle dei due giovani, si cela già il dubbio della storia che potrà essere, e che contiene in sé la storia di mille altre prima della loro. Anche l’installazione sonora Lymphatic ratio è costruita attorno al tema del matrimonio, rito riconosciuto a livello religioso, giuridico e sociale come base per fondare una famiglia. Angela crea un microsistema, nel quale una traccia audio mette in moto un sistema “linfatico” della famiglia affinché emozioni liquide in eccesso possano essere liberate e la creazione di difese e anticorpi possa proteggerci da aggressioni esterne, esattamente come accadrebbe se fossimo dotati del sistema linfatico di una pianta. Quattro tracce audio si sovrappongono, rafforzandosi o annullandosi a vicenda, permettendoci di discernere, attraverso il silenzio apparentemente rassicurante, i comuni rumori della vita domestica, piatti, sedie spostate in cui si inserisce il frinire monotono delle cicale, piccoli esseri che, insediandosi tra gli alberi, ne divorano la linfa. Altri brani di sottofondo si sovrappongono quasi solenni: quelli che accompagnano una funzione nuziale e, infine, il Dies Irae di Mozart, tratto dall’opera Requiem del 1791, corrispettivamente ad indicare l’inizio (funzione nuziale) e la fine (messa in Requiem) della vita familiare. Il sistema sonoro è parte di un’installazione maggiore e si offre all’ascolto di chi siede su una seduta bianca, classica sedia delle dimensione domestica, ma con radici che affondano nel terreno, come l’abete bianco da cui prende il nome. Un complemento d’arredo che è sinonimo di famiglia comunitaria intorno ad un tavolo e che nel contesto specifico viene isolata e messa al confine del micro-ambiente nel quale i disegni a parete e l’installazione fanno da sfondo. I nostri occhi vagano passando dalla sagoma ricamata delle piante sulle tele alle 99 specie di piante velenose, impeccabilmente catalogate e ordinate sulla parete di fronte a noi. Nel rigore in bianco e nero di un albero genealogico in cui famiglie vegetali si mescolano a quelle umane, un solo elemento è estraneo: un’esplosione di immagini, fotografie a colori di un’intera esistenza che non si può ridurre dentro uno schema. L’opera che Angela presenta per Spirito Italiano è complessa per la ricchezza di elementi inseriti, caratteristica delle serie di box da lei creati nei lavori precedenti, ma soprattutto perché fondata sulla creazione di una dimensione intima seppur generalizzata dalla quale, per antonomasia, ognuno cerca di fuggire e paradossalmente difendere: la famiglia. 99 Narciso grafite e ricamo su carta, 100x100cm, 2013 Nelle pagine successive Familiæ Ordine apparente | Veleno latente Installazione: stampa inkjet su carta, bustine di plastica, fotografie, 200x200cm, 2013